Lezioni francesi

di
genere
prime esperienze

A dir la verità Monica non è francese di nascita, ha vissuto fino ai 6 anni nel piccolo paese in cui vivo, ed eravamo amici. Poi il padre aveva dovuto trasferirsi per lavoro in Francia, e ovviamentente lei era andata con la famiglia. Aveva una formazione francese quindi, scolastica e di esperienza.

I nonni di Monica erano rimasti nel paese natale, e ogni anno, in estate, tornava per un paio di settimane, in cui potevamo vederci.

Io sono sempre stato timido ed imbranato, ma Monica rispetto alle altre nostre coetanee mi sembrava essere sempre un passo avanti in fatto di esperienza.

Non facevamo coppia nel vero senso della parola, ma per me è sempre stata un'amica "particolare". Negli anni ricordo in particolare tre occasioni in cui mi aveva dato dato parecchie soddisfazioni.

Nell'estate in cui avevamo 12 anni, ricordo perfettamente un pomeriggio in cui eravamo andati alla chiesa di Santa Barbara, una vecchia chiesa che veniva usata solo in poche occasioni durante l'anno. Questa chiesa è in una posizione rialzata rispetto al paese e ha un sagrato circondato da un muretto su cui ci eravamo seduti. Al di là, più in basso di circa 4-5 metri, c'erano delle vigne e oltre le vigne cominciava il paese. Mi stava raccontando della Francia, quando all'improvviso si avvicinò, mi baciò dolcemente e poi mi ficco la lingua in bocca. Per me era una novità assoluta, e il primo passo verso il mondo femminile. Passammo i giorni seguenti a limonare ogni volta che ne avevamo occasione, fino al giorno in cui ripartì.

Tre anni dopo ci ritrovammo su quelli stesso sagrato, a cavalcioni del muretto a guardare il paese, chiacchierare e, certamente, limonare come mi aveva insegnato. Un pomeriggio all'improvviso Monica si alzò e mi prese la mano. Come al solito non c'era nessuno, e l'arrivo di qualcuno ci sarebbe stato segnalato dal cigolio del cancello ai piedi della scala che sale sino al sagrato. Comunque non arrivò nessuno, ma come ulteriore sicurezza, Monica, sempre tenendomi la mano, mi portò sul lato della chiesa, dove il muretto diventa alto circa due metri e unisce le cappelle della via crucis. Mi spinse nell'angolo tra il muro e la stazione della deposizione dalla croce e ricominciò a baciarmi teneramente, iniziando a sfregarmi attraverso i pantaloni. Come tre anni prima, non mi era mai capitato prima di trovarmi in una situazione simile con una ragazza. Il mio pene iniziò a gonfiarsi e Monica sembrava compiaciuta e soddisfatta. Mi calò i pantaloncini e iniziò a masturbarmi. Dopo poco però si inginocchiò e me lo prese in bocca. La sua bocca era calda e io entravo ed uscivo da lei ero talmente eccitato che in pochi minuti vennì nella sua bocca. Lei non risentì e mi vece vedere la mia sborra, facendosela colare fuori dalla bocca. Non ci furono repliche, quell'estate.

Due anni dopo ci ritrovammo insieme. Questa volta eravamo a casa di sua nonna, dove c'era anche l'alloggio in cui vivevano prima di emigrare e dove soggiornavano quando tornavano al paese.
Durante l'inverno avevo avuto la ragazza, con cui avevo pomiciato parecchio e un paio di volte anche scopato. Ero pronto a contraccambiare gli insegnamenti passati!
I genitori non erano a casa, e la nonna andava a dormire nelle ore più calde del pomeriggio. Eravamo sul divano della nonna con la TV accesa e ancora ci raccontavamo le cose successe durante l'anno. Le raccontai della mia avventura invernale, senza darle peso, ma sotto sotto pregustando quello che avrei voluto succedesse. Lei non raccontava mai delle sue esperienze coi ragazzi francesi, ma fino ad ora alla fine mi aveva sempre fatto vedere cosa "sapeva fare".
Spense la TV e mi prese la mano, di nuovo, come due anni prima. Mi fece salire nell'altro appartamento ed andammo in camera sua. Non perse tempo e tolse la maglia, non aveva il reggiseno. I suoi seni erano piccoli e sodi li accarezzai, e incominciammo a limonare. Quando sentì che ero duro a puntino mi spogliò, si tolse i pantaloni e si sdraiò a gambe aperte, aspettandomi. Quando eravamo al piano inferiore mi sentivo navigato, adesso capivo che ancora la rincorrevo, ma non mi demoralizzai e iniziai a scoparla. La sentivo godere e anche a me piaceva stare dentro di lei. Mi disse di venirle dentro, e così feci. Restammo sdraiati uno di fianco all'altra per una decina di minuti, poi Monica si alzò e andò a frugare tra le sue cose. Tornò, si inginocchiò sul letto con le spalle appoggiate al materasso. Si leccò il medio e poi lo portò all'ano, infilando dentro. La guardavo, di sasso. Intanto però mi tornò durissimo. Quando giudicò che mi fossi riposato a sufficienza e mi fossi ripreso, prese il lubrificante che aveva recuperato prima e lo mise sull'ano, massaggiando e di nuovo penetrandosi, di disse di avvicinarsi e mi segò, lubrificando anche il mio pene, poi mi guardò in modo allusivo. Mi inginocchiai alle sue spalle e puntai il mio pene sul suo ano. La vidi rilassare tutti i muscoli che poteva, e il suo ano si aprì leggermente, ma era sempre stretto. Entrai. La pompai con delicatezza alcuni minuti, ma più di tanto non resistetti all'eccitazione del momento, e lei venni in culo, nello stesso momento venne anche lei, era pervasa da brividi e mugolava senza sosta. Ad un certo punto riprese il controllo e iniziò a contrarre l'ano, io ero sempre dentro di lei, e capii che era ora di uscire. Mi sdraiati e ci guardammo per diversi minuti.

Che altro dire, grazie Monica per avermi guidato nel mondo dell'amore e del sesso.
di
scritto il
2022-07-06
4 . 7 K
visite
7
voti
valutazione
3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Sulla spiaggia
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.