Un provino passato con dieci e lode!

di
genere
tradimenti

(Seguito di: “La voce del cornuto e l’iscrizione al sito porco”)

Passarono un paio di settimane e ala troia venne una leggera forma influenzale che non le impediva di sentirci tutte le sere (ma proprio tutte) e fare sesso telefonico porco.
Lei, immancabilmente, doveva venire almeno due volte consecutive e poi mi chiedeva di farlo io facendole sentire il momento mentre la cagna mi sollecitava con “dai sborra porco…sborra tutto…oddio cosa darei per essere lì con te e bere tutto!!!”
Quelle due settimane furono determinati per definire il nostro rapporto. La vacca fu abile nell’introdurre la parola “amore” nei discorsi. Fu abile anche perché non mi mise pressioni e comunque, onestamente, nella vita “normale” stavamo (e stiamo ancora) bene insieme quindi non mi posi il problema di avere una relazione con una puttana simile, relazione che mi avrebbe posto nella condizione di essere (seppur in compagnia del maritino) un cornuto.
La vacca mi disse che, sempre con la massima cautela, introdusse la mia presenza tra le amichette con le quali beveva un caffè durante la pausa.
Non ricordo che versione diede ma ricordo che diede un taglio molto romantico alla cosa del genere” lui mi ascolta e mi capisce…non mi giudica” eccetera.
Qualche amica addirittura non le credette. Anna appariva ai loro occhi la sfigata di turno tutta casa e famiglia e, maliziosamente, qualcuna pensò che si fosse inventata questo “amico immaginario” per avere qualcosa anche lei da dire.
Altre non diedero troppo peso, seppur pensando che non mentisse. Col tempo mi resi conto che alla troia tutto questo fece molto comodo, il profilo basso fatto di poche chiacchere e tanti fatti è sempre stato il suo forte. Meno appariva più avrebbe potuto fare ciò che gradiva, cioè la vacca da monta!
Quindi la raggiungo. Per la seconda volta.
Il sabato lo passiamo tra qualche passeggiata e a scopare in camera d’albergo. Anche in quella circostanza ricevette la telefonata del maritino cornuto ma, in questo caso, non rispose.
“Deve imparare che non può rompere in ogni momento!” fu il commento della troia.
La domenica mattina le dissi: “Sei mai stata in un club privé?”
“Ma stai scherzando? E con chi? Con mio marito che non voleva nemmeno vedermi indossare qualche indumento sex?” e partì il suo lungo sfogo “per anni per scopare mi faceva vedere i film porno. Una noia mortale. Era talmente chiaro che le attrici recitavano! Anche quando gli attori sborravano si vedeva che loro non gradivano perché avevano un piccolo balzo indietro. Invece io adoro quando il maschio sborra! Quel cretino di mio marito aveva una vera puttana tra le mani e non se ne rendeva conto!”
Detto questo accettò l’invito ad andare nel club privé. Era domenica pomeriggio. L’ingresso da su una strada molta trafficata ma nonostante questo la troia era disinvolta come stessimo per entrare in un club di raffinati snob. Si guardava intorno con la massima naturalezza, cercando di capire esattamente dive fossimo.
Era un soleggiato pomeriggio e all’ingresso ci dissero che all’interno non c’era molto ma entrammo comunque. Al piano terra il consueto bar, all’interrato il privé vero e proprio. Ovviamente molto, molto buio. Andammo subito sotto. Io lo conoscevo già e presi per mano la vacca facendo da guida nei vari labirinti.
Tutti sanno che all’interno di ogni privé ci sono delle vere e proprie prostitute che garantiscono ai singoli (che pagano un botto l’ingresso) un “servizio minimo” nel caso non trovino troie con cui scopare.
All’epoca non potevo immaginare che esattamente un anno e mezzo dopo Anna avrebbe fatto lo stesso mestiere, seppur in un altro privé. Ma torniamo a noi.
Quel pomeriggio una ragazza era intenta a cavalcare un singolo. Silenziosamente. Non c’era niente di erotico in questo. Era evidente che stava facendo un compito ma che avrebbe potuto, in quel momento, anche pensare alla spesa che avrebbe dovuto fare da lì a breve.
Poco vicino alla tipa e al singolo ci sono due ombre. Per intuire qualcosa deve adattare gli occhi al buio. Non intravedo bene i lineamenti, ma noto che sono molto giovani e sembrano essere due amici.
Nessun altro era presente. Io osservo attentamente la zoccola che non da nessun segno di imbarazzo ma contemporaneamente non pare nemmeno eccitata dalla situazione.
È di una naturalezza impressionante che fa capire quanto sia intimamente puttana. Se penso alla fatica fatta (anche da molti altri mariti) per convincere la mia prima moglie ad entrare in un privé pur chiarendo che si sarebbe trattato solo di una sbirciatina e la confronto con questa zoccola pare tutto un altro mondo.
Decido che è inutile che stiamo a guardare. Prendo la puttana, ci sdraiamo su un lettino e cominciamo a scopare. Un rapido pompino, mi spoglio parzialmente e le vado sopra.
La vacca inizia a gemere. Alzo gli occhi e vedo le ombre dei due ragazzi a pochi passi. Si intuisce che sono intimiditi ma hanno entrambi il cazzo fuori e se lo stanno menando.
La vacca è già calda e il mio obiettivo non è tanto scoparla, quanto metterla alla prova. In fin dei conti sarebbe stata la prima volta che a avrei vista scopare con altri maschi. Era pur vero che aveva già rotto il ghiaccio a Venezia con Maurizio, ma in quella circostanza, avevo sentito e non visto.
Quindi, senza far cenno alla vacca, mi alzai e invitai il primo dei due ragazzini con un: “Dai. Scopala anche tu!”.
Lui ebbe un attimo di indecisione e io gli dissi: “Non serve che ti spogli. Vagli sopra così!”
Il tempo di mettersi il preservativo ed era sopra di lei.
Per tutto quel breve periodo la cagna era rimasta a gambe spalancate e quando vide quell’ombra salire sopra di lei, se prima le aveva semplicemente spalancate ora le allargava ancora di più.
Nessuna titubanza!
Il ragazzino era inesperto e intimidito e non lo aiutava certo la cagna quando lo incitava con un: “Scopami bastardo! Scopami bastardo!”
Il ragazzino venne in pochi colpi. Non rimase sopra la vacca per più di un minuto. Nel frattempo anche l’altro si era preparato infilandosi il profilattico. Fu l’esatta fotocopia del primo. Pochi colpi ed era venuto anche lui.
Decisi di finire il lavoro tornando sopra la cagna, mentre i due fantasmi si dileguavano in un lampo, sicuramente spaventati da quella tigre infoiata.
Mentre la pompavo mi resi conto che il primo maschio, che precedentemente era all’opera con la puttana del privé, ora era libero e, stranamente, ancora con il cazzo in tiro.
Lo avevo davanti a me quindi la puttana non lo poteva vedere. Gli feci un cenno di avvicinarsi e mi vedo arrivare, a pochi centimetri dal mio viso, il suo cazzo. Neanche tanto piccolo.
Io gli dico: “Fattelo succhiare!”. Lui, silenziosamente, estrae e butta il profilattico e offre l’uccello alla troia che non pareva aspettasse altro.
La troia succhiava mentre io la pompavo. Del proprietario di quel cazzo la cagna non aveva neanche visto il viso! Improvvisamente un gemito sordo da parte del tipo: le stava sborrando in bocca.
Anche in questo caso fu la prima delle centinaia di volte che avrei visto la vacca farsi sborrare in bocca!
Intendiamoci, per la cagna non fu un evento memorabile. Ancora oggi a distanza di un decennio è in grado di ricordare molti dettagli di tante monte, ma ha ricordi vaghi di quella prima volta in un privé.
Eravamo solo al nostro terzo incontro e mi pare che passò felicemente quel “provino” che avevo deciso di farle fare.
Al ritorno dal privé la accompagnai nei dintorni di casa. Appena spensi l’auto per salutarla e quindi ripartire per il rientro la troia mi disse: “Perché non entri dentro e ti faccio vedere dove abito?”
“Perché i tuoi non ci sono?’” chiesi io.
“No. Ci sono. Ma mica è un problema. Non ti mangiano. “lei
“Ma come mi presento? Io
“Non ti preoccupare. Faccio tutto io. Ti presento come una conoscenza di vecchia data. E poi non sono scemi!”
Io accettai, seppur titubante. Non mi rendevo conto, all’epoca, che il cerchio si stava chiudendo e che da lì a breve sarei diventato ufficialmente” “il nuovo grande amore” della zoccola.
Con conseguenti corna in testa. Non a caso (solo molto recentemente!) la puttana definisce quel primo anno “l’epoca dei due cornuti!!!”
I suoi genitori mi accolsero con calore. Anche il padre ma soprattutto la madre. Erano vecchi ma non scemi e avevano capito che ero qualcosa di più di un amico e quando (una volta uscito) lo chiesero alla puttana lei lo confermò.
E a chiudere il cerchio, quando uscii di casa per andare all’auto, accompagnato dalla troia incontrammo casualmente una amichetta della puttana, la quale mi presentò.
Non serviva molta fantasia a capire che, una volta che si fosse congedata, l’amichetta fece un giro di telefonate alle altre amiche dicendo che “sì…effettivamente pare che sia tutto vero Anna ha una storia con uno…allora è vero”.
Quando si ritrovò con il resto del gruppo fece un report dettagliato sulle impressioni che le avevo destato e maliziosamente aggiunse che causa la distanza “chissà se è un tipo fedele e certo che anche lei poteva trovarsi uno più vicino. Già scopava poco con il marito e ora va a scegliersi un tipo così distante. Comunque lei si vede che è persa per lui!”
Durante il rientro ricevetti una telefonata della zoccola che diceva: “Ciao amore! Hai fatto colpo sui miei e non sono scemi. Hanno capito che abbiamo passato la notte insieme in albergo. Mio padre ha detto che se vuoi quando vieni qui puoi dormire nella cameretta con me. Ci sono solo due lettini ma possiamo arrangiarci. Poi per scopare riusciremo comunque!”
Da quel giorno a seguire venni regolarmente ospitato dai genitori.
Nel frattempo, sul sito continuavano ad arrivare offerte dai vari porci iscritti e mi resi conto che la vacca ne era molto eccitata e interessata. Inizialmente si dava per scontata la mia presenza ma io non potevo raggiungerla con frequenza.
Quindi mi venne in mente di chiederle se fosse stata disposta ad uscire da sola.
Per chi ha già letto il racconto “Una settimana da vera vacca “, sa già come andò a finire!!!









scritto il
2022-05-09
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