La ragazza con la pelle di seta e gli occhi roventi – IV Parte
di
IlCavaliereOscuro
genere
etero
Questi incontri andarono avanti per un po', in un luogo non molto sicuro ma questo situazione rendeva quei momenti ancora più intensi, ed erano sempre inaugurati da un abbraccio forte, caldo, di gratitudine da parte di entrambi.
Dopo il saluto, le parole si interrompevano subito perché gli occhi, attirati come da calamite, si buttavano e perdevano in quelli dell'altra e quell'abbraccio diventava come una tempesta che partendo dal mare prende forza per abbattersi sulla terraferma.
Bramavo quei momenti. Li desideravo con ogni fibra del mio essere. Facevo di tutto per organizzarli, farli accadere, aspettandoli con desiderio ed impazienza, ed ogni volta che si avvicinava l'ora il mio cuore prendeva a battere nel petto come impazzito, come se fosse attraversato da scosse elettriche che volevano farlo esplodere lentamente.
Quando arrivò indossava un abito con un'ampia gonna primaverile, leggero e costellato di fiori come un prato appena sbocciato. Il suo seno sobbalzava ad ogni passo, che si facevano via via più veloci per arrivare prima da me, per buttarmi le braccia intorno al collo e salutarmi con un sussurro nell'orecchio. Io spalancavo le braccia mentre attendevo con ogni parte di me il suo tocco dolce e il suo profumo delicato. Avrei voluto che le distanze si annullassero in un istante per non perdere nemmeno un minuto prezioso di quel tempo passato insieme.
Sempre tenendo le sue braccia intorno al mio collo, si sedette sul tavolo e mi attirò a lei. Le punte dei nostri nasi si toccavano, le labbra tremendamente vicine. Se l'avessi baciata mi sarei perso in un attimo, avrei dimenticato ogni regola di comportamento, ogni barlume di ragione si sarebbe spento in un lampo ed io non mi sarei più ritrovato, di questo ne ero certo. Dovette essere la stessa cosa che provava lei perché le sue labbra tremavano, ti tendevano verso le mie per poi ritrarsi, mentre negli occhi si accendevano le fiamme del desiderio che in un attimo erano diventate un incendio spaventosamente bellissimo.
Cercavo di respirare a denti stretti, perché la volevo, la desideravo, volevo annullarmi in lei, fondermi nello stesso attimo in cui ero certo che il mondo si sarebbe fermato. Pensavo che il mio cuore sarebbe scoppiato da un momento all'altro.
Senza dire nulla lei prese la mia mano. Il mio respiro accelerò di colpo quando vidi che se la posò sul collo e lentamente la accompagnò verso il basso. Tremavo, e anche la mia mano, mentre lei sorrideva con gli occhi chiusi e la testa leggermente reclinata all'indietro. Io non staccavo gli occhi da lei, che passavano dal suo viso alla sua mano per poi ritornare sulla sua espressione estatica, mentre la mia mano accompagnata dalla sua continuava il suo lento cammino verso il seno, come una barca a vela in mezzo ad un mare infinito in una giornata senza vento.
Infine la mia mano arrivò. Lei la premette sul suo seno ed io non riuscii ad impedirmi di gemere. Non volevo impedirmelo. Lo sentii sotto la stoffa fiorita, morbido, meraviglioso, era come se potessi sentirne il sapore ed il profumo da quel contatto, sapore di miele e profumo di rose. Questa è l'immagine che vidi nella mia mente. Lei premette ancora di più la mia mano e nello stesso tempo reclinò completamente la testa all'indietro ed aprì la bocca. I suoi capelli erano come il sipario di un teatro dietro al quale esplodevano emozioni e sensazioni indefinibili per la loro intensità, mentre dalla gola usciva un sospiro che sembrava musica divina.
Sotto il mio palmo sentii inturgidirsi il suo desiderio al ritmo del battito del suo cuore, la sua gratitudine per questo tocco messo in salvo solo dalla stoffa di quel vestito leggero, sottile, ma che in quel momento aveva lo stesso spessore di un muro. Il mio respiro veloce cercava di compensare i battiti impazziti del mio, mentre guardavo incantato quelle mani, le sue sopra alla mia, che cercavano una strada diversa per portarci verso il paradiso.
[Continua]
Dopo il saluto, le parole si interrompevano subito perché gli occhi, attirati come da calamite, si buttavano e perdevano in quelli dell'altra e quell'abbraccio diventava come una tempesta che partendo dal mare prende forza per abbattersi sulla terraferma.
Bramavo quei momenti. Li desideravo con ogni fibra del mio essere. Facevo di tutto per organizzarli, farli accadere, aspettandoli con desiderio ed impazienza, ed ogni volta che si avvicinava l'ora il mio cuore prendeva a battere nel petto come impazzito, come se fosse attraversato da scosse elettriche che volevano farlo esplodere lentamente.
Quando arrivò indossava un abito con un'ampia gonna primaverile, leggero e costellato di fiori come un prato appena sbocciato. Il suo seno sobbalzava ad ogni passo, che si facevano via via più veloci per arrivare prima da me, per buttarmi le braccia intorno al collo e salutarmi con un sussurro nell'orecchio. Io spalancavo le braccia mentre attendevo con ogni parte di me il suo tocco dolce e il suo profumo delicato. Avrei voluto che le distanze si annullassero in un istante per non perdere nemmeno un minuto prezioso di quel tempo passato insieme.
Sempre tenendo le sue braccia intorno al mio collo, si sedette sul tavolo e mi attirò a lei. Le punte dei nostri nasi si toccavano, le labbra tremendamente vicine. Se l'avessi baciata mi sarei perso in un attimo, avrei dimenticato ogni regola di comportamento, ogni barlume di ragione si sarebbe spento in un lampo ed io non mi sarei più ritrovato, di questo ne ero certo. Dovette essere la stessa cosa che provava lei perché le sue labbra tremavano, ti tendevano verso le mie per poi ritrarsi, mentre negli occhi si accendevano le fiamme del desiderio che in un attimo erano diventate un incendio spaventosamente bellissimo.
Cercavo di respirare a denti stretti, perché la volevo, la desideravo, volevo annullarmi in lei, fondermi nello stesso attimo in cui ero certo che il mondo si sarebbe fermato. Pensavo che il mio cuore sarebbe scoppiato da un momento all'altro.
Senza dire nulla lei prese la mia mano. Il mio respiro accelerò di colpo quando vidi che se la posò sul collo e lentamente la accompagnò verso il basso. Tremavo, e anche la mia mano, mentre lei sorrideva con gli occhi chiusi e la testa leggermente reclinata all'indietro. Io non staccavo gli occhi da lei, che passavano dal suo viso alla sua mano per poi ritornare sulla sua espressione estatica, mentre la mia mano accompagnata dalla sua continuava il suo lento cammino verso il seno, come una barca a vela in mezzo ad un mare infinito in una giornata senza vento.
Infine la mia mano arrivò. Lei la premette sul suo seno ed io non riuscii ad impedirmi di gemere. Non volevo impedirmelo. Lo sentii sotto la stoffa fiorita, morbido, meraviglioso, era come se potessi sentirne il sapore ed il profumo da quel contatto, sapore di miele e profumo di rose. Questa è l'immagine che vidi nella mia mente. Lei premette ancora di più la mia mano e nello stesso tempo reclinò completamente la testa all'indietro ed aprì la bocca. I suoi capelli erano come il sipario di un teatro dietro al quale esplodevano emozioni e sensazioni indefinibili per la loro intensità, mentre dalla gola usciva un sospiro che sembrava musica divina.
Sotto il mio palmo sentii inturgidirsi il suo desiderio al ritmo del battito del suo cuore, la sua gratitudine per questo tocco messo in salvo solo dalla stoffa di quel vestito leggero, sottile, ma che in quel momento aveva lo stesso spessore di un muro. Il mio respiro veloce cercava di compensare i battiti impazziti del mio, mentre guardavo incantato quelle mani, le sue sopra alla mia, che cercavano una strada diversa per portarci verso il paradiso.
[Continua]
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La ragazza con la pelle di seta e gli occhi roventi – III parteracconto sucessivo
La ragazza con la pelle di seta e gli occhi roventi – v parte
Commenti dei lettori al racconto erotico