06 - Violentata dagli zingari
di
Ivofosco
genere
dominazione
Mi chiamo Alessia, ho trent' anni, vivo a Roma e come lavoro faccio l'estetista. Voglio raccontarvi la brutta storiaun che mi capitò qualche anno fa quando, finite le superiori e nnell’attesahi ndi capire cosa fare nella vita, bighellonavo tutto il giorno senzaj decidermiij se continuare a studiare o andare a lavorare. Avevo iniziato a fumarei marjuana e, dato che i soldi per comprarla erano pochi, cercavo di sfruttare la mia bellezza per fumare gratis circuendo il mio spacciatore. Aveva perso la testa per me ma, da vera stronza, facevo ila preziosa. Non gliel’avevo ancora data, e ogni giorno dovevo difenderla dai suoi assalti.
Facevamo grandi pomiciate ma il massimo che gli consentivo erano delle interminabili seghe che puntualmente mi lasciavano le mani sporche di sperma.
Non ero vergine, la fica me l'aveva stappata un bolognese di 25 anni in campeggio a Milano Marittima. Con lui però facevo la smorfiosa facendogli credere di essere ancora intatta; non avevo nessuna intenzione di darla via in cambio dell'erba anche perché stavo con lui solo per motivi di convenienza. I suoi amici mi avevano soprannominato " la profumiera" proprio perchèu gliela facevo solo annusare. A Mario, lo spacciatore, avevo fatto solo un pompino quando ormai il mio debito era diventato insostenibile e lui stava per mollarmi.
Una mattina mentre eravamo in macchina a fumarci uno spinello lo vidi veramente preoccupato. Mi disse che gli avevano rubato una grossa partita di fumo che doveva ancora pagare agli zingari che in zona gestivano lo spaccio e la prostituzione. Era sicuro che non avrebbero creduto alla storia del furto e che, in ogni caso, volevano essere pagati. Dovendo andare al campo Rom per cercare di spiegare la situazione mi chiese di accompagnarlo sperando che con me accanto non lo avrebbero strapazzato. Non potendo rifiutare andai con lui indossando abiti che non attirassero l'attenzione; scarpe da ginnastica, leggins neri e una camicia di jeans di mio fratello talmente larga e lunga da nascondere alla perfezione tette e culo e per finire legai i capelli per non esibire la mia folta chioma bionda. Il loro campo si trovava sotto un ponte dell'autostrada. Scendemmo dalla macchina e, guardati con sospetto, ci dirigemmo verso una grande roulotte priva di ruote appoggiata su blocchetti di tufo. Come entrammo capii subito che per me si sarebbe messa male.
- Ciao Mario come stai? Chi è ‘sta puttanella che te sei portato dietro?
Mario da vero codardo non replicò all'offesa; balbettando raccontò la storia del furto e come intendesse risarcirli. Nella roulotte oltre ai due fratelli c’era anche la madre, una donna di mezz’età con l'aria da mignotta navigata. Dopo averlo preso a schiaffi, quello che doveva essere il capo, afferrandolo per i capelli gli sputò in faccia dicendo:
- "A brutto fjio de na mignotta! Che pensi de venì qua a cojioonacce co' ste stronzate! A me delle fregnacce che racconti non me ne frega n'cazzo. Te do tempo 'na settimana e poi, se non me porti i soldi che me devi, te vengo a cercà e te strappo tutte le unghie delle mani! Hai capito bene"?
- Siii, ... balbetto Mario, non ti preoccupare pagherò tutto come sempre.
- Bene mo levete da li coijoni che me voglio spupazzà sta bella bambolina che c’hai portato come acconto su quello che ci devi!
Con un calcio in culo Mario fu cacciato fuori dalla roulotte. Quello stronzo cercò di spiegare che non c'entravo niente e che mi dovevano lasciar stare ma appena l'altro fratello minacciandolo con la pistola gli fece capire di sparire, scappò via come una lepre.
- Guardate, dissi impaurita, non so niente di tutta questa storia, sono un’amica di Mario e l’ho solo accompagnato.
- Mi sa tanto, amica di Mario, che adesso vieni qua e ci fai un bel pompino!
Impaurita da quelle parole, cercai di scappare ma la megera mi fece lo sgambetto facendomi cadere.
- Dove vai troia, se mio figlio dice di succhiare cazzo tu succhi cazzo.
Urlando cercai di divincolarmi ma un violento manrovescio mi fece desistere. Uno dei due che chiamerò il biondo tirò fuori il cazzo e me lo mise davanti alla faccia.
- Forza ragazzina datti da fare, apri la bocca e inizia a ciuciare. Tremando dalla paura iniziai il pompino, l'uccello puzzava di piscio da far vomitare. Capii subito che oltre al pompino voleva scoparmi la bocca. Non riuscivo a respirare, quello stronzo mi bloccava la testa per spingermelo in gola facendomi vomitare bava e succhi gastrici che imbrattavano il cazzo e la faccia. Il bastardo lo tirò fuori un attimo ma solo per darmi una sberla:
- Fai attenzione a questi cazzo di denti, se mi graffi te li faccio saltare!
In vita mia non avevo mai ricevuto uno schiaffo così forte, la guancia mi bruciava. Continuò a scoparmi la bocca incurante delle lacrime e dei lamenti fino a quando…
- Ssiii, ... daiiii, ... vengo! Sborroooo,… aaaaaahhhh!
Un eruzione di sperma mi riempì la bocca. Stavo per sputarla quando la megera, che aveva assistito divertita, disse:
- Puttana vedi di non sputare, hai già sporcato abbastanza, se non ingoi ti frusto la fica con le ortiche!
Con riluttanza mandai giù. Non mi è mai piaciuto il sapore dello sperma e per questo odio ingoiare, ma non ero nelle condizioni di scegliere. Intanto il fratello moro spogliandosi mise in mostra un cazzo veramente enorme con una cappella esagerata: sembrava un grosso fungo porcino!
- Su fai la brava e mostraci cosa nascondi sotto questi stracci! Facci vedere come sei fatta!
Cercai di sgattaiolare ma quella stronza della madre m’immobilizzò. I due dopo avermi tolte le scarpe, mi sfilarono i leggins lasciandomi con l'unico indumento che non pensavo venisse visto: il perizoma.
-’Anvedi che mutande da troja che c'ha ‘sta ragazzina!
- Ragazze italiane tutte troie - disse la megera - non puttane come noi che la diamo per soldi!
- Forza dolcezza non fare la smorfiosa e mostraci la passera.
Mi stesero sul tavolo, la vecchia mi teneva ferme le braccia mentre mi dibattevo come un'anguilla per evitare di farmi scopare. Ero immobilizzata sul tavolo e nonostante cercassi d’impedirlo, mi sfilarono mutande e reggiseno..
- Ehi! ... Guardate che meraviglia! Fra tante fiche depilate abbiamo trovato una topina bionda con la chioma curata come se fosse appena uscita dal parrucchiere! Chissà per chi se la sarà tirata a lucido!i
Mentre uno mi palpava le tette, l’altro cercava di aprirmi le gambe che, con la forza della disperazione, cercavo di tenere chiuse.
- Scalpita, ... scalpita pure cavallina, ... adesso vedrai che bel servizietto ti facciamo!
Sentii una mano insinuarsi con prepotenza tra le cosce, accarezzandomi il sesso; provai a tirare indietro il bacino per sottrarmi a quel contatto ma non ci riuscii.
- Forza bellezza non ti ribellare,... da brava allarga queste cosce!
La mano continuava a massaggiare la vagina e lo sfregamento sul clitoride iniziava a produrre i suoi effetti; ero a disagio perché non volevo dare l’impressione di essere una delle tante zoccolette sempre pronte a farsi scopare.
Il cazzo che stava per violentarmi oltre a essere enorme era anche duro come l’acciaio, sicuramente mi avrebbe sbrindellato la topina che, oltre a essere entrata in attività da poco, non era nemmeno abituata a quelle dimensioni.
Il moro era riuscito a aprirmi le cosce mettendocisi in mezzo; ero terrorizzata. Con il cazzo scappellato godeva nel vedere la paura sul mio volto sentendo quel glande gigantesco sulla patata. Lo strusciava avanti e indietro allargando le piccole labbra a ogni passaggio; ero tesa come una corda di violino aspettando da un momento all’altro la stoccata con la quale sarebbe entrato.
-La senti la cappella? È di tuo gradimento o pensi sia troppo grande per questa fichetta? Mi sa che l’aprirà in due come una pesca matura!
Finito lo sfregamento posizionò la cappella al centro della fessura e iniziò a spingere. Sentivo quel mostro che aveva bisogno di spazio e premendo lo stava creando. Quell’enorme testa di cazzo me la dilatava facendomi vedere le stelle. Inutilmente provai a stringere le gambe indietreggiando con il bacino per cercare di non farlo entrare, ma fu tutto inutile. Continuava a spingere, spingeva sempre con maggior forza e non potei fare a meno di strillare quando finalmente la cappella riuscì a entrare; piangevo e strillavo mentre quella trave mi dilatava.
- Stai ferma perché la passera è talmente stretta che se non fozo non entro.
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
- Noo! Non voglio! Bastardo,… bastardo, non voglio! Maledetto, siete dei figli di puttana. Mi rompi, mi fa male! Ahia!
Piangevo a dirotto. Quando ritenne di avermi penetrata a sufficienza iniziò a scoparmi.
- Basta! Basta! Mi uccidi! Mi fa male!
- Cazzo se sei stretta, rilassati e la lasciala aprire e vedrai che tra poco, passato il dolore, inizierai a prenderci gusto. Sono sicuro che ti farò zampillare come una fontana! Di la verità che un cazzo così grande non lo hai mai preso, senti come riempie bene la fica! Ti assicuro che di queste dimensioni se ne trovano pochi e sono anche dolorosi da prendere ma vedrai che fra quache strillo riuscirai a prenderlo tutto.
Aveva ragione, non pensavo che esistessero cazzi così grossi e il suo mi stava massacrando. Il ragazzo che mi aveva sverginata mi aveva fatto meno male.
Quel coso, oltre a dilatarla, era talmente lungo che a ogni spinta sbatteva contro l’utero facendomi sobbalzare. Quello che mi faceva maggiormente incazzare, oltre al dolore, era la sensazione di impotenza che provavo mentre ero costretta a prenderlo con la forza.
Speravo che il tormento finisse presto ma purtroppo non fu così. Come si accorgeva che stava per raggiungere l'orgasmo si fermava un attimo tenendolo dentro. A volte lo sfilava completamente per ritardare l'orgasmo, faceva di tutto per prolungare la scopata. Per mia fortuna non riuscí a controllarsi e mentre mi scopava come un forsennato, mi riempì di sborra senza nemmeno preoccuparsi delle conseguenze. La fica bruciava da morire, era rimasta spalancata e avevo la sensazione di avere un forno in mezzo alle gambe. Per un attimo mi illusi che era tutto finito e mi avrebbero lasciata andare ma il biondino che aveva goduto con la bocca era di nuovo a cazzo dritto e voleva scopare; mi sollevò le gambe fino a farmi poggiare i piedi sulle sue spalle e iniziò a accarezzarmi la fica con la cappella. Questo sfregamento fece si che lo sperma lasciato dal fratello uscisse fuori sporcandogli il pisello:
- Mamma che schifo! Non voglio mettere il cazzo qui dentro!
Quella stronza della madre fu svelta a suggerire il rimedio:
- Se non vuoi sporcare cazzo, usa l’altro buco!
Oddio mi voleva inculare! Dietro ero vergine, non sopportavo neanche le supposte, mi avrebbe sfondata.
Urlando mi divincolai scendendo dal tavolo nella speranza di fuggire ma fui subito bloccata. Ingaggiai una vera e propria lotta per cercare di salvare il culo.
Quella zingara di merda che aveva suggerito di sodomizzarmi trovò anche la soluzione:
- Buoni figli questo posto troppo piccolo! Non adatto per farle il culo! Portare nella stalla.
Il moro che mi aveva appena scopato mi prese in spalla e uscì dalla roulotte.
- Zingari di merda! - urlai - non potete farmi questo.
Cercando di liberarmi prendevo a pugni la schiena e il sedere dello zingaro. Ero coricata sulla sua spalla vestita solo con la camicia che, stando a testa in giù, a malapena copriva il sedere. Attraversando il piazzale incrociammo un altro zingaro che vedendo la scena si mise a ridere.
- Salve cugino, questa bella zoccoletta da dove è spuntata?
- E' un regalo di un amico che mi deve dei soldi.
- Non gli dia retta, per favore mi aiuti perché mi stanno violentando! Uno mi ha costretta a prenderlo in bocca e a forza me l’ha spinto in gola facendomi vomitare anche l’anima. Quando è venuto ho dovuto ingoiare per non morire soffocata. L’altro mi ha spaccato la patata per far entrare il suo cazzo mostruoso e una volta dentro mi ha scopata con una tale violenza e brutalità che adesso ho la fica completamente spappolata.
Non contenti mi vogliono pure fare il culo,… mi aiuti, per favore ho paura,… dietro non l’ho mai preso,… non voglio farmi inculare!
- Come scalpita però! ... Posso darle un’occhiata?
- Certo accomodati ma stai attento,... è andata in crisi quando ha capito che le avremmo sverginato il sedere.
Il cugino, avvicinandosi, mi sollevò i capelli per vedermi in faccia:
- Bel visino, occhi bellissimi e che boccuccia, chissà che pompino da favola ti avrà fatto!
- Non ti voglio deludere ma con la bocca non sa fare un cazzo. Deve migliorare, è ancora acerba e non ha esperienza.
Capii che dal cugino non avrei ricevuto nessun aiuto anzi, quello stronzo mi stava accarezzando le cosce e alzando la camicia mise ben in mostra fica e culo.
Come se fossi un animale, mi palpò il sedere toccando la fica poi, non contento, inserì un dito dentro facendomi sobbalzare.
- Ehi ma, ... è piena di sperma!
- Non hai sentito che ha detto la ragazza? - disse il moro - ho appena finito di scoparla e la fica sarà per forza piena di sborra.
Il bastardo del cugino con l'indice bagnato di sperma volle saggiare anche l'altro buco. Divaricando le chiappe con una mano con l’altra, senza nessuna grazia, infilò un dito nel sedere facendomi urlare.
- Ahiaaaa! Che cazzo fai brutto maiale! Toglilo immediatamente! Stronzo bastardo!
Cercavo di sottrarmi a quella profanazione ma il porco continuava a spingere. Sebbene mi agitassi come una serpe non riuscivo a sfilarlo. Il risultato fu di ritrovarmelo infilato nel retto fino alle nocche.
- Mmmmmhhhh,… - disse il bastardo - la ragazza non mente, dietro è ancora come mamma l’ha fatta, l'ano è così stretto che è bastato un dito per farla strillare. Sfido che è in preda al panico, sta per essere sodomizzata e ha paura ma deve capire che prima di provare piacere dalla sodomia bisogna per forza soffrire per farselo sverginare
- Ahia mi fai male, toglilo!
- Risparmia il fiato perché ti servirà per strillare quando te lo romperanno.
La prima inculata non è mai piacevole, c’è poco da godere e tanto da soffrire, poi col tempo ti abituerai e piano piano inizierai anche a godere.
Sfilò il dito dal sedere e mettendomelolo davanti alla bocca disse:
- Bambolina non credo che quella boccuccia non sia capace di fare pompini! Chissà quel bruto cosa ti avrà fatto! Fai la brava, succhia questo dito come se fosse un cazzo e dimostra a mio cugino che si sbaglia!
- Sei matto! Lo hai appena sfilato dal culo e sarà anche sporc...
Non mi fece nemmeno finire la frase, tirandomi per i capelli mi cacciò il dito in bocca facendomelo arrivare in gola. Una volta dentro, con l'altra mano, mi torse il capezzolo facendomi urlare.
-Se quando lo tiro fuori non è pulito, te lo stritolo!
Piangendo leccai il dito cercando di non pensare a dove era stato infilato. Solo allora il bastardo allentò la stretta sul capezzolo.
- Dove la state portando?
- Caro cugino hai centrato il problema questa ragazza fa la schizzinosa, non ci vuole dare il culo per paura del dolore e visto che finora nessuno è stato capace di inchiappettarla, e con le buone non lo vuole prendere, la stavamo portando nella stalla per farle il servizio. Scalcia come una cavallina selvaggia e dobbiamo prima domarla per poterla cavalcare. Una volta sverginata la puledrina avrà finito di sgroppare e, con l’ano finalmente aperto, non farà più capricci per farsi inculare.
Se chi le ha sverginato la fica l’avesse aperta anche dietro, oggi sarebbe abituata e, magari strillando, avrebbe preso anche il mio.
Purtroppo non è la prima e non sarà l’ultima che rifiuta la sodomia e per farle capire che il culo deve essere sempre disponibile dovremo farle lo stesso trattamento che di solito facciamo alle giovani troiette prima di mandarle a battere.
Si sa, con le verginelle è sempre la stessa storia: oltre che in culo, bisogna farglielo entrare in testa: il cazzo va preso dappertutto.
- Ben detto cugino e chi meglio di te può insegnarglielo? Sono sicuro che al termine della lezione questa ragazza non avrà più fra le chiappe il forellino da signorina ma si ritroverà un largo e accogliente buco da signora matura!
- Ragazza mia non potevi scegliere posto migliore per fartelo sverginare, mio cugino è un vero esperto e quando trova un buco ancora chiuso non si tira mai indietro e con il cazzo largo, lungo e duro che si ritrova, non avrà nessuna difficoltà a sverginarlo. In queste cose è un vero bastardo e non avrà pietà delle tue grida quando lo supplicherai di smettere. La tua prima inculata sarà difficile da dimenticare e al solo ricordo ti ritroverai a stringere le chiappe.
Ascolta, non soffrire più del necessario urla pure quanto vuoi ma non ostacolarlo, quando sentirai dilatare il buco non stringere ma spingi come se andassi di corpo.
Far entrare la cappella è la parte più dolorosa perchè essendo la parte più larga, per farla passare lo sfintere si deve dilatare al massimo. Una volta entrata però non pensare che sia finita perché durante la sodomizzazione esce e rientra di continuo facendoti vedere le stelle ogni volta. L’unica cosa che puoi fare è tenere l’ano rilassato sperando che sborri il prima possibile.
- Parole al vento caro cugino, le vergini come sentono la cappella sul buco pensano di sottrarsi alla sodomizzazione stringendo lo sfintere. Vedrai che anche lei non farà eccezione tanto più che da quella parte è più chiusa di un’ostrica.
Piangevo a dirotto! Non avevano il diritto di farmi questo. Mi consideravano come un animale da monta.
Dopo aver attraversato il piazzale entrammo in un locale dove al centro stazionava un cavalletto con sopra una sella.
Cercavo disperatamente di liberarmi dalla loro presa scalciando e divincolandomi con tutta la forza. Aiutati dalla madre cercavano in tutti i modi di farmici salire.
Capii subito che quella sella altro non era che il patibolo sul quale sarebbe stato giustiziato il mio culo.
- Stai buona e sali sulla sella che sicuramente avrai già capito a cosa serve: noi la chiamiamo l’inculatoio ed è qui sopra che rompiamo il culetto alle verginelle come te.
Una volta salita mi fecero piegare il busto in avanti e legandomi polsi e caviglie alle quattro gambe mi immobilizzarono. Per costringermi a tenere il culo in alto mi schiacciarono la pancia sul cavalletto con una cinta di cuoio.
- Ecco fatto, adesso il culo è in posizione ideale per essere deflorato!
Non potevo muovermi, con le cosce divaricate e il culo a papera i miei buchi erano a loro completa disposizione. Con le mani saggiava la consistenza del sedere.
- Hai proprio un gran bel culo e un paio di chiappe sode tutte da spacchettare.
Ero consapevole che prima o poi sarebbe successo ma non avrei mai immaginato che per farlo mi avrebbero violentata.
Non potevo accettare che mi facessero la festa in questo modo; era intollerabile che contro la mia volontà uno zingaro di merda fosse il primo a incularmi. Toccava a me scegliere modi e tempi e soprattutto chi mi avrebbe sodomizzata. L’ano non avrebbe resistito alla penetrazione di quel cazzo asinino che sicuramente l’avrebbe rotto facendomi sanguinare.
La megera che li aveva aiutati a immobilizzarmi allargò le pacche mettendo in mostra il buco che stava per essere profanato; l'ano era di un colorito nocciola e dal forellino puntiforme partivano dei raggi che lo facevano somigliare a una stella.
La vecchia prese del grasso e iniziò a spalmarlo sul buco prima all’esterno, poi facendo pressione anche all'interno inserendo completamente il dito dentro.
- Ahiaaa! Che cazzo fai brutta stronza!
- Ringraziami invece di strillare, hai il buco talmente stretto che per farci entrare il cazzo sarà una faticaccia!
Che stronza, i figli mi stavano per sverginare il culo e lei si preoccupava per loro.
Oltre al dolore dovevo sopportare la vergogna di farmi profanare in quella parte così intima e delicata dalle dita di quella zingara.
Ero terrorizzata per quello che stavano per farmi! Era stato doloroso prenderlo davanti e sapere che stavano per infilarmelo nel sedere mi faceva rabbrividire.
Scoppiai a piangere implorando di risparmiarmi ma fu tutto inutile. Mentre singhiozzavo sentii che il biondo stava strusciando la cappella in mezzo alle chiappe.
- Coraggio dolcezza non prenderla così, prima o poi tocca a tutte! La cosa incredibile è che finora nessuno si sia preso la briga di inchiappettarti: il tuo ragazzo deve essere proprio un coglione se ancora non te l’ha fatto. Vorrà dire che adesso ci penso io a sverginarlo.
- No, non lo fare,... non voglio,… ti prego non farmi male!
- Lo so che non vuoi e che hai paura ma lo devi prendere e lo farò pure con molto piacere perché non c’è niente di più gustoso che rompere il culo a una verginella, soprattutto se non vuole.
-No,… noooo,… perché a me,… cosa ho fatto di male!
- Il bastardo allargate le chiappe sputò sul buco centrandolo in pieno e, utilizzando anche lo sperma che usciva dalla fica, lo lubrificò ulteriormente facendomi sobbalzare ogni volta che infilava le dita nell’ano. Ci siamo pensai fra me e, nel momento in cui si accingeva a incularmi, il fratello mi costrinse a prenderlo in bocca.
- Da brava prendi il ciuccio e succhia che con la bocca tappata le urla si sentono meno ma attenta a non mordere altrimenti ti sfregio! Smettila di frignare, non vedi che ti stiamo trattando con tutti i riguardi! Te l’abbiamo unto per bene e sarai anche sverginata dal cazzo più piccolo.
- Allora sei pronta?
- NO,… NO,…. NEL CULO NO!… VI PREGO NON L’HO MAI FATTO,… NON VOGLIO!
- Si… Si,… nel culo si,… proprio perchè non l’hai mai fatto, ora lo prendi!
- No! Davvero non mi entra,… non posso prenderlo nel culo!
- Si che ci entra zoccoletta!
- Nooo!… Noooooooo,… per favore noooooooo! Mi farai malissimo! Non può entrareee!… È troppo grandeee…!
- La prima volta dite tutte così ma vedrai come entrerà tutto, voi verginelle non avete la minima idea di quanto possa dilatarsi e poi devi imparare a chiavare sia con la fica che con il culo quindi stai zitta e non rompere.
Fregandosene delle mie preghiere prese il cazzo in mano e lo diresse verso piccolo buco stretto e contratto per il terrore. Come avvertii il contatto del glande iniziai a gridare come un‘ossessa:
- NOO!… NON VOGLIO!… AIUTO!… COSA VOLETE FARMI!
Lo stronzo iniziò a spingere cercando di infilarlo: era un impresa difficile perché la verga era grossa e il buchetto incredibilmente stretto e contratto. In quel momento di dolore ebbi la conferma che non mentivano le amiche che erano già state sodomizzate quando affermavano che quando te lo sverginano il dolore è atroce.
- AHIAAAAA! AHIAA! Mi fa male! Smettila, mi rompi, ti prego!
Fare entrare un cazzo così grosso in un culo restio a farsi penetrare non era cosa facile. Stringevo le chiappe contraendo lo sfintere per non farlo entrare ma il bastardo non arretrava di un millimetro.
Urlavo per sfogare la rabbia e per maledirli.
- Urla pure,... più gridi, più mi ecciti e più mi diventa duro! Smettila di stringere che non fai altro che peggiorare la situazione, ti devi rassegnare a lasciarlo entrare!
- Dai che entra,… non fare resistenza,… dai che si sta aprendo,… uno,… due e…
La cappella si era incuneata ma non riusciva a progredire perché lo sfintere era al massimo della dilatazione. Lo stronzo però, astutamente e con esperienza, approfittando dell’attimo in cui mi rilassai per riprendere fiato, con un colpo di reni vinse la resistenza dello sfintere fecendo entrare la cappella!
- … e tre,… STACK!
- AHIAAAA!... CHE MALEEE!… AGHHHH!… È TROPPO GROSSO! FERMO, MI SPACCHI!
- Ecco fatto piccolina la cappella è entrata e adesso ti faccio prendere anche il resto!
Il dolore era talmente forte che non sentivo più lo sfintere, mi aveva aperto in due come una mela e ero preoccupata perché continuava a spingere per farlo entrare tutto!
- BASTARDO!… ESCI,… MI STAI SPACCANDO!
- SCREEK!
- AHIAAAAAAAA!… NON SPINGERE!
Un altro colpo e la cappella fu tutta dentro superando anche lo sfintere interno.
Una volta entrata, l’ano si chiuse sul colletto imprigionandola in una morsa come a volerla strangolare.
- AHIIAAAA!... ME LO ROMPI!... BRUCIAAAA!
Il bastardo con aria soddisfatta disse alla madre:
- A ma' avevi ragione,... sentissi quanto stringe il buco de sta' verginella,... me sta' proprio a strizzà er cazzo! Adesso però ci penso io a allargarlo!
- AHIAAAAA!... PIANOOO!… ARGHHHH!
Stringevo le chiappe per non farlo avanzare.
- Buona,… stai buona,… non stringere,… ferma,… non ti agitare che è peggio,… rilassati,… spingi e fallo entrare!
- AHIIIIII!… FERMO!… BRUCIA!… NON RESISTO,… AHIAAA!
- Calmati e non ti agitare perché dentro hai solo la cappella e deve ancora entrare tutto il resto.
Dopo ogni progressione stirava in fuori le chiappe per far riapparire l’ano che, introflettendosi, finiva nel retto insieme al cazzo.
- Se continui a stringere il cazzo fa fatica a entrare e ti fai male.
- BASTAA!,… NON RESISTO,… È ENTRATO TUTTO?… AHIOO!
- Guarda che ce n’è ancora tanto fuori; dammi retta fai un bel respiro e premi come se andassi di corpo così allarghi il foro e in un attimo è tutto dentro.
-AHIA!… AHIAAAA!… PIÙ PIANO!… MI STA ROMPENDO!… TI PREGO ESCI,… COSÌ MI ROVINI!
Il dolore era tremendo! L’ano, sicuramente lacerato, si stava allargando spaventosamente e, a forza di spingere, sentivo l’asta avanzare inesorabilmente.
- Non stringere le chiappe,… STUMP!
- AHIAA!
- Fai un respiro profondo e premi,… ZAK!
- AIHOOO!…
- Rilassati,… rilascia i muscoli e spingi,… SCREEK!
- AAARGH,… BRUCIAA!… QUANTO MANCA!
- Apri bene,… apri bene e,… prendilo!… STOCK!
- BASTA!... BASTAAAA!... AHIAA!
Guardandomi di profilo sembravo una porchetta allo spiedo: con un bastone che entrava dal culo e usciva dalla bocca procurandomi conati di vomito.
-BASTA COSÌ,…TI PREGO NON LO METTERE TUTTO DENTROOOO!
Il bastardo a forza di spingere avanzava inesorabilmente nel retto.
Provavo la stessa sensazione di quando non si riesce a espellere un grosso fecaloma, solo molto più dolorosa.
Gridai che gli avrei denunciati, ma imperterriti continuavano nella loro violenza facendosi beffe delle mie minacce. I cazzi entravano simultaneamente in gola e nel sedere con movimenti sincronizzati. Una botta tremenda mi fece capire che era tutto dentro; le palle avevano sbattuto sulla fica.
- Fatto, ce l’hai tutto dentro! Eri convinta che non sarebbe entrato e invece hai fatto la fine della zucchina con il culo ripeno di ciccia!
Non facevo altro che piangere singhiozzare mentre lo stronzo si faceva beffe di me.
- Povera piccola,… ti ha fatto tanto male l’apertura del culo? Stai piangendo di dolore o per la rabbia di essere stata sverginata? Certo, come prima volta, prendere venti centimetri di cazzo nel sedere non deve essere stata una passeggiata ma vedrai che ci farai l’abitudine!
Incurante del mio dolore incominciò a indietreggiare.
Era tremendo, quando lo sfilava l’enorme testa del cazzo rivoltava l’ano come un calzino e quando lo rimetteva dentro lo faceva con una tale violenza che l’ano spariva completamente nel retto. Facevo la gobba con la schiena per cercare di farne entrare il meno possibile. Era un vero e proprio supplizio, neanche nella peggiore previsione avevo immaginato che prenderlo nel culo sarebbe stato cosi doloroso.
-AHIAA!... AAUUUU!... CHE CAZZO SPINGI!… MI ROMPI… ESCI!!!
- Stai ferma troietta, ora devo lavorare un po’ questo culetto per fargli capire che è il cazzo che comanda, quindi preparati alla monta e allarga le chiappe che incomincio a stantuffarti.
-BASTA!... AHIAA!... BRUCIA DA MORIRE,… MI ROMPE!
Fregandosene delle mie urla iniziò a fare su e giù, in principio lentamente, poi sempre più velocemente divertendosi anche a sculacciarmi. Sarà stata la violenza con cui m’inculava ma ero nel panico; mi sentivo piena, stirata, avevo la sensazione di fare la cacca. Quel cazzone per allargare il buco mi procurava fitte di dolore lancinanti. Piangevo e strillavo ad ogni affondo!
- BRUCIAAAA!… BRUCIAAA!… AHIAAA!… MI UCCIDI!
Incomincio a battermi come un tappeto con colpi secchi e profondi che mi facevano urlare così forte che una zingara spaventata dalle urla entrò dicendo:
- Ma che cazzo sta succedendo? Chi state scannando?
- Tranquilla è tutto a posto - rispose il moro - stiamo facendo la festa a questa zoccoletta!
- Ma che cazzo urla,… ha svegliato mio figlio che si era appena addormentato.
- Sta prendendo la supposta - risposi -.
- E tutti questi strilli per un inculata?
- Non ci crederai ma era ancora vergine di culo e strilla tanto perchè gliel’ho appena sverginato e adesso glielo sto allargando ma lo sfintere continua a resistere; non vuole cedere.
- Adesso capisco, però cerca di essere meno brutale in fin dei conti è il primo che prende!
- Proprio per questo l’ho sverginata io con il cazzo più piccolo così soffrirà meno quando prenderà quello di mio fratello.
- Perché anche lui la vuole inchiappettare?
- Sicuro, ė lui che ha deciso di romperglielo per dare una lezione al suo ragazzo.
- Siete due stronzi non mi sembra che sia una delle puttanelle da mandare a battere! Non vi basta di averla sverginata, dovete proprio spaccarglielo?
-Certamente, dopo che avrà preso il suo bazooka tornerà a casa con l’ano sbrindellato e quello stronzo del suo ragazzo, vedendola camminare a gambe larghe, capirà che non scherziamo e se non vuole fare la stessa fine non deve provare a fregarci.
Poi rivolgendosi a me:
- Ragazza mia, non so in che casino ti sei messa, ma se lui ti fa il culo per te si mette male. Se il cazzo che hai nel sedere ti fa strillare così, perderai la voce quando il palo che stai succhiando prenderà il suo posto. Credo sia inutile cercare di far riaddormentare mio figlio perchè si sveglirebbe di nuovo. Mi ha fatto urlare come un aquila quando mi ha sodomizzata e avevo il culo aperto da un bel po’, immagino quanto griderai tu quando te lo infilerá nel sedere!
In ogni modo se avete proprio deciso di spaccarglielo, sbrigatevi a farlo perché vi ricordo che abbiamo altre cose da fare.
- No! Fermali ti prego! Non farmi inculare da lui, mi romperebbe! Aiutami ti prego!
- Gioia ormai la festa te l’hanno fatta, il buco è stato aperto e ce l’hai tutto dentro; adesso anche tu sei una rotta in culo quindi smettila di stringere e spingi in fuori, vedrai che lo sopporti meglio!
- No,… nooo,… ahiaaa,… non voglio,… non mi piace,… fa un male cane! BASTA!!!! SMETTETELA!!
- Su non insistere - disse il moro che stavo spompinando - se non le piace esci e non tormentarla, tanto quello che dovevi fare l’hai fatto. Si sa che la prima volta non è mai piacevole e a lei non è proprio piaciuta a giudicare da come strilla!
Il biondo, come se stesse seguendo un copione già scritto, si scambiò di posto con il fratello e dato che non volevo, con un paio di ceffoni mi costrinse a aprire la bocca per spompinare il cazzo appena uscito dal culo.
In preda ai conati mi spronava con delle sonore sculacciate e ridendo della situazione disse:
- Tutta tua fratello, il culo è aperto ma la ragazza ha il buco che resiste. Adesso pensaci tu; se riesci a incularla senza mandarla all’ospedale lo sfintere avrà finito di resistere e la zoccoletta si ritroverà col foro spanato.
Mentre diceva queste cose il fratello armeggiava alle mie spalle, iniziai a tremare sentendo la presenza di quel mostro fra le chiappe. Mi agitavo convulsamente nella speranza di liberarmi.
- Hai sentito cosa ha detto mio fratello? Lui sverginandoti ha spezzato il tuo orgoglio, adesso io ti spezzo lo sfintere.
- No,... non farlo! Il tuo è troppo grande,… mi sfascera!
- Non ti muovere e facilità l’inserimento se non vuoi ritrovarti con che le chiappe rosse!
È inutile che ti agiti perchè tanto sai già come andrà a finire e non puoi farci niente, in più ti comunico che essendo già venuto, avrò più tempo a disposizione per godermelo e la cosa non ti farà certo piacere.
Era tremendamente vero, nonostante fossi stata appena inculata, quell’enorme cappella non riusciva a entrare,… mi sembrava di ricominciare tutto da capo.
AHIAAA!… AHIIIIII!… NOOO!… AUUUU!
Avevo la sensazione che mi stessero calando su un paracarro!
- Smettila,… non stringere,… allarga le chiappe e spingi come se dovessi far uscire uno stronzo gigante!
- Ma vaffanculo,… fa un male cane! Bruciaaaaa!
Poi, con una spinta decisa riuscì a entrare.
- AHIAAA!... BASTARDIO, FIGLIO DI PUTTANA!
- Mi fai male! Aahiaaaa, toglilo, non voglio, ahiaaa che dolore, mamma aiutooo, non spingere, fermati per favore,… mi spacchi!
Cercavo di spingermi in avanti per cercare di sfilarlo ma mi prese per le spalle tirandomi indietro.
- Ti prego abbi pietà,… ritirati,… ti supplico sto morendo di dolore!
- Buona che il peggio è passato, il problema era far entrare la testa che è la parte più larga, adesso che la cappella è passata respira profondamente e non stringere le chiappe; se rilassi i muscoli s’allenta anche l’ano!
-AHIOOO!... AHIOOO!... esci per favore, ti prego, mi spacchi!
Indifferente al dolore e alle suppliche, dopo avermi infilzata, rimase immobile a farselo massaggiare dalle contrazioni dello sfintere che, contraendosi spasmodicamente, cercava di spezzarlo come se fosse un enorme stronzo da espellere.
-NO,… NOOOO,… TI PREGO,… BRUCIA DA MORIRE!
- Su fatti coraggio e prendi la supposta!
Percepivo dolorosamente le pulsazioni del cazzo contro le pareti dell’ano. Dopo aver aspettato che lo sfintere smettesse di contrarsi incominciò a avanzare. Con movimenti di va e vieni lo spingeva dentro facendolo avanzare di qualche centimetro a ogni spinta. Piangevo e urlavo in preda al dolore.
-AHIA!… AHAHAH!… MI SBUDELLI!!!
Stanco di sentire i miei lamenti lo sfilò rapidamente lasciandomi con il culo dolorante.
- FLOOOP!
-AHAHAH!
Non avrei mai immaginato che anche sfilandolo mi avrebbe fatto urlare dal dolore.
- Smettila di frignare e rassegnati! Non mi puoi privare del piacere di incularti! Devi capire che puoi godere anche in questo modo; è solo questione di tempo. Se ti fossi decisa prima non staresti a questo punto: incomincia a abituarti, rilassati e non contrarre lo sfintere!
Sentii allargarmi di nuovo le natiche e compiaciuto disse:
- Dai che il buco inizia a allargarsi.
Prendendo bene la mira, lo rimise dentro con una tale violenza e rapidità che in un attimo le palle andarono a sbattere contro la fica!
- AHIAAAA!… PORCA TROIAAAAAAA!… ZINGARO DI MERDA!
Chiesi,... implorai pietà,… dissi che non resistevo più,... che mi sentivo morire.
Si divertiva a tirarlo fuori per poi rificcarlo dentro con una tale violenza da procurarmi un bruciore incredibile. Il cazzo sembrava una lima che con il suo movimento m’infiammava le emorroidi. Si stavano gonfiando e bruciavano da morire; avevo paura che da un momento all’altro potessero rompersi facendomi sanguinare.
- MI FA MALE,... MI STAI SPACCANDO IN DUE,.. BASTAAA!
- Ti brucia il sederino, vero piccola? - Chiese divertita la megera!
Neanche mi avesse letto nel pensiero: mi bruciava eccome! Mi sembrava di avere un tizzone rovente infilato nel sedere. Le ripetute e impietose penetrazioni mi facevano morire dal dolore e non c'era verso di farlo fermare. In più dovevo sopportare anche l'odore pungente e il sapore acre del cazzo appena sfilato dal culo che toccando le tonsille mi provocava conati di vomito.
La vecchia zingara andò a prendere un oliatore e fece fermare il figlio.
- Fermati un attimo, ritirati e lascia dentro solo la cappella, hai il cazzo asciutto e se continui con questo ritmo fra un po’ oltre a mandarglielo a fuoco la farai sanguinare e non ho nessuna voglia di ripulire la sella dal sangue di questa troietta.
Si preoccupava più per la sella che per il mio povero sfintere. Si mise a oliarlo mentre m’inculava.
Aiutato dall'olio il cazzo non incontrò più ostacoli; sembrava lo stantuffo di una locomotiva. Sentivo il retto compresso quando lo infilava e mi sentivo svuotare quando lo tirava fuori. Il dolore comunque non accennava a diminuire e continuavo a piangere e a singhiozzare. Quel dentro e fuori mi gonfiava d’aria l’intestino e iniziai a scureggiare ogni volta che lo sfilava.
- AHIA! FERMATI UN ATTIMO,... TI PREGO,... MI FA MALISSIMO!
- Non te la prendere ragazzina - disse il moro - è normale che ti faccia male; sei appena stata sverginata e ora il mio batacchione ti sta rompendo il culetto!
Fattene una ragione e cerca di vedere il lato positivo. Se non faccio così avrai sempre problemi, invece sfondandolo ti resterà largo per sempre. L’ano è un muscolo composto da fibre circolari che distendendosi e stirandosi permettono al buco di dilatarsi per consentire agli stronzi di uscire e ai cazzi di entrare ma per far passare un cazzo come il mio sono costrette a andare oltre strappandosi e lacerandosi. Una volta rotte la rondella sfasciata sarà incapace di stringere, così, la prossima volta che te lo metteranno nel culo, anche se cercherai di non farlo entrare, lo sfintere sfasciato avrà meno forza per contrarsi e il cazzo entrerà facilmente!
Questo è il momento più doloroso perché la cappella passando in continuazione attraverso l’ano costringe lo sfintere a stirarsi a ogni passaggio e alla fine il muscolo cede e si rompe.
Questo sevizietto ti sarà utile in futuro ma per adesso non puoi fare altro che soffrire e maledirmi perché oltre al dolore per la rottura del culo devi sopportare anche il bruciore dello sfregamento che ti fa gonfiare e infiammare le emorroidi.
Ti assicuro che farselo sverginare è sempre un dramma; nessuna riesce a farselo deflorare senza gridare. Tu sei fortunata, perchè ho quasi finito e non hai ancora sanguinato, si vede che i tuoi tessuti sono molto elastici. Continua pure a strillare ma ricordati quello che ti è stato detto: con il cazzo infilato nel sedere se stringi non fai altro che peggiorare la situazione! Quando ti fanno il culo è il cazzo che comanda! È inutile opporsi,... una volta dentro più ti agiti e peggio è, devi solo rassegnarti e accettare la sodomia; è per questo che quando prendi una fregatura si dice che hai preso un'inculata!
Comunque, se la cosa ti può consolare, sappi che prendere la mia nerchia nel sedere fa strillare anche le puttane navigate.
Le sue parole mi fecero incazzare ancora di più, aveva ragione, soffrivo le pene dell’inferno e non potevo fare niente.
Ero costretta a sopportare quella mazza che, incurante delle grida, mi massacrava il sedere facendomi provare l’atroce sensazione di essere invasa, riempita, dilatata. La dolorosa violenza scuoteva tutte le mie fibre: mugolavo e bofonchiavo grugniti incomprensibili, annebbiata dalla brutale e violenta procedura.
Prese a incularmi con una rapidità inaudita aumentando progressivamente la velocità di penetrazione come fosse un martello pneumatico. Si capiva che era un vero esperto, chissà quante ne aveva già sverginate in questo modo! Con un movimento veloce, violento e senza tregua lo ficcava dentro tutto poi lo sfilava. Lasciava che il buco si restringesse e poi di nuovo dentro variando solo il ritmo e l’intensità della spinta. Andò avanti con questo ritmo per un tempo difficile da quantificare minuti e minuti a ripetere lo stesso movimento: dentro fino in profondità poi fuori. All’inizio, quando usciva, l’ano aveva la forza di richiudersi, poi col tempo, lo sfintere si arrese e rimase spalancato.
- AHIA,...AHIA,... BASTA,... MI FA MALE!
- Finiscila di strillare!
- Ti prego smettila di fare così,… abbi pietà non sfilarlo, lascialo dentro,… ogni volta che rientra mi lacera,… fa maleee!
Imperterrito continuava a incularmi fregandosene del mio dolore!
- AHIAA!… BRUCIA,… BRUCIAAA,… BASTA!!
Andava dentro e fuori velocemente continuando a riempirmi d’aria l’intestino.
Una volta sbagliando buco lo schiaffò nella fica facendomi urlare.
- Che culo resistente - disse - stringi i denti che ci siamo,... ancora qualche pompata e avrai il buco completamente spanato; il prossimo che ti farà il culo troverà lo sfintere talmente morbido e accogliente che gli sembrerà di infilarlo in un guanto!
Avevo smesso di urlare, piangevo e singhiozzavo rassegnata a quella tortura; la potenza con cui mi sodomizzava faceva si che le labbra vaginali si aprissero e chiudessero al ritmo dell’inculata facendo spernacchiare la patata e ridere la vecchia:
-Senti come je canta la fica a ‘sta puttanella! Daje giù, spigni forte!
- BASTA!… SBRIGATI A VENIRE,… BRUCIA DA MORIRE,… ME L’HAI SCASSATO!
Pregavo perché il tormento finisse presto, avevo l’ano che andava a fuoco.
Improvvisamente, senza nemmeno fare un gemito, venne riempiendomi il retto e, a giudicare dal quantitativo, ebbi la sensazione che stesse pisciando.
Grazie a Dio era finita, non vedevo l’ora che lo sfilasse ma quel coso continuava a sputare rimanendo duro.
Trovai un po' di sollievo solamente quando, ammosciandosi smise di fare pressione.
- Ti prego, adesso che sei venuto, per favore esci - sussurrai -.
Il sedere mi bruciava e avevo pure lo stimolo di fare la cacca.
Il bastardo con la stessa violenza con cui era entrato lo sfilò. Me l'aveva spaccato con quella maledetta proboscide; il buco era rimasto spalancato, provavo a chiuderlo ma, lo sfintere non rispondeva. Sembrava fosse paralizzato e i mie sforzi per cercare di stringerlo producevano soltanto dolore lasciandolo talmente largo da farmi sentire l’aria fresca entrare dentro.
La vista di quella monta brutale doveva aver eccitato non poco il fratello perché subito dopo sborró riempiendomi la bocca.
Questa volta fui lesta a sputare ma feci male perché la megera, incazzata, mi frustò sulle chiappe affibbiandomi l'ultima sferzata proprio nel mezzo colpendomi in pieno fica e l'ano:
-AHIA!…AHIA!…AHIAAAAA! -urlai sotto i colpi della frusta-.
Ero sfinita. Sentivo dolore da tutte le parti. La fica e il culo mi bruciavano. Restavo immobile, spossata, inchiodata su quella sella che chissà quante volte era stata utilizzata per queste porcate. Dalla bocca continuava a uscire bava, le cosce erano imbrattate di sperma che colava dalla caverna che avevo al posto dell’ano. Ero distrutta, non avevo nemmeno la forza di alzare la testa.
-Ecco fatto - disse uno dei due bastardi - anche questa puledra è stata domata e ora che ha il buco da mignotta non avrà più problemi a prenderlo. Mi dispiace solo che non faccia parte della nostra scuderia perchè una puttanella con questo bel culetto renderebbe un sacco di soldi; farebbero la fila per inchiappettarla.
Queste parole mi convinsero che quella non era una stalla bensì un luogo dove le ragazze, attirate da ogni parte del mondo con la promessa di un lavoro, venivano brutalizzate e una volta private della libertà venivano anche spezzate nell’orgoglio. Infatti dopo averle ripetutamente stuprate in tutti i buchi le costringevano a prostituirsi.
Chissà prima di me quante sventurate avevano pianto e urlato su questa sella!
Non era messa lì per essere usata per cavalcare. Nella stalla e nel campo non avevo visto nessun cavallo e poi la panca con le cinghie su cui era appoggiata sembrava fatta apposta per immobilizzare le ragazze da violentare. Per colpa di quello stronzo mi ero proprio cacciata in un bel guaio.
La megera, che aveva suggerito lo stupro, volle controllare lo stato dell'ano. Divaricando le natiche infilò nel culo un paio di dita che entrarono senza trovare resistenza. Mi ero accorta che erano entrate dal dolore provocato dallo sfregamento dei polpastrelli contro le emorroidi infiammate. Soddisfatta di come me lo avevano conciato si rivolse al figlio:
- Bravo figliolo, hai fatto proprio un bel lavoro, guarda come le è rimasto aperto il culo! È talmente largo da non avere più una crespa ed è così rosso e gonfio che sembra quello di una scimmia! L’ano ha la mucosa tagliata in alcuni punti, probabilmente sanguinerà un po’ quando farà la cacca in compenso le resterà completamente spalancato! Il prossimo che le farà il culo non dovrà faticare, basterà un po' di vaselina e entrerà senza sforzo.
A conferma di ciò prese un cetriolo e infilandomelo nel sedere costatò che entrava e usciva senza sforzo.
Finita l’ispezione iniziò a sculacciarmi rimproverandomi:
- Possibile che alla tua età non hai ancora preso il cazzo nel culo? Vergognati,… aspettavi di diventare vecchia per fartelo sverginare? Le ragazzine Sinti iniziano a usarlo prima della fica e sono proprio i fratelli o i cugini a romperglielo per fare esperienza. A quattordici anni hanno tutte il culo aperto. Mia madre mi fece sodomizzare che ero ancora una fanciulla. Ricordo che erano trascorsi solamente sei mesi dalla mia prima mestruazione quando disse che ormai ero diventata una signorina e dovevo iniziare a prendere il cazzo. Da brava puttana si fece pagare un sacco di soldi da un nobile sempre in cerca di ragazzine da sodomizzare e quando ne trovava una vergine, non badava a spese pur di avere il privilegio di deflorarla. Fu proprio lei a tenermi ferma sul letto mentre il conte, non senza difficoltà, cercava di infilarmelo nel sedere. Tra le urla e i pianti ricordo ancora le sue parole:
- Coraggio cucciola calmati e lascialo fare, purtroppo il tuo primo cazzo sta entrando proprio dove fa più male ma non potevo certo rifiutare una simile offerta quindi sarai sverginata prima di culo che di fica. Cerca di capirmi, piangi e strilla quanto ti pare ma non ti ribellare perché il conte ha pagato un sacco di soldi proprio per questo, quindi fattene una ragione e lasciati sodomizzare.
Lo so che fa male e che stai soffrendo, la prima volta è così e non ci si può far niente te lo dico perché ci siamo passate tutte.
Adesso cerca di stare ferma e non stringere le chiappe perchè è entrata solo la punta. Rilassati e non pensare al dolore ma alla fortuna che ci è capitata: il tuo culetto ci farà guadagnare un sacco di soldi perché il conte tornerà a goderselo fino a quando non ne troverà uno più stretto.
Guaivo come una cagnetta ferita, strillando e sgambettando mi dibattevo come una furia nella speranza di sfilarmi quella nerchia dal culo. Non avevo nessuna voglia di starmene buona buona a farmi inculare.
-Stai giù,… stai giù - ripeteva mamma mentre mi teneva le natiche aperte per aiutare il conte - apri il culetto e lascialo entrare!
-NO,… NO,… NON VOGLIO,… MI FA MALE!
Non ostacolarlo, smettila di stringere l'ano, rilassalo e finiscila di tirare calci!
- Non si preoccupi - disse il conte - si sta comportando proprio come speravo, il gusto di deflorare il culo a una vergine è proprio questo! La troietta sta lottando per salvare il culo e più strilla e si dimena e più mi fa godere!
-SIETE DUE STRONZI!,… AHIAAAA!!
-Dammi retta rimettiti in posizione; testa giù, culo in su e premi come se dovessi fare la cacca!
-NO,... NO,... LASCIATEMI,... LASCIATEMI,... NON VOGLIOOO!
- Come scalcia la cavallina,… non ne vuol proprio sapere di farsi domare!
-Coraggio non fare così,… anche se lo fai uscire te lo rimette dentro e non fai altro che prolungare l’agonia: rassegnati e lasciati inculare.
Il conte godeva nel vedermi soffrire, agitandomi come un'anguilla qualche volta riuscivo a sfilarlo e lui come se fosse un dottore:
-Ragazzina per guarire dalla verginità la migliore medicina per il culetto è una terapia a base di supposte. Quindi lasciala entrare e falla agire, non cercare di sputarla ma tienila dentro e sopporta; la prima è quella più dolorosa. Vedrai che in pochi minuti farà effetto e sciogliendosi metterà fine alle tue sofferenze. Nei prossimi giorni tornerò per continuare la terapia e dato che tua madre mi ha venduto a caro prezzo una scatola da 12 non vedo l’ora di riaprire queste chiappette per infilarcene un altra! Ahh,... ahhh!
-AHIAAA,… BASTA,… BRUCIAAA,... FA MALE!!
Ti fa male perché continui a stringere - disse mamma - quando spinge per entrare non fare la gobba ma tieni il culo alto inarca la schiena e premi in fuori come se andassi di corpo. Il suo è solo il primo di una lunga serie di cazzi che dovrai prendere e non ho intenzione di stare qui a tenerti ferma ogni volta che vorranno sodomizzarti.
Quindi sei avvertita, se continui a disubbidire e non ti rassegni te le darò di santa ragione. Vediamo se dopo averti fatto il culo a strisce capirai che una brava mignotta deve sempre accontentare il cliente anche quando vuole il culo.
Sono sicura che la prossima volta, pur di non riprenderle, non dovrò stare qui tenerti ferma. Ti farai trovare senza mutande sdraiandoti sul letto come ti ho insegnato e non appena sentirai la cappella del conte spingere la faciliterai allargando le chiappe con le mani e premendo per dilatare l’ano: strillerai ancora ma con un po’di vaselina basteranno un paio di spinte per prenderlo tutto.
Intanto la cappella continuava a forzare il buco facendomi piangere sia per il dolore che per l’oltraggio che stavo subendo.
Purtroppo continuai a ribellarmi per tutto il tempo e mamma dette subito seguito alle minacce; non appena il conte finì di violentarmi non mi fece nemmeno andare in bagno a liberarmi che, con l’aiuto di zia che mi teneva ferma, mi picchiò con la cinta di cuoio. Mi fece il culo a strisce e sotto la gragnola di cinghiate non fui più in grado di trattanere lo sperma che iniziò a uscire colando sulle cosce.
Quella brutale sodomia mi costrinse a camminare a gambe larghe per tutto il giorno.
Avevo il sedere rosso per le cinghiate ma quello che mi faceva più male era il buco del culo; l’ano era gonfio e bruciava da morire ero costretta a usare un salvagente per stare seduta. Qualche giorno dopo vidi il conte tornare e ebbi un tuffo al cuore. Confesso che me la feci sotto dalla paura e dovetti correre in bagno a cambiarmi le mutande. Fortunatamente mamma disse che avevo il culo fuori uso e non poteva sodomizzarmi. Il Conte però non si dette per vinto e adoprando argomenti molto convincenti convinse mamma a farmi sverginare anche davanti e lei, senza nemmeno chiedermelo, mi comunicò che oggi anche la fica sarebbe stata deflorata. In preda al terrore uscii dal bagno cercando di scappare ma sulla porta di casa andai a sbattere contro la zia che stava entrando proprio in quel momento.
- Dove scappi ragazzina?
Mamma le ordinò di bloccarmi e di portarmi in camera. Una volta dentro la vidi intenta a contare una mazzetta di banconote mentre il conte si era già spogliato e si stava masturbando.
- Aiutami a spogliarla e a tenerla ferma, oggi il conte finisce di farle la festa e le rompe anche il velo - disse mamma -.
Scoppiai a piangere pensando a ciò che stava per capitarmi. Fra le lacrime mi spogliarono adagiandomi sul letto.
-Non piangere, da domani non sarai più una signorina - disse zia -.
Con gli occhi pieni di pianto vedevo mamma che lo spompinava. Il pensiero di deflorarmi e il pompino gli stavano procurando un erezione imponente. A questo punto le due troie si posero ai lati del letto tenendomi le gambe divaricate e piegate sulle cosce come se fossi una ranocchia pronta a saltare. Memore delle cinghiate prese per essermi ribellata durante la sodomizzazione non feci resistenza limitandomi a piangere e singhiozzare.
- Non voglio, non voglio, perchè lo fate siete cattive.
- Smettila di piangere dovrai pure iniziare una buona volta! Non si è mai vista una puttana vergine. Comportati bene e vedrai che in un attimo ti sarai tolta anche questo pensiero.
Con le gambe in posizione ginecologica il conte iniziò a strusciarmi il cazzo sulla fica. Con i muscoli in tensione, aspettavo il momento in cui l’avrebbe affondato e la paura iniziò a farmi tremare. Chiusi gli occhi aspettando il colpo ma invece sentii solo la sua voce:
- Fermi tutti, voglio essere sicuro di quello che ho pagato così caro.
S’inginocchio divaricandomi le piccole labbra con le dita.
- AHIA!
Andiamo bene - disse zia - se inizi a strillare ora…
Il conte divaricando le piccole labbra verificava la mia integrità e arrivato all’imene ne saggiò la consistenza forzandolo con il dito.
- AHIA! Che cazzo fa!
- Siete state oneste, la fanciulla è illibata e con la membrana chiusa. Purtroppo per lei l’imene non ha il foro centrale ma tanti piccoli forellini.
Non capivo cosa volesse dire, so solo che la zia mi lasciò la gamba per andare in cucina. Quando tornò aveva in mano un asciugamano bianco e un bicchiere pieno d’olio. Piegò l’asciugamano e me lo mise sotto al sedere. Poi intinse il dito nell’olio e con quello iniziò a toccarmi il clitoride massaggiandolo delicatamente. La sensazione era estremamente piacevole. L’avevo fatto più volte da sola ma il tocco di una mano estranea rendeva la cosa assai più gradevole. Continuava a intingere il dito nell’olio e a ungermi la passera. Appena iniziai a sospirare iniziò a leccarmela facendomi venire i brividi. Mamma intanto aveva ripreso a spompinarlo per non fargli perdere l'erezione. Quando si accorse che mi stavo bagnando smise di leccarmela e riprese il suo posto accanto a mia madre. Mi divaricarono le gambe portando le cosce verso il petto facendomi assumere di nuovo la posizione della ranocchia. Il conte, con il cazzo durissimo e unto d’olio, lo spinse nella passera forzando le piccole labbra e fermandosi non appena il capoccione urtò l’imene. All'improvviso mamma e zia portarono con decisione le ginocchia ai lati del seno facendo in questo modo alzare il bacino. Proprio in quel momento il conte affondò in me lacerandomi l’imene.
-AHIOOOOO!… AUGHH!... CAZZO CHE MALE!
Ero stata trafitta dal suo arpione! Come le cappella aveva stracciato l’imene e si era fermato a gustarsi l'estasi della deflorazione.
- AHIAAAAAAAAA! … FERMO!… AHIAA!… S’È STRAPPATA!... AHIA!
Mi dibattevo per cercare di sfilare lo spiedo che avevo dentro.
Lui iniziò a muoversi avanti e indietro facendomi nuovamente strillare.
- Piano,… ahi,… ahi,… basta vi prego!
A quel punto intervenne la zia che con l’esperienza della puttana navigata disse:
- Esca un attimo e facciamole riprendere fiato.
Aveva il cazzo sporco di sangue e mi sentivo bagnata in mezzo alle gambe. La zia andò in bagno tornando con una bacinella d’acqua tiepida e una spugna. Me la passò con cura sulla fica e in mezzo alle chiappe dove ero tutta insanguinata. La spugna da gialla era diventata rossa e anche l’acqua della bacinella cominciava a cambiare colore. Dall’alto della sua esperienza sentii che diceva a mia madre:
- Non preoccuparti che non è niente. Questo tipo d’imene è quello che non si rompe al centro ma si strappa sui lati e fa sanguinare. Su cento ragazze solo 5 ce l’hanno così ma non succede niente. Prese un fazzoletto di cotone con il quale tamponò il sangue che usciva dalla vagina e lo spinse tutto dentro.
Mamma dopo avergli ripulito il cazzo con la spugna lo riprese in bocca.
Adesso possiamo continuare - disse zia - quello che c’era da rompere è stato rotto e visto che ormai la fica è stata stappata e ha smesso di sanguinare la scopi a pecorina così la ragazza sarà più rilassarta. Con le ginocchia sul pavimento mi fecero poggiare il busto sul materasso. Il conte sfilando il fazzoletto dalla fica completamente macchiato di sangue, disse:
- Questo non lo lavate, tenetelo per ricordo! AH! AH!
Scoppiarono tutti a ridere tranne me che sentivo quel mostro in mezzo alle chiappe.
Quando lo rimise dentro mi fece nuovamente male ma stavolta il dolore fu meno forte. Iniziò a scoparmi con irruenza dandomi delle botte tremende ma dopo i primi minuti, in cui il dolore era sempre presente, iniziai a sentire un calore pervadermi tutta e le pareti della fica iniziarono a bagnarsi. Prenderlo davanti era molto diverso. Iniziavo a provare piacere e il conte se ne accorse.
- Buon sangue non mente! La ragazzina ha la stoffa della troia d’altronde con una madre e una zia come voi non poteva venire diversamente. Continuava a stantuffarmi con metodo e dopo un po’ raggiunsi per la prima volta l’orgasmo con una scopata….
-Sssiiiiiiiii, siiiiiii, cosiiiiiiiiiií, più veloce!
Venni come una fontana sporcando di rosa tutte le cosce.
Il conte continuò a pistonarmi per una buona mezz’ora facendomi venire altre due volte. Purtroppo con il passare del tempo l’attrito si fece sentire e la scopata ricominciò a farmi male.
-Basta, la prego, mi sta facendo male,… non mi piace più,… brucia, si fermi!
- Con quello che ho pagato ti può anche andare a fuoco! Se vuoi il metodo per farmi venire subito ci sarebbe.
Non capivo cosa intendesse dire ma mamma, che aveva capito perfettamente, disse:
- Non se ne parla nemmeno ha visto come l'ha conciato?
- Lo vedo, ma come sapete, io adoro quell’entrata…
Stavo iniziando a capire cosa voleva ma fortunatamente mamma lo prevenne:
- Niente da fare il culo è off-limits!
- E se vi dicessi che vi pago il doppio di quanto vi ho già dato per sverginarle la fica?
A mia madre e mia zia brillarono gli occhi e questa volta fu la zia interpretando anche il volere della sorella che disse:
- Per quella cifra può anche metterglielo nelle orecchie.
Sentivo il cazzo ingrossarsi sempre di più e mamma e zia si rimisero in ginocchio ai lati del letto.
- Mamma che volete farmi? Chiesi impaurita.
- Niente di speciale tesoro, niente che tu non abbia già fatto!
- Capii che si erano messi d’accordo per farmi nuovamente sodomizzare dal fatto che appena il conte me lo tolse dalla fica mamma e zia si precipitarono a immobilizzarmi sul materasso impedendomi ogni movimento.
-NOOOOOO!… NO!… NON VOGLIO!
-Quello che vuoi tu non interessa a nessuno, non ti agitare e cerca di collaborare questa volta.
Mentre zia mi teneva le natiche ben aperte, il conte si unse il cazzo con l’olio, fece un rapido passaggio in fica per raggiungere la massima erezione e quando fu pronto me lo cacciò brutalmente nel culo con un affondo micidiale.
Non sto a dirti quanto strillai e quanto mi fece male. Scalciavo come una cavalla imbizzarrita e se non fossero state in due a tenermi ferma, questa volta sarei anche riuscita a disarcionarlo. Il conte godeva nel vedermi soffrire e la violenza con cui mi inculava fu tale da provocare la rottura delle emorroidi che mi erano uscite quando me l’aveva sverginato. Iniziai a sanguinare anche da li ma la cosa lo lasciò indifferente perché continuò a martellarmi facendomi strillare come un aquila. Doveva aver preso una dose massiccia di Viagra perchè mi sodomizzò per mezz’ora prima di sborrare.
-AHIAAA!… BASTAA!… LASCIATEMI!… MI STA SPACCANDO IL CULO!!… AIUTOOO!!
Le due stronze non avevano il coraggio di parlare, per soldi mi avevano venduta a quel sadico. Mamma ebbe un attimo di pietà:
-Dai che è quasi finita, sopporta ancora un altro po’.
Con violenza entrava e usciva in continuazione senza preoccuparsi minimamente di quanto mi facesse male o del sangue che stavo perdendo. Quando finalmente sentii lo sperma nell’intestino capii che il calvario era finito. Il sangue uscito dall’ano, oltre a imbrattare le cosce era colato anche sul pavimento. Era stato terribile, peggio della prima volta.
Mentre continuavo a piangere in preda al dolore sentii la zia dire sottovoce a mia madre:
- Mi dispiace per lei ma è meglio così, tanto prima o poi sarebbe successo, ormai qui dietro è completamente aperta, il conte glielo ha prorio sfasciato, quello stronzo poteva essere meno violento e evitare di spaccarglielo facendola soffrire in questo modo ma con quello che ha pagato… come dargli torto? Non ti preoccupare tua figlia è forte e robusta e saprà superare anche questo trauma. Tra una paio di settimane sarà tornato tutto a posto e visto che ormai è stata sverginata da tutte le parti potrà iniziare a lavorare.
Ci volle una settimana per riprendermi da quella violenta inculata. Per tutto il tempo fui costretta a camminare a gambe larghe e a mangiare alimenti semiliquidi per evitare traumi nella defecazione. Mi ci sono voluti 15 giorni di ghiaccio, impacchi e pomate per far rientrare le emorroidi che avevano trasformato l’inviolato buchino in un carciofo spampanato.
La megera finì di raccontare l’inizio della sua vita da mignotta e il fatto di confidarsi con una estranea che aveva appena subito la stessa violenza mi dette l’impressione che per lei, il rivivere quei momenti dolorosi, fosse un modo per cercare di scacciare i fantasmi del passato.
Mio Dio dov’ero capitata, cosa potevo aspettarmi da simili bestie.
Durante il racconto la zingara non aveva mai smesso di sculacciarmi così come la madre doveva aver fatto con lei dopo che il conte le aveva rotto il culo:
- SCIAFF,…Ahia! SCIAFF,…Ahia!
Senza smettere continuò a raccontare:
-Mio figlio da ragazzo si è inculato tutte le cugine e sicuramente ha fatto il culo anche a sua sorella, poi crescendo ha aperto il sedere anche alle nipoti. Invece tu sei arrivata a quest’età ancora vergine!
- SCIAFF,… Ahia!
Non appena la stronza terminò di sculacciarmi, i due bastardi dopo avermi slegata mi misero in una tinozza piena di acqua fresca. Il contatto con l'acqua mi dette un immediato refrigerio. Incominciai a sciacquarmi, mentre ero intenta a pulirmi sentii l'intestino borbottare e avvertii l'impellente bisogno di evacuare. Tutta l'aria che mi avevano pompato nelle viscere pensò bene di uscire con una lunga scoreggia provocando una lunga serie di bolle nell’acqua. Avendo perso il controllo dello sfintere insieme all'aria vidi uscire anche sperma e feci. A quel punto, considerato che il mio orgoglio era andato a farsi friggere, mi lasciai andare scaricandomi completamente. La megera portò insieme ai vestiti un altro catino con nuova acqua fresca una saponetta e un asciugamano. Mentre continuavo a pulirmi, i due fratelli dissero:
- Fai sapere al tuo amico che se fra sette giorni non paga è meglio che scappi in Patagonia. Quanto a te se solo provi a denunciarci sappi che dovunque ti nasconderai ti troveremo e, dopo che ci saremo sollazzati con il tuo corpo ti daremo in pasto ai maiali.
Invece quando avrai smaltita la rabbia per la violenza subita, se per caso volessi ripetere l’esperienza, sappi che il mio cazzo è sempre disponibile a darti una bella ripassata.
Rivestirmi fu un’impresa; lo feci in piedi perché non potevo assolutamente sedermi. Che errore fu rimettermi il perizoma. La sottile striscia di stoffa strusciava proprio dove ero stata brutalizzata. Avevo lo stimolo di fare la cacca e ogni volta che alzavo i talloni per camminare la contrazione dei glutei faceva aumentare il dolore. Piangendo avanzavo lentamente a gambe larghe strusciando i piedi: sembravo una paperella! Avevo il trucco sfatto e il viso arrossato e pieno di lacrime, giunta all'ingresso del campo incontrai un ragazzo sul motorino. Vedendomi camminare a papera si fermò a guardarmi e, quando gli passai accanto, disse sorridendo:
- Che hai fatto?
- Mi hanno violentata!
- Capirai che novità qui dentro, tu piuttosto perché sei qui? Che sei venuta a fare? Per caso sei una delle nuove?
- Siete degli schifosi bastardi!
- Questo è poco ma sicuro e da come cammini direi che ti hanno fatto la festa, sicuramente devi averli fatti incazzare se ti hanno ridotto in questo stato!
- Te l'ho detto sono stata violentata e stuprata nel peggiore dei modi!
- Eeeeehhhh non farla tanto lunga per qualche cazzo che avrai preso!
- Che ne sai tu, mi hanno sodomizzata e ero vergine!
- Incredibile,... veramente non l’avevi mai preso in culo?
- Si perchè è una cosa sporca, dolorosa e contronatura.
- Ora capisco perché cammini male, ti hanno appena sverginato il sederino e se a farlo è stato mio cugino con il suo cannone, ti avrà sicuramente rotto il culo sbrindellando l’ano.
- Mi fa male,... brucia da morire,... mi sembra di averlo ancora dentro!
- Non te la prendere e smettila di piangere lo sapevi pure tu che prima o poi sarebbe successo, c’è sempre una prima volta per tutto!
- Si però io non lo volevo fare! Quei bastardi mi hanno costretta, ho lottato per evitarlo ma non c'è stato niente da fare, aiutati dalla madre mi hanno legata su una sella e, senza pietà, me l’hanno infilato nel sedere a forza facendomi strillare e piangere dal dolore!
- Guarda il lato positivo, hai sofferto, hai pianto ma adesso è finita e hai superato il trauma della prima inculata.
- È stato tremendo, la testa del capoccione era talmente larga che per farla entrare quello stronzo spingeva e arretrava dandomi delle botte dolorosissime che mi facevano urlare. Credevo di morire ma lui, imperterrito, ha continuato in questo modo fino a quando non l’ha infilato tutto. Il peggio però doveva ancora venire perché l’altro stronzo facilitato dalla dilatazione del buco appena deflorato, è riuscito a farci passare la sua mazza da baseball aprendomi in due come una pera matura.
Non so come sia stato possibile, so solo che per farlo mi ha fatto strillare come un aquila! Mi ha sodomizzata con cattiveria entrando e uscendo dal buco violentemente. Me l’ha proprio sfondato, adesso ho una caverna al posto dell’ano e ho tanta paura che non si richiuderà più!
Tranquilla, è normale, tra qualche giorno tornerà a posto, in fondo è come avere un paio di scarpe strette che non puoi utilizzare perché ti fanno male, le porti dal calzolaio, te le mette in forma e una volta slargate le puoi calzare senza problemi. Tu avevi il culo stretto e non l'adoperavi, mio fratello te l’ha messo in forma e adesso che l’ha allargato lo potrai utilizzare senza problemi.
- Se la cosa può consolarti sappi che la prima volta è sempre così, è dolorosa ed è normale piangere e soffrire! Avresti dovuto sentire come strillava mia cugina quando glielo abbiamo rotto! Pensa che il servizio glielo abbiamo fatto io e suo fratello. Lui la teneva ferma mentre io la inculavo! Non le abbiamo nemmeno dato il tempo di riprendersi che ci siamo scambiati le parti. C’è da dire però che lei aveva 13 anni e noi 16!
Tu che cazzo aspettavi a prenderlo, dovevi proprio venire qui per dare via il culo? Col senno del poi hai fatto bene perché ti sei fatta sverginare da uno specialista. Sapessi a quante verginelle ha fatto la festa, tu sei solo l’ultima a cui ha rotto il culo.
Se le ragazze che cadono nelle sue grinfie immaginassero che il futuro che gli prospetta è una vita da mignotta scapperebbero a gambe levate. Invece le gambe sono costrette ad aprirle per prendere il suo cazzone. Come una medicina glielo somministra più volte al giorno, prima e dopo i pasti soprattutto per via orale e rettale. È talmente bravo che anche i magnaccia della zona si rivolgono a lui quando hanno nuove puttanelle da svezzare.
Per abituarle alla sodomia, dopo averle esaminate, apre il culo alle vergini e a quelle che rifiutano di farsi inculare facendole salire e scendere in continuazione dall’inculatoio dove ben sai quello che succedde. Quando riescono a prenderlo senza fiatare vuol dire che il rodaggio è finito e il culo è pronto per essere scopato e le restituisce al pappone che non vede l’ora di farle lavorare.
Ha una vera passione per il culo, specialmente per quelli vergini come il tuo.
Se escludiamo sua madre si è inculato tutte le donne del campo compresa sua sorella.
Però, visto che non sei una puttana da spedire sul marciapiede, devi averli fatti incazzare di brutto se non si sono accontentati di scoparti ma hanno fatto anche a te il buco da mignotta.
- Purtroppo uno stronzo di un amico aveva un debito con loro e mi ha portato qui senza avvertirmi dei rischi che correvo, probabilmente lo ha fatto apposta per evitare di farsi picchiare!
- In questo caso, visto che non te la sei cercata, cerca di vedere il lato positivo: sicuramente se ti avesse sverginata un cazzo normale avresti sofferto di meno ma lo sfintere ti avrebbe dato sempre problemi, invece adesso che te l’hanno spaccato non avrai più problemi.
Purtroppo l'ano ti brucerà ancora per qualche giorno e finché le emorroidi non si sgonfieranno quando andrai di corpo ti sembrerà di cacare una palla di fuoco.
Ti darei un passaggio con il motorino ma mi sa che per tutta la settimana ti conviene prendere l'autobus perché avrai difficoltà a sederti e tanto più a poggiare le chiappe sul sellino.
A proposito, visto che ormai il culo te l’hanno aperto, incomincia a usarlo! Sono sicuro che il tuo ragazzo non vede l'ora di inchiappettarti! Fallo contento e comportati come se non l’avessi mai fatto, continua a fare la smorfiosa, digli che hai paura di sentire dolore e accetta di farlo solo se ti promette di mettere dentro solo la punta e di sfilarla se dovesse fare troppo male.
Il resto verrà da solo, agita mani e piedi e strilla al momento giusto e penserà di averlo sverginato! Se poi aspiri all’Oscar puoi sempre farti uscire un bel paio di lacrimoni quando te lo caccerà dentro fino alle palle. Stai sicura che non riceverai la statuetta ma un bel regalo te lo farà di sicuro quando, dicendogli che ti ha fatto male e ti ha fatto soffrire, crederà di essere stato il primo!
Adesso ti saluto e benvenuta fra le rotte in culo!
Facevamo grandi pomiciate ma il massimo che gli consentivo erano delle interminabili seghe che puntualmente mi lasciavano le mani sporche di sperma.
Non ero vergine, la fica me l'aveva stappata un bolognese di 25 anni in campeggio a Milano Marittima. Con lui però facevo la smorfiosa facendogli credere di essere ancora intatta; non avevo nessuna intenzione di darla via in cambio dell'erba anche perché stavo con lui solo per motivi di convenienza. I suoi amici mi avevano soprannominato " la profumiera" proprio perchèu gliela facevo solo annusare. A Mario, lo spacciatore, avevo fatto solo un pompino quando ormai il mio debito era diventato insostenibile e lui stava per mollarmi.
Una mattina mentre eravamo in macchina a fumarci uno spinello lo vidi veramente preoccupato. Mi disse che gli avevano rubato una grossa partita di fumo che doveva ancora pagare agli zingari che in zona gestivano lo spaccio e la prostituzione. Era sicuro che non avrebbero creduto alla storia del furto e che, in ogni caso, volevano essere pagati. Dovendo andare al campo Rom per cercare di spiegare la situazione mi chiese di accompagnarlo sperando che con me accanto non lo avrebbero strapazzato. Non potendo rifiutare andai con lui indossando abiti che non attirassero l'attenzione; scarpe da ginnastica, leggins neri e una camicia di jeans di mio fratello talmente larga e lunga da nascondere alla perfezione tette e culo e per finire legai i capelli per non esibire la mia folta chioma bionda. Il loro campo si trovava sotto un ponte dell'autostrada. Scendemmo dalla macchina e, guardati con sospetto, ci dirigemmo verso una grande roulotte priva di ruote appoggiata su blocchetti di tufo. Come entrammo capii subito che per me si sarebbe messa male.
- Ciao Mario come stai? Chi è ‘sta puttanella che te sei portato dietro?
Mario da vero codardo non replicò all'offesa; balbettando raccontò la storia del furto e come intendesse risarcirli. Nella roulotte oltre ai due fratelli c’era anche la madre, una donna di mezz’età con l'aria da mignotta navigata. Dopo averlo preso a schiaffi, quello che doveva essere il capo, afferrandolo per i capelli gli sputò in faccia dicendo:
- "A brutto fjio de na mignotta! Che pensi de venì qua a cojioonacce co' ste stronzate! A me delle fregnacce che racconti non me ne frega n'cazzo. Te do tempo 'na settimana e poi, se non me porti i soldi che me devi, te vengo a cercà e te strappo tutte le unghie delle mani! Hai capito bene"?
- Siii, ... balbetto Mario, non ti preoccupare pagherò tutto come sempre.
- Bene mo levete da li coijoni che me voglio spupazzà sta bella bambolina che c’hai portato come acconto su quello che ci devi!
Con un calcio in culo Mario fu cacciato fuori dalla roulotte. Quello stronzo cercò di spiegare che non c'entravo niente e che mi dovevano lasciar stare ma appena l'altro fratello minacciandolo con la pistola gli fece capire di sparire, scappò via come una lepre.
- Guardate, dissi impaurita, non so niente di tutta questa storia, sono un’amica di Mario e l’ho solo accompagnato.
- Mi sa tanto, amica di Mario, che adesso vieni qua e ci fai un bel pompino!
Impaurita da quelle parole, cercai di scappare ma la megera mi fece lo sgambetto facendomi cadere.
- Dove vai troia, se mio figlio dice di succhiare cazzo tu succhi cazzo.
Urlando cercai di divincolarmi ma un violento manrovescio mi fece desistere. Uno dei due che chiamerò il biondo tirò fuori il cazzo e me lo mise davanti alla faccia.
- Forza ragazzina datti da fare, apri la bocca e inizia a ciuciare. Tremando dalla paura iniziai il pompino, l'uccello puzzava di piscio da far vomitare. Capii subito che oltre al pompino voleva scoparmi la bocca. Non riuscivo a respirare, quello stronzo mi bloccava la testa per spingermelo in gola facendomi vomitare bava e succhi gastrici che imbrattavano il cazzo e la faccia. Il bastardo lo tirò fuori un attimo ma solo per darmi una sberla:
- Fai attenzione a questi cazzo di denti, se mi graffi te li faccio saltare!
In vita mia non avevo mai ricevuto uno schiaffo così forte, la guancia mi bruciava. Continuò a scoparmi la bocca incurante delle lacrime e dei lamenti fino a quando…
- Ssiii, ... daiiii, ... vengo! Sborroooo,… aaaaaahhhh!
Un eruzione di sperma mi riempì la bocca. Stavo per sputarla quando la megera, che aveva assistito divertita, disse:
- Puttana vedi di non sputare, hai già sporcato abbastanza, se non ingoi ti frusto la fica con le ortiche!
Con riluttanza mandai giù. Non mi è mai piaciuto il sapore dello sperma e per questo odio ingoiare, ma non ero nelle condizioni di scegliere. Intanto il fratello moro spogliandosi mise in mostra un cazzo veramente enorme con una cappella esagerata: sembrava un grosso fungo porcino!
- Su fai la brava e mostraci cosa nascondi sotto questi stracci! Facci vedere come sei fatta!
Cercai di sgattaiolare ma quella stronza della madre m’immobilizzò. I due dopo avermi tolte le scarpe, mi sfilarono i leggins lasciandomi con l'unico indumento che non pensavo venisse visto: il perizoma.
-’Anvedi che mutande da troja che c'ha ‘sta ragazzina!
- Ragazze italiane tutte troie - disse la megera - non puttane come noi che la diamo per soldi!
- Forza dolcezza non fare la smorfiosa e mostraci la passera.
Mi stesero sul tavolo, la vecchia mi teneva ferme le braccia mentre mi dibattevo come un'anguilla per evitare di farmi scopare. Ero immobilizzata sul tavolo e nonostante cercassi d’impedirlo, mi sfilarono mutande e reggiseno..
- Ehi! ... Guardate che meraviglia! Fra tante fiche depilate abbiamo trovato una topina bionda con la chioma curata come se fosse appena uscita dal parrucchiere! Chissà per chi se la sarà tirata a lucido!i
Mentre uno mi palpava le tette, l’altro cercava di aprirmi le gambe che, con la forza della disperazione, cercavo di tenere chiuse.
- Scalpita, ... scalpita pure cavallina, ... adesso vedrai che bel servizietto ti facciamo!
Sentii una mano insinuarsi con prepotenza tra le cosce, accarezzandomi il sesso; provai a tirare indietro il bacino per sottrarmi a quel contatto ma non ci riuscii.
- Forza bellezza non ti ribellare,... da brava allarga queste cosce!
La mano continuava a massaggiare la vagina e lo sfregamento sul clitoride iniziava a produrre i suoi effetti; ero a disagio perché non volevo dare l’impressione di essere una delle tante zoccolette sempre pronte a farsi scopare.
Il cazzo che stava per violentarmi oltre a essere enorme era anche duro come l’acciaio, sicuramente mi avrebbe sbrindellato la topina che, oltre a essere entrata in attività da poco, non era nemmeno abituata a quelle dimensioni.
Il moro era riuscito a aprirmi le cosce mettendocisi in mezzo; ero terrorizzata. Con il cazzo scappellato godeva nel vedere la paura sul mio volto sentendo quel glande gigantesco sulla patata. Lo strusciava avanti e indietro allargando le piccole labbra a ogni passaggio; ero tesa come una corda di violino aspettando da un momento all’altro la stoccata con la quale sarebbe entrato.
-La senti la cappella? È di tuo gradimento o pensi sia troppo grande per questa fichetta? Mi sa che l’aprirà in due come una pesca matura!
Finito lo sfregamento posizionò la cappella al centro della fessura e iniziò a spingere. Sentivo quel mostro che aveva bisogno di spazio e premendo lo stava creando. Quell’enorme testa di cazzo me la dilatava facendomi vedere le stelle. Inutilmente provai a stringere le gambe indietreggiando con il bacino per cercare di non farlo entrare, ma fu tutto inutile. Continuava a spingere, spingeva sempre con maggior forza e non potei fare a meno di strillare quando finalmente la cappella riuscì a entrare; piangevo e strillavo mentre quella trave mi dilatava.
- Stai ferma perché la passera è talmente stretta che se non fozo non entro.
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
- Noo! Non voglio! Bastardo,… bastardo, non voglio! Maledetto, siete dei figli di puttana. Mi rompi, mi fa male! Ahia!
Piangevo a dirotto. Quando ritenne di avermi penetrata a sufficienza iniziò a scoparmi.
- Basta! Basta! Mi uccidi! Mi fa male!
- Cazzo se sei stretta, rilassati e la lasciala aprire e vedrai che tra poco, passato il dolore, inizierai a prenderci gusto. Sono sicuro che ti farò zampillare come una fontana! Di la verità che un cazzo così grande non lo hai mai preso, senti come riempie bene la fica! Ti assicuro che di queste dimensioni se ne trovano pochi e sono anche dolorosi da prendere ma vedrai che fra quache strillo riuscirai a prenderlo tutto.
Aveva ragione, non pensavo che esistessero cazzi così grossi e il suo mi stava massacrando. Il ragazzo che mi aveva sverginata mi aveva fatto meno male.
Quel coso, oltre a dilatarla, era talmente lungo che a ogni spinta sbatteva contro l’utero facendomi sobbalzare. Quello che mi faceva maggiormente incazzare, oltre al dolore, era la sensazione di impotenza che provavo mentre ero costretta a prenderlo con la forza.
Speravo che il tormento finisse presto ma purtroppo non fu così. Come si accorgeva che stava per raggiungere l'orgasmo si fermava un attimo tenendolo dentro. A volte lo sfilava completamente per ritardare l'orgasmo, faceva di tutto per prolungare la scopata. Per mia fortuna non riuscí a controllarsi e mentre mi scopava come un forsennato, mi riempì di sborra senza nemmeno preoccuparsi delle conseguenze. La fica bruciava da morire, era rimasta spalancata e avevo la sensazione di avere un forno in mezzo alle gambe. Per un attimo mi illusi che era tutto finito e mi avrebbero lasciata andare ma il biondino che aveva goduto con la bocca era di nuovo a cazzo dritto e voleva scopare; mi sollevò le gambe fino a farmi poggiare i piedi sulle sue spalle e iniziò a accarezzarmi la fica con la cappella. Questo sfregamento fece si che lo sperma lasciato dal fratello uscisse fuori sporcandogli il pisello:
- Mamma che schifo! Non voglio mettere il cazzo qui dentro!
Quella stronza della madre fu svelta a suggerire il rimedio:
- Se non vuoi sporcare cazzo, usa l’altro buco!
Oddio mi voleva inculare! Dietro ero vergine, non sopportavo neanche le supposte, mi avrebbe sfondata.
Urlando mi divincolai scendendo dal tavolo nella speranza di fuggire ma fui subito bloccata. Ingaggiai una vera e propria lotta per cercare di salvare il culo.
Quella zingara di merda che aveva suggerito di sodomizzarmi trovò anche la soluzione:
- Buoni figli questo posto troppo piccolo! Non adatto per farle il culo! Portare nella stalla.
Il moro che mi aveva appena scopato mi prese in spalla e uscì dalla roulotte.
- Zingari di merda! - urlai - non potete farmi questo.
Cercando di liberarmi prendevo a pugni la schiena e il sedere dello zingaro. Ero coricata sulla sua spalla vestita solo con la camicia che, stando a testa in giù, a malapena copriva il sedere. Attraversando il piazzale incrociammo un altro zingaro che vedendo la scena si mise a ridere.
- Salve cugino, questa bella zoccoletta da dove è spuntata?
- E' un regalo di un amico che mi deve dei soldi.
- Non gli dia retta, per favore mi aiuti perché mi stanno violentando! Uno mi ha costretta a prenderlo in bocca e a forza me l’ha spinto in gola facendomi vomitare anche l’anima. Quando è venuto ho dovuto ingoiare per non morire soffocata. L’altro mi ha spaccato la patata per far entrare il suo cazzo mostruoso e una volta dentro mi ha scopata con una tale violenza e brutalità che adesso ho la fica completamente spappolata.
Non contenti mi vogliono pure fare il culo,… mi aiuti, per favore ho paura,… dietro non l’ho mai preso,… non voglio farmi inculare!
- Come scalpita però! ... Posso darle un’occhiata?
- Certo accomodati ma stai attento,... è andata in crisi quando ha capito che le avremmo sverginato il sedere.
Il cugino, avvicinandosi, mi sollevò i capelli per vedermi in faccia:
- Bel visino, occhi bellissimi e che boccuccia, chissà che pompino da favola ti avrà fatto!
- Non ti voglio deludere ma con la bocca non sa fare un cazzo. Deve migliorare, è ancora acerba e non ha esperienza.
Capii che dal cugino non avrei ricevuto nessun aiuto anzi, quello stronzo mi stava accarezzando le cosce e alzando la camicia mise ben in mostra fica e culo.
Come se fossi un animale, mi palpò il sedere toccando la fica poi, non contento, inserì un dito dentro facendomi sobbalzare.
- Ehi ma, ... è piena di sperma!
- Non hai sentito che ha detto la ragazza? - disse il moro - ho appena finito di scoparla e la fica sarà per forza piena di sborra.
Il bastardo del cugino con l'indice bagnato di sperma volle saggiare anche l'altro buco. Divaricando le chiappe con una mano con l’altra, senza nessuna grazia, infilò un dito nel sedere facendomi urlare.
- Ahiaaaa! Che cazzo fai brutto maiale! Toglilo immediatamente! Stronzo bastardo!
Cercavo di sottrarmi a quella profanazione ma il porco continuava a spingere. Sebbene mi agitassi come una serpe non riuscivo a sfilarlo. Il risultato fu di ritrovarmelo infilato nel retto fino alle nocche.
- Mmmmmhhhh,… - disse il bastardo - la ragazza non mente, dietro è ancora come mamma l’ha fatta, l'ano è così stretto che è bastato un dito per farla strillare. Sfido che è in preda al panico, sta per essere sodomizzata e ha paura ma deve capire che prima di provare piacere dalla sodomia bisogna per forza soffrire per farselo sverginare
- Ahia mi fai male, toglilo!
- Risparmia il fiato perché ti servirà per strillare quando te lo romperanno.
La prima inculata non è mai piacevole, c’è poco da godere e tanto da soffrire, poi col tempo ti abituerai e piano piano inizierai anche a godere.
Sfilò il dito dal sedere e mettendomelolo davanti alla bocca disse:
- Bambolina non credo che quella boccuccia non sia capace di fare pompini! Chissà quel bruto cosa ti avrà fatto! Fai la brava, succhia questo dito come se fosse un cazzo e dimostra a mio cugino che si sbaglia!
- Sei matto! Lo hai appena sfilato dal culo e sarà anche sporc...
Non mi fece nemmeno finire la frase, tirandomi per i capelli mi cacciò il dito in bocca facendomelo arrivare in gola. Una volta dentro, con l'altra mano, mi torse il capezzolo facendomi urlare.
-Se quando lo tiro fuori non è pulito, te lo stritolo!
Piangendo leccai il dito cercando di non pensare a dove era stato infilato. Solo allora il bastardo allentò la stretta sul capezzolo.
- Dove la state portando?
- Caro cugino hai centrato il problema questa ragazza fa la schizzinosa, non ci vuole dare il culo per paura del dolore e visto che finora nessuno è stato capace di inchiappettarla, e con le buone non lo vuole prendere, la stavamo portando nella stalla per farle il servizio. Scalcia come una cavallina selvaggia e dobbiamo prima domarla per poterla cavalcare. Una volta sverginata la puledrina avrà finito di sgroppare e, con l’ano finalmente aperto, non farà più capricci per farsi inculare.
Se chi le ha sverginato la fica l’avesse aperta anche dietro, oggi sarebbe abituata e, magari strillando, avrebbe preso anche il mio.
Purtroppo non è la prima e non sarà l’ultima che rifiuta la sodomia e per farle capire che il culo deve essere sempre disponibile dovremo farle lo stesso trattamento che di solito facciamo alle giovani troiette prima di mandarle a battere.
Si sa, con le verginelle è sempre la stessa storia: oltre che in culo, bisogna farglielo entrare in testa: il cazzo va preso dappertutto.
- Ben detto cugino e chi meglio di te può insegnarglielo? Sono sicuro che al termine della lezione questa ragazza non avrà più fra le chiappe il forellino da signorina ma si ritroverà un largo e accogliente buco da signora matura!
- Ragazza mia non potevi scegliere posto migliore per fartelo sverginare, mio cugino è un vero esperto e quando trova un buco ancora chiuso non si tira mai indietro e con il cazzo largo, lungo e duro che si ritrova, non avrà nessuna difficoltà a sverginarlo. In queste cose è un vero bastardo e non avrà pietà delle tue grida quando lo supplicherai di smettere. La tua prima inculata sarà difficile da dimenticare e al solo ricordo ti ritroverai a stringere le chiappe.
Ascolta, non soffrire più del necessario urla pure quanto vuoi ma non ostacolarlo, quando sentirai dilatare il buco non stringere ma spingi come se andassi di corpo.
Far entrare la cappella è la parte più dolorosa perchè essendo la parte più larga, per farla passare lo sfintere si deve dilatare al massimo. Una volta entrata però non pensare che sia finita perché durante la sodomizzazione esce e rientra di continuo facendoti vedere le stelle ogni volta. L’unica cosa che puoi fare è tenere l’ano rilassato sperando che sborri il prima possibile.
- Parole al vento caro cugino, le vergini come sentono la cappella sul buco pensano di sottrarsi alla sodomizzazione stringendo lo sfintere. Vedrai che anche lei non farà eccezione tanto più che da quella parte è più chiusa di un’ostrica.
Piangevo a dirotto! Non avevano il diritto di farmi questo. Mi consideravano come un animale da monta.
Dopo aver attraversato il piazzale entrammo in un locale dove al centro stazionava un cavalletto con sopra una sella.
Cercavo disperatamente di liberarmi dalla loro presa scalciando e divincolandomi con tutta la forza. Aiutati dalla madre cercavano in tutti i modi di farmici salire.
Capii subito che quella sella altro non era che il patibolo sul quale sarebbe stato giustiziato il mio culo.
- Stai buona e sali sulla sella che sicuramente avrai già capito a cosa serve: noi la chiamiamo l’inculatoio ed è qui sopra che rompiamo il culetto alle verginelle come te.
Una volta salita mi fecero piegare il busto in avanti e legandomi polsi e caviglie alle quattro gambe mi immobilizzarono. Per costringermi a tenere il culo in alto mi schiacciarono la pancia sul cavalletto con una cinta di cuoio.
- Ecco fatto, adesso il culo è in posizione ideale per essere deflorato!
Non potevo muovermi, con le cosce divaricate e il culo a papera i miei buchi erano a loro completa disposizione. Con le mani saggiava la consistenza del sedere.
- Hai proprio un gran bel culo e un paio di chiappe sode tutte da spacchettare.
Ero consapevole che prima o poi sarebbe successo ma non avrei mai immaginato che per farlo mi avrebbero violentata.
Non potevo accettare che mi facessero la festa in questo modo; era intollerabile che contro la mia volontà uno zingaro di merda fosse il primo a incularmi. Toccava a me scegliere modi e tempi e soprattutto chi mi avrebbe sodomizzata. L’ano non avrebbe resistito alla penetrazione di quel cazzo asinino che sicuramente l’avrebbe rotto facendomi sanguinare.
La megera che li aveva aiutati a immobilizzarmi allargò le pacche mettendo in mostra il buco che stava per essere profanato; l'ano era di un colorito nocciola e dal forellino puntiforme partivano dei raggi che lo facevano somigliare a una stella.
La vecchia prese del grasso e iniziò a spalmarlo sul buco prima all’esterno, poi facendo pressione anche all'interno inserendo completamente il dito dentro.
- Ahiaaa! Che cazzo fai brutta stronza!
- Ringraziami invece di strillare, hai il buco talmente stretto che per farci entrare il cazzo sarà una faticaccia!
Che stronza, i figli mi stavano per sverginare il culo e lei si preoccupava per loro.
Oltre al dolore dovevo sopportare la vergogna di farmi profanare in quella parte così intima e delicata dalle dita di quella zingara.
Ero terrorizzata per quello che stavano per farmi! Era stato doloroso prenderlo davanti e sapere che stavano per infilarmelo nel sedere mi faceva rabbrividire.
Scoppiai a piangere implorando di risparmiarmi ma fu tutto inutile. Mentre singhiozzavo sentii che il biondo stava strusciando la cappella in mezzo alle chiappe.
- Coraggio dolcezza non prenderla così, prima o poi tocca a tutte! La cosa incredibile è che finora nessuno si sia preso la briga di inchiappettarti: il tuo ragazzo deve essere proprio un coglione se ancora non te l’ha fatto. Vorrà dire che adesso ci penso io a sverginarlo.
- No, non lo fare,... non voglio,… ti prego non farmi male!
- Lo so che non vuoi e che hai paura ma lo devi prendere e lo farò pure con molto piacere perché non c’è niente di più gustoso che rompere il culo a una verginella, soprattutto se non vuole.
-No,… noooo,… perché a me,… cosa ho fatto di male!
- Il bastardo allargate le chiappe sputò sul buco centrandolo in pieno e, utilizzando anche lo sperma che usciva dalla fica, lo lubrificò ulteriormente facendomi sobbalzare ogni volta che infilava le dita nell’ano. Ci siamo pensai fra me e, nel momento in cui si accingeva a incularmi, il fratello mi costrinse a prenderlo in bocca.
- Da brava prendi il ciuccio e succhia che con la bocca tappata le urla si sentono meno ma attenta a non mordere altrimenti ti sfregio! Smettila di frignare, non vedi che ti stiamo trattando con tutti i riguardi! Te l’abbiamo unto per bene e sarai anche sverginata dal cazzo più piccolo.
- Allora sei pronta?
- NO,… NO,…. NEL CULO NO!… VI PREGO NON L’HO MAI FATTO,… NON VOGLIO!
- Si… Si,… nel culo si,… proprio perchè non l’hai mai fatto, ora lo prendi!
- No! Davvero non mi entra,… non posso prenderlo nel culo!
- Si che ci entra zoccoletta!
- Nooo!… Noooooooo,… per favore noooooooo! Mi farai malissimo! Non può entrareee!… È troppo grandeee…!
- La prima volta dite tutte così ma vedrai come entrerà tutto, voi verginelle non avete la minima idea di quanto possa dilatarsi e poi devi imparare a chiavare sia con la fica che con il culo quindi stai zitta e non rompere.
Fregandosene delle mie preghiere prese il cazzo in mano e lo diresse verso piccolo buco stretto e contratto per il terrore. Come avvertii il contatto del glande iniziai a gridare come un‘ossessa:
- NOO!… NON VOGLIO!… AIUTO!… COSA VOLETE FARMI!
Lo stronzo iniziò a spingere cercando di infilarlo: era un impresa difficile perché la verga era grossa e il buchetto incredibilmente stretto e contratto. In quel momento di dolore ebbi la conferma che non mentivano le amiche che erano già state sodomizzate quando affermavano che quando te lo sverginano il dolore è atroce.
- AHIAAAAA! AHIAA! Mi fa male! Smettila, mi rompi, ti prego!
Fare entrare un cazzo così grosso in un culo restio a farsi penetrare non era cosa facile. Stringevo le chiappe contraendo lo sfintere per non farlo entrare ma il bastardo non arretrava di un millimetro.
Urlavo per sfogare la rabbia e per maledirli.
- Urla pure,... più gridi, più mi ecciti e più mi diventa duro! Smettila di stringere che non fai altro che peggiorare la situazione, ti devi rassegnare a lasciarlo entrare!
- Dai che entra,… non fare resistenza,… dai che si sta aprendo,… uno,… due e…
La cappella si era incuneata ma non riusciva a progredire perché lo sfintere era al massimo della dilatazione. Lo stronzo però, astutamente e con esperienza, approfittando dell’attimo in cui mi rilassai per riprendere fiato, con un colpo di reni vinse la resistenza dello sfintere fecendo entrare la cappella!
- … e tre,… STACK!
- AHIAAAA!... CHE MALEEE!… AGHHHH!… È TROPPO GROSSO! FERMO, MI SPACCHI!
- Ecco fatto piccolina la cappella è entrata e adesso ti faccio prendere anche il resto!
Il dolore era talmente forte che non sentivo più lo sfintere, mi aveva aperto in due come una mela e ero preoccupata perché continuava a spingere per farlo entrare tutto!
- BASTARDO!… ESCI,… MI STAI SPACCANDO!
- SCREEK!
- AHIAAAAAAAA!… NON SPINGERE!
Un altro colpo e la cappella fu tutta dentro superando anche lo sfintere interno.
Una volta entrata, l’ano si chiuse sul colletto imprigionandola in una morsa come a volerla strangolare.
- AHIIAAAA!... ME LO ROMPI!... BRUCIAAAA!
Il bastardo con aria soddisfatta disse alla madre:
- A ma' avevi ragione,... sentissi quanto stringe il buco de sta' verginella,... me sta' proprio a strizzà er cazzo! Adesso però ci penso io a allargarlo!
- AHIAAAAA!... PIANOOO!… ARGHHHH!
Stringevo le chiappe per non farlo avanzare.
- Buona,… stai buona,… non stringere,… ferma,… non ti agitare che è peggio,… rilassati,… spingi e fallo entrare!
- AHIIIIII!… FERMO!… BRUCIA!… NON RESISTO,… AHIAAA!
- Calmati e non ti agitare perché dentro hai solo la cappella e deve ancora entrare tutto il resto.
Dopo ogni progressione stirava in fuori le chiappe per far riapparire l’ano che, introflettendosi, finiva nel retto insieme al cazzo.
- Se continui a stringere il cazzo fa fatica a entrare e ti fai male.
- BASTAA!,… NON RESISTO,… È ENTRATO TUTTO?… AHIOO!
- Guarda che ce n’è ancora tanto fuori; dammi retta fai un bel respiro e premi come se andassi di corpo così allarghi il foro e in un attimo è tutto dentro.
-AHIA!… AHIAAAA!… PIÙ PIANO!… MI STA ROMPENDO!… TI PREGO ESCI,… COSÌ MI ROVINI!
Il dolore era tremendo! L’ano, sicuramente lacerato, si stava allargando spaventosamente e, a forza di spingere, sentivo l’asta avanzare inesorabilmente.
- Non stringere le chiappe,… STUMP!
- AHIAA!
- Fai un respiro profondo e premi,… ZAK!
- AIHOOO!…
- Rilassati,… rilascia i muscoli e spingi,… SCREEK!
- AAARGH,… BRUCIAA!… QUANTO MANCA!
- Apri bene,… apri bene e,… prendilo!… STOCK!
- BASTA!... BASTAAAA!... AHIAA!
Guardandomi di profilo sembravo una porchetta allo spiedo: con un bastone che entrava dal culo e usciva dalla bocca procurandomi conati di vomito.
-BASTA COSÌ,…TI PREGO NON LO METTERE TUTTO DENTROOOO!
Il bastardo a forza di spingere avanzava inesorabilmente nel retto.
Provavo la stessa sensazione di quando non si riesce a espellere un grosso fecaloma, solo molto più dolorosa.
Gridai che gli avrei denunciati, ma imperterriti continuavano nella loro violenza facendosi beffe delle mie minacce. I cazzi entravano simultaneamente in gola e nel sedere con movimenti sincronizzati. Una botta tremenda mi fece capire che era tutto dentro; le palle avevano sbattuto sulla fica.
- Fatto, ce l’hai tutto dentro! Eri convinta che non sarebbe entrato e invece hai fatto la fine della zucchina con il culo ripeno di ciccia!
Non facevo altro che piangere singhiozzare mentre lo stronzo si faceva beffe di me.
- Povera piccola,… ti ha fatto tanto male l’apertura del culo? Stai piangendo di dolore o per la rabbia di essere stata sverginata? Certo, come prima volta, prendere venti centimetri di cazzo nel sedere non deve essere stata una passeggiata ma vedrai che ci farai l’abitudine!
Incurante del mio dolore incominciò a indietreggiare.
Era tremendo, quando lo sfilava l’enorme testa del cazzo rivoltava l’ano come un calzino e quando lo rimetteva dentro lo faceva con una tale violenza che l’ano spariva completamente nel retto. Facevo la gobba con la schiena per cercare di farne entrare il meno possibile. Era un vero e proprio supplizio, neanche nella peggiore previsione avevo immaginato che prenderlo nel culo sarebbe stato cosi doloroso.
-AHIAA!... AAUUUU!... CHE CAZZO SPINGI!… MI ROMPI… ESCI!!!
- Stai ferma troietta, ora devo lavorare un po’ questo culetto per fargli capire che è il cazzo che comanda, quindi preparati alla monta e allarga le chiappe che incomincio a stantuffarti.
-BASTA!... AHIAA!... BRUCIA DA MORIRE,… MI ROMPE!
Fregandosene delle mie urla iniziò a fare su e giù, in principio lentamente, poi sempre più velocemente divertendosi anche a sculacciarmi. Sarà stata la violenza con cui m’inculava ma ero nel panico; mi sentivo piena, stirata, avevo la sensazione di fare la cacca. Quel cazzone per allargare il buco mi procurava fitte di dolore lancinanti. Piangevo e strillavo ad ogni affondo!
- BRUCIAAAA!… BRUCIAAA!… AHIAAA!… MI UCCIDI!
Incomincio a battermi come un tappeto con colpi secchi e profondi che mi facevano urlare così forte che una zingara spaventata dalle urla entrò dicendo:
- Ma che cazzo sta succedendo? Chi state scannando?
- Tranquilla è tutto a posto - rispose il moro - stiamo facendo la festa a questa zoccoletta!
- Ma che cazzo urla,… ha svegliato mio figlio che si era appena addormentato.
- Sta prendendo la supposta - risposi -.
- E tutti questi strilli per un inculata?
- Non ci crederai ma era ancora vergine di culo e strilla tanto perchè gliel’ho appena sverginato e adesso glielo sto allargando ma lo sfintere continua a resistere; non vuole cedere.
- Adesso capisco, però cerca di essere meno brutale in fin dei conti è il primo che prende!
- Proprio per questo l’ho sverginata io con il cazzo più piccolo così soffrirà meno quando prenderà quello di mio fratello.
- Perché anche lui la vuole inchiappettare?
- Sicuro, ė lui che ha deciso di romperglielo per dare una lezione al suo ragazzo.
- Siete due stronzi non mi sembra che sia una delle puttanelle da mandare a battere! Non vi basta di averla sverginata, dovete proprio spaccarglielo?
-Certamente, dopo che avrà preso il suo bazooka tornerà a casa con l’ano sbrindellato e quello stronzo del suo ragazzo, vedendola camminare a gambe larghe, capirà che non scherziamo e se non vuole fare la stessa fine non deve provare a fregarci.
Poi rivolgendosi a me:
- Ragazza mia, non so in che casino ti sei messa, ma se lui ti fa il culo per te si mette male. Se il cazzo che hai nel sedere ti fa strillare così, perderai la voce quando il palo che stai succhiando prenderà il suo posto. Credo sia inutile cercare di far riaddormentare mio figlio perchè si sveglirebbe di nuovo. Mi ha fatto urlare come un aquila quando mi ha sodomizzata e avevo il culo aperto da un bel po’, immagino quanto griderai tu quando te lo infilerá nel sedere!
In ogni modo se avete proprio deciso di spaccarglielo, sbrigatevi a farlo perché vi ricordo che abbiamo altre cose da fare.
- No! Fermali ti prego! Non farmi inculare da lui, mi romperebbe! Aiutami ti prego!
- Gioia ormai la festa te l’hanno fatta, il buco è stato aperto e ce l’hai tutto dentro; adesso anche tu sei una rotta in culo quindi smettila di stringere e spingi in fuori, vedrai che lo sopporti meglio!
- No,… nooo,… ahiaaa,… non voglio,… non mi piace,… fa un male cane! BASTA!!!! SMETTETELA!!
- Su non insistere - disse il moro che stavo spompinando - se non le piace esci e non tormentarla, tanto quello che dovevi fare l’hai fatto. Si sa che la prima volta non è mai piacevole e a lei non è proprio piaciuta a giudicare da come strilla!
Il biondo, come se stesse seguendo un copione già scritto, si scambiò di posto con il fratello e dato che non volevo, con un paio di ceffoni mi costrinse a aprire la bocca per spompinare il cazzo appena uscito dal culo.
In preda ai conati mi spronava con delle sonore sculacciate e ridendo della situazione disse:
- Tutta tua fratello, il culo è aperto ma la ragazza ha il buco che resiste. Adesso pensaci tu; se riesci a incularla senza mandarla all’ospedale lo sfintere avrà finito di resistere e la zoccoletta si ritroverà col foro spanato.
Mentre diceva queste cose il fratello armeggiava alle mie spalle, iniziai a tremare sentendo la presenza di quel mostro fra le chiappe. Mi agitavo convulsamente nella speranza di liberarmi.
- Hai sentito cosa ha detto mio fratello? Lui sverginandoti ha spezzato il tuo orgoglio, adesso io ti spezzo lo sfintere.
- No,... non farlo! Il tuo è troppo grande,… mi sfascera!
- Non ti muovere e facilità l’inserimento se non vuoi ritrovarti con che le chiappe rosse!
È inutile che ti agiti perchè tanto sai già come andrà a finire e non puoi farci niente, in più ti comunico che essendo già venuto, avrò più tempo a disposizione per godermelo e la cosa non ti farà certo piacere.
Era tremendamente vero, nonostante fossi stata appena inculata, quell’enorme cappella non riusciva a entrare,… mi sembrava di ricominciare tutto da capo.
AHIAAA!… AHIIIIII!… NOOO!… AUUUU!
Avevo la sensazione che mi stessero calando su un paracarro!
- Smettila,… non stringere,… allarga le chiappe e spingi come se dovessi far uscire uno stronzo gigante!
- Ma vaffanculo,… fa un male cane! Bruciaaaaa!
Poi, con una spinta decisa riuscì a entrare.
- AHIAAA!... BASTARDIO, FIGLIO DI PUTTANA!
- Mi fai male! Aahiaaaa, toglilo, non voglio, ahiaaa che dolore, mamma aiutooo, non spingere, fermati per favore,… mi spacchi!
Cercavo di spingermi in avanti per cercare di sfilarlo ma mi prese per le spalle tirandomi indietro.
- Ti prego abbi pietà,… ritirati,… ti supplico sto morendo di dolore!
- Buona che il peggio è passato, il problema era far entrare la testa che è la parte più larga, adesso che la cappella è passata respira profondamente e non stringere le chiappe; se rilassi i muscoli s’allenta anche l’ano!
-AHIOOO!... AHIOOO!... esci per favore, ti prego, mi spacchi!
Indifferente al dolore e alle suppliche, dopo avermi infilzata, rimase immobile a farselo massaggiare dalle contrazioni dello sfintere che, contraendosi spasmodicamente, cercava di spezzarlo come se fosse un enorme stronzo da espellere.
-NO,… NOOOO,… TI PREGO,… BRUCIA DA MORIRE!
- Su fatti coraggio e prendi la supposta!
Percepivo dolorosamente le pulsazioni del cazzo contro le pareti dell’ano. Dopo aver aspettato che lo sfintere smettesse di contrarsi incominciò a avanzare. Con movimenti di va e vieni lo spingeva dentro facendolo avanzare di qualche centimetro a ogni spinta. Piangevo e urlavo in preda al dolore.
-AHIA!… AHAHAH!… MI SBUDELLI!!!
Stanco di sentire i miei lamenti lo sfilò rapidamente lasciandomi con il culo dolorante.
- FLOOOP!
-AHAHAH!
Non avrei mai immaginato che anche sfilandolo mi avrebbe fatto urlare dal dolore.
- Smettila di frignare e rassegnati! Non mi puoi privare del piacere di incularti! Devi capire che puoi godere anche in questo modo; è solo questione di tempo. Se ti fossi decisa prima non staresti a questo punto: incomincia a abituarti, rilassati e non contrarre lo sfintere!
Sentii allargarmi di nuovo le natiche e compiaciuto disse:
- Dai che il buco inizia a allargarsi.
Prendendo bene la mira, lo rimise dentro con una tale violenza e rapidità che in un attimo le palle andarono a sbattere contro la fica!
- AHIAAAA!… PORCA TROIAAAAAAA!… ZINGARO DI MERDA!
Chiesi,... implorai pietà,… dissi che non resistevo più,... che mi sentivo morire.
Si divertiva a tirarlo fuori per poi rificcarlo dentro con una tale violenza da procurarmi un bruciore incredibile. Il cazzo sembrava una lima che con il suo movimento m’infiammava le emorroidi. Si stavano gonfiando e bruciavano da morire; avevo paura che da un momento all’altro potessero rompersi facendomi sanguinare.
- MI FA MALE,... MI STAI SPACCANDO IN DUE,.. BASTAAA!
- Ti brucia il sederino, vero piccola? - Chiese divertita la megera!
Neanche mi avesse letto nel pensiero: mi bruciava eccome! Mi sembrava di avere un tizzone rovente infilato nel sedere. Le ripetute e impietose penetrazioni mi facevano morire dal dolore e non c'era verso di farlo fermare. In più dovevo sopportare anche l'odore pungente e il sapore acre del cazzo appena sfilato dal culo che toccando le tonsille mi provocava conati di vomito.
La vecchia zingara andò a prendere un oliatore e fece fermare il figlio.
- Fermati un attimo, ritirati e lascia dentro solo la cappella, hai il cazzo asciutto e se continui con questo ritmo fra un po’ oltre a mandarglielo a fuoco la farai sanguinare e non ho nessuna voglia di ripulire la sella dal sangue di questa troietta.
Si preoccupava più per la sella che per il mio povero sfintere. Si mise a oliarlo mentre m’inculava.
Aiutato dall'olio il cazzo non incontrò più ostacoli; sembrava lo stantuffo di una locomotiva. Sentivo il retto compresso quando lo infilava e mi sentivo svuotare quando lo tirava fuori. Il dolore comunque non accennava a diminuire e continuavo a piangere e a singhiozzare. Quel dentro e fuori mi gonfiava d’aria l’intestino e iniziai a scureggiare ogni volta che lo sfilava.
- AHIA! FERMATI UN ATTIMO,... TI PREGO,... MI FA MALISSIMO!
- Non te la prendere ragazzina - disse il moro - è normale che ti faccia male; sei appena stata sverginata e ora il mio batacchione ti sta rompendo il culetto!
Fattene una ragione e cerca di vedere il lato positivo. Se non faccio così avrai sempre problemi, invece sfondandolo ti resterà largo per sempre. L’ano è un muscolo composto da fibre circolari che distendendosi e stirandosi permettono al buco di dilatarsi per consentire agli stronzi di uscire e ai cazzi di entrare ma per far passare un cazzo come il mio sono costrette a andare oltre strappandosi e lacerandosi. Una volta rotte la rondella sfasciata sarà incapace di stringere, così, la prossima volta che te lo metteranno nel culo, anche se cercherai di non farlo entrare, lo sfintere sfasciato avrà meno forza per contrarsi e il cazzo entrerà facilmente!
Questo è il momento più doloroso perché la cappella passando in continuazione attraverso l’ano costringe lo sfintere a stirarsi a ogni passaggio e alla fine il muscolo cede e si rompe.
Questo sevizietto ti sarà utile in futuro ma per adesso non puoi fare altro che soffrire e maledirmi perché oltre al dolore per la rottura del culo devi sopportare anche il bruciore dello sfregamento che ti fa gonfiare e infiammare le emorroidi.
Ti assicuro che farselo sverginare è sempre un dramma; nessuna riesce a farselo deflorare senza gridare. Tu sei fortunata, perchè ho quasi finito e non hai ancora sanguinato, si vede che i tuoi tessuti sono molto elastici. Continua pure a strillare ma ricordati quello che ti è stato detto: con il cazzo infilato nel sedere se stringi non fai altro che peggiorare la situazione! Quando ti fanno il culo è il cazzo che comanda! È inutile opporsi,... una volta dentro più ti agiti e peggio è, devi solo rassegnarti e accettare la sodomia; è per questo che quando prendi una fregatura si dice che hai preso un'inculata!
Comunque, se la cosa ti può consolare, sappi che prendere la mia nerchia nel sedere fa strillare anche le puttane navigate.
Le sue parole mi fecero incazzare ancora di più, aveva ragione, soffrivo le pene dell’inferno e non potevo fare niente.
Ero costretta a sopportare quella mazza che, incurante delle grida, mi massacrava il sedere facendomi provare l’atroce sensazione di essere invasa, riempita, dilatata. La dolorosa violenza scuoteva tutte le mie fibre: mugolavo e bofonchiavo grugniti incomprensibili, annebbiata dalla brutale e violenta procedura.
Prese a incularmi con una rapidità inaudita aumentando progressivamente la velocità di penetrazione come fosse un martello pneumatico. Si capiva che era un vero esperto, chissà quante ne aveva già sverginate in questo modo! Con un movimento veloce, violento e senza tregua lo ficcava dentro tutto poi lo sfilava. Lasciava che il buco si restringesse e poi di nuovo dentro variando solo il ritmo e l’intensità della spinta. Andò avanti con questo ritmo per un tempo difficile da quantificare minuti e minuti a ripetere lo stesso movimento: dentro fino in profondità poi fuori. All’inizio, quando usciva, l’ano aveva la forza di richiudersi, poi col tempo, lo sfintere si arrese e rimase spalancato.
- AHIA,...AHIA,... BASTA,... MI FA MALE!
- Finiscila di strillare!
- Ti prego smettila di fare così,… abbi pietà non sfilarlo, lascialo dentro,… ogni volta che rientra mi lacera,… fa maleee!
Imperterrito continuava a incularmi fregandosene del mio dolore!
- AHIAA!… BRUCIA,… BRUCIAAA,… BASTA!!
Andava dentro e fuori velocemente continuando a riempirmi d’aria l’intestino.
Una volta sbagliando buco lo schiaffò nella fica facendomi urlare.
- Che culo resistente - disse - stringi i denti che ci siamo,... ancora qualche pompata e avrai il buco completamente spanato; il prossimo che ti farà il culo troverà lo sfintere talmente morbido e accogliente che gli sembrerà di infilarlo in un guanto!
Avevo smesso di urlare, piangevo e singhiozzavo rassegnata a quella tortura; la potenza con cui mi sodomizzava faceva si che le labbra vaginali si aprissero e chiudessero al ritmo dell’inculata facendo spernacchiare la patata e ridere la vecchia:
-Senti come je canta la fica a ‘sta puttanella! Daje giù, spigni forte!
- BASTA!… SBRIGATI A VENIRE,… BRUCIA DA MORIRE,… ME L’HAI SCASSATO!
Pregavo perché il tormento finisse presto, avevo l’ano che andava a fuoco.
Improvvisamente, senza nemmeno fare un gemito, venne riempiendomi il retto e, a giudicare dal quantitativo, ebbi la sensazione che stesse pisciando.
Grazie a Dio era finita, non vedevo l’ora che lo sfilasse ma quel coso continuava a sputare rimanendo duro.
Trovai un po' di sollievo solamente quando, ammosciandosi smise di fare pressione.
- Ti prego, adesso che sei venuto, per favore esci - sussurrai -.
Il sedere mi bruciava e avevo pure lo stimolo di fare la cacca.
Il bastardo con la stessa violenza con cui era entrato lo sfilò. Me l'aveva spaccato con quella maledetta proboscide; il buco era rimasto spalancato, provavo a chiuderlo ma, lo sfintere non rispondeva. Sembrava fosse paralizzato e i mie sforzi per cercare di stringerlo producevano soltanto dolore lasciandolo talmente largo da farmi sentire l’aria fresca entrare dentro.
La vista di quella monta brutale doveva aver eccitato non poco il fratello perché subito dopo sborró riempiendomi la bocca.
Questa volta fui lesta a sputare ma feci male perché la megera, incazzata, mi frustò sulle chiappe affibbiandomi l'ultima sferzata proprio nel mezzo colpendomi in pieno fica e l'ano:
-AHIA!…AHIA!…AHIAAAAA! -urlai sotto i colpi della frusta-.
Ero sfinita. Sentivo dolore da tutte le parti. La fica e il culo mi bruciavano. Restavo immobile, spossata, inchiodata su quella sella che chissà quante volte era stata utilizzata per queste porcate. Dalla bocca continuava a uscire bava, le cosce erano imbrattate di sperma che colava dalla caverna che avevo al posto dell’ano. Ero distrutta, non avevo nemmeno la forza di alzare la testa.
-Ecco fatto - disse uno dei due bastardi - anche questa puledra è stata domata e ora che ha il buco da mignotta non avrà più problemi a prenderlo. Mi dispiace solo che non faccia parte della nostra scuderia perchè una puttanella con questo bel culetto renderebbe un sacco di soldi; farebbero la fila per inchiappettarla.
Queste parole mi convinsero che quella non era una stalla bensì un luogo dove le ragazze, attirate da ogni parte del mondo con la promessa di un lavoro, venivano brutalizzate e una volta private della libertà venivano anche spezzate nell’orgoglio. Infatti dopo averle ripetutamente stuprate in tutti i buchi le costringevano a prostituirsi.
Chissà prima di me quante sventurate avevano pianto e urlato su questa sella!
Non era messa lì per essere usata per cavalcare. Nella stalla e nel campo non avevo visto nessun cavallo e poi la panca con le cinghie su cui era appoggiata sembrava fatta apposta per immobilizzare le ragazze da violentare. Per colpa di quello stronzo mi ero proprio cacciata in un bel guaio.
La megera, che aveva suggerito lo stupro, volle controllare lo stato dell'ano. Divaricando le natiche infilò nel culo un paio di dita che entrarono senza trovare resistenza. Mi ero accorta che erano entrate dal dolore provocato dallo sfregamento dei polpastrelli contro le emorroidi infiammate. Soddisfatta di come me lo avevano conciato si rivolse al figlio:
- Bravo figliolo, hai fatto proprio un bel lavoro, guarda come le è rimasto aperto il culo! È talmente largo da non avere più una crespa ed è così rosso e gonfio che sembra quello di una scimmia! L’ano ha la mucosa tagliata in alcuni punti, probabilmente sanguinerà un po’ quando farà la cacca in compenso le resterà completamente spalancato! Il prossimo che le farà il culo non dovrà faticare, basterà un po' di vaselina e entrerà senza sforzo.
A conferma di ciò prese un cetriolo e infilandomelo nel sedere costatò che entrava e usciva senza sforzo.
Finita l’ispezione iniziò a sculacciarmi rimproverandomi:
- Possibile che alla tua età non hai ancora preso il cazzo nel culo? Vergognati,… aspettavi di diventare vecchia per fartelo sverginare? Le ragazzine Sinti iniziano a usarlo prima della fica e sono proprio i fratelli o i cugini a romperglielo per fare esperienza. A quattordici anni hanno tutte il culo aperto. Mia madre mi fece sodomizzare che ero ancora una fanciulla. Ricordo che erano trascorsi solamente sei mesi dalla mia prima mestruazione quando disse che ormai ero diventata una signorina e dovevo iniziare a prendere il cazzo. Da brava puttana si fece pagare un sacco di soldi da un nobile sempre in cerca di ragazzine da sodomizzare e quando ne trovava una vergine, non badava a spese pur di avere il privilegio di deflorarla. Fu proprio lei a tenermi ferma sul letto mentre il conte, non senza difficoltà, cercava di infilarmelo nel sedere. Tra le urla e i pianti ricordo ancora le sue parole:
- Coraggio cucciola calmati e lascialo fare, purtroppo il tuo primo cazzo sta entrando proprio dove fa più male ma non potevo certo rifiutare una simile offerta quindi sarai sverginata prima di culo che di fica. Cerca di capirmi, piangi e strilla quanto ti pare ma non ti ribellare perché il conte ha pagato un sacco di soldi proprio per questo, quindi fattene una ragione e lasciati sodomizzare.
Lo so che fa male e che stai soffrendo, la prima volta è così e non ci si può far niente te lo dico perché ci siamo passate tutte.
Adesso cerca di stare ferma e non stringere le chiappe perchè è entrata solo la punta. Rilassati e non pensare al dolore ma alla fortuna che ci è capitata: il tuo culetto ci farà guadagnare un sacco di soldi perché il conte tornerà a goderselo fino a quando non ne troverà uno più stretto.
Guaivo come una cagnetta ferita, strillando e sgambettando mi dibattevo come una furia nella speranza di sfilarmi quella nerchia dal culo. Non avevo nessuna voglia di starmene buona buona a farmi inculare.
-Stai giù,… stai giù - ripeteva mamma mentre mi teneva le natiche aperte per aiutare il conte - apri il culetto e lascialo entrare!
-NO,… NO,… NON VOGLIO,… MI FA MALE!
Non ostacolarlo, smettila di stringere l'ano, rilassalo e finiscila di tirare calci!
- Non si preoccupi - disse il conte - si sta comportando proprio come speravo, il gusto di deflorare il culo a una vergine è proprio questo! La troietta sta lottando per salvare il culo e più strilla e si dimena e più mi fa godere!
-SIETE DUE STRONZI!,… AHIAAAA!!
-Dammi retta rimettiti in posizione; testa giù, culo in su e premi come se dovessi fare la cacca!
-NO,... NO,... LASCIATEMI,... LASCIATEMI,... NON VOGLIOOO!
- Come scalcia la cavallina,… non ne vuol proprio sapere di farsi domare!
-Coraggio non fare così,… anche se lo fai uscire te lo rimette dentro e non fai altro che prolungare l’agonia: rassegnati e lasciati inculare.
Il conte godeva nel vedermi soffrire, agitandomi come un'anguilla qualche volta riuscivo a sfilarlo e lui come se fosse un dottore:
-Ragazzina per guarire dalla verginità la migliore medicina per il culetto è una terapia a base di supposte. Quindi lasciala entrare e falla agire, non cercare di sputarla ma tienila dentro e sopporta; la prima è quella più dolorosa. Vedrai che in pochi minuti farà effetto e sciogliendosi metterà fine alle tue sofferenze. Nei prossimi giorni tornerò per continuare la terapia e dato che tua madre mi ha venduto a caro prezzo una scatola da 12 non vedo l’ora di riaprire queste chiappette per infilarcene un altra! Ahh,... ahhh!
-AHIAAA,… BASTA,… BRUCIAAA,... FA MALE!!
Ti fa male perché continui a stringere - disse mamma - quando spinge per entrare non fare la gobba ma tieni il culo alto inarca la schiena e premi in fuori come se andassi di corpo. Il suo è solo il primo di una lunga serie di cazzi che dovrai prendere e non ho intenzione di stare qui a tenerti ferma ogni volta che vorranno sodomizzarti.
Quindi sei avvertita, se continui a disubbidire e non ti rassegni te le darò di santa ragione. Vediamo se dopo averti fatto il culo a strisce capirai che una brava mignotta deve sempre accontentare il cliente anche quando vuole il culo.
Sono sicura che la prossima volta, pur di non riprenderle, non dovrò stare qui tenerti ferma. Ti farai trovare senza mutande sdraiandoti sul letto come ti ho insegnato e non appena sentirai la cappella del conte spingere la faciliterai allargando le chiappe con le mani e premendo per dilatare l’ano: strillerai ancora ma con un po’di vaselina basteranno un paio di spinte per prenderlo tutto.
Intanto la cappella continuava a forzare il buco facendomi piangere sia per il dolore che per l’oltraggio che stavo subendo.
Purtroppo continuai a ribellarmi per tutto il tempo e mamma dette subito seguito alle minacce; non appena il conte finì di violentarmi non mi fece nemmeno andare in bagno a liberarmi che, con l’aiuto di zia che mi teneva ferma, mi picchiò con la cinta di cuoio. Mi fece il culo a strisce e sotto la gragnola di cinghiate non fui più in grado di trattanere lo sperma che iniziò a uscire colando sulle cosce.
Quella brutale sodomia mi costrinse a camminare a gambe larghe per tutto il giorno.
Avevo il sedere rosso per le cinghiate ma quello che mi faceva più male era il buco del culo; l’ano era gonfio e bruciava da morire ero costretta a usare un salvagente per stare seduta. Qualche giorno dopo vidi il conte tornare e ebbi un tuffo al cuore. Confesso che me la feci sotto dalla paura e dovetti correre in bagno a cambiarmi le mutande. Fortunatamente mamma disse che avevo il culo fuori uso e non poteva sodomizzarmi. Il Conte però non si dette per vinto e adoprando argomenti molto convincenti convinse mamma a farmi sverginare anche davanti e lei, senza nemmeno chiedermelo, mi comunicò che oggi anche la fica sarebbe stata deflorata. In preda al terrore uscii dal bagno cercando di scappare ma sulla porta di casa andai a sbattere contro la zia che stava entrando proprio in quel momento.
- Dove scappi ragazzina?
Mamma le ordinò di bloccarmi e di portarmi in camera. Una volta dentro la vidi intenta a contare una mazzetta di banconote mentre il conte si era già spogliato e si stava masturbando.
- Aiutami a spogliarla e a tenerla ferma, oggi il conte finisce di farle la festa e le rompe anche il velo - disse mamma -.
Scoppiai a piangere pensando a ciò che stava per capitarmi. Fra le lacrime mi spogliarono adagiandomi sul letto.
-Non piangere, da domani non sarai più una signorina - disse zia -.
Con gli occhi pieni di pianto vedevo mamma che lo spompinava. Il pensiero di deflorarmi e il pompino gli stavano procurando un erezione imponente. A questo punto le due troie si posero ai lati del letto tenendomi le gambe divaricate e piegate sulle cosce come se fossi una ranocchia pronta a saltare. Memore delle cinghiate prese per essermi ribellata durante la sodomizzazione non feci resistenza limitandomi a piangere e singhiozzare.
- Non voglio, non voglio, perchè lo fate siete cattive.
- Smettila di piangere dovrai pure iniziare una buona volta! Non si è mai vista una puttana vergine. Comportati bene e vedrai che in un attimo ti sarai tolta anche questo pensiero.
Con le gambe in posizione ginecologica il conte iniziò a strusciarmi il cazzo sulla fica. Con i muscoli in tensione, aspettavo il momento in cui l’avrebbe affondato e la paura iniziò a farmi tremare. Chiusi gli occhi aspettando il colpo ma invece sentii solo la sua voce:
- Fermi tutti, voglio essere sicuro di quello che ho pagato così caro.
S’inginocchio divaricandomi le piccole labbra con le dita.
- AHIA!
Andiamo bene - disse zia - se inizi a strillare ora…
Il conte divaricando le piccole labbra verificava la mia integrità e arrivato all’imene ne saggiò la consistenza forzandolo con il dito.
- AHIA! Che cazzo fa!
- Siete state oneste, la fanciulla è illibata e con la membrana chiusa. Purtroppo per lei l’imene non ha il foro centrale ma tanti piccoli forellini.
Non capivo cosa volesse dire, so solo che la zia mi lasciò la gamba per andare in cucina. Quando tornò aveva in mano un asciugamano bianco e un bicchiere pieno d’olio. Piegò l’asciugamano e me lo mise sotto al sedere. Poi intinse il dito nell’olio e con quello iniziò a toccarmi il clitoride massaggiandolo delicatamente. La sensazione era estremamente piacevole. L’avevo fatto più volte da sola ma il tocco di una mano estranea rendeva la cosa assai più gradevole. Continuava a intingere il dito nell’olio e a ungermi la passera. Appena iniziai a sospirare iniziò a leccarmela facendomi venire i brividi. Mamma intanto aveva ripreso a spompinarlo per non fargli perdere l'erezione. Quando si accorse che mi stavo bagnando smise di leccarmela e riprese il suo posto accanto a mia madre. Mi divaricarono le gambe portando le cosce verso il petto facendomi assumere di nuovo la posizione della ranocchia. Il conte, con il cazzo durissimo e unto d’olio, lo spinse nella passera forzando le piccole labbra e fermandosi non appena il capoccione urtò l’imene. All'improvviso mamma e zia portarono con decisione le ginocchia ai lati del seno facendo in questo modo alzare il bacino. Proprio in quel momento il conte affondò in me lacerandomi l’imene.
-AHIOOOOO!… AUGHH!... CAZZO CHE MALE!
Ero stata trafitta dal suo arpione! Come le cappella aveva stracciato l’imene e si era fermato a gustarsi l'estasi della deflorazione.
- AHIAAAAAAAAA! … FERMO!… AHIAA!… S’È STRAPPATA!... AHIA!
Mi dibattevo per cercare di sfilare lo spiedo che avevo dentro.
Lui iniziò a muoversi avanti e indietro facendomi nuovamente strillare.
- Piano,… ahi,… ahi,… basta vi prego!
A quel punto intervenne la zia che con l’esperienza della puttana navigata disse:
- Esca un attimo e facciamole riprendere fiato.
Aveva il cazzo sporco di sangue e mi sentivo bagnata in mezzo alle gambe. La zia andò in bagno tornando con una bacinella d’acqua tiepida e una spugna. Me la passò con cura sulla fica e in mezzo alle chiappe dove ero tutta insanguinata. La spugna da gialla era diventata rossa e anche l’acqua della bacinella cominciava a cambiare colore. Dall’alto della sua esperienza sentii che diceva a mia madre:
- Non preoccuparti che non è niente. Questo tipo d’imene è quello che non si rompe al centro ma si strappa sui lati e fa sanguinare. Su cento ragazze solo 5 ce l’hanno così ma non succede niente. Prese un fazzoletto di cotone con il quale tamponò il sangue che usciva dalla vagina e lo spinse tutto dentro.
Mamma dopo avergli ripulito il cazzo con la spugna lo riprese in bocca.
Adesso possiamo continuare - disse zia - quello che c’era da rompere è stato rotto e visto che ormai la fica è stata stappata e ha smesso di sanguinare la scopi a pecorina così la ragazza sarà più rilassarta. Con le ginocchia sul pavimento mi fecero poggiare il busto sul materasso. Il conte sfilando il fazzoletto dalla fica completamente macchiato di sangue, disse:
- Questo non lo lavate, tenetelo per ricordo! AH! AH!
Scoppiarono tutti a ridere tranne me che sentivo quel mostro in mezzo alle chiappe.
Quando lo rimise dentro mi fece nuovamente male ma stavolta il dolore fu meno forte. Iniziò a scoparmi con irruenza dandomi delle botte tremende ma dopo i primi minuti, in cui il dolore era sempre presente, iniziai a sentire un calore pervadermi tutta e le pareti della fica iniziarono a bagnarsi. Prenderlo davanti era molto diverso. Iniziavo a provare piacere e il conte se ne accorse.
- Buon sangue non mente! La ragazzina ha la stoffa della troia d’altronde con una madre e una zia come voi non poteva venire diversamente. Continuava a stantuffarmi con metodo e dopo un po’ raggiunsi per la prima volta l’orgasmo con una scopata….
-Sssiiiiiiiii, siiiiiii, cosiiiiiiiiiií, più veloce!
Venni come una fontana sporcando di rosa tutte le cosce.
Il conte continuò a pistonarmi per una buona mezz’ora facendomi venire altre due volte. Purtroppo con il passare del tempo l’attrito si fece sentire e la scopata ricominciò a farmi male.
-Basta, la prego, mi sta facendo male,… non mi piace più,… brucia, si fermi!
- Con quello che ho pagato ti può anche andare a fuoco! Se vuoi il metodo per farmi venire subito ci sarebbe.
Non capivo cosa intendesse dire ma mamma, che aveva capito perfettamente, disse:
- Non se ne parla nemmeno ha visto come l'ha conciato?
- Lo vedo, ma come sapete, io adoro quell’entrata…
Stavo iniziando a capire cosa voleva ma fortunatamente mamma lo prevenne:
- Niente da fare il culo è off-limits!
- E se vi dicessi che vi pago il doppio di quanto vi ho già dato per sverginarle la fica?
A mia madre e mia zia brillarono gli occhi e questa volta fu la zia interpretando anche il volere della sorella che disse:
- Per quella cifra può anche metterglielo nelle orecchie.
Sentivo il cazzo ingrossarsi sempre di più e mamma e zia si rimisero in ginocchio ai lati del letto.
- Mamma che volete farmi? Chiesi impaurita.
- Niente di speciale tesoro, niente che tu non abbia già fatto!
- Capii che si erano messi d’accordo per farmi nuovamente sodomizzare dal fatto che appena il conte me lo tolse dalla fica mamma e zia si precipitarono a immobilizzarmi sul materasso impedendomi ogni movimento.
-NOOOOOO!… NO!… NON VOGLIO!
-Quello che vuoi tu non interessa a nessuno, non ti agitare e cerca di collaborare questa volta.
Mentre zia mi teneva le natiche ben aperte, il conte si unse il cazzo con l’olio, fece un rapido passaggio in fica per raggiungere la massima erezione e quando fu pronto me lo cacciò brutalmente nel culo con un affondo micidiale.
Non sto a dirti quanto strillai e quanto mi fece male. Scalciavo come una cavalla imbizzarrita e se non fossero state in due a tenermi ferma, questa volta sarei anche riuscita a disarcionarlo. Il conte godeva nel vedermi soffrire e la violenza con cui mi inculava fu tale da provocare la rottura delle emorroidi che mi erano uscite quando me l’aveva sverginato. Iniziai a sanguinare anche da li ma la cosa lo lasciò indifferente perché continuò a martellarmi facendomi strillare come un aquila. Doveva aver preso una dose massiccia di Viagra perchè mi sodomizzò per mezz’ora prima di sborrare.
-AHIAAA!… BASTAA!… LASCIATEMI!… MI STA SPACCANDO IL CULO!!… AIUTOOO!!
Le due stronze non avevano il coraggio di parlare, per soldi mi avevano venduta a quel sadico. Mamma ebbe un attimo di pietà:
-Dai che è quasi finita, sopporta ancora un altro po’.
Con violenza entrava e usciva in continuazione senza preoccuparsi minimamente di quanto mi facesse male o del sangue che stavo perdendo. Quando finalmente sentii lo sperma nell’intestino capii che il calvario era finito. Il sangue uscito dall’ano, oltre a imbrattare le cosce era colato anche sul pavimento. Era stato terribile, peggio della prima volta.
Mentre continuavo a piangere in preda al dolore sentii la zia dire sottovoce a mia madre:
- Mi dispiace per lei ma è meglio così, tanto prima o poi sarebbe successo, ormai qui dietro è completamente aperta, il conte glielo ha prorio sfasciato, quello stronzo poteva essere meno violento e evitare di spaccarglielo facendola soffrire in questo modo ma con quello che ha pagato… come dargli torto? Non ti preoccupare tua figlia è forte e robusta e saprà superare anche questo trauma. Tra una paio di settimane sarà tornato tutto a posto e visto che ormai è stata sverginata da tutte le parti potrà iniziare a lavorare.
Ci volle una settimana per riprendermi da quella violenta inculata. Per tutto il tempo fui costretta a camminare a gambe larghe e a mangiare alimenti semiliquidi per evitare traumi nella defecazione. Mi ci sono voluti 15 giorni di ghiaccio, impacchi e pomate per far rientrare le emorroidi che avevano trasformato l’inviolato buchino in un carciofo spampanato.
La megera finì di raccontare l’inizio della sua vita da mignotta e il fatto di confidarsi con una estranea che aveva appena subito la stessa violenza mi dette l’impressione che per lei, il rivivere quei momenti dolorosi, fosse un modo per cercare di scacciare i fantasmi del passato.
Mio Dio dov’ero capitata, cosa potevo aspettarmi da simili bestie.
Durante il racconto la zingara non aveva mai smesso di sculacciarmi così come la madre doveva aver fatto con lei dopo che il conte le aveva rotto il culo:
- SCIAFF,…Ahia! SCIAFF,…Ahia!
Senza smettere continuò a raccontare:
-Mio figlio da ragazzo si è inculato tutte le cugine e sicuramente ha fatto il culo anche a sua sorella, poi crescendo ha aperto il sedere anche alle nipoti. Invece tu sei arrivata a quest’età ancora vergine!
- SCIAFF,… Ahia!
Non appena la stronza terminò di sculacciarmi, i due bastardi dopo avermi slegata mi misero in una tinozza piena di acqua fresca. Il contatto con l'acqua mi dette un immediato refrigerio. Incominciai a sciacquarmi, mentre ero intenta a pulirmi sentii l'intestino borbottare e avvertii l'impellente bisogno di evacuare. Tutta l'aria che mi avevano pompato nelle viscere pensò bene di uscire con una lunga scoreggia provocando una lunga serie di bolle nell’acqua. Avendo perso il controllo dello sfintere insieme all'aria vidi uscire anche sperma e feci. A quel punto, considerato che il mio orgoglio era andato a farsi friggere, mi lasciai andare scaricandomi completamente. La megera portò insieme ai vestiti un altro catino con nuova acqua fresca una saponetta e un asciugamano. Mentre continuavo a pulirmi, i due fratelli dissero:
- Fai sapere al tuo amico che se fra sette giorni non paga è meglio che scappi in Patagonia. Quanto a te se solo provi a denunciarci sappi che dovunque ti nasconderai ti troveremo e, dopo che ci saremo sollazzati con il tuo corpo ti daremo in pasto ai maiali.
Invece quando avrai smaltita la rabbia per la violenza subita, se per caso volessi ripetere l’esperienza, sappi che il mio cazzo è sempre disponibile a darti una bella ripassata.
Rivestirmi fu un’impresa; lo feci in piedi perché non potevo assolutamente sedermi. Che errore fu rimettermi il perizoma. La sottile striscia di stoffa strusciava proprio dove ero stata brutalizzata. Avevo lo stimolo di fare la cacca e ogni volta che alzavo i talloni per camminare la contrazione dei glutei faceva aumentare il dolore. Piangendo avanzavo lentamente a gambe larghe strusciando i piedi: sembravo una paperella! Avevo il trucco sfatto e il viso arrossato e pieno di lacrime, giunta all'ingresso del campo incontrai un ragazzo sul motorino. Vedendomi camminare a papera si fermò a guardarmi e, quando gli passai accanto, disse sorridendo:
- Che hai fatto?
- Mi hanno violentata!
- Capirai che novità qui dentro, tu piuttosto perché sei qui? Che sei venuta a fare? Per caso sei una delle nuove?
- Siete degli schifosi bastardi!
- Questo è poco ma sicuro e da come cammini direi che ti hanno fatto la festa, sicuramente devi averli fatti incazzare se ti hanno ridotto in questo stato!
- Te l'ho detto sono stata violentata e stuprata nel peggiore dei modi!
- Eeeeehhhh non farla tanto lunga per qualche cazzo che avrai preso!
- Che ne sai tu, mi hanno sodomizzata e ero vergine!
- Incredibile,... veramente non l’avevi mai preso in culo?
- Si perchè è una cosa sporca, dolorosa e contronatura.
- Ora capisco perché cammini male, ti hanno appena sverginato il sederino e se a farlo è stato mio cugino con il suo cannone, ti avrà sicuramente rotto il culo sbrindellando l’ano.
- Mi fa male,... brucia da morire,... mi sembra di averlo ancora dentro!
- Non te la prendere e smettila di piangere lo sapevi pure tu che prima o poi sarebbe successo, c’è sempre una prima volta per tutto!
- Si però io non lo volevo fare! Quei bastardi mi hanno costretta, ho lottato per evitarlo ma non c'è stato niente da fare, aiutati dalla madre mi hanno legata su una sella e, senza pietà, me l’hanno infilato nel sedere a forza facendomi strillare e piangere dal dolore!
- Guarda il lato positivo, hai sofferto, hai pianto ma adesso è finita e hai superato il trauma della prima inculata.
- È stato tremendo, la testa del capoccione era talmente larga che per farla entrare quello stronzo spingeva e arretrava dandomi delle botte dolorosissime che mi facevano urlare. Credevo di morire ma lui, imperterrito, ha continuato in questo modo fino a quando non l’ha infilato tutto. Il peggio però doveva ancora venire perché l’altro stronzo facilitato dalla dilatazione del buco appena deflorato, è riuscito a farci passare la sua mazza da baseball aprendomi in due come una pera matura.
Non so come sia stato possibile, so solo che per farlo mi ha fatto strillare come un aquila! Mi ha sodomizzata con cattiveria entrando e uscendo dal buco violentemente. Me l’ha proprio sfondato, adesso ho una caverna al posto dell’ano e ho tanta paura che non si richiuderà più!
Tranquilla, è normale, tra qualche giorno tornerà a posto, in fondo è come avere un paio di scarpe strette che non puoi utilizzare perché ti fanno male, le porti dal calzolaio, te le mette in forma e una volta slargate le puoi calzare senza problemi. Tu avevi il culo stretto e non l'adoperavi, mio fratello te l’ha messo in forma e adesso che l’ha allargato lo potrai utilizzare senza problemi.
- Se la cosa può consolarti sappi che la prima volta è sempre così, è dolorosa ed è normale piangere e soffrire! Avresti dovuto sentire come strillava mia cugina quando glielo abbiamo rotto! Pensa che il servizio glielo abbiamo fatto io e suo fratello. Lui la teneva ferma mentre io la inculavo! Non le abbiamo nemmeno dato il tempo di riprendersi che ci siamo scambiati le parti. C’è da dire però che lei aveva 13 anni e noi 16!
Tu che cazzo aspettavi a prenderlo, dovevi proprio venire qui per dare via il culo? Col senno del poi hai fatto bene perché ti sei fatta sverginare da uno specialista. Sapessi a quante verginelle ha fatto la festa, tu sei solo l’ultima a cui ha rotto il culo.
Se le ragazze che cadono nelle sue grinfie immaginassero che il futuro che gli prospetta è una vita da mignotta scapperebbero a gambe levate. Invece le gambe sono costrette ad aprirle per prendere il suo cazzone. Come una medicina glielo somministra più volte al giorno, prima e dopo i pasti soprattutto per via orale e rettale. È talmente bravo che anche i magnaccia della zona si rivolgono a lui quando hanno nuove puttanelle da svezzare.
Per abituarle alla sodomia, dopo averle esaminate, apre il culo alle vergini e a quelle che rifiutano di farsi inculare facendole salire e scendere in continuazione dall’inculatoio dove ben sai quello che succedde. Quando riescono a prenderlo senza fiatare vuol dire che il rodaggio è finito e il culo è pronto per essere scopato e le restituisce al pappone che non vede l’ora di farle lavorare.
Ha una vera passione per il culo, specialmente per quelli vergini come il tuo.
Se escludiamo sua madre si è inculato tutte le donne del campo compresa sua sorella.
Però, visto che non sei una puttana da spedire sul marciapiede, devi averli fatti incazzare di brutto se non si sono accontentati di scoparti ma hanno fatto anche a te il buco da mignotta.
- Purtroppo uno stronzo di un amico aveva un debito con loro e mi ha portato qui senza avvertirmi dei rischi che correvo, probabilmente lo ha fatto apposta per evitare di farsi picchiare!
- In questo caso, visto che non te la sei cercata, cerca di vedere il lato positivo: sicuramente se ti avesse sverginata un cazzo normale avresti sofferto di meno ma lo sfintere ti avrebbe dato sempre problemi, invece adesso che te l’hanno spaccato non avrai più problemi.
Purtroppo l'ano ti brucerà ancora per qualche giorno e finché le emorroidi non si sgonfieranno quando andrai di corpo ti sembrerà di cacare una palla di fuoco.
Ti darei un passaggio con il motorino ma mi sa che per tutta la settimana ti conviene prendere l'autobus perché avrai difficoltà a sederti e tanto più a poggiare le chiappe sul sellino.
A proposito, visto che ormai il culo te l’hanno aperto, incomincia a usarlo! Sono sicuro che il tuo ragazzo non vede l'ora di inchiappettarti! Fallo contento e comportati come se non l’avessi mai fatto, continua a fare la smorfiosa, digli che hai paura di sentire dolore e accetta di farlo solo se ti promette di mettere dentro solo la punta e di sfilarla se dovesse fare troppo male.
Il resto verrà da solo, agita mani e piedi e strilla al momento giusto e penserà di averlo sverginato! Se poi aspiri all’Oscar puoi sempre farti uscire un bel paio di lacrimoni quando te lo caccerà dentro fino alle palle. Stai sicura che non riceverai la statuetta ma un bel regalo te lo farà di sicuro quando, dicendogli che ti ha fatto male e ti ha fatto soffrire, crederà di essere stato il primo!
Adesso ti saluto e benvenuta fra le rotte in culo!
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