Il polpaccio
di
Y
genere
dominazione
Y è il sole, oggi.
Da quando è tornata con X è proprio rifiorita.
La guardo ora mentre siamo sedute al solito tavolino, del solito locale per il solito aperitivo tra amiche.
E’ splendida, sorridente, felice.
Parliamo di esami universitari, di iscriverci a crossfit a settembre, di viaggi per le vacanze, di vestiti, scarpe, capelli.
Di tutto tranne che di uomini e sesso.
La assecondo in questa cosa, se non vuole dirmi niente non la voglio forzare.
Quello che è successo è successo e amen.
“Ops”, mi interrompe mentre le racconto del professore di Sociologia Uno.
“Cosa c’è?”
“Uhm, niente”
“Y, hai fatto una faccia…dimmi che succede”
Cala un silenzio imbarazzato.
“Okay, guarda sotto il tavolino”
Non capisco, ma la assecondo.
Y indossa un vestitino bianco corto, a suo modo casto ma che le arriva a metà coscia.
Y ha anche dei bei polpacci, frutto degli anni impiegati con la pallavolo.
E quel rigagnolo biancastro che attraversa il destro lo riconosco.
E’ sperma.
“Mi sa che hai voluto provare quella cosa lì ma non come ti ho suggerito io ”
Mi riferisco al non lavarsi dopo aver scopato per tenere il seme dentro anche se si è in giro.
“Una specie” mi risponde rabbuiata.
“In che senso, una specie?”
“Mi ha detto X di non lavarmi e di non indossare proteggislip”
“Non capisco”
Il sole si sta spegnendo.
Fa un lungo sospiro e mi racconta.
“La condizione necessaria per tornare insieme è stata che sia X a comandare. E’ lui che decide come, quando e cosa. E che se voglio restare con lui per almeno un mese devo fare quello che mi dice, alla lettera.
Stanotte ho dormito da lui e stamattina lo abbiamo fatto. Molto dolce e normale. Una classica missionaria fatta bene. Mi è venuto dentro e…”
Il sole sta per essere eclissato.
“Quando mi sono alzata per andare a lavarmi mi ha detto di no, che non dovevo farlo. Mi ha pure porto il perizoma, ordinandomi di indossarlo subito”.
Ed eccola qui, la mia Y. Farcita di sperma come un bignè che le cola lungo una gamba.
“Il perizoma ora è proprio fradicio”.
Qui c’è una sola cosa da fare.
Le porgo un fazzolettino e le dico:
“Non puoi stare così qui. Con lo sperma che ti esce dalle mutande e un vestito bianco. Vado a pagare e andiamo di corsa a casa mia”.
Y trattiene le lacrime.
“Grazie, K”.
Da quando è tornata con X è proprio rifiorita.
La guardo ora mentre siamo sedute al solito tavolino, del solito locale per il solito aperitivo tra amiche.
E’ splendida, sorridente, felice.
Parliamo di esami universitari, di iscriverci a crossfit a settembre, di viaggi per le vacanze, di vestiti, scarpe, capelli.
Di tutto tranne che di uomini e sesso.
La assecondo in questa cosa, se non vuole dirmi niente non la voglio forzare.
Quello che è successo è successo e amen.
“Ops”, mi interrompe mentre le racconto del professore di Sociologia Uno.
“Cosa c’è?”
“Uhm, niente”
“Y, hai fatto una faccia…dimmi che succede”
Cala un silenzio imbarazzato.
“Okay, guarda sotto il tavolino”
Non capisco, ma la assecondo.
Y indossa un vestitino bianco corto, a suo modo casto ma che le arriva a metà coscia.
Y ha anche dei bei polpacci, frutto degli anni impiegati con la pallavolo.
E quel rigagnolo biancastro che attraversa il destro lo riconosco.
E’ sperma.
“Mi sa che hai voluto provare quella cosa lì ma non come ti ho suggerito io ”
Mi riferisco al non lavarsi dopo aver scopato per tenere il seme dentro anche se si è in giro.
“Una specie” mi risponde rabbuiata.
“In che senso, una specie?”
“Mi ha detto X di non lavarmi e di non indossare proteggislip”
“Non capisco”
Il sole si sta spegnendo.
Fa un lungo sospiro e mi racconta.
“La condizione necessaria per tornare insieme è stata che sia X a comandare. E’ lui che decide come, quando e cosa. E che se voglio restare con lui per almeno un mese devo fare quello che mi dice, alla lettera.
Stanotte ho dormito da lui e stamattina lo abbiamo fatto. Molto dolce e normale. Una classica missionaria fatta bene. Mi è venuto dentro e…”
Il sole sta per essere eclissato.
“Quando mi sono alzata per andare a lavarmi mi ha detto di no, che non dovevo farlo. Mi ha pure porto il perizoma, ordinandomi di indossarlo subito”.
Ed eccola qui, la mia Y. Farcita di sperma come un bignè che le cola lungo una gamba.
“Il perizoma ora è proprio fradicio”.
Qui c’è una sola cosa da fare.
Le porgo un fazzolettino e le dico:
“Non puoi stare così qui. Con lo sperma che ti esce dalle mutande e un vestito bianco. Vado a pagare e andiamo di corsa a casa mia”.
Y trattiene le lacrime.
“Grazie, K”.
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