Un mondo come piace a me -7-

di
genere
esibizionismo


“Ma non devo per forza sottrarmi al mio dovere “incalzò la signora Marchi “se vuole possiamo riprendere da dove eravamo rimasti, che ne dice?” le disse guardandola negli occhi mentre le massaggiava il clitoride con il pollice e le altre dita accarezzavano dolcemente le grandi labbra.

Elena si riabbassò la gonna, “no guardi, l’immagine di lei che vomitava mi ha completamente smontata” afferrò la borsetta e si riavviò verso il suo posto di lavoro a passo felpato.

Quando era scesa dall’autobus aveva avuto un lieve senso di frustrazione, ma adesso invece era proprio incazzata nera.

Elena giunse finalmente sul posto di lavoro.

Laura, la proprietaria dell’attività commerciale le diede un’occhiata dalla parte opposta del negozio e, vista la faccia arrossata e contratta di Elena intuì che non era il caso di sottolineare i suoi 10 minuti di ritardo

“Bentornata Elena!” la salutò “com’è andata la convalescenza?”

Laura era una signora elegante di 38 anni, capelli neri e seno prosperoso.

Conviveva con la sua compagna da 5 anni.

Era prevalentemente lesbica anche se a volte, non disdegnava toccare e farsi manipolare da mani maschili esperte.

Quel negozio di abbigliamento in centro era tutto ciò che possedeva, l’aveva ereditato da sua madre e ne andava fiera.

Elena salutò Laura, cercò di giustificarsi per il ritardo e le raccontò in breve tutto quello che era successo quella mattina, poi si cambiò il tesserino da tempo libero, e indossò quello da lavoro.

Il cartellino di riconoscimento che indossava sul posto di lavoro, a parte il marchio del negozio, portava anche il simbolo di sveltina veloce e servizio di bocca.

Questi due simboli erano il minimo di Bon Ton richiesto per qualsiasi lavoratore che dovesse interagire direttamente con della clientela.

Se qualcuno non gradisse queste due pratiche sessuali e volesse comunque lavorare in un negozio, potrebbe fare solo il magazziniere.

A Elena non dispiaceva fare un pompino veloce o farsi sbattere in piedi per 5 minuti sul posto di lavoro, ma non la eccitava e non ne traeva nessun appagamento, lo faceva solo per educazione e gentilezza nei confronti della clientela.

Il resto della giornata passò tranquillamente, gli affari andarono bene anche se dovette fare un paio di lavoretti di bocca la mattina a due clienti stranieri ed una sveltina il pomeriggio a beneficio di un cliente ciccione, che la inforcò in culo per 3 minuti alla pecorina, mentre in ginocchio stava cercando una scatola di calzini sotto il banco

“Scusi signore”, l’apostrofò Elena gentilmente

“almeno metta prima un po’ di lubrificante” disse un po’ arrabbiata.

E finalmente giunsero le 7 di sera.

CONTINUA ...
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2022-03-19
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