La zoccola alla pecorina e il suo "grande amore" la pompa.
di
Una vacca da monta e il Re dei cornuti
genere
tradimenti
(Seguito di: “Se quella vasca potesse parlare”)
E arriviamo al fatidico appuntamento. Se qualcuno si fosse perso qualcosa rammento che l’ho contattata solo da cinque giorni e ora ci vediamo. Io sono bello carico e deciso. Mi sento padrone di me stesso. Non sapevo ancora l’uragano che mi avrebbe aspettato.
Arrivo prima di lei e la aspetto in stazione.
Ci vediamo dopo oltre venticinque anni! Mi indica la carrozza dalla quale sta scendendo e se non avessi saputo che fosse lei non la avrei mai riconosciuta. Il viso è solo inevitabilmente invecchiato ma il colore dei capelli ed il taglio completamente stravolto rispetto a quando era ragazzina la renderebbero irriconoscibile. È anche giunonica!
Ci scambiamo un bacio casto sulla guancia accompagnato da un “Finalmente ci vediamo!”.
In realtà quel “finalmente” si scontrava con il fatto che ci eravamo ritrovati solo da cinque giorni.
“Andiamo a bere un caffè? “le propongo per rompere il ghiaccio.
“Preferisco andare subito a casa!!!” mi risponde la puttana!
Chiedere di andare subito a casa significa che vuole scopare subito!! Senza indugi!! Non serve un genio per capirlo!!!
Durante il breve tragitto la tiro a me e le caccio a lingua in bocca! Lei ci sta alla grande!!!
Entriamo in casa. E qui perdo il controllo, tanto vengo sorpreso dalla zoccola!!!
La puttana sbatte la valigia per terra e mi salta addosso. In un attimo è completamente nuda ed è lei a spogliarmi.
Mi chiede ansimando: “Dove sono le camere?”
“Al piano superiore” le dico.
Saliamo al piano superiore, dove ci sono le camere.
È lei a prendermi la mano e ad accompagnarmi nonostante non sappia dove sono, scavalcando i vestiti buttati alla meglio sulle scale.
Ora siamo nudi entrambi!
Entriamo in camera. Ci tuffiamo sul letto. Lei mi prende la mano e:
“Infilala tutta dentro e poi muovi le dita!!”” Come da ragazza! Mi dico: come da ragazza! Esattamente come faceva da ragazza.
E aggiunge: “Poi tirala fuori e mettimela in bocca! Voglio sentire il sapore della mia figa! “
Iniziamo a scopare, io la insulto alla grande. Quando non lo faccio, me lo ricorda lei:
“E dimmelo che sono una troia!!”
Nel frattempo, squilla il suo cell segnalando arrivo degli sms: è il marito che chiede come stia andando la gita. È già cornuto, dopo pochi minuti che ho rivisto la mogliettina!
Mi rendo conto che, seppur fosse una discreta scopata non è come dovrebbe essere. Lei è un uragano e non mi fa fiatare. Non abbiamo una affinità completa e mi rendo conto che lei si sarebbe aspettato di più.
Comunque ci do dentro meglio che posso, dapprima io sopra di lei, poi alla pecorina. Il tempo di rallentare un poco ed è lei a ribaltarmi e a venirmi sopra cavalcando come una furia e invitandomi a trattarla come merita: da vera vacca da monta!
Arriva il mio momento, un balzo e le sborro in bocca. Lei mugugna mentre ingoia golosamente e non molla il cazzo finché non lo ha pulito tutto. Con una naturalezza impressionante.
Abbiamo scopato senza profilattico.
“E’ la prima sborra diversa da quella di mio marito che bevo da venticinque anni!!” fu il suo primo commento appena ci siamo rilassati.
Le faccio notare che il suo telefonino lampeggia. Sono i messaggi del cornuto. Lei lo prende e risponde con i vari “Si. Tutto ok. Stai tranquillo!!!”
Usciamo di casa solo nel tardo pomeriggio ma rimaniamo in zona. Siamo in Cannaregio e anticipo finora che la vacca, in quella circostanza non vide mai San Marco tanto che mi chiese (appena fu in viaggio) di inviarle qualche foto che potesse dimostrare di esserci stata.
Ma io non ho mai dimenticato che a Venezia abita questo famigerato Maurizio di cui accennavo nel precedente racconto.
Quindi simulando naturalezza le chiedo: “Ma da queste parti, non abita Maurizio?”
Lei rimane in silenzio solo un attimo poi dice: “Sì. Che dici, lo chiamo? “
“Certo” dico io “quando ti capita più? -
Lei si apparta qualche minuto e torna raggiante:
“L’ho sentito. Ha detto che stasera avrebbe piacere a bere un caffè. Conosci qualche posto carino in zona? “
La casa la avevo messa io a disposizione, quindi la puttana non osava chiedere tanto. Lo feci io:
“Perché non venite a casa? Io mi apparto nell’altra cameretta! Non serve che dici che ci sono anche io. Gli hai fatto cenno che ci sono?”
“Veramente no, ho detto che ero a casa di una amica” rispose la vacca dimostrando che aveva fatto i suoi conti.
“E allora cosa dici? Lo porti a casa?”
Qui la zoccola fece una delle due recite che le vidi fare. Almeno nei miei confronti. La seconda la spiegherò a fine racconto
“Ma sei scemo?” mi rispose la troia “mica scopiamo!! È stato grande amore e non ci vediamo da secoli. Comunque, accetto volentieri l’invito, ma tu puoi restare tranquillamente in cucina con noi!”
“Va bene, ma io vado comunque nella cameretta, così con l’occasione inizio a leggere un libro. “
“Come vuoi, ma ti ripeto, finirà solo in una rimpatriata. “
Maurizio arriva il dopo cena. Io sono piano superiore nella cameretta adiacente la camera principale.
Al piano inferiore sento uno squillo al campanello e subito dopo un vociare festoso tipico di persone che si incontrano dopo decenni.
Inizio il mio libro. Quanto si può impiegare nelle leggere cinque massimo sei paginette?
Un rumore mi fa dire tra me e me: “Cazzo che razza di puttana! Che puttana che è!!”
Sono i passi sulle scale. Sono passati solo pochi minuti e stanno andando in camera! Sette minuti dal vociare festoso. Solo sette minuti e stavano salendo le scale per indirizzarsi nella camera principale.
Altro che rimpatriata tra amici!!! Altro che grande amore pulito !!!La vacca (come ammetterà in seguito) ricordava perfettamente come scopava questo Maurizio ma soprattutto non aveva mai dimenticato il suo cazzo. Enorme e nodoso!!!
Mentre erano seduti al tavolo fu la zoccola a prendere l’iniziativa facendo come fece con me solo qualche ora prima: gli prese la mano e lo accompagnò in camera!
Io faccio ancora più silenzio di quanto facessi prima. Maurizio non saprà mai che io ero nella camera a fianco. Inoltre, la puttana mi aveva anche consegnato il suo telefono non senza averlo prima silenziato.
Dai rumori intuisco cosa stiano facendo.
La vacca glielo sta succhiando!
E poi un improvviso pompare. Un pum-pum -pum inconfondibile: era iniziata la monta.
Un pum -pum-pum che rimbombava nonostante le porte fossero chiuse.
Osservai il telefonino della cagna. Lampeggiava. Era il già doppio cornuto del marito che le augurava la buona notte!
Dai rumori capii anche i cambi di posizione. Lui sopra, lei a cavallo. Fino al momento della sborrata.
Quasi inaspettata e improvvisa! Un urlo animalesco e secco. Un “aaaarrrrghhh” a volume altissimo.
Ovviamente, come con me poco, prima di usare preservativi non se ne parlava nemmeno.
Quando la cagna si rese conto che Maurizio stava per sborrare fu lei a dirgli: “In bocca…sborrami in bocca!!”
Io mi aspettavo che da lì a poco si sarebbe ricomposto e se ne sarebbe andato. Capii subito che non sarebbe accaduto. Sentii un vociare fatto di risatine ma durò poco. Avevano ricominciato. E con lo stesso impeto della prima.
Altri venti minuti abbondanti di monta. Come un animale e poi lo stesso urlo. Lo stesso “aaarrrrgh” nel cuore della notta. Questa volta in figa. A pelle!!!
Mi dissi che due ci stavano ma non mi aspettavo la terza!!! Chiarisco che da lì ai successivi dieci anni ebbi modo di vedere all’opera la vacca con decine di porci diversi ma si contano sulla mano quelli che sono riusciti a farne tre una attaccata all’altro.
Evidentemente del “grande amore Maurizio” aveva dei bei ricordi.
Il porco aveva ancora il cazzo di marmo (parole della zoccola) ma comprensibilmente meno energie.
“Che problema c’è?” mi spiegò in seguito la cagna “ho cavalcato io e me lo sono gustato”
Ma con la terza monta la cagna decise che era il caso di tornare ancora a bere. E si fece sborrare ancora in bocca.
“Ne aveva ancora. Poca, ma ancora! Comunque, ho mandato a casa dalla cornuta (la moglie di Maurizio) con le palle vuote”.
Il porco se ne andò nel cuore della notte.
Nel frattempo, il cellulare della puttana era saturo di messaggi del cornutone.
“Sono andata a letto presto” le scriverà la zoccola” ero stanca.”
Appena Maurizio uscì di casa la troia, venne da me. Nella cameretta. Voleva ancora cazzo la puttana!
“Te lo do, ma mi spieghi cosa hai fatto, grandissima zoccola che non sei altro !!!” dissi io.
“Non hai sentito come mi sbatteva? “
“Certo, ma non ho visto! “
E qui la troia fu anche stronza nei miei confronti, buttando delle autentiche frecciatine velenose: “Mi ha scopato meglio di te!! Ha un cazzo che sarà il doppio del tuo (io sono normodotato) “.
Io la lasciai parlare, non volevo condizionarla, la volevo sincera. Tanto avevo capito che razza di cagna in calore fosse.
“Glielo ho preso in bocca! Mamma mia che cazzo enorme. Facevo fatica e tenerlo in bocca. E aveva un buon sapore. Bello nodoso con le vene che le sentivo anche leccandolo!! “
“Ti è venuto in bocca vero troia? “
“Ohh siii. Ho bevuto tutto. Tu sborri di più di lui ma la sua sborra era più buona!! Densa e dolce!”
Quindi scopammo di nuovo sborrandole ancora in bocca.
Dopo poche ore, la accompagnai in stazione per il rientro. All’arrivo la aspettava il maritino premuroso con dei fiori chiedendole: “Com’è Venezia? Hai ragione amore, è colpa mia se non ci siamo mai andati ma abbiamo ancora tempo, se vuoi, per rimediare!”
La vacca mi disse che abbozzò una risposta guardandolo in testa e pensando “Sei un doppi cornuto!!!Un doppio cornuto!!!”
La sentii il giorno successivo. La vacca si era resa conto che, nei miei confronti, avrebbe potuto esagerare nei miei confronti. Quando mi chiamò fece una recita (perché fu una recita!) di “non sapevo quello che facevo…non sapevo quello che dicevo…non vorrei perdere la tua amicizia. sai dopo anni di clausura… sicuramente ho fatto troppo la puttana… chissà cosa pensi di me”. E altre cazzate simili.
Io la bloccai facendole capire che non ero così coglione e le chiesi di essere sincera chiedendole:” Quanto ti è piaciuto fare la vacca?”.
Lei rispose: “Da impazzire! Mi masturbo ogni momento al solo pensiero. Anche in bagno, nel negozio!”
Io le dissi che non c’erano problema e sorvolai sulle parole poco carine nei miei confronti meditando una rivincita.
Rivincita che avverrà la settimana successiva.
(Seguirà il racconto: “La voce del cornuto e l’iscrizione al sito porco!”)
E arriviamo al fatidico appuntamento. Se qualcuno si fosse perso qualcosa rammento che l’ho contattata solo da cinque giorni e ora ci vediamo. Io sono bello carico e deciso. Mi sento padrone di me stesso. Non sapevo ancora l’uragano che mi avrebbe aspettato.
Arrivo prima di lei e la aspetto in stazione.
Ci vediamo dopo oltre venticinque anni! Mi indica la carrozza dalla quale sta scendendo e se non avessi saputo che fosse lei non la avrei mai riconosciuta. Il viso è solo inevitabilmente invecchiato ma il colore dei capelli ed il taglio completamente stravolto rispetto a quando era ragazzina la renderebbero irriconoscibile. È anche giunonica!
Ci scambiamo un bacio casto sulla guancia accompagnato da un “Finalmente ci vediamo!”.
In realtà quel “finalmente” si scontrava con il fatto che ci eravamo ritrovati solo da cinque giorni.
“Andiamo a bere un caffè? “le propongo per rompere il ghiaccio.
“Preferisco andare subito a casa!!!” mi risponde la puttana!
Chiedere di andare subito a casa significa che vuole scopare subito!! Senza indugi!! Non serve un genio per capirlo!!!
Durante il breve tragitto la tiro a me e le caccio a lingua in bocca! Lei ci sta alla grande!!!
Entriamo in casa. E qui perdo il controllo, tanto vengo sorpreso dalla zoccola!!!
La puttana sbatte la valigia per terra e mi salta addosso. In un attimo è completamente nuda ed è lei a spogliarmi.
Mi chiede ansimando: “Dove sono le camere?”
“Al piano superiore” le dico.
Saliamo al piano superiore, dove ci sono le camere.
È lei a prendermi la mano e ad accompagnarmi nonostante non sappia dove sono, scavalcando i vestiti buttati alla meglio sulle scale.
Ora siamo nudi entrambi!
Entriamo in camera. Ci tuffiamo sul letto. Lei mi prende la mano e:
“Infilala tutta dentro e poi muovi le dita!!”” Come da ragazza! Mi dico: come da ragazza! Esattamente come faceva da ragazza.
E aggiunge: “Poi tirala fuori e mettimela in bocca! Voglio sentire il sapore della mia figa! “
Iniziamo a scopare, io la insulto alla grande. Quando non lo faccio, me lo ricorda lei:
“E dimmelo che sono una troia!!”
Nel frattempo, squilla il suo cell segnalando arrivo degli sms: è il marito che chiede come stia andando la gita. È già cornuto, dopo pochi minuti che ho rivisto la mogliettina!
Mi rendo conto che, seppur fosse una discreta scopata non è come dovrebbe essere. Lei è un uragano e non mi fa fiatare. Non abbiamo una affinità completa e mi rendo conto che lei si sarebbe aspettato di più.
Comunque ci do dentro meglio che posso, dapprima io sopra di lei, poi alla pecorina. Il tempo di rallentare un poco ed è lei a ribaltarmi e a venirmi sopra cavalcando come una furia e invitandomi a trattarla come merita: da vera vacca da monta!
Arriva il mio momento, un balzo e le sborro in bocca. Lei mugugna mentre ingoia golosamente e non molla il cazzo finché non lo ha pulito tutto. Con una naturalezza impressionante.
Abbiamo scopato senza profilattico.
“E’ la prima sborra diversa da quella di mio marito che bevo da venticinque anni!!” fu il suo primo commento appena ci siamo rilassati.
Le faccio notare che il suo telefonino lampeggia. Sono i messaggi del cornuto. Lei lo prende e risponde con i vari “Si. Tutto ok. Stai tranquillo!!!”
Usciamo di casa solo nel tardo pomeriggio ma rimaniamo in zona. Siamo in Cannaregio e anticipo finora che la vacca, in quella circostanza non vide mai San Marco tanto che mi chiese (appena fu in viaggio) di inviarle qualche foto che potesse dimostrare di esserci stata.
Ma io non ho mai dimenticato che a Venezia abita questo famigerato Maurizio di cui accennavo nel precedente racconto.
Quindi simulando naturalezza le chiedo: “Ma da queste parti, non abita Maurizio?”
Lei rimane in silenzio solo un attimo poi dice: “Sì. Che dici, lo chiamo? “
“Certo” dico io “quando ti capita più? -
Lei si apparta qualche minuto e torna raggiante:
“L’ho sentito. Ha detto che stasera avrebbe piacere a bere un caffè. Conosci qualche posto carino in zona? “
La casa la avevo messa io a disposizione, quindi la puttana non osava chiedere tanto. Lo feci io:
“Perché non venite a casa? Io mi apparto nell’altra cameretta! Non serve che dici che ci sono anche io. Gli hai fatto cenno che ci sono?”
“Veramente no, ho detto che ero a casa di una amica” rispose la vacca dimostrando che aveva fatto i suoi conti.
“E allora cosa dici? Lo porti a casa?”
Qui la zoccola fece una delle due recite che le vidi fare. Almeno nei miei confronti. La seconda la spiegherò a fine racconto
“Ma sei scemo?” mi rispose la troia “mica scopiamo!! È stato grande amore e non ci vediamo da secoli. Comunque, accetto volentieri l’invito, ma tu puoi restare tranquillamente in cucina con noi!”
“Va bene, ma io vado comunque nella cameretta, così con l’occasione inizio a leggere un libro. “
“Come vuoi, ma ti ripeto, finirà solo in una rimpatriata. “
Maurizio arriva il dopo cena. Io sono piano superiore nella cameretta adiacente la camera principale.
Al piano inferiore sento uno squillo al campanello e subito dopo un vociare festoso tipico di persone che si incontrano dopo decenni.
Inizio il mio libro. Quanto si può impiegare nelle leggere cinque massimo sei paginette?
Un rumore mi fa dire tra me e me: “Cazzo che razza di puttana! Che puttana che è!!”
Sono i passi sulle scale. Sono passati solo pochi minuti e stanno andando in camera! Sette minuti dal vociare festoso. Solo sette minuti e stavano salendo le scale per indirizzarsi nella camera principale.
Altro che rimpatriata tra amici!!! Altro che grande amore pulito !!!La vacca (come ammetterà in seguito) ricordava perfettamente come scopava questo Maurizio ma soprattutto non aveva mai dimenticato il suo cazzo. Enorme e nodoso!!!
Mentre erano seduti al tavolo fu la zoccola a prendere l’iniziativa facendo come fece con me solo qualche ora prima: gli prese la mano e lo accompagnò in camera!
Io faccio ancora più silenzio di quanto facessi prima. Maurizio non saprà mai che io ero nella camera a fianco. Inoltre, la puttana mi aveva anche consegnato il suo telefono non senza averlo prima silenziato.
Dai rumori intuisco cosa stiano facendo.
La vacca glielo sta succhiando!
E poi un improvviso pompare. Un pum-pum -pum inconfondibile: era iniziata la monta.
Un pum -pum-pum che rimbombava nonostante le porte fossero chiuse.
Osservai il telefonino della cagna. Lampeggiava. Era il già doppio cornuto del marito che le augurava la buona notte!
Dai rumori capii anche i cambi di posizione. Lui sopra, lei a cavallo. Fino al momento della sborrata.
Quasi inaspettata e improvvisa! Un urlo animalesco e secco. Un “aaaarrrrghhh” a volume altissimo.
Ovviamente, come con me poco, prima di usare preservativi non se ne parlava nemmeno.
Quando la cagna si rese conto che Maurizio stava per sborrare fu lei a dirgli: “In bocca…sborrami in bocca!!”
Io mi aspettavo che da lì a poco si sarebbe ricomposto e se ne sarebbe andato. Capii subito che non sarebbe accaduto. Sentii un vociare fatto di risatine ma durò poco. Avevano ricominciato. E con lo stesso impeto della prima.
Altri venti minuti abbondanti di monta. Come un animale e poi lo stesso urlo. Lo stesso “aaarrrrgh” nel cuore della notta. Questa volta in figa. A pelle!!!
Mi dissi che due ci stavano ma non mi aspettavo la terza!!! Chiarisco che da lì ai successivi dieci anni ebbi modo di vedere all’opera la vacca con decine di porci diversi ma si contano sulla mano quelli che sono riusciti a farne tre una attaccata all’altro.
Evidentemente del “grande amore Maurizio” aveva dei bei ricordi.
Il porco aveva ancora il cazzo di marmo (parole della zoccola) ma comprensibilmente meno energie.
“Che problema c’è?” mi spiegò in seguito la cagna “ho cavalcato io e me lo sono gustato”
Ma con la terza monta la cagna decise che era il caso di tornare ancora a bere. E si fece sborrare ancora in bocca.
“Ne aveva ancora. Poca, ma ancora! Comunque, ho mandato a casa dalla cornuta (la moglie di Maurizio) con le palle vuote”.
Il porco se ne andò nel cuore della notte.
Nel frattempo, il cellulare della puttana era saturo di messaggi del cornutone.
“Sono andata a letto presto” le scriverà la zoccola” ero stanca.”
Appena Maurizio uscì di casa la troia, venne da me. Nella cameretta. Voleva ancora cazzo la puttana!
“Te lo do, ma mi spieghi cosa hai fatto, grandissima zoccola che non sei altro !!!” dissi io.
“Non hai sentito come mi sbatteva? “
“Certo, ma non ho visto! “
E qui la troia fu anche stronza nei miei confronti, buttando delle autentiche frecciatine velenose: “Mi ha scopato meglio di te!! Ha un cazzo che sarà il doppio del tuo (io sono normodotato) “.
Io la lasciai parlare, non volevo condizionarla, la volevo sincera. Tanto avevo capito che razza di cagna in calore fosse.
“Glielo ho preso in bocca! Mamma mia che cazzo enorme. Facevo fatica e tenerlo in bocca. E aveva un buon sapore. Bello nodoso con le vene che le sentivo anche leccandolo!! “
“Ti è venuto in bocca vero troia? “
“Ohh siii. Ho bevuto tutto. Tu sborri di più di lui ma la sua sborra era più buona!! Densa e dolce!”
Quindi scopammo di nuovo sborrandole ancora in bocca.
Dopo poche ore, la accompagnai in stazione per il rientro. All’arrivo la aspettava il maritino premuroso con dei fiori chiedendole: “Com’è Venezia? Hai ragione amore, è colpa mia se non ci siamo mai andati ma abbiamo ancora tempo, se vuoi, per rimediare!”
La vacca mi disse che abbozzò una risposta guardandolo in testa e pensando “Sei un doppi cornuto!!!Un doppio cornuto!!!”
La sentii il giorno successivo. La vacca si era resa conto che, nei miei confronti, avrebbe potuto esagerare nei miei confronti. Quando mi chiamò fece una recita (perché fu una recita!) di “non sapevo quello che facevo…non sapevo quello che dicevo…non vorrei perdere la tua amicizia. sai dopo anni di clausura… sicuramente ho fatto troppo la puttana… chissà cosa pensi di me”. E altre cazzate simili.
Io la bloccai facendole capire che non ero così coglione e le chiesi di essere sincera chiedendole:” Quanto ti è piaciuto fare la vacca?”.
Lei rispose: “Da impazzire! Mi masturbo ogni momento al solo pensiero. Anche in bagno, nel negozio!”
Io le dissi che non c’erano problema e sorvolai sulle parole poco carine nei miei confronti meditando una rivincita.
Rivincita che avverrà la settimana successiva.
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