La lezione di piano
di
Acquadimare
genere
prime esperienze
Mi chiamo Giulia e ho ventitré anni. Suono il pianoforte da quando ero bambina e frequento un'importante scuola di musica. Il mio insegnante pochi giorni fa ha avuto un'incidente e ieri per la prima volta è venuto a sostituirlo un maestro molto giovane ma già promettente per una carriera solistica. Quando sono entrata in aula lui mi dava le spalle e stava suonando un Notturno di Chopin. In silenzio mi sono seduta ad ascoltarlo . Quando ha smesso mi è venuto spontaneo applaudire e lui si è girato sorpreso della mia presenza. I suoi occhi verdi, il candore del suo sorriso, il ciuffo biondo ma soprattutto le sue mani enormi, grandi, solide,mi hanno da subito stregato. Imbarazzata sono rimasta seduta mentre lui si è avvicinato e mi ha dato la mano presentandosi. In quel momento mi sono vergognata di come ero vestita, dei miei soliti jeans scoloriti e la camicetta larga . I capelli li avevo raccolti in una lunga , anonima coda di cavallo. Subito dopo mi chiede di sedermi al piano e di suonare una scala. Per l'agitazione non controllo bene le dita e inizio a sbagliare, una, due, tre volte. Mi fermo, mi viene da piangere ma lui dolcemente mi chiede di ricominciare, e si siede accanto a me.Mi dice che la posizione delle dita non è tra le migliori e mi mette le sue mani sopra le mie. Il contatto improvviso mi butta nel panico, mi blocca lo stomaco e non riesco a concentrarmi. Sento le sue forti mani che stringono le mie e immagino come sarebbero sul mio corpo nudo.Oddio, sono diventata scema a pensare questo. Mentre lui mi conduce mano nella mano , continua a dirmi che devo essere rilassata. Purtroppo non lo sono e il mio sguardo si posa sulla sua zona inguinale dove ha un enorme gonfiore. Non riesco a pensare ad altro , mi sento le guance in fiamme, vorrei scappare. Lui insiste a dirmi che sono troppo rigida e staccandosi da me si posiziona dietro di me in piedi. Mi mette le mani sulle spalle e delicatamente mi massaggia le scapole , ordinandomi di fare dei respiri profondi e di rilassare tutte la schiena. Io inizio a fremere ad ogni movimento della sua mano, vorrei smettere di suonare ma mi costringe a ripetere la scala. Stacca le mani dalle spalle e le appoggia sui miei fianchi e inizia a muoverle verso l'alto. Sono ancora rigida, mi ripete di respirare profondamente e di inspirare lentamente. Mentre eseguo questo esercizio le sue mani, sempre con leggere pressioni salgono e prendono in mano il seno. Non urlo per timore che entri qualcuno ma sto provando un miscuglio di sensazioni mai provate prima. Sono bagnatissima e ho paura di aver bagnato anche i jeans. Quando le sue dita, delicatamente sfiorano i miei capezzoli , ho un tremore che non avevo mai provato prima. Chiudo gli occhi e inclino la testa all'indietro . La sua bocca è vicina, il suo odore misto all'acqua di Colonia mi inebria. Ormai sono partita, ho la bocca semi aperta, gli occhi chiusi ,e la passera fradicia.Il bussare alla porta ci ha riportato alla normalità e il maestro si è allontanato da me giusto un attimo prima che la porta si aprisse ed entrasse il mio compagno di classe Francesco.Sconvolta e rossa in viso esco dall'aula senza salutare.
Se quanto hai letto ti è piaciuto, puoi continuare a leggere i miei racconti acquistando su Amazon l'ebook o il libro cartaceo "Il violino del diavolo" edito dalla casa editrice Sogni Piccanti e lo potrai anche trovare cliccando direttamente su: https://www.sognipiccanti.it/libreria.html .
Se quanto hai letto ti è piaciuto, puoi continuare a leggere i miei racconti acquistando su Amazon l'ebook o il libro cartaceo "Il violino del diavolo" edito dalla casa editrice Sogni Piccanti e lo potrai anche trovare cliccando direttamente su: https://www.sognipiccanti.it/libreria.html .
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Sega sul bus
Commenti dei lettori al racconto erotico