Appunti per la sceneggiatura di un film porno 2/3

di
genere
sentimentali

+++++ DUE GIORNI DOPO +++++

17) Interno-giorno. Seduta al tavolino di un bar, Annalisa consuma il lunch in compagnia di un amico. Un uomo molto attraente, vestito in modo finto-casual. Gli sta raccontando di avere avviato le pratiche per la separazione e il divorzio.

- Mi dispiace.

- Non è il caso, ti assicuro.

- Separata a ventisette anni, ma chi cazzo te l’ha fatto fare a sposarti?

- Ventisei, grazie. Sai com’è, c’era un altro che non voleva stare con me…

- Ok, ok… senti, devo farti una domanda, perché mi è successo un fatto un po’ curioso. Hai mai sentito parlare di una cosa che si chiama Caos?

- Beh… certo.

- No, non quel caos. Cyber Agenzia Operativa per la Sicurezza.

- Non si chiama Agenzia per la cybersicurezza nazionale?

- Che io sappia, quella si chiama ancora così.

- Caos… mai sentito, perché me lo chiedi?

- Perché ti occupi di rapporti con il mondo islamico.

- Lollo, noi siamo un centro di ricerca e di studio, che ne sappiamo di servizi segreti? Da dove esce fuori questo Caos? E che c’entra l’Islam?

- Te lo dicevo, un fatto curioso. Ieri è venuta in redazione una donna, chiaramente una matta, dicendo che voleva vendere delle informazioni segretissime. Ha detto di chiamarsi Francesca, ma chissà se è vero. Mi ha dato una chiavetta Usb dicendomi che c’era un file che non era riuscita ad aprire ma che in un altro file avrei potuto trovare delle informazioni molto interessanti. Quello che non era riuscita ad aprire era un file zippato, figurati, l’altro era un foglio di word con un logo mai visto prima e l’intestazione Caos: Cyber Agenzia Operativa per la Sicurezza. Sotto, una specie di curriculum vitae di un tale Giovanni Demarco, anzi no, Dimarco, responsabile di un Reparto di Informazione e Contrasto al terrorismo. L’area di sua competenza va dal Medio Oriente alla penisola araba.

- E nel file zippato che c’era?

- Ricette di cucina. Centinaia, forse migliaia di ricette di cucina.

- Cosa?

- Sta donna sosteneva che probabilmente si trattava di messaggi cifrati.

- Ah… e il suo psichiatra invece cosa sostiene, ti sei informato?

- Annalì, te l’ho detto che è chiaramente una pazza. E poi puzzava di fritto… guarda, una cosa rivoltante. Però quel foglio mi ha incuriosito.

- Mi pare una presa per il culo, che le hai detto?

- Più o meno l’ho mandata a cagare. Vabbè, vedremo… paghiamo e torniamo a lavorare?

- Ahahahah, una volta mi avresti portata a casa tua e mi avresti scopata anche se era la pausa pranzo.

- Eh… ma una volta non ero sposato. Però, a pensarci bene, un paio d’ore prima di tornare in redazione ce l’ho, ci troviamo un posto?


18) Esterno-pomeriggio, in strada. Giorgio è al telefono. Sta parlando con Mati. La donna gli dice con tono perentorio “stasera voglio che passi a casa mia, niente storie”. Giorgio prova a giustificarsi e le chiede di riprendere in casa Giovanni, il marito: “Dagli almeno il tempo di trovarsi un altro lavoro”. “Ma chi lo prende quel coglione? E alla sua età, poi… gli ho pure svuotato il conto che avevamo in comune”. “Non puoi fargli questo, è una cattiveria”. “E’ una punizione giusta e arriva sin troppo tardi, ti aspetto stasera alle otto e un quarto”. “Tesoro, stasera non posso, devo aiutare Betta nei preparativi per la tournée e poi siamo a cena dai suoi”. “Giorgio, mi hai rotto i coglioni, quando è che mandi affanculo quella puttana?”. “Glielo dirò il giorno del suo ritorno, amore, non me la sento di rovinarle questa tournée, ma appena parte sarò tutto tuo, non vedo l’ora”.

Chiusa la telefonata, Giorgio saluta una ragazza che si sta avvicinando. E’ Ilaria, la nuova e giovane cliente del suo centro benessere. La prende sottobraccio, lei gli sussurra “fantastica la vostra depilazione intima, appena saliamo in camera ti faccio vedere e sarò tutta tua, non vedo l’ora”.

Mentre entrano dalla porta girevole, dalla stessa escono Annalisa e Lollo, il giornalista. Si danno un appassionato bacio di saluto. “Dobbiamo farlo più spesso”, dice Lollo. “Non sono io che ho smesso”, risponde Annalisa. “Cerco di richiamarti al più presto”, le fa l’uomo. “mmm… vedi un po’ te, ci conto”, ridacchia lei. I due si separano sorridendosi e prendendo direzioni opposte.


19) Interno-pomeriggio, la rosticceria dove lavora Francesca. “Una volta hai detto che avresti fatto tutto per me, te lo sei rimangiato?”. Sta parlando con Teo, che è al tempo stesso il suo datore di lavoro e l’uomo che non ha il coraggio di dichiararle esplicitamente il suo amore. Il motivo è molto semplice: Teo è un ex ladro professionista, ma anche un ex galeotto. E si vergogna del suo passato.

“Quei soldi sono troppo importanti per me, capisci? Mi servono per aprire il ristorante a Santo Domingo! Sono certa che a casa di quella spia c’è un computer con i codici per decifrare quei file, altro che ricette di cucina! E probabilmente ci sono anche altri file là dentro, se riesco a metterci le mani mi coprono d’oro! Tu mi dicesti che non c’era porta che sapeva resisterti, no? Beh, dimostramelo!”. Teo la guarda sconsolato, impaurito, frustrato. Ma dentro di sé ha già iniziato a cedere: “Ma non sai nemmeno dove abita…”, protesta. “In quella chiavetta c’erano nome, cognome, numeri di telefono e indirizzo, oltre all’email”, taglia corto Francesca.


20) Interno-sera, nella stanza del capo del Caos. Entra Annalisa, chiudendo dietro di sé la porta con cura.

- Buonasera capo.

- Ciao Annalisa, bel lavoro con il principe Mohammad. Ho visto che le autorità del suo Paese hanno annunciato la caduta del suo jet privato.

- Sì, ventiquattr’ore dopo. Il timer era piazzato sulle dieci e venticinque, quando l’aereo era sul Mediterraneo. Abbiamo anche manomesso la scatola nera, posto che riescano mai a trovarla. Risulterà una improvvisa depressurizzazione, cedimento strutturale.

- Dove l’avevate piazzata?

- Nel laptop che ho sostituito dopo averlo leggermente sedato, nel suo c’era tutta la rete di hacker, cyberterroristi e martiri del Profeta che faceva capo a lui. La stiamo smantellando.

- Come la stiamo smantellando?

- Beh, li stiamo liquidando, direi meglio. Nel senso che dopo un bagnetto nel fluoroantimonio diventano proprio liquidi.

- Ottimo, davvero ottimo lavoro. Nessuno avrebbe mai pensato che stava cercando di mettere su una rete di lupi solitari, men che meno quel coglione di Giovanni. Abbiamo fatto bene a cacciarlo.

- Grazie, ci sono diventata scema per sei mesi, non è stato facile. Ma… ecco signore…

- Dimmi.

- C’è un’altra cosa di cui le volevo parlare. Stamattina, nella mia casella di posta, ho trovato una busta con dentro una chiavetta Usb. I file che conteneva erano criptati, ma decrittarli è stato un gioco da ragazzi…

- E…?

- Era l’elenco di tutte le nostre operazioni da tre anni a questa parte, cioè da quando esistiamo. Abbastanza dettagliato e ricco di particolari, debbo dire.

- Cazzo…

- Inoltre, sono venuta a conoscenza del fatto che ieri una donna ha contattato la redazione di un giornale. Aveva con sé un’altra chiavetta Usb nella quale c’era… beh c’era una specie di curriculum di Giovanni scritto su una specie di carta intestata, con il nostro logo e il nome della nostra Agenzia.

- Ma noi non abbiamo né carta intestata né logo, Annalisa, ci mancherebbe altro.

- Lo so bene, signore, tuttavia le cose che c’erano scritte risponderebbero al vero, compresi il nome del team e l’area geografica che era di competenza di Giovanni, e che adesso è la mia.

- E che altro c’era nella chiavetta, Annalì?

- Uh… ricette di cucina signore.

- Ricette di cucina?

- Sissignore, ricette di cucina.

- E che cazzo c’entrano le ricette di cucina con Giovanni?

- Non ne ho idea.

- Chi è questa donna?

- Stiamo cercando di capirlo, signore, sappiamo che si chiama Francesca.

- E questo giornalista che ha parlato con lei?

- Quasi impossibile saperlo. Come facciamo con tutti i giornali, entriamo nelle reti e cerchiamo di risalire dagli IP ai singoli redattori. Ma questo sembra essere… come dire, un computer di uso collettivo, una macchina a disposizione di un sacco di gente.

- Bisogna trovarlo e eliminarlo. E anche la donna.

- Ma non possiamo eliminare venti, o trenta, o anche quaranta giornalisti!

- Annalisa, in questo momento ammazzerei anche Gutenberg…

- Le farò sapere come procedono le indagini, capo.

- Sarà meglio… ah, Annalisa?

- Sì signore?

- Com’è stato fare la escort con il principe Mohammad?

- Beh, all’inizio prometteva bene ma si è rivelato una delusione, l’ho messo a nanna quasi subito. Mi dispiace piuttosto che quei quattromila euro vadano all’Agenzia e non a me.

- Non posso darteli, Annalisa, sarebbe sfruttamento della prostituzione.

- Che è un po’ quello che fate un giorno sì e l’altro pure con la sottoscritta… a domani capo, penso che arriverò nel pomeriggio.


21) Interno-sera, la stanza del residence di Giovanni. Furibondo per avere perso la chiavetta Usb, telefona alla sua ex segretaria per chiederle di copiare di nuovo i file e rimandargliene un’altra al suo nuovo indirizzo.

E’ ovviamente all’oscuro del fatto che la donna ha sbagliato la spedizione, inviando ad Annalisa la chiavetta con cui egli stesso intendeva ricattare l’Agenzia e a lui la chiavetta che doveva finire ad Annalisa, quella con le ricette di cucina, per farle capire che il suo posto è quello. E’ anche all’oscuro del fatto che, sempre per errore, la sua segretaria aveva copiato il suo curriculum nella chiavetta sbagliata. La risposta della sua vecchia collaboratrice però lo gela: “Non posso più farlo, Giovanni, sono venuti qui poco fa e hanno portato via il tuo computer”.


22) Interno-notte, la stanza di un albergo. Betta, la violoncellista moglie di Giorgio, è seduta in poltrona. Sta parlando al telefono con il suo avvocato. “Scusa l’ora, Marcello, ma secondo me possiamo procedere domani. Dovresti chiamare Giorgio e dirgli che hai depositato la richiesta di separazione, non mancare di fargli sapere delle prove in nostro possesso”. “Va bene Betta, sicura? Procedo?”. “Quando torno dalla tournée non voglio trovare in casa né lui né le sue cose, e lo voglio vedere sul lastrico quel cane”. Betta chiude la chiamata, alla sua sinistra si presenta un giovane, nudo, avvicina il membro eretto alle labbra della donna: “Finalmente, ora la bocca non ti servirà più per parlare”. Betta ride e comincia a succhiare. Alla sua destra compare un altro giovane uomo, anch’egli nudo e in erezione. Per un po’ Betta si alterna tra i due con bocca e mani. Poi si alza e attende che uno le abbassi la zip del vestito. Rimane con addosso solo un completo reggiseno e perizoma di pizzo nero, si va ad adagiare languidamente sul letto invitando gli uomini con lo sguardo. L’inquadratura si allarga rivelando la presenza nella stanza di tre custodie di strumenti musicali. “Ieri notte siete stati gentili, ma stanotte vi voglio tutti e due dentro di me, insieme, subito”.

(Nota per il regista: da questo momento ogni scelta è sua e degli attori, siete sicuramente più esperti di me in tema di doppia penetrazione. L’importante è che tutto avvenga molto velocemente per sottolineare l’irrefrenabile desiderio della musicista)


23) Interno-notte, la camera da letto di Mati. Lei è sdraiata a gambe larghe e si penetra molto lentamente con un dildo. Ogni tanto lo estrae e se lo passa, lucido dei suoi succhi, sui capezzoli. Nello stesso momento però parla al telefono e il suo tono di voce è duro, ultimativo. Dall’altra parte c’è Giorgio, accanto a una finestra, che risponde a bassa voce. “Sì, sono ancora dai miei suoceri”. Mati gli intima “senti, stronzo, domani ti voglio qui, hai capito? non me ne frega un cazzo di quella puttana di tua moglie”. Giorgio risponde nel modo più anonimo possibile “va bene, va bene, vedrò che posso fare”. Mati chiude la conversazione e getta via il telefono, iniziando a penetrarsi con furia. Pensa di essere con Giorgio, ma soprattutto lo insulta nel suo delirio masturbatorio: “Pezzo di merda, nullità, ti salva solo quel gran cazzo che ti ritrovi, minus habens…”. Alla fine Mati viene penetrandosi sempre più violentemente e gridando ancora insulti all’indirizzo di Giorgio: “Scopami, stronzo, sfondami!”


24) Interno-notte, la camera da letto di Francesca. Giorgio fa il suo ingresso. E’ sorridente, ma un po’ scosso per l’umiliazione appena subita al telefono da Mati. Francesca dovrebbe apparire proprio brutta. Deve risaltare il contrasto con Ilaria, la ragazza che Giorgio ha portato in albergo, e con la stessa Mati, che in fondo è una bella donna. Deve insomma emergere il fatto che Giorgio, oltre a essere un coglione senza spina dorsale, è un uomo senza gusti reali, un erotomane che si fa chiunque gli capiti sotto. Ma allo stesso tempo sta bene con Francesca, perché è una mezza idiota come lui, più di lui. Perché può sottometterla mentalmente oltre che sessualmente. Il che per lui deve essere una novità. Mentre Francesca lo attende quasi romanticamente, convinta che Giorgio non è il solito omuncolo rimediato sui siti di incontri, lui abbassa la lampo dei pantaloni e se lo tira fuori, la prende per i capelli, le ordina "succhia, troia". Francesca esegue, ma è quasi esterrefatta dall'essere trattata con quella brutalità. Mi spiace per l'attrice che ricoprirà il ruolo di Francesca, ma Giorgio non le lascerà terminare il pompino. La metterà alla pecorina e la inculerà direttamente. E la scena dovrà apparire molto realistica, hard core. Francesca griderà il suo stupore, il suo dolore, il suo rifiuto. Anzi, sarebbe bene che urlasse "non l'ho mai fatto!" o cose del genere. Sottrarsi le è però fisicamente impossibile. In realtà, l'ideale sarebbe trovare un'interprete che realmente non l'ha mai fatto e istruirla in modo ingannevole, dicendole che si tratta di una normale scena di sesso doggystyle. Ma mi rendo conto che una pornostar con queste caratteristiche è praticamente una chimera. L'attrice dovrà allora essere brava a rendere tutti questi stati d'animo del personaggio di Francesca, compreso quello che dopo un po' esprime piacere, se non proprio per la sodomia subita, per il lato dom manifestato da Giorgio.

Volendo, questi ultimi tre quadri - Betta a letto con i due colleghi, Mati che si masturba e Giorgio che lo mette in quel posto a Francesca - potrebbero essere resi efficacemente ricorrendo ancora una volta alla tecnica della divisione dello schermo, almeno per le parti finali, quelle che preludono e che esplodono negli orgasmi. Darebbe un tocco di "selvaggio" in più, di orgia a distanza. Ma lascio la decisione al regista.


25) Esterno-notte, la altana di una casa di lusso. Sullo sfondo le luci dell'illuminazione pubblica di Roma e quelle di qualche monumento. Quasi zero le luci delle case private. Si deve capire che è notte fonda. In primo piano Annalisa, abbandonata su una cosa a metà tra una poltrona e una sdraio. Sta fumando una sigaretta di crack, lo si capisce dai classici scoppiettii, con gli occhi persi nel vuoto. L'inquadratura si allarga e vediamo che indossa solo una t-shirt che non le arriva nemmeno all'ombelico e una collanina d’oro. Accanto a lei compare una donna con un flute in mano. E' una donna matura ma molto bella, ha i capelli bagnati e l'accappatoio aperto, è appena uscita dalla doccia. Il pube adornato da una sottile striscetta di peli si vede bene, mentre un po' celati dall'accappatoio sono i seni pesanti. Porge sorridendo il flute ad Annalisa, che lo accetta con una maschera impassibile.

La donna: "Serata divertente, no? E' stata anche una bella asta, è stato eccitante venderti a quei tre. Ti hanno fatto male?". "Un po’ niente di che", risponde la ragazza. La donna sorride e sussurra dolcemente "bene, perché ho ancora bisogno di te". Annalisa estrae la lingua e cerca goffamente di leccare il sesso della sua interlocutrice, che però è ancora troppo lontana. La donna sorride, mette una mano in faccia alla bionda, le infila un dito in bocca, le scompiglia i capelli. Dice "ma no, sciocchina, questo l'hai già fatto", si volta verso un tavolino e apre una scatola di legno, ne tira fuori delle corde rosse con le quali lega le mani della ragazza sopra la testa e le gambe ai braccioli, spalancandola. Annalisa, inerte, lascia fare. La donna fa cadere l’accappatoio, si inginocchia tra le sue gambe e inizia a lappare. La bionda sospira “Marzia…” e si abbandona. Alle spalle della donna appare un uomo di colore. Alto, snello, statuario, interamente glabro. Vi suggerisco di trovare un attore con un pene enorme. E’ un luogo comune ma potrete in questo modo solleticare l’immaginario erotico, soprattutto quello maschile. Si inginocchia a sua volta dietro Marzia e la fa sistemare a quattro zampe, afferrandola per i capelli e guidandole la testa tra le gambe di Annalisa, che geme. Poi penetra con calma la donna, che urla sopraffatta dall’invasione di quella mostruosità. Decidete voi quanto debba durare il coito. L’importante è che, progressivamente, la donna inizi a infilare una, due, tre dita nella vagina di Annalisa. Man mano che l’azione del maschio si fa più martellante, anche quella di Marzia lo diventa, fino a possedere la ragazza con la mano intera chiusa a pugno. Annalisa è in evidente sofferenza, grida e cerca di liberarsi. L’effetto anestetico delle sostanze assunte non è più sufficiente. Anche Marzia grida sotto i colpi dell’uomo. Sarà però importante far vedere sul suo volto deformato quanto piacere tragga nell’infliggere dolore alla ragazza. A un certo punto, tuttavia, le urla di Annalisa cambiano e, di colpo, squirta agitandosi come impazzita. Servirà chiaramente un trucco di scena perché non sono cose che si fanno a comando, ve lo assicuro. Poco dopo, sbattendo una Marzia anche lei completamente impazzita, l’uomo eiacula e lascia andare i fianchi della donna. Lei cade sulle doghe del pavimento scossa dai tremori. Un effetto speciale servirà anche in questo caso perché, appena il membro maschile rivedrà la luce, dalla vagina di Marzia sboccherà una quantità di sperma impossibile da concepire nella vita reale. Da terra, a fatica, tremando e strillando in modo isterico, lei ordina al suo amante: “Spacca questa puttanella, falle male!”.

L’uomo si rialza, avvicina il suo cazzo sproporzionato alle labbra di Annalisa per farselo pulire. Lei esegue sia pure con difficoltà, per guardarlo poi con occhi tossici e sibilare:

- Finiscimi, o sarà peggio per te.


26) Interno-giorno, il residence. Giovanni, ripreso in modo insolente dal receptionist perché con la sua carta di credito non riesce a effettuare il pagamento, controlla il suo internet-banking. Scopre che il suo conto corrente, che condivideva con la moglie, è stato ripulito e i soldi trasferiti su quello di Mati. Stessa sorte è toccata a titoli di Stato, obbligazioni, fondi. Complessivamente, la somma è di poco inferiore ai quattrocentomila euro. Giovanni è completamente al verde. Sconvolto, l’uomo si precipita in quella che ormai è la sua ex casa, deciso ad affrontare Mati. Ovviamente non la trova, ma la porta è aperta, leggeri rumori provengono da un’altra stanza. Insospettito e furibondo apre un armadio a muro e dal ripiano superiore recupera una pistola, la sua pistola. Avanza verso la stanza dalla quale provenivano i rumori e sorprende Teo, il datore di lavoro di Francesca cui la donna aveva chiesto di rubare il computer di Giovanni. Effettivamente, Teo ha in mano un laptop che si appresta a nascondere dentro un borsone.

Del tutto fuori di sé, Giovanni sembra notare solo quest’ultimo particolare e grida “perché hai preso il mio borsone?” puntando la pistola. Teo alza le mani cercando di mostrarsi calmo: “Non sono un ladro”, dice. “Chi cazzo sei?”, urla Giovanni e, senza aspettare risposta, urla ancora “quelli come te mi fanno schifo!” e fa fuoco. Teo, colpito, lancia il computer contro Giovanni, disarmandolo temporaneamente, e tenta una fuga disperata. Giovanni lo raggiunge però quasi sull’uscio e gli spara tre colpi in rapida successione, più altri due quando Teo è già a terra.


2 - CONTINUA

scritto il
2021-11-10
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