Il gioco della spazzola
di
Y
genere
saffico
Ben tornata Y.
E’ quello che penso mentre compio tutte quelle operazioni necessarie ad avere un rapporto anale senza “problemi”.
No, non entro nei particolari.
Diciamo che ho fatta mia la buona abitudine suggeritami da Y.
Torno in camera completamente nuda, e Y mi aspetta seduta a gambe incrociate sul letto.
Tiene in mano una spazzola per capelli.
“Mettiti a pecora”
Anche il tono perentorio è quello di sempre.
Mi avvicino al letto ed ubbidisco, lei si piazza dietro di me.
“Ti ricordi quando avevi voglia di chiedermi di leccarti il buco del culo pieno di sperma di W?”
“Certo che mi ric…”
Sapevo che lo avrebbe fatto, sento la sua lingua sull’ano.
E’ come se lo picchiettasse.
Mi bagno subito. In realtà ero già eccitata ma questo mi dà una spinta sostanziale.
“Ti ho fatta male il mese scorso a mare?”
“Mmmm…un po’”
“Quanto mi dispiace”
E senza nessuna esitazione mi infila dentro un dito.
Salto in aria, ma mi piace.
“Ti prego, non farmi male”
E’ una supplica che non riceve riscontro, senza alcuna pietà estrae e penetra, estrae e penetra, estrae e penetra.
E il dolore diventa piacere.
Vado per toccarmi la clito, quando mi blocca.
“No, ti dico io quando”
Mi scopa il sedere con costanza e dedizione, nessun cambio di ritmo.
Dopo una dozzina di minuti estrae il dito.
“Ti sei lavata bene. Brava”
“G-g-razie”
“Mi sento buona oggi, preparo la spazzola con il lubrificante” annuncia con tono stentoreo.
Appoggia la punta del manico all’ano ormai dilatato.
Si sente la differenza col dito e, ahimè, anche col pene di W.
“Sto entrando, allarga bene il culo con le mani”
Stavolta invece è delicata. E’ stupefacente come Y sappia sempre cosa fare.
“La voglio mettere tutta dentro. Sei d’accordo K?”
Ora cerca la mia collaborazione.
“S-sì”
“Ti andrebbe dopo di aiutarmi a depilare questo schifo che ho tra le gambe?”
E avanza di altri 5 cm, mentre allunga una mano sulla mia vagina.
“C-e-e-rto”
E’ proprio vero, le ragazze sanno meglio di tutte come si toccano le ragazze.
Quello che mi sta facendo alla vulva è da premio Nobel per i ditalini.
Ed è coordinato in maniera perfetta con la mia sodomizzazione. Più mi eccita davanti e più avanza dietro.
“La sto infilando tutta, eccola”
Mi sento come spaccare in due, e non riesco a distinguere cosa sia dolore e cosa piacere.
E nella confusione sono squassata da un orgasmo violentissimo.
“STO VENENDO. Y. STO VENENDOOOOOO”
Dio santo.
Quanto tempo passa prima di riprendermi non lo so.
“K, vuoi che la tenga dentro? Io sono stata mezz’ora con la zucchina nel culo, ma solo perché me lo ha chiesto X”
Sospiro.
“No, tirala fuori ma fai piano e..”
“E?”
“Prima fai una foto”.
E’ quello che penso mentre compio tutte quelle operazioni necessarie ad avere un rapporto anale senza “problemi”.
No, non entro nei particolari.
Diciamo che ho fatta mia la buona abitudine suggeritami da Y.
Torno in camera completamente nuda, e Y mi aspetta seduta a gambe incrociate sul letto.
Tiene in mano una spazzola per capelli.
“Mettiti a pecora”
Anche il tono perentorio è quello di sempre.
Mi avvicino al letto ed ubbidisco, lei si piazza dietro di me.
“Ti ricordi quando avevi voglia di chiedermi di leccarti il buco del culo pieno di sperma di W?”
“Certo che mi ric…”
Sapevo che lo avrebbe fatto, sento la sua lingua sull’ano.
E’ come se lo picchiettasse.
Mi bagno subito. In realtà ero già eccitata ma questo mi dà una spinta sostanziale.
“Ti ho fatta male il mese scorso a mare?”
“Mmmm…un po’”
“Quanto mi dispiace”
E senza nessuna esitazione mi infila dentro un dito.
Salto in aria, ma mi piace.
“Ti prego, non farmi male”
E’ una supplica che non riceve riscontro, senza alcuna pietà estrae e penetra, estrae e penetra, estrae e penetra.
E il dolore diventa piacere.
Vado per toccarmi la clito, quando mi blocca.
“No, ti dico io quando”
Mi scopa il sedere con costanza e dedizione, nessun cambio di ritmo.
Dopo una dozzina di minuti estrae il dito.
“Ti sei lavata bene. Brava”
“G-g-razie”
“Mi sento buona oggi, preparo la spazzola con il lubrificante” annuncia con tono stentoreo.
Appoggia la punta del manico all’ano ormai dilatato.
Si sente la differenza col dito e, ahimè, anche col pene di W.
“Sto entrando, allarga bene il culo con le mani”
Stavolta invece è delicata. E’ stupefacente come Y sappia sempre cosa fare.
“La voglio mettere tutta dentro. Sei d’accordo K?”
Ora cerca la mia collaborazione.
“S-sì”
“Ti andrebbe dopo di aiutarmi a depilare questo schifo che ho tra le gambe?”
E avanza di altri 5 cm, mentre allunga una mano sulla mia vagina.
“C-e-e-rto”
E’ proprio vero, le ragazze sanno meglio di tutte come si toccano le ragazze.
Quello che mi sta facendo alla vulva è da premio Nobel per i ditalini.
Ed è coordinato in maniera perfetta con la mia sodomizzazione. Più mi eccita davanti e più avanza dietro.
“La sto infilando tutta, eccola”
Mi sento come spaccare in due, e non riesco a distinguere cosa sia dolore e cosa piacere.
E nella confusione sono squassata da un orgasmo violentissimo.
“STO VENENDO. Y. STO VENENDOOOOOO”
Dio santo.
Quanto tempo passa prima di riprendermi non lo so.
“K, vuoi che la tenga dentro? Io sono stata mezz’ora con la zucchina nel culo, ma solo perché me lo ha chiesto X”
Sospiro.
“No, tirala fuori ma fai piano e..”
“E?”
“Prima fai una foto”.
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