Una notte allo zoo
di
beast
genere
zoofilia
Erano le due passate da qualche minuto e, ne era certa, a parte il vecchio guardiano, era rimasta l'unico essere umano all'interno dello zoo.
Lavorava lì da oltre un anno ormai, conosceva il posto, i suoi orari, le abitudini dei vari inservienti e di molti animali.
Entrò di soppiatto nella struttura dedicata ai primati, solo le deboli luci di sicurezza illuminavano la grande volta dell'ambiente comune.
Il forte odore di stalla le colpì le narici, ma era un odore famigliare e non le dava fastidio per nulla, anzi le piaceva e stimolava i suoi sensi, avanzò e svoltò verso destra sempre più eccitata.
Proseguì rapidamente verso il padiglione dei gorilla, dentro il buio era ancora più fitto, ma in fondo alla grande gabbia si vedevano una serie di occhi brillare di un giallo luminescente.
A lato di questa serie di puntini gialli, un'altra coppia di occhi lanciava dei bagliori dorati, ma erano occhi molto più grandi, e il loro luccichio era decisamente più intenso.
Nel padiglione cominciarono a risuonare le voci allarmate delle altre scimmie, avevano percepito la sua presenza e se ne lamentavano infastidite e preoccupate.
Dalle vicine gabbie degli scimpanzé e dei mandrilli si levavano delle urla, un po' per la paura un po' di eccitazione, ma dalla gabbia dei gorilla non arrivava nessun rumore.
Anche loro l'avevano sicuramente sentita entrare, ma le femmine si sentivano protette dal loro maschio alfa e lui non aveva nessun timore, tanto meno di lei che, ormai da mesi si occupava del loro cibo, puliva la loro gabbia, era insomma diventata una presenza abituale.
Seduto sulla sua pedana di assi, aspettava di capire cosa stesse succedendo, di solito la notte non si vedeva mai comparire nessun umano all'interno del padiglione.
Jane estrasse dallo zainetto le chiavi che aveva preso nel gabbiotto degli inservienti, aprì il grosso lucchetto, tirò il chiavistello e apri la pesante porta di sbarre e si introdusse all'interno della gabbia.
Si spogliò velocemente e infilò gli abiti da lavoro ripiegati alla meglio nello zaino.
Il cuore le batteva forte, era già entrata in quella gabbia decine e decine di volte, ma i gorilla erano sempre rinchiusi in una delle due metà quando lei doveva pulire, mentre ora non ci sarebbe stata nessuna divisione tra loro.
Nella mente aveva solo immagini del grosso gorilla maschio che si confondevano e sovrapponevano ai rari filmati sull'accoppiamento dei gorilla in natura che era riuscita a trovare.
Aveva letto tutto quello che aveva trovato sull'argomento e si era fatta un'idea di come avrebbe dovuto approcciarsi per non essere aggredita e per stimolarlo all'accoppiamento, aveva studiato il grosso maschio per mesi, e non lo aveva mai visto aggredire una delle sue femmine del suo harem, ma era molto agitata ugualmente.
Si arrampicò sulla parte rialzata della gabbia e si fermò in attesa di vedere se qualcuno le si facesse incontro, nessuno si muoveva, nel padiglione era tornato un silenzio carico di aspettativa.
Si sedette sul pavimento di terra battuta, si tolse anche le mutandine, allargò le gambe e cominciò a sfiorarsi la passera, per eccitarsi e fare in modo che l'odore dei suoi umori vischiosi si diffondesse per l'aria stagnante e calda della gabbia.
Era già talmente eccitata che non ci volle molto per essere completamente bagnata, comincio ad ansimare sommessamente.
La pedana rialzata in fondo alla gabbia scricchiolò, lui aveva sentito l'odore della sua vagina eccitata, ma soprattutto doveva aver percepito quello ancora più particolare della sua ovulazione, che per un paio di giorni la rendeva una femmina fertile e quindi particolarmente interessante.
Lo sentì avvicinarsi, il pavimento di assi vibrava sotto il peso dei suoi passi lenti e circospetti.
Jane si girò pancia sotto, tenne il viso sul pavimento e sollevò il deretano in modo da presentargli ano e vagina bene in vista.
Restò completamente immobile col cuore che batteva a mille, solo indice e medio si muovevano ancora lentamente intorno al suo clitoride eretto.
Non lo poteva vedere, ma aveva gli occhi pieni delle immagini del gorilla, un grosso maschio alfa, di più di centocinquanta chili, dalla folta pelliccia, ormai argentata sulla schiena, le braccia enormi e possenti, il bel culo muscoloso, la grande bocca irta di denti massicci e letali.
Lo sentì avvicinarsi ancora, ormai doveva essere veramente vicino, poteva sentire il suo respiro profondo, sembrava quello di un grosso mantice, e soprattutto poteva sentirne l'odore, intenso, selvatico e maschio.
Lui si avvicinò ancora, le sue enormi narici vibravano sommessamente mentre sentivano fortissimo l'odore degli umori vaginali di Jane, era un poco differente da quello delle femmine della sua specie, era comunque un profumo molto interessante, anche se era diverso, più tenue e più dolce.
Avvicinò il muso al deretano della ragazza e annusò a lungo con le narici frementi, quasi come se stesse bevendo quell'odore di femmina in calore.
Jane sentì gli ispidi peli delle sua labbra sfiorarle la vagina e si lasciò andare in un lungo sospiro di eccitazione, un rivolo umido le scese lungo le cosce facendole leggermente il solletico.
L'odore dolce degli umori della ragazza dovette piacere particolarmente al bestione, perché annusò ancora più a fondo, avvicinando le narici, fino a sfregarle fortemente, insieme alle grosse labbra, contro la vagina fradicia di Jane.
Il gorilla socchiuse la bocca e con la punta della lingua toccò delicatamente le piccole labbra della ragazza, in modo da poter assaporare il gusto di quei fluidi che sempre più copiosi stavano fluendo dalla vagina eccitata.
Jane gemette e alzò ancora di più il sedere in modo da offrirgli più comodamente la figa fremente.
La grossa lingua rosa uscì di più e cominciò a darle delle leggere lappate, dal basso verso l'alto, allargandole le labbra e raccogliendo gli umori vaginali che continuavano a colare sempre più copiosamente.
Jane gemette e si morse un pugno per non urlare dal piacere e dalla voglia.
Le leccate ora erano decisamente più intense e profonde, probabilmente servivano per prepararla alla copula.
Le enormi mani del gorilla la ghermirono per i fianchi e la attirarono a sé con determinatezza ma senza
particolare violenza, stava dietro di lei e la teneva ferma con la forza incredibile, la attirò ancora di più verso di lui, il sedere della ragazza contro il suo pube, i due bacini premevano uno contro l'altro, il suo corpo enorme la sovrastava, le potenti braccia le circondavano i fianchi immobilizzandola.
Ad un certo punto Jane sentì la punta del pene del gorilla premerle contro la vagina, dandole dei colpi leggeri.
Nonostante fosse molto lubrificata, il pene, sembrava non trovare la strada per la penetrazione.
Allora lei infilò una mano sotto di sé, raggiunse la punta del pene del gorilla e la guidò nella corretta posizione.
Appena la punta fu entrata di pochi millimetri il gorilla cominciò a spingere e muovere il bacino avanti e indietro in modo da far entrare completamente il membro, sottile e appuntito.
Non ci volle molto perché Jane era così eccitata che la sua figa era lubrificata e pronta alla penetrazione.
Una volta che si rese conto di essere dentro di lei, il gorilla aumentò un poco il ritmo e la profondità delle spinte e cominciò a fotterla nella classica posizione alla pecorina.
Jane cercava di rimanere immobile il più possibile per paura di far arrabbiare il grosso maschio, ma lui non sembrava preoccupato per niente e prosegui con le sue spinte come se lei fosse una femmina di gorilla, una delle sue femmine.
La copula durò qualche minuto, con un ritmo particolarmente lento e regolare, purtroppo Jane era talmente tesa che non riuscì quasi a provare piacere, se non quando lo senti eiaculare dentro di lei, ma fu un piacere più di cerebrale che fisico.
Una volta finito, il gorilla si staccò, l'allontanò da se con un gesto non particolarmente tenero e si andò a sedere a due metri da lei.
Jane si ritrovò a giacere contro il pavimento, stordita ed esausta nonostante la scopata non fosse stata ne particolarmente violenta ne particolarmente lunga, sapeva che la pausa non sarebbe durata a lungo e infatti, dopo pochi minuti il grosso maschio si avvicinò nuovamente.
Lei sapeva da quello che aveva letto, che i gorilla possono andare avanti ad accoppiarsi per ore, ed era rimasta praticamente immobile, da quando lui si era staccato da lei solo pochi istanti prima, sempre accucciata a terra, con il petto contro il pavimento e il sedere ancora per aria e lo sperma che le colava lungo le cosce.
Lui le annusò a lungo la figa, ancora bollente e dilatata, le si posizionò nuovamente dietro, sempre accucciato e iniziò una seconda copula.
Questa volta il cazzo trovò la strada senza problemi e senza bisogno di essere indirizzato, questo secondo accoppiamento fu più lungo del primo, il ritmo era sempre regolare ma la presa meno serrata, come se lui si fidasse di più, e non temesse che lei volesse scappare.
Dopo qualche minuto lo sentì venire nuovamente nella sua pancia, poi sentì che si staccava di nuovo e vide che si sedeva a pochi metri di distanza da lei grattandosi tranquillamente una spalla.
Pochi minuti di pausa e si fece sotto nuovamente, questa volta però Jane era girata a pancia in su, le gambe piegate, le ginocchia che puntavano verso l'alto, lui non si fece problemi per la nuova posizione di questa strana femmina e, sempre accosciato si posizionò contro di lei e introdusse nuovamente il suo pene sottile e appuntito tra le labbra ancora farcite di sperma e ricominciò a muoversi lentamente avanti e indietro dentro di lei, mano a mano che la confidenza aumentava, le copule duravano di più, questa era la terza volta che la scopava e ora andava avanti senza sosta da almeno dieci minuti, con un ritmo sempre uguale, spinte lente e non particolarmente profonde, Jane si stava avvicinando all'orgasmo, era li lì per venire ma lui la batté sul tempo, con qualche colpo di reni più profondi e intensi la riempì nuovamente di sborra e si staccò di nuovo per sedersi a qualche metro da lei.
Ora Jane, un po' infastidita, ansimava senza ritegno, ci era arrivata così vicino e aveva assolutamente voglia, anzi un disperato bisogno di venire, per cui senza più preoccuparsi di come avrebbe reagito il grosso animale si portò una mano tra le gambe e cominciò a sgrillettarsi velocemente, dalla sua bocca uscivano dei mugolii molto simili a lamenti, la cosa
attirò l'attenzione dello scimmione che si avvicinò interessato, la prese per i fianchi e l'attirò nuovamente verso di se per ricominciare a fotterla, i mugolii della ragazza dovevano eccitarlo particolarmente, perché le sue spinte erano decisamente più rapide e profonde delle volte precedenti, il ritmo più incalzante, la presa delle sue grosse mani più forte.
Era proprio quello che ci voleva per lei, sentirsi posseduta, sentirsi sua, il suo orgasmo stava finalmente arrivando, si morse una mano ecco, ecco ahhhhh hahhhhh mmmmm venne, scuotendo il bacino, afferrò i polsi pelosi che la stringevano si aggrappò a loro e si tirò ancora più contro il pube del bestione, vennero praticamente insieme, lei gemendo e lui grugnendo eccitato come non mai.
Dio che roba, era stato incredibile, ora spossata, esausta come se avesse corso una maratona, cercava di riprendersi, mentre il cuore le batteva ancora come un forsennato e il petto le andava su e giù come un mantice.
Il gorilla si allontanò per l'ennesima volta, ma ora per la ragazza era sufficiente, si mise a carponi, raccolse il suo zainetto e un po' barcollante, sulle gambe malferme, raggiunse velocemente il cancello e sgusciò fuori dalla gabbia.
Si rivestì in fretta, mentre lo sperma del gorilla le colava ancora lungo le cosce tremanti, e veloce come era venuta, uscì dal padiglione dei primati e raggiunse lo spogliatoio e si nascose in attesa che lo zoo riaprisse o almeno che i suoi colleghi arrivassero.
Che esperienza incredibile, era esausta ma soddisfatta e felice e si addormentò come un ghiro, pensando che lo avrebbe dovuto rifare quanto prima.
Lavorava lì da oltre un anno ormai, conosceva il posto, i suoi orari, le abitudini dei vari inservienti e di molti animali.
Entrò di soppiatto nella struttura dedicata ai primati, solo le deboli luci di sicurezza illuminavano la grande volta dell'ambiente comune.
Il forte odore di stalla le colpì le narici, ma era un odore famigliare e non le dava fastidio per nulla, anzi le piaceva e stimolava i suoi sensi, avanzò e svoltò verso destra sempre più eccitata.
Proseguì rapidamente verso il padiglione dei gorilla, dentro il buio era ancora più fitto, ma in fondo alla grande gabbia si vedevano una serie di occhi brillare di un giallo luminescente.
A lato di questa serie di puntini gialli, un'altra coppia di occhi lanciava dei bagliori dorati, ma erano occhi molto più grandi, e il loro luccichio era decisamente più intenso.
Nel padiglione cominciarono a risuonare le voci allarmate delle altre scimmie, avevano percepito la sua presenza e se ne lamentavano infastidite e preoccupate.
Dalle vicine gabbie degli scimpanzé e dei mandrilli si levavano delle urla, un po' per la paura un po' di eccitazione, ma dalla gabbia dei gorilla non arrivava nessun rumore.
Anche loro l'avevano sicuramente sentita entrare, ma le femmine si sentivano protette dal loro maschio alfa e lui non aveva nessun timore, tanto meno di lei che, ormai da mesi si occupava del loro cibo, puliva la loro gabbia, era insomma diventata una presenza abituale.
Seduto sulla sua pedana di assi, aspettava di capire cosa stesse succedendo, di solito la notte non si vedeva mai comparire nessun umano all'interno del padiglione.
Jane estrasse dallo zainetto le chiavi che aveva preso nel gabbiotto degli inservienti, aprì il grosso lucchetto, tirò il chiavistello e apri la pesante porta di sbarre e si introdusse all'interno della gabbia.
Si spogliò velocemente e infilò gli abiti da lavoro ripiegati alla meglio nello zaino.
Il cuore le batteva forte, era già entrata in quella gabbia decine e decine di volte, ma i gorilla erano sempre rinchiusi in una delle due metà quando lei doveva pulire, mentre ora non ci sarebbe stata nessuna divisione tra loro.
Nella mente aveva solo immagini del grosso gorilla maschio che si confondevano e sovrapponevano ai rari filmati sull'accoppiamento dei gorilla in natura che era riuscita a trovare.
Aveva letto tutto quello che aveva trovato sull'argomento e si era fatta un'idea di come avrebbe dovuto approcciarsi per non essere aggredita e per stimolarlo all'accoppiamento, aveva studiato il grosso maschio per mesi, e non lo aveva mai visto aggredire una delle sue femmine del suo harem, ma era molto agitata ugualmente.
Si arrampicò sulla parte rialzata della gabbia e si fermò in attesa di vedere se qualcuno le si facesse incontro, nessuno si muoveva, nel padiglione era tornato un silenzio carico di aspettativa.
Si sedette sul pavimento di terra battuta, si tolse anche le mutandine, allargò le gambe e cominciò a sfiorarsi la passera, per eccitarsi e fare in modo che l'odore dei suoi umori vischiosi si diffondesse per l'aria stagnante e calda della gabbia.
Era già talmente eccitata che non ci volle molto per essere completamente bagnata, comincio ad ansimare sommessamente.
La pedana rialzata in fondo alla gabbia scricchiolò, lui aveva sentito l'odore della sua vagina eccitata, ma soprattutto doveva aver percepito quello ancora più particolare della sua ovulazione, che per un paio di giorni la rendeva una femmina fertile e quindi particolarmente interessante.
Lo sentì avvicinarsi, il pavimento di assi vibrava sotto il peso dei suoi passi lenti e circospetti.
Jane si girò pancia sotto, tenne il viso sul pavimento e sollevò il deretano in modo da presentargli ano e vagina bene in vista.
Restò completamente immobile col cuore che batteva a mille, solo indice e medio si muovevano ancora lentamente intorno al suo clitoride eretto.
Non lo poteva vedere, ma aveva gli occhi pieni delle immagini del gorilla, un grosso maschio alfa, di più di centocinquanta chili, dalla folta pelliccia, ormai argentata sulla schiena, le braccia enormi e possenti, il bel culo muscoloso, la grande bocca irta di denti massicci e letali.
Lo sentì avvicinarsi ancora, ormai doveva essere veramente vicino, poteva sentire il suo respiro profondo, sembrava quello di un grosso mantice, e soprattutto poteva sentirne l'odore, intenso, selvatico e maschio.
Lui si avvicinò ancora, le sue enormi narici vibravano sommessamente mentre sentivano fortissimo l'odore degli umori vaginali di Jane, era un poco differente da quello delle femmine della sua specie, era comunque un profumo molto interessante, anche se era diverso, più tenue e più dolce.
Avvicinò il muso al deretano della ragazza e annusò a lungo con le narici frementi, quasi come se stesse bevendo quell'odore di femmina in calore.
Jane sentì gli ispidi peli delle sua labbra sfiorarle la vagina e si lasciò andare in un lungo sospiro di eccitazione, un rivolo umido le scese lungo le cosce facendole leggermente il solletico.
L'odore dolce degli umori della ragazza dovette piacere particolarmente al bestione, perché annusò ancora più a fondo, avvicinando le narici, fino a sfregarle fortemente, insieme alle grosse labbra, contro la vagina fradicia di Jane.
Il gorilla socchiuse la bocca e con la punta della lingua toccò delicatamente le piccole labbra della ragazza, in modo da poter assaporare il gusto di quei fluidi che sempre più copiosi stavano fluendo dalla vagina eccitata.
Jane gemette e alzò ancora di più il sedere in modo da offrirgli più comodamente la figa fremente.
La grossa lingua rosa uscì di più e cominciò a darle delle leggere lappate, dal basso verso l'alto, allargandole le labbra e raccogliendo gli umori vaginali che continuavano a colare sempre più copiosamente.
Jane gemette e si morse un pugno per non urlare dal piacere e dalla voglia.
Le leccate ora erano decisamente più intense e profonde, probabilmente servivano per prepararla alla copula.
Le enormi mani del gorilla la ghermirono per i fianchi e la attirarono a sé con determinatezza ma senza
particolare violenza, stava dietro di lei e la teneva ferma con la forza incredibile, la attirò ancora di più verso di lui, il sedere della ragazza contro il suo pube, i due bacini premevano uno contro l'altro, il suo corpo enorme la sovrastava, le potenti braccia le circondavano i fianchi immobilizzandola.
Ad un certo punto Jane sentì la punta del pene del gorilla premerle contro la vagina, dandole dei colpi leggeri.
Nonostante fosse molto lubrificata, il pene, sembrava non trovare la strada per la penetrazione.
Allora lei infilò una mano sotto di sé, raggiunse la punta del pene del gorilla e la guidò nella corretta posizione.
Appena la punta fu entrata di pochi millimetri il gorilla cominciò a spingere e muovere il bacino avanti e indietro in modo da far entrare completamente il membro, sottile e appuntito.
Non ci volle molto perché Jane era così eccitata che la sua figa era lubrificata e pronta alla penetrazione.
Una volta che si rese conto di essere dentro di lei, il gorilla aumentò un poco il ritmo e la profondità delle spinte e cominciò a fotterla nella classica posizione alla pecorina.
Jane cercava di rimanere immobile il più possibile per paura di far arrabbiare il grosso maschio, ma lui non sembrava preoccupato per niente e prosegui con le sue spinte come se lei fosse una femmina di gorilla, una delle sue femmine.
La copula durò qualche minuto, con un ritmo particolarmente lento e regolare, purtroppo Jane era talmente tesa che non riuscì quasi a provare piacere, se non quando lo senti eiaculare dentro di lei, ma fu un piacere più di cerebrale che fisico.
Una volta finito, il gorilla si staccò, l'allontanò da se con un gesto non particolarmente tenero e si andò a sedere a due metri da lei.
Jane si ritrovò a giacere contro il pavimento, stordita ed esausta nonostante la scopata non fosse stata ne particolarmente violenta ne particolarmente lunga, sapeva che la pausa non sarebbe durata a lungo e infatti, dopo pochi minuti il grosso maschio si avvicinò nuovamente.
Lei sapeva da quello che aveva letto, che i gorilla possono andare avanti ad accoppiarsi per ore, ed era rimasta praticamente immobile, da quando lui si era staccato da lei solo pochi istanti prima, sempre accucciata a terra, con il petto contro il pavimento e il sedere ancora per aria e lo sperma che le colava lungo le cosce.
Lui le annusò a lungo la figa, ancora bollente e dilatata, le si posizionò nuovamente dietro, sempre accucciato e iniziò una seconda copula.
Questa volta il cazzo trovò la strada senza problemi e senza bisogno di essere indirizzato, questo secondo accoppiamento fu più lungo del primo, il ritmo era sempre regolare ma la presa meno serrata, come se lui si fidasse di più, e non temesse che lei volesse scappare.
Dopo qualche minuto lo sentì venire nuovamente nella sua pancia, poi sentì che si staccava di nuovo e vide che si sedeva a pochi metri di distanza da lei grattandosi tranquillamente una spalla.
Pochi minuti di pausa e si fece sotto nuovamente, questa volta però Jane era girata a pancia in su, le gambe piegate, le ginocchia che puntavano verso l'alto, lui non si fece problemi per la nuova posizione di questa strana femmina e, sempre accosciato si posizionò contro di lei e introdusse nuovamente il suo pene sottile e appuntito tra le labbra ancora farcite di sperma e ricominciò a muoversi lentamente avanti e indietro dentro di lei, mano a mano che la confidenza aumentava, le copule duravano di più, questa era la terza volta che la scopava e ora andava avanti senza sosta da almeno dieci minuti, con un ritmo sempre uguale, spinte lente e non particolarmente profonde, Jane si stava avvicinando all'orgasmo, era li lì per venire ma lui la batté sul tempo, con qualche colpo di reni più profondi e intensi la riempì nuovamente di sborra e si staccò di nuovo per sedersi a qualche metro da lei.
Ora Jane, un po' infastidita, ansimava senza ritegno, ci era arrivata così vicino e aveva assolutamente voglia, anzi un disperato bisogno di venire, per cui senza più preoccuparsi di come avrebbe reagito il grosso animale si portò una mano tra le gambe e cominciò a sgrillettarsi velocemente, dalla sua bocca uscivano dei mugolii molto simili a lamenti, la cosa
attirò l'attenzione dello scimmione che si avvicinò interessato, la prese per i fianchi e l'attirò nuovamente verso di se per ricominciare a fotterla, i mugolii della ragazza dovevano eccitarlo particolarmente, perché le sue spinte erano decisamente più rapide e profonde delle volte precedenti, il ritmo più incalzante, la presa delle sue grosse mani più forte.
Era proprio quello che ci voleva per lei, sentirsi posseduta, sentirsi sua, il suo orgasmo stava finalmente arrivando, si morse una mano ecco, ecco ahhhhh hahhhhh mmmmm venne, scuotendo il bacino, afferrò i polsi pelosi che la stringevano si aggrappò a loro e si tirò ancora più contro il pube del bestione, vennero praticamente insieme, lei gemendo e lui grugnendo eccitato come non mai.
Dio che roba, era stato incredibile, ora spossata, esausta come se avesse corso una maratona, cercava di riprendersi, mentre il cuore le batteva ancora come un forsennato e il petto le andava su e giù come un mantice.
Il gorilla si allontanò per l'ennesima volta, ma ora per la ragazza era sufficiente, si mise a carponi, raccolse il suo zainetto e un po' barcollante, sulle gambe malferme, raggiunse velocemente il cancello e sgusciò fuori dalla gabbia.
Si rivestì in fretta, mentre lo sperma del gorilla le colava ancora lungo le cosce tremanti, e veloce come era venuta, uscì dal padiglione dei primati e raggiunse lo spogliatoio e si nascose in attesa che lo zoo riaprisse o almeno che i suoi colleghi arrivassero.
Che esperienza incredibile, era esausta ma soddisfatta e felice e si addormentò come un ghiro, pensando che lo avrebbe dovuto rifare quanto prima.
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