L'infermiera (undicesima parte)
di
masoc
genere
dominazione
Tony, sorpreso, fece un salto indietro, ma non abbastanza in fretta. Il vomito gli schizzò sulle scarpe e macchiò anche i pantaloni.
Schifato si allontanò da Marco che, piegato su se stesso, continuava ad avere conati incontrollati.
- Ma che cazzo, è la prima volta che mi capita una cosa simile! Porca troia, mi hai rovinato le scarpe ed anche il vestito con quello schifo. Mille e cinquecento euro buttati nel cesso. Controllati! Smettila! Vai a sciacquarti quella fogna di bocca e vedi di pulire per terra.
Marco poco a poco si riprese, anche se sentiva ancora in gola la presenza di quella sostanza collosa, andò in cucina e bevve un bicchier d’acqua, sciacquandosi la bocca come aveva detto Tony. Poi prese uno straccio e cercò di ripulire.
Tony stava a guardarlo pensieroso. Rendendosi conto che quel coglione era la prima volta che faceva una pompa, la rabbia cominciò a scemare, anzi gli veniva quasi da ridere ripensando alla scena, ma gli tornò al pensiero delle scarpe e del vestito rovinati.
Decise che si sarebbe rivalso su quella troietta che si giocava i soldi che non aveva. Gliela avrebbe fatta pagare, anche se ancora non sapeva bene come.
Nel frattempo Marco aveva finito di pulire e si era in qualche modo ricomposto.
Tony gli disse di sedersi e cominciò a fargli domande su Marta e su di lui. Volle sapere come si erano conosciuti, che rapporto ci fosse tra loro e altre notizie del genere.
Poi gli venne fame e lo mandò ad acquistare pizze e birra. Stava ancora mangiando quando si aprì la porta d’ingresso e comparvero Marta e Sonia.
Le due ragazze furono sorprese nel trovarlo ancora in casa e si guardarono interdette.
- Cara Marta, che piacere rivederti – fu il saluto che Tony le rivolse in tono ironico e, guardando Sonia
- E tu chi sei? Ah già… dimenticavo, tu devi essere l’infermiera, Marco mi ha parlato di te.
- Buonasera Tony, tutto bene? – Marta percepiva la tensione nell’aria e cercava di capire come muoversi.
- Bene? Bene un cazzo, il ragazzo devo dire che ha cercato di fare del suo meglio ma sul più bello mi ha vomitato addosso. Scarpe e pantaloni andati. Quanto mi dovevi? Quattromila e trecento? beh ora sono diventati cinquemilaottocento. Come pensi di pagarmi?
Per Marta fu come ricevere un pugno in faccia, pensò affannosamente a cosa dire, ma quello che la sua mente riuscì a partorire non fece altro che peggiorare la situazione.
- No Tony, mi dispiace ma non pago un centesimo in più, gli altri fatteli dare da lui – e indicò Marco.
Tony sorrise, si era aspettato una risposta del genere, la guardò fisso in faccia e disse
- Questa situazione l’hai creata tu e anche quell’altra troietta ci ha messo del suo, Marco mi ha raccontato com’è andata, ed i soldi li voglio da voi.
Così dicendo si alzò dal divano e fece un passo minaccioso verso le due.
- Tony quei soldi non li abbiamo!!! - fu quasi un urlo isterico quello che usci dalla bocca di una Marta terrorizzata per come si stavano mettendo le cose.
- Benissimo, prendo atto. Potrei torcervi il collo, come a delle galline, ma io sono un gentiluomo, vorrà dire che mi pagherete in natura.
A Marta non parve vero, se la sarebbero cavata con una scopata.
- Ma certo Tony, non c’è problema, vero Sonia? – anche Sonia parve un tantino sollevata.
- Ma si farà a modo mio. Marco mi ha raccontato che vi piace frustarlo, ora è venuto anche per voi il momento di provare. Scoprite il culo, ma solo quello, non voglio vedere altra mercanzia, né fighe né tette.
Le due ragazze pensarono di non aver capito bene, poi videro Tony sfilarsi la cintura, si guardarono smarrite e tentarono una timida protesta, ma bastò un – Non mi fate incazzare!- per vincere ogni ritrosia e far cadere ogni residua resistenza.
Si affrettarono a scoprirsi, per Marta fu più difficile perché indossava una gonna e dovette armeggiare parecchio per riuscire a mostrare solo il culo come voleva Tony. A Sonia bastò abbassare i pantaloni quel tanto sufficiente a raggiungere lo scopo.
- Tutte e due in ginocchio sul divano, faccia a muro e culo in fuori – Tony ordinava e le due obbedivano.
Marco non credeva ai suoi occhi, seduto in poltrona si godeva lo spettacolo del bel culo di Marta e delle natiche grassocce di Sonia che si protendevano verso di lui e verso una punizione che prometteva di essere epica.
Senza preavviso alcuno Tony sferrò il primo colpo, a farne le spese fu Marta, una sferzata violentissima la colpì su tutte e due le natiche strappandole un urlo e lasciando in ricordo una striscia rossa. Anche il culo di Sonia subì la stessa sorte, facendo inarcare e gemere la sua proprietaria.
I colpi si alternarono con immutata violenza sull’una e sull’altra, Tony ci sapeva fare, con la cintura disegnò arabeschi sulle natiche non tralasciando alcun lembo di epidermide. Dopo un gran numero di colpi i due culi erano quasi viola e le due ragazze in procinto di scoppiare in lacrime.
- Direi che può bastare. –
A queste parole le ragazze si accasciarono massaggiandosi delicatamente i glutei così dolorosamente provati.
- Chi vi ha dato il permesso di muovervi? Tornate in posizione – A fatica le due eseguirono.
- Ora si passa alla seconda fase. A me le ragazze non piacciono, ma un culo è un culo, vorrà dire che farò finta che tu sia un fanciullino, cara Marta.
E si accostò col cazzo in tiro, con una mano le allargò le natiche doloranti e con grande maestria penetrò con un sol colpo il buchino che era venuto allo scoperto. Una volta dentro spinse a fondo facendola gemere e cominciò a scoparla in maniera brutale senza alcun accorgimento.
Sonia stava a guardare senza osar dire una parola, combattuta tra sentimenti come rabbia e gelosia e il sollievo che almeno quella umiliazione le fosse stata risparmiata. Ma si sbagliava, si sbagliava di grosso.
- Marco, che ne dici di dare anche tu una bottarella a quella troia dell’infermiera? E quando ti ricapita una simile occasione?
A Marco, eccitatissimo per lo spettacolo inaspettato cui stava assistendo, non parve vero.
Si pose alle spalle di Sonia, livida in volto e i cui occhi sprizzavano lampi di odio, e le rovistò tra le natiche, territorio che mai gli era stato concesso di esplorare.
Si umettò il dito medio e lo inserì fino in fondo strappandole un gridolino furente, poi lo estrasse, non era pulitissimo, e glielo pose sotto il naso obbligandola a leccarlo.
- Bravo, così si fa – fu il commento di Tony che si godeva la scena ridacchiando sotto i baffi.
Marco cercò di sostituire il dito col suo cazzo. Fece fatica, non era molto esperto e Sonia chiaramente non collaborava oltre ad avere un buco molto stretto. Vista l’inutilità dei suoi sforzi si staccò appena e, frustrato, cominciò a sculacciare il culo già provato di Sonia facendola urlare di dolore.
- O collabori o continuo all’infinito, allargati le natiche più che puoi – la ragazza vista la situazione scelse il male minore e assecondò i desideri di Marco che finalmente riuscì nel suo intento, penetrandola. La vista del suo cazzo nel culo di Sonia lo eccitò talmente che gli bastarono pochi colpi ben assestati per riversarle nel retto un bel po’ di sborra.
Nel frattempo anche Tony aveva goduto nel culo di Marta e i due si ritrassero dando finalmente tregua alle due sventurate.
- Questo era solo un anticipo, diciamo un risarcimento per i danni odierni. Il grosso me lo pagherete la prossima settimana. Vi manderò un mio conoscente con cui devo iniziare un rapporto di collaborazione, chiamiamolo così. Voglio che soddisfacciate ogni suo desiderio, poi saremo pari. Nel frattempo smetterete di trattare Marco come un sottomesso, anzi farete tutto quello che lui vorrà. Ricordatevi che fino alla settimana prossima lui è un mio protetto e che se avrà qualcosa da lamentarsi per il vostro comportamento avrete a che fare con me.
Continua…
Schifato si allontanò da Marco che, piegato su se stesso, continuava ad avere conati incontrollati.
- Ma che cazzo, è la prima volta che mi capita una cosa simile! Porca troia, mi hai rovinato le scarpe ed anche il vestito con quello schifo. Mille e cinquecento euro buttati nel cesso. Controllati! Smettila! Vai a sciacquarti quella fogna di bocca e vedi di pulire per terra.
Marco poco a poco si riprese, anche se sentiva ancora in gola la presenza di quella sostanza collosa, andò in cucina e bevve un bicchier d’acqua, sciacquandosi la bocca come aveva detto Tony. Poi prese uno straccio e cercò di ripulire.
Tony stava a guardarlo pensieroso. Rendendosi conto che quel coglione era la prima volta che faceva una pompa, la rabbia cominciò a scemare, anzi gli veniva quasi da ridere ripensando alla scena, ma gli tornò al pensiero delle scarpe e del vestito rovinati.
Decise che si sarebbe rivalso su quella troietta che si giocava i soldi che non aveva. Gliela avrebbe fatta pagare, anche se ancora non sapeva bene come.
Nel frattempo Marco aveva finito di pulire e si era in qualche modo ricomposto.
Tony gli disse di sedersi e cominciò a fargli domande su Marta e su di lui. Volle sapere come si erano conosciuti, che rapporto ci fosse tra loro e altre notizie del genere.
Poi gli venne fame e lo mandò ad acquistare pizze e birra. Stava ancora mangiando quando si aprì la porta d’ingresso e comparvero Marta e Sonia.
Le due ragazze furono sorprese nel trovarlo ancora in casa e si guardarono interdette.
- Cara Marta, che piacere rivederti – fu il saluto che Tony le rivolse in tono ironico e, guardando Sonia
- E tu chi sei? Ah già… dimenticavo, tu devi essere l’infermiera, Marco mi ha parlato di te.
- Buonasera Tony, tutto bene? – Marta percepiva la tensione nell’aria e cercava di capire come muoversi.
- Bene? Bene un cazzo, il ragazzo devo dire che ha cercato di fare del suo meglio ma sul più bello mi ha vomitato addosso. Scarpe e pantaloni andati. Quanto mi dovevi? Quattromila e trecento? beh ora sono diventati cinquemilaottocento. Come pensi di pagarmi?
Per Marta fu come ricevere un pugno in faccia, pensò affannosamente a cosa dire, ma quello che la sua mente riuscì a partorire non fece altro che peggiorare la situazione.
- No Tony, mi dispiace ma non pago un centesimo in più, gli altri fatteli dare da lui – e indicò Marco.
Tony sorrise, si era aspettato una risposta del genere, la guardò fisso in faccia e disse
- Questa situazione l’hai creata tu e anche quell’altra troietta ci ha messo del suo, Marco mi ha raccontato com’è andata, ed i soldi li voglio da voi.
Così dicendo si alzò dal divano e fece un passo minaccioso verso le due.
- Tony quei soldi non li abbiamo!!! - fu quasi un urlo isterico quello che usci dalla bocca di una Marta terrorizzata per come si stavano mettendo le cose.
- Benissimo, prendo atto. Potrei torcervi il collo, come a delle galline, ma io sono un gentiluomo, vorrà dire che mi pagherete in natura.
A Marta non parve vero, se la sarebbero cavata con una scopata.
- Ma certo Tony, non c’è problema, vero Sonia? – anche Sonia parve un tantino sollevata.
- Ma si farà a modo mio. Marco mi ha raccontato che vi piace frustarlo, ora è venuto anche per voi il momento di provare. Scoprite il culo, ma solo quello, non voglio vedere altra mercanzia, né fighe né tette.
Le due ragazze pensarono di non aver capito bene, poi videro Tony sfilarsi la cintura, si guardarono smarrite e tentarono una timida protesta, ma bastò un – Non mi fate incazzare!- per vincere ogni ritrosia e far cadere ogni residua resistenza.
Si affrettarono a scoprirsi, per Marta fu più difficile perché indossava una gonna e dovette armeggiare parecchio per riuscire a mostrare solo il culo come voleva Tony. A Sonia bastò abbassare i pantaloni quel tanto sufficiente a raggiungere lo scopo.
- Tutte e due in ginocchio sul divano, faccia a muro e culo in fuori – Tony ordinava e le due obbedivano.
Marco non credeva ai suoi occhi, seduto in poltrona si godeva lo spettacolo del bel culo di Marta e delle natiche grassocce di Sonia che si protendevano verso di lui e verso una punizione che prometteva di essere epica.
Senza preavviso alcuno Tony sferrò il primo colpo, a farne le spese fu Marta, una sferzata violentissima la colpì su tutte e due le natiche strappandole un urlo e lasciando in ricordo una striscia rossa. Anche il culo di Sonia subì la stessa sorte, facendo inarcare e gemere la sua proprietaria.
I colpi si alternarono con immutata violenza sull’una e sull’altra, Tony ci sapeva fare, con la cintura disegnò arabeschi sulle natiche non tralasciando alcun lembo di epidermide. Dopo un gran numero di colpi i due culi erano quasi viola e le due ragazze in procinto di scoppiare in lacrime.
- Direi che può bastare. –
A queste parole le ragazze si accasciarono massaggiandosi delicatamente i glutei così dolorosamente provati.
- Chi vi ha dato il permesso di muovervi? Tornate in posizione – A fatica le due eseguirono.
- Ora si passa alla seconda fase. A me le ragazze non piacciono, ma un culo è un culo, vorrà dire che farò finta che tu sia un fanciullino, cara Marta.
E si accostò col cazzo in tiro, con una mano le allargò le natiche doloranti e con grande maestria penetrò con un sol colpo il buchino che era venuto allo scoperto. Una volta dentro spinse a fondo facendola gemere e cominciò a scoparla in maniera brutale senza alcun accorgimento.
Sonia stava a guardare senza osar dire una parola, combattuta tra sentimenti come rabbia e gelosia e il sollievo che almeno quella umiliazione le fosse stata risparmiata. Ma si sbagliava, si sbagliava di grosso.
- Marco, che ne dici di dare anche tu una bottarella a quella troia dell’infermiera? E quando ti ricapita una simile occasione?
A Marco, eccitatissimo per lo spettacolo inaspettato cui stava assistendo, non parve vero.
Si pose alle spalle di Sonia, livida in volto e i cui occhi sprizzavano lampi di odio, e le rovistò tra le natiche, territorio che mai gli era stato concesso di esplorare.
Si umettò il dito medio e lo inserì fino in fondo strappandole un gridolino furente, poi lo estrasse, non era pulitissimo, e glielo pose sotto il naso obbligandola a leccarlo.
- Bravo, così si fa – fu il commento di Tony che si godeva la scena ridacchiando sotto i baffi.
Marco cercò di sostituire il dito col suo cazzo. Fece fatica, non era molto esperto e Sonia chiaramente non collaborava oltre ad avere un buco molto stretto. Vista l’inutilità dei suoi sforzi si staccò appena e, frustrato, cominciò a sculacciare il culo già provato di Sonia facendola urlare di dolore.
- O collabori o continuo all’infinito, allargati le natiche più che puoi – la ragazza vista la situazione scelse il male minore e assecondò i desideri di Marco che finalmente riuscì nel suo intento, penetrandola. La vista del suo cazzo nel culo di Sonia lo eccitò talmente che gli bastarono pochi colpi ben assestati per riversarle nel retto un bel po’ di sborra.
Nel frattempo anche Tony aveva goduto nel culo di Marta e i due si ritrassero dando finalmente tregua alle due sventurate.
- Questo era solo un anticipo, diciamo un risarcimento per i danni odierni. Il grosso me lo pagherete la prossima settimana. Vi manderò un mio conoscente con cui devo iniziare un rapporto di collaborazione, chiamiamolo così. Voglio che soddisfacciate ogni suo desiderio, poi saremo pari. Nel frattempo smetterete di trattare Marco come un sottomesso, anzi farete tutto quello che lui vorrà. Ricordatevi che fino alla settimana prossima lui è un mio protetto e che se avrà qualcosa da lamentarsi per il vostro comportamento avrete a che fare con me.
Continua…
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
L'infermiera (decima parte)racconto sucessivo
L'infermiera (dodicesima parte)
Commenti dei lettori al racconto erotico