Ascoltate Sodoma
di
Nick Carraway
genere
poesie
Nulla di quanto può dare piacere ai sensi è considerato sbagliato dalla mia gente.
È questo che ci rende ciò che siamo, noi non abbiamo paura del giudizio degli altri, e io sono la prima ad infischiarmi di quanto si dice di noi, noi siamo questi e non cambieremmo mai, per nessuno.
Ascoltate capi delle città, ascoltate genti straniere, ascoltate la città libera, la città della gioia, qui dove le vostre leggi non s’odono che per sentito dire e dove non hanno altro effetto che la risata di coloro che le ascoltano.
Ascoltate le nostre risate, ascoltate la città libera, ascoltate e digrignate i vostri denti, siate colti dallo scandalo, gettatevi ai piedi dei vostri falsi idoli e pregateli, pregateli di preservarvi insoddisfatti come siete, mentre la città libera prospera.
Nulla di quanto dà piacere ai sensi può essere proibito qui.
Posso svegliarmi in un letto di uomini e donne, posso camminare dalle mie stanze fino all’ingresso del palazzo pestando corpi.
Voi vi siete rinchiusi in grigi precetti e dottrine senza senso, cercate invano di trovarne uno ma fallite, e sfogate la vostra frustrazione su di noi, che abbiamo compreso il segreto della vita.
Quando voglio sesso feroce, quando voglio essere colpita con violenza, essere dominata, posso avere centinaia di uomini a disposizione, quando voglio sesso dolce, quando voglio essere accarezzata, quando voglio baci soavi, posso avere centinaia di donne, sono tutti qui per me…
Posso essere appagata in tanti modi diversi, chiamatemi: disgustosa, ma almeno io non mento a me stessa come fate voi, convinti della correttezza dei vostri precetti.
Ascoltate dunque, ascoltate tutti, il grido della città libera, la città del piacere, perché io so, io sento che qualcosa in voi preme, qualcosa vi proietta qui, qualcosa in voi spinge così tanto e spinge verso di noi, verso la nostra città.
Vi sentite incompleti e cercate qui ciò che può soddisfarvi, ciò che può dissipare i vostri dubbi, perché questa è la città libera.
Il nostro dio è l’amore, la nostra preghiera è il gemito, le nostre assemblee sono i baccanali.
Ascoltate principi, ascoltate nazioni, ascoltate la città della pianura.
Disperatevi nel cercare di comprendere il popolo della regina, frantumatevi la testa nel cercare di capire perché la gente non è felice nelle vostre città, e perché invece; quando la regina è seduta, affacciata alla veranda, con una florida fanciulla e un baldo giovane a terra a venerare i suoi piedi, mentre il dolce sapore del vino ancora bagna le sue labbra, e il nettare dell’amore ancora bagna il suo sesso, tutta Sodoma grida festante, suonando cetre e trombe.
Ascoltate nazioni, la città libera, ascoltate Sodoma.
È questo che ci rende ciò che siamo, noi non abbiamo paura del giudizio degli altri, e io sono la prima ad infischiarmi di quanto si dice di noi, noi siamo questi e non cambieremmo mai, per nessuno.
Ascoltate capi delle città, ascoltate genti straniere, ascoltate la città libera, la città della gioia, qui dove le vostre leggi non s’odono che per sentito dire e dove non hanno altro effetto che la risata di coloro che le ascoltano.
Ascoltate le nostre risate, ascoltate la città libera, ascoltate e digrignate i vostri denti, siate colti dallo scandalo, gettatevi ai piedi dei vostri falsi idoli e pregateli, pregateli di preservarvi insoddisfatti come siete, mentre la città libera prospera.
Nulla di quanto dà piacere ai sensi può essere proibito qui.
Posso svegliarmi in un letto di uomini e donne, posso camminare dalle mie stanze fino all’ingresso del palazzo pestando corpi.
Voi vi siete rinchiusi in grigi precetti e dottrine senza senso, cercate invano di trovarne uno ma fallite, e sfogate la vostra frustrazione su di noi, che abbiamo compreso il segreto della vita.
Quando voglio sesso feroce, quando voglio essere colpita con violenza, essere dominata, posso avere centinaia di uomini a disposizione, quando voglio sesso dolce, quando voglio essere accarezzata, quando voglio baci soavi, posso avere centinaia di donne, sono tutti qui per me…
Posso essere appagata in tanti modi diversi, chiamatemi: disgustosa, ma almeno io non mento a me stessa come fate voi, convinti della correttezza dei vostri precetti.
Ascoltate dunque, ascoltate tutti, il grido della città libera, la città del piacere, perché io so, io sento che qualcosa in voi preme, qualcosa vi proietta qui, qualcosa in voi spinge così tanto e spinge verso di noi, verso la nostra città.
Vi sentite incompleti e cercate qui ciò che può soddisfarvi, ciò che può dissipare i vostri dubbi, perché questa è la città libera.
Il nostro dio è l’amore, la nostra preghiera è il gemito, le nostre assemblee sono i baccanali.
Ascoltate principi, ascoltate nazioni, ascoltate la città della pianura.
Disperatevi nel cercare di comprendere il popolo della regina, frantumatevi la testa nel cercare di capire perché la gente non è felice nelle vostre città, e perché invece; quando la regina è seduta, affacciata alla veranda, con una florida fanciulla e un baldo giovane a terra a venerare i suoi piedi, mentre il dolce sapore del vino ancora bagna le sue labbra, e il nettare dell’amore ancora bagna il suo sesso, tutta Sodoma grida festante, suonando cetre e trombe.
Ascoltate nazioni, la città libera, ascoltate Sodoma.
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