Ragazzo sulla scogliera
di
Aramis
genere
prime esperienze
Era un caldo sabato di inizio autunno e decisi di andare alla spiaggia e prendere un po’ di sole. Mi piace stare sdraiato nudo al sole e sapevo che fra non molto sarebbe stato troppo freddo per andare a fare bagni di sole.
La mia spiaggia favorita era una piccola baia appartata un po’ distante dal parcheggio dove raramente incontravo altre persone. Inoltre il mio posto favorito era una roccia piatta sul fianco della rupe, alto sopra la spiaggia. Nessuno poteva vedermi dal disotto.
Quando arrivai la baia era vuota. Mi sedetti su una roccia a guardare le onde per un po’ prima di salire alla mia roccia. Si stava così bene al sole che mi addormentai accompagnato dal rumore delle onde che si frangevano sulla spiaggia.
Quando io mi svegliai sentii delle voci che venivano dalla spiaggia, guardai giù e vidi un uomo e un ragazzo che costruivano un castello di sabbia. Il castello continuò a diventare sempre più alto finchè una grande onda improvvisamente non lo abbattè, quasi travolgendo i due.
Si alzarono ridendo e guardarono l'onda recedere, poi ritornarono alle loro coperte per pranzare. Io mi risdraiai e sonnecchiai di nuovo.
Quando io mi risvegliai la spiaggia era silenziosa, a parte il rumore delle onde. Guardai giù e vidi l’uomo addormentato sulla coperta, girai lo sguardo per la baia ma non c’era traccia del ragazzo, poi finalmente lo vidi non troppo lontano di fianco alla rupe.
Mi sedetti e lo guardai salire sulle rocce, lui guardò verso di me per un po’ ma non sembrò vedermi. Improvvisamente si fermò e capii che mi aveva visto. La vista di un uomo nudo sulle rocce doveva averlo spaventato perché si girò e corse giù dalla roccia.
L’uomo ed il ragazzo più tardi andarono a fare una nuotata prima di lasciare la baia. Io aspettai che il sole tramontasse prima di andarmene.
Il giorno seguente era splendido e tornai alla baia. Poco prima di mezzogiorno vidi tornare il ragazzo e l’uomo. “Devono essere dei vacanzieri.” Ho pensato. Questa volta avevano portato l’occorrente per pescare e si misero in riva al mare. Io stavo leggendo un romanzo e di tanto in tanto guardavo giù per vedere cosa stavano facendo.
Quando l’uomo si sdraiò per un pisolino, il ragazzo andò a zonzo per un po’ su e giù per la baia prima di venire verso la rupe. Fui sorpreso nel vederlo venire verso di me. O si era dimenticato di aver visto un uomo nudo il giorno precedente, o voleva controllare se ero ancora lì.
Notai che lui continuava a guardare verso la mia roccia. Quando capii che mi aveva visto, fece una piccola pausa prima di continuare. Quando fu vicino agitai una mano per indicargli che era tutto ok e che poteva avvicinarsi di più. Sorrise e venne da me.
“Da dove vieni?” gli chiesi.
Mi disse il nome della sua città e si sedette vicino a me.
“Da quando sei qui?”
Senza alzare gli occhi dal mio inguine disse: “Da martedì, abbiamo prenotato sino al prossimo martedì.”
“E’ tuo papà?”
“Sì, questa è la nostra prima vacanza insieme.” Esitò per un momento e poi chiese: “Tu stai sempre nudo?” Sorridendo risposi: “Lo faccio qui. Nessuno può vedermi ed è bello. Perché non provi?”
Arrossì ma poi timidamente fece scivolare via pantaloncini e mutande.
“Vedi, non è bello?”
“Sì, mi fa sentire come Tarzan.” Disse battendosi il suo torace. Scoppiammo a ridere. Lui fece penzolare le gambe di fianco alla roccia ed allargò le cosce.
Mi accorsi di guardare il suo inguine come lui guardava il mio. Non potevo evitare che mi diventasse grosso sapendo che quel ragazzo stava guardando il mio uccello. Le mie palle si contrassero e il mio cazzo si mosse in fuori ed in alto. Allargai le gambe per permettergli di vedere meglio.
I suoi occhi diventavano sempre più larghi mentre il mio uccello si alzava sempre più. La testa del pene scivolò fuori dalla sua copertura e rivelò il suo fiore rosa.
“Ti piace guardarlo?” Chiesi.
“Sì, mi fa accellerare il cuore.”
“Non vedi mai tuo papà?”
“Solo qualche volta come quando ci fermiamo in un gabinetto pubblico o come in questa vacanza quando condividiamo la camera da letto.”
“Scommetto che tu gli fai vedere il tuo.”
Lui arrossì ed io vidi il suo uccello rigido pulsare.
“Scommetto che ti piacerebbe che ti facesse vedere il suo cazzo duro:”
“Sarebbe eccitante ma non lo fa mai” Disse il ragazzo.
“Potresti chiederglielo, agli uomini piace farlo vedere.” Dissi “Specialmente quando qualcuno poi glielo tocca. Ok me lo puoi toccare, so che lo vuoi fin da quando l’hai visto.”
Mi avvicinai di più e mi inclinai indietro. La mia carne dura puntava alle sue mani.
“Io non so.” Disse.
“Ok, è tutto ok, ragazzo. E’ bello toccare l’uccello duro di un altro uomo. Forza, tu sai quello che vuoi!”
Il mio uccello pulsava mentre lo guardavo alzare la sua mano verso la mia asta. Le sue dita sfiorarono la mia verga e si ritrassero. Quando la toccarono di nuovo si avvolsero dolcemente intorno al mio grosso attrezzo duro.
“Vedi, non è bello?” Gli chiesto. “Muovi la mano su e giù come fai quando ti masturbi. Là, ora strofinami la cappella. Sentimi le palle.”
Ben presto ebbe ambedue le mani intorno al mio uccello. Io allungai le braccia e presi la sua asta rigida. Lui ansò.
“Sì, al tuo papà piacerebbe che tu giocassi col suo uccello. Scommetto che muore dalla voglia che tu lo accarezzi e lo faccia sparare. Gli piacerebbe realmente se tu gli leccassi e succhiassi il cazzo. Agli uomini piace molto.”
“Hai mai succhiato qualcuno?”
“Sicuro, molte volte.”
“Che sapore ha?”
“Un buon sapre. Ogni uccello ha un sapore differente.”
“Sì, ma lo sperma di cosa sa?”
“Anche il sapore dello sperma è differente da uno all’altro.”
“E’ buono?”
“A me piace” Dissi ragazzo. Misi una mano sulla sua nuca e guidai la sua bocca al mio uccello. “Lecca, prova tu stesso.” ho suggerito. Lui non fece resistenza mentre io guidavo la mia cappella tra le sue labbra calde. Gli tenni la testa in giù in modo da potergli fottere la bocca alzando le anche.
“Sapevo che ti sarebbe piaciuto.” Ho detto mentre pompavo il mio uccello dentro e fuori della sua bocca. “Al tuo papà piacerebbe che tu gli succhiassi l’uccello. Scommetto che sparerebbe un grande carico.”
Guardai giù alla spiaggia e vidi che l’uomo si era svegliato, si stava guardando intorno per vedere dove era suo figlio. Non immaginava che il suo ragazzo stava facendo un pompino.
“Tuo papà ti sta cercando, si chiede dove sei finito. Ti sta cercando perchè vuole spingere il suo uccello nella tua bocca e riempirla del suo sperma. Ecco perchè continua a portarti in questo posto appartato.”
Tenni il ragazzo fermamente e gli chiavai la bocca con forza. Il ragazzo era eccitato e si masturbava.
“Non vedi l’ora di giocare col tuo vecchio, non è vero?”
Spinsi il cazzo profondamente nella sua gola e mi lasciai andare.
“Siii, ragazzo. Assaggia per la prima volta la crema di un uomo! Aargh!” Gridai così forte che sicuramente l’uomo mi ha dovuto sentire.
Il mio sperma fu sparato nella gola del ragazzo in sprizzi rapidi e spessi. Stavo pensando di succhiare lui dopo ma sentii il suo corpo scuotersi violentemente e vidi un lungo ruscello di sborra uscire dal suo piccolo buco. Sparò sull'orlo della roccia e precipitò giù della rupe.
Si alzò quando ebbe esaurito l’ultima goccia del mio sperma. Guardò in giù e vide che suo padre lo cercava.
“Sarà meglio che vada.” Ha ansato.
“Certo.” Ho risposto. “Tornerete qui domani?”
“Sì, penso di sì.” Ha risposto rapidamente prima di scendere dalla rupe. Poco prima che lo perdessi di vista si girò e gridò: “Glielo dirò!”
La mia spiaggia favorita era una piccola baia appartata un po’ distante dal parcheggio dove raramente incontravo altre persone. Inoltre il mio posto favorito era una roccia piatta sul fianco della rupe, alto sopra la spiaggia. Nessuno poteva vedermi dal disotto.
Quando arrivai la baia era vuota. Mi sedetti su una roccia a guardare le onde per un po’ prima di salire alla mia roccia. Si stava così bene al sole che mi addormentai accompagnato dal rumore delle onde che si frangevano sulla spiaggia.
Quando io mi svegliai sentii delle voci che venivano dalla spiaggia, guardai giù e vidi un uomo e un ragazzo che costruivano un castello di sabbia. Il castello continuò a diventare sempre più alto finchè una grande onda improvvisamente non lo abbattè, quasi travolgendo i due.
Si alzarono ridendo e guardarono l'onda recedere, poi ritornarono alle loro coperte per pranzare. Io mi risdraiai e sonnecchiai di nuovo.
Quando io mi risvegliai la spiaggia era silenziosa, a parte il rumore delle onde. Guardai giù e vidi l’uomo addormentato sulla coperta, girai lo sguardo per la baia ma non c’era traccia del ragazzo, poi finalmente lo vidi non troppo lontano di fianco alla rupe.
Mi sedetti e lo guardai salire sulle rocce, lui guardò verso di me per un po’ ma non sembrò vedermi. Improvvisamente si fermò e capii che mi aveva visto. La vista di un uomo nudo sulle rocce doveva averlo spaventato perché si girò e corse giù dalla roccia.
L’uomo ed il ragazzo più tardi andarono a fare una nuotata prima di lasciare la baia. Io aspettai che il sole tramontasse prima di andarmene.
Il giorno seguente era splendido e tornai alla baia. Poco prima di mezzogiorno vidi tornare il ragazzo e l’uomo. “Devono essere dei vacanzieri.” Ho pensato. Questa volta avevano portato l’occorrente per pescare e si misero in riva al mare. Io stavo leggendo un romanzo e di tanto in tanto guardavo giù per vedere cosa stavano facendo.
Quando l’uomo si sdraiò per un pisolino, il ragazzo andò a zonzo per un po’ su e giù per la baia prima di venire verso la rupe. Fui sorpreso nel vederlo venire verso di me. O si era dimenticato di aver visto un uomo nudo il giorno precedente, o voleva controllare se ero ancora lì.
Notai che lui continuava a guardare verso la mia roccia. Quando capii che mi aveva visto, fece una piccola pausa prima di continuare. Quando fu vicino agitai una mano per indicargli che era tutto ok e che poteva avvicinarsi di più. Sorrise e venne da me.
“Da dove vieni?” gli chiesi.
Mi disse il nome della sua città e si sedette vicino a me.
“Da quando sei qui?”
Senza alzare gli occhi dal mio inguine disse: “Da martedì, abbiamo prenotato sino al prossimo martedì.”
“E’ tuo papà?”
“Sì, questa è la nostra prima vacanza insieme.” Esitò per un momento e poi chiese: “Tu stai sempre nudo?” Sorridendo risposi: “Lo faccio qui. Nessuno può vedermi ed è bello. Perché non provi?”
Arrossì ma poi timidamente fece scivolare via pantaloncini e mutande.
“Vedi, non è bello?”
“Sì, mi fa sentire come Tarzan.” Disse battendosi il suo torace. Scoppiammo a ridere. Lui fece penzolare le gambe di fianco alla roccia ed allargò le cosce.
Mi accorsi di guardare il suo inguine come lui guardava il mio. Non potevo evitare che mi diventasse grosso sapendo che quel ragazzo stava guardando il mio uccello. Le mie palle si contrassero e il mio cazzo si mosse in fuori ed in alto. Allargai le gambe per permettergli di vedere meglio.
I suoi occhi diventavano sempre più larghi mentre il mio uccello si alzava sempre più. La testa del pene scivolò fuori dalla sua copertura e rivelò il suo fiore rosa.
“Ti piace guardarlo?” Chiesi.
“Sì, mi fa accellerare il cuore.”
“Non vedi mai tuo papà?”
“Solo qualche volta come quando ci fermiamo in un gabinetto pubblico o come in questa vacanza quando condividiamo la camera da letto.”
“Scommetto che tu gli fai vedere il tuo.”
Lui arrossì ed io vidi il suo uccello rigido pulsare.
“Scommetto che ti piacerebbe che ti facesse vedere il suo cazzo duro:”
“Sarebbe eccitante ma non lo fa mai” Disse il ragazzo.
“Potresti chiederglielo, agli uomini piace farlo vedere.” Dissi “Specialmente quando qualcuno poi glielo tocca. Ok me lo puoi toccare, so che lo vuoi fin da quando l’hai visto.”
Mi avvicinai di più e mi inclinai indietro. La mia carne dura puntava alle sue mani.
“Io non so.” Disse.
“Ok, è tutto ok, ragazzo. E’ bello toccare l’uccello duro di un altro uomo. Forza, tu sai quello che vuoi!”
Il mio uccello pulsava mentre lo guardavo alzare la sua mano verso la mia asta. Le sue dita sfiorarono la mia verga e si ritrassero. Quando la toccarono di nuovo si avvolsero dolcemente intorno al mio grosso attrezzo duro.
“Vedi, non è bello?” Gli chiesto. “Muovi la mano su e giù come fai quando ti masturbi. Là, ora strofinami la cappella. Sentimi le palle.”
Ben presto ebbe ambedue le mani intorno al mio uccello. Io allungai le braccia e presi la sua asta rigida. Lui ansò.
“Sì, al tuo papà piacerebbe che tu giocassi col suo uccello. Scommetto che muore dalla voglia che tu lo accarezzi e lo faccia sparare. Gli piacerebbe realmente se tu gli leccassi e succhiassi il cazzo. Agli uomini piace molto.”
“Hai mai succhiato qualcuno?”
“Sicuro, molte volte.”
“Che sapore ha?”
“Un buon sapre. Ogni uccello ha un sapore differente.”
“Sì, ma lo sperma di cosa sa?”
“Anche il sapore dello sperma è differente da uno all’altro.”
“E’ buono?”
“A me piace” Dissi ragazzo. Misi una mano sulla sua nuca e guidai la sua bocca al mio uccello. “Lecca, prova tu stesso.” ho suggerito. Lui non fece resistenza mentre io guidavo la mia cappella tra le sue labbra calde. Gli tenni la testa in giù in modo da potergli fottere la bocca alzando le anche.
“Sapevo che ti sarebbe piaciuto.” Ho detto mentre pompavo il mio uccello dentro e fuori della sua bocca. “Al tuo papà piacerebbe che tu gli succhiassi l’uccello. Scommetto che sparerebbe un grande carico.”
Guardai giù alla spiaggia e vidi che l’uomo si era svegliato, si stava guardando intorno per vedere dove era suo figlio. Non immaginava che il suo ragazzo stava facendo un pompino.
“Tuo papà ti sta cercando, si chiede dove sei finito. Ti sta cercando perchè vuole spingere il suo uccello nella tua bocca e riempirla del suo sperma. Ecco perchè continua a portarti in questo posto appartato.”
Tenni il ragazzo fermamente e gli chiavai la bocca con forza. Il ragazzo era eccitato e si masturbava.
“Non vedi l’ora di giocare col tuo vecchio, non è vero?”
Spinsi il cazzo profondamente nella sua gola e mi lasciai andare.
“Siii, ragazzo. Assaggia per la prima volta la crema di un uomo! Aargh!” Gridai così forte che sicuramente l’uomo mi ha dovuto sentire.
Il mio sperma fu sparato nella gola del ragazzo in sprizzi rapidi e spessi. Stavo pensando di succhiare lui dopo ma sentii il suo corpo scuotersi violentemente e vidi un lungo ruscello di sborra uscire dal suo piccolo buco. Sparò sull'orlo della roccia e precipitò giù della rupe.
Si alzò quando ebbe esaurito l’ultima goccia del mio sperma. Guardò in giù e vide che suo padre lo cercava.
“Sarà meglio che vada.” Ha ansato.
“Certo.” Ho risposto. “Tornerete qui domani?”
“Sì, penso di sì.” Ha risposto rapidamente prima di scendere dalla rupe. Poco prima che lo perdessi di vista si girò e gridò: “Glielo dirò!”
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Credito addizionaleracconto sucessivo
La macchina di Jacopo
Commenti dei lettori al racconto erotico