Lo spazio di una fantasia
di
IlCavaliereOscuro
genere
etero
Lei, la mia collega taciturna, dedita al lavoro e precisa quasi a livello maniacale.
Io, il collega più chiacchierone, che prende con più leggerezza l'ambiente e le cose da fare.
Noi, seduti a poca distanza l'uno dall'altra, sotto lo stesso tetto, nello stesso ufficio.
Quante volte ci siamo guardati senza realmente vederci? Forse un'infinità, spazzata via da quell'unica volta in cui io l'ho guardata vedendola veramente, osservandola, rimirandone la persona nella quale sono gli occhi a spiccare, grandi, verdi e rotondi, luminosi come un faro nella notte e infiniti nella profondità. Artista nel tempo libero ma prestata alla normale ragioneria per otto ore al giorno, capace di sorrisi inaspettati dai quali fa capolino una fila di denti perfetti ed ordinati in un volto allungato.
Il suo corpo, tanto magro quanto tonico, che lei non mette mai in mostra ma che anzi cerca di coprire il più possibile, senza particolari forme se non quelle accennate dalla natura, completato da due gambe piuttosto lunghe che ne slanciano la forma facendola diventare più alta di me di qualche centimetro. Una virgola in questo mondo pieno di punti, delicata ed allo stesso tempo decisa, questa è la mia collega.
Ho avuto più volte il sospetto che fosse interessata alle donne. Sospetto ingiustificato nella realtà, mai suffragato da prove o evocato da situazioni particolari, o forse dalla totale mancanza di conversazioni sull'argomento amore o maschile. Lei, che dopo il lavoro corre in palestra prima di ritornare a casa la sera, e che invece ha fatto nascere in me la curiosità di quel fascio di nervi che è il suo corpo, di quei momenti di intimità condivisi da tutti e ai quali mi piacerebbe prendere parte, scatenando in me l'eccitazione più violenza e irrazionale ma sempre tenuta a bada dal rispetto che il lavoro impone tra colleghi.
La mente, autonoma, vola al pensiero del suo corpo vestito solo dall'intimo, due pezzetti di stoffa a coprire quelle parti che fanno scaturire ogni fantasia nella mente di un uomo. Ed io, davanti a lei, pronto ad appoggiare la mia bocca sul suo collo, mentre le mani piene di desiderio corrono all'elastico del reggiseno e liberano quei due piccoli monti appena accennati su un corpo minuto. La pelle bianca che lentamente si arrossa nel desiderio, nella passione e nella voglia del piacere che potrei darle, mentre le mie labbra assaporano la sua pelle scendendo sui capezzoli turgidi, due piccole punte su colline di panna.
Appoggio le mie labbra su uno di essi, mentre con le dita sfioro l'altro, facendola sospirare. La mia mente crea una fantasia nella quale in questo momento l'unico suono che posso sentire sono i suoi sospiri di piacere, un po' trattenuti per imbarazzo mentre la sua bocca si apre lentamente e gli occhi si socchiudono. Il suo corpo si irrigidisce mentre con la lingua sfioro quelle due piccole punte di calore, mentre le afferro con i denti facendole sentire il mio desiderio in questo modo e mentre le mie mani scendono sui suoi fianchi.
La sua pelle si scalda sempre di più, mentre le mani continuano la loro cavalcata verso quello che entrambi sappiamo essere il punto focale, l'obiettivo, il centro del mondo. Lei mi lascia fare, abbracciandomi con entrambe le braccia, usandomi come sostegno mentre la mia bocca continua ad accarezzare il suo seno, ed ora il suo ansimare si trasforma nella musica dei gemiti quando le mie mani raggiungono il punto d'incontro delle sue gambe. Reclina la testa all'indietro, gli occhi chiusi, il corpo teso. La mia mente crea questa fantasia a mio personale uso e consumo.
Le mie dita la sfiorano e sento la sua stretta diventare più forte. Il suo cuore corre all'impazzata e i suoi sospiri fanno sobbalzare quel corpo delicato ed estremamente eccitante. E' calda e bagnata, un muto invito a darle quello che entrambi vogliamo: il suo piacere. Le mie dita si fanno strada in lei che mi invita allargando leggermente le gambe, sostenendosi a me in una stretta decisa. La schiena inarcata e i suoi seni davanti ai miei occhi, nella mia bocca, il suo corpo teso e rigido, tutto proteso verso il piacere che posso darle con le mie dita che intanto si muovono in lei, facilmente, via via più velocemente. I suoi gemiti riempiono tutto lo spazio creato dalla mia mente, la sua testa totalmente reclinata all'indietro, lo sguardo puntato verso un punto imprecisato del cielo e la bocca aperta, mentre la ascolto, mentre la guardo, mentre la tengo.
E mentre immagino tutto questo il mio corpo non resta impassibile e nella realtà si fa concreto, solido, turgido. Ma nello spazio della mia fantasia c'è posto solo per il suo piacere, che sono deciso a farle raggiungere, muovendo le dita sempre più velocemente, prendendo i suoi seni tra le labbra, tra i denti, facendomi stritolare dalla sua stretta fino al momento in cui, come la detonazione di una bomba, il suo corpo si libera, libera tutto il piacere accumulato finora facendola tremare come una foglia nel vento.
E mentre la guardo in ufficio, con la testa china su una pila di fogli, non posso fare altro che chiedermi come possa essere quel momento per lei. Come lo viva, come lo senta. E se mai abbia pensato la stessa cosa di me.
Io, il collega più chiacchierone, che prende con più leggerezza l'ambiente e le cose da fare.
Noi, seduti a poca distanza l'uno dall'altra, sotto lo stesso tetto, nello stesso ufficio.
Quante volte ci siamo guardati senza realmente vederci? Forse un'infinità, spazzata via da quell'unica volta in cui io l'ho guardata vedendola veramente, osservandola, rimirandone la persona nella quale sono gli occhi a spiccare, grandi, verdi e rotondi, luminosi come un faro nella notte e infiniti nella profondità. Artista nel tempo libero ma prestata alla normale ragioneria per otto ore al giorno, capace di sorrisi inaspettati dai quali fa capolino una fila di denti perfetti ed ordinati in un volto allungato.
Il suo corpo, tanto magro quanto tonico, che lei non mette mai in mostra ma che anzi cerca di coprire il più possibile, senza particolari forme se non quelle accennate dalla natura, completato da due gambe piuttosto lunghe che ne slanciano la forma facendola diventare più alta di me di qualche centimetro. Una virgola in questo mondo pieno di punti, delicata ed allo stesso tempo decisa, questa è la mia collega.
Ho avuto più volte il sospetto che fosse interessata alle donne. Sospetto ingiustificato nella realtà, mai suffragato da prove o evocato da situazioni particolari, o forse dalla totale mancanza di conversazioni sull'argomento amore o maschile. Lei, che dopo il lavoro corre in palestra prima di ritornare a casa la sera, e che invece ha fatto nascere in me la curiosità di quel fascio di nervi che è il suo corpo, di quei momenti di intimità condivisi da tutti e ai quali mi piacerebbe prendere parte, scatenando in me l'eccitazione più violenza e irrazionale ma sempre tenuta a bada dal rispetto che il lavoro impone tra colleghi.
La mente, autonoma, vola al pensiero del suo corpo vestito solo dall'intimo, due pezzetti di stoffa a coprire quelle parti che fanno scaturire ogni fantasia nella mente di un uomo. Ed io, davanti a lei, pronto ad appoggiare la mia bocca sul suo collo, mentre le mani piene di desiderio corrono all'elastico del reggiseno e liberano quei due piccoli monti appena accennati su un corpo minuto. La pelle bianca che lentamente si arrossa nel desiderio, nella passione e nella voglia del piacere che potrei darle, mentre le mie labbra assaporano la sua pelle scendendo sui capezzoli turgidi, due piccole punte su colline di panna.
Appoggio le mie labbra su uno di essi, mentre con le dita sfioro l'altro, facendola sospirare. La mia mente crea una fantasia nella quale in questo momento l'unico suono che posso sentire sono i suoi sospiri di piacere, un po' trattenuti per imbarazzo mentre la sua bocca si apre lentamente e gli occhi si socchiudono. Il suo corpo si irrigidisce mentre con la lingua sfioro quelle due piccole punte di calore, mentre le afferro con i denti facendole sentire il mio desiderio in questo modo e mentre le mie mani scendono sui suoi fianchi.
La sua pelle si scalda sempre di più, mentre le mani continuano la loro cavalcata verso quello che entrambi sappiamo essere il punto focale, l'obiettivo, il centro del mondo. Lei mi lascia fare, abbracciandomi con entrambe le braccia, usandomi come sostegno mentre la mia bocca continua ad accarezzare il suo seno, ed ora il suo ansimare si trasforma nella musica dei gemiti quando le mie mani raggiungono il punto d'incontro delle sue gambe. Reclina la testa all'indietro, gli occhi chiusi, il corpo teso. La mia mente crea questa fantasia a mio personale uso e consumo.
Le mie dita la sfiorano e sento la sua stretta diventare più forte. Il suo cuore corre all'impazzata e i suoi sospiri fanno sobbalzare quel corpo delicato ed estremamente eccitante. E' calda e bagnata, un muto invito a darle quello che entrambi vogliamo: il suo piacere. Le mie dita si fanno strada in lei che mi invita allargando leggermente le gambe, sostenendosi a me in una stretta decisa. La schiena inarcata e i suoi seni davanti ai miei occhi, nella mia bocca, il suo corpo teso e rigido, tutto proteso verso il piacere che posso darle con le mie dita che intanto si muovono in lei, facilmente, via via più velocemente. I suoi gemiti riempiono tutto lo spazio creato dalla mia mente, la sua testa totalmente reclinata all'indietro, lo sguardo puntato verso un punto imprecisato del cielo e la bocca aperta, mentre la ascolto, mentre la guardo, mentre la tengo.
E mentre immagino tutto questo il mio corpo non resta impassibile e nella realtà si fa concreto, solido, turgido. Ma nello spazio della mia fantasia c'è posto solo per il suo piacere, che sono deciso a farle raggiungere, muovendo le dita sempre più velocemente, prendendo i suoi seni tra le labbra, tra i denti, facendomi stritolare dalla sua stretta fino al momento in cui, come la detonazione di una bomba, il suo corpo si libera, libera tutto il piacere accumulato finora facendola tremare come una foglia nel vento.
E mentre la guardo in ufficio, con la testa china su una pila di fogli, non posso fare altro che chiedermi come possa essere quel momento per lei. Come lo viva, come lo senta. E se mai abbia pensato la stessa cosa di me.
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