La macchina di Jacopo
di
Aramis
genere
gay
Credo che dovrei cominciare dall'inizio che è la migliore maniera di cominciare. Avevo 15 anni ed era appena cominciato un nuovo anno di scuola.
Mi chiamo Tiziano ed a 15 anni penso che avessi un bell’aspetto, vivevo in una fattoria così il mio corpo non era male, mi facevo i muscoli ammucchiando il fieno durante l'estate e quando tornai a scuola c’erano un paio di ragazze che mi guardavano. Avevo capelli biondi e corti ed un corpo liscio, pensavo di avere uno di quei bei culi, me l’aveva detto qualcuno ed inoltre per avere 15 anni il mio cazzo non era male direi. Quell'estate avevo cominciato a divertirmi con me stesso ed era orgoglioso delle sue dimensioni quando era duro, una volta lo misurai ed era di 15 centimetri. Credo che la ragione per cui ne ero orgoglioso era perché i miei cugini maschi ed io dopo un duro giorno di lavoro alla fattoria scappavamo a nuotare e lo facevamo nudi. Anche il mio cugino più vecchio era impressionato, penso che il suo fosse più piccolo del mio. Ok andiamo al giorno in cui ci incontrammo.
Era l'inizio di un nuovo anno e lui entrò, Jacopo. Capelli neri che sembravano volare attorno alla sua testa ed occhi scuri.
Indossava una canottiera bianca che mostrava il suo bel torace forte e stringeva gli addominali che erano più definiti dei miei, lunghe gambe che sembravano non finire mai e potevo vedere una discreta protuberanza nei pantaloncini. Sono sempre stato attratto dai ragazzi e specialmente di notte quando posso darmi piacere, ma quando lui entrò il mondo si fermò. Lui prese posto accanto a me, io lo guardai arrossendo un po’ e lui disse “Ehi, mi chiamo Jacopo” mi mossi appena e risposi: “Mi chiamo Tiziano, ho vissuto in questa piccola città in culo al mondo per tutta la mia vita e la odio” Lui cominciò a ridere. Quel giorno lo portai per la scuola per mostrargliela e diventammo subito amici. Per tutto l'anno fummo inseparabili, andammo dappertutto insieme e passammo anche i fine settimana uno nella casa dell’altro.
Nei 2 anni seguenti andammo dappertutto insieme, facemmo tutto insieme tutto compreso lo sport. Facevamo cross country e football, lo guardavo dopo gli allenamenti quando eravamo sotto le docce, tentando di nascondere il mio cazzo duro a lui ed agli altri ragazzi. Mantenni segreto il mio desiderio ed amore per lui riservandolo ai miei sogni più selvaggi, e lasciatemi dire che erano magnifici, ma nulla mi preparava a quello che sarebbe accaduto nell’ultimo anno di liceo.
Eravamo ambedue popolari, lui usciva con una ragazza ed io avevo fatto lo stesso per sostenere la mia reputazione. Ma un giorno d’estate, dopo quell’anno, tutto cambiò. Lui aveva compiuto 18 anni e si era comprato una macchina.
Era un Corvett del 1967, necessitava di interventi di manutenzione, aveva un aspetto di merda e non andava. Passammo la maggior parte dell'estate a lavorarci durante il tempo libero, anche se l’aveva comprata lui diceva che era la nostra macchina. Un caldo giorno d’estate stavamo sistemando il motore ed io avevo dei problemi, lui si mise dietro di me, quando ci chinammo ansai nel sentire il suo torace sudato contro il mio, eravamo ambedue a torso nudo, feci finta di nulla ma qualche cosa gridava dentro di me. Dopo aver finito ci sedemmo in macchina con un paio di coca cola (ok non era coca cola, era birra) e rimanemmo là un po’.
Io poi mi alzai, cominciai a guardare la macchina e dissi: "Quando avremo finito sarà fottutamente bella."
Lui venne dietro di me, mise un braccio intorno alle mie spalle e disse: "Hai ragione."
Quando tolse il braccio, fece correre lentamente una mano in giù lungo la schiena e
mi strinse il culo. Mi girai scioccato e penso che lui credesse che volessi colpirlo o qualche cosa del genere perchè disse: "Mi spiace... Non volevo.... "
Io gli misi le mani sulla bocca, l'afferrai per le spalle, lo tirai a me e ci baciammo. Per molti minuti le nostre lingue lottarono muovendosi nelle nostre bocche come due serpenti. Quando ci separammo per riprendere fiato, restammo fermi senza dire una parola. Poi ci dicemmo che era ora di cena e le nostre mamme ci aspettavano.
Ci separammo e lui mi gridò: "Ci vediamo domani, stessa ora, stesso posto."
"Sicuro, nessun problema."
Quella sera, dopo cena, andai nella mia stanza con la mente zeppa di pensieri, c’era veramente stato il bacio o era solo una cosa che mi ero immaginato.
Mentre ero sdraiato e mi stavo addormentando, il mio telefono trillò, era Jacopo.
Risposi e lui disse: "Ehi, uomo, come va?"
Io non dissi niente e dopo un momento di silenzio lui disse: "Tutto bene?"
"Penso."
Lui cominciò a dire che gli spiaceva e che non avrebbe mai dovuto farlo. Lo interruppi a metà frase e dissi: "Jacopo, va tutto bene. L’ho voluto dal primo giorno che ti ho visto."
Lui disse la stessa cosa. Cominciammo a chiacchierare, lui disse che la luna era brillante a sufficienza, che c'era molta luce al vecchio granaio dove noi stavamo lavorando sulla sua macchina, voleva sapere se potevamo lavorarci quella notte, lui avrebbe portato spuntini e birra.
"Benissimo, ci sarò in 20 minuti."
Mentre stavamo chiudendo la conversazione sentii Jacopo dire: "Tiziano, io ti amo", ed io cominciai a sorridere.
Dissi ai miei genitori che andavo da Jacopo e che avremmo lavorato alla macchina.
Quando arrivai lui c’era già e stava lavorando alla macchina, sudato ed a torso nudo, cominciò a diventarmi duro solo a guardarlo. Si accorse che ero arrivato e disse: "Quanto tempo ci hai messo", e rise.
Mi gettò una birra e cominciammo a lavorare ma questa volta continuava praticamente a strofinarsi contro di me mentre lo facevamo. Smise di lavorare, mi afferrò e cominciò a baciarmi. Fece correre le mani su e giù sul mio corpo, mi tirò i capezzoli, spostò le mani in basso ai miei pantaloncini e cominciò a carezzarmi il cazzo dall’esterno. Cominciò a baciarmi il collo e poi si mosse ai capezzoli succhiandoli e mordendoli, ma non forte, era una cosa quasi orgasmica. Si abbassò a baciarmi gli addominali che a quel punto della mia vita erano ben definiti ed il mio cazzo ora lungo 22 centimetri e bel grosso, lui si mosse al mio inguine e cominciò a morderlo attraverso la stoffa dei pantaloncini. Portò le mani alla cintura e cominciò a tirarli in giù. Mentre lo faceva cominciò a farmi passare le dita sul pube e continuò a tirarli giù fino a lasciarli cadere alle mie caviglie. Ne uscii mentre lui afferrava il mio uccello e cominciava a leccare l'asta. Si abbassò ulteriormente cominciando a succhiarmi le palle, sentii che lo sperma cominciava a nascere. Ritornò al cazzo e cominciò a succhiarlo prendendolo più profondamente in bocca ogni volta che scendeva. In breve il mio pene fu completamente sommerso nella sua bocca ed era grandioso. Mentre mi stava succhiando notai che il suo dito stava giocando intorno alla fessura del mio culo. Spinse il dito dentro ed era troppo, sparai il più grande carico di sperma della mia vita e lui tenne la bocca intorno al cazzo per tutto il tempo ingoiandolo completamente. Dopo aver succhiato le ultime gocce del mio succo, si alzò e cominciò a baciarmi, potevo sentire il sapore salino della mia sborra. Mentre ci baciavamo tentavo di riprendermi dal miglior orgasmo che avessi mai avuto in vita mia.
Mentre ero sdraiato tentando di riguadagnare la calma, lui mi chiese se volevo tentare si succhiarlo. "Cazzo, sì!" Dissi e ricominciai a baciarlo; scesi sul suo torace e gli diedi lo stesso piacere che mi aveva appena dato e dai suoi lamenti penso di averlo fatto bene. Scesi ulteriormente sul suo corpo baciando e leccando via più sudore che potevo. Finalmente raggiunsi l'obiettivo della mia lunga ossessione. Mentre cominciavo ad abbassargli gli shorts mi sembrava che il suo cazzo gridasse che voleva uscire. Aveva un uccello grosso modo della mia lunghezza ma un po’ più grosso. Cominciai a leccare la testa, il piccolo buco e poi spostai la lingua lungo l’asta fino alla base. Mi portai alle sue palle e cominciai a succhiarle una alla volta. Rimasi lì un po’ e poi ritornai al cazzo. Ripresi a succhiarlo cercando di prenderne il più possibile ma ci riuscii solo a metà. Mentre succhiavo cominciai a giocare col suo culo come lui aveva fatto a me e dai lamenti direi che gli piaceva. In breve sentii il suo pene ingrossarsi, il suo respiro diventare ansante ed i gemiti più forti. Cominciò a dire che stava per sborrare ma io mi mantenni in quella posizione per non perdere neppure una goccia del suo caldo carico. Lui
cominciò sparare nella mia bocca, emettendo un getto dopo l’altro mentre tentavo di berlo tutto ma cominciò ad uscirmi dai lati della bocca. Quando il suo orgasmo si fermò lo tenni dentro di me fino a che l’uccello non divenne molle, solo allora lo baciai e lui mi baciò. Ci baciammo per quella che sembrò un’eternità.
Mentre eravamo sdraiati mi tenne a sè accarezzandomi il torace e baciandomi sulla testa.
Facemmo una pausa dicendoci che dovevamo pisciare e cominciavamo ad essere un poco affamati. Dopo aver mangiato e bevuto, lui disse che voleva provare una cosa e mi chiese di avere fiducia in lui; io dissi ok. Riprendemmo a baciarci ma questa volta fu più sensuale di prima. Cominciò a scendere baciandomi il corpo e quando giunse al mio cazzo mi disse di voltarmi, con un'espressione confusa sul viso dissi ok. Lui disse: "Abbi fiducia in me" ed io feci come diceva. Cominciò a baciarmi il culo e leccare intorno al buco, a questo punto io ero di nuovo duro. Lo sentivo leccarmi il buco dapprima delicatamente, poi cominciò ad applicare pressione e spingere dentra la lingua. Mentre lo faceva mi disse che si sarebbe sdraiato e voleva che gli succhiassi il cazzo mentre lui mi leccava il culo, ed io feci del mio meglio.
Dopo circa 20 minuti disse: "Penso che tu sia pronto."
Guardai indietro e dissi: "Pronto per cosa?"
"Abbi fiducia in me."
Ci alzammo, io mi chinai sul cofano della macchina e lui mise la testa del cazzo contro il mio culo. Disse che probabilmente dapprima avrebbe fatto male ma io promisi che sarei stato buono. Quando cominciò a spingere la testa del suo cazzo scivolò nel mio culo, io cominciai a gridare un po’ e lui disse che dal dolore sarei passato al piacere. Tentai di concentrarmi sul piacere imminente che mi prometteva ed il dolore cessò. Lui mi disse che avrebbe fatto piano ma io volevo sentire il suo cazzo bollente profondamente dentro di me. Quando spinse più profondamente finalmente sentii il suo pube contro il mio culo. Mi disse che sarebbe rimasto così finchè non mi abituavo al suo uccello, si chinò su di me e mi baciò.
Quando mi fui abituato al pene cominciò ad estrarre e spingere poi dentro, lentamente dapprima e poi più velocemente e più forte. Era così bello sentire il suo uccello dentro di me; cambiammo posizione, si mise su di me in modo che potessimo guardarci negli occhi e baciarci. Mentre mi inculava mi menava il cazzo. Io cominciai a lamentarmi e gli dissi che stavo per venire, lui disse di andare avanti perché voleva che sparassi il mio carico caldo sul suo torace. Quando cominciai a sborrare il mio culo strinse il suo cazzo ed io lo sentivo cominciare ad ingrossarsi mentre lui cominciava a lamentarsi ed ad incularmi più velocemente e più duramente. Quando cominciò a venire sentii il suo carico esplodere nel mio culo mentre io sborravo colpendomi il torace ed il mento.
Restammo sdraiati e sentii il suo uccello cominciare a diventare molle, lo estrasse e disse che stava per fare una cosa che aveva sempre voluto fare.
Cominciò a leccarmi il culo spingendovi dentro di nuovo la lingua e cominciò a succhiare fuori lo sperma che mi aveva sparato dentro. Quando cominciò a farlo mi diventò ancora duro e quando ebbe finito ritornò su e mi baciò. Rimanemmo sdraiati uno nelle braccia dell’altro e ci addormentammo.
Quella fu la notte più calda della mia vita. Continuammo a fotterci fino alla fine del liceo e dopo la licenza facemmo un viaggio insieme. Quando tornammo lui si arruolò nell’esercito, ci tenemmo in contatto e ci incontravamo quando tornava a casa.
Poi la vita ci divise ma io voglio dire: "Jacopo, io ti amo ancora."
Mi chiamo Tiziano ed a 15 anni penso che avessi un bell’aspetto, vivevo in una fattoria così il mio corpo non era male, mi facevo i muscoli ammucchiando il fieno durante l'estate e quando tornai a scuola c’erano un paio di ragazze che mi guardavano. Avevo capelli biondi e corti ed un corpo liscio, pensavo di avere uno di quei bei culi, me l’aveva detto qualcuno ed inoltre per avere 15 anni il mio cazzo non era male direi. Quell'estate avevo cominciato a divertirmi con me stesso ed era orgoglioso delle sue dimensioni quando era duro, una volta lo misurai ed era di 15 centimetri. Credo che la ragione per cui ne ero orgoglioso era perché i miei cugini maschi ed io dopo un duro giorno di lavoro alla fattoria scappavamo a nuotare e lo facevamo nudi. Anche il mio cugino più vecchio era impressionato, penso che il suo fosse più piccolo del mio. Ok andiamo al giorno in cui ci incontrammo.
Era l'inizio di un nuovo anno e lui entrò, Jacopo. Capelli neri che sembravano volare attorno alla sua testa ed occhi scuri.
Indossava una canottiera bianca che mostrava il suo bel torace forte e stringeva gli addominali che erano più definiti dei miei, lunghe gambe che sembravano non finire mai e potevo vedere una discreta protuberanza nei pantaloncini. Sono sempre stato attratto dai ragazzi e specialmente di notte quando posso darmi piacere, ma quando lui entrò il mondo si fermò. Lui prese posto accanto a me, io lo guardai arrossendo un po’ e lui disse “Ehi, mi chiamo Jacopo” mi mossi appena e risposi: “Mi chiamo Tiziano, ho vissuto in questa piccola città in culo al mondo per tutta la mia vita e la odio” Lui cominciò a ridere. Quel giorno lo portai per la scuola per mostrargliela e diventammo subito amici. Per tutto l'anno fummo inseparabili, andammo dappertutto insieme e passammo anche i fine settimana uno nella casa dell’altro.
Nei 2 anni seguenti andammo dappertutto insieme, facemmo tutto insieme tutto compreso lo sport. Facevamo cross country e football, lo guardavo dopo gli allenamenti quando eravamo sotto le docce, tentando di nascondere il mio cazzo duro a lui ed agli altri ragazzi. Mantenni segreto il mio desiderio ed amore per lui riservandolo ai miei sogni più selvaggi, e lasciatemi dire che erano magnifici, ma nulla mi preparava a quello che sarebbe accaduto nell’ultimo anno di liceo.
Eravamo ambedue popolari, lui usciva con una ragazza ed io avevo fatto lo stesso per sostenere la mia reputazione. Ma un giorno d’estate, dopo quell’anno, tutto cambiò. Lui aveva compiuto 18 anni e si era comprato una macchina.
Era un Corvett del 1967, necessitava di interventi di manutenzione, aveva un aspetto di merda e non andava. Passammo la maggior parte dell'estate a lavorarci durante il tempo libero, anche se l’aveva comprata lui diceva che era la nostra macchina. Un caldo giorno d’estate stavamo sistemando il motore ed io avevo dei problemi, lui si mise dietro di me, quando ci chinammo ansai nel sentire il suo torace sudato contro il mio, eravamo ambedue a torso nudo, feci finta di nulla ma qualche cosa gridava dentro di me. Dopo aver finito ci sedemmo in macchina con un paio di coca cola (ok non era coca cola, era birra) e rimanemmo là un po’.
Io poi mi alzai, cominciai a guardare la macchina e dissi: "Quando avremo finito sarà fottutamente bella."
Lui venne dietro di me, mise un braccio intorno alle mie spalle e disse: "Hai ragione."
Quando tolse il braccio, fece correre lentamente una mano in giù lungo la schiena e
mi strinse il culo. Mi girai scioccato e penso che lui credesse che volessi colpirlo o qualche cosa del genere perchè disse: "Mi spiace... Non volevo.... "
Io gli misi le mani sulla bocca, l'afferrai per le spalle, lo tirai a me e ci baciammo. Per molti minuti le nostre lingue lottarono muovendosi nelle nostre bocche come due serpenti. Quando ci separammo per riprendere fiato, restammo fermi senza dire una parola. Poi ci dicemmo che era ora di cena e le nostre mamme ci aspettavano.
Ci separammo e lui mi gridò: "Ci vediamo domani, stessa ora, stesso posto."
"Sicuro, nessun problema."
Quella sera, dopo cena, andai nella mia stanza con la mente zeppa di pensieri, c’era veramente stato il bacio o era solo una cosa che mi ero immaginato.
Mentre ero sdraiato e mi stavo addormentando, il mio telefono trillò, era Jacopo.
Risposi e lui disse: "Ehi, uomo, come va?"
Io non dissi niente e dopo un momento di silenzio lui disse: "Tutto bene?"
"Penso."
Lui cominciò a dire che gli spiaceva e che non avrebbe mai dovuto farlo. Lo interruppi a metà frase e dissi: "Jacopo, va tutto bene. L’ho voluto dal primo giorno che ti ho visto."
Lui disse la stessa cosa. Cominciammo a chiacchierare, lui disse che la luna era brillante a sufficienza, che c'era molta luce al vecchio granaio dove noi stavamo lavorando sulla sua macchina, voleva sapere se potevamo lavorarci quella notte, lui avrebbe portato spuntini e birra.
"Benissimo, ci sarò in 20 minuti."
Mentre stavamo chiudendo la conversazione sentii Jacopo dire: "Tiziano, io ti amo", ed io cominciai a sorridere.
Dissi ai miei genitori che andavo da Jacopo e che avremmo lavorato alla macchina.
Quando arrivai lui c’era già e stava lavorando alla macchina, sudato ed a torso nudo, cominciò a diventarmi duro solo a guardarlo. Si accorse che ero arrivato e disse: "Quanto tempo ci hai messo", e rise.
Mi gettò una birra e cominciammo a lavorare ma questa volta continuava praticamente a strofinarsi contro di me mentre lo facevamo. Smise di lavorare, mi afferrò e cominciò a baciarmi. Fece correre le mani su e giù sul mio corpo, mi tirò i capezzoli, spostò le mani in basso ai miei pantaloncini e cominciò a carezzarmi il cazzo dall’esterno. Cominciò a baciarmi il collo e poi si mosse ai capezzoli succhiandoli e mordendoli, ma non forte, era una cosa quasi orgasmica. Si abbassò a baciarmi gli addominali che a quel punto della mia vita erano ben definiti ed il mio cazzo ora lungo 22 centimetri e bel grosso, lui si mosse al mio inguine e cominciò a morderlo attraverso la stoffa dei pantaloncini. Portò le mani alla cintura e cominciò a tirarli in giù. Mentre lo faceva cominciò a farmi passare le dita sul pube e continuò a tirarli giù fino a lasciarli cadere alle mie caviglie. Ne uscii mentre lui afferrava il mio uccello e cominciava a leccare l'asta. Si abbassò ulteriormente cominciando a succhiarmi le palle, sentii che lo sperma cominciava a nascere. Ritornò al cazzo e cominciò a succhiarlo prendendolo più profondamente in bocca ogni volta che scendeva. In breve il mio pene fu completamente sommerso nella sua bocca ed era grandioso. Mentre mi stava succhiando notai che il suo dito stava giocando intorno alla fessura del mio culo. Spinse il dito dentro ed era troppo, sparai il più grande carico di sperma della mia vita e lui tenne la bocca intorno al cazzo per tutto il tempo ingoiandolo completamente. Dopo aver succhiato le ultime gocce del mio succo, si alzò e cominciò a baciarmi, potevo sentire il sapore salino della mia sborra. Mentre ci baciavamo tentavo di riprendermi dal miglior orgasmo che avessi mai avuto in vita mia.
Mentre ero sdraiato tentando di riguadagnare la calma, lui mi chiese se volevo tentare si succhiarlo. "Cazzo, sì!" Dissi e ricominciai a baciarlo; scesi sul suo torace e gli diedi lo stesso piacere che mi aveva appena dato e dai suoi lamenti penso di averlo fatto bene. Scesi ulteriormente sul suo corpo baciando e leccando via più sudore che potevo. Finalmente raggiunsi l'obiettivo della mia lunga ossessione. Mentre cominciavo ad abbassargli gli shorts mi sembrava che il suo cazzo gridasse che voleva uscire. Aveva un uccello grosso modo della mia lunghezza ma un po’ più grosso. Cominciai a leccare la testa, il piccolo buco e poi spostai la lingua lungo l’asta fino alla base. Mi portai alle sue palle e cominciai a succhiarle una alla volta. Rimasi lì un po’ e poi ritornai al cazzo. Ripresi a succhiarlo cercando di prenderne il più possibile ma ci riuscii solo a metà. Mentre succhiavo cominciai a giocare col suo culo come lui aveva fatto a me e dai lamenti direi che gli piaceva. In breve sentii il suo pene ingrossarsi, il suo respiro diventare ansante ed i gemiti più forti. Cominciò a dire che stava per sborrare ma io mi mantenni in quella posizione per non perdere neppure una goccia del suo caldo carico. Lui
cominciò sparare nella mia bocca, emettendo un getto dopo l’altro mentre tentavo di berlo tutto ma cominciò ad uscirmi dai lati della bocca. Quando il suo orgasmo si fermò lo tenni dentro di me fino a che l’uccello non divenne molle, solo allora lo baciai e lui mi baciò. Ci baciammo per quella che sembrò un’eternità.
Mentre eravamo sdraiati mi tenne a sè accarezzandomi il torace e baciandomi sulla testa.
Facemmo una pausa dicendoci che dovevamo pisciare e cominciavamo ad essere un poco affamati. Dopo aver mangiato e bevuto, lui disse che voleva provare una cosa e mi chiese di avere fiducia in lui; io dissi ok. Riprendemmo a baciarci ma questa volta fu più sensuale di prima. Cominciò a scendere baciandomi il corpo e quando giunse al mio cazzo mi disse di voltarmi, con un'espressione confusa sul viso dissi ok. Lui disse: "Abbi fiducia in me" ed io feci come diceva. Cominciò a baciarmi il culo e leccare intorno al buco, a questo punto io ero di nuovo duro. Lo sentivo leccarmi il buco dapprima delicatamente, poi cominciò ad applicare pressione e spingere dentra la lingua. Mentre lo faceva mi disse che si sarebbe sdraiato e voleva che gli succhiassi il cazzo mentre lui mi leccava il culo, ed io feci del mio meglio.
Dopo circa 20 minuti disse: "Penso che tu sia pronto."
Guardai indietro e dissi: "Pronto per cosa?"
"Abbi fiducia in me."
Ci alzammo, io mi chinai sul cofano della macchina e lui mise la testa del cazzo contro il mio culo. Disse che probabilmente dapprima avrebbe fatto male ma io promisi che sarei stato buono. Quando cominciò a spingere la testa del suo cazzo scivolò nel mio culo, io cominciai a gridare un po’ e lui disse che dal dolore sarei passato al piacere. Tentai di concentrarmi sul piacere imminente che mi prometteva ed il dolore cessò. Lui mi disse che avrebbe fatto piano ma io volevo sentire il suo cazzo bollente profondamente dentro di me. Quando spinse più profondamente finalmente sentii il suo pube contro il mio culo. Mi disse che sarebbe rimasto così finchè non mi abituavo al suo uccello, si chinò su di me e mi baciò.
Quando mi fui abituato al pene cominciò ad estrarre e spingere poi dentro, lentamente dapprima e poi più velocemente e più forte. Era così bello sentire il suo uccello dentro di me; cambiammo posizione, si mise su di me in modo che potessimo guardarci negli occhi e baciarci. Mentre mi inculava mi menava il cazzo. Io cominciai a lamentarmi e gli dissi che stavo per venire, lui disse di andare avanti perché voleva che sparassi il mio carico caldo sul suo torace. Quando cominciai a sborrare il mio culo strinse il suo cazzo ed io lo sentivo cominciare ad ingrossarsi mentre lui cominciava a lamentarsi ed ad incularmi più velocemente e più duramente. Quando cominciò a venire sentii il suo carico esplodere nel mio culo mentre io sborravo colpendomi il torace ed il mento.
Restammo sdraiati e sentii il suo uccello cominciare a diventare molle, lo estrasse e disse che stava per fare una cosa che aveva sempre voluto fare.
Cominciò a leccarmi il culo spingendovi dentro di nuovo la lingua e cominciò a succhiare fuori lo sperma che mi aveva sparato dentro. Quando cominciò a farlo mi diventò ancora duro e quando ebbe finito ritornò su e mi baciò. Rimanemmo sdraiati uno nelle braccia dell’altro e ci addormentammo.
Quella fu la notte più calda della mia vita. Continuammo a fotterci fino alla fine del liceo e dopo la licenza facemmo un viaggio insieme. Quando tornammo lui si arruolò nell’esercito, ci tenemmo in contatto e ci incontravamo quando tornava a casa.
Poi la vita ci divise ma io voglio dire: "Jacopo, io ti amo ancora."
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Ragazzo sulla scoglieraracconto sucessivo
Quel cinema
Commenti dei lettori al racconto erotico