Christine, la prof. di Francese -5- (continua)
di
LanA
genere
etero
Dopo qualche minuto sento che non ce la faccio più, impugno la base del suo cazzo con la mano e prendo a masturbarlo, pur tenendolo in bocca.
“Brava...”, sento che mugola.
È questione di un paio di minuti, poi finalmente viene anche lui.
Sento il suo sperma inondarmi la gola, poi deglutisco.
Penso che non abbia lo stesso sapore di suo fratello, e mi sento subito una puttana.
Mi fa alzare e si riveste.
“Possiamo ricominciare la lezione”, dice.
Passo una settimana orribile.
Cosa mi succederà adesso?
Accidenti a me e a quello che mi è preso un anno fa!
Giacomo in teoria potrebbe chiedermi qualunque cosa, sa che non sono nella condizione di contrastare il suo ricatto.
Mi manca qualcuno a cui chiedere consiglio.
Normalmente quando sono nei problemi ne parlo con mio marito, ma sicuramente è da escludere.
Mio fratello?
No, non capirebbe.
C’è la mia amica Roberta, ma anche lei non è di quella lunghezza d’onda.
Prima mi sgriderebbe per quello che ho fatto e poi non mi aiuterebbe.
Non per cattiveria, ma perché non credo potrebbe fare qualcosa.
Decido di parlarne con l’umica persona a cui posso raccontare i fatti senza fare lunghi preamboli: il mio padrone.
Gli scrivo una mail, gli racconto brevemente i fatti e invio.
Dopo aver inviato, guardo mio marito che dorme ignaro accanto a me.
Sapesse cosa sta succedendo, cosa sto facendo io e cosa ho fatto...
La risposta arriva fortunatamente il giorno dopo.
Leggo la mail e mi sento subito più sollevata.
Il mio problema è in realtà composto da due problemi: il ricatto e il sesso.
Dei due, il più pericoloso è il primo, quindi sarà su quello che bisognerà agire subito.
Il mio padrone mi dà qualche indicazione, mi sento più tranquilla dopo aver parlato con lui.
Quando arriva il giorno della lezione, prima ancora di iniziare affronto l’argomento con Giacomo.
“Senti - gli dico - mi piace come abbiamo affrontato la questione la volta scorsa, da adulti.
Siamo nel duemila, certe cose come il sesso casuale non turbano più.
Per questo motivo, ho deciso che da questa volta, se alla fine della lezione sarai stato bravo, sarai ricompensato come meriti.
Sono convinta che avrai una resa scolastica eccellente!”.
Al di là del giudizio morale che ognuno potrebbe trarre nei confronti di un’insegnante che premia i suoi allievi con del sesso, il mio timore era che Giacomo mi rispondesse che tanto io facevo quello voleva lui e quindi avevo poco da mettere premi in palio.
Invece sorride e annuisce, probabilmente sorpreso dalla mia reazione.
Ci mettiamo a lavorare.
Per più di un’ora non vola una mosca; il rapporto malsano tra di noi non emerge neppure per una volta, il ragazzo non solo è educato, ma sembra attento e concentrato.
Quando manca un quarto d’ora al termine della lezione gli dico che sono molto soddisfatta.
In realtà non è stato né bravo né scarso, però è ovvio che non sono nella condizione di dirgli qualcosa di diverso.
Gli dico che rispetterò il mio accordo e gli darò un premio.
CONTINUA ...
“Brava...”, sento che mugola.
È questione di un paio di minuti, poi finalmente viene anche lui.
Sento il suo sperma inondarmi la gola, poi deglutisco.
Penso che non abbia lo stesso sapore di suo fratello, e mi sento subito una puttana.
Mi fa alzare e si riveste.
“Possiamo ricominciare la lezione”, dice.
Passo una settimana orribile.
Cosa mi succederà adesso?
Accidenti a me e a quello che mi è preso un anno fa!
Giacomo in teoria potrebbe chiedermi qualunque cosa, sa che non sono nella condizione di contrastare il suo ricatto.
Mi manca qualcuno a cui chiedere consiglio.
Normalmente quando sono nei problemi ne parlo con mio marito, ma sicuramente è da escludere.
Mio fratello?
No, non capirebbe.
C’è la mia amica Roberta, ma anche lei non è di quella lunghezza d’onda.
Prima mi sgriderebbe per quello che ho fatto e poi non mi aiuterebbe.
Non per cattiveria, ma perché non credo potrebbe fare qualcosa.
Decido di parlarne con l’umica persona a cui posso raccontare i fatti senza fare lunghi preamboli: il mio padrone.
Gli scrivo una mail, gli racconto brevemente i fatti e invio.
Dopo aver inviato, guardo mio marito che dorme ignaro accanto a me.
Sapesse cosa sta succedendo, cosa sto facendo io e cosa ho fatto...
La risposta arriva fortunatamente il giorno dopo.
Leggo la mail e mi sento subito più sollevata.
Il mio problema è in realtà composto da due problemi: il ricatto e il sesso.
Dei due, il più pericoloso è il primo, quindi sarà su quello che bisognerà agire subito.
Il mio padrone mi dà qualche indicazione, mi sento più tranquilla dopo aver parlato con lui.
Quando arriva il giorno della lezione, prima ancora di iniziare affronto l’argomento con Giacomo.
“Senti - gli dico - mi piace come abbiamo affrontato la questione la volta scorsa, da adulti.
Siamo nel duemila, certe cose come il sesso casuale non turbano più.
Per questo motivo, ho deciso che da questa volta, se alla fine della lezione sarai stato bravo, sarai ricompensato come meriti.
Sono convinta che avrai una resa scolastica eccellente!”.
Al di là del giudizio morale che ognuno potrebbe trarre nei confronti di un’insegnante che premia i suoi allievi con del sesso, il mio timore era che Giacomo mi rispondesse che tanto io facevo quello voleva lui e quindi avevo poco da mettere premi in palio.
Invece sorride e annuisce, probabilmente sorpreso dalla mia reazione.
Ci mettiamo a lavorare.
Per più di un’ora non vola una mosca; il rapporto malsano tra di noi non emerge neppure per una volta, il ragazzo non solo è educato, ma sembra attento e concentrato.
Quando manca un quarto d’ora al termine della lezione gli dico che sono molto soddisfatta.
In realtà non è stato né bravo né scarso, però è ovvio che non sono nella condizione di dirgli qualcosa di diverso.
Gli dico che rispetterò il mio accordo e gli darò un premio.
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