Appunti per la sceneggiatura di un film porno 1/3
di
RunningRiot
genere
sentimentali
Egregi signori, ecco la mail da voi richiesta. Si tratta, come vedrete, delle prime bozze di una sceneggiatura che, se il soggetto incontrerà le vostre aspettative, vi invierò in forma più compiuta in un secondo momento. Qui troverete a grandi linee la trama, la caratterizzazione dei personaggi principali e lo sviluppo di alcuni dialoghi essenziali che dovranno essere mantenuti nella realizzazione del film. Nonostante alcuni aspetti della storia possano apparire straordinari, tutto deve essere narrato con estrema semplicità, come a suggerire allo spettatore l'idea che lo sviluppo degli eventi non è predeterminato ma, al contrario, che gli avvenimenti si susseguono l'uno dopo l'altro seguendo a volte le intenzioni dei protagonisti, a volte il caso, a volte l'eterogenesi dei fini. Per quanto riguarda il titolo, a me piacerebbe che fosse "Nessuno ne esce vivo", ma mi rendo conto che è poco adeguato al mercato cui è destinato. Quindi sceglietelo pure voi secondo le vostre esigenze commerciali, basta che non mi facciate trovare qualcosa tipo "Cento cazzi per una bionda" perché ritiro la firma. Mi auguro che il progetto sia di vostro gradimento e che rientri nel budget da voi previsto. Resto in attesa di un vostro cortese riscontro.
L’andamento della storia ricalca i seguenti “quadri”.
1) Trattandosi di un film porno, è bene che si apra con una scena di sesso. Direi che può andare bene questa: una donna a quattro zampe su un letto, primissimo piano sul volto mentre dietro di lei si intravvede appena l'uomo che la sta sbattendo. E' fondamentale che in lei si percepisca un contrasto netto. Nonostante sia nuda, alcuni dettagli ci suggeriscono che si tratta di una donna sui quaranta-quarantacinque anni, ricca, raffinata, affermata. Anche un po' stronza, ma questo lo capiremo bene in seguito. Una collana di perle che le balla dal collo sotto le spinte dell'uomo andrebbe bene, ma anche orecchini preziosi, anelli, persino una acconciatura ricercata e à la page. Il contrasto deve essere reso dall'espressione lussuriosa di lei (nota per l'attrice: ci vuole proprio la faccia di una maiala che sta godendo) e dagli incitamenti che rivolge al suo stallone a trattarla senza alcun riguardo. Cose tipo "sfondami porco", "dammi il cazzo" o "sborra dentro la tua troia" andranno benissimo, ma volendo si può improvvisare. L'importante è che ricorra a un linguaggio cui non solo non ricorrerebbe in nessun’altra occasione, ma che farebbe storcere il naso anche a una prostituta della Salaria.
Progressivamente l'inquadratura si allarga e ci mostra il soggetto maschile della scena. E’ sicuramente un bell'uomo, forse un po' più giovane ma questa è l'unica cosa che possiamo sapere di lui. Oltre a quella, ovviamente, che si tratta di un tipo che se gli capiti sotto sa come conciarti per le feste.
L'uomo si chiama Giorgio, è il direttore di uno dei centri estetici più esclusivi della città. E' sposato con Betta, una violoncellista. Se non sapessimo appunto sin da questa scena iniziale che Giorgio scopa un'altra, il loro sembrerebbe un matrimonio perfetto. Le scene di vita domestica tra i due, che andranno piazzate qua e là nel prosieguo della storia, devono appunto darci questa impressione.
La donna invece si chiama Matilde, Mati. E' la direttrice generale di una società finanziaria. Sta segretamente trattando il passaggio della sua azienda sotto una compagnia più grande, cosa che comporterebbe il licenziamento di metà del personale. Una fija de 'na mignotta, insomma, ma anche una mignotta in senso stretto. Sa bene che Giorgio, l'amante, non è alla sua altezza, ma per qualche motivo vuole tenerselo legato. Quel "qualche motivo" è proprio il fatto che niente in vita sua le ha regalato le sensazioni che il cazzo di Giorgio le regala. D'altro canto, Mati non ha più da tempo rapporti con il marito, che disprezza neanche troppo velatamente. I dialoghi che vi manderò in seguito chiariranno questi dettagli.
Il marito di Mati si chiama Giovanni. Più vecchio di lei, è un uomo mediocre nell'aspetto, acido nei modi, con una opinione troppo alta di se stesso. Lo dimostra il fatto che, proprio mentre Giorgio scopa sua moglie, lui sta per ricevere il benservito dal suo datore di lavoro.
Anzi, ho un'idea. Chiedo scusa al regista se mi permetto di dare dei suggerimenti, ma l'inizio del film potrebbe essere questo: primissimo piano di Mati che delira dal piacere; quando l'inquadratura si allarga su Giorgio che la scopa, lo schermo si divide a metà. A sinistra i due, a destra Giovanni, il marito, seduto su una poltroncina in una stanza insieme ad altra gente, in quella che sembra una riunione di lavoro. Mati, impazzita sotto le spinte di Giorgio, grida "cazzo, non mi hai mai scopata così!". Lo schermo torna intero per mostrarci la riunione di lavoro e Giovanni che si alza di scatto dalla poltroncina e grida "cazzo, non mi hai mai parlato così!". In tal modo passiamo dinamicamente al secondo quadro.
2) Giovanni si sta rivolgendo al suo capo, che in pratica gli ha appena detto che è un vecchio bollito ma che non intendono licenziarlo, entrerà a far parte del nucleo di tutela del patrimonio forestale dei carabinieri.
Siamo nei locali del Caos, una struttura ipersegreta dei servizi di sicurezza, sottratta al controllo della politica e dei vertici militari, che opera al di sopra della legge con finalità di antiterrorismo. L'uomo cui si rivolge Giovanni è inquadrato di spalle ed è, con tutta evidenza, il capo. Su un divanetto in fondo alla stanza siede un anonimo funzionario, mentre la poltroncina accanto a quella di Giovanni è occupata da una ragazza. Si tratta di Annalisa, una avvenente agente della struttura. Anche questa volta bisogna giocare sui contrasti, in particolare tra la sua figura fisica e la sua espressività da una parte e il lavoro che svolge - e che tra poco sarà rivelato - dall'altra. Occhi azzurro-piscina e capelli biondi raccolti in una coda molto alta, esile, di statura sopra la media. Veste in modo assai castigato: completo giacca e pantaloni blu, camicetta chiusa al collo, unico vezzo una collanina d'oro. La sua espressione deve essere impassibile, tranne un'impercettibile traccia di sorriso negli occhi. Gambe accavallate, per tutto il tempo terrà le mani intrecciate all'altezza della coscia. E' una data scientist, specializzata nell'elaborazione di strategie di contrasto al terrorismo. Ma oltre alle sue qualità di analista è anche dotata di una grande capacità operativa. E' quella che in certi ambienti, volgarmente, definirebbero una killer professionista.
Giovanni urla "sono ancora il migliore sulla piazza, cosa ci fa qui questa ragazzina?". La risposta del capo deve essere tranquilla ma netta. Tuttavia non deve dare l'impressione di volerlo liquidare senza pietà, il suo deve essere piuttosto il tono di chi in fondo prova pena per il suo interlocutore: "Giovanni, nel tuo team sono tutti Under 30, tu hai 54 anni...". E anche: "Mi spieghi come hanno fatto i carabinieri a chiudere due chat Telegram e arrestare undici persone senza che noi ne sapessimo un cazzo?". Per tutta risposta Giovanni tronca la discussione lasciando l’ufficio e minacciando "non finisce qui".
La ragazza si alza dalla sua poltrona seguendo con lo sguardo Giovanni che esce seguito dall’altro funzionario. "L'ha presa bene, eh?", dice rivolgendosi al capo. "Sai com'è fatto, no? Ti aspettavi qualcosa di diverso?", le fa l'uomo alzando le spalle. "E se volesse vendicarsi?", chiede la bionda. "Conoscendolo, non credo, ma in tal caso dovrai pensarci tu...". Annalisa ammicca.
Da questo punto in avanti è indispensabile che si segua pedissequamente il copione del dialogo fino alla fine della scena. Volendo, la regia può optare per la tecnica del campo-controcampo.
- In ogni caso congratulazioni per la promozione... - dice il capo.
- La ringrazio... era proprio ora di toglierselo dalle palle, bisognerà lavorare un casino per rimettere le cose a posto - è la risposta di Annalisa.
- Sì, i primi tempi il lavoro ti cambierà un po' la vita, questo è sicuro... a proposito, come va la tua storia?
- Bene, ho appena finito le pratiche per la separazione...
- Il tuo errore è stato quello di sposarti troppo giovane, te l'ho sempre detto.
- L'errore è stato quello di sposarmi... vabbè, ormai è andata.
- Ma la vita coniugale non ti manca? Certe cose, almeno...
- Tipo?
- Beh, il sesso per esempio.
- Chi l'ha detto che non faccio sesso? Ieri sera sono andata a cena con quattro nuotatori della nazionale francese, sono a Roma per gli europei.
(Nota: a questo punto ci vuole un flashback, non è necessario che sia troppo insistito, anzi. Potrebbe andare bene anche la parte finale di un bukkake, con lei in mezzo a quattro tipi che la imbrattano. Mi raccomando gli attori: devono essere quattro statue greche, sennò che nazionali di nuoto sarebbero?)
- Mi fa piacere. Come è andata con Abu Mahjid? Ho ricevuto il file ma non l'ho ancora letto.
- Nemmeno si è accorto quando gli ho fatto la punturina, forse credeva di essere già in paradiso con le sue settantadue vergini. Purtroppo per lui, tra le sue gambe aveva me.
- Dopo quanto è morto?
- Lo abbiamo trovato due giorni dopo nel suo appartamento, con la carne che si era staccata dalle ossa e gli organi interni in putrefazione. Micidiale quella roba, eh? Peccato, era ben messo... I suoi resti sono finiti in un inceneritore.
- E' stato un ottimo lavoro.
- Grazie.
A questo punto Annalisa fa per andarsene, poi si blocca e si volta in direzione dell'uomo. Per la prima volta la sua espressione non è più impassibile ma è quasi furbetta, sottolineo questo particolare.
- Da quanto è che non le faccio un pompino? - domanda.
L'uomo ride, anzi sogghigna. Deve essere chiaro in questo momento che il forte rapporto gerarchico che c'è tra i due si estende anche sul piano personale.
- Da quando ti ho detto che la prossima volta mi sarei preso quel bel culetto che ti ritrovi.
Qui è necessario che sia il regista che gli attori facciano in modo che la sequenza risulti molto fluida, senza inutili pause. L'uomo deve pronunciare queste parole mentre spinge la poltrona all'indietro per dar modo alla ragazza di accucciarsi sotto la scrivania praticamente nello stesso momento e abbassare subito dopo la zip dei pantaloni e portare alla luce il membro dell'uomo. Insisto su questo aspetto: sia la camera che i gesti degli attori devono essere molto coordinati per dare l'idea di un unico, morbido, sensuale movimento. Solo a questo punto l'inquadratura deve stringere sul sesso di lui e sul viso di lei a pochi centimetri l'uno dall'altro. Mantenendo gli occhi su quell'attributo virile, l'attrice deve sussurrare in maniera molto ispirata:
- Richiesta inverosimile, considerate le dimensioni di questa mazza.
Anche in questo caso è molto importante la fluidità dei movimenti, che non devono essere né troppo lenti né troppo veloci. La ragazza fa colare sul pene una grande quantità di saliva e subito dopo se lo fa scivolare completamente in fondo alla gola. L'imperativo dell'uomo - "pompa, troia" - deve concludersi in un sospiro di resa incondizionata.
(Nota: la scena del pompino deve essere lunga e ben dettagliata, scegliete voi gli insulti e gli apprezzamenti che l'uomo riserverà alla sua benefattrice. Serve un attore con una dotazione più che rimarchevole, e anche la sua produzione di sperma è assolutamente indispensabile che sia adeguata. Per quanto riguarda la ragazza, so che non è facile trovare una pornostar con le caratteristiche fisiche e attoriali che ho appena descritto e con questa abilità nella fellatio, ma è essenziale; se volete, mi candido io, lo faccio anche gratis)
3) A questo punto nella trama si inserisce un altro personaggio, Francesca. E' una donna di mezza età, tra i quarantacinque e i cinquanta. Più brutta che bella, con un corpo nulla di che, un modo di vestire assolutamente ordinario e con un'aria costantemente trasognata. Nulla a che vedere con la classica panterona milf, insomma. Lavora in una rosticceria, ma il suo sogno è quello di aprire un ristorante a Santo Domingo. Parla in continuazione, e con chiunque le venga a tiro, sia del progetto che dell'intenzione di circondarsi di uno staff di uomini creoli alle sue dipendenze. Ne parla anche con Teo, il padrone della rosticceria, un uomo dai modi gentili segretamente innamorato di Francesca, che cerca in tutti i modi di dissuaderla dal suo progetto pazzesco e irrealizzabile (anche perché è da subito chiaro che non avrà mai i soldi per portarlo a compimento). Francesca non corrisponde i sentimenti di Teo, anzi sembra proprio non accorgersene. A tal punto che non solo gli racconta ogni giorno del suo sogno caraibico e della sua intenzione di circondarsi di personale del luogo, ma lo informa puntualmente sulle sue avventure amorose andate in malora. E' infatti una grande frequentatrice di un sito di incontri. Non si capisce bene se lo faccia per trovare il compagno della sua vita o per scopare, sta di fatto che l'altro argomento di conversazione preferito è l'invettiva contro quelli che lei definisce "omuncoli". Questo quadro deve appunto terminare sul suo sfogo con Teo per l'ennesimo "omuncolo" incontrato qualche giorni addietro, proprio mentre chatta in DM con un certo Enrico e scrive "ok, a stasera alle otto".
Ora la parte centrale della narrazione, quella più delicata. Qui i "quadri" dovranno essere più veloci, quasi sovrapposti. Eccezion fatta per il prossimo dal quale, come vedrete, si dipanano tutti gli eventi. Ma anche in questo caso il montaggio è bene che sia molto serrato.
4) Si parte da un interno-sera, la camera da letto di Giorgio e Betta. Giorgio si sta vestendo, indossa una camicia, boxer, calzini. Entra Betta, ha un bicchiere di liquore rosso in mano ed è nuda (bisogna che la fotografia esalti il rosso nel bicchiere): "Camparino e pompino?". Senza attendere risposta si inginocchia davanti al marito. Giorgio, nonostante abbia appena fatto la festa alla sua amante Mati, sottopone la moglie a un pompino brutale dal quale si capiscono tre cose: a) Giorgio ha una nerchia di tutto rispetto; b) uno dei giochi preferiti di Betta è farsela sbattere sulla faccia (deve proprio dire "quanto mi piace" o giù di lì); c) uno dei giochi preferiti di Giorgio è schizzarle sul viso. Lui dovrebbe anche dirle "da quant'è che sei diventata così puttana?", ma con un tono tale da farla sembrare una domanda che le rivolge da tempo, una specie di lessico di coppia. Una volta finito, Betta sussurra al marito "mi do una sistemata e usciamo". Giorgio la raggiunge al bagno e dicendole "non dimenticare questo" le infila un jewel plug nel sedere. Betta, moglie servizievole e devota, gli risponde sussurrando con voce sexy "e tu non dimenticare di togliermelo stanotte". La vediamo indossare un abito lungo, da sera, senza niente sotto ed uscire con il marito vestito in completo scuro e cravatta. A sorpresa, li ritroviamo a cena con Giovanni, Mati e un'altra coppia: un avvocato e la moglie. Sono tutti molto affiatati e sorridenti, tranne ovviamente Giovanni che ha appena perso il suo posto di lavoro. Ma vedremo l'avvocato rivolgere all'orecchio di Mati e a quello di Betta, separatamente e in due momenti diversi, la stessa frase: "E' tutto pronto, telefonami domani". Tornando a casa, Betta dirà a Giorgio di considerare Mati "un'oca supponente", infrangendo l'ipocrisia della serata. Le stesse precise parole, "un'oca supponente", Mati le riserverà a Betta parlando con Giovanni. Il quale solo a questo punto le rivelerà di avere perso il lavoro, senza tuttavia dirle il motivo. Il commento gelido di Mati sarà: "Perfetto".
5) Nella stessa serata Francesca lascia la rosticceria dove lavora per incontrare questo Enrico conosciuto su un sito di dating. Qui serve un montaggio molto rapido: lei e Enrico al ristorante che si annoiano, lei e Enrico al Luna Park dove Enrico sembra un tonno sulle Dolomiti, lei e Enrico a letto. Enrico, un uomo assai stempiato, minuto, con la faccia da sfigato, la scopa con un impegno degno di miglior causa. E' completamente sudato, è l'ennesimo "omuncolo". Francesca, a gambe aperte sotto di lui, non sembra molto partecipativa. Cerca anzi distratta sul telefono la foto del suo prossimo appuntamento. Questo quadro termina con lei che ingrandisce sul telefono l'immagine di Giorgio.
6) Interno-giorno: Giovanni, al telefono, istruisce la sua ormai ex segretaria sui file da estrarre dal suo computer e da salvare in due diverse chiavette Usb. I file della cartella A su una chiavetta, i file della cartella B sull'altra. Giovanni si raccomanda tre volte facendo ripetere le istruzioni alla segretaria. "Passerò io a prendere la chiavetta A, quella B la puoi mandare a quella troia di Annalisa".
7) Esterno-giorno: Giorgio aiuta Betta a caricare la valigia e la custodia del violoncello nel taxi che la porterà all'aeroporto. "Amore, odio quando vai in tournee", le sussurra. Betta lo bacia e gli sorride: "Due settimane passano presto". "Ce l'hai?", domanda Giorgio. "No, lo sai che con il metal detector sarebbe un casino". Il taxi parte.
8) Esterno-giorno. Giovanni, torvo in volto, esce sul marciapiede e attraversa velocemente la strada. E' ora di pranzo, ha comprato due supplì in rosticceria. Teo, alla cassa, chiama Francesca perché richiami il tipo che è appena uscito. "Gli è caduta questa", dice Teo consegnando alla donna una chiavetta Usb. Francesca corre in strada ma non lo vede più, si mette in tasca la chiavetta e rientra nella rosticceria facendo spallucce: "L’ho perso di vista, tornerà. Stasera ho un appuntamento, ti spiace se stacco un'ora prima?".
9) Interno-pomeriggio, lo studio dell'avvocato che abbiamo visto a cena con la moglie e con le coppie Giorgio-Betta e Giovanni-Mati. L'uomo attende che qualcuno risponda dall'altra parte del telefono. "Betta? Sono Marcello. Allora, volevo dirti che le pratiche per la separazione sono tutte pronte, se vuoi possiamo procedere (...) ok, non credo che ci saranno problemi. Tra l'altro, con tutte le prove che abbiamo raccolto, lo potremmo davvero mettere in un angolo, ma vedrai che non sarà necessario tirarle fuori (...) ah, sei in tournee? Ok, io intanto vado avanti e ci vediamo al tuo ritorno, sì, ti saluta Elena". L'avvocato estrae da una busta delle foto in cui si vede il marito di Betta, Giorgio, fare sesso con donne diverse, le rimette nella busta tranne due che mostrano - riconoscibilissima nonostante sia ripresa un po' di tre quarti – Mati che fa un bocchino a Giorgio con le mani legate dietro la schiena e un jewel plug infilato nel culo. Marcello le guarda, fa una smorfia e le strappa, buttandole in un cestino.
10) Interno-pomeriggio. Mati, seduta sulla sua poltrona da manager, cerca un numero nella rubrica dell'iPhone. Lo schermo si divide in due e appare Giorgio che risponde al telefono. "Giorgio? Mi ha appena chiamata Marcello, la pratica per la separazione è pronta e domani facciamo domanda". "Ah... ma sei sicura di quello che fai, Mati?". "Ma sì, certo, ce lo siamo sempre detti, tu molli quella stronza di Betta e io caccio quell'insetto di Giovanni, tra l'altro lo hanno pure licenziato". "Lo hanno licenziato? Davvero? E tu lo cacci di casa?". "Giorgio, che cazzo dici, l'idea è sempre stata questa, non dirmi che ci hai ripensato perché ti sputtano urbi et orbi, per non parlare di quel finanziamento che ti ho fatto avere". "Ma no, che c'entra, lo sai che ti amo e che non vedo l'ora... pensavo solo che dare a Giovanni qualche giorno per riprendersi, organizzarsi... cosa farà adesso?". "Che cazzo me ne frega... passa da me stasera, ho voglia di festeggiare". "Eeeee... non posso amore, stasera faccio tardi al lavoro". "Cazzo dici, chiudete alle otto!". "Sì ma (abbassando la voce) oggi è passata la finanza, sai com'è...". "Vieni a dormire qui, allora". "Certo, e a Betta che le dico?". "Ma non doveva andare in tournee quella stronza?". "Ma no, la prossima settimana". "Bene, allora hai tutto il tempo per darle un calcio in culo, appena parte voglio che ti trasferisci qui a casa mia". "Sì amore".
11) Interno-sera. Sul pianerottolo dell'attico signorile occupato da Giovanni e Matilde. Giovanni prova a aprire la porta ma non ci riesce, la chiave non entra, è evidente che la serratura è stata cambiata. Suona il campanello, non risponde nessuno. Telefona a Mati, ma il telefono della moglie è spento. Preso da un attacco d'ira, prende a spallate la porta, che chiaramente è blindata, e quasi si spacca una clavicola. Si allontana dolorante pieno di livore nella penombra delle scale.
12) Interno-sera, l'esclusivo centro estetico diretto da Giorgio. L'uomo sta parlando con una ragazza. Carina, deve dimostrare al massimo trent'anni, la immagino con dei riccioli castani che le scendono sulle spalle, ma fate un po' voi. Sorride ostentatamente al suo interlocutore. "Giorgio, chiamami Giorgio, qui ci diamo tutti del tu. Ilaria, vero? Bene Ilaria, sono contento che tu abbia scelto noi. Ora ho un appuntamento, ma se passi domani mattina ti farò vedere di persona tutti i trattamenti a tua disposizione". La ragazza annuisce quasi con entusiasmo.
13) Esterno-notte/Interno-notte. Francesca attende seduta al tavolo di un ristorante. Lo stesso tavolo e lo stesso ristorante nel quale l'abbiamo vista cenare con il suo precedente e deludente amante, Enrico. Un po' in ritardo, arriva Giorgio. I due mangiano e sembrano divertirsi molto. Subito dopo la scena si trasferisce nello stesso Luna Park dove la donna aveva portato Enrico, e anche qui sembrano stare molto bene insieme. Non sono necessari dialoghi, bastano poche veloci inquadrature magari accompagnate dalla colonna sonora. L'audio in presa diretta servirà quando le immagini mostreranno i due nella camera da letto di Francesca. Lei si contorce e stringe le lenzuola senza smettere di scalciare l'aria mentre, sopra di lei, Giorgio la scopa pesantemente. Per quanto non ami le inquadrature troppo insistite su certi dettagli, qui forse ne servirà una per ricordare agli spettatori l'assoluta ragguardevolezza della dotazione di Giorgio. In più, l'attrice dovrà essere veramente brava perché, da un lato, le smorfie sul suo viso la dovranno rendere anche più brutta di quello che è, dall'altro dovrà esprimere allo stesso tempo piacere e stupore. Bisogna cioè rendere l'idea che è parecchio tempo che non prende una ripassata simile, ammesso che l'abbia mai presa. Con un crescendo di "cazzo! cazzo! cazzo!" Francesca esprimerà il suo orgasmo ad occhi sgranati.
14) Interno-notte, la lussuosa suite di un albergo. Annalisa entra preceduta da un uomo. Indossa uno splendido vestito da sera blu con gli strass, generosamente scoperto sia sul davanti che sulla schiena. Il tacco delle décolleté non è molto alto per non sottolineare ulteriormente la differenza di statura tra lei e il suo accompagnatore. E' un uomo dalle fattezze arabe, capelli e barba tagliati molto corti, neri. E' vestito all'occidentale, probabilmente Armani, è basso, tarchiato. Ordina seccamente ad Annalisa di togliersi le scarpe e di attendere. Lei esegue. L'uomo afferra un coltello da un tavolino da lavoro e si avvicina, taglia le sottili spalline del vestito che precipita sul pavimento, rivelandola completamente nuda. Passa la punta del coltello sul corpo della ragazza, lasciandole dei segni, se premesse un poco di più la taglierebbe. Annalisa trema leggermente, lascia cadere la pochette in terra. L'uomo gioca per un po' con la punta del coltello sui suoi capezzoli poi si sfila la cintura dei pantaloni e le intima di voltarsi. Annalisa si volta e con voce impaurita supplica, in inglese, "principe, la prego". L'uomo replica, sempre in inglese, "non pago quattromila euro una puttana solo per scoparla". Poi le sferra una violenta cinghiata sulla schiena. Il quadro sfuma sul grido di dolore di Annalisa.
(Nota per la produzione e il regista: per rendere gli eventi con maggiore realismo, il colpo non dovrà essere simulato ma reale. Personalmente, se sceglieste me per impersonare Annalisa, non mi sottrarrei)
15) Interno-notte, la reception di uno squallido residence. L’uomo dietro il bancone domanda: “Non ha nemmeno una borsa?”. Giovanni lo guarda incarognito: “No, pensi agli affari suoi”. L’uomo dietro il bancone abbozza e gli allunga una chiave.
16) Interno-giorno, casa di Francesca. E’ da poco sorto il sole. Francesca è in primo piano, nuda, illuminata dalla luce del computer. Sullo sfondo, la camera da letto dove si intuisce stia dormendo Giorgio. Francesca inserisce la chiavetta Usb nella presa.
1 - CONTINUA
L’andamento della storia ricalca i seguenti “quadri”.
1) Trattandosi di un film porno, è bene che si apra con una scena di sesso. Direi che può andare bene questa: una donna a quattro zampe su un letto, primissimo piano sul volto mentre dietro di lei si intravvede appena l'uomo che la sta sbattendo. E' fondamentale che in lei si percepisca un contrasto netto. Nonostante sia nuda, alcuni dettagli ci suggeriscono che si tratta di una donna sui quaranta-quarantacinque anni, ricca, raffinata, affermata. Anche un po' stronza, ma questo lo capiremo bene in seguito. Una collana di perle che le balla dal collo sotto le spinte dell'uomo andrebbe bene, ma anche orecchini preziosi, anelli, persino una acconciatura ricercata e à la page. Il contrasto deve essere reso dall'espressione lussuriosa di lei (nota per l'attrice: ci vuole proprio la faccia di una maiala che sta godendo) e dagli incitamenti che rivolge al suo stallone a trattarla senza alcun riguardo. Cose tipo "sfondami porco", "dammi il cazzo" o "sborra dentro la tua troia" andranno benissimo, ma volendo si può improvvisare. L'importante è che ricorra a un linguaggio cui non solo non ricorrerebbe in nessun’altra occasione, ma che farebbe storcere il naso anche a una prostituta della Salaria.
Progressivamente l'inquadratura si allarga e ci mostra il soggetto maschile della scena. E’ sicuramente un bell'uomo, forse un po' più giovane ma questa è l'unica cosa che possiamo sapere di lui. Oltre a quella, ovviamente, che si tratta di un tipo che se gli capiti sotto sa come conciarti per le feste.
L'uomo si chiama Giorgio, è il direttore di uno dei centri estetici più esclusivi della città. E' sposato con Betta, una violoncellista. Se non sapessimo appunto sin da questa scena iniziale che Giorgio scopa un'altra, il loro sembrerebbe un matrimonio perfetto. Le scene di vita domestica tra i due, che andranno piazzate qua e là nel prosieguo della storia, devono appunto darci questa impressione.
La donna invece si chiama Matilde, Mati. E' la direttrice generale di una società finanziaria. Sta segretamente trattando il passaggio della sua azienda sotto una compagnia più grande, cosa che comporterebbe il licenziamento di metà del personale. Una fija de 'na mignotta, insomma, ma anche una mignotta in senso stretto. Sa bene che Giorgio, l'amante, non è alla sua altezza, ma per qualche motivo vuole tenerselo legato. Quel "qualche motivo" è proprio il fatto che niente in vita sua le ha regalato le sensazioni che il cazzo di Giorgio le regala. D'altro canto, Mati non ha più da tempo rapporti con il marito, che disprezza neanche troppo velatamente. I dialoghi che vi manderò in seguito chiariranno questi dettagli.
Il marito di Mati si chiama Giovanni. Più vecchio di lei, è un uomo mediocre nell'aspetto, acido nei modi, con una opinione troppo alta di se stesso. Lo dimostra il fatto che, proprio mentre Giorgio scopa sua moglie, lui sta per ricevere il benservito dal suo datore di lavoro.
Anzi, ho un'idea. Chiedo scusa al regista se mi permetto di dare dei suggerimenti, ma l'inizio del film potrebbe essere questo: primissimo piano di Mati che delira dal piacere; quando l'inquadratura si allarga su Giorgio che la scopa, lo schermo si divide a metà. A sinistra i due, a destra Giovanni, il marito, seduto su una poltroncina in una stanza insieme ad altra gente, in quella che sembra una riunione di lavoro. Mati, impazzita sotto le spinte di Giorgio, grida "cazzo, non mi hai mai scopata così!". Lo schermo torna intero per mostrarci la riunione di lavoro e Giovanni che si alza di scatto dalla poltroncina e grida "cazzo, non mi hai mai parlato così!". In tal modo passiamo dinamicamente al secondo quadro.
2) Giovanni si sta rivolgendo al suo capo, che in pratica gli ha appena detto che è un vecchio bollito ma che non intendono licenziarlo, entrerà a far parte del nucleo di tutela del patrimonio forestale dei carabinieri.
Siamo nei locali del Caos, una struttura ipersegreta dei servizi di sicurezza, sottratta al controllo della politica e dei vertici militari, che opera al di sopra della legge con finalità di antiterrorismo. L'uomo cui si rivolge Giovanni è inquadrato di spalle ed è, con tutta evidenza, il capo. Su un divanetto in fondo alla stanza siede un anonimo funzionario, mentre la poltroncina accanto a quella di Giovanni è occupata da una ragazza. Si tratta di Annalisa, una avvenente agente della struttura. Anche questa volta bisogna giocare sui contrasti, in particolare tra la sua figura fisica e la sua espressività da una parte e il lavoro che svolge - e che tra poco sarà rivelato - dall'altra. Occhi azzurro-piscina e capelli biondi raccolti in una coda molto alta, esile, di statura sopra la media. Veste in modo assai castigato: completo giacca e pantaloni blu, camicetta chiusa al collo, unico vezzo una collanina d'oro. La sua espressione deve essere impassibile, tranne un'impercettibile traccia di sorriso negli occhi. Gambe accavallate, per tutto il tempo terrà le mani intrecciate all'altezza della coscia. E' una data scientist, specializzata nell'elaborazione di strategie di contrasto al terrorismo. Ma oltre alle sue qualità di analista è anche dotata di una grande capacità operativa. E' quella che in certi ambienti, volgarmente, definirebbero una killer professionista.
Giovanni urla "sono ancora il migliore sulla piazza, cosa ci fa qui questa ragazzina?". La risposta del capo deve essere tranquilla ma netta. Tuttavia non deve dare l'impressione di volerlo liquidare senza pietà, il suo deve essere piuttosto il tono di chi in fondo prova pena per il suo interlocutore: "Giovanni, nel tuo team sono tutti Under 30, tu hai 54 anni...". E anche: "Mi spieghi come hanno fatto i carabinieri a chiudere due chat Telegram e arrestare undici persone senza che noi ne sapessimo un cazzo?". Per tutta risposta Giovanni tronca la discussione lasciando l’ufficio e minacciando "non finisce qui".
La ragazza si alza dalla sua poltrona seguendo con lo sguardo Giovanni che esce seguito dall’altro funzionario. "L'ha presa bene, eh?", dice rivolgendosi al capo. "Sai com'è fatto, no? Ti aspettavi qualcosa di diverso?", le fa l'uomo alzando le spalle. "E se volesse vendicarsi?", chiede la bionda. "Conoscendolo, non credo, ma in tal caso dovrai pensarci tu...". Annalisa ammicca.
Da questo punto in avanti è indispensabile che si segua pedissequamente il copione del dialogo fino alla fine della scena. Volendo, la regia può optare per la tecnica del campo-controcampo.
- In ogni caso congratulazioni per la promozione... - dice il capo.
- La ringrazio... era proprio ora di toglierselo dalle palle, bisognerà lavorare un casino per rimettere le cose a posto - è la risposta di Annalisa.
- Sì, i primi tempi il lavoro ti cambierà un po' la vita, questo è sicuro... a proposito, come va la tua storia?
- Bene, ho appena finito le pratiche per la separazione...
- Il tuo errore è stato quello di sposarti troppo giovane, te l'ho sempre detto.
- L'errore è stato quello di sposarmi... vabbè, ormai è andata.
- Ma la vita coniugale non ti manca? Certe cose, almeno...
- Tipo?
- Beh, il sesso per esempio.
- Chi l'ha detto che non faccio sesso? Ieri sera sono andata a cena con quattro nuotatori della nazionale francese, sono a Roma per gli europei.
(Nota: a questo punto ci vuole un flashback, non è necessario che sia troppo insistito, anzi. Potrebbe andare bene anche la parte finale di un bukkake, con lei in mezzo a quattro tipi che la imbrattano. Mi raccomando gli attori: devono essere quattro statue greche, sennò che nazionali di nuoto sarebbero?)
- Mi fa piacere. Come è andata con Abu Mahjid? Ho ricevuto il file ma non l'ho ancora letto.
- Nemmeno si è accorto quando gli ho fatto la punturina, forse credeva di essere già in paradiso con le sue settantadue vergini. Purtroppo per lui, tra le sue gambe aveva me.
- Dopo quanto è morto?
- Lo abbiamo trovato due giorni dopo nel suo appartamento, con la carne che si era staccata dalle ossa e gli organi interni in putrefazione. Micidiale quella roba, eh? Peccato, era ben messo... I suoi resti sono finiti in un inceneritore.
- E' stato un ottimo lavoro.
- Grazie.
A questo punto Annalisa fa per andarsene, poi si blocca e si volta in direzione dell'uomo. Per la prima volta la sua espressione non è più impassibile ma è quasi furbetta, sottolineo questo particolare.
- Da quanto è che non le faccio un pompino? - domanda.
L'uomo ride, anzi sogghigna. Deve essere chiaro in questo momento che il forte rapporto gerarchico che c'è tra i due si estende anche sul piano personale.
- Da quando ti ho detto che la prossima volta mi sarei preso quel bel culetto che ti ritrovi.
Qui è necessario che sia il regista che gli attori facciano in modo che la sequenza risulti molto fluida, senza inutili pause. L'uomo deve pronunciare queste parole mentre spinge la poltrona all'indietro per dar modo alla ragazza di accucciarsi sotto la scrivania praticamente nello stesso momento e abbassare subito dopo la zip dei pantaloni e portare alla luce il membro dell'uomo. Insisto su questo aspetto: sia la camera che i gesti degli attori devono essere molto coordinati per dare l'idea di un unico, morbido, sensuale movimento. Solo a questo punto l'inquadratura deve stringere sul sesso di lui e sul viso di lei a pochi centimetri l'uno dall'altro. Mantenendo gli occhi su quell'attributo virile, l'attrice deve sussurrare in maniera molto ispirata:
- Richiesta inverosimile, considerate le dimensioni di questa mazza.
Anche in questo caso è molto importante la fluidità dei movimenti, che non devono essere né troppo lenti né troppo veloci. La ragazza fa colare sul pene una grande quantità di saliva e subito dopo se lo fa scivolare completamente in fondo alla gola. L'imperativo dell'uomo - "pompa, troia" - deve concludersi in un sospiro di resa incondizionata.
(Nota: la scena del pompino deve essere lunga e ben dettagliata, scegliete voi gli insulti e gli apprezzamenti che l'uomo riserverà alla sua benefattrice. Serve un attore con una dotazione più che rimarchevole, e anche la sua produzione di sperma è assolutamente indispensabile che sia adeguata. Per quanto riguarda la ragazza, so che non è facile trovare una pornostar con le caratteristiche fisiche e attoriali che ho appena descritto e con questa abilità nella fellatio, ma è essenziale; se volete, mi candido io, lo faccio anche gratis)
3) A questo punto nella trama si inserisce un altro personaggio, Francesca. E' una donna di mezza età, tra i quarantacinque e i cinquanta. Più brutta che bella, con un corpo nulla di che, un modo di vestire assolutamente ordinario e con un'aria costantemente trasognata. Nulla a che vedere con la classica panterona milf, insomma. Lavora in una rosticceria, ma il suo sogno è quello di aprire un ristorante a Santo Domingo. Parla in continuazione, e con chiunque le venga a tiro, sia del progetto che dell'intenzione di circondarsi di uno staff di uomini creoli alle sue dipendenze. Ne parla anche con Teo, il padrone della rosticceria, un uomo dai modi gentili segretamente innamorato di Francesca, che cerca in tutti i modi di dissuaderla dal suo progetto pazzesco e irrealizzabile (anche perché è da subito chiaro che non avrà mai i soldi per portarlo a compimento). Francesca non corrisponde i sentimenti di Teo, anzi sembra proprio non accorgersene. A tal punto che non solo gli racconta ogni giorno del suo sogno caraibico e della sua intenzione di circondarsi di personale del luogo, ma lo informa puntualmente sulle sue avventure amorose andate in malora. E' infatti una grande frequentatrice di un sito di incontri. Non si capisce bene se lo faccia per trovare il compagno della sua vita o per scopare, sta di fatto che l'altro argomento di conversazione preferito è l'invettiva contro quelli che lei definisce "omuncoli". Questo quadro deve appunto terminare sul suo sfogo con Teo per l'ennesimo "omuncolo" incontrato qualche giorni addietro, proprio mentre chatta in DM con un certo Enrico e scrive "ok, a stasera alle otto".
Ora la parte centrale della narrazione, quella più delicata. Qui i "quadri" dovranno essere più veloci, quasi sovrapposti. Eccezion fatta per il prossimo dal quale, come vedrete, si dipanano tutti gli eventi. Ma anche in questo caso il montaggio è bene che sia molto serrato.
4) Si parte da un interno-sera, la camera da letto di Giorgio e Betta. Giorgio si sta vestendo, indossa una camicia, boxer, calzini. Entra Betta, ha un bicchiere di liquore rosso in mano ed è nuda (bisogna che la fotografia esalti il rosso nel bicchiere): "Camparino e pompino?". Senza attendere risposta si inginocchia davanti al marito. Giorgio, nonostante abbia appena fatto la festa alla sua amante Mati, sottopone la moglie a un pompino brutale dal quale si capiscono tre cose: a) Giorgio ha una nerchia di tutto rispetto; b) uno dei giochi preferiti di Betta è farsela sbattere sulla faccia (deve proprio dire "quanto mi piace" o giù di lì); c) uno dei giochi preferiti di Giorgio è schizzarle sul viso. Lui dovrebbe anche dirle "da quant'è che sei diventata così puttana?", ma con un tono tale da farla sembrare una domanda che le rivolge da tempo, una specie di lessico di coppia. Una volta finito, Betta sussurra al marito "mi do una sistemata e usciamo". Giorgio la raggiunge al bagno e dicendole "non dimenticare questo" le infila un jewel plug nel sedere. Betta, moglie servizievole e devota, gli risponde sussurrando con voce sexy "e tu non dimenticare di togliermelo stanotte". La vediamo indossare un abito lungo, da sera, senza niente sotto ed uscire con il marito vestito in completo scuro e cravatta. A sorpresa, li ritroviamo a cena con Giovanni, Mati e un'altra coppia: un avvocato e la moglie. Sono tutti molto affiatati e sorridenti, tranne ovviamente Giovanni che ha appena perso il suo posto di lavoro. Ma vedremo l'avvocato rivolgere all'orecchio di Mati e a quello di Betta, separatamente e in due momenti diversi, la stessa frase: "E' tutto pronto, telefonami domani". Tornando a casa, Betta dirà a Giorgio di considerare Mati "un'oca supponente", infrangendo l'ipocrisia della serata. Le stesse precise parole, "un'oca supponente", Mati le riserverà a Betta parlando con Giovanni. Il quale solo a questo punto le rivelerà di avere perso il lavoro, senza tuttavia dirle il motivo. Il commento gelido di Mati sarà: "Perfetto".
5) Nella stessa serata Francesca lascia la rosticceria dove lavora per incontrare questo Enrico conosciuto su un sito di dating. Qui serve un montaggio molto rapido: lei e Enrico al ristorante che si annoiano, lei e Enrico al Luna Park dove Enrico sembra un tonno sulle Dolomiti, lei e Enrico a letto. Enrico, un uomo assai stempiato, minuto, con la faccia da sfigato, la scopa con un impegno degno di miglior causa. E' completamente sudato, è l'ennesimo "omuncolo". Francesca, a gambe aperte sotto di lui, non sembra molto partecipativa. Cerca anzi distratta sul telefono la foto del suo prossimo appuntamento. Questo quadro termina con lei che ingrandisce sul telefono l'immagine di Giorgio.
6) Interno-giorno: Giovanni, al telefono, istruisce la sua ormai ex segretaria sui file da estrarre dal suo computer e da salvare in due diverse chiavette Usb. I file della cartella A su una chiavetta, i file della cartella B sull'altra. Giovanni si raccomanda tre volte facendo ripetere le istruzioni alla segretaria. "Passerò io a prendere la chiavetta A, quella B la puoi mandare a quella troia di Annalisa".
7) Esterno-giorno: Giorgio aiuta Betta a caricare la valigia e la custodia del violoncello nel taxi che la porterà all'aeroporto. "Amore, odio quando vai in tournee", le sussurra. Betta lo bacia e gli sorride: "Due settimane passano presto". "Ce l'hai?", domanda Giorgio. "No, lo sai che con il metal detector sarebbe un casino". Il taxi parte.
8) Esterno-giorno. Giovanni, torvo in volto, esce sul marciapiede e attraversa velocemente la strada. E' ora di pranzo, ha comprato due supplì in rosticceria. Teo, alla cassa, chiama Francesca perché richiami il tipo che è appena uscito. "Gli è caduta questa", dice Teo consegnando alla donna una chiavetta Usb. Francesca corre in strada ma non lo vede più, si mette in tasca la chiavetta e rientra nella rosticceria facendo spallucce: "L’ho perso di vista, tornerà. Stasera ho un appuntamento, ti spiace se stacco un'ora prima?".
9) Interno-pomeriggio, lo studio dell'avvocato che abbiamo visto a cena con la moglie e con le coppie Giorgio-Betta e Giovanni-Mati. L'uomo attende che qualcuno risponda dall'altra parte del telefono. "Betta? Sono Marcello. Allora, volevo dirti che le pratiche per la separazione sono tutte pronte, se vuoi possiamo procedere (...) ok, non credo che ci saranno problemi. Tra l'altro, con tutte le prove che abbiamo raccolto, lo potremmo davvero mettere in un angolo, ma vedrai che non sarà necessario tirarle fuori (...) ah, sei in tournee? Ok, io intanto vado avanti e ci vediamo al tuo ritorno, sì, ti saluta Elena". L'avvocato estrae da una busta delle foto in cui si vede il marito di Betta, Giorgio, fare sesso con donne diverse, le rimette nella busta tranne due che mostrano - riconoscibilissima nonostante sia ripresa un po' di tre quarti – Mati che fa un bocchino a Giorgio con le mani legate dietro la schiena e un jewel plug infilato nel culo. Marcello le guarda, fa una smorfia e le strappa, buttandole in un cestino.
10) Interno-pomeriggio. Mati, seduta sulla sua poltrona da manager, cerca un numero nella rubrica dell'iPhone. Lo schermo si divide in due e appare Giorgio che risponde al telefono. "Giorgio? Mi ha appena chiamata Marcello, la pratica per la separazione è pronta e domani facciamo domanda". "Ah... ma sei sicura di quello che fai, Mati?". "Ma sì, certo, ce lo siamo sempre detti, tu molli quella stronza di Betta e io caccio quell'insetto di Giovanni, tra l'altro lo hanno pure licenziato". "Lo hanno licenziato? Davvero? E tu lo cacci di casa?". "Giorgio, che cazzo dici, l'idea è sempre stata questa, non dirmi che ci hai ripensato perché ti sputtano urbi et orbi, per non parlare di quel finanziamento che ti ho fatto avere". "Ma no, che c'entra, lo sai che ti amo e che non vedo l'ora... pensavo solo che dare a Giovanni qualche giorno per riprendersi, organizzarsi... cosa farà adesso?". "Che cazzo me ne frega... passa da me stasera, ho voglia di festeggiare". "Eeeee... non posso amore, stasera faccio tardi al lavoro". "Cazzo dici, chiudete alle otto!". "Sì ma (abbassando la voce) oggi è passata la finanza, sai com'è...". "Vieni a dormire qui, allora". "Certo, e a Betta che le dico?". "Ma non doveva andare in tournee quella stronza?". "Ma no, la prossima settimana". "Bene, allora hai tutto il tempo per darle un calcio in culo, appena parte voglio che ti trasferisci qui a casa mia". "Sì amore".
11) Interno-sera. Sul pianerottolo dell'attico signorile occupato da Giovanni e Matilde. Giovanni prova a aprire la porta ma non ci riesce, la chiave non entra, è evidente che la serratura è stata cambiata. Suona il campanello, non risponde nessuno. Telefona a Mati, ma il telefono della moglie è spento. Preso da un attacco d'ira, prende a spallate la porta, che chiaramente è blindata, e quasi si spacca una clavicola. Si allontana dolorante pieno di livore nella penombra delle scale.
12) Interno-sera, l'esclusivo centro estetico diretto da Giorgio. L'uomo sta parlando con una ragazza. Carina, deve dimostrare al massimo trent'anni, la immagino con dei riccioli castani che le scendono sulle spalle, ma fate un po' voi. Sorride ostentatamente al suo interlocutore. "Giorgio, chiamami Giorgio, qui ci diamo tutti del tu. Ilaria, vero? Bene Ilaria, sono contento che tu abbia scelto noi. Ora ho un appuntamento, ma se passi domani mattina ti farò vedere di persona tutti i trattamenti a tua disposizione". La ragazza annuisce quasi con entusiasmo.
13) Esterno-notte/Interno-notte. Francesca attende seduta al tavolo di un ristorante. Lo stesso tavolo e lo stesso ristorante nel quale l'abbiamo vista cenare con il suo precedente e deludente amante, Enrico. Un po' in ritardo, arriva Giorgio. I due mangiano e sembrano divertirsi molto. Subito dopo la scena si trasferisce nello stesso Luna Park dove la donna aveva portato Enrico, e anche qui sembrano stare molto bene insieme. Non sono necessari dialoghi, bastano poche veloci inquadrature magari accompagnate dalla colonna sonora. L'audio in presa diretta servirà quando le immagini mostreranno i due nella camera da letto di Francesca. Lei si contorce e stringe le lenzuola senza smettere di scalciare l'aria mentre, sopra di lei, Giorgio la scopa pesantemente. Per quanto non ami le inquadrature troppo insistite su certi dettagli, qui forse ne servirà una per ricordare agli spettatori l'assoluta ragguardevolezza della dotazione di Giorgio. In più, l'attrice dovrà essere veramente brava perché, da un lato, le smorfie sul suo viso la dovranno rendere anche più brutta di quello che è, dall'altro dovrà esprimere allo stesso tempo piacere e stupore. Bisogna cioè rendere l'idea che è parecchio tempo che non prende una ripassata simile, ammesso che l'abbia mai presa. Con un crescendo di "cazzo! cazzo! cazzo!" Francesca esprimerà il suo orgasmo ad occhi sgranati.
14) Interno-notte, la lussuosa suite di un albergo. Annalisa entra preceduta da un uomo. Indossa uno splendido vestito da sera blu con gli strass, generosamente scoperto sia sul davanti che sulla schiena. Il tacco delle décolleté non è molto alto per non sottolineare ulteriormente la differenza di statura tra lei e il suo accompagnatore. E' un uomo dalle fattezze arabe, capelli e barba tagliati molto corti, neri. E' vestito all'occidentale, probabilmente Armani, è basso, tarchiato. Ordina seccamente ad Annalisa di togliersi le scarpe e di attendere. Lei esegue. L'uomo afferra un coltello da un tavolino da lavoro e si avvicina, taglia le sottili spalline del vestito che precipita sul pavimento, rivelandola completamente nuda. Passa la punta del coltello sul corpo della ragazza, lasciandole dei segni, se premesse un poco di più la taglierebbe. Annalisa trema leggermente, lascia cadere la pochette in terra. L'uomo gioca per un po' con la punta del coltello sui suoi capezzoli poi si sfila la cintura dei pantaloni e le intima di voltarsi. Annalisa si volta e con voce impaurita supplica, in inglese, "principe, la prego". L'uomo replica, sempre in inglese, "non pago quattromila euro una puttana solo per scoparla". Poi le sferra una violenta cinghiata sulla schiena. Il quadro sfuma sul grido di dolore di Annalisa.
(Nota per la produzione e il regista: per rendere gli eventi con maggiore realismo, il colpo non dovrà essere simulato ma reale. Personalmente, se sceglieste me per impersonare Annalisa, non mi sottrarrei)
15) Interno-notte, la reception di uno squallido residence. L’uomo dietro il bancone domanda: “Non ha nemmeno una borsa?”. Giovanni lo guarda incarognito: “No, pensi agli affari suoi”. L’uomo dietro il bancone abbozza e gli allunga una chiave.
16) Interno-giorno, casa di Francesca. E’ da poco sorto il sole. Francesca è in primo piano, nuda, illuminata dalla luce del computer. Sullo sfondo, la camera da letto dove si intuisce stia dormendo Giorgio. Francesca inserisce la chiavetta Usb nella presa.
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