Sbattuto in una fabbrica abbandonata
di
Roby123
genere
gay
Era un po' che non avevo momenti particolarmente interessanti col mio fidanzato Luca: è sempre in giro che lavora quindi le varie volte che scopiamo sono cose semplici e spesso anche veloci, ad esempio durante la sua pausa pranzo o il weekend. Ora ho molto tempo libero considerando che non ho ancora iniziato l'anno scolastico. Come già capitò in precedenza, appunto perché Luca non mi soddisfava più particolarmente, andai con suo fratello Matteo, ora che ha finito i vari esami che doveva dare, visto che và all'università, anche lui ha più tempo libero infatti l'altro ieri e ieri ci siamo visti ma ciò che successe ieri è stato bellissimo.
Appunto mi arrivò una chiamata, era Matteo, mi chiese se avessi avuto voglia di fare un giro assieme a lui, una passeggiata in periferia dove ci sono i campi. Mi venne a prendere a casa mia in macchina, una volta salito e salutato gli diedi un bel abbraccio e un bacio.
Ero vestito molto femminile: t-shirt nera e magenta che mi lasciava scoperta la pancia, pantaloncini jeans neri poco più sopra il sedere, calze autoreggenti anch'esse nere di tela con dei dettagli circolari bianchi che mi arrivavano circa a mezza coscia, un paio di sneakers e al collo un colare, anch'esso nero, con un ciondolo d'argento a forma di cuore. Partimmo.
"Allora, dove andiamo?" Chiesi
"Andiamo verso i campi a fare una passeggiata, è una così bella giornata."
Un attimo di silenzio.
"Sai che tra poco è il mio compleanno?" Dissi improvvisamente con fare entusiasta.
"Ah sì? Quanti ne fai? Tre?"
"Scemo, lo sai che ne faccio diciassette. Tu piuttosto, quand'è che fai i venti?"
"Tra poco anche io."
Continuammo il viaggio finché arrivammo davanti ad una fabbrica abbandonata dove parcheggiò in mezzo alla vegetazione che faceva ombra.
"Aspetta" dissi "perché siamo qui?"
Mi guardò con occhi tenerissimi "Non mi avevi detto che avevi questo 'fetish' di esplorare luoghi abbandonati?"
Ero felicissimo, anche perché mi ero informato su quel luogo e si dice che ci siano ancora molti macchinari.
Trovammo un buco nella recinzione, da lì entrammo nella fabbrica.
Era enorme, non era più di tanto vandalizzata e a me questa cosa fa impazzire, quando i luoghi abbandonati non sono vandalizzati. Abbiamo visto macchinari che venivano utilizzati per la tessitura e la colorazione delle stoffe, visto che quella era una fabbrica tessile.
Camminavamo uno di fianco all'altro. Improvvisamente sentimmo un rumore, mi spaventai moltissimo tanto che mi avvinghiai terrorizzato a Matteo "Oi, tranquillo, sarà stato il vento o un qualche animale."
Lo guardai dritto negli occhi che quasi lacrimavo.
Continuammo a visitare il posto finché arrivammo ad una stanza che probabilmente era quella del dirigente dell'azienda: era grande, aveva una magnifica scrivania, c'erano un po' di scartoffie per terra.
"Bene" disse Matteo improvvisamente "mi sembra che abbiamo visto tutta la struttura, ti è piaciuto il giro?"
Mi sedetti sulla scrivania "Cavolo se mi è piaciuto, era da tanto che volevo visitare questo posto, grazie davvero Matte."
"Mi fa piacere. Dai, torniamo alla macchina."
Mi misi in piedi e andai di fronte a lui, lo guardai, gli misi una mano sul petto come per dirgli di fermarsi, andai verso la porta dell'ufficio, la chiusi un po' a fatica, andai di fronte a lui per poi mettergli le braccia intorno al collo "Non ti ho detto che ho un altro 'fetish' che riguarda i luoghi abbandonati."
Aveva capito "Ah sì, e quale sarebbe?"
"Beh è una cosa che sono sicuro che potrebbe interessare anche te." Dissi mentre mimavo con le mani un movimento che poteva solo sembrare la penetrazione.
"Dici?" Mi prese in braccio iniziandomi a baciare mettendomi seduto sulla scrivania. Le nostre labbra schioccavano tra loro e le nostre lingue si dimenavano sfiorandosi nelle nostre bocche.
Mi misi in piedi davanti a lui, mi abbassai sempre guardandolo negli occhi, gli slacciai la cintura, gli sbottonai e abbassai i jeans, gi abbassai le mutande e glielo presi in mano. Iniziai a segarglielo lentamente e a leccarglielo piano piano in modo tale che gli si indurisse il più possibile. Ci volle poco per farglielo venire duro ma continuai lo stesso a leccarglielo: glielo alzai facendoglielo aderire all'addome, passai la lingua dalla base salendo piano fino alla punta dove mi fermavo a produrre movimenti circolari per poi appoggiare dolcemente le labbra come per baciarglielo; feci lo stesso sul lato del pene mentre con una mano gli massaggiavo le palle. Vedevo perfettamente la sua espressione di puro piacere.
Aprii bene la bocca e me lo infilai piano fino praticamente alla base, mi assicurai di usare sempre abbastanza saliva per lubrificarlo a dovere. Mi tirò in piedi, mi baciò, mi girò e mi fece appoggiare le mani sulla scrivania, mi abbassò i pantaloncini e le mutandine fino a togliermeli lasciandomi quindi nudo dalla vita in giù con gli autoreggenti; appoggiò poi questi sulla scrivania anche se impolverata. Si abbassò, mi sputò sul buchino, poi si alzò, lo prese in mano e me lo puntò per poi infilarlo. Iniziò a muoversi sbattendomi anche abbastanza forte, iniziavo a gemere e a fare i miei soliti urletti "Sbattimi, sbattimi più forte!"
Sentimmo ad un tratto un rumore, anche abbastanza forte; rispetto a prima ebbi più coraggio "Chi c'è?" Urlai, in tutto ciò eravamo ancora in quella posizione con Matteo ancora dentro di me che guardavano tutti e due verso la porta dell'ufficio dove eravamo. All'improvviso mi mossi, feci uscire il cazzo di Matteo dal mio culo e mi diressi verso la porta, lui si alzò le mutande e i pantaloni, io ancora nudo dalla vita in giù, completamente estraneo dal fatto di essere praticamente nudo. Aprii la porta con la stessa fatica di quando la chiusi "Chi è?" Sempre io. Uscii dall'ufficio senza pensarci, Matteo che mi diceva qualcosa a bassa voce dietro di me mentre mi incamminavo per capire che rumore fosse, forse mi stava mettendo in guardia del fatto che avevo cazzo e culo all'aria. Arrivammo in un corridoio e scoprimmo che la fonte era un gatto randagio che appena ci vide scappò.
"Meno male." Tirai un sospiro di sollievo. "Io in tutto ciò non mi sono manco accorto che sono nudo." Ridemmo tutti e due. Lo guardai, misi le mani contro il muro, aprii bene le gambe e dissi: "Quindi, dove eravamo rimasti?"
Subito si abbassò i jeans, lo tirò fuori e me lo infilò. Stavamo facendo sesso in mezzo ad un corridoio, cosa che se fosse passato qualche altro 'esploratore' ci avrebbe di certo visto; il clap clap formatosi e i miei gemiti echeggiavano nella struttura, noi eravamo completamente incuranti di tutto ciò, lui pensava a sbattermi, io pensavo a farmi sbattere. Continuò poi mi venne dentro riempiendomi per bene la pancia. Ci incamminammo verso la precedente stanza per rivestirci, solo quando arrivammo notai che avevo lasciato una scia di gocce di sperma che fuoriusciva dal mio culo.
Uscimmo da lì, Matteo mi riaccompagnò poi a casa.
Appunto mi arrivò una chiamata, era Matteo, mi chiese se avessi avuto voglia di fare un giro assieme a lui, una passeggiata in periferia dove ci sono i campi. Mi venne a prendere a casa mia in macchina, una volta salito e salutato gli diedi un bel abbraccio e un bacio.
Ero vestito molto femminile: t-shirt nera e magenta che mi lasciava scoperta la pancia, pantaloncini jeans neri poco più sopra il sedere, calze autoreggenti anch'esse nere di tela con dei dettagli circolari bianchi che mi arrivavano circa a mezza coscia, un paio di sneakers e al collo un colare, anch'esso nero, con un ciondolo d'argento a forma di cuore. Partimmo.
"Allora, dove andiamo?" Chiesi
"Andiamo verso i campi a fare una passeggiata, è una così bella giornata."
Un attimo di silenzio.
"Sai che tra poco è il mio compleanno?" Dissi improvvisamente con fare entusiasta.
"Ah sì? Quanti ne fai? Tre?"
"Scemo, lo sai che ne faccio diciassette. Tu piuttosto, quand'è che fai i venti?"
"Tra poco anche io."
Continuammo il viaggio finché arrivammo davanti ad una fabbrica abbandonata dove parcheggiò in mezzo alla vegetazione che faceva ombra.
"Aspetta" dissi "perché siamo qui?"
Mi guardò con occhi tenerissimi "Non mi avevi detto che avevi questo 'fetish' di esplorare luoghi abbandonati?"
Ero felicissimo, anche perché mi ero informato su quel luogo e si dice che ci siano ancora molti macchinari.
Trovammo un buco nella recinzione, da lì entrammo nella fabbrica.
Era enorme, non era più di tanto vandalizzata e a me questa cosa fa impazzire, quando i luoghi abbandonati non sono vandalizzati. Abbiamo visto macchinari che venivano utilizzati per la tessitura e la colorazione delle stoffe, visto che quella era una fabbrica tessile.
Camminavamo uno di fianco all'altro. Improvvisamente sentimmo un rumore, mi spaventai moltissimo tanto che mi avvinghiai terrorizzato a Matteo "Oi, tranquillo, sarà stato il vento o un qualche animale."
Lo guardai dritto negli occhi che quasi lacrimavo.
Continuammo a visitare il posto finché arrivammo ad una stanza che probabilmente era quella del dirigente dell'azienda: era grande, aveva una magnifica scrivania, c'erano un po' di scartoffie per terra.
"Bene" disse Matteo improvvisamente "mi sembra che abbiamo visto tutta la struttura, ti è piaciuto il giro?"
Mi sedetti sulla scrivania "Cavolo se mi è piaciuto, era da tanto che volevo visitare questo posto, grazie davvero Matte."
"Mi fa piacere. Dai, torniamo alla macchina."
Mi misi in piedi e andai di fronte a lui, lo guardai, gli misi una mano sul petto come per dirgli di fermarsi, andai verso la porta dell'ufficio, la chiusi un po' a fatica, andai di fronte a lui per poi mettergli le braccia intorno al collo "Non ti ho detto che ho un altro 'fetish' che riguarda i luoghi abbandonati."
Aveva capito "Ah sì, e quale sarebbe?"
"Beh è una cosa che sono sicuro che potrebbe interessare anche te." Dissi mentre mimavo con le mani un movimento che poteva solo sembrare la penetrazione.
"Dici?" Mi prese in braccio iniziandomi a baciare mettendomi seduto sulla scrivania. Le nostre labbra schioccavano tra loro e le nostre lingue si dimenavano sfiorandosi nelle nostre bocche.
Mi misi in piedi davanti a lui, mi abbassai sempre guardandolo negli occhi, gli slacciai la cintura, gli sbottonai e abbassai i jeans, gi abbassai le mutande e glielo presi in mano. Iniziai a segarglielo lentamente e a leccarglielo piano piano in modo tale che gli si indurisse il più possibile. Ci volle poco per farglielo venire duro ma continuai lo stesso a leccarglielo: glielo alzai facendoglielo aderire all'addome, passai la lingua dalla base salendo piano fino alla punta dove mi fermavo a produrre movimenti circolari per poi appoggiare dolcemente le labbra come per baciarglielo; feci lo stesso sul lato del pene mentre con una mano gli massaggiavo le palle. Vedevo perfettamente la sua espressione di puro piacere.
Aprii bene la bocca e me lo infilai piano fino praticamente alla base, mi assicurai di usare sempre abbastanza saliva per lubrificarlo a dovere. Mi tirò in piedi, mi baciò, mi girò e mi fece appoggiare le mani sulla scrivania, mi abbassò i pantaloncini e le mutandine fino a togliermeli lasciandomi quindi nudo dalla vita in giù con gli autoreggenti; appoggiò poi questi sulla scrivania anche se impolverata. Si abbassò, mi sputò sul buchino, poi si alzò, lo prese in mano e me lo puntò per poi infilarlo. Iniziò a muoversi sbattendomi anche abbastanza forte, iniziavo a gemere e a fare i miei soliti urletti "Sbattimi, sbattimi più forte!"
Sentimmo ad un tratto un rumore, anche abbastanza forte; rispetto a prima ebbi più coraggio "Chi c'è?" Urlai, in tutto ciò eravamo ancora in quella posizione con Matteo ancora dentro di me che guardavano tutti e due verso la porta dell'ufficio dove eravamo. All'improvviso mi mossi, feci uscire il cazzo di Matteo dal mio culo e mi diressi verso la porta, lui si alzò le mutande e i pantaloni, io ancora nudo dalla vita in giù, completamente estraneo dal fatto di essere praticamente nudo. Aprii la porta con la stessa fatica di quando la chiusi "Chi è?" Sempre io. Uscii dall'ufficio senza pensarci, Matteo che mi diceva qualcosa a bassa voce dietro di me mentre mi incamminavo per capire che rumore fosse, forse mi stava mettendo in guardia del fatto che avevo cazzo e culo all'aria. Arrivammo in un corridoio e scoprimmo che la fonte era un gatto randagio che appena ci vide scappò.
"Meno male." Tirai un sospiro di sollievo. "Io in tutto ciò non mi sono manco accorto che sono nudo." Ridemmo tutti e due. Lo guardai, misi le mani contro il muro, aprii bene le gambe e dissi: "Quindi, dove eravamo rimasti?"
Subito si abbassò i jeans, lo tirò fuori e me lo infilò. Stavamo facendo sesso in mezzo ad un corridoio, cosa che se fosse passato qualche altro 'esploratore' ci avrebbe di certo visto; il clap clap formatosi e i miei gemiti echeggiavano nella struttura, noi eravamo completamente incuranti di tutto ciò, lui pensava a sbattermi, io pensavo a farmi sbattere. Continuò poi mi venne dentro riempiendomi per bene la pancia. Ci incamminammo verso la precedente stanza per rivestirci, solo quando arrivammo notai che avevo lasciato una scia di gocce di sperma che fuoriusciva dal mio culo.
Uscimmo da lì, Matteo mi riaccompagnò poi a casa.
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