Il mio papà 3°
di
Andrea2022
genere
incesti
Riprende il racconto Alice:
Frequentavo la 2° ginnasio quando mi ero preso una cotta per il prof. di filosofia.
A quel tempo ero talmente avanti dal punto di vista della mia emancipazione come donna e soprattutto, a causa dei miei modi disinvolti, venivo considerata alla stregua di una puttanella anche se dai ragazzi coi quali avevo flirtato, non ero mai andata oltre una toccatina della mia farfalla o delle tettine ed una sega per farli venire nel fazzoletto per calmare le loro focosità.
Sicuramente qualcuno di loro si sarà vantato raccontando chissà cosa che io mi guardavo bene dal confermare o smentire facendo così morire di rabbia le ragazze invidiose ed i ragazzi che mi filavano senza successo.
Tra tutti vi era una sola ragazza, la mia amica Laura che sapeva tutto e con la quale mi scompisciavo di risate quando le raccontavo come fossero andate realmente le cose.
Laura non era solo la mia amica del cuore e confidente ma era anche la persona con la quale sperimentavo certi giochi che avevo in mente e che ci faceva godere da matte quando veniva a studiare a casa mia o io a casa sua.
Talvolta ci leccavamo a vicenda la cosina e la cosa ci piaceva molto.
Devo precisare che in quanto al sesso, a prescindere dai giochini da adolescenti, avevo sempre in mente un chiodo fisso col quale mi masturbavo quasi ogni sera: Mio padre! Il suo cazzo ed i giochi che gli vedevo fare con mia madre e che avrei voluto ripetere io stessa tra le sue braccia.
Dunque, la cotta che mi ero presa per il prof. era di quelle che davvero mi facevano battere il cuore e mi faceva bagnare tra le gambe.
Quando mi ero ritrovata completamente nuda distesa sul suo letto, tremavo tutta senza la possibilità di controllarmi.
Avevo chiuso gli occhi e percepivo la sua presenza solo attraverso la sua voce suadente e l'incredibile dolcezza del tocco delle sue mani.
Che brividi la sua lingua sul mio collo, il suo alito caldo nei miei orecchi e la prima volta che la sua lingua aveva forzato le mie labbra per intrufolarsi come un corpo umido e vivo alla ricerca della mia lingua.. che bacio.. che brividi!
Intanto che dentro i nostri cavi orali i scaricavano i primi guizzi di libidine, le sue mani avevano continuato a scivolare sul mio corpo sfiorando ogni lembo di pelle anche quelli riposti nei luoghi più segreti.
La sua lingua sui miei imberbi capezzoli e i suoi morsi a metà tra il piacere ed il dolore.. mm!
Che scossa!
Una scossa che aveva fatto sussultare tutto il mio corpo quando la sua bocca si era posata sulle labbra chiuse del mio sesso: "Sei vergine?" mi aveva chiesto "SI!" gli avevo risposto col respiro pesante ed il cuore che batteva a mille.
Con una dolcezza infinita mi aveva allargato le labbra come fossero valve di un frutto di mare e vi aveva infilato la lingua mentre con le dita di una mano mi stuzzicava il piccolo bottoncino a guardia del mio ingresso e con l'altra mano mi strizzava un capezzolo non del tutto maturo.
Avevo goduto!
Avevo avuto un primo orgasmo e quasi me ne vergognavo per essergli esplosa in bocca senza alcun preavviso:
-Mmm.. buono.. davvero gustoso!-
Aveva commentato mentre con la lingua raccoglieva i fluidi che sentivo sciogliere copiosi.
-Come stai?-
-Bene!-
-Come ti senti?-
-In paradiso!-
-Bene.. sei pronta?-
-Si!-
Sino a quel momento non gli avevo visto il pene e neanche glielo avevo toccato ancora se non un fugace contatto mentre mi accarezzava i capelli seduti sul divano completamente vestiti.
Al mio si, aveva preso un cuscino e me lo aveva posizionato sotto le natiche.
Poi, sempre con gli occhi chiusi, mi ero resa conto che stava armeggiando col suo coso ed a giudicare dai rumori, capivo che se lo stava spalmando di saliva.
Quando me lo aveva appoggiato sulle grandi labbra, una nuova scossa mi aveva fatto sussultare obbligandomi ad aprire gli occhi.. "Che meraviglia il suo corpo possente sul mio, la sua espressione seria ed attenta, le gocce di sudore che gli imperlavano la fronte ed un tenue sorriso complice quando aveva incontrato i miei occhi.. "Si.. si.. ti voglio!" lo avevo incoraggiato con un filo di voce.
Da quel momento era stato tutto bello.. bellissimo!
Sentivo la sua verga durissima che come una lama si faceva spazio dentro il mio corpo che lo accoglieva senza apparente resistenza.
Improvvisamente, un lampo aveva accecato la mia vista ed una fitta di dolore come una pugnalata, aveva squarciato il mio basso ventre.
Un grido!
A quel punto lui si era fermato ed adagiandosi dolcemente sul mio corpo, aveva cominciato a leccarmi il viso, le labbra, il collo, i capelli sino a che il mio respiro pesante non era tornato normale.
-Adesso?-
-Adesso!-
Il dolore era completamente svanito ed a quel punto lui, sollevandomi le gambe e posandole sulle sue spalle, mi era scivolato completamente dentro.
Il seguito era stato pura lussuria, amore senza fine.. godimento.. un paradiso di fiori, di colori e di profumi, uno svolazzare di farfalle colorate mentre il mio corpo si scioglieva in una serie infinita di orgasmi.
In quei momenti, in un barlume di lucidità, ricordavo di quante volte mio padre si sfilava per portarsi col membro sul viso della mamma e scaricare li il suo piacere.
Il ritmo della cavalcata del prof. diveniva sempre più serrato al pari del suo respiro che diveniva sempre più affannoso.. "Sto per venire.. dove ti piacerebbe..?" "Sul viso prof. sborrami sul viso.. aaa.. godo.. godo.. godi anche tu prof. godi.. godiii" "Godo.. godo.. sborroooo.. sborroooo"
Un potente getto di sperma mi aveva ricoperto il viso ed i capelli e nello stesso momento, con gli occhi sbarrati avevo potuto ammirare il meraviglioso strumento di carne che come una pompa mi bombardava il suo piacere.
Avevo visto troppe volte mia madre succhiare il cazzo di mio padre in quelle circostanze ed anch'io in quel momento insensibile al fatto che quel bastone nodoso fosse anche segnato da strie di rossastre, lo aveva preso in bocca e me lo ero succhiato sino a che non era tornato completamente molle.
Così faceva la mia mamma!
Quello era stato l'inizio di un rapporto meraviglioso di cui nessuno aveva mai saputo nulla.
Un rapporto in cui ogni figura del Kamasutra era stato eseguito compreso alcune situazioni altamente trasgressive in cui il prof. aveva fatto partecipare uno sconosciuto che non avrei mai più rivisto.
Quel rapporto così intrigante e segreto, mi aveva aperto la mente più di quanto non lo fosse già ed anche il mio spirito e lo stato d'animo erano migliorati al punto che anche il mio rendimento a scuola se ne giovava.
Nei nostri programmi era previsto che avremmo festeggiato insieme il mio 18mo compleanno ed era stata quella la circostanza che mi aveva fatto crollare il mondo addosso:
-Cara Alice.
Per non darti un dolore anzitempo, non ti ho detto che sono stato trasferito in Sicilia dove mi aspettano mia moglie e due bambini.
E' stato bello.. anzi bellissimo ma come ogni sogno, anche questo ci impone un amaro risveglio.
Addio!-
Era stato il messaggio che mi aveva inviato sul mio telefonino proprio il giorno in cui compivo 18 anni.
Ero tornata a casa distrutta trovandovi solo mio padre in quanto mia madre sapendo che sarei rimasta fuori a festeggiare era andata a passare il fine settimana dai suoi.
Quando mio padre mi aveva vista tornare a casa si era subito rabbuiato in volto vedendo poi in che condizioni ero, si era allarmato ancora di più.
Io ero troppo agitata per fermarmi con lui e dargli spiegazioni impossibili e dunque, ero corsa a chiudermi in camera mia.
Verso le due di notte, sentendomi ancora singhiozzare mio padre aveva insistito affinché gli aprissi la porta.
Col volto disfatto dal pianto avevo aperto quella porta non sapendo che stavo spalancando un portone verso una vita davvero meravigliosa.
segue
Frequentavo la 2° ginnasio quando mi ero preso una cotta per il prof. di filosofia.
A quel tempo ero talmente avanti dal punto di vista della mia emancipazione come donna e soprattutto, a causa dei miei modi disinvolti, venivo considerata alla stregua di una puttanella anche se dai ragazzi coi quali avevo flirtato, non ero mai andata oltre una toccatina della mia farfalla o delle tettine ed una sega per farli venire nel fazzoletto per calmare le loro focosità.
Sicuramente qualcuno di loro si sarà vantato raccontando chissà cosa che io mi guardavo bene dal confermare o smentire facendo così morire di rabbia le ragazze invidiose ed i ragazzi che mi filavano senza successo.
Tra tutti vi era una sola ragazza, la mia amica Laura che sapeva tutto e con la quale mi scompisciavo di risate quando le raccontavo come fossero andate realmente le cose.
Laura non era solo la mia amica del cuore e confidente ma era anche la persona con la quale sperimentavo certi giochi che avevo in mente e che ci faceva godere da matte quando veniva a studiare a casa mia o io a casa sua.
Talvolta ci leccavamo a vicenda la cosina e la cosa ci piaceva molto.
Devo precisare che in quanto al sesso, a prescindere dai giochini da adolescenti, avevo sempre in mente un chiodo fisso col quale mi masturbavo quasi ogni sera: Mio padre! Il suo cazzo ed i giochi che gli vedevo fare con mia madre e che avrei voluto ripetere io stessa tra le sue braccia.
Dunque, la cotta che mi ero presa per il prof. era di quelle che davvero mi facevano battere il cuore e mi faceva bagnare tra le gambe.
Quando mi ero ritrovata completamente nuda distesa sul suo letto, tremavo tutta senza la possibilità di controllarmi.
Avevo chiuso gli occhi e percepivo la sua presenza solo attraverso la sua voce suadente e l'incredibile dolcezza del tocco delle sue mani.
Che brividi la sua lingua sul mio collo, il suo alito caldo nei miei orecchi e la prima volta che la sua lingua aveva forzato le mie labbra per intrufolarsi come un corpo umido e vivo alla ricerca della mia lingua.. che bacio.. che brividi!
Intanto che dentro i nostri cavi orali i scaricavano i primi guizzi di libidine, le sue mani avevano continuato a scivolare sul mio corpo sfiorando ogni lembo di pelle anche quelli riposti nei luoghi più segreti.
La sua lingua sui miei imberbi capezzoli e i suoi morsi a metà tra il piacere ed il dolore.. mm!
Che scossa!
Una scossa che aveva fatto sussultare tutto il mio corpo quando la sua bocca si era posata sulle labbra chiuse del mio sesso: "Sei vergine?" mi aveva chiesto "SI!" gli avevo risposto col respiro pesante ed il cuore che batteva a mille.
Con una dolcezza infinita mi aveva allargato le labbra come fossero valve di un frutto di mare e vi aveva infilato la lingua mentre con le dita di una mano mi stuzzicava il piccolo bottoncino a guardia del mio ingresso e con l'altra mano mi strizzava un capezzolo non del tutto maturo.
Avevo goduto!
Avevo avuto un primo orgasmo e quasi me ne vergognavo per essergli esplosa in bocca senza alcun preavviso:
-Mmm.. buono.. davvero gustoso!-
Aveva commentato mentre con la lingua raccoglieva i fluidi che sentivo sciogliere copiosi.
-Come stai?-
-Bene!-
-Come ti senti?-
-In paradiso!-
-Bene.. sei pronta?-
-Si!-
Sino a quel momento non gli avevo visto il pene e neanche glielo avevo toccato ancora se non un fugace contatto mentre mi accarezzava i capelli seduti sul divano completamente vestiti.
Al mio si, aveva preso un cuscino e me lo aveva posizionato sotto le natiche.
Poi, sempre con gli occhi chiusi, mi ero resa conto che stava armeggiando col suo coso ed a giudicare dai rumori, capivo che se lo stava spalmando di saliva.
Quando me lo aveva appoggiato sulle grandi labbra, una nuova scossa mi aveva fatto sussultare obbligandomi ad aprire gli occhi.. "Che meraviglia il suo corpo possente sul mio, la sua espressione seria ed attenta, le gocce di sudore che gli imperlavano la fronte ed un tenue sorriso complice quando aveva incontrato i miei occhi.. "Si.. si.. ti voglio!" lo avevo incoraggiato con un filo di voce.
Da quel momento era stato tutto bello.. bellissimo!
Sentivo la sua verga durissima che come una lama si faceva spazio dentro il mio corpo che lo accoglieva senza apparente resistenza.
Improvvisamente, un lampo aveva accecato la mia vista ed una fitta di dolore come una pugnalata, aveva squarciato il mio basso ventre.
Un grido!
A quel punto lui si era fermato ed adagiandosi dolcemente sul mio corpo, aveva cominciato a leccarmi il viso, le labbra, il collo, i capelli sino a che il mio respiro pesante non era tornato normale.
-Adesso?-
-Adesso!-
Il dolore era completamente svanito ed a quel punto lui, sollevandomi le gambe e posandole sulle sue spalle, mi era scivolato completamente dentro.
Il seguito era stato pura lussuria, amore senza fine.. godimento.. un paradiso di fiori, di colori e di profumi, uno svolazzare di farfalle colorate mentre il mio corpo si scioglieva in una serie infinita di orgasmi.
In quei momenti, in un barlume di lucidità, ricordavo di quante volte mio padre si sfilava per portarsi col membro sul viso della mamma e scaricare li il suo piacere.
Il ritmo della cavalcata del prof. diveniva sempre più serrato al pari del suo respiro che diveniva sempre più affannoso.. "Sto per venire.. dove ti piacerebbe..?" "Sul viso prof. sborrami sul viso.. aaa.. godo.. godo.. godi anche tu prof. godi.. godiii" "Godo.. godo.. sborroooo.. sborroooo"
Un potente getto di sperma mi aveva ricoperto il viso ed i capelli e nello stesso momento, con gli occhi sbarrati avevo potuto ammirare il meraviglioso strumento di carne che come una pompa mi bombardava il suo piacere.
Avevo visto troppe volte mia madre succhiare il cazzo di mio padre in quelle circostanze ed anch'io in quel momento insensibile al fatto che quel bastone nodoso fosse anche segnato da strie di rossastre, lo aveva preso in bocca e me lo ero succhiato sino a che non era tornato completamente molle.
Così faceva la mia mamma!
Quello era stato l'inizio di un rapporto meraviglioso di cui nessuno aveva mai saputo nulla.
Un rapporto in cui ogni figura del Kamasutra era stato eseguito compreso alcune situazioni altamente trasgressive in cui il prof. aveva fatto partecipare uno sconosciuto che non avrei mai più rivisto.
Quel rapporto così intrigante e segreto, mi aveva aperto la mente più di quanto non lo fosse già ed anche il mio spirito e lo stato d'animo erano migliorati al punto che anche il mio rendimento a scuola se ne giovava.
Nei nostri programmi era previsto che avremmo festeggiato insieme il mio 18mo compleanno ed era stata quella la circostanza che mi aveva fatto crollare il mondo addosso:
-Cara Alice.
Per non darti un dolore anzitempo, non ti ho detto che sono stato trasferito in Sicilia dove mi aspettano mia moglie e due bambini.
E' stato bello.. anzi bellissimo ma come ogni sogno, anche questo ci impone un amaro risveglio.
Addio!-
Era stato il messaggio che mi aveva inviato sul mio telefonino proprio il giorno in cui compivo 18 anni.
Ero tornata a casa distrutta trovandovi solo mio padre in quanto mia madre sapendo che sarei rimasta fuori a festeggiare era andata a passare il fine settimana dai suoi.
Quando mio padre mi aveva vista tornare a casa si era subito rabbuiato in volto vedendo poi in che condizioni ero, si era allarmato ancora di più.
Io ero troppo agitata per fermarmi con lui e dargli spiegazioni impossibili e dunque, ero corsa a chiudermi in camera mia.
Verso le due di notte, sentendomi ancora singhiozzare mio padre aveva insistito affinché gli aprissi la porta.
Col volto disfatto dal pianto avevo aperto quella porta non sapendo che stavo spalancando un portone verso una vita davvero meravigliosa.
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