Famiglia spezzata cap.8
di
mass
genere
incesti
Il viaggio che i miei avevano fatto in quelle zone lo conoscevo a memoria, viste le volte che mamma l'aveva raccontato. Solo che ora "L'uomo" accanto a lei ero io , e non mio padre.
Avrei voluto passare all'azione già la prima notte , ma mi trattenni , visto che lei era piuttosto stanca per il viaggio . Le circostanze l'avrebbero già permesso, visto che mamma , per risparmiare, prese una stanza da condividere, ma aspettai con enorme fatica, avendola lì a disposizione , mezza nuda , accanto a me. Pensandoci a posteriori, è incredibile come poco tempo prima del fattaccio l'idea di fare sesso con mia madre fosse relegata solo alle miei fantasie, e invece ora era convinto di poter realizzare le mie fantasie. Nella mia mente , visto che , anche se manipolata, l'aveva fatto con Massimo , poteva farlo anche con me .Il fatto che fossi suo figlio poteva essere certo una complicazione , ma il fatto che io la desiderassi così tanto , e l'enorme gratitudine che provava nei miei confronti , mi rendeva certo che sarei riuscito ad averla.
Il secondo giorno lo passammo a girovagare per Firenze , con mamma che mi faceva da cicerone , immaginando che tutte quelle bellezze mi potessero interessare, invece quello che mi interessava veramente era colei che avevo accanto.
Era settembre, faceva caldo, e appena rientrati in albergo, me la vidi spogliarsi in un attimo e infilarsi nuda nella doccia come se niente fosse. Dopo qualche istante a intravederla attraverso il vetro insaponarsi, non esitai un attimo a spogliarmi e, senza la minima esitazione, entrai in bagno e mi infilai in doccia anche io. "Marco...ma che fai? non ci stiamo in due dai...esci !..." mi disse sorridendo accorgendosi di me dietro di lei. Scuotendo la testa mi spinse fuori, mentre io facevo una debole resistenza. "Supido..." aggiunse visibilmente divertita riprendendo a insaponarsi. Rimasi ad osservarla fino a quando la vidi uscire. "Guarda che disastro hai fatto...hai bagnato tutto per terra.." disse infilandosi l'accappatoio dell'albergo. "Entra su...scemo..." aggiunse schiaffeggiandomi su una chiappa. "A chi scemo.." risposi io sollevandole l'accappatoi e dandole un sonoro ceffone su una delle sue chiappe. "Aiaaa..." si lamentò uscendo dal bagno. La ritrovai accanto al letto con addosso già le mutandine che sistemava qualcosa in valigia. " Guarda cosa mi hai fatto..." mi disse mostrandomi il livido sulla chiappa.Il tono era tra il serio e il divertito. Non esitai un attimo e le rifilai un altro ceffone sull'altra chiappa." Aiaaa ... Marcooo!"urlò sobbalzando leggermente. "Così impari...tu hai iniziato...e poi ti dona un po' di viola su quel pallido.." le dissi sorridendo. Aveva ancora il segno dell'abbronzatura , e le mutandine striminzite lasciavano in bella vista tutto il suo fondoschiena. " Ma guarda sto disgraziato..." disse cercando di restituirmi lo schiaffo, ma io le bloccai le braccia dietro la schiena stringendola a me. Per qualche istante la osservai divertito mentre cercava di divincolarsi. Sentivo i suoi seni strofinarsi contro il mio addome ."Non ce la fai..." dissi mentre la vedevo affannarsi."Ok..ok...ora lasciami dai.." mi disse con aria arrendevole." Chiedimelo per favore... e chiamami "Vero uomo" .." aggiunsi. Mi guardo' un attimo perplessa, poi visibilmente rassegnata disse "Ok..vero uomo...vuoi lasciare andare per favore tua madre.."."Bacio..." aggiunsi. Lei sbuffò, poi delicatamente , mettendosi in punta di piedi , mi baciò sulla guancia. "Contento?" mi chiese con aria di sfida, "No..." risposi stringendola stretta e premendo le mie labbra sulle sue. Non so quanto durò sta cosa, non molto, e poi senza il barlume di alcuna lingua, ma mamma non si sottrasse, o non fece in tempo a farlo. "Ora sì.." dissi mollando la presa. Per qualche istante lei rimase come sbacalita , poi sorrise scuotendo la testa dicendo "Sei proprio matto...". E' li che mi accorsi di avere una tremenda erezione, ma anche mamma. La vidi guardare con gli occhi sbarrati il mio coso che puntava verso di lei, poi , sempre ad occhi spalancati balbettare "Ma Marco...che cosa..fai...?" . Io cercai di avvicinarmi a lei , ma lei indietreggiò come spaventata. " Sono un uomo...è normale.." dissi. "Normale ? Io sono tua madre ...tua madre Marco.." lei disse con tono allarmato. "Ma sei una donna mà...e sei strafiga..." io aggiunsi riuscendo ad afferrarla. Lì persi il controllo. Inizia a baciarle il collo dappertutto mentre le stringevo il culo con forza strofinando la mia erezione sul suo addome. "Marco...Marco...fermati..fermati..." urlava cercando di sottrarsi, ma io non sentivo ragioni, e come colto da una furia irrefrenabile mi buttai sul letto con lei sotto. Nel tentativo di sfilargliele, le strappai le mutandine , e in un attimo mi ritrovai tra le sue cosce mentre stavo spingendo il mio pene contro la sua vulva. Ma proprio mentre forse avrei compiuto l'irreparabile , mi accorsi che le grida disperate di mamma si erano trasformate in pianto a dirotto. Rinsavii improvvisamente. Mi alzai sulle braccia a guardarla . "Perchè...perchè...?" ripeteva fissandomi con gli occhi pieni di lacrime quasi forse rassegnata all'inevitabile. Mi accorsi che non lottava più, le braccia lasciate inermi distese, le cosce aperte ed io tra loro . Sentivo la punta del mio pene ormai premere sull'entrata di quello che era stato da sempre il frutto proibito tanto desiderato. Un attimo e sarei entrato dentro di lei , appagando quelli che erano stati i miei più bassi istinti. Ma io amavo mia madre , e quello non era di certo amore.
Mi bloccai. In silenzio mi alzai da lei, mi rivestii lentamente , e in silenzio mi diressi verso l'uscita della camera. Mi voltai verso di lei . Rimaneva distesa sul letto , nuda , singhiozzante coprendosi il viso con un braccio. "Scusa mà..." ebbi solo la forza di dire mentre aprivo la porta per uscire. "Marco..." la sentii chiamare mentre uscivo, ma chiusi la porta dietro di me e con la testa piena di pensieri uscii in fretta dall'albergo.
Avrei voluto passare all'azione già la prima notte , ma mi trattenni , visto che lei era piuttosto stanca per il viaggio . Le circostanze l'avrebbero già permesso, visto che mamma , per risparmiare, prese una stanza da condividere, ma aspettai con enorme fatica, avendola lì a disposizione , mezza nuda , accanto a me. Pensandoci a posteriori, è incredibile come poco tempo prima del fattaccio l'idea di fare sesso con mia madre fosse relegata solo alle miei fantasie, e invece ora era convinto di poter realizzare le mie fantasie. Nella mia mente , visto che , anche se manipolata, l'aveva fatto con Massimo , poteva farlo anche con me .Il fatto che fossi suo figlio poteva essere certo una complicazione , ma il fatto che io la desiderassi così tanto , e l'enorme gratitudine che provava nei miei confronti , mi rendeva certo che sarei riuscito ad averla.
Il secondo giorno lo passammo a girovagare per Firenze , con mamma che mi faceva da cicerone , immaginando che tutte quelle bellezze mi potessero interessare, invece quello che mi interessava veramente era colei che avevo accanto.
Era settembre, faceva caldo, e appena rientrati in albergo, me la vidi spogliarsi in un attimo e infilarsi nuda nella doccia come se niente fosse. Dopo qualche istante a intravederla attraverso il vetro insaponarsi, non esitai un attimo a spogliarmi e, senza la minima esitazione, entrai in bagno e mi infilai in doccia anche io. "Marco...ma che fai? non ci stiamo in due dai...esci !..." mi disse sorridendo accorgendosi di me dietro di lei. Scuotendo la testa mi spinse fuori, mentre io facevo una debole resistenza. "Supido..." aggiunse visibilmente divertita riprendendo a insaponarsi. Rimasi ad osservarla fino a quando la vidi uscire. "Guarda che disastro hai fatto...hai bagnato tutto per terra.." disse infilandosi l'accappatoio dell'albergo. "Entra su...scemo..." aggiunse schiaffeggiandomi su una chiappa. "A chi scemo.." risposi io sollevandole l'accappatoi e dandole un sonoro ceffone su una delle sue chiappe. "Aiaaa..." si lamentò uscendo dal bagno. La ritrovai accanto al letto con addosso già le mutandine che sistemava qualcosa in valigia. " Guarda cosa mi hai fatto..." mi disse mostrandomi il livido sulla chiappa.Il tono era tra il serio e il divertito. Non esitai un attimo e le rifilai un altro ceffone sull'altra chiappa." Aiaaa ... Marcooo!"urlò sobbalzando leggermente. "Così impari...tu hai iniziato...e poi ti dona un po' di viola su quel pallido.." le dissi sorridendo. Aveva ancora il segno dell'abbronzatura , e le mutandine striminzite lasciavano in bella vista tutto il suo fondoschiena. " Ma guarda sto disgraziato..." disse cercando di restituirmi lo schiaffo, ma io le bloccai le braccia dietro la schiena stringendola a me. Per qualche istante la osservai divertito mentre cercava di divincolarsi. Sentivo i suoi seni strofinarsi contro il mio addome ."Non ce la fai..." dissi mentre la vedevo affannarsi."Ok..ok...ora lasciami dai.." mi disse con aria arrendevole." Chiedimelo per favore... e chiamami "Vero uomo" .." aggiunsi. Mi guardo' un attimo perplessa, poi visibilmente rassegnata disse "Ok..vero uomo...vuoi lasciare andare per favore tua madre.."."Bacio..." aggiunsi. Lei sbuffò, poi delicatamente , mettendosi in punta di piedi , mi baciò sulla guancia. "Contento?" mi chiese con aria di sfida, "No..." risposi stringendola stretta e premendo le mie labbra sulle sue. Non so quanto durò sta cosa, non molto, e poi senza il barlume di alcuna lingua, ma mamma non si sottrasse, o non fece in tempo a farlo. "Ora sì.." dissi mollando la presa. Per qualche istante lei rimase come sbacalita , poi sorrise scuotendo la testa dicendo "Sei proprio matto...". E' li che mi accorsi di avere una tremenda erezione, ma anche mamma. La vidi guardare con gli occhi sbarrati il mio coso che puntava verso di lei, poi , sempre ad occhi spalancati balbettare "Ma Marco...che cosa..fai...?" . Io cercai di avvicinarmi a lei , ma lei indietreggiò come spaventata. " Sono un uomo...è normale.." dissi. "Normale ? Io sono tua madre ...tua madre Marco.." lei disse con tono allarmato. "Ma sei una donna mà...e sei strafiga..." io aggiunsi riuscendo ad afferrarla. Lì persi il controllo. Inizia a baciarle il collo dappertutto mentre le stringevo il culo con forza strofinando la mia erezione sul suo addome. "Marco...Marco...fermati..fermati..." urlava cercando di sottrarsi, ma io non sentivo ragioni, e come colto da una furia irrefrenabile mi buttai sul letto con lei sotto. Nel tentativo di sfilargliele, le strappai le mutandine , e in un attimo mi ritrovai tra le sue cosce mentre stavo spingendo il mio pene contro la sua vulva. Ma proprio mentre forse avrei compiuto l'irreparabile , mi accorsi che le grida disperate di mamma si erano trasformate in pianto a dirotto. Rinsavii improvvisamente. Mi alzai sulle braccia a guardarla . "Perchè...perchè...?" ripeteva fissandomi con gli occhi pieni di lacrime quasi forse rassegnata all'inevitabile. Mi accorsi che non lottava più, le braccia lasciate inermi distese, le cosce aperte ed io tra loro . Sentivo la punta del mio pene ormai premere sull'entrata di quello che era stato da sempre il frutto proibito tanto desiderato. Un attimo e sarei entrato dentro di lei , appagando quelli che erano stati i miei più bassi istinti. Ma io amavo mia madre , e quello non era di certo amore.
Mi bloccai. In silenzio mi alzai da lei, mi rivestii lentamente , e in silenzio mi diressi verso l'uscita della camera. Mi voltai verso di lei . Rimaneva distesa sul letto , nuda , singhiozzante coprendosi il viso con un braccio. "Scusa mà..." ebbi solo la forza di dire mentre aprivo la porta per uscire. "Marco..." la sentii chiamare mentre uscivo, ma chiusi la porta dietro di me e con la testa piena di pensieri uscii in fretta dall'albergo.
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