Nelle mani di mio genero – 6
di
duke69
genere
dominazione
Gina era una bella donna sui 40 anni, alta circa 1,65 metri con capelli rossi ondulati, un bel seno, forse una terza abbondante e un fondoschiena bello pieno; si presentava in biancheria intima, perizoma e reggiseno push-up, con scarpe rosse e tacco 12. Sui capezzoli spiccavano due grossi piercing a forma di anello, legati tra loro da una catenella. Su ciascuna delle due cosce, nella parte anteriore aveva lo stesso tatuaggio disposto in modo simmetrico: un cuore rosso spezzato da una freccia nera al centro dello stesso.
Dopo aver salutato Paolo con due baci sulla guancia e uno casto sulle labbra, mi venne incontro:
“…e dunque tu sei Debora, mamma mia che gran fica!”
Così dicendo mi accarezzò i capelli e mi baciò in bocca succhiandomi e mordicchiandomi le labbra.
“Dammi la lingua Debora!”
Tirai fuori la lingua e prese a succhiarmela, simulando un pompino. Quindi mi strinse a sé e continuò in un bacio appassionato ancora per qualche minuto; estenuante, ma tutto sommato bello, era la prima volta che baciavo una donna! Stavamo limonando come due fidanzatini e non eravamo ancora entrati in casa, mentre Paolo osservava compiaciuto con tre dita nel mio culo, raccontando a Gina del viaggio in moto e del cazzo in silicone.
“Sei uno spettacolo Debora! Ti apriremo completamente e ti faremo godere come una troia! Ora entriamo dentro così ti presento Claudia”
Gli interni erano una meraviglia, mura in pietra, travi in legno e uno stupendo arredamento rustico. Nello stipite della porta della cucina, che si affacciava sul soggiorno, era appoggiata Claudia con un bicchiere in mano. Appariva come l’opposto di Gina, capelli cortissimi neri, una seconda di seno e un culetto tondo da capogiro contenuto da un babydoll bianco. Claudia non sembrava avere tatuaggi, ma ostentava piercing ovunque: due nei capezzoli, anche se gli anellini erano più piccoli rispetto a quelli di Gina, uno nel naso, tra le narici, uno al centro del mento, subito sotto il labbro inferiore e probabilmente altri meno visibili, ma sono sicura che gli avrei scoperti in seguito.
Si avvicinò, mi prese una mano, la portò alla bocca e iniziò a leccarmi le dita sempre mantenendo lo sguardo fisso sui miei occhi. Quindi si staccò e mi diede da bere l’aperitivo contenuto nel suo bicchiere. Dopo averne bevuto un sorso cominciò a baciarmi in modo travolgente. Nel frattempo, Gina aveva scostato gli shorts e osservava il mio buco del culo misurandone l’apertura con le dita. Mi trovavo tra due fuochi, l’eccitazione cresceva sempre più e la mia passera già grondava di piacere.
Da quando ero entrata, Claudia non aveva detto una parola.
Intanto Paolo, finito l’aperitivo preparatogli da Gina, si congedò dicendo che aveva un impegno di lavoro ma che sarebbe ritornato nel pomeriggio con una sorpresa.
“Ci vediamo più tardi e mi raccomando non risparmiatevi!”
Le due ninfomani erano in preda alla lussuria più sfrenata, perché da quando ero arrivata non mi avevano mollato un secondo, mi stavano incollate senza darmi tregua.
Claudia continuava a slinguarmi e ogni tanto mi sputava in faccia spalmandomi la saliva nel viso, mentre Gina era intenta a infilarmi tutta la mano in culo, dopo averla precedentemente ben lubrificata nella mia passera. Eravamo sempre in piedi al centro della stanza, mi mancavano le forze, le gambe cedevano e stavo per godere.
Si bloccarono prima che potessi venire, quasi fosse una sorta di una ulteriore punizione. Andammo nella camera adiacente al cui centro si trovava un grande letto circolare: mi fecero distendere legandomi i polsi dietro la testa, e ancorando le braccia a due anelli in metallo facenti parte della struttura del letto. Alle caviglie mi misero due cavigliere agganciate a due catene ben tese e collegate a due anelli presenti sul soffitto, in modo da tenere le gambe sollevate e divaricate. I miei movimenti erano limitati e mi trovavo in forte disagio con il mio sesso aperto ed esposto.
Nel ritrovarmi così inerme ero terrorizzata, perché sempre più consapevole che avrebbero fatto di me ciò che volevano. Mi lasciai andare ad una supplica:
“Vi prego, non fatemi del male!”
Gina prontamente mi diede un violento schiaffo, poi avvicinandosi al mio volto mi minacciò facendomi raggelare il sangue:
“Se ti azzardi ad aprire bocca nuovamente senza permesso, ti appendiamo per le tette e ti inculiamo con il peperoncino. Hai capito troietta?”
“Ho capito! Scusa!”
Intanto Claudia mi succhiava i capezzoli aspirando a pieni polmoni mentre Gina aveva iniziato a mordicchiarmi le grandi labbra, penetrandomi di tanto in tanto con la lingua e con le dita. Per il momento la mia paura era scongiurata: non sembravano avere cattive intenzioni. Mi stavano facendo impazzire di piacere: volevo solo venire, ma avevano la curiosa abilità di tenermi sul filo dell’orgasmo senza che potessi godere pienamente. Claudia succhiava e leccava passando da un seno all’altro: i capezzoli erano turgidissimi e stavano diventando dei chiodi. Gina era l’unica che parlava.
“Hai proprio un bel fisico, Debora! Ti lavoreremo a dovere…!”
Detto questo, Gina iniziò a giocare con il mio clitoride stringendolo fra l’indice e il pollice, succhiandolo e stirandolo al limite del dolore. Stavo per esplodere, ma Claudia sentendo il principio delle contrazioni, si bloccò prese un cubetto di ghiaccio e lo mise a contatto con il capezzolo che stava succhiando.
Il contatto con il ghiaccio mi provocò un forte brivido, facendomi venire la pelle d’oca e bloccando l’orgasmo. Stavano portando il godimento su un livello più alto tra piacere e sofferenza.
Claudia manteneva il cubetto di ghiaccio sempre in contatto con la pelle, utilizzando un bicchiere di vetro rovesciato, con l’apertura sulla pelle a contenere il cubetto, che si muoveva all’interno senza poter uscire.
Mentre faceva roteare il bicchiere e quindi il ghiaccio intorno al capezzolo, prese a succhiare l’altro capezzolo. Cazzo quanto erano porche!!!
Dopo aver torturato a lungo i miei seni, Gina prese a baciarmi e sputarmi in bocca, intimandomi di non ingoiare se non dopo suo ordine, mentre Claudia, messo un cubetto di ghiaccio in bocca iniziò a torturarmi la fica, leccandola e spingendo il cubetto all’interno. Al freddo del ghiaccio si contrapponeva il calore della bocca, era un continuo alternarsi di sensazioni e di brividi che attraversavano tutto il mio corpo; Claudia proseguì fino al completo scioglimento del ghiaccio.
A un certo punto Gina prese un nuovo giocattolo che guardai con curiosità non conoscendone l’impiego.
“Questo è un succhia vagina a pompa! si fa aderire la ventosa direttamente sulla fica e poi si fa il vuoto per mezzo di questa pompetta: man mano che si preme e la depressione aumenta le grandi labbra ed il resto della vagina si ingrossano a dismisura rendendola sensibilissima ad ogni contatto! Vedrai che tra poco ti faremo squirtare solo soffiandoci sopra…!”.
Dopo averla applicata, Gina mi aveva penetrato il culo con tre dita mentre Claudia aveva ripreso a succhiarmi i capezzoli. Davano una pompata a testa ad intervalli di 30 secondi circa; il tempo scorreva, ero in preda alla libidine più totale e non capivo più nulla. Quelle due erano indiavolate! Dopo una ventina di minuti gemevo come una cagna mentre le due porche mi succhiavano i capezzoli dritti come chiodi…non li avevo mai visti in quello stato! Tolsero il vuoto e quindi staccarono quell’infernale attrezzo; ciò che vidi fu sorprendente: la mia vagina era deformata con le grandi labbra che apparivano ingrandite e mostruose.
“Porca puttana, ne ho viste tante di fiche gonfie ma questa è un vero spettacolo, sembra …un hamburger!
La straordinarietà della cosa, per la prima volta, fece proferire parola anche a Claudia:
“Cazzo!!! Sembra una cozza gigante!”
Finalmente mi slegarono e potei rilassare braccia e gambe fino a quel momento in tensione. Ero eccitatissima, oramai bastava niente per farmi venire. Gina e Claudia concentrarono tutte le loro attenzioni sulla mia fica leccandola, succhiandola, baciandola e ficcandosela in bocca, quasi litigando tra loro. Scoppiai in un orgasmo devastante che non fece altro che infoiarle maggiormente. Avevano viso e capelli completamente bagnati. Claudia sembrava in trance, e quando cominciò a giocare con il mio clitoride, oscenamente ingrossato e quasi in erezione come fosse un pene, ebbi un secondo orgasmo.
Gina volle amplificare il piacere inserendomi un vibratore di medie proporzioni nella vagina. Si mise a 69 mettendomi la sua fica in faccia, mentre Claudia armeggiava con il vibratore ungendolo bene e ficcandomelo una volta nella fica e una volta nel culo. Continuai a squirtare diverse volte ancora. Poi fu la volta di Gina che pretese gli procurassi un orgasmo.
“Dai puttana mettimi la lingua nel culo, usa anche le mani ma fai di tutto per farmi venire… e fallo al più presto altrimenti ti annodo i capezzoli!”
Anche Gina era bagnatissima e non ci volle molto a farle avere un orgasmo.
Poi fu la volta di Claudia che si sedette sulla mia faccia: aveva 8 anellini nelle grandi labbra, quattro per parte. In preda alla goduria e in balia di un puro istinto animalesco, la leccai fino a farla venire. Ero sfinita, dopo quasi 3 ore di sesso sfrenato, in continuo stato di eccitazione e sottomessa da due ninfomani scatenate… e chissà che cos’altro mi aspettava!
Ad un certo punto squillò il telefono e Gina andò a rispondere: era Paolo, sarebbe arrivato nel primo pomeriggio. Fortunatamente ci fermammo per rifocillare e riprendere le forze.
Dopo aver recuperato un minimo di energia e aver mangiato qualcosa Claudia mi fece distendere nel lettino e mi cosparse di olio massaggiando ogni centimetro di pelle. Mi lubrificò ogni orifizio inserendomi poi un vibratore nel culo e regolandolo ad una vibrazione minima. La vagina era ancora ingrossata dopo il trattamento subito; ero molto sensibile e durante una lunghissima serie di snervanti lappate alle grandi labbra e al clitoride Claudia mi fece squirtare ancora svariate volte, quindi rimosse il vibratore. Proprio in quel momento arrivò Paolo con la sorpresa: due ragazzi di colore.
Continua…
(Per eventuali altri commenti o suggerimenti per nuove storie o situazioni contattatemi su dukeduke1069@yahoo.com)
Dopo aver salutato Paolo con due baci sulla guancia e uno casto sulle labbra, mi venne incontro:
“…e dunque tu sei Debora, mamma mia che gran fica!”
Così dicendo mi accarezzò i capelli e mi baciò in bocca succhiandomi e mordicchiandomi le labbra.
“Dammi la lingua Debora!”
Tirai fuori la lingua e prese a succhiarmela, simulando un pompino. Quindi mi strinse a sé e continuò in un bacio appassionato ancora per qualche minuto; estenuante, ma tutto sommato bello, era la prima volta che baciavo una donna! Stavamo limonando come due fidanzatini e non eravamo ancora entrati in casa, mentre Paolo osservava compiaciuto con tre dita nel mio culo, raccontando a Gina del viaggio in moto e del cazzo in silicone.
“Sei uno spettacolo Debora! Ti apriremo completamente e ti faremo godere come una troia! Ora entriamo dentro così ti presento Claudia”
Gli interni erano una meraviglia, mura in pietra, travi in legno e uno stupendo arredamento rustico. Nello stipite della porta della cucina, che si affacciava sul soggiorno, era appoggiata Claudia con un bicchiere in mano. Appariva come l’opposto di Gina, capelli cortissimi neri, una seconda di seno e un culetto tondo da capogiro contenuto da un babydoll bianco. Claudia non sembrava avere tatuaggi, ma ostentava piercing ovunque: due nei capezzoli, anche se gli anellini erano più piccoli rispetto a quelli di Gina, uno nel naso, tra le narici, uno al centro del mento, subito sotto il labbro inferiore e probabilmente altri meno visibili, ma sono sicura che gli avrei scoperti in seguito.
Si avvicinò, mi prese una mano, la portò alla bocca e iniziò a leccarmi le dita sempre mantenendo lo sguardo fisso sui miei occhi. Quindi si staccò e mi diede da bere l’aperitivo contenuto nel suo bicchiere. Dopo averne bevuto un sorso cominciò a baciarmi in modo travolgente. Nel frattempo, Gina aveva scostato gli shorts e osservava il mio buco del culo misurandone l’apertura con le dita. Mi trovavo tra due fuochi, l’eccitazione cresceva sempre più e la mia passera già grondava di piacere.
Da quando ero entrata, Claudia non aveva detto una parola.
Intanto Paolo, finito l’aperitivo preparatogli da Gina, si congedò dicendo che aveva un impegno di lavoro ma che sarebbe ritornato nel pomeriggio con una sorpresa.
“Ci vediamo più tardi e mi raccomando non risparmiatevi!”
Le due ninfomani erano in preda alla lussuria più sfrenata, perché da quando ero arrivata non mi avevano mollato un secondo, mi stavano incollate senza darmi tregua.
Claudia continuava a slinguarmi e ogni tanto mi sputava in faccia spalmandomi la saliva nel viso, mentre Gina era intenta a infilarmi tutta la mano in culo, dopo averla precedentemente ben lubrificata nella mia passera. Eravamo sempre in piedi al centro della stanza, mi mancavano le forze, le gambe cedevano e stavo per godere.
Si bloccarono prima che potessi venire, quasi fosse una sorta di una ulteriore punizione. Andammo nella camera adiacente al cui centro si trovava un grande letto circolare: mi fecero distendere legandomi i polsi dietro la testa, e ancorando le braccia a due anelli in metallo facenti parte della struttura del letto. Alle caviglie mi misero due cavigliere agganciate a due catene ben tese e collegate a due anelli presenti sul soffitto, in modo da tenere le gambe sollevate e divaricate. I miei movimenti erano limitati e mi trovavo in forte disagio con il mio sesso aperto ed esposto.
Nel ritrovarmi così inerme ero terrorizzata, perché sempre più consapevole che avrebbero fatto di me ciò che volevano. Mi lasciai andare ad una supplica:
“Vi prego, non fatemi del male!”
Gina prontamente mi diede un violento schiaffo, poi avvicinandosi al mio volto mi minacciò facendomi raggelare il sangue:
“Se ti azzardi ad aprire bocca nuovamente senza permesso, ti appendiamo per le tette e ti inculiamo con il peperoncino. Hai capito troietta?”
“Ho capito! Scusa!”
Intanto Claudia mi succhiava i capezzoli aspirando a pieni polmoni mentre Gina aveva iniziato a mordicchiarmi le grandi labbra, penetrandomi di tanto in tanto con la lingua e con le dita. Per il momento la mia paura era scongiurata: non sembravano avere cattive intenzioni. Mi stavano facendo impazzire di piacere: volevo solo venire, ma avevano la curiosa abilità di tenermi sul filo dell’orgasmo senza che potessi godere pienamente. Claudia succhiava e leccava passando da un seno all’altro: i capezzoli erano turgidissimi e stavano diventando dei chiodi. Gina era l’unica che parlava.
“Hai proprio un bel fisico, Debora! Ti lavoreremo a dovere…!”
Detto questo, Gina iniziò a giocare con il mio clitoride stringendolo fra l’indice e il pollice, succhiandolo e stirandolo al limite del dolore. Stavo per esplodere, ma Claudia sentendo il principio delle contrazioni, si bloccò prese un cubetto di ghiaccio e lo mise a contatto con il capezzolo che stava succhiando.
Il contatto con il ghiaccio mi provocò un forte brivido, facendomi venire la pelle d’oca e bloccando l’orgasmo. Stavano portando il godimento su un livello più alto tra piacere e sofferenza.
Claudia manteneva il cubetto di ghiaccio sempre in contatto con la pelle, utilizzando un bicchiere di vetro rovesciato, con l’apertura sulla pelle a contenere il cubetto, che si muoveva all’interno senza poter uscire.
Mentre faceva roteare il bicchiere e quindi il ghiaccio intorno al capezzolo, prese a succhiare l’altro capezzolo. Cazzo quanto erano porche!!!
Dopo aver torturato a lungo i miei seni, Gina prese a baciarmi e sputarmi in bocca, intimandomi di non ingoiare se non dopo suo ordine, mentre Claudia, messo un cubetto di ghiaccio in bocca iniziò a torturarmi la fica, leccandola e spingendo il cubetto all’interno. Al freddo del ghiaccio si contrapponeva il calore della bocca, era un continuo alternarsi di sensazioni e di brividi che attraversavano tutto il mio corpo; Claudia proseguì fino al completo scioglimento del ghiaccio.
A un certo punto Gina prese un nuovo giocattolo che guardai con curiosità non conoscendone l’impiego.
“Questo è un succhia vagina a pompa! si fa aderire la ventosa direttamente sulla fica e poi si fa il vuoto per mezzo di questa pompetta: man mano che si preme e la depressione aumenta le grandi labbra ed il resto della vagina si ingrossano a dismisura rendendola sensibilissima ad ogni contatto! Vedrai che tra poco ti faremo squirtare solo soffiandoci sopra…!”.
Dopo averla applicata, Gina mi aveva penetrato il culo con tre dita mentre Claudia aveva ripreso a succhiarmi i capezzoli. Davano una pompata a testa ad intervalli di 30 secondi circa; il tempo scorreva, ero in preda alla libidine più totale e non capivo più nulla. Quelle due erano indiavolate! Dopo una ventina di minuti gemevo come una cagna mentre le due porche mi succhiavano i capezzoli dritti come chiodi…non li avevo mai visti in quello stato! Tolsero il vuoto e quindi staccarono quell’infernale attrezzo; ciò che vidi fu sorprendente: la mia vagina era deformata con le grandi labbra che apparivano ingrandite e mostruose.
“Porca puttana, ne ho viste tante di fiche gonfie ma questa è un vero spettacolo, sembra …un hamburger!
La straordinarietà della cosa, per la prima volta, fece proferire parola anche a Claudia:
“Cazzo!!! Sembra una cozza gigante!”
Finalmente mi slegarono e potei rilassare braccia e gambe fino a quel momento in tensione. Ero eccitatissima, oramai bastava niente per farmi venire. Gina e Claudia concentrarono tutte le loro attenzioni sulla mia fica leccandola, succhiandola, baciandola e ficcandosela in bocca, quasi litigando tra loro. Scoppiai in un orgasmo devastante che non fece altro che infoiarle maggiormente. Avevano viso e capelli completamente bagnati. Claudia sembrava in trance, e quando cominciò a giocare con il mio clitoride, oscenamente ingrossato e quasi in erezione come fosse un pene, ebbi un secondo orgasmo.
Gina volle amplificare il piacere inserendomi un vibratore di medie proporzioni nella vagina. Si mise a 69 mettendomi la sua fica in faccia, mentre Claudia armeggiava con il vibratore ungendolo bene e ficcandomelo una volta nella fica e una volta nel culo. Continuai a squirtare diverse volte ancora. Poi fu la volta di Gina che pretese gli procurassi un orgasmo.
“Dai puttana mettimi la lingua nel culo, usa anche le mani ma fai di tutto per farmi venire… e fallo al più presto altrimenti ti annodo i capezzoli!”
Anche Gina era bagnatissima e non ci volle molto a farle avere un orgasmo.
Poi fu la volta di Claudia che si sedette sulla mia faccia: aveva 8 anellini nelle grandi labbra, quattro per parte. In preda alla goduria e in balia di un puro istinto animalesco, la leccai fino a farla venire. Ero sfinita, dopo quasi 3 ore di sesso sfrenato, in continuo stato di eccitazione e sottomessa da due ninfomani scatenate… e chissà che cos’altro mi aspettava!
Ad un certo punto squillò il telefono e Gina andò a rispondere: era Paolo, sarebbe arrivato nel primo pomeriggio. Fortunatamente ci fermammo per rifocillare e riprendere le forze.
Dopo aver recuperato un minimo di energia e aver mangiato qualcosa Claudia mi fece distendere nel lettino e mi cosparse di olio massaggiando ogni centimetro di pelle. Mi lubrificò ogni orifizio inserendomi poi un vibratore nel culo e regolandolo ad una vibrazione minima. La vagina era ancora ingrossata dopo il trattamento subito; ero molto sensibile e durante una lunghissima serie di snervanti lappate alle grandi labbra e al clitoride Claudia mi fece squirtare ancora svariate volte, quindi rimosse il vibratore. Proprio in quel momento arrivò Paolo con la sorpresa: due ragazzi di colore.
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