Schiava
di
LILLO
genere
bondage
Mi è sempre piaciuto il ruolo di sottomessa, col tempo la voglia di provare ad essere la schiava di un uomo, si faceva sempre più strada nella mia testa di trav.
Pur avendo un ruolo passivo nei miei incontri come travestita, a disposizione del maschio di turno, sapevo che però non era la stessa cosa, la sottile linea che demarcava, la consensualità, dall'essere un oggetto nelle mani di un padrone, mi dava l'impressione che una volta passata, la mia vita sarebbe cambiata.
Poi una sera, che ero a casa sola, come lo sono sempre a Milano, stavo sbirciando in rete, ero come al solito in reggicalze calze tacchi, e un annuncio, su altri, ha attirato la mia attenzione.
Era di un uomo, anziano, 68 anni, io allora ne avevo 50, poche righe ma che mi colpirono, e così iniziammo una serie di mail prima, e messaggi poi.
Passarono un paio di mesi, e poi decisi che era il momento di conoscerlo, e così ci accordammo per incontrarci da lui, a casa sua, abitava dall'altra parte di Milano, così, un martedì sera dopo cena, mi preparai per bene, e lo raggiunsi.
La condizione primaria fù, che mi sarei recata a casa sua già travestita e truccata, insossando un vestitino molto corto, e tacchi alti, e così fù, lasciai l'auto dove indicatomi, e mi incamminai verso casa sua.
Passando davanti ad alcuni bar, trà i tavolini, sentendo molti commenti pesanti alla mia persona, che mi fecero si arrossire, ma inevitabilmente eccitare, tanto, che faticavo a non far schizzare in piedi il mio cazzo.
Arrivata all'indirizzo datomi, citofonai, e una voce femminile mi indicò il piano, rimasi colpita, ma ormai c'ero e quindi salii due piani di scale, e mi ritrovai alla porta del mio prossimo incontro.
Suonai e poco dopo una donna sulla sessantina mi aprì, e mi colpì come mi si presentò, era nuda, aveva solo scarpe col tacco molto alto un dodici centimetri, un bel seno cadente, capezzoli enormi, forati in punta, con anelli, che li tiravano in maniera pazzesca, e agganciato una catenella che sorreggeva un gabare,legato in vita, ma che gravava il suo peso sui capezzoli, e appoggiato dei bicchieri di vino pieni.
Mi fece entrare e mi disse di seguirla, che il marito mi attendeva in salotto, era la moglie schiava, e completamente sottomessa del padrone di casa, e una volta in sala, andò vicino al marito, e si sedette al suo fianco, su di un tavolino, con fissati due enormi cazzi di legno, si sedette e li fece scivolare dentro ai suoi due orifizi, socchiudendo per un attimo gli occhi.
Mi misi in piedi davanti a Giacomo, un uomo molto alto e massiccio, con un paio di baffi ben curati, il suo sguardo era penetrante, deciso, a tratti cattivo.
Era completamente nudo, il corpo ricoperto da folti peli grigi, e in mezzo alle gambe, sonnecchiante penzolava un mostro.
Scappellato appariva il suo cazzo, un vero cazzo, a riposo era più grosso e lungo del mio in tiro, mi scrutò per alcuni minuti, e poi mi disse di spogliarmi, cosa che feci immediatamente, rimanendo in reggicalze e tacchi, poi mi fece avvicinare, e soppesò il mio cazzetto, poi infilò la mano trà le mie gambe, afferrò i testicoli, e strinse il pugno, credo di essere svenuta, perché mi ritrovai stesa in terra con un forte dolore, e lui in piedi che mi guardava.
Alzatimi disse, e con fatica mi alzai, mi prese per mano, e mi portò nella stanzaattigua, e prima di entrare mi disse, se entrerai lì, non sarai più nessuno, sarai solo mia, ti farò quello che più mi piacerà, decidi, prima era solo un assaggio, entrai, e lui chiuse la porta.
All'interno, le pareti erano imbottite da non far sentire nulla fuori, e sparsi per la stanza una miriade di strumenti di tortura.
Ora iniziamo disse, e mi portò verso una croce a x, dove mi sistemai col suo aiuto, mi legò prima i piedi, mi fece ben sistemare seduta su di un cazzo a pompa, e poi mi legò le mani, e così impalata, ero alla sua mercè.
intanto il mio cazzo divenne duro, lui sorrise, e prese da una specie di borsa un atrezzo, lo unse e lentamente me lo infilò nell'uretra, facendomi male, lo dissi e rimediai un ceffone, e così lo spinse fino in fondo, e poco dopo zampillava il mio liquido biondo, aveva raggiunto la mia vescica.
Ero spaventata, ma eccitata, poi prese un cordino, e legò i miei testicoli, e poi iniziò a mettere dei pesi, provocandomi un fastidio e un dolore non indifferenti, lo supplicai di smettere, e lui mi diede un altro ceffone, e una frustata sul ventre, colpendo anche il mio cazzo, fùpazzesco.
Poi iniziò a gonfiare con la pompetta il cazzo nel mio retto, dandomi un piacere pazzesco, si avvicinò, mi baciò, la sua lingua era calda, e mi eccitava sempre di più, afferrò il mio cazzo e lo masturbò violentemente, tanto che sborrai subito, ma al momento dell'eiaculazione sentii un dolore ai testicoli, lo sperma non era uscito, vuoi per la sonda vuoi per la legatura.
Lui sorrise, tranquilla, verrai molte volte ma non godrai, troia, poi ribaltò la croce e mi trovai stesa a terra, legata, lui si inginocchiò mese il suo cazzo molle rà le mie labbra e urinò.
Il caldo liquido mi colava dalla bocca, non potevo chiuderla il suo cazzo me lo impediva, così, una parte la bevvi involontariamente, poi mi fece ripulire tutto per bene, e poco dopo chiamò la moglie, suonò un campanello e lei entrò, si posiziono al suo fianco, sul supporto che aveva trà i seni i bicchieri non c'erano più, lui diede un pugno fortissimo, tanto, che pensai le strappasse i capezzoli, lei urlò dal dolore, e lui ne diede un altro più forte e lei si inginocchiò, pompami troia le disse, e così la vidi imboccare il cazzo molle del marito e pomparlo.
In breve il cazzo crebbe fino a diventare un bastone, e lei imperterrita lo infilava in gola tutto, poi la spaccò in malomodo, si inginocchiò mise il mostro trà le mie labbra e mi disse, non perderne una goccia stò per venirti in bocca bevi o ti strappo i coglioni frocio, li afferrò io aprii la bocca e chiusi gli occhi.
Poco dopo un getto potente e caldo mi scaricò lo sperma in bocca, iniziai a bere i getti erano ripetuti e possenti, io sollevavo la testa e imboccavo il suo cazzo e bevevo.
Quando ne fù soddisfatto, mi fece slegare dalla moglie, il cazzo mi duoleva, i testicoli erano mal ridotti, estrasse la sonda e schizzò dello sperma all'esterno, fatti una sega ora mi disse, la feci, e poco dopo uscì sperma e sangue e provai dolore e piacere.
Mi misi in piedi davanti al mio signore, lui mi guardò e poi mi disse, oggi era solo un test, se vuoi continuare, e credimi, non ti conviene, devi prima firmare quel documento, leggilo, lo lessi e rimasi impietrita, era la cessione incondizionata del mio corpo, e totale, poteva farmi quello che voleva e darmi a chi voleva, poi mi diede un foglio appendice, nel mio caso, col tempo sarebbe arrivato, a castrarmi prima, e evirarmi in seguito, lo guardai negli occhi, e poi firmai, consegnai le chiavi di casa mia e i miei documenti a lui, brava mi disse, domani andremo a ritirare quello che ti servirà.
poi si sedette sulla poltrona e mi prese in grembo, mi accarezzò, sarai la mia bambina, da oggi, in settimana mia moglie ti porterà e forare i capezzoli, le orecchie e il naso, così inizieremo a trasformarti in una schiva perfetta.
Un mese dopo ero incatenata al letto in attesa degli stupri a qui sarei stata sottoposta, da lui e dai suoi amici, in pochi mesi, il mio ano si trasformò in una cloaca, i miei capezzoli sformati dai continui buchi e strappi a qui erano sottoposti, e mi erano stati asportati i testicoli.
Sei mesi dopo il mio pene era stato scomposto in 4, lasciando solo il buchetto come lo chiamava lui, ma ero felice, ero la sua schiava, e puttana
Pur avendo un ruolo passivo nei miei incontri come travestita, a disposizione del maschio di turno, sapevo che però non era la stessa cosa, la sottile linea che demarcava, la consensualità, dall'essere un oggetto nelle mani di un padrone, mi dava l'impressione che una volta passata, la mia vita sarebbe cambiata.
Poi una sera, che ero a casa sola, come lo sono sempre a Milano, stavo sbirciando in rete, ero come al solito in reggicalze calze tacchi, e un annuncio, su altri, ha attirato la mia attenzione.
Era di un uomo, anziano, 68 anni, io allora ne avevo 50, poche righe ma che mi colpirono, e così iniziammo una serie di mail prima, e messaggi poi.
Passarono un paio di mesi, e poi decisi che era il momento di conoscerlo, e così ci accordammo per incontrarci da lui, a casa sua, abitava dall'altra parte di Milano, così, un martedì sera dopo cena, mi preparai per bene, e lo raggiunsi.
La condizione primaria fù, che mi sarei recata a casa sua già travestita e truccata, insossando un vestitino molto corto, e tacchi alti, e così fù, lasciai l'auto dove indicatomi, e mi incamminai verso casa sua.
Passando davanti ad alcuni bar, trà i tavolini, sentendo molti commenti pesanti alla mia persona, che mi fecero si arrossire, ma inevitabilmente eccitare, tanto, che faticavo a non far schizzare in piedi il mio cazzo.
Arrivata all'indirizzo datomi, citofonai, e una voce femminile mi indicò il piano, rimasi colpita, ma ormai c'ero e quindi salii due piani di scale, e mi ritrovai alla porta del mio prossimo incontro.
Suonai e poco dopo una donna sulla sessantina mi aprì, e mi colpì come mi si presentò, era nuda, aveva solo scarpe col tacco molto alto un dodici centimetri, un bel seno cadente, capezzoli enormi, forati in punta, con anelli, che li tiravano in maniera pazzesca, e agganciato una catenella che sorreggeva un gabare,legato in vita, ma che gravava il suo peso sui capezzoli, e appoggiato dei bicchieri di vino pieni.
Mi fece entrare e mi disse di seguirla, che il marito mi attendeva in salotto, era la moglie schiava, e completamente sottomessa del padrone di casa, e una volta in sala, andò vicino al marito, e si sedette al suo fianco, su di un tavolino, con fissati due enormi cazzi di legno, si sedette e li fece scivolare dentro ai suoi due orifizi, socchiudendo per un attimo gli occhi.
Mi misi in piedi davanti a Giacomo, un uomo molto alto e massiccio, con un paio di baffi ben curati, il suo sguardo era penetrante, deciso, a tratti cattivo.
Era completamente nudo, il corpo ricoperto da folti peli grigi, e in mezzo alle gambe, sonnecchiante penzolava un mostro.
Scappellato appariva il suo cazzo, un vero cazzo, a riposo era più grosso e lungo del mio in tiro, mi scrutò per alcuni minuti, e poi mi disse di spogliarmi, cosa che feci immediatamente, rimanendo in reggicalze e tacchi, poi mi fece avvicinare, e soppesò il mio cazzetto, poi infilò la mano trà le mie gambe, afferrò i testicoli, e strinse il pugno, credo di essere svenuta, perché mi ritrovai stesa in terra con un forte dolore, e lui in piedi che mi guardava.
Alzatimi disse, e con fatica mi alzai, mi prese per mano, e mi portò nella stanzaattigua, e prima di entrare mi disse, se entrerai lì, non sarai più nessuno, sarai solo mia, ti farò quello che più mi piacerà, decidi, prima era solo un assaggio, entrai, e lui chiuse la porta.
All'interno, le pareti erano imbottite da non far sentire nulla fuori, e sparsi per la stanza una miriade di strumenti di tortura.
Ora iniziamo disse, e mi portò verso una croce a x, dove mi sistemai col suo aiuto, mi legò prima i piedi, mi fece ben sistemare seduta su di un cazzo a pompa, e poi mi legò le mani, e così impalata, ero alla sua mercè.
intanto il mio cazzo divenne duro, lui sorrise, e prese da una specie di borsa un atrezzo, lo unse e lentamente me lo infilò nell'uretra, facendomi male, lo dissi e rimediai un ceffone, e così lo spinse fino in fondo, e poco dopo zampillava il mio liquido biondo, aveva raggiunto la mia vescica.
Ero spaventata, ma eccitata, poi prese un cordino, e legò i miei testicoli, e poi iniziò a mettere dei pesi, provocandomi un fastidio e un dolore non indifferenti, lo supplicai di smettere, e lui mi diede un altro ceffone, e una frustata sul ventre, colpendo anche il mio cazzo, fùpazzesco.
Poi iniziò a gonfiare con la pompetta il cazzo nel mio retto, dandomi un piacere pazzesco, si avvicinò, mi baciò, la sua lingua era calda, e mi eccitava sempre di più, afferrò il mio cazzo e lo masturbò violentemente, tanto che sborrai subito, ma al momento dell'eiaculazione sentii un dolore ai testicoli, lo sperma non era uscito, vuoi per la sonda vuoi per la legatura.
Lui sorrise, tranquilla, verrai molte volte ma non godrai, troia, poi ribaltò la croce e mi trovai stesa a terra, legata, lui si inginocchiò mese il suo cazzo molle rà le mie labbra e urinò.
Il caldo liquido mi colava dalla bocca, non potevo chiuderla il suo cazzo me lo impediva, così, una parte la bevvi involontariamente, poi mi fece ripulire tutto per bene, e poco dopo chiamò la moglie, suonò un campanello e lei entrò, si posiziono al suo fianco, sul supporto che aveva trà i seni i bicchieri non c'erano più, lui diede un pugno fortissimo, tanto, che pensai le strappasse i capezzoli, lei urlò dal dolore, e lui ne diede un altro più forte e lei si inginocchiò, pompami troia le disse, e così la vidi imboccare il cazzo molle del marito e pomparlo.
In breve il cazzo crebbe fino a diventare un bastone, e lei imperterrita lo infilava in gola tutto, poi la spaccò in malomodo, si inginocchiò mise il mostro trà le mie labbra e mi disse, non perderne una goccia stò per venirti in bocca bevi o ti strappo i coglioni frocio, li afferrò io aprii la bocca e chiusi gli occhi.
Poco dopo un getto potente e caldo mi scaricò lo sperma in bocca, iniziai a bere i getti erano ripetuti e possenti, io sollevavo la testa e imboccavo il suo cazzo e bevevo.
Quando ne fù soddisfatto, mi fece slegare dalla moglie, il cazzo mi duoleva, i testicoli erano mal ridotti, estrasse la sonda e schizzò dello sperma all'esterno, fatti una sega ora mi disse, la feci, e poco dopo uscì sperma e sangue e provai dolore e piacere.
Mi misi in piedi davanti al mio signore, lui mi guardò e poi mi disse, oggi era solo un test, se vuoi continuare, e credimi, non ti conviene, devi prima firmare quel documento, leggilo, lo lessi e rimasi impietrita, era la cessione incondizionata del mio corpo, e totale, poteva farmi quello che voleva e darmi a chi voleva, poi mi diede un foglio appendice, nel mio caso, col tempo sarebbe arrivato, a castrarmi prima, e evirarmi in seguito, lo guardai negli occhi, e poi firmai, consegnai le chiavi di casa mia e i miei documenti a lui, brava mi disse, domani andremo a ritirare quello che ti servirà.
poi si sedette sulla poltrona e mi prese in grembo, mi accarezzò, sarai la mia bambina, da oggi, in settimana mia moglie ti porterà e forare i capezzoli, le orecchie e il naso, così inizieremo a trasformarti in una schiva perfetta.
Un mese dopo ero incatenata al letto in attesa degli stupri a qui sarei stata sottoposta, da lui e dai suoi amici, in pochi mesi, il mio ano si trasformò in una cloaca, i miei capezzoli sformati dai continui buchi e strappi a qui erano sottoposti, e mi erano stati asportati i testicoli.
Sei mesi dopo il mio pene era stato scomposto in 4, lasciando solo il buchetto come lo chiamava lui, ma ero felice, ero la sua schiava, e puttana
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