Maialate di gioventù 1/2
di
LanA
genere
fisting
Oggi ho voglia di un "palo" fra le mie gambe.
Non mi importa se di carne o di plastica o di altro materiale.
Magari proveniente da qualche orto.
Ho solo voglia di soddisfare le mie porche voglie.
Inutile dire, che l'importante è godere.
Ma è altrettanto inutile dire, che la carne è la cosa che mi interessa di più in amore, anche se la mia fervente e perversa fantasia mi sa suggerire i più intriganti surrogati di un bel cazzo.
Non avendone al momento a disposizione, mi masturbo sola.
Con la mia mente, e nel mio immaginario, mi sono ricordata di quello che facevo da piccola, eccone un estratto.
L'idea che ho da sempre, sin da quando andavo a scuola e sperimentavo le prime voglie e le prime manovre per assecondarle, è quella di sedermi con un'ampia gonna su uno di quei paletti, che ai bordi dei marciapiedi delimitano la strada, e provare a infilarmelo dentro.
Da piccola, con le "solite amiche", ci abbiamo provato tutte e tre, ma non siamo mai andate oltre l'averne appoggiata la punta alle parti intime.
Oggi so, che più di quello non avremmo potuto fare, ma allora era altra cosa.
Vuoi per l'incoscienza dei nostri quindici anni, vuoi per la voglia sfrenata di soddisfare una fantasia, spingevamo con le gambe per tentare l'impresa.
Ma nulla, ci facevamo solo del male, ma poco, perché ai primi dolori smettevamo.
A casa giocavamo con la carta igienica, ce la infilavamo su per il sedere spingendola con il dito.
Ogni giorno un poco di più.
Un poco più di carta, e camminavamo per sentirne la presenza dentro di noi.
Ci incontravamo dopo la scuola, così bardate, e poi ci raccontavamo le sensazioni.
Capivo già allora l'importanza della fantasia, nel costruirsi immaginari godimenti, in luogo del fastidio che le mie amiche provavano nel sentirsi piene di quel corpo estraneo.
Un giorno feci la cosa grande.
CONTINUA ...
Non mi importa se di carne o di plastica o di altro materiale.
Magari proveniente da qualche orto.
Ho solo voglia di soddisfare le mie porche voglie.
Inutile dire, che l'importante è godere.
Ma è altrettanto inutile dire, che la carne è la cosa che mi interessa di più in amore, anche se la mia fervente e perversa fantasia mi sa suggerire i più intriganti surrogati di un bel cazzo.
Non avendone al momento a disposizione, mi masturbo sola.
Con la mia mente, e nel mio immaginario, mi sono ricordata di quello che facevo da piccola, eccone un estratto.
L'idea che ho da sempre, sin da quando andavo a scuola e sperimentavo le prime voglie e le prime manovre per assecondarle, è quella di sedermi con un'ampia gonna su uno di quei paletti, che ai bordi dei marciapiedi delimitano la strada, e provare a infilarmelo dentro.
Da piccola, con le "solite amiche", ci abbiamo provato tutte e tre, ma non siamo mai andate oltre l'averne appoggiata la punta alle parti intime.
Oggi so, che più di quello non avremmo potuto fare, ma allora era altra cosa.
Vuoi per l'incoscienza dei nostri quindici anni, vuoi per la voglia sfrenata di soddisfare una fantasia, spingevamo con le gambe per tentare l'impresa.
Ma nulla, ci facevamo solo del male, ma poco, perché ai primi dolori smettevamo.
A casa giocavamo con la carta igienica, ce la infilavamo su per il sedere spingendola con il dito.
Ogni giorno un poco di più.
Un poco più di carta, e camminavamo per sentirne la presenza dentro di noi.
Ci incontravamo dopo la scuola, così bardate, e poi ci raccontavamo le sensazioni.
Capivo già allora l'importanza della fantasia, nel costruirsi immaginari godimenti, in luogo del fastidio che le mie amiche provavano nel sentirsi piene di quel corpo estraneo.
Un giorno feci la cosa grande.
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