06 - Violentata dagli zingari

di
genere
dominazione

Mi chiamo Alessia, ho trent' anni, vivo a Roma e come lavoro faccio l'estetista. Voglio raccontarvi la brutta storia che mi capitò qualche anno fa quando appena finite le superiori e nell’attesa di capire cosa fare nella vita, bighellonavo tutto il giorno senza decidere se continuare a studiare o andare a lavorare. Fumavo erba ma dato che i soldi per comprarla erano pochi, adoperavo la mia bellezza per averla gratis circuendo il mio spacciatore. Il poveretto aveva perso la testa per me ma, da vera stronza, non mi concedevo. Non gliel’avevo ancora data, e ogni giorno dovevo difenderla dai suoi assalti.
Oltre a grandi pomiciate gli facevo delle interminabili seghe facendolo venire con la mano.
Non ero vergine, la festa me l'aveva fatta un bolognese di 25 anni in campeggio a Milano Marittima ma a lui avevo fatto credere di essere ancora intatta per non dargliela. Non mi piaceva e stavo con lui solo per motivi di convenienza. I suoi amici mi avevano soprannominato " la profumiera" perchè gliela facevo solo annusare. Mario, questo era il nome dello spacciatore, era riuscito a ottenere da me solo un pompino quando il mio debito era diventato enorme e stava per mollarmi.
Una mattina mentre eravamo in macchina a fumarci una canna, vidi che era veramente preoccupato per via del fatto che gli avevano rubato una busta di fumo che doveva ancora pagare agli zingari che in zona gestivano lo spaccio e la prostituzione. Sapeva che non avrebbero creduto alla storia del furto e che, in ogni caso, avrebbero preteso di essere pagati. Aveva paura di andare da loro per spiegare la situazione e mi chiese di accompagnarlo sperando che con me accanto non lo avrebbero strapazzato. Non potendo rifiutare lo accompagnai stando ben attenta a non indossare abiti provocanti; scarpe da ginnastica, leggins neri con sopra una camicia di jeans di mio fratello talmente larga e lunga da nascondere alla perfezione tette e culo e per finire legai i capelli per non esibire la mia folta chioma bionda. Il campo Rom si trovava sotto un ponte dell'autostrada. Scendemmo dalla macchina e, guardati con sospetto, ci dirigemmo verso una grande roulotte priva di ruote appoggiata su blocchi di tufo. Varcata la soglia capii subito che per me si sarebbe messa male.
- Ciao Mario come stai? Chi è ‘sta puttanella che te sei portato dietro?
Mario da vero codardo non replicò all'offesa; balbettando raccontò la storia del furto e come intendesse risarcirli. Nella roulotte c’era anche la madre dei due fratelli, una donna di mezz’età con l'aria da mignotta navigata. Dopo averlo preso a schiaffi, quello che doveva essere il capo, afferrandolo per i capelli gli sputò in faccia dicendo:
- "A brutto fjio de 'na mignotta! Che pensi de venì qua a cojonacce co' ste stronzate! A me delle fregnacce che racconti non me ne frega n'cazzo. Te do tempo 'na settimana e poi, se non me porti i soldi, te vengo a cercà e te strappo tutte le unghie delle mani! Hai capito bene"?
- Si,... si,... balbetto Mario, non ti preoccupare pagherò tutto come sempre.
- Bene mo levete da li coijoni che me voglio spupazzà sta bella bambolina che c’hai portato come acconto su quello che ci devi!
Con un calcio in culo Mario fu cacciato fuori dalla roulotte. Quello stronzo cercò di spiegare che non c'entravo niente e che mi dovevano lasciar stare ma appena l'altro fratello minacciandolo con la pistola gli fece capire di sparire, scappò via come una lepre.
- Guardate, dissi impaurita, non so niente di tutta questa storia, sono un’amica di Mario e l’ho solo accompagnato.
- Mi sa tanto, amica di Mario, che adesso vieni qua e ci fai un bel pompino!
Impaurita da quelle parole, cercai di scappare ma la megera mi fece lo sgambetto facendomi cadere.
- Dove vai troia, se mio figlio dice di succhiare cazzo tu succhi cazzo.
Urlando cercai di divincolarmi ma un violento manrovescio mi fece desistere. Uno dei due che chiamerò il biondo tirò fuori il cazzo e me lo mise davanti alla faccia.
- Forza ragazzina datti da fare, apri la bocca e inizia a ciucciare. Tremando dalla paura iniziai il pompino, l'uccello puzzava di piscio da far vomitare. Capii subito che non voleva un pompino ma voleva scoparmi la bocca. Non riuscivo a respirare, quello stronzo mi bloccava la testa per spingermelo in gola facendomi vomitare bava e succhi gastrici che uscendo all'improvviso finivano sul cazzo e sulla faccia. Il bastardo lo tirò fuori un attimo ma solo per darmi una sberla:
- Fai attenzione ai denti, se mi graffi te li faccio saltare!
In vita mia non avevo mai ricevuto uno sberla così forte, la guancia mi bruciava. Continuò a scoparmi la bocca incurante delle lacrime e dei lamenti fino a quando…
- Ssiii... daiiii... vengo! Sborroooo... aaaaaahhhh!
Una fucilata di sperma mi riempì la bocca. Stavo per sputare quando la megera, che aveva assistito divertita, disse:
- Puttana vedi di non sputare, hai già sporcato abbastanza, manda giù o ti frusto la fica con le ortiche!
Il sapore dello sperma non mi è mai piaciuto, di solito sputo, ma controvoglia fui costretta a inghiottire.
Intanto l'altro fratello con i capelli mori si era spogliato mostrando un cazzo enorme con una cappella mostruosa talmente larga che sembrava quella di un fungo porcino!
- Su fai la brava e mostraci cosa nascondi sotto questi stracci! Facci vedere come sei fatta!
Cercai di sgattaiolare ma quella stronza della madre m’immobilizzò. I due dopo avermi tolte le scarpe, mi sfilarono i leggins lasciandomi con l'unico indumento che non pensavo venisse visto: il perizoma.
-’Anvedi che mutande da troja che c'ha ‘sta ragazzina!
- Ragazze italiane tutte troie - disse la megera - non puttane come noi che la diamo per soldi!
- Forza dolcezza non fare la smorfiosa e mostraci la passera.
Mi stesero sul tavolo, la vecchia mi teneva ferme le braccia mentre mi dibattevo come un'anguilla per evitare di farmi scopare. Ero immobilizzata sul tavolo e nonostante cercassi d’impedirlo, mi sfilarono mutande e reggiseno..
- Ehi!... Guardate che meraviglia! Fra tante fiche depilate abbiamo trovato una topina bionda con la chioma curata come se fosse appena uscita dal parrucchiere! Chissà per chi se la sarà tirata a lucido!
Mentre uno mi palpava le tette, l’altro cercava di aprirmi le gambe che, con la forza della disperazione, cercavo di tenere chiuse.
- Scalpita... scalpita pure cavallina... adesso vedrai che bel servizietto ti facciamo!
Sentii una mano insinuarsi con prepotenza tra le cosce, accarezzandomi il sesso; provai a tirare indietro il bacino per sottrarmi a quel contatto ma non ci riuscii.
- Forza bellezza non ti ribellare,... da brava apri queste cosce!
La mano continuava a massaggiare la vagina e lo sfregamento sul clitoride iniziava a produrre i suoi effetti; ero a disagio perché non volevo dare l’impressione di essere una delle tante zoccolette sempre pronte a farsi scopare.
Il cazzo che stavo per prendere, oltre a essere enorme, era anche duro come l’acciaio, sicuramente mi avrebbe sbrindellato la topina che, oltre a essere entrata in attività da poco, non era nemmeno abituata a quelle dimensioni.
Il moro era riuscito a aprirmi le cosce mettendocisi in mezzo; ero terrorizzata. Se l’era scappellato tirando indietro la pelle del prepuzio e godeva nel vedere la paura disegnata sul mio volto alla vista di quel glande gigantesco. Iniziò a strusciare l’enorme cappella sulla patata allargando le piccole labbra a ogni passaggio; ero tesa come una corda di violino aspettando da un momento all’altro la stoccata decisiva con la quale mi avrebbe penetrata.
-La senti la cappella? È di tuo gradimento o pensi che sia troppo grande per la tua fichetta? Mi sa tanto che l’aprirà come una pesca matura!
Finito lo sfregamento la posizionò al centro della fessura iniziando a spingere. Sentivo che quel mostro aveva bisogno di spazio per entrare e premendo lo stava creando. Quell’enorme testa di cazzo la stava dilatando facendomi vedere le stelle. Inutilmente provai a stringere le gambe indietreggiando con il bacino per cercare di non farlo entrare, ma fu tutto inutile. Continuava a spingere, spingeva sempre con maggior forza e non potei fare a meno di strillare quando la cappella riuscì a entrare; piangevo e strillavo mentre quella trave mi dilatava.
- Stai ferma, hai la passera talmente stretta che devo forzare per entrare.
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
- Noo! Non voglio! Bastardo... bastardo, non voglio! Maledetto, siete dei figli di puttana. Mi rompi, mi fa male! Ahia!
Piangevo a dirotto. Quando ritenne di avermi penetrata a sufficienza iniziò a scoparmi.
- Basta! Basta! Mi uccidi! Mi fa male!
- Cazzo se sei stretta, rilassati e la lasciala aprire e vedrai che tra poco, passato il dolore, inizierai a prenderci gusto. Sono sicuro che ti farò zampillare come una fontana! Di la verità che un cazzo così grande non lo hai mai preso, senti come riempie bene la fica! Ti assicuro che di queste dimensioni se ne trovano pochi e sono anche dolorosi da prendere ma vedrai che fra qualche strillo riuscirai a prenderlo tutto.
Aveva ragione, non pensavo che esistessero cazzi così grossi e il suo mi stava massacrando; la sentivo piena, non era il fodero adatto per quelle dimensioni. Il cazzo che mi aveva sverginata mi aveva fatto meno male.
Oltre a dilatarla, era talmente lungo che a ogni spinta sbatteva contro l’utero facendomi sobbalzare. Quello che mi faceva maggiormente incazzare, oltre al dolore, era la sensazione di impotenza che provavo mentre ero costretta a prenderlo con la forza.
Speravo che il tormento finisse presto ma purtroppo non fu così. Come si accorgeva che stava per raggiungere l'orgasmo si fermava un attimo tenendolo dentro. A volte lo sfilava completamente per ritardare l'orgasmo, faceva di tutto per prolungare la scopata. Per mia fortuna non riuscì a controllarsi e mentre mi scopava come un forsennato, mi riempì di sborra senza nemmeno preoccuparsi delle conseguenze. La fica bruciava da morire, era rimasta spalancata e avevo la sensazione di avere un forno in mezzo alle gambe. Per un attimo mi illusi che era tutto finito e mi avrebbero lasciata andare ma il biondino che aveva goduto con la bocca era di nuovo a cazzo dritto e voleva scopare; prese il posto del fratello e, sollevandomi le gambe fino a farmi poggiare i piedi sulle sue spalle, iniziò a accarezzarmi la fica con la cappella. Questo sfregamento fece si che lo sperma lasciato dal fratello uscisse fuori sporcandogli il pisello:
- Mamma che schifo! Non voglio mettere il cazzo qui dentro!
Quella stronza della madre fu svelta a suggerire il rimedio:
- Se non vuoi sporcare cazzo, usa l’altro buco!
Oddio mi voleva inculare! Dietro ero vergine, non sopportavo neanche le supposte, mi avrebbe sfondata.
Urlando mi divincolai scendendo dal tavolo nella speranza di fuggire ma fui subito bloccata. Ingaggiai una vera e propria lotta per cercare di salvare il culo.
Quella zingara di merda che aveva suggerito di sodomizzarmi trovò anche la soluzione:
- Buoni figli questo posto troppo piccolo! Non adatto per farle il culo! Portare nella stalla.
Il moro che mi aveva appena scopato mi prese in spalla e uscì dalla roulotte.
- Zingari di merda! - urlai - non potete farmi questo.
Cercando di liberarmi prendevo a pugni la schiena e il sedere dello zingaro. Ero coricata sulla sua spalla vestita solo con la camicia che, stando a testa in giù, a malapena copriva il sedere. Attraversando il piazzale incrociammo un altro zingaro che vedendo la scena si mise a ridere.
- Salve cugino, questa bella zoccoletta da dove è spuntata?
- E' un regalo di un amico che mi deve dei soldi.
- Non gli dia retta, per favore mi aiuti perché mi stanno violentando! Uno mi ha costretta a prenderlo in bocca e, non contento, me lo ha cacciato in gola facendomi vomitare anche l’anima. Quando è venuto ho dovuto pure ingoiare per non morire soffocata.
L’altro mi ha sfasciato la micetta per la brutalità con cui mi ha scopata e per le dimensioni asinine del suo uccello.
Non contenti adesso mi vogliono sodomizzare,… mi aiuti, per favore ho paura,… non l’ho mai fatto,… non voglio!
- Come scalpita però, posso darle un’occhiata?
- Certo accomodati ma stai attento, è andata in crisi come ha capito che l’avremmo inculata.
Il cugino, avvicinandosi, mi sollevò i capelli per vedermi in faccia:
- Bel visino, occhi bellissimi e che boccuccia, chissà che pompino da favola ti avrà fatto!
- Non ti voglio deludere ma con la bocca non sa fare un cazzo. Deve migliorare, è ancora acerba e non ha esperienza.
Capii che dal cugino non avrei ricevuto nessun aiuto anzi, quello stronzo mi stava accarezzando le cosce e alzando la camicia mise ben in mostra fica e culo.
Come se fossi un animale, mi palpò il sedere toccando la fica poi, non contento, inserì un dito dentro facendomi sobbalzare.
- Ehi,... ma è piena di sperma!
- Non hai sentito che ha detto la ragazza? - disse il moro - ho appena finito di scoparla,... la fica sarà per forza piena di sborra.
Il bastardo del cugino con l'indice bagnato di sperma volle saggiare anche l'altro buco. Divaricando le chiappe con una mano con l’altra, senza nessuna grazia, infilò un dito nel sedere facendomi urlare.
- Ahiaaaa! Che cazzo fai brutto maiale! Toglilo immediatamente! Stronzo bastardo!
Cercavo di sottrarmi a quella profanazione ma il porco continuava a spingere. Sebbene mi agitassi come una serpe non riuscivo a sfilarlo. Il risultato fu di ritrovarmelo infilato nel retto fino alle nocche.
-Mmmmmhhhh,… - disse il bastardo - la ragazza non mente, ha il buchino chiuso; è talmente stretto che è bastato un dito per farla strillare. Ci credo che è in preda al panico, è terrorizzata dall’idea di farselo sverginare.
- Ahia mi fai male, toglilo!
- Fai silenzio, risparmia il fiato, ti servirà per strillare quando te lo romperanno.
La prima inculata non è mai piacevole, c’è poco da godere e tanto da soffrire, poi col tempo ti abituerai e dopo un po' inizierai anche a godere.
Sfilò il dito dal sedere e mettendomelo davanti alla bocca disse:
- Bambolina non credo che quella boccuccia non sia capace di fare pompini! Chissà quel bruto cosa ti avrà fatto! Fai la brava, succhia questo dito come se fosse un cazzo e dimostra a mio cugino che si sbaglia!
- Sei matto! Lo hai appena sfilato dal culo e sarà anche sporc...
Non mi fece nemmeno finire la frase, tirandomi per i capelli mi cacciò il dito in bocca facendomelo arrivare in gola. Una volta dentro, con l'altra mano, mi torse il capezzolo facendomi urlare.
-Se quando lo tiro fuori non è pulito, te lo stritolo!
Piangendo leccai il dito cercando di non pensare a dove era stato infilato. Solo allora il bastardo allentò la stretta sul capezzolo.
- Dove la state portando?
- Caro cugino hai centrato il problema, questa ragazza fa la schizzinosa e non si fa sodomizzare perché ha paura del dolore. Dato che finora nessuno è stato capace di inchiappettarla, e con le buone non lo vuole prendere, la stiamo portando nella stalla per farle il servizietto. Scalcia peggio di una puledra selvaggia che non ne vuol sapere di farsi montare, pertanto va assolutamente domata.
Chi le ha fatto il tagliando le ha stappato la fica ma non le ha sverginato il sedere e lei, in tutto questo tempo, ha visto bene di non farselo aprire.
Se avessero fatto le cose per bene a quest’ora non sarebbe una demivierge e, certamente sofferendo, sarebbe riuscita a prendere in culo anche il mio.
Purtroppo non è la prima e non sarà l’ultima che rifiuta la sodomia e per farle capire che il culo deve essere sempre disponibile le faremo lo stesso trattamento che solitamente riserviamo alle nuove troiette prima di mandarle a battere.
Si sa, con le verginelle è sempre la stessa storia: oltre a farglielo entrare in culo, bisogna farglielo entrare in testa: il cazzo va preso dappertutto.
- Ben detto cugino e chi meglio di te può insegnarglielo? Sono sicuro che al termine della lezione la zoccoletta fra le chiappe non avrà più il forellino da signorina ma un buco largo come quello di una signora navigata.
- Ragazza mia non potevi scegliere posto migliore per fartelo sverginare, mio cugino è un vero esperto e davanti a un culo da forare non si tira mai indietro. Con il cazzo largo, lungo e duro che si ritrova, non avrà nessuna difficoltà a aprirtelo. In più è un vero bastardo e non si farà impietosire dalle tue grida quando lo supplicherai di smettere. Questo giorno rimarrà per sempre nella tua mente e al solo ricordo ti ritroverai a stringere le chiappe.
Ascolta, soffrirai e sentirai dolore perché prenderlo nel culo la prima volta è doloroso, se vuoi toglierti il dente senza soffrire più del necessario non ostacolarlo, strilla pure quanto vuoi ma non stringere, devi spingere come se andassi di corpo.
La cosa più dolorosa è far entrare la cappella perché è più larga e lo sfintere si deve dilatare al massimo. Una volta dentro però non pensare che sia finita perché durante l’inculata esce e rientra di continuo facendoti vedere le stelle. L’unica cosa che puoi fare è tenere l’ano rilassato augurandoti che finisca il prima possibile.
- Parole al vento caro cugino, le vergini come sentono la cappella premere sul buco stringono lo sfintere illudendosi di evitare la sodomizzazione. Vedrai che anche lei non farà eccezione tanto più che da quella parte è più chiusa di un’ostrica.
Piangevo a dirotto! Non avevano il diritto di farmi questo. Mi consideravano come una vacca da portare al toro.
Dopo aver attraversato il piazzale entrammo in un locale dove al centro stazionava un cavalletto con sopra una sella.
Cercavo disperatamente di liberarmi dalla loro presa scalciando e divincolandomi con tutta la forza. Aiutati dalla madre cercavano in tutti i modi di farmici salire.
Capii subito che quella sella altro non era che il patibolo sul quale sarebbe stato giustiziato il mio culo.
- Stai buona e sali sulla sella che sicuramente avrai già capito a cosa serve: noi la chiamiamo l’inculatoio ed è qui sopra che rompiamo il culetto alle verginelle come te. Qui sali vergine e scendi rotta in culo.
Una volta salita mi fecero piegare il busto in avanti e legandomi polsi e caviglie alle quattro gambe mi immobilizzarono. Per costringermi a tenere il culo in alto mi schiacciarono la pancia sul cavalletto con una cinta di cuoio.
- Ecco fatto, adesso non rimane che sverginare questo bel culetto.
Non potevo muovermi, con le cosce divaricate e il culo a papera i miei buchi erano a loro completa disposizione. Con le mani saggiava la consistenza del sedere.
- Hai proprio un gran bel paio di chiappette strette e sode, tutte da spacchettare.
Ero consapevole che prima o poi sarebbe successo ma non avrei mai immaginato che per farlo mi avrebbero violentata.
Non potevo accettare che mi facessero la festa in questo modo; era intollerabile che contro la mia volontà uno zingaro di merda fosse il primo a incularmi. Toccava a me scegliere modi e tempi e soprattutto chi mi avrebbe sodomizzata. L’ano non avrebbe resistito alla penetrazione di quel cazzo asinino che sicuramente l’avrebbe rotto facendomi sanguinare.
La megera che li aveva aiutati a bloccarmi mi allargò le natiche mettendo in mostra il buco da profanare; l'ano era di un colorito nocciola e dal forellino puntiforme partivano dei raggi che lo facevano somigliare a una stella.
La vecchia prese del grasso e iniziò a spalmarlo sul buco prima all’esterno, poi facendo pressione anche all'interno inserendo completamente il dito dentro.
- Ahiaaa! Che cazzo fai brutta stronza!
- Ringraziami invece di strillare, il buco è talmente stretto che sarà difficile farci entrare il cazzo!
Che stronza, i figli si apprestavano a deflorarlo e lei si preoccupava per loro.
Oltre al dolore dovevo sopportare la vergogna di farmi profanare in quella parte così intima e delicata dalle dita di quella zingara.
Ero terrorizzata per quello che stavano per farmi! Era stato doloroso prenderlo davanti e sapere che stavano per infilarmelo nel sedere mi faceva rabbrividire.
Scoppiai a piangere implorando di risparmiarmi ma fu tutto inutile. Mentre singhiozzavo sentii che il biondo strusciava la cappella fra le chiappe.
- Coraggio dolcezza non prenderla così, prima o poi tocca a tutte!
C’è sempre una prima volta. Lo devi fare, prima succede e meglio è. All’inizio fa male ma poi passa, credimi. La cosa incredibile è che finora nessuno si sia preso la briga di inchiappettarti: il tuo ragazzo deve essere proprio un coglione se ancora non te l’ha fatto. Vorrà dire che adesso ci penso io a inaugurarlo.
- No, non lo fare,... non voglio,… ti prego non farmi male!
- Lo so che non vuoi e che hai paura ma lo devi prendere e lo farò pure con molto piacere perché non c’è niente di più gustoso che rompere il culo a una verginella, soprattutto se non vuole: a te farà male ma a me piacerà da morire.
-No,… noooo,… perché a me,… cosa ho fatto di male!
-Vedrai faremo presto, in fondo devo solo aprirti l’ano, quattro spinte, un po’ di urla e da vergine passi a rotta in culo. Alla peggio sanguinerai un po’ ma se collabori e rimani calma sentirai meno male e mi farai fare meno fatica.
- Il bastardo allargate le chiappe sputò sul buco centrandolo in pieno e, utilizzando anche lo sperma che usciva dalla fica, lo lubrificò ulteriormente ogni volta che infilava le dita nell’ano. Ci siamo pensai fra me e, nel momento in cui si accingeva a incularmi, il fratello mi costrinse a prenderlo in bocca.
- Da brava prendi il ciuccio e succhia che con la bocca tappata le urla si sentono meno ma attenta a non mordere altrimenti ti sfregio! Smettila di lamentarti perché ti stiamo trattando con tutti i riguardi! Te l’abbiamo unto e ti sverginerà il cazzo più piccolo.
- Allora sei pronta?
- NO,… NO,…. NEL CULO NO!…
- Vi prego ho tanta paura, dietro non l’ho mai preso e sono stretta,… non voglio!
- Si… Si,… nel culo si,… proprio perché non l’hai mai fatto, ora lo prendi!
- No! Davvero non mi entra,… non posso prenderlo, mi farà male!
- Si che ci entra zoccoletta!
- Nooo!… Nooooo,… per favore non farlo,… ti scongiuro desisti, mi uccidi con quel coso!… Non potrà mai entrare è troppo grande!
- La prima volta dite sempre così ma vedrai come lo prenderai tutto, voi verginelle non avete la minima idea di quanto possa dilatarsi e poi è ora che inizi a usarlo, quindi stai zitta e non fare capricci.
Fregandosene delle mie preghiere mi allargò per bene le chiappe appuntando l’enorme cappella sull’inviolato buchino stretto e contratto per la paura. Presagendo il pericolo iniziai a gridare come un‘ossessa:
- NOO!… NON VOGLIO!… TI PREGO NON LO FARE HO PAURA!
Lo stronzo iniziò a spingere cercando di infilarlo: era un impresa difficile perché la verga era grossa e il buchetto incredibilmente stretto e serrato. In quel momento di dolore ebbi la conferma che non esageravano affatto le amiche che l’avevano già preso dicendo che la prima volta, quando te lo sverginano il dolore è atroce.
- AHIAAAAA!… AHIAA!… Mi stai facendo male! No!… Non voglio!… AHIOO!
Fare entrare un cazzo così grosso in un culo restio a farsi penetrare non era cosa facile. Stringevo le chiappe e lo sfintere per impedirlo ma il bastardo non arretrava di un millimetro.
Piango, urlo, lo maledico, il dolore cresce insieme al bruciore, diventa insopportabile, sto quasi per svenire…
- Urla pure,... lo so che fa male ma tanto entro lo stesso e più gridi e più mi diventa duro! Smettila di stringere che non fai altro che peggiorare la situazione, rassegnati e lascialo entrare!
Sentivo il glande premere sulla corolla nel tentativo di farla cedere, stringevo lo sfintere per non farlo entrare ma lui spingeva ancora con più forza.
-Tanto non scappi ragazzina, fai lunghi respiri e rilassati che sta per entrare, dammi retta, smettila di resistere che ti fai male
- Dai che sta cedendo,… uno,… due,…
La cappella si era incuneata ma non riusciva a progredire nonostante lo sfintere fosse dilatato al massimo. Lo stronzo però era un esperto e astutamente, approfittando dell’attimo in cui mi rilassai per riprendere fiato, con un colpo di reni vinse la resistenza dello sfintere facendo penetrare la cappella!
- … e tre,… STACK!
- AHIAAAA!... CHE MALEEE!… AAAGGHHHH!… È TROPPO GRANDE! FERMO, MI SPACCHI! - urlai sentendomi lacerare -.
- Ecco fatto, la cappella è entrata!
Il dolore era veramente atroce mi sentivo squartata, immaginavo di essere una strega condannata all’impalatura.
In quell’istante capii il significato dell’espressione “spaccare il culo”!
- TOGLILOOO!… MI SPACCHI!… MI FAI MALEEEE!
- SCREEK!
- AHIAAAAAA!… NOOO!… NOOOO!… NON SPINGERE!
Un altro colpo e il glande riuscì a superare anche lo sfintere interno. L’ano si richiuse dietro la corona della cappella stringendola in una morsa quasi a volerla strangolare.
- AHIIAAAA!... TOGLILOO!… FA MALISSIMOOO!…BRUCIAAA!
-Buona, buona… ormai è dentro, il più è fatto!
Il bastardo che mi aveva infilzata si rivolse alla madre dicendo:
- “A ma' c’avevi ragione,... sentissi quanto strigne il culetto de sta' verginella,... me lo sta' a strizzà! Mo’ ch’è ‘ntrato tocca faglielo pià tutto e finì de sverginalla!
- AHIAAAAA!... PIANOOO!… ARGHHHH!
Era il primo cazzo che prendevo nel sedere e ero terrorizzata perché continuava a entrare.
Stringevo il culo a più non posso per non farlo avanzare.
- TI PREGO,… NON LO METTERE TUTTO!… FERMATI!
- Sta bona,… non strigne e nt’agità che deve entrà tutto!
- NO,… NOOO!… FERMO!… CHE MALEE!… AIAAAAHHH!
- Rliassati,… non devi resistere che ti fai male,… spingi in fuori e fallo entrare!
- NON RIESCO A RILASSARMI,… NON RIESCO A SPINGERE!
- Fai un po’ tu ma lasciami fare, tanto t’inculo lo stesso anche se non collabori.
-NO!… NOOOO!… NON VOGLIOOO! AHAHAH!
- Calmati,… non farti prendere dal panico, tanto non puoi far niente. Se credi di evitare l’inculata continuando a stringere ti sbagli di grosso, ti fai solo male, cerca invece di collaborare perché siamo solo all’inizio e dentro hai solo la cappella.
Dopo ogni spinta allargava le chiappe per rimettere a posto l’ano che s’introfletteva nel retto durante la penetrazione.
- Se continui a stringere sono costretto a forzare e è peggio per te!
- AHIOO!,… TI PREGO FERMATI,… QUANTO CE N’HO DENTRO?
- Un po’… ma il più deve ancora entrare; dammi retta fai un bel respiro, trattieni il fiato e premi in fuori. Vedrai che così facendo l’ano si dilata e in un attimo è tutto dentro.
-AHIA!… AHIAAAA!… PIÙ PIANO!… MI SQUARTA!… TI PREGO ESCI…!
-Se lo tiro fuori è peggio perché devo ricominciare tutto da capo. Dammi retta, a stringere così ti fa solo più male, rilassati e sarà tutto più facile.
Il dolore era tremendo! L’ano, sicuramente lacerato, si stava allargando spaventosamente e, a forza di spingere, sentivo l’asta avanzare inesorabilmente.
- Allarga le chiappe,… STUMP!
- AHIAA!
- Fai un profondo respiro e premi,… ZAK!
- AAAGGGHHH!…
- Rilassati,… spingi in fuori l’ano,… SCREEK!
- AAARGH,… BRUCIAA!… È TUTTO DENTRO?
- Coraggio non senti che forza?… STOCK! Apri questo culo!
- BASTAA!... BASTAAAA!... MI FA MALEEEE!
Guardandomi di profilo sembravo una porchetta allo spiedo: con un bastone che entrava dal culo e usciva dalla bocca procurandomi conati di vomito.
-BASTA COSÌ,…TI PREGO FERMATI,… NON ANDARE OLTRE!
- Ma l’hai capito o no che deve entrare tutto?
- BAM! Che culetto stretto,… stringi i denti che è quasi tutto dentro!
Il cazzo a forza di spinte continuava ad avanzare.
Il dolore che provavo era cento volte più forte di quello che si prova quando non si riesce a espellere un grosso fecaloma.
Gridai che li avrei denunciati, ma imperterriti continuavano nella loro violenza facendosi beffe delle mie minacce. I cazzi entravano simultaneamente in gola e nel sedere con movimenti sincronizzati. Poi all’improvviso:
-BAAM!… BAAM!
Due botte tremende mi annebbiarono la vista!
-AHIAAAAAA!! AUUGHHH!!
- Ecco fatto puttanella,… non posso andare oltre! Eri convinta che non sarebbe entrato, invece ti ho fatto fare la fine della zucchina e adesdo ti ritrovi il culo pieno di ciccia!
Non facevo altro che piangere singhiozzare mentre quei due stronzi si facevano beffe di me.
- Povera piccola,… piangi di dolore perché hai male al culetto o perché ti senti ferita nell’orgoglio per l’umiliazione dell’oltraggio subito? Certo non deve essere stata una passeggiata prendere un cazzo di venti centimetri!
Piangevo a dirotto, mi stava spaccando facendomi soffrire le pene dell’inferno e quando il dolore diventava insopportabile non potevo fare a meno di urlare. Fregandosene della mia sofferenza incominciò a sfilarlo.
Era tremendo, quando indietreggiava l’enorme cappella rivoltava l’ano come un calzino e quando lo spingeva lo faceva con una tale violenza da farlo scomparire completamente nel retto. Le cinghie con cui ero legata impedivano ogni movimento e nonostante mi sforzassi non riuscivo a sottrarmi a quel supplizio, neanche nella peggiore previsione avevo immaginato che sarebbe stato cosi doloroso.
-AHIAA!... AAUUUU!... NON SPINGERE COSÌ!… MI SFONDI,… ESCI!!!
- Allora puttanella che dici,… ti piace?
- NOO,… NON MI PIACE,… NON MI PIACE,… FA MALISSIMO!!!
- Fattelo piacere perché adesso inizia la monta. Preparati perchè farà male ma è necessario. Te lo devo allargare per agevolare le future penetrazioni: rilassati e non lo stringere.
- AHH!... MAMMA,… PIANOO!… COSÌ MI SPACCHI…!
Ignorando le mie urla iniziò a farmi il culo, in principio lentamente, poi sempre più velocemente divertendosi anche a sculacciarmi. Sarà stata la violenza con cui mi sodomizzava ma ero nel panico. Fitte terribili partendo dall’ano si propagavano in tutto il corpo fino a arrivare alla punta delle dita. Quella mazza infuocata mi stava procurando il dolore più grande della vita. Aprivo e chiudevo spasmodicamente le mani per cercare di alleviare la tensione mentre quel cazzone pulsante mi stava lacerando il retto. Continuavo a piangere urlando ad ogni affondo!
- NOO,… NON RESISTO,… CHE DOLORE,… BRUCIA!
- Ci credo che brucia… hai 20 cm di cazzo nel sedere!
-TI PREGO FAI PIANO,… FA MALE!… NON RESISTO!!!… BASTAAA!
Iniziò a stantuffarmi brutalmente con spinte violente e regolari; lo sentivo uscire fino alla punta per poi rientrare con forza fino alla radice.
Ogni tanto lo sfilava del tutto e rimaneva a aspettare che l’ano si chiudesse prima di ricacciarmelo dentro. Lo ficcava dandomi delle cappellate talmente violente che lo facevano entrare tutto dentro in un colpo solo.
-AHIAAAA!… MI SPACCHI!!!,… TI PREGO NON LO SFILARE,... LASCIALO DENTRO!
Questo stappa e attappa mi faceva morire di dolore.
- BASTA… NON CE LA FACCIO PIÙ,… BRUCIAAAAA!
- Su resisti zoccoletta,… fai la brava e fatti inculare,… urla pure se vuoi ma lasciati sfondare. Ti devi abituare, tanto per cominciare impara a dilatarlo se vuoi sentire meno dolore!
- FERMATI,… Mi UCCIDI,… SMETTILA DI ENTRARE E USCIRE!
- Taci zoccoletta, che ne sai di come si svergina un culo?
- AHIAAAAA!... tump... AHIA!!!... tump... AHIOOOO!!!
- Vedrai come cacherai bene dopo che avremo finito!
Urlavo così forte che una zingara richiamata dalle grida entrò dicendo:
- Ma che cazzo sta succedendo? Chi state scannando?
- Tranquilla è tutto a posto - rispose il moro - stiamo facendo la festa a questa zoccoletta!i
- Ma che cazzo urla,… ha svegliato mio figlio che si era appena addormentato.
- Fa i capricci,… non vuole prendere la supposta - rispose -.
- E tutti questi strilli per un inculata?
- Non ci crederai ma la zoccoletta aveva ancora il culo intonso e strilla tanto perché glielo sto sverginando.
- Adesso capisco,… le stai facendo il tagliando,… però cerca di essere meno brutale in fondo è il primo che prende!
- Ed è per questo che la sto inculando io che ho il cazzo più piccolo!
- Perché anche lui vuole inchiappettarla?
- Si, glielo sto allargando per non mandarla all’ospedale quando prenderà il suo.
- Siete due stronzi non mi sembra che sia una delle puttanelle a cui va spaccato il culo prima di farle prostituire. Ormai il tagliando glielo avete fatto, non vedo che bisogno c’è di farle pure il rodaggio!
- Perché il fidanzato ha tentato di fregarci e noi, per fargli capire che non scherziamo, gliela rimandiamo a casa col culo rotto.
Poi rivolgendosi a me:
- Ragazza mia, non so in che casino ti sei messa, ma se lui ti fa il culo per te si mette male. Se il cazzo che hai nel sedere ti fa strillare così, perderai la voce quando il palo che stai succhiando prenderà il suo posto. Credo sia inutile cercare di far riaddormentare mio figlio perché si sveglierebbe di nuovo. Ho strillato come un aquila quando mi ha sodomizzata e erano già diversi anni che lo prendevo nel sedere, non non oso immaginare quanto soffriraitu per far entrare quel siluro nel culetto appena sverginato!
In ogni modo se avete proprio deciso di farle il servizio, sbrigatevi perché vi ricordo che abbiamo altre cose da fare.
- No! Fermali ti prego! Non farmi inculare da lui, mi romperebbe! Aiutami ti prego!
- Gioia è inutile che continui a pregare perché se hanno deciso di rompertelo non c’è più niente da fare. Il tuo culo avrebbe dovuto essere aperto da tempo, l’unica cosa che puoi fare è premere in fuori per cercare di allargarlo, vedrai che la supposta scivolerà meglio e soffrirai di meno!
- No,… nooo,… ahiaaa,… non voglio,… non mi piace, mi fa male! BASTA!!!! SMETTETELA!!
- Su non insistere - disse il moro che stavo spompinando - se non le piace esci e lasciala a me, tanto quello che dovevi fare l’hai fatto. Si sa che la prima volta non è mai piacevole e, a giudicare da quanto strilla, sembra proprio che non le piaccia.
I due si scambiarono di posto e il biondo, che era appena uscito dal culo, cercò di infilarmelo in bocca. Cercai invano d’impedirlo ma un paio di schiaffi furono sufficienti a farmi aprire la bocca e poi, per costringermi a inghiottirlo completamente, iniziò a sculacciarmi:
- Tutta tua fratello, dí più non potevo fare, l’ho sverginata ma questa ragazza ha l’ano che resiste. Ci devi pensare tu a romperle il culo; se riesci a farglielo prendere senza mandarla all’ospedale sono sicuro che lo sfintere avrà finito di resistere e la troietta si ritroverà con l’ano completamente spanato.
Mentre uno diceva queste cose, l’altro si masturbava strusciando il cazzo nel solco anale.
-No,… noo,… ti prego fai tutto quello che vuoi, ma non mettermelo in culo,… ti scongiuro non farlo!
Sempre tenendomi le chiappe divaricate appuntò il pene, eccitato all’inverosimile, contro l’ano appena sverginato.
- Hai sentito cosa ha detto mio fratello? Lui sverginandoti ti ha spezzato l’orgoglio, io inculandoti ti spezzerò lo sfintere.
- No,... non farlo! È troppo grande,… mi spaccherai con quel coso!
- Sicuro, ma non me ne frega un cazzo. Adoro allargare i culetti stretti e sentire la femmina che piange e si dimena mentre il cazzo si fa strada rompendo l'anello contratto dal dolore.
Era tremendamente vero, nonostante me l’avesse sverginato, quell’enorme cappella non riusciva a entrare,… mi sembrava di ricominciare tutto da capo. Il dolore m’impediva di rilassare lo sfintere e soffrivo più di prima.
-YAAAAGGGH!… CHE MALEE!… FA MALEEE!… FERMATI!
Avevo la sensazione che mi stessero impalando su un paracarro!
- Smettila,… non stringere,… allarga le chiappe e spingi come se dovessi far uscire uno stronzo gigante!
- Ma vaffanculo,… fa un male cane! Bruciaaaaa!
Poi spinse di colpo con forza e il glande riuscì a entrare.
- AHIAAA!... BASTARDO, FIGLIO DI PUTTANA!
- Mi fai male! Aahiaaaa, toglilo, non voglio, ahiaaa che dolore, mamma aiutooo, non spingere, fermati per favore,… mi spacchi!
Cercavo di spingermi in avanti per cercare di sfilarlo ma mi prese per le spalle tirandomi indietro.
- Ti prego abbi pietà,… ritirati,… ti supplico sto morendo di dolore!
Istintivamente piegavo le dita dei piedi aprendo e chiudendo nervosamente le mani cercando così di scaricare la tensione.
- Buona che il peggio è passato, il problema era far entrare la cappella, adesso che è dentro respira profondamente e stai calma.
-AHIOOO!... AHIOOO!... esci per favore, ti prego, mi spacchi!
Indifferente al dolore e alle suppliche, dopo avermi infilzata, rimase immobile a farselo massaggiare dalle contrazioni dello sfintere che, contraendosi spasmodicamente, cercava di spezzarlo come se fosse un enorme stronzo da espellere.
- Che goduria,… è incredibile quanto stringa il tuo culetto!
-NO,… NOOO,… TI PREGO,… MI BRUCIA IL CULOOO!
- Dai fatti coraggio e lascia entrare la supposta!
Percepivo dolorosamente le pulsazioni del cazzo che dilatavano le pareti dell’ano. Dopo aver aspettato che lo sfintere smettesse di contrarsi incominciò a avanzare. Con movimenti di va e vieni lo spingeva dentro facendolo avanzare di qualche centimetro a ogni spinta. Piangevo e urlavo in preda al dolore. Mi stava dilatando molto di più di prima.
-AHIA!… AHAHAH!… MI SBUDELLI!
Stanco di sentirmi lamentare lo sfilò rapidamente lasciandomi con il culo dolorante.
- FLOOOP!
-AHIAAA!
Non credevo che anche sfilandolo mi avrebbe fatto male.
- Smettila di frignare e rassegnati! Non mi puoi privare del piacere di incularti! Devi capire che puoi godere anche in questo modo; è solo questione di tempo. Se ti fossi decisa prima non staresti a questo punto: devi abituarti, rilassati e non contrarre lo sfintere!
Sentii allargarmi di nuovo le natiche e compiaciuto disse:
- Dai che il buco un po' si è allargato.
Prendendo bene la mira, lo rimise dentro con una tale violenza e rapidità che in un attimo sentii le palle sbattere contro la fica!
- AHIAAAA!… PORCA TROIAAAAAAA!… ZINGARO DI MERDA!
Chiesi,... implorai pietà,… lo pregai di smettere,... che mi sentivo morire.
Si divertiva a tirarlo fuori per poi rificcarlo dentro così velocemente come se volesse limare le emorroidi che infiammandosi bruciavano da morire. Avevo il terrore che da un momento all’altro potessero rompersi facendomi sanguinare.
- MI FA MALE,... ME LO SPACCHI,... BASTAAA!
- Ti brucia il sederino, vero piccola? - Chiese divertita la megera!
Neanche mi avesse letto nel pensiero: bruciava eccome! Era come se avessi un tizzone rovente nel sedere. Le ripetute e impietose penetrazioni mi facevano morire dal dolore e non c'era verso di farlo fermare. In più dovevo sopportare anche l'odore pungente e il sapore acre del cazzo appena sfilato dal culo che toccando le tonsille mi provocava conati di vomito.
La vecchia zingara andò a prendere un oliatore e fece fermare il figlio.
- Fermati un attimo, ritirati lasciando dentro solo la cappella, hai il cazzo asciutto e se continui con questo ritmo fra un po’ la farai sanguinare e non ho nessuna voglia di ripulire la sella dal sangue di questa troietta.
Si preoccupava più per la sella che per il mio povero sfintere. Si mise a oliarlo mentre m’inculava.
Aiutato dall'olio il cazzo non incontrò più ostacoli; sembrava lo stantuffo di una locomotiva. Sentivo il retto compresso quando lo infilava e mi sentivo svuotare quando lo tirava fuori. Il dolore comunque non accennava a diminuire e continuavo a piangere e a singhiozzare. Quel dentro e fuori mi gonfiava d’aria l’intestino e iniziai a scureggiare ogni volta che lo sfilava.
- AHIA! FERMATI UN ATTIMO,… DAGLI IL TEMPO DI DILATARSI,… TI PREGO,... FA MALISSIMO!
- Non te la prendere ragazzina - disse il moro - è normale che faccia male! Non posso fermarmi altrimenti lo sfintere riesce a adattarsi alle dimensioni del cazzo e io non devo dargli il tempo di dilatarsi se voglio rompertelo.
Fattene una ragione e cerca di vedere il lato positivo. Lo sfintere è un muscolo circolare le cui fibrille scivolando tra loro si distendono e permettono all’ano di aprirsi per consentire agli stronzi di uscire e ai cazzi di entrare. Però, per far passare un cazzo come il mio, sono costrette a stirarsi talmente tanto che alla fine si strappano. Una volta lacerate lo sfintere sfasciato non avrà più la forza di stringere come prima. Così la prossima volta che ti inculeranno lo sfintere rotto avrà meno forza per stringere e il cazzo entrerá più facilmente.
Questo è il momento più doloroso perché la cappella passando velocemente e in continuazione attraverso l’ano costringe lo sfintere a stirarsi rapidamente a ogni passaggio e alla fine il muscolo cede e si strappa.
Questo servizietto ti sarà utile in futuro ma per adesso non puoi fare altro che soffrire e maledirmi perché oltre al dolore per la rottura del culo devi sopportare anche la frizione della cappella sulla mucosa dell’ano che infiamma e gonfia l’emorroidi provocando il bruciore.
Ti assicuro che ogni volta che ne svergino uno è sempre un dramma; nessuna riesce a farselo deflorare senza gridare. Tu sei fortunata perchè siamo arrivati alla fine e hai sanguinato pochissimo. Continua pure a strillare ma ricordati quello che ti è stato detto: con il cazzo infilato nel sedere se stringi non fai altro che peggiorare la situazione! Quando ti fanno il culo è il cazzo che comanda! È inutile opporsi,... una volta dentro più ti agiti e peggio è, devi solo rassegnarti e accettare la sodomia; è per questo che quando prendi una fregatura si dice che hai preso un'inculata!
Comunque, se la cosa ti può consolare, sappi che prendere la mia nerchia nel sedere fa strillare anche le puttane navigate.
Le sue parole mi fecero incazzare ancora di più, aveva ragione, soffrivo le pene dell’inferno e non potevo fare niente.
Ero costretta a sopportare quella mazza che, incurante delle grida, mi massacrava facendomi provare l’atroce sensazione di essere invasa, riempita, dilatata. La dolorosa violenza scuoteva tutte le mie fibre: mugolavo e bofonchiavo grugniti incomprensibili, annebbiata dalla brutale e violenta sodomia.
Prese a trapanarmi con una rapidità inaudita aumentando progressivamente la velocità di penetrazione, sembrava un martello pneumatico. Si capiva che era un vero esperto, chissà quante ne aveva già sverginate in questo modo! Con un movimento veloce, violento e senza tregua lo ficcava tutto dentro per poi sfilarlo. Lasciava che il buco si restringesse e poi di nuovo dentro variando solo il ritmo e l’intensità della spinta. Andò avanti con questo ritmo per un tempo difficile da quantificare, minuti e minuti a ripetere lo stesso movimento: dentro fino in profondità poi fuori. All’inizio, quando usciva, l’ano aveva la forza di richiudersi, poi, col tempo, lo sfintere smise di reagire e il cazzo iniziò a viaggiare avanti e indietro sempre con minore diffIcoltà fino a scorrere liberamente senza ostacoli.
- AHIA,...AHIA,... BASTA,... MI FAI MALE!
- Finiscila di strillare!
- Ti prego smettila di fare così,… abbi pietà non sfilarlo, lascialo dentro,… ogni volta che rientra mi lacera,… fa maleee!
Imperterrito continuava a farmi il culo fregandosene del mio dolore! Dentro-fuori-dentro-fuori…
- AHIAA!… BRUCIA,… FAI PIANO,… BASTA!!
Mi pistonava velocemente continuando a riempire d’aria l’intestino.
Una volta sbagliando buco lo schiaffò nella fica facendomi urlare.
- Però,… avevi proprio il culetto stretto e resistente - disse - ce n’è voluto per romperlo,… stringi i denti che ci siamo, tra poco sarà completamente spanato! Il prossimo che lo utilizzerà lo troverà talmente morbido e accogliente che gli sembrerà di infilarlo in un guanto!
Avevo smesso di urlare, piangevo e singhiozzavo rassegnata a quella tortura; la potenza con cui mi sodomizzava faceva si che le labbra vaginali si aprissero e chiudessero al ritmo dell’inculata facendo spernacchiare la patata e ridere la vecchia:
-Senti come je canta la fica a ‘sta puttanella! Daje giù, spigni forte!
- BASTA!… SBRIGATI A VENIRE,… STO ANDANDO A FUOCO,… MI FA MALE!
Pregavo perché il tormento finisse presto, avevo l’ano che bruciava, avevo perso il conto delle volte che era entrato e uscito dal culo.
Improvvisamente, senza nemmeno fare un gemito, venne. Una fucilata di sperma partì dal suo cannone che si mise a sparare a raffica riempiendomi il retto. Ne fece talmente tanta da darmi la sensazione che stesse pisciando.
Grazie a Dio era finita, non vedevo l’ora che lo sfilasse ma quel coso continuava a sputare rimanendo duro.
Trovai un po' di sollievo solamente quando, ammosciandosi smise di fare pressione.
- Ti prego, adesso che sei venuto, per favore esci - sussurrai -.
Il sedere bruciava e avevo lo stimolo di fare la cacca.
Il bastardo con la stessa violenza con cui era entrato lo sfilò. Me l'aveva spaccato con quella maledetta proboscide; il buco era rimasto spalancato, provavo a chiuderlo ma, lo sfintere non rispondeva. Sembrava fosse paralizzato e i mie sforzi per cercare di stringerlo producevano soltanto dolore lasciandolo talmente largo da farmi sentire l’aria fresca entrare dentro.
La vista di quella monta brutale doveva aver eccitato non poco il fratello perché subito dopo sborró riempiendomi la bocca.
Questa volta fui lesta a sputare ma feci male perché la megera, incazzata, mi frustò sulle chiappe affibbiandomi l'ultima sferzata proprio nel mezzo colpendomi in pieno fica e l'ano:
-AHIA!…AHIA!…AHIAAAAA! -urlai sotto i colpi della frusta-.
Ero sfinita. Sentivo dolore da tutte le parti. La fica e il culo mi bruciavano. Restavo immobile, spossata, bloccata su quella sella che chissà quante volte era stata utilizzata per queste porcate. Dalla bocca continuava a uscire bava, le cosce erano imbrattate di sperma che colava dalla caverna che avevo al posto dell’ano. Ero distrutta, non avevo nemmeno la forza di alzare la testa.
-Ecco fatto - disse uno dei due bastardi - anche questa puledra è stata domata e ora che ha il buco da mignotta non avrà più problemi a prenderlo. Mi dispiace solo che non faccia parte della nostra scuderia perchè una puttanella con un culetto come il suo renderebbe un sacco di soldi; farebbero la fila per inchiappettarla.
Queste parole mi convinsero che quella non era una stalla bensì un luogo dove le ragazze, attirate da ogni parte del mondo con la promessa di un lavoro, venivano brutalizzate. Dopo averle private della libertà e stuprate ripetutamente erano costrette a prostituirsi.
Chissà prima di me quante sventurate avevano pianto e urlato su questa sella!
Non stava li per essere usata per cavalcare. Nella stalla e nel campo non avevo visto nessun cavallo e poi la panca con le cinghie su cui era appoggiata sembrava fatta apposta per immobilizzare le ragazze da violentare. Per colpa di quello stronzo mi ero proprio cacciata in un bel guaio.
La megera, che aveva suggerito lo stupro, volle controllare l'operato dei figli. Divaricando le natiche infilò nel culo un paio di dita che entrarono senza trovare resistenza. Mi ero accorta che erano entrate dal dolore provocato dallo sfregamento dei polpastrelli contro le emorroidi infiammate. Soddisfatta di come me lo avevano conciato si rivolse al figlio:
- Bravo figliolo, hai fatto proprio un bel lavoro, guarda come gliel’hai aperto,… gliel’hai spanato,… non si richiude più! Le hai spianato le grinze e adesso l’ano è talmente rosso e gonfio che sembra quello di una scimmia! Vedo che la mucosa è tagliata in più punti, probabilmente nei prossimi giorni sanguinerà ancora, specialmente quando andrà di corpo, in compenso non farà più resistenza! Il prossimo troverà un buco docile e non dovrà faticare per entrare, basterà un po’ di saliva o di succo di fica per incularla senza sforzo.
A conferma di ciò m’infilò un cetriolo nel sedere costatando che entrava e usciva senza problemi.
Sfilato il cetriolo iniziò a sculacciarmi rimproverandomi:
- Possibile che alla tua età eri ancora vergine di culo? Vergognati,... che aspettavi di diventare vecchia per farti inculare? Le ragazzine Sinti iniziano a usarlo prima ancora della fica e sono proprio i fratelli o i cugini a romperglielo per fare esperienza. A quattordici anni hanno tutte il culo aperto. Mia madre mi fece sodomizzare che ero ancora una fanciulla. Ricordo che non era trascorso nemmeno un anno dalla mia prima mestruazione quando disse che ormai ero diventata una signorina e dovevo iniziare a prendere il cazzo. Da brava puttana si fece pagare un sacco di soldi da un nobile sempre in cerca di ragazzine da sodomizzare e, quando ne trovava una vergine, non badava a spese pur di avere il privilegio di deflorarla. Fu proprio lei a tenermi ferma sul letto mentre il conte, non senza difficoltà, cercava di sodomizzarmi. Tra le urla e i pianti ricordo ancora le sue parole:
- Coraggio cucciola calmati e lascialo fare, purtroppo il primo cazzo lo prenderai nel sedere dove fa più male ma non potevo certo rifiutare una simile offerta quindi sarai sverginata prima di culo che di fica. Fattene una ragione, puoi piangere e strillare quanto ti pare ma non puoi evitarlo perché il conte ha pagato un sacco di soldi per aprirti dietro, quindi rassegnati e lasciati sodomizzare.
Lo so, fa male e stai soffrendo, purtroppo la prima volta è sempre così e te lo dico perché ci siamo passate tutte.
Adesso però stai ferma e non stringere perchè è entrata solo la punta. Rilassati e non pensare al dolore ma alla fortuna che ci è capitata: il tuo culetto ci farà guadagnare un sacco di soldi perché il conte tornerà a goderselo fino a quando non ne troverà uno più stretto.
Guaivo come una cagnetta ferita, strillando e sgambettando mi dibattevo come una furia nella speranza di sfilarmelo dal culo. Non avevo nessuna voglia di starmene buona buona a farmi inculare.
-Stai giù,… stai giù - ripeteva mamma mentre mi allargava le natiche per aiutare il conte - non fare resistenza, apri il culetto e lascialo entrare!
-NO,… NO,… NON VOGLIO,… FA MALE!
Apri l’ano, non stringere per ostacolarlo ma premi per dilatarlo, e smettila di tirare calci!
- Non si preoccupi - disse il conte - si sta comportando proprio come speravo, il gusto di aprire un culetto vergine è proprio questo! Adoro sfondare le ragazzine perché lottano per salvarlo e più strillano e si dimenano e più mi fanno godere!
-SIETE DUE STRONZI!,… AHIAAAA!!
-Dammi retta rimettiti in posizione; testa giù, culo in su e premi come se dovessi fare la cacca!
-NO,... NO,... LASCIATEMI,... LASCIATEMI,... NON VOGLIOOO!
- Come scalcia la cavallina, non ne vuole proprio sapere di farsi domare!
-FA MALE,… FA MALE,… VI PREGO,… SMETTETELA’
-Coraggio non fare così,… anche se riesci a farlo uscire te lo rimette dentro e non fai altro che prolungare l’agonia: rassegnati e lasciati inculare.
Il conte godeva nel vedermi soffrire, agitandomi come un'anguilla qualche volta riuscivo a sfilarlo ma lui, come se fosse un dottore:
-Il tuo culetto è malato di verginità e per guarire da questa malattia l’unica medicina efficace va somministrata tramite supposte da prendere a distanza ravvicinata. Quindi lasciala entrare e falla agire, non cercare di sputarla ma tienila dentro e sopporta; la prima è quella più dolorosa. Vedrai che in pochi minuti farà effetto e sciogliendosi metterà fine alle tue sofferenze. Nei prossimi giorni tornerò per proseguire la terapia e dato che tua madre mi ha venduto a caro prezzo una scatola da 12 non vedo l’ora di riaprire queste chiappette per infilartene un altra! Ahh,... ahhh!
-AHIAAA,… BASTA,… BRUCIAAA,... FA MALE!!
Ti fa male perché continui a stringere - disse mamma - quando spinge per entrare non fare la gobba ma tieni il culo alto, inarca la schiena e premi in fuori come se andassi di corpo. Il suo è solo il primo di una lunga serie di cazzi che dovrai prendere e non ho intenzione di stare qui a tenerti ferma ogni volta che vorranno sodomizzarti.
Quindi sei avvertita, se continui a disubbidire e non ti rassegni te le darò di santa ragione. Vediamo se dopo averti fatto il culo a strisce capirai che una brava mignotta deve sempre accontentare il cliente anche quando vuole il culo.
Sono sicura che la prossima volta, pur di non riprenderle, non dovrò stare qui tenerti ferma. Ti farai trovare senza mutande sdraiata sul letto come ti ho insegnato e non appena sentirai la cappella del conte spingere la faciliterai allargando le chiappe con le mani e premendo per dilatare l’ano: strillerai ancora ma con un po’di vaselina basteranno un paio di spinte per fartelo prendere.
Intanto la cappella continuava a forzare il buco facendomi piangere sia per il dolore che per l’oltraggio che stavo subendo.
Purtroppo continuai a ribellarmi per tutto il tempo e mamma dette subito seguito alle minacce; non appena il conte finì di violentarmi non mi fece nemmeno andare in bagno a liberarmi e, con l’aiuto di zia che mi teneva ferma, inizio a picchiarmi con la cinta di cuoio. Mi fece il culo a strisce e sotto la gragnola di cinghiate non fui più in grado di trattanere lo sperma che iniziò a uscire colando sulle cosce.
Quella brutale sodomia mi costrinse a camminare a gambe larghe per giorni.
Avevo il sedere rosso per le cinghiate ma quello che mi faceva più male era il buco del culo; l’ano era gonfio e bruciava da morire ero costretta a usare un salvagente per stare seduta. Qualche giorno dopo vidi il conte tornare e ebbi un tuffo al cuore. Confesso che me la feci sotto dalla paura e dovetti correre in bagno a cambiarmi le mutande. Fortunatamente mamma disse che avevo il culo fuori uso e non poteva sodomizzarmi. Il Conte però non si dette per vinto e adoprando argomenti molto convincenti convinse mamma a farmi sverginare anche davanti e lei, senza nemmeno chiedermelo, mi comunicò che oggi mi avrebbe deflorato anche la fica. In preda al terrore uscii dal bagno cercando di scappare ma sulla porta di casa andai a sbattere contro la zia che stava entrando proprio in quel momento.
- Dove scappi ragazzina?
Mamma le ordinò di bloccarmi e di portarmi in camera. Una volta dentro la vidi intenta a contare una mazzetta di banconote mentre il conte si era già spogliato e si stava masturbando.
- Aiutami a spogliarla e a tenerla ferma, oggi il conte finisce di farle la festa e le rompe il velo - disse mamma -.
Scoppiai a piangere pensando a ciò che stava per capitarmi. Fra le lacrime mi spogliarono adagiandomi sul letto.
-Non piangere, tra poco non sarai più una signorina - disse zia -.
Con gli occhi pieni di pianto vedevo mamma che lo spompinava. Il pensiero di deflorarmi e il pompino gli stavano procurando un erezione imponente. A questo punto le due troie si posero ai lati del letto tenendomi le gambe divaricate e piegate sulle cosce come se fossi una ranocchia pronta a saltare. Memore delle cinghiate prese per essermi ribellata durante la sodomizzazione non feci resistenza limitandomi a piangere e singhiozzare.
- Non voglio, non voglio, perchè lo fate siete cattive.
- Smettila di piangere dovrai pure iniziare una buona volta! Non si è mai vista una puttana vergine. Comportati bene e vedrai che in un attimo ti sarai tolta anche questo impiccio.
Con le gambe in posizione ginecologica il conte iniziò a strusciare il cazzo sulla fica. Con i muscoli in tensione, aspettavo il momento in cui l’avrebbe affondato e la paura iniziò a farmi tremare. Chiusi gli occhi aspettando il colpo ma invece sentii solo la sua voce:
- Fermi tutti, voglio essere sicuro di quello che ho pagato così caro.
S’inginocchio divaricandomi le piccole labbra con le dita.
- AHIA!
Andiamo bene - disse zia - se inizi a strillare ora…
Il conte divaricando le piccole labbra si accertava della mia integrità e arrivato all’imene ne saggiò la consistenza forzandolo con il dito.
- AHIA! Che cazzo fa!
- Siete state oneste, la fanciulla è illibata e con la membrana chiusa. Purtroppo per lei l’imene non ha il foro centrale ma tanti piccoli forellini.
Non capivo cosa volesse dire, so solo che la zia mi lasciò la gamba per andare in cucina. Quando tornò aveva in mano un asciugamano bianco e un bicchiere pieno d’olio. Piegò l’asciugamano e me lo mise sotto al sedere. Poi intinse il dito nell’olio e con quello iniziò a toccarmi il clitoride massaggiandolo delicatamente. La sensazione era estremamente piacevole. L’avevo fatto più volte da sola ma il tocco di una mano estranea rendeva la cosa assai più gradevole. Continuava a intingere il dito nell’olio e a ungermi la passera. Appena iniziai a sospirare iniziò a leccarmela facendomi venire i brividi. Mamma intanto aveva ripreso a spompinarlo per non fargli perdere l'erezione. Quando si accorse che mi stavo bagnando smise di leccarmela e riprese il suo posto accanto a mia madre. Mi divaricarono le gambe portando le cosce verso il petto facendomi assumere di nuovo la posizione della ranocchia. Il conte, con il cazzo durissimo e unto d’olio, lo spinse nella passera forzando le piccole labbra e fermandosi non appena il capoccione urtò l’imene. All'improvviso mamma e zia portarono con decisione le ginocchia ai lati del seno facendo in questo modo alzare il bacino. Proprio in quel momento il conte affondò in me lacerandomi l’imene.
-AHIOOOOO!… AUGHH!... CAZZO CHE MALE!
Ero stata trafitta dal suo arpione! Appena la cappella aveva stracciato l’imene e si era fermato a gustarsi l'estasi della deflorazione.
- AHIAAAAAAAAA! … FERMO!… AHIAA!… S’È STRAPPATA!... AHIA!
Mi dibattevo per cercare di sfilare lo spiedo che avevo dentro.
Lui iniziò a muoversi avanti e indietro facendomi nuovamente strillare.
- Piano,… ahi,… ahi,… basta vi prego!
A quel punto intervenne la zia che con l’esperienza della puttana navigata disse:
- Esca un attimo e facciamole riprendere fiato.
Aveva il cazzo sporco di sangue e mi sentivo bagnata in mezzo alle gambe. La zia andò in bagno tornando con una bacinella d’acqua tiepida e una spugna. Me la passò con cura sulla fica e in mezzo alle chiappe dove ero tutta insanguinata. La spugna da gialla era diventata rossa e anche l’acqua della bacinella cominciava a cambiare colore. Dall’alto della sua esperienza sentii che diceva a mia madre:
- Non preoccuparti che non è niente. Questo tipo d’imene è quello che non si rompe al centro ma si strappa sui lati e fa sanguinare. Su cento ragazze solo 5 ce l’hanno così ma non succede niente. Prese un fazzoletto di cotone con il quale tamponò il sangue che usciva dalla vagina e lo spinse tutto dentro.
Mamma dopo avergli ripulito il cazzo con la spugna lo riprese in bocca.
Adesso possiamo continuare - disse zia - quello che c’era da rompere è stato rotto e visto che ormai la fica è stata stappata e ha smesso di sanguinare la scopi a pecorina così la ragazza sarà più rilassarta. Con le ginocchia sul pavimento mi fecero poggiare il busto sul materasso. Il conte sfilando il fazzoletto dalla fica completamente macchiato di sangue, disse:
- Questo non lo lavate, tenetelo per ricordo! AH! AH!
Scoppiarono tutti a ridere tranne me che sentivo quel mostro in mezzo alle chiappe.
Quando lo rimise dentro mi fece nuovamente male ma stavolta il dolore fu meno forte. Iniziò a scoparmi con irruenza dandomi delle botte tremende ma dopo i primi minuti, in cui il dolore era sempre presente, iniziai a sentire un calore pervadermi tutta e le pareti della fica iniziarono a bagnarsi. Prenderlo davanti era molto diverso. Iniziavo a provare piacere e il conte se ne accorse.
- Buon sangue non mente! La ragazzina ha la stoffa della troia d’altronde con una madre e una zia come voi non poteva venire diversamente. Continuava a stantuffarmi con metodo e dopo un po’ raggiunsi per la prima volta l’orgasmo con una scopata….
-Sssiiiiiiiii, siiiiiii, cosiiiiiiiiiií, più veloce!
Venni come una fontana sporcando di rosa tutte le cosce.
Il conte continuò a pistonarmi per una buona mezz’ora facendomi venire altre due volte. Purtroppo con il passare del tempo l’attrito si fece sentire e la scopata ricominciò a farmi male.
-Basta, la prego, mi sta facendo male,… non mi piace più,… brucia, si fermi!
- Con quello che ho pagato ti può anche andare a fuoco! Se vuoi il metodo per farmi venire subito ci sarebbe.
Non capivo cosa intendesse dire ma mamma, che aveva capito perfettamente, disse:
- Non se ne parla nemmeno ha visto come l'ha conciato? - disse mamma-.
- Lo vedo, ma come sapete, io adoro quell’entrata…
Stavo iniziando a capire cosa voleva ma fortunatamente mamma lo prevenne:
- Niente da fare il culo è off-limits!
- E se vi dicessi che vi pago il doppio di quanto vi ho già dato per sverginarle la fica?
A mia madre e mia zia brillarono gli occhi e questa volta fu la zia interpretando anche il volere della sorella che disse:
- Per quella cifra può anche metterglielo nelle orecchie.
Sentivo il cazzo ingrossarsi sempre di più e mamma e zia si rimisero in ginocchio ai lati del letto.
- Mamma che volete farmi? Chiesi impaurita.
- Niente di speciale tesoro, niente che tu non abbia già fatto!
- Capii che si erano messi d’accordo per farmi nuovamente sodomizzare dal fatto che appena il conte me lo tolse dalla fica mamma e zia si precipitarono a immobilizzarmi sul materasso impedendomi ogni movimento.
-NOOOOOO!… NO!… NON VOGLIO!
-Quello che vuoi tu non ci interessa, non ti agitare e cerca di collaborare questa volta.
Mentre zia mi teneva le natiche allargate, il conte fece un paio di passaggi in fica giusto per raggiungere la massima erezione e quando fu pronto se lo unse con l'olio e me lo infilò brutalmente nel culo con un affondo micidiale.
Non sto a dirti quanto strillai e quanto mi fece male. Scalciavo come una cavalla imbizzarrita e se non fossero state in due a tenermi ferma, questa volta sarei anche riuscita a disarcionarlo. Il conte godeva nel vedermi soffrire e la violenza con cui mi inculava fu tale da farmi sanguinare. La vista del sangue lo lasciò indifferente perché continuò a martellarmi facendomi strillare come un aquila. Doveva aver preso una dose massiccia di Viagra perché stette mezz’ora a sodomizzarmi prima di sborrare.
-AHIAAA!… BASTAA!… LASCIATEMI!… MI SPACCA IL CULO!!… AIUTOOO!!
Le due stronze non avevano il coraggio di parlare, per soldi mi avevano venduta a quel sadico. Mamma ebbe un attimo di pietà:
-Dai che è quasi finita, sopporta ancora un altro po’.
- VAFFANCULO BRUTTA STRONZA!
Con violenza entrava e usciva in continuazione senza preoccuparsi minimamente di quanto mi facesse male o del sangue che stavo perdendo. Quando finalmente sentii lo sperma nell’intestino capii che il calvario era finito. Il sangue uscito dall’ano, oltre a sporcarmi le cosce era colato anche sul pavimento. Era stato terribile, peggio della prima volta.
Mentre continuavo a piangere in preda al dolore sentii la zia dire sottovoce a mia madre:
- Mi dispiace per lei ma è meglio così, tanto prima o poi sarebbe successo, ormai qui dietro è completamente aperta, il conte gliel'ha prorio sfasciato, quello stronzo poteva essere meno violento e evitare di spaccarglielo facendola soffrire in questo modo ma con quello che ha pagato… come dargli torto? Non ti preoccupare tua figlia è forte e robusta e saprà superare anche questo trauma. Tra una paio di settimane sarà tornato a posto e visto che ormai è stata sverginata da tutte le parti potrà iniziare a lavorare.
Ci volle una settimana per riprendermi da quella violenta inculata. Per tutto il tempo fui costretta a camminare a gambe larghe e a mangiare alimenti semiliquidi per evitare traumi nella defecazione. Ci sono voluti 15 giorni di ghiaccio, impacchi e pomate per far rientrare le emorroidi che avevano trasformato l’inviolato buchino in un carciofo spampanato.
La megera finì di raccontare l’inizio della sua vita da mignotta e il fatto di confidarsi con una estranea che aveva appena subito la stessa violenza mi dette l’impressione che per lei, il rivivere quei momenti dolorosi, fosse un modo per cercare di scacciare i fantasmi del passato.
Mio Dio dov’ero capitata, cosa potevo aspettarmi da simili bestie.
Durante il racconto la zingara non aveva mai smesso di sculacciarmi così come la madre doveva aver fatto con lei dopo che il conte le aveva rotto il culo:
- SCIAFF,…Ahia! SCIAFF,…Ahia!
Senza smettere continuò a raccontare:
-Mio figlio da ragazzo si è inculato tutte le cugine e sicuramente ha fatto il culo anche a sua sorella, poi crescendo ha aperto il sedere anche alle nipoti. Invece tu sei arrivata a quest’età ancora vergine!
- SCIAFF,… Ahia!
Non appena la stronza terminò di sculacciarmi, i due bastardi dopo avermi slegata mi misero in una tinozza piena di acqua fresca. Il contatto con l'acqua mi dette un immediato refrigerio. Incominciai a sciacquarmi, mentre ero intenta a pulirmi sentii l'intestino borbottare e avvertii l'impellente bisogno di evacuare. Tutta l'aria che mi avevano pompato nelle viscere pensò bene di uscire con una lunga scoreggia provocando una lunga serie di bolle nell’acqua. Avendo perso il controllo dello sfintere insieme all'aria vidi uscire anche sperma e feci. A quel punto, considerato che il mio orgoglio era andato a farsi friggere, mi lasciai andare scaricandomi completamente. La megera portò insieme ai vestiti un altro catino con nuova acqua fresca una saponetta e un asciugamano. Mentre continuavo a pulirmi, i due fratelli dissero:
- Fai sapere al tuo amico che se fra sette giorni non paga è meglio che scappi in Patagonia. Quanto a te se solo provi a denunciarci sappi che dovunque ti nasconderai ti troveremo e, dopo che ci saremo sollazzati con il tuo corpo ti daremo in pasto ai maiali.
Invece quando avrai smaltita la rabbia per la violenza subita, se per caso volessi ripetere l’esperienza, sappi che il mio cazzo è sempre disponibile a darti una bella ripassata.
Con il culo sfasciato, aperto in modo osceno cercare di rivestirmi fu un’impresa; lo feci restando in piedi perché non potevo assolutamente sedermi. Che errore fu rimettermi il perizoma. La sottile striscia di stoffa strusciava proprio dove ero stata brutalizzata. Avevo lo stimolo di fare la cacca e ogni volta che alzavo i talloni per camminare la contrazione dei glutei faceva aumentare il dolore. Piangendo avanzavo lentamente a gambe larghe strusciando i piedi: sembravo una paperella! Avevo il trucco sfatto e il viso arrossato e pieno di lacrime, giunta all'ingresso del campo incontrai un ragazzo sul motorino. Vedendomi camminare a papera si fermò a guardarmi e, quando gli passai accanto, disse sorridendo:
- Che hai fatto?
- Mi hanno violentata!
- Capirai che novità qui dentro, tu piuttosto perché sei qui? Che sei venuta a fare? Per caso sei una delle nuove?
- Siete degli schifosi bastardi!
- Questo è poco ma sicuro e da come cammini direi che ti hanno fatto la festa, sicuramente devi averli fatti incazzare se ti hanno ridotto in questo stato!
- Te l'ho detto sono stata violentata e stuprata nel peggiore dei modi!
- Eeeeehhhh non farla tanto lunga per qualche cazzo che avrai preso!
- Che ne sai tu, mi hanno sodomizzata e non l’avevo mai fatto!
- Incredibile,... veramente non l’avevi mai preso in culo?
- Si perchè è una cosa sporca, dolorosa e contronatura.
- Ora capisco perché cammini male, ti hanno appena sverginato il sederino e se l’ha fatto mio cugino te l’avrà sicuramente spaccato con quel siluro che si ritrova.
- Mi fa male,... brucia da morire,... mi sembra di averlo ancora dentro!
- Non te la prendere e smettila di piangere sapevi benissimo che prima o poi sarebbe successo, c’è sempre una prima volta per tutto!
- Si però non lo volevo fare! Quei bastardi mi hanno costretta, ho lottato per evitarlo ma non c'è stato niente da fare, aiutati dalla madre mi hanno legata su una sella e, con forza e senza pietà, mi hanno sodomizzata facendomi strillare e piangere dal dolore!
- Guarda il lato positivo, hai sofferto, hai pianto ma adesso è tutto finito e finalmente ti sei tolta il dente.
- È stato tremendo, la testa del capoccione era talmente larga che per farla entrare quello stronzo dava delle botte tremende che mi facevano urlare. Credevo di morire ma lui, imperterrito, ha continuato fino a quando non è riuscito a infilarlo tutto. Il peggio però doveva ancora venire perché l’altro stronzo non aspettava altro che il fratello aprisse il buco per infilarci la sua mazza da baseball.
Non so come ci sia riuscito, so solo che per farla entrare mi ha fatto strillare come un aquila! Mi ha sodomizzata con cattiveria: entrava e usciva dal buco in continuazione e con violenza. Me l’ha spaccato, adesso ho una caverna al posto dell’ano e ho tanta paura che non si richiuderà più!
Tranquilla è tutto a posto, tra qualche giorno quando il dolore sarà passato tornerai a camminare normalmente, in fondo è come avere un paio di scarpe strette che non puoi utilizzare perché ti fanno male, le porti dal calzolaio, te le mette in forma e una volta slargate le puoi calzare senza problemi. Tu avevi il culo stretto e non l’usavi per paura del dolore, lui con il suo batacchione te l’ha messo in forma e adesso che il foro è bello largo puoi iniziare a usarlo. Stai sicura che la prossima supposta che prenderai entrerà senza problemi.
- Se la cosa può consolarti sappi che la prima volta è sempre molto dolorosa ed è normale piangere e soffrire! Avresti dovuto sentire come strillava e quanto piangeva mia cugina quando glielo abbiamo sverginato! Pensa che il servizio glielo abbiamo fatto io e suo fratello. Lui la teneva ferma mentre io la inculavo! Non le abbiamo nemmeno dato il tempo di riprendersi che ci siamo scambiati le parti. C’è da dire però che lei aveva 13 anni e noi 16!
Tu che cazzo aspettavi a prenderlo, dovevi proprio venire qui a fartelo sverginare? Col senno del poi hai fatto bene perché ti sei fatta fare il servizio da uno specialista. Sapessi a quante ragazze ha sverginato il sedere, tu sei solo l’ultima a cui ha rotto il culo.
Se le ragazze che cadono nelle sue grinfie immaginassero che il futuro gli prospetta una vita da mignotta scapperebbero a gambe levate. Invece le gambe sono costrette ad aprirle per prendere il suo cazzone. Come fosse una medicina glielo somministra più volte al giorno, prima e dopo i pasti soprattutto per via orale e rettale. È talmente bravo che tutti i magnaccia della zona si rivolgono a lui per costringere alla prostituzione le ingenue ragazze arrivate in Italia in cerca di lavoro. È lui che rende praticabile il culo di queste ragazze.
Le future puttanelle devono saper soddisfare le richieste dei clienti soprattutto quando richiedono il sesso anale.
Lui è bravissimo, se la ragazza ha ancora il buco inviolato prima glielo svergina e poi inizia a svezzarlo utilizzando l’inculatoio sul quale sicuramente ti avrà fatto salire.
È li sopra che l’ignara troietta viene soggiogata. Il culo, vergine o ribelle che sia, viene dominato a colpi di cazzo. Glielo scardina con violenza con colpi duri e potenti. La zoccoletta deve piegarsi all’impeto dell’uomo che le squarcia l’ano. Deve capire come assecondare il ritmo dell’inculata venendo incontro con il bacino e non sottrarsi al maglio che la strazia.
Su quella sella crollano tutti i sogni e le illusioni e la sventurata realizza che il lavoro che l’aspetta sarà quello della mignotta. Per non soffrire deve imparare a rilassare i muscoli in modo che l’ano non opponga resistenza. Per abituarle a sopportare anche cazzi extra-large le sottopone a estenuanti sedute sull’inculatoio dove le sodomizza con metodo: mentre glielo infila e sfila in continuazione lo muove ora in orizzontale ora in verticale stando attento a cambiare ritmo per cercare di allargarlo il più possibile.
Dopo giorni di questo trattamento, distrutta e soggiogata, la zoccoletta capitola e accetta la sodomizzazione. A questo punto non serve più legarla sulla sella perché ha imparato a prenderlo in culo senza ribellarsi e senza strillare. Alla fine del training devono riuscire a prenderlo anche stando in piedi sui tacchi senza piegarsi. Una volta che il culetto è stato educato la riconsegna al pappone che può farla prostituire sicuro che non creerà problemi.
Come vedi ha una vera passione per il culo, specialmente per quelli stretti o vergini come il tuo.
Se escludiamo sua madre si è inculato tutte le donne del campo compresa sua sorella.
Però, visto che non sei una puttana da spedire sul marciapiede, devi averli fatti incazzare di brutto se non si sono accontentati di scoparti ma hanno fatto anche a te il buco da mignotta.
- Purtroppo uno stronzo di un amico aveva un debito con loro e mi ha portato qui senza avvertirmi dei rischi che correvo, probabilmente lo ha fatto apposta per evitare di farsi picchiare!
- In questo caso, visto che non te la sei cercata, cerca di vedere il lato positivo: sicuramente se ti avesse sverginata un cazzo normale avresti sofferto di meno ma lo sfintere ti avrebbe dato sempre problemi, invece adesso che te l’hanno spaccato non avrai più problemi.
Come arrivi a casa ungilo con una pomata e usa la borsa del ghiaccio. Quando esci metti l’assorbente perché camminando la mucosa lacerata può sanguinare. Purtroppo per te con le emorroidi gonfie e infiammate, specialmente i primi giorni, quando andrai di corpo ti sembrerà di cacare una palla di fuoco.
Ti darei un passaggio con il motorino ma mi sa che per tutta la settimana ti conviene prendere l'autobus perché avrai difficoltà a sederti e tanto più a poggiare le chiappe sul sellino.
A proposito, visto che ormai hai il culo aperto, incomincia a usarlo! Sono sicuro che il tuo ragazzo non vede l'ora di inchiappettarti! Fallo contento e comportati come se non l’avessi mai fatto, continua a fare la smorfiosa, digli che hai paura di sentire dolore e accetta di farlo solo se ti promette di mettere dentro solo la punta e di sfilarla se dovesse fare troppo male.
Il resto verrà da solo, agita mani e piedi e strilla al momento giusto e penserà di avertelo sverginato! Se poi aspiri all’Oscar puoi sempre farti uscire un bel paio di lacrimoni quando te lo caccerà dentro fino alle palle. Stai sicura che non riceverai la statuetta ma un bel regalo te lo farà di sicuro quando, dicendogli che ti ha fatto male e ti ha fatto soffrire, crederà di essere stato il primo!
Adesso ti saluto e benvenuta fra le rotte in culo!



scritto il
2021-04-17
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