Figlio speciale
di
LILLO
genere
incesti
Giocare con le bambole, stare a contatto con l'universo Femminile, a fatto sì, che il mio orientamento sessuale prendesse ana strada diversa, da quella di maschietto.
Passai un'infanzia felice, e anche se con una forte inclinazione all'omosessualita, arrivai alle superiori, senza grossi problemi.
Poi una sera, fui attratta dai rumori che provenivano dalla camera dei miei, e con circospezione, mi avvicinai, e potei sbirciare all'interno, e quello che vidi, mi sconvolse, e decretò la fine della mia poca sessualità maschile.
Mamma era a pecora, e vedevo papà, dietro di lei, afferrare il suo fantastico cazo durissimo, e affondarlo nel culo di lei, la sentii gemere, e pregarlo di affondare il suo cazzo nel suo culo, cosa che papà fece, e poi afferratala per i fianchi, iniziò la monta di mamma.
Le frasiche seguirono mi aprirono gli occhi, capii che mamma da papà lo riceveva solo nel culo, la figa era uno dei miei zii, sì avevo capito bene, papà era sia cornuto che frocio.
Scoprii che la mia vera paternità non era lui, ma bensì il fratello di mamma, con qui aveva una relazione dalla sua tenera età, e che però, a papà era concesso l'uso del culo di mamma, e sia lei che lui ne erano felici.
I rapporti in famiglia andavano bene, ma cominciai ad osservarli meglio, e così, capii le dinamiche e gli orari, e così modificai i miei, e potei così ammirare, sempre di nascosto gli incontri trà lo zio e mamma, incontri di fuoco, dove lei, in intimo e reggicalze soddisfava lo zio, che la sbatteva facendola urlare di piacereslabbrandole la figa, ma la cosa che mi sconvolse, e mi fece fare la scelta della mia futura mossa, fù, un pomeriggio di Primavera.
Mamma era intenta a fare un pompino allo zio, quando disse a una terza persona di avvicinarsi che era il suo momento, e vedere mio padre raggiungerli nel letto, ben truccato, in reggicalze e tacchi, mi lasciò a bocca aperta.
Baciò mamma, e poi lo zio, fù un bacio lungo e sensuale, le loro lingue frullavano nelle loro bocche, era un bacio da innamorati lo si capiva, intanto con una mano si accarezzavano la schiena, e con l'altra si masturbavano i cazzo, uno quello dell'altro, due bei pali duri e pulsanti.
Mamma era al loro fianco, ecco i miei uomini disse, il mio frocio, accarezzando papà, e il mio stallone accarezzando la zio, poi papà si staccò, e si stese a pancia su, sollevò le gambe, e lo zio si sistemò ta le cosce di papà, afferrò il suo cazzo e lo posizionò al buco di papà e lo infilò come se entrasse nel burro, papà chiuse gli occhi, e lo premurò di sbatterlo fino allo svenimento.
Mamma iniziò a fare un pompino al cazzo di papà e lo zio lo scopava alla grande dandogli un piacere pazzesco, poi al culmine, mamma si staccò, e lo zio innondò l'intestino di papà che a sua volta emise una serie si schizzi di sperma fantastici, mamma indietreggiò, la tua sborra non la voglio nemmeno toccare, poi baciando lo zio, disse, solo lui me la può dare vero amore?.
Rimasero nel letto per un'oretta buona e così, potei capire molte cose.
Nei giorni e settimane seguenti, iniziai, in presenza di papà, a passeggiare per casa, in mutande, e con magliette che coprivano appena le mie pseudo tettine, e osservavo come mi guardava, anche lui era solito spostarsi in casa in mutande e maglietta, e notavo che spesso il cazzo gli si induriva, così, per gioco inizia a stofinarmi a lui, o se era seduto mi sedevo sulle sue gambe.
Era evidente che lo eccitavo, e così un pomeriggio che mamma era via, tentai l'impossibile, presi un paio di slip di mamma di pizzo color carne stupendi li misi e poi indossata la solita maglietta da frocetta, andai in cucina, dove papà era intento a leggere un libro i cucina, entrai e lui mi osservò, io sculettai un attimo, e passai al suo fianco, e poi mi abassai per prendere una scodella, mostrandogli il culetto inguainato dagli slip di mamma, sentii la sua carezza sulle natiche, chiusi gli occhi, e mi appoggiai con i gomiti al piano cottura, lui mi accarezzò più volte e con vore roca, mi disse, se lo sa mamma che le usi l'intimo, potrebbe arrabbiarsi, si alzò, e con la mano scese tra le gambe e sfiorò il mio cazzo durissimo, allargai il più possibile le gambe, risposi, vorrà dire che mi presterai le tue papà, mi baciò sul collo.
Poi mi sollevò la maglietta e mi baciò la schiena e scese, mi fece scivolare a terra gli slip, e mi baciò e lecco il culetto, masturbandomi il cazzo e ad un tratto, venni.
schizzai il mio sperma sull'anta della cucina, e poi papà mi girò e mi ripulì.
Mi prese per mano e andammo in camera sua, e di mamma, mi fece riporre lo slip, e mi portò nella sua cabina armadio, dove vidi i suoi cassetti da signora, slip reggiseni reggicalze calze a profusione, e le scarpe e per finire i suoi vestiti.
Perrendermi felice indossò un completino nero, e mi porse un paio di slip, e poi ci mettemmo sul lettone, e iniziammo a chiacchierare, e così mi raccontò un po' della sua vita, che era gay sin da piccolo, e che amava mamma, ma che non l'ha maiscopata una volta in vita sua e ammise che ero figlio dello zio, nel frattempo, io toccavo il suo cazzo, e poi, mi disse, ora ti insegno a succhiare, e iniziai a leccare la sua cappella, e a infilarlo in bocca, cosa che mi riuscì subito bene.
Nel frattempo mamma rientrò, e andò in cucina dove poco dopo vide il segno del mio sperma, che lentamente gocciolava a terra, lasciando una discreta pozzetta, e come da logica iniziò a cercarmi, e entrata in camera mi vide impegnata a succhiare papà.
Ma brava la mia bambina, era ora che ci provassi, si sedette e mi baciò, allora lasciarti sbirciare a fatto effetto è frocetta?.
Dai succhi il cazzo di Carlo, che una volta pronta succhierai quello di papa, guardai papà, lui mi sorrise si piccola lo sai non sono io il tuo vero papà, però, ti insegnerò ad essere una vera amante.
Da subito mamma si preoccupò di acquistarmi tutto l'occorrente, dalla biancheria intima da ragazza alle scarpe ai vestiti, a insegnarmi truccarmi e mi portò dalla sua parruchhiera, che da buona lesbica fù felice di aiutarmi nella mia trasformazione.
Nei mesi seguenti iniziai a vivere al femminile, io e Carlo, e con mamma a disposizione, inparai a comportarmi da donna, succhiavo escopavo Carlo, inculavo mamma, e a volte mi faceva provare la sua figa, pe vedere se cambiavo idea, ma mai permise a Carlo, di sverginarmi, quello, mi disse lo farà papà.
Il giorno arrivò, andammo alla casa al lago, era inverno, andammo per le feste di Natale,e così, le trè donne di casa, io Carlo e mamma, ben vestite, accudivamo papà, il quale, spesso mi palpeggiava, e mi faceva sedere sulle sue ginocchia.
La sera, mi era permesso, assistere alla monta di mamma, papà, il mio vero papà, le affondava il cazzo in figa e la pompava per un'eternità, io eccitata, mi lasciavo masturbare da Carlo, o mi succhiava, e poi assistevo alla sborrata in bocca a mamma, ppi li raggiungevo, e mi scioglievo tra i baci di papà, poi il 23, mi disse, domani avrai il regalo più bello della tua vita.
La sera del 24, mamma mi fede indossare un completino rosso, con annesso reggicalze e calze rosse, un paio di decolté rosse, e mi truccò in maniera pazzesca, e mi mise un rossetto rosso Chanel.
Poi Carlo, anch'esso in reggicalze reggiseno calze e tacchi mi prese sotto braccio, vieni piccola, ora avrai i tu regalo.
Raggiungemmo la camere da letto dei miei, mamma era l' ad attendermi, nuda e vidi papà, che steso sul letto nudo, aveva un fiocco rosso sul cazzo duro, capii, e mi preciptai sul letto, mamma mi disse questo è il tuo regalo, questa notte diventerai donna.
Baciai papà, e poi staccato il fiocco mi dedicai a soddisfarlo con la bocca, succhiando e leccando come mi era stato insegnato, poi sentii i testicoli di papà fremere, e capii, rallentai e attesi il primo schizzo.
Giunse potente, mi colpì il papato, era calda e dolce, mamma mi sussurrò all'orecchio, inghitti tesoro velocemente, papà, ti soffocherà se non sei veloce, e lo fui per fortuna, mi scaricò in gola molto sperma che inghiotii.
Poi lo ripulii e lui ne fù felice mi disse che ero una brava pompinara, e così, dopo una seti di baci, mamma si occupò di svuotarmi, bevendo a sua volta il mio sperma, ora ero rilassata e pronta.
Mamma e Carlo mi sistemarono, pecorina, Carlo con la bocca preparò papà, lo portò al massimo della durezza, mamma con la lingua preparò il mio buchetto, e poi mi infilò della crema, e Carlo sul cazzo di papà.
Poi papà allontanò tutti, è mia disse, io la renderò donna, soffrirà, ma poi le piacerà, poi rivolta a mamma, guarda donna, come renderò femmina tuo figlio, dopo questo non sarà più maschio, ma femmina per la famiglia, la sverginerò, e le darò il mio seme, poi mi baciò sul collo, urla tesoro perché ti farò male piccola troia, e appoggiò la cappella e spinse.
Mi tolse il fiato, non mi ero mai introdotta nulla nel culetto, appunto perché la mia verginità doveva essere presa da lui, il bruciore era tanto, e arrivò il dolore.
Strinsi i denti vidi mamma che teneva il viso trà le mani, preoccupata, le sorrisi, e poi papà spinse.
Urlai, con tutto il fiato che avevo, sentii uno strappo, mi aveva sverginata, e iniziò a scoparmi, il mio cazzo era di marmo, e iniziai a spruzzare piccoli getti di sperma, il dolore era tanto, ma sapere che era lui a rendermi donna mi dava la forza di sopportare.
Mi scopò per una ventina di minuti e il dolore scemava pur essendo presente, e iniziavo a goderne.
Poi si chinò su di mè, ti riempio piccola disse, e iniziò ad ansimare e godette come un folle dentro di mè.
Poi esausti ci accasciammo sul letto, mamma corse a tenermi la mano, la ringraziai e poi lui si staccò da mè, lasciandomi distrutta, con una caverna al posto del buco, da qui iniziò ad uscire sperma e sangue in quantità.
Era scattata la mezzanotte era Natale e il mio regalo, fù diventare donna, persi la mia verginità grazie a papà.
Passammo il resto delle vacanze, in maniera stupenda, ci misi qualche giorno a riprendermi, ma poi mi gustai papà, e CARLO, ero ormai donna.
Al rientro a casa, iniziai a frequentare uomini, i ragazzi non mi interessavano, furono mesi, pazzeschi, saltavo da un letto all'altro, da un cazzo all'altro, o finivo sui sedili posteriori di auto di sconosciuti, volevo cazzi.
Poi una sera incontrai un uomo sulla sessantina, di colore, mi convinse ad andare da lui, e una volta in camera, e fù nudo, mi accorsi di aver fatto una stupidaggine, Sam, era il suo nome, aveva un cazzo mostruoso, io ero poco più di una ragazzina, mi afferrò, mi buttò sul letto, e preso un vasetto di crema, si unse il cazzo, e mi violentò.
Mi infilò mezzo metro di cazzo sfondandomi per bene, e facendomi godere fino allo svenimento.
Una settimana dopo, sistemavo i miei abiti nel suo armadio, e un anno dopo, lo seguii in kenia dove divenni sua moglie.
Passai un'infanzia felice, e anche se con una forte inclinazione all'omosessualita, arrivai alle superiori, senza grossi problemi.
Poi una sera, fui attratta dai rumori che provenivano dalla camera dei miei, e con circospezione, mi avvicinai, e potei sbirciare all'interno, e quello che vidi, mi sconvolse, e decretò la fine della mia poca sessualità maschile.
Mamma era a pecora, e vedevo papà, dietro di lei, afferrare il suo fantastico cazo durissimo, e affondarlo nel culo di lei, la sentii gemere, e pregarlo di affondare il suo cazzo nel suo culo, cosa che papà fece, e poi afferratala per i fianchi, iniziò la monta di mamma.
Le frasiche seguirono mi aprirono gli occhi, capii che mamma da papà lo riceveva solo nel culo, la figa era uno dei miei zii, sì avevo capito bene, papà era sia cornuto che frocio.
Scoprii che la mia vera paternità non era lui, ma bensì il fratello di mamma, con qui aveva una relazione dalla sua tenera età, e che però, a papà era concesso l'uso del culo di mamma, e sia lei che lui ne erano felici.
I rapporti in famiglia andavano bene, ma cominciai ad osservarli meglio, e così, capii le dinamiche e gli orari, e così modificai i miei, e potei così ammirare, sempre di nascosto gli incontri trà lo zio e mamma, incontri di fuoco, dove lei, in intimo e reggicalze soddisfava lo zio, che la sbatteva facendola urlare di piacereslabbrandole la figa, ma la cosa che mi sconvolse, e mi fece fare la scelta della mia futura mossa, fù, un pomeriggio di Primavera.
Mamma era intenta a fare un pompino allo zio, quando disse a una terza persona di avvicinarsi che era il suo momento, e vedere mio padre raggiungerli nel letto, ben truccato, in reggicalze e tacchi, mi lasciò a bocca aperta.
Baciò mamma, e poi lo zio, fù un bacio lungo e sensuale, le loro lingue frullavano nelle loro bocche, era un bacio da innamorati lo si capiva, intanto con una mano si accarezzavano la schiena, e con l'altra si masturbavano i cazzo, uno quello dell'altro, due bei pali duri e pulsanti.
Mamma era al loro fianco, ecco i miei uomini disse, il mio frocio, accarezzando papà, e il mio stallone accarezzando la zio, poi papà si staccò, e si stese a pancia su, sollevò le gambe, e lo zio si sistemò ta le cosce di papà, afferrò il suo cazzo e lo posizionò al buco di papà e lo infilò come se entrasse nel burro, papà chiuse gli occhi, e lo premurò di sbatterlo fino allo svenimento.
Mamma iniziò a fare un pompino al cazzo di papà e lo zio lo scopava alla grande dandogli un piacere pazzesco, poi al culmine, mamma si staccò, e lo zio innondò l'intestino di papà che a sua volta emise una serie si schizzi di sperma fantastici, mamma indietreggiò, la tua sborra non la voglio nemmeno toccare, poi baciando lo zio, disse, solo lui me la può dare vero amore?.
Rimasero nel letto per un'oretta buona e così, potei capire molte cose.
Nei giorni e settimane seguenti, iniziai, in presenza di papà, a passeggiare per casa, in mutande, e con magliette che coprivano appena le mie pseudo tettine, e osservavo come mi guardava, anche lui era solito spostarsi in casa in mutande e maglietta, e notavo che spesso il cazzo gli si induriva, così, per gioco inizia a stofinarmi a lui, o se era seduto mi sedevo sulle sue gambe.
Era evidente che lo eccitavo, e così un pomeriggio che mamma era via, tentai l'impossibile, presi un paio di slip di mamma di pizzo color carne stupendi li misi e poi indossata la solita maglietta da frocetta, andai in cucina, dove papà era intento a leggere un libro i cucina, entrai e lui mi osservò, io sculettai un attimo, e passai al suo fianco, e poi mi abassai per prendere una scodella, mostrandogli il culetto inguainato dagli slip di mamma, sentii la sua carezza sulle natiche, chiusi gli occhi, e mi appoggiai con i gomiti al piano cottura, lui mi accarezzò più volte e con vore roca, mi disse, se lo sa mamma che le usi l'intimo, potrebbe arrabbiarsi, si alzò, e con la mano scese tra le gambe e sfiorò il mio cazzo durissimo, allargai il più possibile le gambe, risposi, vorrà dire che mi presterai le tue papà, mi baciò sul collo.
Poi mi sollevò la maglietta e mi baciò la schiena e scese, mi fece scivolare a terra gli slip, e mi baciò e lecco il culetto, masturbandomi il cazzo e ad un tratto, venni.
schizzai il mio sperma sull'anta della cucina, e poi papà mi girò e mi ripulì.
Mi prese per mano e andammo in camera sua, e di mamma, mi fece riporre lo slip, e mi portò nella sua cabina armadio, dove vidi i suoi cassetti da signora, slip reggiseni reggicalze calze a profusione, e le scarpe e per finire i suoi vestiti.
Perrendermi felice indossò un completino nero, e mi porse un paio di slip, e poi ci mettemmo sul lettone, e iniziammo a chiacchierare, e così mi raccontò un po' della sua vita, che era gay sin da piccolo, e che amava mamma, ma che non l'ha maiscopata una volta in vita sua e ammise che ero figlio dello zio, nel frattempo, io toccavo il suo cazzo, e poi, mi disse, ora ti insegno a succhiare, e iniziai a leccare la sua cappella, e a infilarlo in bocca, cosa che mi riuscì subito bene.
Nel frattempo mamma rientrò, e andò in cucina dove poco dopo vide il segno del mio sperma, che lentamente gocciolava a terra, lasciando una discreta pozzetta, e come da logica iniziò a cercarmi, e entrata in camera mi vide impegnata a succhiare papà.
Ma brava la mia bambina, era ora che ci provassi, si sedette e mi baciò, allora lasciarti sbirciare a fatto effetto è frocetta?.
Dai succhi il cazzo di Carlo, che una volta pronta succhierai quello di papa, guardai papà, lui mi sorrise si piccola lo sai non sono io il tuo vero papà, però, ti insegnerò ad essere una vera amante.
Da subito mamma si preoccupò di acquistarmi tutto l'occorrente, dalla biancheria intima da ragazza alle scarpe ai vestiti, a insegnarmi truccarmi e mi portò dalla sua parruchhiera, che da buona lesbica fù felice di aiutarmi nella mia trasformazione.
Nei mesi seguenti iniziai a vivere al femminile, io e Carlo, e con mamma a disposizione, inparai a comportarmi da donna, succhiavo escopavo Carlo, inculavo mamma, e a volte mi faceva provare la sua figa, pe vedere se cambiavo idea, ma mai permise a Carlo, di sverginarmi, quello, mi disse lo farà papà.
Il giorno arrivò, andammo alla casa al lago, era inverno, andammo per le feste di Natale,e così, le trè donne di casa, io Carlo e mamma, ben vestite, accudivamo papà, il quale, spesso mi palpeggiava, e mi faceva sedere sulle sue ginocchia.
La sera, mi era permesso, assistere alla monta di mamma, papà, il mio vero papà, le affondava il cazzo in figa e la pompava per un'eternità, io eccitata, mi lasciavo masturbare da Carlo, o mi succhiava, e poi assistevo alla sborrata in bocca a mamma, ppi li raggiungevo, e mi scioglievo tra i baci di papà, poi il 23, mi disse, domani avrai il regalo più bello della tua vita.
La sera del 24, mamma mi fede indossare un completino rosso, con annesso reggicalze e calze rosse, un paio di decolté rosse, e mi truccò in maniera pazzesca, e mi mise un rossetto rosso Chanel.
Poi Carlo, anch'esso in reggicalze reggiseno calze e tacchi mi prese sotto braccio, vieni piccola, ora avrai i tu regalo.
Raggiungemmo la camere da letto dei miei, mamma era l' ad attendermi, nuda e vidi papà, che steso sul letto nudo, aveva un fiocco rosso sul cazzo duro, capii, e mi preciptai sul letto, mamma mi disse questo è il tuo regalo, questa notte diventerai donna.
Baciai papà, e poi staccato il fiocco mi dedicai a soddisfarlo con la bocca, succhiando e leccando come mi era stato insegnato, poi sentii i testicoli di papà fremere, e capii, rallentai e attesi il primo schizzo.
Giunse potente, mi colpì il papato, era calda e dolce, mamma mi sussurrò all'orecchio, inghitti tesoro velocemente, papà, ti soffocherà se non sei veloce, e lo fui per fortuna, mi scaricò in gola molto sperma che inghiotii.
Poi lo ripulii e lui ne fù felice mi disse che ero una brava pompinara, e così, dopo una seti di baci, mamma si occupò di svuotarmi, bevendo a sua volta il mio sperma, ora ero rilassata e pronta.
Mamma e Carlo mi sistemarono, pecorina, Carlo con la bocca preparò papà, lo portò al massimo della durezza, mamma con la lingua preparò il mio buchetto, e poi mi infilò della crema, e Carlo sul cazzo di papà.
Poi papà allontanò tutti, è mia disse, io la renderò donna, soffrirà, ma poi le piacerà, poi rivolta a mamma, guarda donna, come renderò femmina tuo figlio, dopo questo non sarà più maschio, ma femmina per la famiglia, la sverginerò, e le darò il mio seme, poi mi baciò sul collo, urla tesoro perché ti farò male piccola troia, e appoggiò la cappella e spinse.
Mi tolse il fiato, non mi ero mai introdotta nulla nel culetto, appunto perché la mia verginità doveva essere presa da lui, il bruciore era tanto, e arrivò il dolore.
Strinsi i denti vidi mamma che teneva il viso trà le mani, preoccupata, le sorrisi, e poi papà spinse.
Urlai, con tutto il fiato che avevo, sentii uno strappo, mi aveva sverginata, e iniziò a scoparmi, il mio cazzo era di marmo, e iniziai a spruzzare piccoli getti di sperma, il dolore era tanto, ma sapere che era lui a rendermi donna mi dava la forza di sopportare.
Mi scopò per una ventina di minuti e il dolore scemava pur essendo presente, e iniziavo a goderne.
Poi si chinò su di mè, ti riempio piccola disse, e iniziò ad ansimare e godette come un folle dentro di mè.
Poi esausti ci accasciammo sul letto, mamma corse a tenermi la mano, la ringraziai e poi lui si staccò da mè, lasciandomi distrutta, con una caverna al posto del buco, da qui iniziò ad uscire sperma e sangue in quantità.
Era scattata la mezzanotte era Natale e il mio regalo, fù diventare donna, persi la mia verginità grazie a papà.
Passammo il resto delle vacanze, in maniera stupenda, ci misi qualche giorno a riprendermi, ma poi mi gustai papà, e CARLO, ero ormai donna.
Al rientro a casa, iniziai a frequentare uomini, i ragazzi non mi interessavano, furono mesi, pazzeschi, saltavo da un letto all'altro, da un cazzo all'altro, o finivo sui sedili posteriori di auto di sconosciuti, volevo cazzi.
Poi una sera incontrai un uomo sulla sessantina, di colore, mi convinse ad andare da lui, e una volta in camera, e fù nudo, mi accorsi di aver fatto una stupidaggine, Sam, era il suo nome, aveva un cazzo mostruoso, io ero poco più di una ragazzina, mi afferrò, mi buttò sul letto, e preso un vasetto di crema, si unse il cazzo, e mi violentò.
Mi infilò mezzo metro di cazzo sfondandomi per bene, e facendomi godere fino allo svenimento.
Una settimana dopo, sistemavo i miei abiti nel suo armadio, e un anno dopo, lo seguii in kenia dove divenni sua moglie.
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