La ragazza con la pelle di seta e gli occhi roventi – II Parte
di
IlCavaliereOscuro
genere
etero
Quell'abbraccio fu una porta che si spalancò, spinta e scardinata da tutti i desideri che premevano dietro di essa; fu come arrivare in cima ad una montagna dopo una lunga e faticosa salita e trovare ad attenere un panorama infinito e un luogo dove sedersi a guardarlo; fu come un fiume che dopo le abbondanti piogge riesce a sfuggire e rompere gli argini per invadere tutto lo spazio circostante, senza più essere prigioniero.
Fu un abbraccio carico di desiderio che passava da me a lei e viceversa attraverso lo sguardo, gli occhi sempre fissi in quelli dell'altra persona, mentre i corpi cercavano quanto più contatto possibile, impedito solo dai vestiti che strusciavano sulla pelle e rendevano il tocco ancora più desideroso e vorace.
Dietro a quella sottile barriera si nascondeva la pelle rovente di entrambi. Il calore che emanavamo sembrava il divampare di un incendio, mentre quell'abbraccio diventava un veicolo per toccare, accarezzare e far salire il desiderio a dismisura. Il respiro di entrambi accelerava, mentre i gemiti soffocati causati da quei tocchi improvvisi riempivano l'aria intorno a noi.
Fissai ancora di più i miei occhi nei suoi e lei mi guardava, con la testa un po' inclinata verso il basso. Il suo sguardo era pieno di curiosità, di voglia e di sorpresa. Non si sarebbe aspettata tanta veemenza da parte mia, probabilmente. E nemmeno io me la sarei aspettata, ma fu come liberarsi da quella barriera opprimente che avevo costruito intorno alla mia anima e ai miei desideri.
Sentivo il suo seno generoso schiacciato contro il mio petto, sentivo il suo profumo pervadermi mentre i suoi lunghi capelli scivolavano tra le mie dita. Il suo respiro affannato era qualcosa di celestiale che mai avrei pensato di sentire e ascoltandolo la mia bocca si posò sul suo collo. Lo baciai, lo accarezzai con la punta della lingua fino a trovare un punto ben preciso che capii essere quello che più le dava piacere. Il suo corpo si irrigidiva tra le mie braccia mentre le mie mani si aggrappavano ai suoi vestiti come se volessero strapparli.
Per quanto cercassi di controllarmi non riuscii nell'intento e il mio bacino si posò al suo: volevo, bramavo che sentisse il mio desiderio di lei, la sua consistenza, e lei ricambiò premendosi contro di me. Il mio corpo iniziò a tremare, un riflesso incondizionato di quella situazione che rischiava di mandarmi fuori di testa. Le sue mani accarezzavano la mia schiena, il mio collo, le mie braccia mentre stavolta era la sua bocca a lanciarsi sul mio collo mentre io reclinavo la testa all'indietro, ansimando, trattenendo dei gemiti che uscivano strozzati dalle mie labbra. Sentivo la sua lingua assaggiarmi mentre con le mani teneva il mio corpo contro il suo, per sentirmi e farsi sentire.
Tutto quello era una bellissima, magnifica, meravigliosa tortura. Un fuoco che divampava trattenuto soltanto da un misero barlume di lucidità che avremmo potuto perdere in un attimo, strappandoci i vestiti di dosso e regalandoci quello che tanto avevamo atteso. La sua impetuosità giovanile era diventata anche la mia, quell'incontrollabile passione che non sapevo di avere ancora, nascosta da qualche parte, in qualche recesso recondito della mia anima.
Per un istante la guardai ancora negli occhi, mentre il mio cuore rischiava di saltare fuori dal petto tanto batteva veloce. Lei buttò il suo sguardo nel mio, mentre entrambi respiravamo come se avessimo corso per dei chilometri. Le sue mani mi tenevano ancora saldo, come se avessero paura che fossi in procinto di scappare, ma non volevo essere in nessun altro posto se non lì. Tentai di riprendere il controllo del mio corpo.
Con dolcezza presi il suo viso tra le mie mani tremanti. La guardai ancora, poi mi avvicinai a lei. Quello che feci fu una cosa improvvisa, che non so spiegarmi tutt'ora, ma che a lei piacque e piacque anche a me.
Quando la mia bocca fu vicina alla sua, appoggiai la punta della mia lingua sul suo mento e la accarezzai così, fino alla punta del naso, sul quale posai un bacio.
[Continua]
Fu un abbraccio carico di desiderio che passava da me a lei e viceversa attraverso lo sguardo, gli occhi sempre fissi in quelli dell'altra persona, mentre i corpi cercavano quanto più contatto possibile, impedito solo dai vestiti che strusciavano sulla pelle e rendevano il tocco ancora più desideroso e vorace.
Dietro a quella sottile barriera si nascondeva la pelle rovente di entrambi. Il calore che emanavamo sembrava il divampare di un incendio, mentre quell'abbraccio diventava un veicolo per toccare, accarezzare e far salire il desiderio a dismisura. Il respiro di entrambi accelerava, mentre i gemiti soffocati causati da quei tocchi improvvisi riempivano l'aria intorno a noi.
Fissai ancora di più i miei occhi nei suoi e lei mi guardava, con la testa un po' inclinata verso il basso. Il suo sguardo era pieno di curiosità, di voglia e di sorpresa. Non si sarebbe aspettata tanta veemenza da parte mia, probabilmente. E nemmeno io me la sarei aspettata, ma fu come liberarsi da quella barriera opprimente che avevo costruito intorno alla mia anima e ai miei desideri.
Sentivo il suo seno generoso schiacciato contro il mio petto, sentivo il suo profumo pervadermi mentre i suoi lunghi capelli scivolavano tra le mie dita. Il suo respiro affannato era qualcosa di celestiale che mai avrei pensato di sentire e ascoltandolo la mia bocca si posò sul suo collo. Lo baciai, lo accarezzai con la punta della lingua fino a trovare un punto ben preciso che capii essere quello che più le dava piacere. Il suo corpo si irrigidiva tra le mie braccia mentre le mie mani si aggrappavano ai suoi vestiti come se volessero strapparli.
Per quanto cercassi di controllarmi non riuscii nell'intento e il mio bacino si posò al suo: volevo, bramavo che sentisse il mio desiderio di lei, la sua consistenza, e lei ricambiò premendosi contro di me. Il mio corpo iniziò a tremare, un riflesso incondizionato di quella situazione che rischiava di mandarmi fuori di testa. Le sue mani accarezzavano la mia schiena, il mio collo, le mie braccia mentre stavolta era la sua bocca a lanciarsi sul mio collo mentre io reclinavo la testa all'indietro, ansimando, trattenendo dei gemiti che uscivano strozzati dalle mie labbra. Sentivo la sua lingua assaggiarmi mentre con le mani teneva il mio corpo contro il suo, per sentirmi e farsi sentire.
Tutto quello era una bellissima, magnifica, meravigliosa tortura. Un fuoco che divampava trattenuto soltanto da un misero barlume di lucidità che avremmo potuto perdere in un attimo, strappandoci i vestiti di dosso e regalandoci quello che tanto avevamo atteso. La sua impetuosità giovanile era diventata anche la mia, quell'incontrollabile passione che non sapevo di avere ancora, nascosta da qualche parte, in qualche recesso recondito della mia anima.
Per un istante la guardai ancora negli occhi, mentre il mio cuore rischiava di saltare fuori dal petto tanto batteva veloce. Lei buttò il suo sguardo nel mio, mentre entrambi respiravamo come se avessimo corso per dei chilometri. Le sue mani mi tenevano ancora saldo, come se avessero paura che fossi in procinto di scappare, ma non volevo essere in nessun altro posto se non lì. Tentai di riprendere il controllo del mio corpo.
Con dolcezza presi il suo viso tra le mie mani tremanti. La guardai ancora, poi mi avvicinai a lei. Quello che feci fu una cosa improvvisa, che non so spiegarmi tutt'ora, ma che a lei piacque e piacque anche a me.
Quando la mia bocca fu vicina alla sua, appoggiai la punta della mia lingua sul suo mento e la accarezzai così, fino alla punta del naso, sul quale posai un bacio.
[Continua]
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