Io e il mio amico
di
IlCavaliereOscuro
genere
bisex
L'occasione si presentò un sabato pomeriggio, durante una partita di calcio della squadra nella quale entrambi giocavamo. Io avevo capito ormai di non essere totalmente etero, o comunque di avere la curiosità di provare qualcosa con un ragazzo, anche se non sapevo bene cosa volessi sperimentare.
Lui, il mio amico fin dall'infanzia, era quasi come un fratello per me. Cresciuti insieme, stessa scuola, stessa classe, stesse amicizie e stessa squadra di calcio. Anzi, era grazie a lui se avevo iniziato a giocare a pallone, che aveva insistito talmente tanto che alla fine avevo ceduto e mi ero presentato alla presentazione della squadra.
Il campionato era ormai a metà e la partita non era di quelle decisive, così mi offrii per giocare solo il primo tempo e poi lasciare il posto a qualcun altro. Lui fece lo stesso. Il mio primo pensiero fu: "Cazzo, così faremo la doccia insieme", con una punta di vergogna all'idea che mi vedesse nudo. Ma ormai era fatta e quindi giocai il primo tempo sempre con quel pensiero fisso in testa.
Lui si comportava normalmente, non dava segno di pensare a qualcosa in particolare. Giocava e correva come un dannato, fino a quando il primo tempo finì. Il momento che tanto aveva monopolizzato i miei pensieri, alla fine, era arrivato. Quando l'allenatore decise i cambi, io e il mio amico andammo negli spogliatoi.
Appena arrivati dentro lui iniziò subito a spogliarsi: scarpe, calzettoni, la maglia. Il suo fisico metteva in mostra gli addominali e i pettorali di chi, magro di natura, cercava di sviluppare un po' di muscoli con un po' di esercizio. Io ero ancora vestito.
"Non ti spogli?", mi chiede.
Io lo guardo e dico che sì, adesso mi sarei spogliato. Lui sorride e intanto toglie tutto il resto: pantaloncini e boxer. Lo guardo ma lui sembra non accorgersene. Si butta sotto la doccia mentre io sono ancora vestito. Prendo coraggio e alla fine decido di spogliarmi anche io. Dovevo fare la doccia prima o poi no?
Arrivo sotto la doccia mentre lui sta lavando i capelli e lo guardo: ha davvero un bellissimo corpo che l'acqua scolpisce ancora di più. Il mio sguardo si abbassa fino ad arrivare in mezzo alle sue gambe e noto che il suo pene è leggermente duro.
Mentre il mio sguardo è fermo lì mi accorgo che lui mi sta guardando.
"Scusa, mi è venuto un po' duro", dice. "Non so perché".
"Non è un problema, capita", gli rispondo, anche perché la stessa cosa stava succedendo a me, ma molto più velocemente.
"Capita anche a te però", nota lui. Io cerco di nascondermi per evitare il suo sguardo ma lui mi sorprende.
"Fammelo vedere". Io fingo di non capire e lui lo ripete. "Fammelo vedere, dai".
Io ormai sono pienamente eretto. Mi giro verso di lui e non posso fare a meno di guardarlo per scoprire che anche lui ce l'ha duro. Totalmente duro.
"E' la prima volta che ne vedo uno in tiro dal vivo" mi dice, un po' a bassa voce.
"Anche io", sussurro.
"Me lo fai toccare?". Anche stavolta fingo di non capire, ma lui si avvicina. "Posso?" mi chiede, sorridendo.
Sono talmente eccitato che ho quasi paura di venire appena mi sfiora, ma per fortuna resisto. Lui mette la mano intorno al mio pene eretto e stringe, come se volesse sentirne la consistenza.
"E' bello grosso", dice.
"Beh", rispondo io, "anche il tuo lo è".
"Vuoi toccarlo?". Io annuisco, semplicemente.
Allungo la mano e lo prendo tra le mie dita. In quel momento sento che la sua mano mi stringe di più mentre lui sospira. Io ho nella mano quel bastone duro, dritto e, diciamolo, bellissimo. Lui muove la mano sul mio, arcuato, e mi fa sospirare di piacere.
"Ci facciamo venire?", mi chiede lui.
Dio mio, si! penso tra me e me, con la poca lucidità che l'incredibile eccitazione mi lascia.
Siamo uno di fronte all'altro e le nostre mani iniziano a muoversi sempre più velocemente. Vedo i muscoli del suo corpo contrarsi ogni volta che la mia mano si muove, e quelli del mio corpo fanno lo stesso, involontariamente.
Mentre fuori tutti sono concentrati sulla partita io e lui ci stiamo dando il piacere che non sapevamo di desiderare fino ad ora.
Quando il momento dell'orgasmo si sta per avvicinare lui mette una mano sulla mia spalla, come per sorreggersi ed io sono costretto a fare lo stesso. Le nostre mani vanno più veloci, mentre i corpi si tendono ed i respiri si fanno più veloci ed i gemiti escono soffocati dalle nostre bocche.
Sento che sta per venire perché la sua mano mi stringe sempre di più e si muove più veloce. Anche io sto per venire, lo sento che cresce piano piano e ormai siamo ad un passo, fino a che lui sussurra:
"Vengo, vengo" e in quel momento il suo corpo ha uno spasmo e lui viene, tanto, e geme, mentre la sua mano va più veloce intono al mio pene, di marmo ormai. Sussurro anche io, in mezzo ai suoi gemiti soffocati:
"Vengo...anche io" ed il piacere esplode in un attimo. Mi aggrappo a lui mentre le nostre mani non si fermano, mentre sento il suo bastone rovente nella mia mano, che pulsa ad ogni volta che la muovo.
Mentre il nostro respiro cerca di ritornare normale, ci teniamo l'uno nella mano dell'altro e quando sentiamo provenire da fuori il fischio finale della partita ci stacchiamo. Lui mi guarda, complice.
"Mi è piaciuto, voglio rifarlo".
Io sorrido, senza che ci sia bisogno di risposta.
Lui, il mio amico fin dall'infanzia, era quasi come un fratello per me. Cresciuti insieme, stessa scuola, stessa classe, stesse amicizie e stessa squadra di calcio. Anzi, era grazie a lui se avevo iniziato a giocare a pallone, che aveva insistito talmente tanto che alla fine avevo ceduto e mi ero presentato alla presentazione della squadra.
Il campionato era ormai a metà e la partita non era di quelle decisive, così mi offrii per giocare solo il primo tempo e poi lasciare il posto a qualcun altro. Lui fece lo stesso. Il mio primo pensiero fu: "Cazzo, così faremo la doccia insieme", con una punta di vergogna all'idea che mi vedesse nudo. Ma ormai era fatta e quindi giocai il primo tempo sempre con quel pensiero fisso in testa.
Lui si comportava normalmente, non dava segno di pensare a qualcosa in particolare. Giocava e correva come un dannato, fino a quando il primo tempo finì. Il momento che tanto aveva monopolizzato i miei pensieri, alla fine, era arrivato. Quando l'allenatore decise i cambi, io e il mio amico andammo negli spogliatoi.
Appena arrivati dentro lui iniziò subito a spogliarsi: scarpe, calzettoni, la maglia. Il suo fisico metteva in mostra gli addominali e i pettorali di chi, magro di natura, cercava di sviluppare un po' di muscoli con un po' di esercizio. Io ero ancora vestito.
"Non ti spogli?", mi chiede.
Io lo guardo e dico che sì, adesso mi sarei spogliato. Lui sorride e intanto toglie tutto il resto: pantaloncini e boxer. Lo guardo ma lui sembra non accorgersene. Si butta sotto la doccia mentre io sono ancora vestito. Prendo coraggio e alla fine decido di spogliarmi anche io. Dovevo fare la doccia prima o poi no?
Arrivo sotto la doccia mentre lui sta lavando i capelli e lo guardo: ha davvero un bellissimo corpo che l'acqua scolpisce ancora di più. Il mio sguardo si abbassa fino ad arrivare in mezzo alle sue gambe e noto che il suo pene è leggermente duro.
Mentre il mio sguardo è fermo lì mi accorgo che lui mi sta guardando.
"Scusa, mi è venuto un po' duro", dice. "Non so perché".
"Non è un problema, capita", gli rispondo, anche perché la stessa cosa stava succedendo a me, ma molto più velocemente.
"Capita anche a te però", nota lui. Io cerco di nascondermi per evitare il suo sguardo ma lui mi sorprende.
"Fammelo vedere". Io fingo di non capire e lui lo ripete. "Fammelo vedere, dai".
Io ormai sono pienamente eretto. Mi giro verso di lui e non posso fare a meno di guardarlo per scoprire che anche lui ce l'ha duro. Totalmente duro.
"E' la prima volta che ne vedo uno in tiro dal vivo" mi dice, un po' a bassa voce.
"Anche io", sussurro.
"Me lo fai toccare?". Anche stavolta fingo di non capire, ma lui si avvicina. "Posso?" mi chiede, sorridendo.
Sono talmente eccitato che ho quasi paura di venire appena mi sfiora, ma per fortuna resisto. Lui mette la mano intorno al mio pene eretto e stringe, come se volesse sentirne la consistenza.
"E' bello grosso", dice.
"Beh", rispondo io, "anche il tuo lo è".
"Vuoi toccarlo?". Io annuisco, semplicemente.
Allungo la mano e lo prendo tra le mie dita. In quel momento sento che la sua mano mi stringe di più mentre lui sospira. Io ho nella mano quel bastone duro, dritto e, diciamolo, bellissimo. Lui muove la mano sul mio, arcuato, e mi fa sospirare di piacere.
"Ci facciamo venire?", mi chiede lui.
Dio mio, si! penso tra me e me, con la poca lucidità che l'incredibile eccitazione mi lascia.
Siamo uno di fronte all'altro e le nostre mani iniziano a muoversi sempre più velocemente. Vedo i muscoli del suo corpo contrarsi ogni volta che la mia mano si muove, e quelli del mio corpo fanno lo stesso, involontariamente.
Mentre fuori tutti sono concentrati sulla partita io e lui ci stiamo dando il piacere che non sapevamo di desiderare fino ad ora.
Quando il momento dell'orgasmo si sta per avvicinare lui mette una mano sulla mia spalla, come per sorreggersi ed io sono costretto a fare lo stesso. Le nostre mani vanno più veloci, mentre i corpi si tendono ed i respiri si fanno più veloci ed i gemiti escono soffocati dalle nostre bocche.
Sento che sta per venire perché la sua mano mi stringe sempre di più e si muove più veloce. Anche io sto per venire, lo sento che cresce piano piano e ormai siamo ad un passo, fino a che lui sussurra:
"Vengo, vengo" e in quel momento il suo corpo ha uno spasmo e lui viene, tanto, e geme, mentre la sua mano va più veloce intono al mio pene, di marmo ormai. Sussurro anche io, in mezzo ai suoi gemiti soffocati:
"Vengo...anche io" ed il piacere esplode in un attimo. Mi aggrappo a lui mentre le nostre mani non si fermano, mentre sento il suo bastone rovente nella mia mano, che pulsa ad ogni volta che la muovo.
Mentre il nostro respiro cerca di ritornare normale, ci teniamo l'uno nella mano dell'altro e quando sentiamo provenire da fuori il fischio finale della partita ci stacchiamo. Lui mi guarda, complice.
"Mi è piaciuto, voglio rifarlo".
Io sorrido, senza che ci sia bisogno di risposta.
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