Il cane della mia vicina
di
beast
genere
zoofilia
Mi ero trasferita a Milano una decina di anni fa per andare all’università, in realtà abitavo a Rho, perché a Milano gli affitti delle case erano assolutamente al di fuori della mia portata, o meglio al di fuori delle possibilità dei miei genitori.
Alla fine non ero riuscita a laurearmi ma avendo trovato lavoro come commessa in un negozio del centro, avevo deciso di fermarmi.
Abitavo in un appartamento piccolo ma carino vicino alla stazione e mi trovavo benissimo.
Una sera verso le otto sentii il campanello suonare.
Andai ad aprire ed era la mia vicina che, tutta agitata mi chiese se potessi farle un enorme piacere.
Doveva andare per qualche giorno dai suoi genitori in Calabria e non sapeva a chi lasciare il suo cane.
Lo conoscevo bene, era un bel cagnone simpatico, un pastore tedesco, buono e tranquillo per cui, mettendomi nei panni di una che, come me, aveva i genitori lontani, decisi di accettare ed aiutarla.
Carmela, così si chiamava la mia vicina mi abbracciò forte non smettendo più di ringraziarmi commossa.
E dopo una mezz’ora eccola di nuovo alla mia porta con le valige, il cane al guinzaglio, una brandina e un enorme sacco di croccantini per cani.
Così mi ritrovai di botto in compagnia di un grosso cane, seduto nel mio piccolo soggiorno che mi guardava incuriosito.
Decisi di far che portarlo fuori a fare i suoi bisogni, così poi mi sarei potuta rilassare senza dover più pensare a lui.
Rientrammo dopo una mezz’ora di passeggiata, mi feci una doccia e mi cambiai.
Mi sentivo un po’ a disagio nel girare per casa in mutandine e canottierina con ‘sto animale che mi seguiva ovunque andassi, ma era estate e faceva troppo caldo per farsi dei problemi, del resto “è solo un cane” mi dissi, cosa vuoi che gliene freghi che io sia vestita o mezza nuda.
Mi spaparanzai sul divano per godermi un bel film su Netflix mentre lui gironzolava annusando dappertutto.
Mi sfilali le infradito e mi sdraiai sulla chaise-longue del divano, subito zen arrivò ad annusarmi e cercare di leccarmi le dita dei piedi, facendomi un solletico bestiale.
Mi misi a ridere come una pazza, non potevo proprio resistere al solletico, mi raggomitolai cercando di sfuggire alle sue leccate, ma così facendo gli offrii incautamente il fondo schiena mettendolo pericolosamente alla sua portata.
Infatti subito quel fetente mi infilò il naso umido tra le natiche, facendomi urlare e ridere nello stesso tempo.
Più ridevo e più cercavo di tenerlo lontano dal mio sedere e più lui si eccitava.
E anche io, devo ammetterlo mi stavo eccitando non poco.
Era da parecchio che non avevo un ragazzo e sentire la sua voglia animalesca aveva cominciato a farmi bagnare.
Era evidente che lui percepisse la mia eccitazione, infatti non c’era più verso di calmarlo.
Mi girava intorno eccitato come un mandrillo in calore.
Decisi di lasciarmi andare, tanto che sarebbe potuto succedere di male, magari si sarebbe calmato.
Così allargai le gambe e lasciai che potesse annusarmi bene in mezzo alle cosce.
Lui mi piantò il naso proprio lì in mezzo e cominciò ad annusare intensamene e a darmi qualche leccata, anche se indossavo ancora le mutandine.
La sua lingua era lunghissima, calda e mobile e riusciva ad arrivare alle mie grandi labbra passando di lato al tessuto degli slip.
Ero eccitata da morire, nessuno mai mi aveva leccato la figa in quel modo.
Dovevo proprio essere impazzita, ma avevo troppo voglia di vedere come sarebbe andata a finire, così mi sfilai le mutandine, ormai completamente fradice e mi girai a faccia in giù sul divano.
Zen non spettava altro, mi saltò in groppa e mi bloccò ai fianchi stringendomi forte con le sue zampe anteriori.
Cominciò a darmi dei leggeri colpi di reni mimando la copula, io sentivo la punta del suo pene darmi altrettanti colpetti sulle grandi labbra, evidentemente cercando l’entrata, doveva avere un pene a punta e in effetti mi ricordai di averlo visto spuntare in qualche occasione, una piccola cappella rossa, umida e appuntita, non mi sembrava di ricordare che fosse particolarmente grande, per cui non mi preoccupai di come sarebbe potuta andare.
Ero talmente fradicia ed eccitata che non ci volle molto perché trovasse l’ingresso alla mia figa.
Lo sentii entrare con la punta, e quello che fino a un minuto fa sembrava un approccio timido e delicato si trasformò in un assalto bestiale, senza che potessi avere nessun controllo.
Zen cominciò a fottermi come un pazzo, e ora che il suo cazzo era dentro mi stava letteralmente bombardando di colpi velocissimi e sempre più profondi, io letteralmente urlavo per l'intensità della penetrazione e per un piacere talmente intenso che in breve sentivo che stava per arrivare l'orgasmo.
Sentii che il pene si gonfiava a dismisura premendo sulle pareti della mia vagina, doveva essere diventato almeno il doppio o il triplo di quello che avevo visto comparire tra le sue cosce pelose.
provocandomi un godimento che non avevo mai provato in vita mia.
Ad un certo punto dovette arrivare al culmine anche lui, perché si bloccò di botto, stringendomi ancora più forte a sé e sentii che il suo cazzo cominciò a pulsare e poi a schizzare, riempiendomi la pancia di sborra bollente.
Probabilmente anche lui, come me, non scopava da mesi perché mi senbrava di venir farcita da litri e litri di roba, tanto che la sentivo sprizzare fuori dalla figa e colarmi in caldi rivoli lungo le cosce.
Rimanemmo agganciati immobili per diversi minuti fino a quando non lo sentii scendere dalla mia schiena e mettersi girato in senso opposto, i nostri sessi rimanevano sempre agganciati e noi con loro.
Passarono diversi minuti e sentii che stava per sganciarsi, un intenso plop e qualche litro di broda che mi colava dalla figa giù per le cosce mi fece capire che era finalmente riuscito ad estrarre il cazzo dalla mia vagina.
Ero esausta, come se fossi finita sotto uno schiacciasassi, ma Zen era solo in pausa e si stava ricaricando per il secondo round della serata, infatti dopo una decina di minuti in cui ero talmente esausta e sopraffatta da no riuscire a muovermi nemmeno di un millimetro, lo sentii avvicinarsi nuovamente, mi diede qualche leccata alla figa per prepararla alla penetrazione e saltarmi nuovamente sulla schiena.
Sentii nuovamente la punta del suo pene muoversi convulsamente per cercare l'apertura tra le labbra della mia vagina e poi entrare, due tre colpi per farlo penetrare completamente e poi di nuovo un assalto bestiale con colpi così veloci, profondi e intensi da farmi urlare nuovamente dal piacere.
Questa volta la copula andò avanti un po' più della prima ma il risultato fu lo stesso, un secondo orgasmo pazzesco e la figa che veniva riempita nuovamente di sperma canino caldo e vischioso.
Le pause che il mio amante a quattro zampe si prendeva tra una scopata e l'atra diventavano via, via più lunghi, ma gli assalti di Zen andarono avanti praticamente tutta la notte, fino a che, verso le sei si allontanò e si andò a sdraiare sulla sua brandina, leccandosi delicatamente il cazzo che ormai doveva dolergli almeno quanto a me doleva la figa.
con estrema fatica mi alzai e mi diressi verso il bagno, camminavo a gambe larghe per il dolore nel basso ventre, mentre fiumi di sborra canina mi colavano lungo le cosce e i polpacci.
Mi infilai nella doccia cercando di rivivere a mente fredda quella incredibile notte e immaginando come sarebbe stata la notte successiva e già mi prendeva la voglia di essere scopata nuovamente dal mio amante a quattro zampe...
Alla fine non ero riuscita a laurearmi ma avendo trovato lavoro come commessa in un negozio del centro, avevo deciso di fermarmi.
Abitavo in un appartamento piccolo ma carino vicino alla stazione e mi trovavo benissimo.
Una sera verso le otto sentii il campanello suonare.
Andai ad aprire ed era la mia vicina che, tutta agitata mi chiese se potessi farle un enorme piacere.
Doveva andare per qualche giorno dai suoi genitori in Calabria e non sapeva a chi lasciare il suo cane.
Lo conoscevo bene, era un bel cagnone simpatico, un pastore tedesco, buono e tranquillo per cui, mettendomi nei panni di una che, come me, aveva i genitori lontani, decisi di accettare ed aiutarla.
Carmela, così si chiamava la mia vicina mi abbracciò forte non smettendo più di ringraziarmi commossa.
E dopo una mezz’ora eccola di nuovo alla mia porta con le valige, il cane al guinzaglio, una brandina e un enorme sacco di croccantini per cani.
Così mi ritrovai di botto in compagnia di un grosso cane, seduto nel mio piccolo soggiorno che mi guardava incuriosito.
Decisi di far che portarlo fuori a fare i suoi bisogni, così poi mi sarei potuta rilassare senza dover più pensare a lui.
Rientrammo dopo una mezz’ora di passeggiata, mi feci una doccia e mi cambiai.
Mi sentivo un po’ a disagio nel girare per casa in mutandine e canottierina con ‘sto animale che mi seguiva ovunque andassi, ma era estate e faceva troppo caldo per farsi dei problemi, del resto “è solo un cane” mi dissi, cosa vuoi che gliene freghi che io sia vestita o mezza nuda.
Mi spaparanzai sul divano per godermi un bel film su Netflix mentre lui gironzolava annusando dappertutto.
Mi sfilali le infradito e mi sdraiai sulla chaise-longue del divano, subito zen arrivò ad annusarmi e cercare di leccarmi le dita dei piedi, facendomi un solletico bestiale.
Mi misi a ridere come una pazza, non potevo proprio resistere al solletico, mi raggomitolai cercando di sfuggire alle sue leccate, ma così facendo gli offrii incautamente il fondo schiena mettendolo pericolosamente alla sua portata.
Infatti subito quel fetente mi infilò il naso umido tra le natiche, facendomi urlare e ridere nello stesso tempo.
Più ridevo e più cercavo di tenerlo lontano dal mio sedere e più lui si eccitava.
E anche io, devo ammetterlo mi stavo eccitando non poco.
Era da parecchio che non avevo un ragazzo e sentire la sua voglia animalesca aveva cominciato a farmi bagnare.
Era evidente che lui percepisse la mia eccitazione, infatti non c’era più verso di calmarlo.
Mi girava intorno eccitato come un mandrillo in calore.
Decisi di lasciarmi andare, tanto che sarebbe potuto succedere di male, magari si sarebbe calmato.
Così allargai le gambe e lasciai che potesse annusarmi bene in mezzo alle cosce.
Lui mi piantò il naso proprio lì in mezzo e cominciò ad annusare intensamene e a darmi qualche leccata, anche se indossavo ancora le mutandine.
La sua lingua era lunghissima, calda e mobile e riusciva ad arrivare alle mie grandi labbra passando di lato al tessuto degli slip.
Ero eccitata da morire, nessuno mai mi aveva leccato la figa in quel modo.
Dovevo proprio essere impazzita, ma avevo troppo voglia di vedere come sarebbe andata a finire, così mi sfilai le mutandine, ormai completamente fradice e mi girai a faccia in giù sul divano.
Zen non spettava altro, mi saltò in groppa e mi bloccò ai fianchi stringendomi forte con le sue zampe anteriori.
Cominciò a darmi dei leggeri colpi di reni mimando la copula, io sentivo la punta del suo pene darmi altrettanti colpetti sulle grandi labbra, evidentemente cercando l’entrata, doveva avere un pene a punta e in effetti mi ricordai di averlo visto spuntare in qualche occasione, una piccola cappella rossa, umida e appuntita, non mi sembrava di ricordare che fosse particolarmente grande, per cui non mi preoccupai di come sarebbe potuta andare.
Ero talmente fradicia ed eccitata che non ci volle molto perché trovasse l’ingresso alla mia figa.
Lo sentii entrare con la punta, e quello che fino a un minuto fa sembrava un approccio timido e delicato si trasformò in un assalto bestiale, senza che potessi avere nessun controllo.
Zen cominciò a fottermi come un pazzo, e ora che il suo cazzo era dentro mi stava letteralmente bombardando di colpi velocissimi e sempre più profondi, io letteralmente urlavo per l'intensità della penetrazione e per un piacere talmente intenso che in breve sentivo che stava per arrivare l'orgasmo.
Sentii che il pene si gonfiava a dismisura premendo sulle pareti della mia vagina, doveva essere diventato almeno il doppio o il triplo di quello che avevo visto comparire tra le sue cosce pelose.
provocandomi un godimento che non avevo mai provato in vita mia.
Ad un certo punto dovette arrivare al culmine anche lui, perché si bloccò di botto, stringendomi ancora più forte a sé e sentii che il suo cazzo cominciò a pulsare e poi a schizzare, riempiendomi la pancia di sborra bollente.
Probabilmente anche lui, come me, non scopava da mesi perché mi senbrava di venir farcita da litri e litri di roba, tanto che la sentivo sprizzare fuori dalla figa e colarmi in caldi rivoli lungo le cosce.
Rimanemmo agganciati immobili per diversi minuti fino a quando non lo sentii scendere dalla mia schiena e mettersi girato in senso opposto, i nostri sessi rimanevano sempre agganciati e noi con loro.
Passarono diversi minuti e sentii che stava per sganciarsi, un intenso plop e qualche litro di broda che mi colava dalla figa giù per le cosce mi fece capire che era finalmente riuscito ad estrarre il cazzo dalla mia vagina.
Ero esausta, come se fossi finita sotto uno schiacciasassi, ma Zen era solo in pausa e si stava ricaricando per il secondo round della serata, infatti dopo una decina di minuti in cui ero talmente esausta e sopraffatta da no riuscire a muovermi nemmeno di un millimetro, lo sentii avvicinarsi nuovamente, mi diede qualche leccata alla figa per prepararla alla penetrazione e saltarmi nuovamente sulla schiena.
Sentii nuovamente la punta del suo pene muoversi convulsamente per cercare l'apertura tra le labbra della mia vagina e poi entrare, due tre colpi per farlo penetrare completamente e poi di nuovo un assalto bestiale con colpi così veloci, profondi e intensi da farmi urlare nuovamente dal piacere.
Questa volta la copula andò avanti un po' più della prima ma il risultato fu lo stesso, un secondo orgasmo pazzesco e la figa che veniva riempita nuovamente di sperma canino caldo e vischioso.
Le pause che il mio amante a quattro zampe si prendeva tra una scopata e l'atra diventavano via, via più lunghi, ma gli assalti di Zen andarono avanti praticamente tutta la notte, fino a che, verso le sei si allontanò e si andò a sdraiare sulla sua brandina, leccandosi delicatamente il cazzo che ormai doveva dolergli almeno quanto a me doleva la figa.
con estrema fatica mi alzai e mi diressi verso il bagno, camminavo a gambe larghe per il dolore nel basso ventre, mentre fiumi di sborra canina mi colavano lungo le cosce e i polpacci.
Mi infilai nella doccia cercando di rivivere a mente fredda quella incredibile notte e immaginando come sarebbe stata la notte successiva e già mi prendeva la voglia di essere scopata nuovamente dal mio amante a quattro zampe...
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