La sorpresa di Daniela

di
genere
sadomaso

E' da un po' che io e Daniela ci frequentiamo e facciamo sesso. Lei è quella che si potrebbe definire una ragazza birichina; è divertente e maliziosa ed è disponibile ad osare e sperimentare situazioni nuove. Il sesso con lei è divertimento. Ma non è solo divertente, è anche imprevedibile, o meglio, è divertente perché è imprevedibile.
Nei suoi giochi è anche un pizzico perversa e spesso si diverte ad impormi delle sofferenze, ma lo fa per il piacere che ha poi a consolarmi, e le sue consolazioni valgono senza dubbio le penitenze a cui mi sottopone.
Memorabile a questo proposito è quello che è successo tempo fa.
Daniela abita in una villa nella campagna veneta, fra Treviso e Venezia, una casa grande e con un grande giardino. È la casa della sua famiglia.
Mi chiama un giovedì e mi avvisa che per quel fine settimana sarebbe rimasta da sola nella villa, dato che i suoi sarebbero partiti per il weekend a Jesolo, e mi dice di venire da lei che potevamo stare insieme, e poi voleva farmi una sorpresa, che aveva una cosa che voleva farmi provare.
Io chiaramente accetto e infilo una mano nei boxer per dare una toccata al pene e ai testicoli per avvisarli della due giorni di straordinari. Poi c'è la sorpresa, che mi incuriosisce, ma non ci faccio poi tanto caso, pregustandomi lo svuotamento di sperma che mi aspettava.
Arriva finalmente venerdì sera. Mi presento da Daniela con una borsa con il minimo di ricambio, tanto non andavamo da nessuna parte, e il necessario per la toilette personale.
Lei mi fa entrare. Cenetta a lume di candela preparata da lei, poi, come se ci fosse stata una forza magnetica che ce li strappava, volano via i vestiti, e subito siamo di sopra a rotolarci nel letto, dove godo di tutti i buchi di cui è dotata Daniela e che mi metteva carinamente a disposizione, finendo a servirle in bocca, da me gentilmente offerto come dessert per la cena, la crema calda del mio sperma.
La mattina dopo facciamo colazione nudi, seduti sugli sgabelli della cucina all'americana, e lì, mentre cerco di toccarle il culo ogni volta che viene a tiro quando gira per portare i piatti ed il caffè, mi racconta della sorpresa.
In giardino avevano una vecchia botte, le era venuta un'idea, e l'aveva fatta risistemare. In breve l'aveva fatta diventare una sauna individuale, si apriva, ci si sedeva dentro, si richiudeva, lasciando fuori solo la testa da un buco del coperchio, e tramite un tubo che immetteva aria calda si stava a sudare come se si fosse ad una spa del Trentino. Voleva che la provassi subito.
Usciamo in giardino, ed in effetti c'era la botte, con un tubo collegato ad un compressore, a sua volta collegato ad una ventola attaccata al tubo di una stufa. Molto ingegnoso, pensai. Accendendo la stufa, l'aria calda prodotta viene convogliata tramite la ventola azionata dal compressore dentro la botte che diventa così una sauna.
Daniela era entusiasta della sua invenzione e non vedeva l'ora che la provassi e anch'io ero sorpreso della sua inventiva, anche se non sapevo ancora quanto inventiva fosse stata realmente. Restavo solo sorpreso a vedere i suoi capezzoli turgidi mentre entravo e chiudeva la porticina della botte e mi infilava il coperchio sulla testa. Perché doveva essere eccitata? In fin dei conti era certo stata in gamba ma mi faceva fare solamente una sauna. Mah....
Dentro ero seduto su un sedile che trovai strano fosse aperto al centro, ma comodo. Intanto Daniela armeggiava dietro, e la sentivo trattenere dei gridolini di divertimento ed eccitazione.
Si raccomandava che di sedersi bene al centro, perché così diceva avrei preso più omogeneamente il calore.
Pensavo che accendesse la stufa e poi il compressore. Ma quello che successe fu...
Daniela accese l'interruttore del compressore, che invece di azionare la ventola, azionava uno stantuffo a cui era attaccato un cazzo di gomma che saliva e scendeva nel buco della sedia, e siccome era stato lubrificato, ci mise poco a centrare il mio ano ed ad entrarci.
Quando capii cosa stava accadendo rimasi prima sorpreso, poi man mano che il cazzo entrava sempre di più spinto dallo stantuffo il mio viso, sola parte di me fuori dalla botte, esprimeva il dolore per quell'inattesa inculata a cui venivo sottoposto.
Daniela intanto si divertiva da matti per le mie smorfie. Si mise poi sul dondolo di fronte e guardandomi con le gambe aperte cominciò a masturbarsi mentre con un telecomando intanto aumentava o diminuiva la velocità e la profondità della penetrazione dello stantuffo, facendomi contorcere o alleviando lo strazio.
Poi, dopo un buon quarto d'ora che lo stavo prendendo in culo e in cui, masturbandosi guardandomi, aveva avuto due orgasmi squirtando abbondantemente, Daniela si alza e avvicina a me.
Un bacio sulla bocca, mi chiama amore mio, come intenerita dalla mia sofferenza, quindi apre la porticina della botte, e mentre continuavo ad essere inculato, si inginocchia e si mette a succhiarmi il pene.
La dolcezza di quel pompino a compenso dell'inculata che subivo, mischiò dolore e piacere, e le venni in bocca con una forza che non era mai capitata prima.
scritto il
2022-08-04
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