07 - Come diventare una Star del cinema (Parte I)

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Avete presente quando scorrono i titoli di coda alla fine dei film, dopo gli attori protagonisti, i generici, le comparse, il direttore della fotografia e un mucchio di altre persone, alla fine arrivo io Bernardo detto Duccio: "Capo squadra elettricisti".
Ho iniziato a fare questo mestiere dopo la guerra come apprendista e poi, un po' alla volta, sono arrivato ad avere una piccola ditta tutta mia. Nel periodo dei grandi Colossal negli anni sessanta, avevo a libro paga più di cinquanta persone. Si lavorava tanto. Le produzioni erano sempre alla ricerca di gente preparata che non facesse perdere tempo e che principalmente fosse rassegnata ad assecondare i capricci del regista e del direttore della fotografia. Vi confesso che in tutti i set dove ho lavorato anche se la scena veniva girata a mezzogiorno del 10 agosto, la macchina da presa non è mai partita senza quattro o cinque lampade Fresnell accese. Avevo diverse squadre che si dividevano tra Cinecittà, gli stabilimenti De Paolis sulla via Tiburtina o costruivano palchi per i megaconcerti che in quegl'anni spopolavano. Ogni band aveva i suoi elettricisti, ma per approntare un palco da quaranta metri e per sistemare tutte le luci del parterre entravamo in gioco noi. Lavoravamo per gruppi famosissimi che ovviamente non menzionerò: inglesi, americani, australiani e un po' da tutta Europa. Il lavoro era duro, sui furgoni avevamo il doppio di tutto quello che poteva servire e dovevamo essere sempre pronti per risolvere ogni inconveniente. Spesso la corrente dovevo farla arrivare da potenti gruppi elettrogeni. Lavoravamo a pochi metri di distanza da personaggi famosissimi e facevamo amicizia con le persone che erano più a contatto con loro. La sarta personale dell'attrice, il massaggiatore del chitarrista, il cuoco personale del divo di Hollywood. Era un circo e, fra noi addetti ai lavori, il pettegolezzo era la norma. Il famoso attore gran playboy, in realtà a detta della costumista risultava essere gay, anzi frocio come si diceva allora. Il brillante regista altro non era che un perverso eroinomane, la diva osannata da tutti non girava una scena se prima non aveva bevuto mezza bottiglia di gin e così via. Durante le prove dei concerti, e durante le riprese girate in esterna aiutavamo a tenere distanti i curiosi. A quei tempi, ma forse anche oggi, c'era un interesse morboso per poter avvicinare il divo di turno, per farsi rilasciare un autografo, o solo per mettersi in contatto con qualcuno del giro. Una marea di ragazze era alla spasmodica ricerca di un aggancio per poter avere un incontro con un regista o un produttore. Una volta mentre lavoravamo su un set per dei fotoromanzi della Lancio, una ragazza cadde rovinosamente da una dirupo e dovetti accompagnarla all'ospedale. Si era rotta un piede pur di poter avvicinare il fotografo. Capirete che di storie come questa potrei raccontarne a centinaia. Un giorno, mentre lavoravamo per una band rock londinese, una ragazza che riuscì ad avvicinare solo me, mi offrì centomila lire se le avessi procurato l'asciugamano che stava utilizzando il famosissimo chitarrista. Chiesi all'assistente se per ventimila me lo regalava e quel giorno guadagnai in un minuto quello che un operaio guadagnava in una settimana. Cominciai a capire che se entravo in questo meccanismo potevo racimolare soldi facilissimi. Gli assistenti delle star, lucravano proprio su questo. Loro erano in contatto con gli artisti e noi con la gente che li idolatrava facevamo contenti tutti e dividevamo i compensi. Mi ricordo che c'era un maniaco che voleva assolutamente avere le mutandine usate di una famosa attrice. Riuscii a procurarle e lui triplicò l'offerta se gliene procuravo un altro paio però ancora più usate. Ricordo ancora che la costumista dovette corrompere la cameriera personale per averle ma il maniaco disse che le voleva ancora più impregnate di sudore. Visto che la marca era Lise Charmel ne comprai un paio della stessa taglia e chiesi a mia sorella se per favore le poteva indossare e se magari, prima di ridarmele, ci fosse andata a correre. Mi prese per matto dicendomi che ero un pervertito ma si vendette in cambio di due biglietti per il Sistina. Se avesse saputo a quanto mi ero rivenduto il sudore e gli umori della sua passera i biglietti me li avrebbe tirati dietro! Ai concerti le ragazze entravano in visibilio per i virtuosismi degli artisti. Ho visto con i miei occhi adolescenti togliersi le mutande e lanciarle sul palco. Io e il mio carissimo amico e compagno di lavoro Paolo rimanevamo esterrefatti a vedere come stupende ragazze fossero pronte a darla via a dei cessi di uomini che se non fossero stati famosi neanche li avrebbero visti. Erano brutti, bassi, e fatti di droga. Sotto il palco spesso ci trovavamo io, Paolo e Marisa la nostra segretaria. Rivolgendomi a Marisa le dissi:
- A Marì, ma tu uno di questi te lo scoperesti?
- Che discorsi - disse - sono famosi hanno fascino ... attraggono!
- Vedi Paolo - dissi - le donne sono diverse da noi. Loro scopano con il cervello, noi con il cazzo. Tu un cesso di artista famosa non la scoperesti neanche morto! Loro invece guardano altre cose, ... e se non le fermassero sarebbero capaci di scoparseli qui, davanti a tutti.
- Duccio - rispose Paolo - noi maschi siamo stupidi. Abbiamo solo due neuroni, uno in testa e uno sul pisello! Vediamo un bel culo e subito i due neuroni si parlano! Le donne sono più cerebrali! Guarda sto cesso di chitarrista, ... uno più brutto di lui è difficile trovarlo eppure sta stronzetta che sta dietro di noi gli ha tirato le mutande. Sono convinto che il suo compagno di classe è sicuramente più bello di lui ma lei neanche lo prende in considerazione! Che ci vuoi fare, la vita e così.
- Ti faccio un esempio - continuò - che mi dici di quella moretta laggiù?
- Gran bel culo - risposi -.
- Io avrei detto un bel paio di tette, adesso stai attento,...
- Marisa che mi dici di quella moretta laggiù?
- Sicuramente i capelli non sono suoi e porta il tupè - rispose.
- Lo vedi Duccio come sono fatte le donne? E' andata a trovare il difetto, in una mega topa. Non potevi dire che è una bella ragazza?
Questo per dire che qualche momento di rilassatezza ce lo godevamo anche noi e proprio come noi avevamo notato la moretta, anche qualcun altro l'aveva notata. Spesso l'assistente di produzione, per non sputtanarsi, ci chiedeva di contattare la sbarbina di turno, e noi, dopo averle fatto capire che l'artista era interessato a lei, l'affidavamo al tour manager che pensava a farla arrivare direttamente nella camera della Rock Star. Era un troiaio infinito. Spesso ci imbucavamo ai ricevimenti per festeggiare la fine delle riprese. A volte invitati di proposito per far fronte a eventuali guasti elettrici o per allestire le luci del giardino. Devo dire che il nostro interesse era puramente gastronomico, c'era una quantità di cibo tale da sfamare mezzo Biafra. Oltre al cibo e ai protagonisti del film c'erano una quantità di aspiranti attrici e attori incredibile. Tutti in cerca di mettersi in mostra o di poter parlare con il regista o il produttore. Io e Paolo, vestiti elegantemente, millantavamo conoscenze altolocate per il semplice fatto che avvicinandoci al produttore, proprietario della mega villa, gli sussurravamo in un orecchio:
- Commendatore, le luci sono tutte pronte, al suo via siamo pronti per lo spettacolo, ...
Il commendatore dandoci delle grosse pacche sulle spalle rispondeva:
- Grazie Duccio non saprei proprio cosa fare senza di te!
Ovviamente le persone sentivano solo le parole del produttore e in un attimo catturavamo l'attenzione di una moltitudine di puttanelle pronte alla questua. Come se ciò non bastasse, gli attori protagonisti rispondendo ai nostri garbati saluti spesso ci chiamavano per nome.
Ciò contribuiva a creare un alone di mistero intorno a noi. Le sbarbine che affollavano la festa e che nessuno si filava, timorose ci rivolgevano la parola e noi ne approfittavamo.
Diventavamo dei millantatori spudorati. Senza di noi Cinecittà non andava avanti. Eravamo richiestissimi in tutto il mondo.
Incominciammo ad approfittare anche noi della situazione.
Una volta una ragazza di venti anni, credo che si chiamasse Alessandra, voleva assolutamente avere un incontro con "uno che conta". Io, recitando un copione studiato a tavolino con Paolo, la dissuadevo cercando di capire fino a che punto si sarebbe spinta.
- Cara ragazza - le dicevo - io posso anche rimediarti un appuntamento con il produttore o con il regista ma lo sai come andrà a finire?
- No dimmelo tu - rispose.
- Benedetta figliola ogni giorno ci sono come minimo due o tre ragazze come te che vogliono incontrarlo perché vogliono diventare attrici. Se dovesse ascoltarle tutte non avrebbe il tempo necessario per lavorare.
- Ma io posso anche incontrarlo a casa sua - rispose -.
- Alessandra, scusami se sono franco, ma se ti presenti a casa sua quello sai che provino ti fa fare? Prova a vedere se il suo cazzo entra dentro quella bella bocca ti ritrovi!
- Ma tu dammi la possibilità di incontrarlo, correrò questo rischio!
- Mia nonna aveva proprio ragione! - risposi - Era fermamente convinta che ogni donna sedesse sulla propria "fortuna"!
- E tu lasciami usare la mia "fortuna"!
- Contenta tu! Poi non ti lamentare quando, dopo averti scopato per bene ti troverai con un pugno di mosche in mano. Ti ho avvertita, per lui non sarai altro che una delle tante troiette che gli hanno presentato la fica su un piatto d'argento. Non venire a piangere da me quando farà finta di non conoscerti e ti dirà di toglierti dalle palle!
- Non ti preoccupare, la mia "fortuna" non si rovinerà certo per una scopata! Vedi di procurarmi un appuntamento che saprò ricompensarti.
- Va bene, chiamami domani a questo numero - dissi -.
Era fatta. Adesso dovevo solo mettermi d'accordo con Paolo che, per questa volta, avrebbe fatto finta di essere il produttore del film. Il gioco funzionava in questo modo a turno facevamo i produttori.
Dovete sapere che spesso facevamo lavori elettrici presso le ville dei vari attori, registi o produttori ovviamente gratis in cambio di biglietti per concerti, spettacoli teatrali o serate di gala. In quel periodo avevamo sotto mano una villa di un famoso attore che stava girando in Francia alla quale dovevamo riparare il cancello elettrico e il motore della pompa della piscina.
Dissi a Paolo di tenersi libero per il prossimo sabato che gli avrei mandato Alessandra.
Quando la ragazza mi chiamò la feci venire in un teatro di posa dove stavo allestendo le luci per il set. Ovviamente ero da solo. Alessandra rimase stupita dalla scenografia. Avevo acceso tutte le luci e il set riproduceva l'interno di un negozio di abbigliamento.
- Uauh! - fece - sembra un negozio vero!
Era vestita con un paio di jeans che le fasciavano il culo e con una polo bianca con il coccodrillo sulla tetta.
- Hai visto - dissi - sono stato di parola. Sabato ti aspetta a casa sua.
- Dove devo andare?
- Piano bambolina, non hai detto che mi avresti ricompensato se ti avessi procurato L'appuntamento?
- Ho capito. - Disse avvicinandosi a me e baciandomi delicatamente sulla bocca. Le dissi che fra poco sarebbero rientrate le maestranze, e senza perdere tempo, mi slacciò i pantaloni incominciando a segare il pisello. Io, con una mano mi ero intrufolato sotto la maglietta per prendere possesso delle sue enormi tette. Appena feci per sganciare il gancetto del reggiseno, lei si inginocchiò e prese in bocca il mio cazzo.
Incominciò a baciarlo per poi leccarlo tutto come se fosse un cono gelato e, come se avesse fretta, incominciò a pompare dapprima lentamente poi sempre più velocemente. Era esperta nell'arte della fellatio poiché con la mano sinistra mi accarezzava le palle massaggiandomele lentamente. Per stare più comodo mi sedetti su una poltrona mentre lei continuava il pompino. Dalla mia voce e dai miei sospiri intuì che stavo venendo. Tenne in bocca solo la cappella mulinandomela con la lingua, con la sinistra mi massaggiava le palle e con la destra mi strinse fortemente il cazzo facendomi una sega fantastica. Venni con un sospiro profondo riempiendole la bocca di sperma. Attese che anche l'ultima goccia finisse nella sua bocca per poi lentamente sfilarlo rilasciandolo pulito e lucido. Pensavo avesse ingoiato, invece con la bocca chiusa mi fece capire che cercava un posto dove sputare.
- Manda giù che è tutta salute!
Al suo diniego le indicai un cestino. Dopo essersi liberata del mio sperma:
- Ma quanta ne hai fatta, per poco non soffocavo!
- Potevi mandarla giù!
- Non mi piace il sapore dello sperma!
- Vedi di fartelo piacere, perché al produttore non piacciono le ragazze che non ingoiano!
- Grazie del consiglio, cercherò di mandar giù il rospo, e complimenti per il tuo grosso arnese! E' proprio uno sventrapapere! Ah, ah.
Il Sabato successivo con Alessandra, che mi aveva pregato di accompagnarla, ci recammo sulla via Appia Antica. Lasciammo la macchina fuori dal cancello, che ovviamente era rotto e non poteva aprirsi, e con fare di chi conosce bene la casa entrai nel giardino. Era estate e Paolo indossava un accappatoio bianco con le iniziali del proprietario, seduto su un lettino a bordo piscina. Appena mi vide, mi venne incontro agitando le braccia.
- Duccio, amico mio, come stai? Sei venuto a farmi compagnia e a farti un bagno con me?
- Buongiorno commendatore, - risposi – grazie per l’invito ma ero venuto per presentarle questa mia cugina che voleva conoscerla! E' attratta dal cinema e vuole fare l’attrice, … permette commendatore le presento Alessandra.
-Sono onorata di fare la sua conoscenza commendatore, è un piacere conoscerla!
- Piacere mio rispose Paolo. Ora però mettetevi comodi che non voglio sprecare la giornata e voglio godermi il sole, andate a cambiarvi.
- Veramente non ho portato il costume – disse Alessandra.
- Duccio accompagnala dentro sicuramente troverà ciò che cerca!
- Vado subito commendatore – risposi – l’aiuto a scegliere il costume.
Entrammo dentro casa e la ragazza rimase stupefatta per l’immensità dei saloni e per il numero delle stanze. In una di queste avevo portato una cesta piena di costumi da bagno che mi aveva prestato la costumista. Aiutai Alessandra a sceglierne uno e tornammo in piscina.
-Duccio cosa fai ancora vestito?
-Commendatore, senza offesa, sono costretto a tornare a Roma per preparare il set per domani mattina. Se non vi dispiace vi lascio soli e torno questa sera verso le sette a riprendere mia cugina. Veda se può trovarle una parte in qualche produzione, … per iniziare andrebbe bene anche una pubblicità in un carosello o una comparsata.
-Vedrò di fare il possibile e l’impossibile per accontentarti. Ora va, ci vediamo questa sera.
Feci finta di andare via, ma rientrai dalla porta di servizio e salii in mansarda da dove avevo la visuale completa della piscina e potevo anche sentire le loro voci senza timore di essere visto.
Alessandra era veramente bella con un bikini che a stento conteneva le sue enormi tette. Il commendatore l'invitò a sedersi vicino a lui sul lettino offrendole un drink.
- Vuoi mangiare qualcosa? Sul tavolino ci sono delle fette biscottate, della marmellata e del burro di arachidi se hai fame.
- Grazie commendatore ho mangiato, e se poi voglio fare il bagno è meglio non mangiare!
- Suvvia sciocchina non penserai di affogare dentro una piscina!
Il commendatore incominciò a farle domande sulla sua vita e sulle sue aspirazioni poi sorseggiando una bibita le disse di camminare lungo la piscina come se stesse sfilando in passerella. Alessandra iniziò a camminare e Paolo con fare da regista che guarda la scena ...
- Suvvia muovi quei fianchi, inarca la schiena e fai risaltare le tue splendide tette. Che te le ha fatte a fare tua madre se non le metti in evidenza! Ecco brava adesso alza i talloni e fai finta di essere sui tacchi voglio vedere il tuo culo in evidenza!
Alessandra comincio a girare su se stessa arcuando la schiena e mettendo in fuori il suo splendido sedere.
- Brava così ti voglio! Devi far esplodere la tua sensualità! Il pubblico sullo schermo non vuole vedere la vicina di casa ma la donna che non potrà mai avere! Ora vieni qui e siediti vicino a me. Vedi Alessandra il tuo viso è molto bello ma anonimo, non ha magnetismo! Mentre il tuo corpo, scusa se uso dei termini crudi, fa decisamente arrapare! Ogni maschio vorrebbe possederti e questo nel cinema è fondamentale. Devi suscitare desiderio, ogni persona che ti guarda vorrebbe averti nel suo letto! Deve rimanere incollato a guardare la pellicola fantasticando su di te!
- Grazie dei complimenti commendatore! Pensa che potrei sfondare nel cinema?
- Per sfondare oltre al fisico e alla bravura nella recitazione bisogna avere fortuna. Sai quante attrici ci hanno provato e non ci sono riuscite? In questo momento vanno di moda i film goderecci, l'insegnante, la ripetente, la collegiale, la novizia, ... tu te la sentiresti di prendere parte in uno di questi film?
- Certamente! Non chiedo altro!
- Guarda che la maggior parte delle scene dovresti girarle nuda e dovresti accoppiarti con il mandrillo di turno, te la senti? Un conto è scopare con il proprio ragazzo, un conto è accoppiarsi davanti a trenta persone che ti guardano.
- Mi metta alla prova ...
- Va bene, incomincia a spogliarti cercando di farmi arrapare.
Alessandra lentamente incominciò a danzare davanti a Paolo in maniera sensuale e piano piano rimase a seno nudo.
- Belle tette ragazzina, fammi sentire se sono sode!
Il commendatore si alzò dal lettino e avvicinandosi a Alessandra le accarezzò da dietro. Alessandra, eccitata dai palpeggiamenti, strusciando il sedere sul pacco del produttore incominciò a recitare:
- Signor preside mi aveva fatto chiamare?
- Brava stai entrando nella parte - rispose Paolo -.

Continua...
scritto il
2021-04-22
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