Avventure diverse -16- (continua)
di
LanA
genere
orge
In quel momento mi venne un'idea che poteva funzionare.
Dissi a Luisa che si poteva anche organizzare di venire a casa mia.
C'è una grande terrazza che dava sul nulla.
Io la uso spesso per i bagni di sole.
In casa c'è la doccia e mi manca il mare.
Passo dal supermercato e riempio il frigo di bibite fresche e gelati, che ne dici?
Fabio potrebbe stare all'ombra e non sarebbe diverso dallo stare in casa propria.
Dai facciamo così, vedrai che ci divertiremo lo stesso.
Luisa accettò e si disse disponibile a parlare con Fabio.
Io chiusi la telefonata, chiedendole solo di richiamarmi per farmi sapere se Fabio accettasse la mia proposta.
Poi mi alzai e riassettai la casa, quindi mi vestii il minimo per essere accettabile dalla società degli uomini, e mi fiondai al supermercato.
Tornando, pensai che al limite avremmo potuto persino passare l'intero week end in casa e ordinare delle pizze per la serata.
Poi ricevetti la telefonata entusiasta di Luisa che mi assicurava la presenza di Fabio.
Quindi la misi al corrente delle mie elucubrazioni, alle quali si disse entusiasta, e che anzi, se mi fosse piaciuto, lei avrebbe potuto venire a stare da me anche da questa sera.
Per me la cosa poteva anche andare.
Luisa mi piaceva, sperai solo che non portasse tutte le sue cose.
Ma no, non era il tipo, e io mi stavo facendo solo dei brutti film.
Accettai e le dissi che poteva venire quando voleva, l'unica clausola non sindacabile sarebbe stata:
"niente costume"
poi poteva venire da me.
Luisa arrivò dopo meno di un'ora che ero tornata a casa dal mio giro al supermercato, stavo ancora mettendo a posto la roba quando suonò il citofono e io aprii contenta di vederla.
Era un raggio di sole, col suo sorriso, e il sole al tramonto nei capelli.
Portava un vestitino leggero a fiori.
Io mi sconvolsi nel vederla, e mentirei se dicessi che i miei ormoni non si fossero risvegliati nel vederla arrivare.
Ci sedemmo sul divano dell'ingresso e ci sorridemmo come delle ebeti.
Beh, io francamente lo ero, davvero ero rimasta senza parole, tanto che mi scossi solo quando la sentii riferirsi alla mia mise.
Lù, anche lei mi chiama così, con le prime sillabe del mio nome, ma sei uscita così questa sera?
Io mi scossi dal torpore e risposi di sì, perché che c'era di male, faceva caldo e non mi andava di sudare più del necessario.
Ma Lù sei praticamente nuda.
Eppoi hai sudato eccome.
Alzai le spalle, e mi guardai.
CONTINUA ...
Dissi a Luisa che si poteva anche organizzare di venire a casa mia.
C'è una grande terrazza che dava sul nulla.
Io la uso spesso per i bagni di sole.
In casa c'è la doccia e mi manca il mare.
Passo dal supermercato e riempio il frigo di bibite fresche e gelati, che ne dici?
Fabio potrebbe stare all'ombra e non sarebbe diverso dallo stare in casa propria.
Dai facciamo così, vedrai che ci divertiremo lo stesso.
Luisa accettò e si disse disponibile a parlare con Fabio.
Io chiusi la telefonata, chiedendole solo di richiamarmi per farmi sapere se Fabio accettasse la mia proposta.
Poi mi alzai e riassettai la casa, quindi mi vestii il minimo per essere accettabile dalla società degli uomini, e mi fiondai al supermercato.
Tornando, pensai che al limite avremmo potuto persino passare l'intero week end in casa e ordinare delle pizze per la serata.
Poi ricevetti la telefonata entusiasta di Luisa che mi assicurava la presenza di Fabio.
Quindi la misi al corrente delle mie elucubrazioni, alle quali si disse entusiasta, e che anzi, se mi fosse piaciuto, lei avrebbe potuto venire a stare da me anche da questa sera.
Per me la cosa poteva anche andare.
Luisa mi piaceva, sperai solo che non portasse tutte le sue cose.
Ma no, non era il tipo, e io mi stavo facendo solo dei brutti film.
Accettai e le dissi che poteva venire quando voleva, l'unica clausola non sindacabile sarebbe stata:
"niente costume"
poi poteva venire da me.
Luisa arrivò dopo meno di un'ora che ero tornata a casa dal mio giro al supermercato, stavo ancora mettendo a posto la roba quando suonò il citofono e io aprii contenta di vederla.
Era un raggio di sole, col suo sorriso, e il sole al tramonto nei capelli.
Portava un vestitino leggero a fiori.
Io mi sconvolsi nel vederla, e mentirei se dicessi che i miei ormoni non si fossero risvegliati nel vederla arrivare.
Ci sedemmo sul divano dell'ingresso e ci sorridemmo come delle ebeti.
Beh, io francamente lo ero, davvero ero rimasta senza parole, tanto che mi scossi solo quando la sentii riferirsi alla mia mise.
Lù, anche lei mi chiama così, con le prime sillabe del mio nome, ma sei uscita così questa sera?
Io mi scossi dal torpore e risposi di sì, perché che c'era di male, faceva caldo e non mi andava di sudare più del necessario.
Ma Lù sei praticamente nuda.
Eppoi hai sudato eccome.
Alzai le spalle, e mi guardai.
CONTINUA ...
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