Quella volta col tecnico della caldaia 2
di
Roby123
genere
gay
Vi ricordate quel ragazzo di vent'anni che venne a casa mia per dei controlli alla caldaia che poi mi scopò? Ecco, io e lui siamo una coppia ora. Partiamo però dal principio.
31 ottobre 2022, Halloween. I miei genitori mi dissero che saremmo andati per il ponte dei morti in campagna ma io avevo altri piani. Mi inventai una scusa riguardo alla scuola e mi fecero rimanere a casa per due giorni, tempo che tornassero.
Ero davvero eccitato, avrei fatto venire a casa Luca, il tecnico della caldaia, e avremmo passato due giorni da paura.
I miei partirono e io rimasi a casa da solo. Avvertii già Luca del "piano", gli scrissi che erano andati via e che sarebbe potuto venire da me per l'ora di cena.
Intanto che aspettavo, finii i pochi compiti che ci assegnarono a scuola e iniziai a cambiarmi; solito look, collant, felpa grossa, pantaloncini corti questa volta che coprivano meno il sedere. Questa volta però mi truccai, non in modo esagerato per non sembrare ridicolo: mi misi un rossetto non tanto scuro, il mascara e la matita.
Avevo appena finito di mettermi il rossetto che sentii il campanello di casa suonare; aprii e lo vidi in tutta la sua grandezza e virilità.
"Ehi, Lu." Dissi sorridendo
"Ciao piccolo." Mi disse anche lui sorridendo. Da dietro la schiena tirò fuori una rosa e me la porse. Ero stupito e soprattutto felice, mi scese una lacrima per la felicità.
"Ehi non piangere, ti si rovina il trucco. A proposito, stai benissimo." Mi disse dolcemente quasi sussurrandomelo asciugandomi la lacrima.
Lo abbracciai con tutta la forza che avevo, lui chiuse la porta dietro, lo lasciai e lo guardai, allungai la mano verso la sua guancia e in punta di piedi lo baciai.
"Dai, vieni, accomodati. Avevo intenzione di cucinare qualcosa." Dissi
"Ah grazie ma non ho molta fame." Disse lui
"Ok allora preparo i popcorn e ci guardiamo un film?" Iniziai a mettere la pentola sul fornello, la accesi ma ad un tratto sentii le sue immense mani appoggiarsi sui miei fianchi. Mi girò dolcemente e lentamente, mi prese il mento e portò la sua bocca alla mia delicatamente spegnendo dietro di me il fornello. Continuammo a baciarci, mi prese in braccio e mi fece sedere sul tavolo. Gli sbottonai la camicia che aveva addosso lasciandolo a petto nudo, gli accarezzavo il suo petto marmoreo; lui mi accarezzava le cosce fino a infilare le sue mani nei miei pantaloncini. In quel momento dissi: "Fermo, non qui."
Scesi dal tavolo, lo presi per mano e lo portai nella camera da letto dei miei genitori dove c'è un letto matrimoniale. Nella stanza ci sono anche i led colorati così presi il telecomando e impostai la luce rossa.
"Ti piace?" Chiesi
"Da matti." Mi disse riprendendo a baciarmi.
Ci sdraiammo sul letto, mi misi in ginocchio e mi tolsi la felpa poi mi riabbassai e continuai a baciarlo. Mi misi sopra di lui scendendo piano piano verso il basso, gli slacciai i pantaloni togliendoglieli sfilandogli anche le mutande. Era abbastanza buio e i led rossi più di tanto non facevano tanta luce ma il suo splendido cazzo lo vedevo perfettamente.
"Ciao bello, ti ricordi di me?" Dissi scherzosamente rivolgendovi al suo cazzo.
Era già duro così iniziai a leccarlo e a infilarmelo in bocca. Che bello che era! Luca mi mise una sua mano sulla testa accarezzandomi certe volte le guance.
"Vieni qui amore." Mi disse.
Mi baciò e lo ritrovai sopra me completamente nudo che mi sfilava i collant e i pantaloncini; eravamo completamente nudi, i nostri cazzi che si toccavano, il mio era la metà del suo; mi abbracciava e mi baciava, mi prese i polsi e li serrò contro il cuscino dicendo: "Apri le gambe angioletto, ti riporto in paradiso."
"Allora accompagnamici bel diavolo." Dissi io quasi sussurrandoglielo.
Mi baciò il collo: "Sei pronta?"
"Vai."
Appoggiò la sua cappella sul mio buco per poi penetrarlo completamente. Lo infilò in profondità, iniziai a gemere troppo forte così mi coprì la bocca; mi avvinghiai con le gambe alla sua possente schiena. Continuava a sbattermelo dentro aumentando sempre di più la velocità ma comunque rimase sempre dolce e delicato nell’incularmi.
Mi sentivo bene ad essere inculato da lui, mi dava un senso di libertà inimmaginabile. Il suo cazzo pulsava dentro di me e non creava alcun attrito, era ben lubrificato e creava un immenso piacere.
Ad un certo punto si fermò dicendomi: “Non ce la faccio più.”
“Dai, continuo un po’ io.”
Lo baciai e lo girai di schiena sul letto sdraiato a petto in su, mi sedetti sul suo cazzo senza infilarmelo, gli accarezzai il petto, misi le mie mani sui suoi inguini, mi tirai leggermente su, impugnai il suo cazzo, me lo puntai diretto verso il mio buco del culo facendo entrare la cappella e poi tutto intero. Iniziai così a fare su e giù; alcune volte mettevo le mani sui suoi inguini, altre volte sulla mia schiena incurvandomi leggermente in dietro, altre volte sulle sue gambe e altre mi aprivo sempre più il culo. Mi muovevo dandomi la spinta con le gambe o muovevo il bacino. Era bellissimo.
“Sto per venire.” Disse
“Vieni dentro di me, Lu.”
Venne dentro di me, mi riempì completamente, sentivo la pancia calda e piena del suo buonissimo sperma.
Lo estrassi dal mio culo, stava continuando a sborrare anche se con un getto non troppo forte; mi abbassai a leccarglielo e a pulirlo completamente dal suo sperma.
“Ti piace proprio.” Mi disse accarezzandomi il viso delicatamente.
Una volta avergli pulito il cazzo mi spostai verso di lui a gattoni sul materasso, lo baciai e mi misi a fianco a lui abbracciandolo e accarezzandogli il petto. Ansimava, era stanco.
“Mi fa male il culetto.” Dissi scherzosamente.
Ci mettemmo a sghignazzare. Girò la testa e mi guardò fisso negli occhi, ci baciammo.
“Un altro round?” Dissi
“Un attimo ti prego.” Replicò lui ancora affannato scherzosamente.
Dopo che si riprese mi scopò a pecorina e a missionario, gli feci un pompino e poi sfiniti tutti e due ci addormentammo abbracciati nudi a cucchiaio.
Ci furono momenti in cui ne io ne lui riuscivamo a dormire. Quando mi svegliavo io mi infilavo sotto le coperte a fargli un pompino per svegliarlo, quando era lui sveglio mi svegliava inculandomi. Tutto ciò solo due volte poi dormimmo profondamente.
Alla mattina mi svegliai alle 10:30. Luca non era vicino a me ma i suoi vestiti, tranne le mutande, erano dove li avevamo lasciati la sera prima. Arrivò subito dopo con un vassoietto, mi aveva preparato la colazione.
“Grazie mille, Lu. Sei davvero speciale.” Dissi
“Sono lusingato.” Mi disse dandomi il vassoietto.
Iniziai a bere il caffè, lui si sdraiò a fianco a me in una posizione che trovavo molto sexy.
“Guarda che ti salto addosso se stai in quella posizione.” Dissi scherzosamente
“Sai che” disse lui “questa notte, appena tu ti sei addormentato, volevo svegliarti così ho provato ad incularti ma non ti sei svegliato.”
“No, sul serio?” Chiesi io stupito
“Sono serio, ti sono venuto ancora dentro ma tu non ti sei svegliato comunque.”
Ci mettemmo a ridere.
Io continuai a bere il mio caffè, ero ancora nudo; Luca si avvicinò di più, mi baciò e mi disse: “Ti amo tanto sai? Voglio stare con te piccolo. Perché non vieni a stare da me?”
Mi stava per andare di traverso il caffè.
“Luca, ti amo tanto anche io ma ho sedici anni, non posso venire a vivere con te e in più i miei non sanno né che sto con qualcuno, né che sono gay. Anche dirglielo come pensi che la prenderebbero se scoprissero che sto con un ventenne? Ti ripeto, ti amo tantissimo anche io ma cerca di capire, appena vado all’università potremo fare quello che vorremo.”
“Va bene, aspetterò.” Mi disse baciandomi.
“Ora, vado a fare la doccia, vieni con me?” Dissi
“Oh sì, arrivo subito.”
Concludemmo tutto con una bella doccia calda dove mi scopò nuovamente.
31 ottobre 2022, Halloween. I miei genitori mi dissero che saremmo andati per il ponte dei morti in campagna ma io avevo altri piani. Mi inventai una scusa riguardo alla scuola e mi fecero rimanere a casa per due giorni, tempo che tornassero.
Ero davvero eccitato, avrei fatto venire a casa Luca, il tecnico della caldaia, e avremmo passato due giorni da paura.
I miei partirono e io rimasi a casa da solo. Avvertii già Luca del "piano", gli scrissi che erano andati via e che sarebbe potuto venire da me per l'ora di cena.
Intanto che aspettavo, finii i pochi compiti che ci assegnarono a scuola e iniziai a cambiarmi; solito look, collant, felpa grossa, pantaloncini corti questa volta che coprivano meno il sedere. Questa volta però mi truccai, non in modo esagerato per non sembrare ridicolo: mi misi un rossetto non tanto scuro, il mascara e la matita.
Avevo appena finito di mettermi il rossetto che sentii il campanello di casa suonare; aprii e lo vidi in tutta la sua grandezza e virilità.
"Ehi, Lu." Dissi sorridendo
"Ciao piccolo." Mi disse anche lui sorridendo. Da dietro la schiena tirò fuori una rosa e me la porse. Ero stupito e soprattutto felice, mi scese una lacrima per la felicità.
"Ehi non piangere, ti si rovina il trucco. A proposito, stai benissimo." Mi disse dolcemente quasi sussurrandomelo asciugandomi la lacrima.
Lo abbracciai con tutta la forza che avevo, lui chiuse la porta dietro, lo lasciai e lo guardai, allungai la mano verso la sua guancia e in punta di piedi lo baciai.
"Dai, vieni, accomodati. Avevo intenzione di cucinare qualcosa." Dissi
"Ah grazie ma non ho molta fame." Disse lui
"Ok allora preparo i popcorn e ci guardiamo un film?" Iniziai a mettere la pentola sul fornello, la accesi ma ad un tratto sentii le sue immense mani appoggiarsi sui miei fianchi. Mi girò dolcemente e lentamente, mi prese il mento e portò la sua bocca alla mia delicatamente spegnendo dietro di me il fornello. Continuammo a baciarci, mi prese in braccio e mi fece sedere sul tavolo. Gli sbottonai la camicia che aveva addosso lasciandolo a petto nudo, gli accarezzavo il suo petto marmoreo; lui mi accarezzava le cosce fino a infilare le sue mani nei miei pantaloncini. In quel momento dissi: "Fermo, non qui."
Scesi dal tavolo, lo presi per mano e lo portai nella camera da letto dei miei genitori dove c'è un letto matrimoniale. Nella stanza ci sono anche i led colorati così presi il telecomando e impostai la luce rossa.
"Ti piace?" Chiesi
"Da matti." Mi disse riprendendo a baciarmi.
Ci sdraiammo sul letto, mi misi in ginocchio e mi tolsi la felpa poi mi riabbassai e continuai a baciarlo. Mi misi sopra di lui scendendo piano piano verso il basso, gli slacciai i pantaloni togliendoglieli sfilandogli anche le mutande. Era abbastanza buio e i led rossi più di tanto non facevano tanta luce ma il suo splendido cazzo lo vedevo perfettamente.
"Ciao bello, ti ricordi di me?" Dissi scherzosamente rivolgendovi al suo cazzo.
Era già duro così iniziai a leccarlo e a infilarmelo in bocca. Che bello che era! Luca mi mise una sua mano sulla testa accarezzandomi certe volte le guance.
"Vieni qui amore." Mi disse.
Mi baciò e lo ritrovai sopra me completamente nudo che mi sfilava i collant e i pantaloncini; eravamo completamente nudi, i nostri cazzi che si toccavano, il mio era la metà del suo; mi abbracciava e mi baciava, mi prese i polsi e li serrò contro il cuscino dicendo: "Apri le gambe angioletto, ti riporto in paradiso."
"Allora accompagnamici bel diavolo." Dissi io quasi sussurrandoglielo.
Mi baciò il collo: "Sei pronta?"
"Vai."
Appoggiò la sua cappella sul mio buco per poi penetrarlo completamente. Lo infilò in profondità, iniziai a gemere troppo forte così mi coprì la bocca; mi avvinghiai con le gambe alla sua possente schiena. Continuava a sbattermelo dentro aumentando sempre di più la velocità ma comunque rimase sempre dolce e delicato nell’incularmi.
Mi sentivo bene ad essere inculato da lui, mi dava un senso di libertà inimmaginabile. Il suo cazzo pulsava dentro di me e non creava alcun attrito, era ben lubrificato e creava un immenso piacere.
Ad un certo punto si fermò dicendomi: “Non ce la faccio più.”
“Dai, continuo un po’ io.”
Lo baciai e lo girai di schiena sul letto sdraiato a petto in su, mi sedetti sul suo cazzo senza infilarmelo, gli accarezzai il petto, misi le mie mani sui suoi inguini, mi tirai leggermente su, impugnai il suo cazzo, me lo puntai diretto verso il mio buco del culo facendo entrare la cappella e poi tutto intero. Iniziai così a fare su e giù; alcune volte mettevo le mani sui suoi inguini, altre volte sulla mia schiena incurvandomi leggermente in dietro, altre volte sulle sue gambe e altre mi aprivo sempre più il culo. Mi muovevo dandomi la spinta con le gambe o muovevo il bacino. Era bellissimo.
“Sto per venire.” Disse
“Vieni dentro di me, Lu.”
Venne dentro di me, mi riempì completamente, sentivo la pancia calda e piena del suo buonissimo sperma.
Lo estrassi dal mio culo, stava continuando a sborrare anche se con un getto non troppo forte; mi abbassai a leccarglielo e a pulirlo completamente dal suo sperma.
“Ti piace proprio.” Mi disse accarezzandomi il viso delicatamente.
Una volta avergli pulito il cazzo mi spostai verso di lui a gattoni sul materasso, lo baciai e mi misi a fianco a lui abbracciandolo e accarezzandogli il petto. Ansimava, era stanco.
“Mi fa male il culetto.” Dissi scherzosamente.
Ci mettemmo a sghignazzare. Girò la testa e mi guardò fisso negli occhi, ci baciammo.
“Un altro round?” Dissi
“Un attimo ti prego.” Replicò lui ancora affannato scherzosamente.
Dopo che si riprese mi scopò a pecorina e a missionario, gli feci un pompino e poi sfiniti tutti e due ci addormentammo abbracciati nudi a cucchiaio.
Ci furono momenti in cui ne io ne lui riuscivamo a dormire. Quando mi svegliavo io mi infilavo sotto le coperte a fargli un pompino per svegliarlo, quando era lui sveglio mi svegliava inculandomi. Tutto ciò solo due volte poi dormimmo profondamente.
Alla mattina mi svegliai alle 10:30. Luca non era vicino a me ma i suoi vestiti, tranne le mutande, erano dove li avevamo lasciati la sera prima. Arrivò subito dopo con un vassoietto, mi aveva preparato la colazione.
“Grazie mille, Lu. Sei davvero speciale.” Dissi
“Sono lusingato.” Mi disse dandomi il vassoietto.
Iniziai a bere il caffè, lui si sdraiò a fianco a me in una posizione che trovavo molto sexy.
“Guarda che ti salto addosso se stai in quella posizione.” Dissi scherzosamente
“Sai che” disse lui “questa notte, appena tu ti sei addormentato, volevo svegliarti così ho provato ad incularti ma non ti sei svegliato.”
“No, sul serio?” Chiesi io stupito
“Sono serio, ti sono venuto ancora dentro ma tu non ti sei svegliato comunque.”
Ci mettemmo a ridere.
Io continuai a bere il mio caffè, ero ancora nudo; Luca si avvicinò di più, mi baciò e mi disse: “Ti amo tanto sai? Voglio stare con te piccolo. Perché non vieni a stare da me?”
Mi stava per andare di traverso il caffè.
“Luca, ti amo tanto anche io ma ho sedici anni, non posso venire a vivere con te e in più i miei non sanno né che sto con qualcuno, né che sono gay. Anche dirglielo come pensi che la prenderebbero se scoprissero che sto con un ventenne? Ti ripeto, ti amo tantissimo anche io ma cerca di capire, appena vado all’università potremo fare quello che vorremo.”
“Va bene, aspetterò.” Mi disse baciandomi.
“Ora, vado a fare la doccia, vieni con me?” Dissi
“Oh sì, arrivo subito.”
Concludemmo tutto con una bella doccia calda dove mi scopò nuovamente.
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