Avventure in cantiere

di
genere
zoofilia

ATTENZIONE: racconto gay !!!
A settembre avevo cominciato a seguire i lavori di ristrutturazione di un appartamento al piano terra di una bifamiliare.
I proprietari si erano provvisoriamente trasferiti per qualche mese in un altro appartamento appositamente affittato, ma avevano lasciato in giardino il loro cane, e venivano ogni sera per dargli da mangiare cambiare l’acqua della ciotola.
Era un enorme cane pastore di qualche specie che non ricordo, forse australiano o chissà.
Grande e massiccio ma di buon carattere e non avrebbe dato problemi agli operai che sarebbero andati e venuti durante i lavori.
Avrà avuto quarto o cinque anni, era quindi nel pieno della potenza fisica, alto e muscoloso, dal pelo folto, di tre colori diversi e anche gli occhi erano uno color nocciola e uno azzurro.
Ormai mi conosceva bene e ogni volta che andavo a fare un sopralluogo mi veniva sempre incontro per farsi fare due carezze.
Mi ero presto innamorato di questo bellissimo cagnone e non aspettavo altro che di restare da solo con lui, mi ricordava il primo cane con cui avevo avuto una relazione, non so se capite cosa intendo, era stato praticamente il mio primo fidanzato… un bellissimo pastore tedesco che, ancora oggi mi faceva struggere di nostalgia.
Tornando al cane dei miei clienti, ogni volta che passavo in cantiere gli facevo sempre delle coccole, e qualche volta gli avevo anche accarezzato il pene e i testicoli, ma sempre molto velocemente, perché avevo troppa paura di essere visto da qualcuno.
Comunque aveva un gran bell’arnese e se lo faceva toccare volentieri, anzi, quando arrivavo mi si metteva di fianco, appoggiandosi alle mie cosce, proprio per farmi capire che quelle carezze gli piacevano assai.
E così, il primo sabato utile mi ero recato in cantiere, tranquillo del fatto che non avrei trovato nessun operaio al lavoro.
Come ho detto, i padroni di Flash, così si chiamava il cagnone, venivano sempre alla sera, ed ero sicuro che non li avrei incontrati.
Aprii il cancello del giardino con la copia di chiavi che mi avevano fornito ed entrai.
Flash mi corse incontro tutto allegro e mi leccò il palmo della mano che gli offrivo e si mangiò golosamente i due biscottini che come sempre gli portavo.
Mi chinai alla sua altezza e mi feci leccare anche la faccia, non aveva nemmeno un alito troppo cattivo visto che non mangiava dalla sera prima.
Mi rialzai, erano bastate quelle leccate per farmelo già diventare barzotto, mi spostai in una zona del giardino molto appartata per essere sicuro di non essere visto da nessun vicino, ma ero abbastanza tranquillo, la recinzione era completamente oscurata da una stuoia verde e anche i vicini che condividevano la bifamiliare erano fuori per tutto il weekend.
Flash mi seguiva sperando in qualche altro biscottino, o anche qualcosa di meglio…
Misi sull’erba la vecchia coperta che mi ero portato per evitare di sporcarmi e mi sedetti.
Flash mi aggredì subito festoso, cercando di giocare, io lo spingevo via e lui tornava alla carica.
La scena si ripetè per un po’ facendo eccitare sempre di più, infatti ogni tanto cercava di mettermi una zampa sulla schiena per saltarmi in groppa.
Finalmente mi girai in modo da mostrargli il sedere e lo lascia fare, lui subito mi saltò addosso, mi abbrancò con le zampe anteriori bloccandomi con forza e cercò di montarmi.
Ero ancora completamente vestito, per cui la cosa ovviamente non gli riusciva.
Però lo eccitava sempre di più.
Scendeva e riprovava, senza ovviamente nessuna possibilità di trovare un buco utile.
Così mi sfilai le scarpe, i calzoni e le mutande appendendole a un ramo basso.
Tenni solo la polo in modo che mi proteggesse i fianchi e la schiena dai graffi che Flash avrebbe potuto causarmi con le unghie mentre mi saltava in groppa.
Girai ancora un paio di volte su me stesso, allontanandolo in malo modo, per farlo eccitare ancora un po’, anche se non ce ne fu bisogno, perché era già più che pronto.
La punta rosa del suo pene era già fuori e schizzava roba da tutte le parti.
Era giunto il momento e così mi girai in modo da offrirgli il fondoschiena.
Flash aveva evidentemente capito che adesso si sarebbe fatto sul serio, mi diede qualche bella leccata al buco del culo, facendomi provare i primi brividi di piacere e poi mi balzò sulla schiena.
Mi strinse i fianchi con le sue zampe anteriori e il suo pene cominciò a cercare la via per fottermi.
Non ci volle molto in effetti alla punta del suo cazzo per infilarsi nel posto giusto, la sentii entrare e darmi i primi colpi, e gli bastò un attimo per essere completamente dentro.
Non passò nemmeno un secondo da quando la punta del suo cazzo fu dentro che Flash cominciò a fottermi selvaggiamente.
Mi misi ad urlare, non tanto per il dolore, quanto per la sorpresa di tale foga.
Anche perché il suo cazzo non era ancora cresciuto al massimo ed era viscido e scivoloso, e l'ingresso al mio deretano era talmente lubrificato dalle sue leccate e dai suoi schizzi di precum da consentire un facile accesso anche a cazzi ben più grossi.
Ma in effetti, man mano che mi fotteva, sentivo la sua dimensione aumentare sempre di più.
Adesso mi sembrava veramente al limite di quanto potessi accettare, lo sentivo riempirmi tutto, completamente, sentivo la sua forma andare avanti e indietro, aderendo e pressando sulle pareti del mio sfintere, facendomi godere come non avevo mai goduto mai.
Mi stringeva tirandomi a sé e mi scopava senza darmi quasi la possibilità di respirare.
Sentivo i suoi grossi coglioni sbattermi contro le natiche e capii che stava arrivando alla fine di quella prima monta.
Si immobilizzò, stringendomi ancora più forte e impedendomi di scappare da lui e mi sborrò dentro tutto il suo piacere, sembrava averne dei litri, sentii che il suo sperma mi colava fuori dal culo, scendendomi lungo le cosce in rivoli caldi, poi tutto si fermò, lui era sempre agganciato a me, con la lingua penzoloni che si adagiava alla mia spalla destra lasciando colare la sua bava calda lungo il mio corpo.
Io stavo ancora godendo, sentivo le pareti del mio sfintere pulsare di piacere quasi all’unisono con le pulsazioni del suo cazzo che ancora non aveva smesso di vibrare.
Ad un certo punto lui si girò dandomi la schiena e restammo almeno dieci minuti culo contro culo aspettando che il suo pene si sgonfiasse.
Appena gli fu possibile lo estrasse da me con un sonoro “ploff” e altri rivoli di broda calda ripresero a colare fuori dal mio ano.
Ero esausto, e anche Flash sembrava provato dalla performance, si mise a due metri da me con tre palmi di lingua che gli penzolavano dalla bocca e il grosso cazzo, ancora bello gonfio, che ondeggiava su e giù al ritmo del suo respiro.
Ci volle un po’ perché ci riprendessimo, ma entrambi sapevamo che quello non era altro che il primo round.
di
scritto il
2024-11-11
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