Il percorso di Marina, mamma e troia -22-
di
LanA
genere
bisex
Dio quanto mi piaceva e quanto le piaceva.
Come al solito in pochi secondi le sue labbra si erano gonfiate, ed il clitoride era già ben in erezione.
La sua caverna si stava dischiudendo, ma oggi non sarebbe stato il suo turno.
Lei voleva farsi fare il culo, ed io ero felice di poterla accontentare.
Presi dal cassetto un plug anale, corto, formato da 3 palline, da piccola a più grande.
Lo appoggiai sulla sua figa per farlo bagnare, e poi lo feci scivolare verso il suo buco del culo.
Le sue gambe erano appoggiate sulle mie spalle, avevo davanti ogni suo pertugio.
Solo averlo appoggiato sul buchino già le provocava piacere, si percepiva.
Era il momento di infilarlo.
Non fu difficile.
La prima pallina entrò senza esitazioni, anzi...lo usai come un vibratore.
Entrava e usciva senza problemi.
Lo volevo allenare...ora il secondo step.
La pallina un po' più grossa, ma anche quella entrò senza problemi.
Marina si stava dimenando, cazzo come le piaceva.
Ma il bello doveva ancora venire.
Lei sicuramente si sarebbe aspettata di essere penetrata dalla pallina più grossa.
Io invece il culo glielo volevo rompere con il mio cazzo.
Volevo avesse un ricordo eterno di quel giorno.
La lasciai per qualche attimo con il plug inserito nel suo culetto, e presi dal cassetto il vibratore gonfiabile.
Marina con la coda dell'occhio guardava i miei movimenti.
Alla vista dell'oggetto iniziò a fremere come una libellula.
La sua patata era aperta.
Era incredibile come riuscisse a spalancare le fauci in quella maniera.
Aveva una dilatazione spettacolare.
In un attimo appena appoggiato il dildo e spinto dentro iniziarono i suoi rantoli.
Era arrivato finalmente il momento di incularla come lei voleva.
Sfilai il dildo da dietro, il suo buco del culo si contraeva, mentre lei si fotteva velocemente con il vibratore nella figa grondante.
Una cosa avevo capito, dovevo sbrigarmi.
La troia non avrebbe resistito molto.
Spinsi il mio cazzo, duro come un palo.
Marina emise un urletto, un misto fra dolore e piacere.
Spingevo sempre più giù, lei si fotteva sempre più velocemente.
Il mio cazzo era tutto dentro il suo culetto.
Entrava e usciva alla velocità della luce, lei stava per arrivare all'apice.
Si fermò e tolse il dildo dalla patata.
CONTINUA ...
Come al solito in pochi secondi le sue labbra si erano gonfiate, ed il clitoride era già ben in erezione.
La sua caverna si stava dischiudendo, ma oggi non sarebbe stato il suo turno.
Lei voleva farsi fare il culo, ed io ero felice di poterla accontentare.
Presi dal cassetto un plug anale, corto, formato da 3 palline, da piccola a più grande.
Lo appoggiai sulla sua figa per farlo bagnare, e poi lo feci scivolare verso il suo buco del culo.
Le sue gambe erano appoggiate sulle mie spalle, avevo davanti ogni suo pertugio.
Solo averlo appoggiato sul buchino già le provocava piacere, si percepiva.
Era il momento di infilarlo.
Non fu difficile.
La prima pallina entrò senza esitazioni, anzi...lo usai come un vibratore.
Entrava e usciva senza problemi.
Lo volevo allenare...ora il secondo step.
La pallina un po' più grossa, ma anche quella entrò senza problemi.
Marina si stava dimenando, cazzo come le piaceva.
Ma il bello doveva ancora venire.
Lei sicuramente si sarebbe aspettata di essere penetrata dalla pallina più grossa.
Io invece il culo glielo volevo rompere con il mio cazzo.
Volevo avesse un ricordo eterno di quel giorno.
La lasciai per qualche attimo con il plug inserito nel suo culetto, e presi dal cassetto il vibratore gonfiabile.
Marina con la coda dell'occhio guardava i miei movimenti.
Alla vista dell'oggetto iniziò a fremere come una libellula.
La sua patata era aperta.
Era incredibile come riuscisse a spalancare le fauci in quella maniera.
Aveva una dilatazione spettacolare.
In un attimo appena appoggiato il dildo e spinto dentro iniziarono i suoi rantoli.
Era arrivato finalmente il momento di incularla come lei voleva.
Sfilai il dildo da dietro, il suo buco del culo si contraeva, mentre lei si fotteva velocemente con il vibratore nella figa grondante.
Una cosa avevo capito, dovevo sbrigarmi.
La troia non avrebbe resistito molto.
Spinsi il mio cazzo, duro come un palo.
Marina emise un urletto, un misto fra dolore e piacere.
Spingevo sempre più giù, lei si fotteva sempre più velocemente.
Il mio cazzo era tutto dentro il suo culetto.
Entrava e usciva alla velocità della luce, lei stava per arrivare all'apice.
Si fermò e tolse il dildo dalla patata.
CONTINUA ...
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