Il cigno bianco e il cigno nero
di
Verlaine
genere
etero
'Balla, balla sulle punte Daniela' .
E Daniela ballava, danzava sulle emozioni dettate dalle melanconie e dagli improvvisi slanci della musica di Tchaikovsky.
Balla Daniela.
I sensi lontani, rapiti dalla musica, in un mondo di pure emozioni, ma nel quale, come da uno spiraglio, si infiltrava in lei la percezione degli occhi di lui che la vedevano ballare, quegli occhi per i quali ballava.
Nell'intimità del letto, gli aveva raccontato che aveva studiato danza ed Emilio ne era rimasto affascinato e le aveva chiesto se poteva vederla danzare.
"È da tanto che non lo faccio, non sono più brava".
"Dai solo un poco, nulla di straordinario, mi piacerebbe vederti ballare sulle punte".
Soddisfare i desideri di un uomo era una cosa che le piaceva, certo però questo era un po' diverso dal solito, ma la lusingava il suo interesse per questa parte di lei legata alla sua antica passione.
Recuperate in fondo ad un armadio le scarpette, selezionata da YouTube la musica della morte del cigno dal lago dei cigni di Tchaikovsky, Daniela si tolse l'intimo e nuda nello spazio stretto della stanza iniziò a ballare, prima incerta, poi sempre più sciolta ritrovando i gesti e perdendosi in quelle sensazioni di un tempo, quando la danza era la passione della sua vita e danzava ogni giorno.
Trasformatasi in un cigno bianco si struggeva e languiva per lo spegnersi della sua vita davanti ad Emilio, fino al finale e al lento accasciarsi.
Quando ancora inginocchiata a terra, trasfigurata nel cigno, riassaporava antiche sensazioni credute perse, Daniela trasalì al tocco delle mani di Emilio che l'aveva raggiunta. China ancora inerte fremeva alle carezze sul suo corpo nudo, ai baci sul collo, allo scendere delle mani sui suoi fianchi per poi accarezzarle il ventre e le natiche.
La metamorfosi che viveva in quel momento, che le faceva coprire nel breve di quegli attimi la distanza dal puro cigno bianco morto nel ballo al lascivo cigno nero risorto dalle sue ceneri, desideroso di essere posseduto, amplificava all'inverosimile le sensazioni portando all'estremo la sua eccitazione.
Daniela si sentiva come se fosse stata svestita brutalmente dalle sensazioni delicate che si provano indossando le scarpette da ballo e le fosse stata denudata con violenza l'anima per farle esporre le emozioni e i desideri indecenti che prova una donna quando nuda a pecora aspetta di essere posseduta.
Emilio eccitato continuava a masturbarla, riempiendo la stanza degli ansimi e mugolii di Daniela e bagnava le sue mani con i suoi umori intimi.
Poi le fu dietro.
Soltanto l'assenza dello svolazzare di penne nere non non riproduceva verosimilmente la scena con cui con energia quel cigno nero venne sodomizzato. Ma nulla tolse alla bellezza di Daniela che in quel ruolo con disponibilità si faceva inculare in profondità fino a ricevere la sborrata nelle sue viscere.
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