Rocco il mandingo -11-

di
genere
trio

Turi.
A mezzogiorno la chiamo.

Non ce la faccio più a non sapere che cosa sta combinando.

Meglio sapere, che concepire con la fantasia le cose più orrende.

La mia immaginazione cavalca impazzita nelle praterie del porno spinto.

Errore. La realtà supera sempre la fantasia.

Dopo i ti amo di rito lei infatti lei mi gela.

“… me lo ha messo nel culo, Turi, amore mio…

È stato qualcosa di incredibile, unico, irripetibile… sapessi quanto mi ha fatto male, ma il piacere è stato ancora più intenso, … fantastico…”

Boccheggio. Non riesco a spiccicare una parola.

Ci deve essere stata un’eclissi, tutto intorno a me è diventato buio.

“Ci sei ancora amore mio? Non ti sento più…” sento dire da una voce lontana.

Raccolgo la cornetta che mi è scivolata di mano e le chiedo cosa altro mi devo aspettare.

“Tutto il mio amore, solo per te, per sempre, da stasera alle sette quando rientri. Ti aspetto. Ciao.”

Click. Tuu…tuu… Ha appeso.

Mi sembra di vivere in un incubo ma purtroppo è tutto vero.

Come tutto cambia all’improvviso nella vita! No, sto sognando.

Carmela è una donna tranquilla, di sani principi, con una morale fin troppo all’antica… non può essersi trasformata di punto in bianco, non è possibile che abbia permesso a quel membro sconosciuto, così enorme, di penetrare nel suo virgineo delicato culetto che è sempre stato intoccabile anche per me.

E… e quelle sue parole d’amore subito dopo? Voleva essere premurosa, affettuosa, per tranquillizzarmi?

Maledizione a me, ora torno a casa e sistemo tutto.

E che gli dico? Cosa gli dico davanti a lui?

E che dico a quello stronzo che se l’è inculata?

Al mio capo dico che mi sento male, timbro il cartellino e mi avvio verso casa.

È l’una e mezza quando mi sistemo nel bar davanti casa con un caffè davanti.

E guardo il portone.

Carmela.
Rocco mi sta inculando ancora.

“Tu mi hai fatto donna, Rocco mi ha fatta troia” stavo per dire al telefono mentre confessavo a Turi che Rocco mi ha sverginato il culo.

Devo essere impazzita.

Sono inginocchiata sulla poltrona davanti alla finestra e lui mi sta pompando tranquillamente.

Ha detto che serve per farmi trovare bella aperta dall’amico che sta per arrivare.

Mi piace che mi stia trattando come un oggetto sessuale da tenere pronto all’uso, da manutenzionare.

È come se stesse oliando la bicicletta da far provare ad un amico, con la quale gli farà fare tra poco un giro in città.

Di colpo vedo mio marito entrare nel bar di fronte.

Non so perché quando mi ha telefonato, non gli ho detto del secondo negro che sta per venire a montarmi, ma ormai è fatto.

Decido di essere sincera con Rocco.

Gli spiego che non posso far scoprire a mio marito quello che sta per succedere.

Prima che me lo proponga lui, gli dico che comunque non accetterò di fare la troia in seguito neanche se lui mi aiuta.

Gli confermo comunque che fino alle diciannove sono sua, sinceramente sua, e se lui desidera comunque trombarmi insieme all’altro, non mi sottrarrò e farò comunque di tutto per soddisfarli.

Mentre gli parlo sono però convinta che non mi aiuterà.

“Va bene. Ho capito.

Non so perché lo faccio, ma mi stai particolarmente simpatica.

Vediamo di trovare un modus operandi che salvi capre e cavoli” mi dice lui continuando a pomparmi lentamente.

“Grazie Rocco. Te ne sono infinitamente grata” rispondo spingendo con decisione le natiche indietro.

“Allora. Diciamo che tra le due e le sette di stasera, io avrei ancora diritto di usare il tuo corpo come mi pare per cinque ore, ma che per il momento tu gradiresti che limitassi le mie prerogative. Giusto?” continua con un tono da ragioniere.

Ma intanto continua a pomparmi.

“Quindi se io ti proponessi di rinviare ad altra data il tuo utilizzo per sole cinque ore, non dovresti trovare da ridire. Giusto?”

“Ma…”

“Niente ma. O accetti di essere a mia disposizione per una sola volta quando ti chiamerò e allora io dico al mio amico di aspettarmi sotto al portone e tra poco me ne vado, o non faccio niente e continuiamo come programmato e tuo marito scopre da solo che ti stiamo trombando in due. Decidi.”

“Se accetto mi farai scopare anche da lui?”

“No. Se accetti ti scoperemo in tre o quattro. E non ti scoperemo solo.”

“Ma solo per un’altra volta?”

“Se vuoi che sia solo per un’altra volta la risposta è sì.”

“Accetto. Voglio farlo ancora” dico mandando ogni residuo della mia dignità in soffitta, “ma ora fammi sentire tutto dentro di me il tuo sperma” continuo impazzita di piacere.

“Sei proprio una troia super” mi fa mentre comincia a sborrarmi in culo.

Poi prede il cellulare e chiama l’amico.

Si fa ripulire, si riveste alle due se ne va.

So che mi chiamerà, non so quando.

Sarà la fine di questa storia, orrenda e magnifica.

Poi non succederà mai più. Mai più…mai più…mai più.

CONTINUA ...
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scritto il
2022-07-24
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