Chissà che Capodanno romantico! Dissero le amichette
di
Una vacca da monta e il Re dei cornuti
genere
tradimenti
Il giorno di Natale e Santo Stefano lo passammo insieme ai parenti e non accadde niente di particolare. Constatammo che nei giorni festivi i veri tori da monta erano impegnati con le rispettive famiglie e di disponibile o ci sono i ragazzini o gli sfigati.
Io decisi di rimanere dalla vacca fino all’anno nuovo. Nei giorni successivi la troia riprese a lavorare in negozio, con il marito cornutone, ma oramai rassegnato a lasciarla andare.
Ricordo che la puttana ebbe un invito pomeridiano da un nuovo toro durante la chiusura del negozio. Ricordo, inoltre, che io girovagavo per il paese in attesa che la cagna finisse di prendere cazzo e fu una delle più lunghe (e appaganti) monte che ebbe modo di fare in motel, tanto che rientrò giusto il tempo quando il maritino stava aprendo il negozio.
Una di quelle sere avevamo un appuntamento con una coppia: Daiana e Mario. Era (ed è ancora) Daiana a gestire il profilo sul sito mentre lui è un cornuto passivo, che più passivo non si può immaginare. Passivo e umiliato!
Fummo noi a dare appuntamento conoscitivo nel nostro bar e appena vedemmo Daiana capimmo che non fu una grande idea!
Daiana è una sudamericana mulatta e già quello non depone per l’anonimato, se poi si presenta truccatissima, con una minigonna mozzafiato e un fare da battona da strada da paura, potete immaginare l’effetto che fece! Nel nostro bar!!!
I due erano sposati da qualche anno con una figlia piccola. Figlia, che Daiana sostiene possa essere di anonimi porci con cui aveva scopato nel periodo in cui voleva rimanere incinta.
Il loro rapporto?
Lei lo dominava, lo sovrastava in modo imbarazzante trattandolo da cornuto in modo umiliante. Il bello era che la situazione contrastava con l’aspetto fisico: lei una bambola mulatta in miniatura, piccola e formosa. Mario invece alto e imponente. In realtà era evidente che subisse l’autorità della troia e non sono mai stato sicuro che la gradisse completamente.
Quando ci presentammo fu fonte di imbarazzo, non solo per il vestiario della puttana ma anche per il tenore della conversazione e soprattutto del volume con il quale Daiana espone il suo pensiero.
Noi ci presentammo come di consueto, come Anna e Luca. Per tutta riposta ottenemmo da Daiana: “Piacere io sono Daiana. Lui è Mario ma potete chiamarlo il cornutone, che va bene comunque!!”
Dopo aver verificato che, miracolosamente, non ci aveva sentito nessuno io guardai Anna da cui occhi usciva eccitazione. Io, invece, ero imbarazzato e cercai di minimizzare dicendo che era solo un complice, che i veri cornuti erano quelli inconsapevoli eccetera.
Daiana non mi fece ultimare che, spazientita, disse: “Che palle! Sei anche tu uno di questi? Che trova scuse? Se non è cornuto lui che mi faccio riempire in tutti i buchi davanti a lui, chi lo è” e poi aggiunse” e poi gliele ho fatte anche senza che lui sapesse niente. Per più di due anni ho avuto una storia con un porco che mi faceva riempire anche dai suo gruppo gang. Quindi ora posso dire che è un cornutone??”
E Mario immobile e silenzioso. Una sfinge!
Quindi Daiana, prima di congedarsi con il maritino umiliato e ubbidiente al seguito, ci disse che potevamo passare il Capodanno con loro, in un privo che conoscevano bene e che (garantiva la troia) era pieno di veri tori da monta, giovani, palestrati e decisi!
La vacca acconsentì ancora prima che io avessi valutato altro. “Non abbaiamo altri impegni “disse la troia ignorando beatamente che io le avevo (giusto il giorno prima) proposto un interessante ristorante a Milano.
Il 31 Dicembre uscimmo di casa intorno le 22. Prima ci accordammo per dare una versione coerente e plausibile ai genitori della troia che sicuramente ci avrebbero chiesto dove avremmo passato il Capodanno.
Vennero Daiana e il cornutone a prenderci. Fu Daiana a dire ad Anna: “Dai vieni dietro con me che ci scaldiamo un poco toccandoci. Così arriviamo belle calde!”
Come se con la zoccola ce ne fosse la necessità!
Io mi sedetti al fianco di Mario che guidava. Dietro le due lesbicavano alla grande. Le gambe spalancate e si toccavano ansimando.
Ad un certo punto alla troia di Daiana sicuramente appariva che il povero Mario andasse piano tanto che gli urlo: “Accelera cornuto!!! Accelera cornuto!! Che abbiamo voglia di cazzo!”
Io mi girai di lato e vidi che Daiana le metteva le corna in testa. Vistosamente!!
Un’auto ci superò e non poteva non notare le corna in testa al povero Mario!!!
La scena eccitò ulteriormente Daiana che, indirizzando le parole all’auto, disse: “Siiiii, è un cornutone!! Averte visto bene! Avete visto bene!!”
Poi tornò dalla zoccola a lesbicare. Io sentivo i sussurri ma le parole erano assolutamente incomprensibili.
Passarono esattamente sette anni da quell’episodio e solo allora la cagna mi confidò: “Daiana mente lesbicavamo mi diceva che anche tu avevi una bella faccia da cornuto!!! E quando tu non te ne accorgevi metteva le corna in testa anche a te!!”
Arrivammo al club privé. Era evidente che Daiana fosse molto conosciuta tanto che non c’era maschio giovane con il quale non si fermava a salutare. E lo faceva da vera vacca mettendogli le mani sul pacco dicendo: “Dai che dopo me lo fai assaggiare di nuovo !!” e tirando fuori la lingua per limonare ostentatamente.
Quindi presentava Anna dicendo: “Lei è una mia nuova amica, una grande succhia cazzi e bevitrice di sborra!!” Ovviamente i porci ricambiavano sullo stesso tono.
Io e Mario fummo letteralmente abbandonati al nostro destino. Mentre Mario se ne fece una ragione andò a sedersi su un divanetto io non mi rassegnai, e seguii le zoccole.
Daiana prese per mano Anna e le disse: “Dobbiamo muoverci dubito perché a mezzanotte c’è la festa e dopo la festa un mega gang. Ma adesso ci facciamo l’antipasto!”
Quindi andarono in pista a ballare. Si inserirono volutamente in un gruppo di sei maschi. Tutti giovani, palestrati e decisi. Ballarono un poco poi si indirizzarono al piano sotto, nel privé.
Non feci in tempo a seguirli che le due troie erano già sedute, affiancate che si gustavano i sei cazzi alternandoli.
Quindi si misero entrambe sul lettino a faccia su. “Dai ragazzi ora vogliamo cazzo!”
E iniziò la monta!
I sei si alternavano a dare cazzo in modo che tutti provassero tutto. Io mi misi in coda per scoparmi Daiana! Le andai sopra e ci ho dato dentro più che ne avevo. Quando sentii che arrivava la sborra mi fiondai su Anna (che stava godendo con un porco sopra di lei e un altro in bocca) le girai la testa e le svuotai le palle in bocca. Come gradiva la cagna in calore!
Quando tornammo al piano superiore Mario era ancora sul divanetto. Allo scoccare della mezzanotte ci fu il brindisi.
Nel privé ci saranno state una ventina di coppie e una cinquantina di maschi.
Ad Anna squillò il telefono: era il figlio geloso! Con il pretesto di farle gli auguri le fece un terzo grado del tipo “dove siete…cosa fate…”.
La vacca rispose:” Ad una festa. Non senti il casino?”
Mentre cercava di staccarsi dalla cozza del figlio Daiana si avvicinò a lei e, sillabando, le fece capire: “Sta per iniziare la gang!! Datti una mossa!!”
Tornammo a casa all’alba con la cagna che aveva provato una dozzina di cazzi nuovi e si era dissetata a spumante e…sborra!!!
Il giorno successivo incontrammo anche le amichette e (nello scambiarci gli auguri) le chiesero dove avessimo passato il Capodanno aggiungendo. “Immaginiamo una bella seratina romantica tipo lume di candela! È il vostro primo Capodanno insieme!”
E noi glielo lasciammo credere.
I primi giorni dell’anno nuovo ci fu una grossa novità. Praticamente una svolta.
La vacca mi chiama da parte e mi dice: “Si è liberato quell’appartamento” e me lo indica. È talmente vicino alla casa dei genitori che ci si può parlare e sentire dalle rispettive finestre.
È comodo perché è vicino ai miei. Io pensavo di prenderlo. Perché non ci vieni a vivere anche tu? A giorni mio marito mi firmerà a separazione!”
A me l’idea di tornare nel luogo natio mi allettava parecchio. Certo ci sarebbe trattato di cominciare una nuova vita, cercare lavoro. Presi tempo.
Andammo a vedere l’appartamento e la zoccola lo bloccò dando la caparra e disse: “Io lo blocco, intanto che decidi!”
È lo stesso appartamento in cui viviamo da nove anni.
Era passato un anno esatto dal nostro primo contatto. Ma mi rendo conto che qualcosa potrebbe essere sfuggito, quindi, non perdetevi i prossimi racconti.
Io decisi di rimanere dalla vacca fino all’anno nuovo. Nei giorni successivi la troia riprese a lavorare in negozio, con il marito cornutone, ma oramai rassegnato a lasciarla andare.
Ricordo che la puttana ebbe un invito pomeridiano da un nuovo toro durante la chiusura del negozio. Ricordo, inoltre, che io girovagavo per il paese in attesa che la cagna finisse di prendere cazzo e fu una delle più lunghe (e appaganti) monte che ebbe modo di fare in motel, tanto che rientrò giusto il tempo quando il maritino stava aprendo il negozio.
Una di quelle sere avevamo un appuntamento con una coppia: Daiana e Mario. Era (ed è ancora) Daiana a gestire il profilo sul sito mentre lui è un cornuto passivo, che più passivo non si può immaginare. Passivo e umiliato!
Fummo noi a dare appuntamento conoscitivo nel nostro bar e appena vedemmo Daiana capimmo che non fu una grande idea!
Daiana è una sudamericana mulatta e già quello non depone per l’anonimato, se poi si presenta truccatissima, con una minigonna mozzafiato e un fare da battona da strada da paura, potete immaginare l’effetto che fece! Nel nostro bar!!!
I due erano sposati da qualche anno con una figlia piccola. Figlia, che Daiana sostiene possa essere di anonimi porci con cui aveva scopato nel periodo in cui voleva rimanere incinta.
Il loro rapporto?
Lei lo dominava, lo sovrastava in modo imbarazzante trattandolo da cornuto in modo umiliante. Il bello era che la situazione contrastava con l’aspetto fisico: lei una bambola mulatta in miniatura, piccola e formosa. Mario invece alto e imponente. In realtà era evidente che subisse l’autorità della troia e non sono mai stato sicuro che la gradisse completamente.
Quando ci presentammo fu fonte di imbarazzo, non solo per il vestiario della puttana ma anche per il tenore della conversazione e soprattutto del volume con il quale Daiana espone il suo pensiero.
Noi ci presentammo come di consueto, come Anna e Luca. Per tutta riposta ottenemmo da Daiana: “Piacere io sono Daiana. Lui è Mario ma potete chiamarlo il cornutone, che va bene comunque!!”
Dopo aver verificato che, miracolosamente, non ci aveva sentito nessuno io guardai Anna da cui occhi usciva eccitazione. Io, invece, ero imbarazzato e cercai di minimizzare dicendo che era solo un complice, che i veri cornuti erano quelli inconsapevoli eccetera.
Daiana non mi fece ultimare che, spazientita, disse: “Che palle! Sei anche tu uno di questi? Che trova scuse? Se non è cornuto lui che mi faccio riempire in tutti i buchi davanti a lui, chi lo è” e poi aggiunse” e poi gliele ho fatte anche senza che lui sapesse niente. Per più di due anni ho avuto una storia con un porco che mi faceva riempire anche dai suo gruppo gang. Quindi ora posso dire che è un cornutone??”
E Mario immobile e silenzioso. Una sfinge!
Quindi Daiana, prima di congedarsi con il maritino umiliato e ubbidiente al seguito, ci disse che potevamo passare il Capodanno con loro, in un privo che conoscevano bene e che (garantiva la troia) era pieno di veri tori da monta, giovani, palestrati e decisi!
La vacca acconsentì ancora prima che io avessi valutato altro. “Non abbaiamo altri impegni “disse la troia ignorando beatamente che io le avevo (giusto il giorno prima) proposto un interessante ristorante a Milano.
Il 31 Dicembre uscimmo di casa intorno le 22. Prima ci accordammo per dare una versione coerente e plausibile ai genitori della troia che sicuramente ci avrebbero chiesto dove avremmo passato il Capodanno.
Vennero Daiana e il cornutone a prenderci. Fu Daiana a dire ad Anna: “Dai vieni dietro con me che ci scaldiamo un poco toccandoci. Così arriviamo belle calde!”
Come se con la zoccola ce ne fosse la necessità!
Io mi sedetti al fianco di Mario che guidava. Dietro le due lesbicavano alla grande. Le gambe spalancate e si toccavano ansimando.
Ad un certo punto alla troia di Daiana sicuramente appariva che il povero Mario andasse piano tanto che gli urlo: “Accelera cornuto!!! Accelera cornuto!! Che abbiamo voglia di cazzo!”
Io mi girai di lato e vidi che Daiana le metteva le corna in testa. Vistosamente!!
Un’auto ci superò e non poteva non notare le corna in testa al povero Mario!!!
La scena eccitò ulteriormente Daiana che, indirizzando le parole all’auto, disse: “Siiiii, è un cornutone!! Averte visto bene! Avete visto bene!!”
Poi tornò dalla zoccola a lesbicare. Io sentivo i sussurri ma le parole erano assolutamente incomprensibili.
Passarono esattamente sette anni da quell’episodio e solo allora la cagna mi confidò: “Daiana mente lesbicavamo mi diceva che anche tu avevi una bella faccia da cornuto!!! E quando tu non te ne accorgevi metteva le corna in testa anche a te!!”
Arrivammo al club privé. Era evidente che Daiana fosse molto conosciuta tanto che non c’era maschio giovane con il quale non si fermava a salutare. E lo faceva da vera vacca mettendogli le mani sul pacco dicendo: “Dai che dopo me lo fai assaggiare di nuovo !!” e tirando fuori la lingua per limonare ostentatamente.
Quindi presentava Anna dicendo: “Lei è una mia nuova amica, una grande succhia cazzi e bevitrice di sborra!!” Ovviamente i porci ricambiavano sullo stesso tono.
Io e Mario fummo letteralmente abbandonati al nostro destino. Mentre Mario se ne fece una ragione andò a sedersi su un divanetto io non mi rassegnai, e seguii le zoccole.
Daiana prese per mano Anna e le disse: “Dobbiamo muoverci dubito perché a mezzanotte c’è la festa e dopo la festa un mega gang. Ma adesso ci facciamo l’antipasto!”
Quindi andarono in pista a ballare. Si inserirono volutamente in un gruppo di sei maschi. Tutti giovani, palestrati e decisi. Ballarono un poco poi si indirizzarono al piano sotto, nel privé.
Non feci in tempo a seguirli che le due troie erano già sedute, affiancate che si gustavano i sei cazzi alternandoli.
Quindi si misero entrambe sul lettino a faccia su. “Dai ragazzi ora vogliamo cazzo!”
E iniziò la monta!
I sei si alternavano a dare cazzo in modo che tutti provassero tutto. Io mi misi in coda per scoparmi Daiana! Le andai sopra e ci ho dato dentro più che ne avevo. Quando sentii che arrivava la sborra mi fiondai su Anna (che stava godendo con un porco sopra di lei e un altro in bocca) le girai la testa e le svuotai le palle in bocca. Come gradiva la cagna in calore!
Quando tornammo al piano superiore Mario era ancora sul divanetto. Allo scoccare della mezzanotte ci fu il brindisi.
Nel privé ci saranno state una ventina di coppie e una cinquantina di maschi.
Ad Anna squillò il telefono: era il figlio geloso! Con il pretesto di farle gli auguri le fece un terzo grado del tipo “dove siete…cosa fate…”.
La vacca rispose:” Ad una festa. Non senti il casino?”
Mentre cercava di staccarsi dalla cozza del figlio Daiana si avvicinò a lei e, sillabando, le fece capire: “Sta per iniziare la gang!! Datti una mossa!!”
Tornammo a casa all’alba con la cagna che aveva provato una dozzina di cazzi nuovi e si era dissetata a spumante e…sborra!!!
Il giorno successivo incontrammo anche le amichette e (nello scambiarci gli auguri) le chiesero dove avessimo passato il Capodanno aggiungendo. “Immaginiamo una bella seratina romantica tipo lume di candela! È il vostro primo Capodanno insieme!”
E noi glielo lasciammo credere.
I primi giorni dell’anno nuovo ci fu una grossa novità. Praticamente una svolta.
La vacca mi chiama da parte e mi dice: “Si è liberato quell’appartamento” e me lo indica. È talmente vicino alla casa dei genitori che ci si può parlare e sentire dalle rispettive finestre.
È comodo perché è vicino ai miei. Io pensavo di prenderlo. Perché non ci vieni a vivere anche tu? A giorni mio marito mi firmerà a separazione!”
A me l’idea di tornare nel luogo natio mi allettava parecchio. Certo ci sarebbe trattato di cominciare una nuova vita, cercare lavoro. Presi tempo.
Andammo a vedere l’appartamento e la zoccola lo bloccò dando la caparra e disse: “Io lo blocco, intanto che decidi!”
È lo stesso appartamento in cui viviamo da nove anni.
Era passato un anno esatto dal nostro primo contatto. Ma mi rendo conto che qualcosa potrebbe essere sfuggito, quindi, non perdetevi i prossimi racconti.
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