Perizomi
di
Y
genere
interviste
Odio utilizzare il bagno degli altri, sempre.
Una cosa è una pipì veloce, che comunque non poggio mai il sedere sulla tazza neanche pagata, un’altra fare un bidè.
Ma non avevo altra scelta.
Non pensavo che il giochino impostomi da X portasse a farmi sbrodolare sperma al bar mentre bevo una birra con K.
Meno male che casa sua era vicina, meno male che aveva un salvaslip in borsa, perché le avrei macchiato i sedili della macchina.
Il perizoma che indossavo ormai è zuppo (e puzzolente) ma il vestito ha resistito. Benedette siano le imbottiture.
“Come va?” mi chiede K dietro la porta del bagno.
Non le rispondo, mi asciugo e le apro.
“Grazie” le dico.
Se vi state chiedendo se sono nuda, sì sono nuda.
“Ma…”
Sapevo che lo avrebbe notato e sapevo pure che reazione avrebbe avuto.
“Sì, non me la depilo più”.
Ho un cespuglietto nero tra le gambe, ormai.
Grazie a Dio non sono mai stata pelosa, ma rispetto alla striscetta minimale di prima, questo triangolino scuro si nota.
“Contenta tu”…
“Contenta un cazzo, me lo ha imposto X” dico stizzita.
“E a te sta bene?”
A questo non so come rispondere. Ci sono situazioni in cui fare la schiava sessuale di X mi piace.
L’altro giorno mi ha scopato la bocca ed è stato bello.
Anche essere sodomizzata con una zucchina, mentre mi prendeva da dietro, non mi è dispiaciuto.
Questa cosa dei peli qui invece è proprio un dispetto. Specie perché sa che li odio. E non piacciono neanche a lui.
Quando sono andata a scusarmi ero già pelosa, ma si trattava di semplice sciatteria. Oddio, sapevo che saremmo finiti a letto, ci speravo, ma non così tanto da darmi una ripulita come ai vecchi tempi.
Ma mandarmi in giro con un perizoma e ripiena di sborra è stata proprio da stronzo.
E io ci sono stata perché il gioco è questo.
Lui comanda ed io ubbidisco.
“Puoi prestarmi un paio di mutande?” è come rispondo a K.
“Ma certo, ecco qui”
E mi porge un perizoma sportivo nero.
Lo indosso e la ringrazio di nuovo.
“Parliamo?”
Sì K, parliamo. Sei stata gentile, sia oggi che quando mi hai consigliato di essere remissiva con X. E avevi anche ragione. Peccato che la storia stia degenerando nel morboso.
Che poi io sono la regina delle cose morbose, ma solo quando sono io ad orchestrarle.
“Ormai sai tutto. I patti sono che io faccio quello che mi dice lui per un mese, alla lettera, in cambio dell’essere tornati insieme. Sia chiaro, fuori dal letto è dolcissimo, affettuoso e premuroso. Nel sesso mi tratta come una bambola gonfiabile”.
Le racconto pure del pompino forzoso e della zucchina del culo, so che a lei questi particolari in fondo piacciono.
“Una zucchina?”
“Sei sorda?”
“Ma fa male?”
Ecco, lo sapevo.
Sbuffo e le rispondo “no, non fa male. Ho avuto cazzi e dildo dietro. Con le dovute accortezze, e X le ha avute, è proprio bello ma…”
“Ma?”
“Ma me l’ha lasciata dentro per mezz’ora dopo che siamo venuti”
“Mamma mia”
Io quello sguardo in K lo conosco. Eccome se lo conosco.
“Tu non hai provato mai a metterti oggetti dietro?”
Lo so che sono malata, lo sapete tutti ormai.
K sospira e mi risponde “no, oggetti mai. Solo dita e piselli”
“E vorresti provare?”
Una cosa è una pipì veloce, che comunque non poggio mai il sedere sulla tazza neanche pagata, un’altra fare un bidè.
Ma non avevo altra scelta.
Non pensavo che il giochino impostomi da X portasse a farmi sbrodolare sperma al bar mentre bevo una birra con K.
Meno male che casa sua era vicina, meno male che aveva un salvaslip in borsa, perché le avrei macchiato i sedili della macchina.
Il perizoma che indossavo ormai è zuppo (e puzzolente) ma il vestito ha resistito. Benedette siano le imbottiture.
“Come va?” mi chiede K dietro la porta del bagno.
Non le rispondo, mi asciugo e le apro.
“Grazie” le dico.
Se vi state chiedendo se sono nuda, sì sono nuda.
“Ma…”
Sapevo che lo avrebbe notato e sapevo pure che reazione avrebbe avuto.
“Sì, non me la depilo più”.
Ho un cespuglietto nero tra le gambe, ormai.
Grazie a Dio non sono mai stata pelosa, ma rispetto alla striscetta minimale di prima, questo triangolino scuro si nota.
“Contenta tu”…
“Contenta un cazzo, me lo ha imposto X” dico stizzita.
“E a te sta bene?”
A questo non so come rispondere. Ci sono situazioni in cui fare la schiava sessuale di X mi piace.
L’altro giorno mi ha scopato la bocca ed è stato bello.
Anche essere sodomizzata con una zucchina, mentre mi prendeva da dietro, non mi è dispiaciuto.
Questa cosa dei peli qui invece è proprio un dispetto. Specie perché sa che li odio. E non piacciono neanche a lui.
Quando sono andata a scusarmi ero già pelosa, ma si trattava di semplice sciatteria. Oddio, sapevo che saremmo finiti a letto, ci speravo, ma non così tanto da darmi una ripulita come ai vecchi tempi.
Ma mandarmi in giro con un perizoma e ripiena di sborra è stata proprio da stronzo.
E io ci sono stata perché il gioco è questo.
Lui comanda ed io ubbidisco.
“Puoi prestarmi un paio di mutande?” è come rispondo a K.
“Ma certo, ecco qui”
E mi porge un perizoma sportivo nero.
Lo indosso e la ringrazio di nuovo.
“Parliamo?”
Sì K, parliamo. Sei stata gentile, sia oggi che quando mi hai consigliato di essere remissiva con X. E avevi anche ragione. Peccato che la storia stia degenerando nel morboso.
Che poi io sono la regina delle cose morbose, ma solo quando sono io ad orchestrarle.
“Ormai sai tutto. I patti sono che io faccio quello che mi dice lui per un mese, alla lettera, in cambio dell’essere tornati insieme. Sia chiaro, fuori dal letto è dolcissimo, affettuoso e premuroso. Nel sesso mi tratta come una bambola gonfiabile”.
Le racconto pure del pompino forzoso e della zucchina del culo, so che a lei questi particolari in fondo piacciono.
“Una zucchina?”
“Sei sorda?”
“Ma fa male?”
Ecco, lo sapevo.
Sbuffo e le rispondo “no, non fa male. Ho avuto cazzi e dildo dietro. Con le dovute accortezze, e X le ha avute, è proprio bello ma…”
“Ma?”
“Ma me l’ha lasciata dentro per mezz’ora dopo che siamo venuti”
“Mamma mia”
Io quello sguardo in K lo conosco. Eccome se lo conosco.
“Tu non hai provato mai a metterti oggetti dietro?”
Lo so che sono malata, lo sapete tutti ormai.
K sospira e mi risponde “no, oggetti mai. Solo dita e piselli”
“E vorresti provare?”
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