Tutta dentro 4 (continua)
di
LanA
genere
fisting
Anch’io ero eccitata, quasi quanto lui.
Muovevo il dito, stimolandomi, e un leggero gemito mi usciva dalla bocca.
Estraevo il dito, mi accarezzavo i bordi del buco del culo, poi ce ne infilavo i due, li sentivo meglio.
“Dai, metticene un altro, bagnali tutti e tre, si, così, anche gli altri, succhiali… stringi le dita… tutte e quattro dentro… cazzo, ci entrano… abbassa il police…”.
Giorgio mi diceva cosa fare, e a me piaceva essere comandata.
Avevo unito tutte le dita, le avevo infilate dentro e facevo avanti e indietro, abbastanza agevolmente.
Ho le mani piccole, lui sembrava apprezzare moltissimo:
“Si, così… prova, dai, la mano… tutta!”.
“Ah! Non mi riesce, Giorgio, non ci entra più di così… mi faccio male, non l’ho mai fatto…” lo imploravo, ero arrivata in fondo alle dita, contro le nocche ma più, proprio, non ci riuscivo.
Ero anche messa male come posizione, era scomoda.
Allora mi girai sul fianco, così faticavo meno ed arrivavo meglio all’orifizio con la mano, che infilai nuovamente dentro finché potei.
Si avvicinò.
“Dai Elena, insisti, spingi!”
Ora temevo che volesse farlo lui, sbattermi dentro tutta la sua mano, molto più grande della mia, non avrei saputo come tirarmi indietro.
Mi prese il polso.
Praticamente mi aiutava a fare avanti e indietro.
Ogni volta che la mano entrava spingeva un po’ di più, l’ultima volta fu appena più deciso, non tornò indietro, fino a quando anche le nocche schizzarono letteralmente dentro.
“Ahiii! Fa male… fai piano Giorgio. piano!”
Ora avevo la mia mano destra completamente dentro al culo, i muscoli anali si erano richiusi attorno al polso, piegato a novanta gradi.
“Cazzooo! È entrata… mamma mia, Elena… è sparita dentro… TUTTA NEL CULO…” Giorgio era estasiato.
Faceva male, ma, nella mia perversità, ora iniziava a piacermi, il massimo della sottomissione.
Però volevo cautela.
“Si Giorgio, sono aperta, larga… ma fai piano… piano…”
CONTINUA ...
Muovevo il dito, stimolandomi, e un leggero gemito mi usciva dalla bocca.
Estraevo il dito, mi accarezzavo i bordi del buco del culo, poi ce ne infilavo i due, li sentivo meglio.
“Dai, metticene un altro, bagnali tutti e tre, si, così, anche gli altri, succhiali… stringi le dita… tutte e quattro dentro… cazzo, ci entrano… abbassa il police…”.
Giorgio mi diceva cosa fare, e a me piaceva essere comandata.
Avevo unito tutte le dita, le avevo infilate dentro e facevo avanti e indietro, abbastanza agevolmente.
Ho le mani piccole, lui sembrava apprezzare moltissimo:
“Si, così… prova, dai, la mano… tutta!”.
“Ah! Non mi riesce, Giorgio, non ci entra più di così… mi faccio male, non l’ho mai fatto…” lo imploravo, ero arrivata in fondo alle dita, contro le nocche ma più, proprio, non ci riuscivo.
Ero anche messa male come posizione, era scomoda.
Allora mi girai sul fianco, così faticavo meno ed arrivavo meglio all’orifizio con la mano, che infilai nuovamente dentro finché potei.
Si avvicinò.
“Dai Elena, insisti, spingi!”
Ora temevo che volesse farlo lui, sbattermi dentro tutta la sua mano, molto più grande della mia, non avrei saputo come tirarmi indietro.
Mi prese il polso.
Praticamente mi aiutava a fare avanti e indietro.
Ogni volta che la mano entrava spingeva un po’ di più, l’ultima volta fu appena più deciso, non tornò indietro, fino a quando anche le nocche schizzarono letteralmente dentro.
“Ahiii! Fa male… fai piano Giorgio. piano!”
Ora avevo la mia mano destra completamente dentro al culo, i muscoli anali si erano richiusi attorno al polso, piegato a novanta gradi.
“Cazzooo! È entrata… mamma mia, Elena… è sparita dentro… TUTTA NEL CULO…” Giorgio era estasiato.
Faceva male, ma, nella mia perversità, ora iniziava a piacermi, il massimo della sottomissione.
Però volevo cautela.
“Si Giorgio, sono aperta, larga… ma fai piano… piano…”
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