Avventure diverse -18- (continua)
di
LanA
genere
orge
Lasciai cadere l'accappatoio a terra, e nuda mi avvicinai a lei.
Le presi la testa fra le mani e la baciai.
Allora, sei ancora sconvolta per il mio modo di essere? Tesoro - le dissi.
Qui sei a casa mia, io qui sono me stessa, e non intendo recedere da questo.
Non cambio le mie abitudini per i miei ospiti, se loro vogliono stare con me accettano queste mie abitudini oppure... lasciai la frase in sospeso.
Luisa si alzò di scatto, e francamente in quel momento pensai che se ne stesse andando, fuggendo da ciò che la terrorizzava di più, far cadere la sua maschera di sicurezze.
E invece mi stupì di nuovo, si slacciò il vestito da dietro e se lo sfilò, poi tolse reggiseno e mutandine.
Infine, sfilò le ballerine e mi chiese dove fosse il bagno.
Glielo indicai, e le porsi il mio accappatoio.
Sentii l'acqua della doccia scrosciare e poi la cabina doccia che si apriva e si richiudeva, quindi presi i miei e i suoi abiti e li misi via.
Poi andai con un asciugamano pulito in bagno, e aspettai paziente che avesse finito.
Finita la doccia, uscì dal box doccia.
L'accolsi con un abbraccio e l'asciugamano aperto.
Lei si accoccolò in me e mi chiese scusa.
Le dissi di lasciar perdere, e la portai in terrazza sul divanetto di rattan, sotto il gelsomino.
Un posto che, lo sapevo, era molto romantico e foriero di dolci aspettative.
Parlammo di noi come al solito, anzi Luisa mi parlò di lei e del suo rapporto con i suoi genitori.
Si era aperta l'asciugamano e ora stava nuda, adagiata nel candore del cotone.
Io la guardavo e mi piaceva.
Mi stava parlando di suo padre e della sua figura autoritaria, quando decisi che era il momento di agire, anche perché francamente non me ne fregava nulla delle sue problematiche.
CONTINUA ...
Le presi la testa fra le mani e la baciai.
Allora, sei ancora sconvolta per il mio modo di essere? Tesoro - le dissi.
Qui sei a casa mia, io qui sono me stessa, e non intendo recedere da questo.
Non cambio le mie abitudini per i miei ospiti, se loro vogliono stare con me accettano queste mie abitudini oppure... lasciai la frase in sospeso.
Luisa si alzò di scatto, e francamente in quel momento pensai che se ne stesse andando, fuggendo da ciò che la terrorizzava di più, far cadere la sua maschera di sicurezze.
E invece mi stupì di nuovo, si slacciò il vestito da dietro e se lo sfilò, poi tolse reggiseno e mutandine.
Infine, sfilò le ballerine e mi chiese dove fosse il bagno.
Glielo indicai, e le porsi il mio accappatoio.
Sentii l'acqua della doccia scrosciare e poi la cabina doccia che si apriva e si richiudeva, quindi presi i miei e i suoi abiti e li misi via.
Poi andai con un asciugamano pulito in bagno, e aspettai paziente che avesse finito.
Finita la doccia, uscì dal box doccia.
L'accolsi con un abbraccio e l'asciugamano aperto.
Lei si accoccolò in me e mi chiese scusa.
Le dissi di lasciar perdere, e la portai in terrazza sul divanetto di rattan, sotto il gelsomino.
Un posto che, lo sapevo, era molto romantico e foriero di dolci aspettative.
Parlammo di noi come al solito, anzi Luisa mi parlò di lei e del suo rapporto con i suoi genitori.
Si era aperta l'asciugamano e ora stava nuda, adagiata nel candore del cotone.
Io la guardavo e mi piaceva.
Mi stava parlando di suo padre e della sua figura autoritaria, quando decisi che era il momento di agire, anche perché francamente non me ne fregava nulla delle sue problematiche.
CONTINUA ...
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