La macchina del tempo (4)
di
Luca43
genere
incesti
Con molta pazienza, sono riuscito a ricostruire la mia macchina del tempo: non è stato affatto facile con i pezzi disponibili a fine anni ’90, ma un po’ alla volta ce l’ho fatta.
Oggi ho inserito lo stabilizzatore, l’ultimo pezzo che mancava, mi piacerebbe provarla ma ho paura di finire chissà dove, o meglio chissà quando.
- Cos’è quell’affare là? - mi chiede curiosa mia sorella Caterina entrando in garage.
Cacchio!!! Questa non ci voleva!
- Ehmmm… è una radiolina che sto provando a costruire io… - è la prima cosa che mi è venuta in mente di dire.
- E funziona? - domanda lei scettica avvicinandosi.
- No, non ancora… - cerco di sviare il discorso.
- Quando vieni su? Dai che ho voglia di scopare… Approfittiamo che abbiamo la casa libera! - mi propone maliziosa palpandomi il pacco mentre mi abbraccia da dietro.
Non resisto al suo atteggiamento provocante, non ce la faccio mai, l’erezione anche stavolta arriva subito, prepotente, arrogante, accelerata dalle sue tette che sento premere sulla schiena.
Mi giro per baciarla e strizzarle il culo, ma per sbaglio sfioro l’interruttore della macchina e veniamo catapultati in mezzo ad un campo, non ci accorgiamo subito di cosa è successo perché entrambi abbiamo gli occhi chiusi, sento una leggera brezza accarezzarmi la nuca, sarà l’effetto del bacio penso.
Ma quando mia sorella si stacca da me e comincia a urlare mi rendo conto che è successo di nuovo.
- Dove cazzo siamo?!? - grida mentre si guarda attorno terrorizzata.
- Calmati, ti posso spiegare… - cerco di tranquillizzarla.
Ma il primo ad essere impanicato sono io: quella che ho davanti non è più mia sorella, anche se ci assomiglia…
- Che cacchio vuoi spiegare? È sparita la casa! Che ci fai qui papà? Sembri così giovane... Ma non eri via con la mamma? E dov’è finito Luca? -
Adesso la riconosco, è diventata nostra madre da giovane, mi ricordo di averla vista così nelle foto del matrimonio con nostro padre. E da quello che dice, io sono diventato lui.
Certo, non può essere andata che in questo modo: così come l’altra volta mi sono ritrovato nel corpo di me stesso da giovane, questa volta mi sa che siamo finiti in un periodo in cui sia io che mia sorella non siamo ancora nati e quindi abbiamo preso il posto rispettivamente di nostro padre e nostra madre. Che casino!
- È più corretto chiederci “quando” siamo finiti, non "dove"… Cate… quella che hai visto prima in garage non era una radiolina, era una macchina del tempo… e l’ho attivata per sbaglio… - ammetto io preoccupato.
Mia sorella mi guarda con la bocca spalancata.
- Io sono Luca anche se sembro papà da giovane! - continuo con la spiegazione, ma evidentemente questo è troppo per lei e la afferro al volo mentre cade svenuta.
La adagio sull’erba e vado a cercare qualche indizio per capire esattamente in che anno ci troviamo.
Arrivato sulla strada, vedo passare una Fiat 128 e un Maggiolino, compro un giornale, ok, siamo nel 1973, cioè 24 anni indietro rispetto al 1997, come l’altra volta anche stavolta un salto temporale di 24 anni, chissà perché proprio questo intervallo di tempo, cercherò di capirlo quando si sistemeranno le cose, adesso devo risolvere ‘sto macello.
Quando torno da mia sorella, vedo che si è messa seduta e sta piangendo.
- Mi sono specchiata sull’acqua del canale e ho visto che ho l’aspetto di nostra madre quando era giovane… -
- Sì, è così… Cate ti prometto che in un modo o nell’altro torneremo indietro. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, adesso possiamo scopare senza tabù visto che siamo fidanzati - cerco di sdrammatizzare riuscendo a strapparle un sorriso al gusto lacrime.
- Dobbiamo andare ognuno nella propria casa e cambiarci i vestiti, questi che abbiamo addosso attirano troppo l’attenzione -
- Scordartelo di separarci! -
- OK, allora andiamo entrambi in una casa alla volta, ma non so se possiamo farci vedere assieme, siamo nel 1973! -
- Sei sicuro? Quindi i nostri si devono ancora sposare? -
Annuisco mentre ci incamminiamo verso casa sua, cioè dove abitava nostra madre da nubile.
Mentre lei entra in casa per cambiarsi, io aspetto fuori in giardino nascosto tra gli alberi.
- Ciao amore, che ci fai qui? -
Mi giro pietrificato e mi trovo davanti mia zia Paola, cioè la sorella di mia mamma, con 48 anni in meno rispetto a com’era nel 2021, l’ultima volta che l’ho vista.
Mi è sempre piaciuta questa zia, non poteva essere altrimenti: un fisico curvy che sprigionava sesso in ogni movimento che faceva, e adesso che la vedo ancora più giovane resto imbambolato a fissarla.
Lei mi si avvicina e mi bacia, lasciandomi ancora più di sasso.
- Quanto mi siete mancati, Giorgio… tu e il tuo pisello - mi sussurra nell’orecchio palpandomi il cazzo.
Hai capito il paparino… se la faceva con mia zia, cioè la sua cognata?!?
- Ma che fai Paola? -
- Come che faccio? Accarezzo i miei amori… sta’ tranquillo, i miei sono via, non possono vederci! -
- E se ci vede tua sorella? -
- Embè? Non penso che glielo vada a dire… -
Quindi mio padre stava assieme a mia zia prima di sposarsi con mia madre? Non ce l’hanno mai detto! Neanche Beautiful è così incasinato!
I miei ragionamenti vengono interrotti dalla splendida sensazione della sua bocca intorno alla mia cappella: inginocchiata davanti a me, mia zia mi sta spompinando che è una favola, un sogno che si realizza dopo mille seghe fatte da adolescente pensando a lei.
- Sììì Paola che bello, sapessi quanta sborra ho fatto uscire dal mio cazzo per te… - mi lascio sfuggire preso dall’estasi del bocchino.
- Certo che lo so, l’ho presa tutta io in faccia, sulle tette, in bocca o nei miei buchetti… - ribatte lei non potendo capire, per fortuna, la mia allusione.
- Daiii… fammi sborrare sulle tue tettone… ti prego… - la supplico.
- Ah ah che porco che sei, ho capito che sono il tuo punto debole… non serve che mi preghi… piace anche a me prenderla qui sopra -
E così smette di succhiarlo e con la destra inizia una veloce sega indirizzata verso il suo seno, guardando in giù quello spettacolo non riesco a controllarmi oltre e comincio a schizzare come un idrante, lei col braccio sinistro sotto le tette le sostiene per offrire un appoggio stabile alla sborra, quando finisco di eiaculare il suo petto sembra la tavolozza di un pittore, con i capezzoli che fanno da appiglio per reggerla.
- Uau Paola, è stato fantastico… come sempre - aggiungo ormai entrato nei panni di mio padre.
L’aiuto a pulirsi con un paio di fazzoletti e appena entrati in casa ci imbattiamo in mia sorella che sta uscendo di corsa con gli abiti cambiati: vederla con addosso un paio di jeans a zampa di elefante mi fa sorridere.
- Ciao zi… ehmmm... Paola! - sono le parole che le sento pronunciare, non troppo convinta.
- Ciao sorellona, ma non dovevi andare a fare la spesa oggi pomeriggio? - chiede Paola a mia sorella.
- Non mi sento tanto bene… infatti adesso vado dal dottore… - trova come scusa.
- Potresti accompagnarmi tu Giorgio? - mi chiede per avere la possibilità di allontanarci assieme.
- OK Roby, a dopo Paola - saluto mia zia.
Andando verso casa di nostro padre, svelo a Caterina che, da quello che mi ha detto Paola, io e lei non stiamo ancora assieme e che anzi io sono il fidanzato di Paola, omettendo il particolare del pompino ricevuto, non mi sembra questo il momento di fare incazzare mia sorella.
- Ma tu lo sapevi di ‘sta storia? - le chiedo.
- Nostra madre mi ha accennato qualcosa una volta… per questo la zia Paola non ha frequentato tanto la nostra famiglia, probabilmente non ha mai digerito che la mamma, cioè io, le ho fregato il moroso… -
Arriviamo alla casa dove abitava nostro padre prima del matrimonio, anche qui entro solo io mentre Caterina mi aspetta su una panchina in strada.
In camera, mentre cerco qualcosa con cui cambiarmi, entra mia zia Marta, la sorella di mio padre.
- Ciao Giorgio, ci facciamo una sveltina? - mi chiede sottovoce cominciando già a spogliarsi.
Cosa?!? Mio papà si scopava anche sua sorella? Adesso capisco da chi ho preso!
continua…
Oggi ho inserito lo stabilizzatore, l’ultimo pezzo che mancava, mi piacerebbe provarla ma ho paura di finire chissà dove, o meglio chissà quando.
- Cos’è quell’affare là? - mi chiede curiosa mia sorella Caterina entrando in garage.
Cacchio!!! Questa non ci voleva!
- Ehmmm… è una radiolina che sto provando a costruire io… - è la prima cosa che mi è venuta in mente di dire.
- E funziona? - domanda lei scettica avvicinandosi.
- No, non ancora… - cerco di sviare il discorso.
- Quando vieni su? Dai che ho voglia di scopare… Approfittiamo che abbiamo la casa libera! - mi propone maliziosa palpandomi il pacco mentre mi abbraccia da dietro.
Non resisto al suo atteggiamento provocante, non ce la faccio mai, l’erezione anche stavolta arriva subito, prepotente, arrogante, accelerata dalle sue tette che sento premere sulla schiena.
Mi giro per baciarla e strizzarle il culo, ma per sbaglio sfioro l’interruttore della macchina e veniamo catapultati in mezzo ad un campo, non ci accorgiamo subito di cosa è successo perché entrambi abbiamo gli occhi chiusi, sento una leggera brezza accarezzarmi la nuca, sarà l’effetto del bacio penso.
Ma quando mia sorella si stacca da me e comincia a urlare mi rendo conto che è successo di nuovo.
- Dove cazzo siamo?!? - grida mentre si guarda attorno terrorizzata.
- Calmati, ti posso spiegare… - cerco di tranquillizzarla.
Ma il primo ad essere impanicato sono io: quella che ho davanti non è più mia sorella, anche se ci assomiglia…
- Che cacchio vuoi spiegare? È sparita la casa! Che ci fai qui papà? Sembri così giovane... Ma non eri via con la mamma? E dov’è finito Luca? -
Adesso la riconosco, è diventata nostra madre da giovane, mi ricordo di averla vista così nelle foto del matrimonio con nostro padre. E da quello che dice, io sono diventato lui.
Certo, non può essere andata che in questo modo: così come l’altra volta mi sono ritrovato nel corpo di me stesso da giovane, questa volta mi sa che siamo finiti in un periodo in cui sia io che mia sorella non siamo ancora nati e quindi abbiamo preso il posto rispettivamente di nostro padre e nostra madre. Che casino!
- È più corretto chiederci “quando” siamo finiti, non "dove"… Cate… quella che hai visto prima in garage non era una radiolina, era una macchina del tempo… e l’ho attivata per sbaglio… - ammetto io preoccupato.
Mia sorella mi guarda con la bocca spalancata.
- Io sono Luca anche se sembro papà da giovane! - continuo con la spiegazione, ma evidentemente questo è troppo per lei e la afferro al volo mentre cade svenuta.
La adagio sull’erba e vado a cercare qualche indizio per capire esattamente in che anno ci troviamo.
Arrivato sulla strada, vedo passare una Fiat 128 e un Maggiolino, compro un giornale, ok, siamo nel 1973, cioè 24 anni indietro rispetto al 1997, come l’altra volta anche stavolta un salto temporale di 24 anni, chissà perché proprio questo intervallo di tempo, cercherò di capirlo quando si sistemeranno le cose, adesso devo risolvere ‘sto macello.
Quando torno da mia sorella, vedo che si è messa seduta e sta piangendo.
- Mi sono specchiata sull’acqua del canale e ho visto che ho l’aspetto di nostra madre quando era giovane… -
- Sì, è così… Cate ti prometto che in un modo o nell’altro torneremo indietro. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, adesso possiamo scopare senza tabù visto che siamo fidanzati - cerco di sdrammatizzare riuscendo a strapparle un sorriso al gusto lacrime.
- Dobbiamo andare ognuno nella propria casa e cambiarci i vestiti, questi che abbiamo addosso attirano troppo l’attenzione -
- Scordartelo di separarci! -
- OK, allora andiamo entrambi in una casa alla volta, ma non so se possiamo farci vedere assieme, siamo nel 1973! -
- Sei sicuro? Quindi i nostri si devono ancora sposare? -
Annuisco mentre ci incamminiamo verso casa sua, cioè dove abitava nostra madre da nubile.
Mentre lei entra in casa per cambiarsi, io aspetto fuori in giardino nascosto tra gli alberi.
- Ciao amore, che ci fai qui? -
Mi giro pietrificato e mi trovo davanti mia zia Paola, cioè la sorella di mia mamma, con 48 anni in meno rispetto a com’era nel 2021, l’ultima volta che l’ho vista.
Mi è sempre piaciuta questa zia, non poteva essere altrimenti: un fisico curvy che sprigionava sesso in ogni movimento che faceva, e adesso che la vedo ancora più giovane resto imbambolato a fissarla.
Lei mi si avvicina e mi bacia, lasciandomi ancora più di sasso.
- Quanto mi siete mancati, Giorgio… tu e il tuo pisello - mi sussurra nell’orecchio palpandomi il cazzo.
Hai capito il paparino… se la faceva con mia zia, cioè la sua cognata?!?
- Ma che fai Paola? -
- Come che faccio? Accarezzo i miei amori… sta’ tranquillo, i miei sono via, non possono vederci! -
- E se ci vede tua sorella? -
- Embè? Non penso che glielo vada a dire… -
Quindi mio padre stava assieme a mia zia prima di sposarsi con mia madre? Non ce l’hanno mai detto! Neanche Beautiful è così incasinato!
I miei ragionamenti vengono interrotti dalla splendida sensazione della sua bocca intorno alla mia cappella: inginocchiata davanti a me, mia zia mi sta spompinando che è una favola, un sogno che si realizza dopo mille seghe fatte da adolescente pensando a lei.
- Sììì Paola che bello, sapessi quanta sborra ho fatto uscire dal mio cazzo per te… - mi lascio sfuggire preso dall’estasi del bocchino.
- Certo che lo so, l’ho presa tutta io in faccia, sulle tette, in bocca o nei miei buchetti… - ribatte lei non potendo capire, per fortuna, la mia allusione.
- Daiii… fammi sborrare sulle tue tettone… ti prego… - la supplico.
- Ah ah che porco che sei, ho capito che sono il tuo punto debole… non serve che mi preghi… piace anche a me prenderla qui sopra -
E così smette di succhiarlo e con la destra inizia una veloce sega indirizzata verso il suo seno, guardando in giù quello spettacolo non riesco a controllarmi oltre e comincio a schizzare come un idrante, lei col braccio sinistro sotto le tette le sostiene per offrire un appoggio stabile alla sborra, quando finisco di eiaculare il suo petto sembra la tavolozza di un pittore, con i capezzoli che fanno da appiglio per reggerla.
- Uau Paola, è stato fantastico… come sempre - aggiungo ormai entrato nei panni di mio padre.
L’aiuto a pulirsi con un paio di fazzoletti e appena entrati in casa ci imbattiamo in mia sorella che sta uscendo di corsa con gli abiti cambiati: vederla con addosso un paio di jeans a zampa di elefante mi fa sorridere.
- Ciao zi… ehmmm... Paola! - sono le parole che le sento pronunciare, non troppo convinta.
- Ciao sorellona, ma non dovevi andare a fare la spesa oggi pomeriggio? - chiede Paola a mia sorella.
- Non mi sento tanto bene… infatti adesso vado dal dottore… - trova come scusa.
- Potresti accompagnarmi tu Giorgio? - mi chiede per avere la possibilità di allontanarci assieme.
- OK Roby, a dopo Paola - saluto mia zia.
Andando verso casa di nostro padre, svelo a Caterina che, da quello che mi ha detto Paola, io e lei non stiamo ancora assieme e che anzi io sono il fidanzato di Paola, omettendo il particolare del pompino ricevuto, non mi sembra questo il momento di fare incazzare mia sorella.
- Ma tu lo sapevi di ‘sta storia? - le chiedo.
- Nostra madre mi ha accennato qualcosa una volta… per questo la zia Paola non ha frequentato tanto la nostra famiglia, probabilmente non ha mai digerito che la mamma, cioè io, le ho fregato il moroso… -
Arriviamo alla casa dove abitava nostro padre prima del matrimonio, anche qui entro solo io mentre Caterina mi aspetta su una panchina in strada.
In camera, mentre cerco qualcosa con cui cambiarmi, entra mia zia Marta, la sorella di mio padre.
- Ciao Giorgio, ci facciamo una sveltina? - mi chiede sottovoce cominciando già a spogliarsi.
Cosa?!? Mio papà si scopava anche sua sorella? Adesso capisco da chi ho preso!
continua…
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