Stefy e Chiara
di
VicentinoGrey
genere
saffico
L’isolamento produce effetti inaspettati. Per alcuni è stata una tragedia, invece per Stefania e Chiara è stato l’inizio di una relazione inattesa e maturata dopo una serie di messaggi su whatsapp.
Le due compagne di classe avevano a lungo bramato di vedersi per chiacchierare vis a vis e il giorno in cui il governatore della loro regione avevano concesso le visite a domicilio, colsero l’occasione per ritrovarsi. Stefania fu invitata a giudicare la vestibilità di un abitino estivo che l’amica aveva acquistato in saldo l’anno precedente e che non aveva mai avuto occasione di indossare.
Chiara si spogliò con naturalezza davanti alla compagna e indossò l’abito, sorretto da un paio di minuscole spalline e aderente al suo corpo snello.
«Ti sta proprio bene addosso» commentò Stefania «le cuciture sembrano fatte su misura per le tue tette: non hai nemmeno bisogno del reggiseno».
Così dicendo, allungò le mani per appoggiarle sui seni di Chiara, lasciandola raggelata ma allo stesso tempo piacevolmente sorpresa dell’iniziativa dell’amica.
«Con un corpo così, i vestiti ti stanno tutti divinamente» disse, riportando le mani lungo i fianchi mentre un lieve rossore si diffuse sul volto.
Il rumore di passi nel corridoio convinsero le due ragazze a ricomporsi e a salutarsi.
Quando giunse a casa, Stefy ebbe un tuffo al cuore leggendo il messaggio di Chiara.
«Peccato che non fossimo a casa da sole. Chissà cosa sarebbe successo» era un esplicito rammarico per la mancata prosecuzione di quell’atto inatteso.
La settimana successiva, fu Stefania a trovarsi nella condizione di avere la casa libera e concordò l’appuntamento con Chiara. Entrambe si prepararono coscienziosamente all’incontro. Doccia, depilazione, profumo, abiti comodi e biancheria alla moda.
I loro cuori battevano forte quando Chiara premette il pulsante del campanello e Stefania, dietro la porta, fece altrettanto col il bottone dell’apri-cancello.
«Ciao!» disse Stefania, incapace di aggiungere altro.
«Ciao!» fece Chiara, con il medesimo imbarazzo, ed entrò, accondiscendendo al gesto dell’amica di accomodarsi in cucina e accettare l’offerta di un bicchiere di acqua fresca.
Mentre bevevano, i loro occhi si incontrarono e non si staccarono per svariati secondi, senza che alcun suono interrompesse quel legame fittizio, ma pregno di significato. In quel momento di sospensione, apparve naturale a entrambe percepire che un ponte era nato tra loro.
Stefania allungò le braccia, appoggiò le mani sulle spalle di Chiara e la baciò su entrambe le guance, sfiorando la sua bocca. Quando si ritrasse e vide le sue labbra semiaperte accostò la bocca sulla sua.
Fu una sensazione nuova e piacevolissima per le due ragazze, impreparate ad affrontare il loro primo bacio saffico. Ancora una volta fu Stefania a prendere l’iniziativa: mentre le loro bocche rimanevano unite, si sfilò la maglietta e la tenne avvolta attorno al collo e poi ripeté il gesto con Chiara. Si trovarono così con i seni nudi e le maglie che ciondolavano dal collo. Chiara si sbloccò e circondò la schiena dell’amica con le braccia e la attirò a sé. I loro capezzoli rugosi premettero tra loro e i respiri accelerarono, fino a sfociare in mugolii di totale soddisfazione.
Bastarono pochi secondi di strusciamenti perché le mani bramose si occupassero di sbottonare i pantaloncini e farli scivolare a terra. Con i soli slip addosso, le due ragazze si sdraiarono sul letto e Stefania si adagiò su Chiara per baciarla con passione.
L’ospite non si fece scrupoli a far scivolare gli slip della padrona di casa fin sotto i glutei per poterle stringere con forza le natiche e, come reazione al gesto, Stefania si scostò quel tanto che bastò per infilare un dito sotto i suoi slip e scoprire che Chiara era fradicia. La bocca di Stefania aspirò il gemito di pura libidine sgorgato dal ventre della compagna.
Gli slip volarono giù dal letto e i loro abbracci ora erano a tutto corpo. Avendo la stessa altezza, capezzoli e clitoride si strofinavano tra loro e i lamenti di piacere sovrastarono ogni altro suono.
Stefania bramava di conoscere un sapore diverso dal proprio e con un movimento repentino abbandonò la bocca di Chiara per accostarsi al suo sesso luccicante e gonfio. Rimase in contemplazione di quel frutto roseo e seducente. Appoggiò la punta della lingua sul clitoride tumido e Chiara modulò una “o” incoraggiante. La lingua si spinse in basso e le penetrò la vagina, scatenando una serie di contrazioni del bacino che indusse Stefania a continuare con piccole stoccate di punta.
Chiara si dimostrò più spudorata e più proattiva del previsto. Le sue mani premettero sulla testa dell’amica spingendola a leccarla a fondo e su tutto il pube. L’eccitazione era al pari dei cumulonembi che oscuravano il sole durante i temporali: nessun altro pensiero riusciva a bucare la coltre di lussuria che guidava i gesti delle due amanti.
Stefania si tolse dalle gambe di Chiara e si posizionò con la propria fica sulla faccia dell’amica, suggerendo silenziosamente di fare un sessantanove. La compagna accettò senza riserve di restituire quanto il suo sesso stava ricevendo con garbo e passione.
Il miele usciva copioso dai due giovani sessi e mentre Chiara si trovava il viso sempre più impiastricciato dagli umori di Stefania, il letto di quest’ultima ricevette copiosi rivoli di gel sessuale misto a saliva. Ciascuna pensò bene di penetrare l’amica con il dito medio. La combinazione di stimoli al clitoride e alla vagina, penetrata con una equilibrata miscela di dolcezza e animalità produsse ben presto dei risultati strepitosi.
«Sto per venire» ansimò mugolando Chiara.
«Anch’io» la imitò l’amica.
Stefania infilò ben due dita nella vagina dell’amante e altrettanto fece Chiara. Gli scossoni orgasmici furono intensi quanto i lamenti che echeggiarono nella camera. Fiumi di umori, scariche di piacere, muscoli impazziti accompagnarono quel primo indimenticabile rapporto saffico.
Quando il parossismo cessò, le due amiche, novelle amanti, si guardarono. I loro corpi luccicavano per le minuscole perle di sudore che rivestivano la loro pelle: una visione inconsueta, romantica e seducente e che suggellò il loro nuovo rapporto.
“L’amore non conosce limiti” disse tra sé Stefania.
“Non avrei mai pensato di poter sentirmi così empatica con una donna” pensò Chiara, baciando la compagna con una passione che non aveva riservato a nessun ragazzo.
Si presero per mano ed entrarono insieme nella cabina doccia.
Le due compagne di classe avevano a lungo bramato di vedersi per chiacchierare vis a vis e il giorno in cui il governatore della loro regione avevano concesso le visite a domicilio, colsero l’occasione per ritrovarsi. Stefania fu invitata a giudicare la vestibilità di un abitino estivo che l’amica aveva acquistato in saldo l’anno precedente e che non aveva mai avuto occasione di indossare.
Chiara si spogliò con naturalezza davanti alla compagna e indossò l’abito, sorretto da un paio di minuscole spalline e aderente al suo corpo snello.
«Ti sta proprio bene addosso» commentò Stefania «le cuciture sembrano fatte su misura per le tue tette: non hai nemmeno bisogno del reggiseno».
Così dicendo, allungò le mani per appoggiarle sui seni di Chiara, lasciandola raggelata ma allo stesso tempo piacevolmente sorpresa dell’iniziativa dell’amica.
«Con un corpo così, i vestiti ti stanno tutti divinamente» disse, riportando le mani lungo i fianchi mentre un lieve rossore si diffuse sul volto.
Il rumore di passi nel corridoio convinsero le due ragazze a ricomporsi e a salutarsi.
Quando giunse a casa, Stefy ebbe un tuffo al cuore leggendo il messaggio di Chiara.
«Peccato che non fossimo a casa da sole. Chissà cosa sarebbe successo» era un esplicito rammarico per la mancata prosecuzione di quell’atto inatteso.
La settimana successiva, fu Stefania a trovarsi nella condizione di avere la casa libera e concordò l’appuntamento con Chiara. Entrambe si prepararono coscienziosamente all’incontro. Doccia, depilazione, profumo, abiti comodi e biancheria alla moda.
I loro cuori battevano forte quando Chiara premette il pulsante del campanello e Stefania, dietro la porta, fece altrettanto col il bottone dell’apri-cancello.
«Ciao!» disse Stefania, incapace di aggiungere altro.
«Ciao!» fece Chiara, con il medesimo imbarazzo, ed entrò, accondiscendendo al gesto dell’amica di accomodarsi in cucina e accettare l’offerta di un bicchiere di acqua fresca.
Mentre bevevano, i loro occhi si incontrarono e non si staccarono per svariati secondi, senza che alcun suono interrompesse quel legame fittizio, ma pregno di significato. In quel momento di sospensione, apparve naturale a entrambe percepire che un ponte era nato tra loro.
Stefania allungò le braccia, appoggiò le mani sulle spalle di Chiara e la baciò su entrambe le guance, sfiorando la sua bocca. Quando si ritrasse e vide le sue labbra semiaperte accostò la bocca sulla sua.
Fu una sensazione nuova e piacevolissima per le due ragazze, impreparate ad affrontare il loro primo bacio saffico. Ancora una volta fu Stefania a prendere l’iniziativa: mentre le loro bocche rimanevano unite, si sfilò la maglietta e la tenne avvolta attorno al collo e poi ripeté il gesto con Chiara. Si trovarono così con i seni nudi e le maglie che ciondolavano dal collo. Chiara si sbloccò e circondò la schiena dell’amica con le braccia e la attirò a sé. I loro capezzoli rugosi premettero tra loro e i respiri accelerarono, fino a sfociare in mugolii di totale soddisfazione.
Bastarono pochi secondi di strusciamenti perché le mani bramose si occupassero di sbottonare i pantaloncini e farli scivolare a terra. Con i soli slip addosso, le due ragazze si sdraiarono sul letto e Stefania si adagiò su Chiara per baciarla con passione.
L’ospite non si fece scrupoli a far scivolare gli slip della padrona di casa fin sotto i glutei per poterle stringere con forza le natiche e, come reazione al gesto, Stefania si scostò quel tanto che bastò per infilare un dito sotto i suoi slip e scoprire che Chiara era fradicia. La bocca di Stefania aspirò il gemito di pura libidine sgorgato dal ventre della compagna.
Gli slip volarono giù dal letto e i loro abbracci ora erano a tutto corpo. Avendo la stessa altezza, capezzoli e clitoride si strofinavano tra loro e i lamenti di piacere sovrastarono ogni altro suono.
Stefania bramava di conoscere un sapore diverso dal proprio e con un movimento repentino abbandonò la bocca di Chiara per accostarsi al suo sesso luccicante e gonfio. Rimase in contemplazione di quel frutto roseo e seducente. Appoggiò la punta della lingua sul clitoride tumido e Chiara modulò una “o” incoraggiante. La lingua si spinse in basso e le penetrò la vagina, scatenando una serie di contrazioni del bacino che indusse Stefania a continuare con piccole stoccate di punta.
Chiara si dimostrò più spudorata e più proattiva del previsto. Le sue mani premettero sulla testa dell’amica spingendola a leccarla a fondo e su tutto il pube. L’eccitazione era al pari dei cumulonembi che oscuravano il sole durante i temporali: nessun altro pensiero riusciva a bucare la coltre di lussuria che guidava i gesti delle due amanti.
Stefania si tolse dalle gambe di Chiara e si posizionò con la propria fica sulla faccia dell’amica, suggerendo silenziosamente di fare un sessantanove. La compagna accettò senza riserve di restituire quanto il suo sesso stava ricevendo con garbo e passione.
Il miele usciva copioso dai due giovani sessi e mentre Chiara si trovava il viso sempre più impiastricciato dagli umori di Stefania, il letto di quest’ultima ricevette copiosi rivoli di gel sessuale misto a saliva. Ciascuna pensò bene di penetrare l’amica con il dito medio. La combinazione di stimoli al clitoride e alla vagina, penetrata con una equilibrata miscela di dolcezza e animalità produsse ben presto dei risultati strepitosi.
«Sto per venire» ansimò mugolando Chiara.
«Anch’io» la imitò l’amica.
Stefania infilò ben due dita nella vagina dell’amante e altrettanto fece Chiara. Gli scossoni orgasmici furono intensi quanto i lamenti che echeggiarono nella camera. Fiumi di umori, scariche di piacere, muscoli impazziti accompagnarono quel primo indimenticabile rapporto saffico.
Quando il parossismo cessò, le due amiche, novelle amanti, si guardarono. I loro corpi luccicavano per le minuscole perle di sudore che rivestivano la loro pelle: una visione inconsueta, romantica e seducente e che suggellò il loro nuovo rapporto.
“L’amore non conosce limiti” disse tra sé Stefania.
“Non avrei mai pensato di poter sentirmi così empatica con una donna” pensò Chiara, baciando la compagna con una passione che non aveva riservato a nessun ragazzo.
Si presero per mano ed entrarono insieme nella cabina doccia.
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