La mia mamma è una troia
di
Incest 2021
genere
incesti
-Leccami la fica!-
Mi aveva detto mia madre con un tono della voce sconosciuto sino a quel momento.
Tutto era cominciato dopo pranzo quando ero nella mia camera a studiare per prepararmi per la maturità al liceo classico ed ero stata raggiunto dalla sua voce:
-Gigi! Gigi, vieni qui per favore!-
Causa la distanza non avevo capito che mi stava chiamando dalla sua camera da letto e dopo un rapido giro in soggiorno ed in cucina, dove c'era solo mio padre, avevo sentito ancora la sua voce provenire dal piano di sopra.
-Gigi, sono qui in camera da letto.-
Giunto davanti alla porta, l'avevo vista sdraiata sul letto con gli stessi vestiti che aveva a tavola: Una leggera blusa in lana ed una vaporosa gonna a pieghe, scalza!
-Entra Gigi e chiudi la porta.-
Quella era la prima volta da molto che mi chiamava dalla sua camera e se ben ricordo, da piccolo mi aveva anche raccomandato di non entrarvi mai senza il suo permesso.
Un po' stupito dalla situazione, avevo chiuso la porta e mi ero avvicinato al suo letto matrimoniale più grande delle misure standard.
-Vieni sul letto e inginocchiati di fronte a me.-
Sempre più confuso avevo ubbidito e proprio mentre la guardavo negli occhi in cerca di una spiegazione, aveva sollevato la gonna e se l'era lasciata ricadere sul petto:
-Sfilami le mutande!
Dai Gigi, cosa fai quella faccia, toglimi le mutande ti ho detto!-
Effettivamente, mi sembrava di non aver capito tanto surreale era la situazione ma lei ha ripetuto l'ordine con un tono perentorio.
Senza mutande e con le gambe lievemente larghe, avevo subito notato il gonfiore della sua vulva ricoperto da un fulvo ciuffo di peli neri, ricci e ben curati.
Come ipnotizzato da quella visione, ero rimasto a guardarla muto e con un'aria smarrita quando lei:
-Gigi, non fare lo scemo.
Se continui con quella faccia mi fai ridere e rovini tutto.-
Neanche il tempo di finire quelle parole che aveva allargato completamente le cosce mostrandomi qualcosa di inimmaginabile per me sino a quel momento.
Le grandi labbra così aperte, davano maggior risalto al pelo nero che lo sovrastava e lo circondava perdendosi sull'inguine e verso il perineo.
Da quei ricci lucenti faceva capolino un lembo di carne scuro dalla forma vagamente fallica." Quello è il mio cazzetto che presto imparerai ad amare" Mi aveva detto lei.
In mezzo si erano dischiuse anche le piccole labbra mostrando ai miei occhi sempre più stupiti, un lungo, carnoso spacco rosso e lucido come una ferita.
-Adesso abbassati amore di mamma e leccami la fica.-
A quella richiesta il cuore già in subbuglio pareva essersi fermato mentre un incontrollabile tremore si era impadronito del mio corpo.
-Mmmm...mammma...ma c'è papà!-
Avevo biascicato con la bocca completamente asciutta.
-Ma chi il cornuto?
Non preoccuparti per lui perché quando avrà finito di lavare i piatti se ne andrà al bar a giocare a carte coi suoi amici.
E tu, non continuare con quella faccia, piuttosto dimmi, avevi mai visto una fica da così vicino?-
Il mio silenzio era stato più eloquente di una risposta.
-Lo so, lo so amore di mamma che tu sei vergine altrimenti perché troverei sempre le tue mutande macchiate e i miei perizomi bagnati dalla tua sborra quando ti masturbi.
Non dirmi di no perché sei l'unico che in questa casa può farsi le seghe.
Sei l'unico maschio oltre a tuo padre impossibilitato però dal fatto che indossa la gabbietta sin da quando ci siamo fidanzati e la chiavetta ce l'ho solo io ed è quella che vedi attaccata alla mia cavigliera.
Lui si può masturbare solo quando io glielo permetto.-
Sempre più frastornato avevo davvero l'impressione di vivere in un sogno.
-Leccami...leccami la fica e fammi godere che poi ci sarà un premio anche per te!-
Il solo fatto di avvicinare il viso a quella meraviglia coi suoi forti profumi mi aveva inebriato provocandomi una istantanea erezione.
Seguendo poi le sue indicazioni aveva cominciato a leccarla infilando la lingua nel fuoco di quella carne rossa ed a mordicchiarle la clitoride oramai dura e formata davvero come un piccolo cazzo.
Via via che prendevo confidenza con quella situazione, sentivo aumentare il respiro della mia mamma sino a che, mettendomi entrambe le mani sulla testa e stringendola con forza, non aveva cominciato a farmi scorrere in alto ed in basso le labbra sulla fica e scuotendo al contempo il bacino, non aveva lanciato un urlo di godimento riempiendomi la bocca dei caldi umori del suo orgasmo.
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