La famiglia innanzi tutto parte 8

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La famiglia, innanzi tutto (Parte 8)

la macchina posteggiò poco piu avanti a noi, lasciando accese solo le luci di posizione. Anna scese dalla nostra macchina e con una sensualità mai vista prima, si tolse il vestitino che aveva rimanendo in un intimo da capogiro: autoreggenti nere, micro perizoma e reggiseno aperto in avanti che mostrava il suo seno prosporoso decorato da ampie aureole e due capezzoli simili a due clitoridi che per il freddo erano eretti come due piccoli cazzetti. Anna raggiunse il cofano della nostra macchina dando le spalle, anzi il suo bel culo, in maniera che chi stava nella macchina di fronte, potesse guardarla per bene. Filtrando il suo sguardo nel vetro anteriore della nostra macchina dove io ancora inebetito, ero rimasto, si rivolse verso di me stringedosi le zizzone tra le mani: “che cazzo aspetti coglione?..spogliati e vieni vicino a me”. Anna era fuori di testa, era proprio ossessionata, aveva voglia di chiavare, era evidente, ma tutto il resto che stava capitando rendeva quella cosa irreale...non credevo a tutto quello che mi stava capitando, ero imbambolato e solo l’ennesimo richiamo a spogliarmi da parte di Anna, mi fece riprednere coscienza:” sbrigati coglione mhh...daiiii cazzoooo...”. Mi spogliai completamente, nudo come voleva la mia amata, con le sole scarpe ai piedi per non farmi male sul terreno. La raggiunsi ed iniziai a baciarla dietro il collo scostandole i lunghi capelli neri per poter leccare bene la sua pelle. Anna si contorceva ed anche io stavo dando di testa. La paura e la preoccupazione per quella macchna mi era magicamente passata avendo la sensazione che chi stava dentro, doveva essere un abituè del posto, un guardone a cui piaceva fermarsi a guardare le coppiette scopare, senza magari intromettersi. Il respiro affannato dal piacere che stava provando anna dalla mia lingua, mi restituì una piacevole e consistente erezione che cosnetì al mio cazzo di avvicinarsi con la cappella rossa e tumefatta dalla precedente sega bestiale, al solco delle sue sode natiche. Raggiunsi con le mani le sue tette che trovai occupate dalle sue mani. Gliele strinsi ed insieme alle sue, palpai i zizzoni prima leggermente poi sempre piu forte, strizzandole i capzzoli duri e massaggiandole il culo con la punta del mio cazzo umido di presborra. Improvvisamente Anna si girò, mi prese per un braccio invertendoci di posizione: “mettiti tu adesso al posto mio..così..di spalle sul cofano...bravo...piegati in avanti...bravo”. Il calore del motore che aveva riscaldato il cofano della macchina, distribuì al mio corpo, una piacevole sensazione. Ero praticamente a pecora e non temevo nulla per quanto quella posizione assunta potesse ispirare. Non era la prima volta che nelle nostre chiavate, io ed anna aggiungessimo delle piacevoli variazioni di ruoli. Tante erano state (e lo saranno anche nel corso della nostra vita coniugale successiva – ve l’assicuro -) le volte, che anna mi aveva messo a pecora dedicandosi a me ed alle mie intimità, proprio tenendomi in quella posizione: a pecora. Passarono pochi istanti, seguiti dalle sua calde mani che percorsero tutta la mia schiena, che iniziai a sentire il piacere sublime che da sempre, mi davano le sue mani sulle mie natiche. Quando mi palpava il culo alla stessa maniera in cui glielo facevo io tenendola sopra di me, comprendevo il perché alle donne piace essere palpate il culo, sculacciate, sfiorate con le dita il solco del culo per ricevere da dietro, ogni tipo di attenzioni...dalla figa al buco del culo. Ora forse toccava a me ricevere dalla mia donna, quelle stesse attenzioni femminili, attenzioni che mi facevano impazzire non poco. Anna continuava a baciarmi le spalle, insinuo’ la lingua sotto le ascellle, aderì il suo ventre al mio culo simulando un’inculata. Mi faceva morire quando faceva così e lo sapeva bene...ed in più piaceva tanto anche a lei starmi dietro simulando di chiavarmi a pecora...la sentivo strusciare la fica nel mezzo del solco del mio culo mentre percepivo distintamente le sue tettone che si stampavano sulla mia schiena. La troia andava avanti e dietro simulando una pecora con me davanti ed io più percepivo il calore che arrivava dal suo ventre, e più desideravo un contatto profondo proprio lì, nel buco del culo. Come se anna mi avesse letto nel pensiero, mi fece quello che era la sua specialità. Si prese una tetta in mano sulla quale fece scendere un abbondante rivolo di saliva per bagnarla e mentre con una mano mi teneva bene allargata una chiappa scoprednomi il buco del culo, mantenendomi a pecora inzio’ a strofinarmi la tetta proprio sul buco del culo, facendo soffermare il turgido capezzolo proprio lì...sul mio buco del culo. “Ti piace vero Carlo...lo senti il mio cazzetto sul tuo buco del culo?”...”mmhh...si anna...continua...inculami con il capezzolo”. Allargai le gambe per consentirle di affondare la tetta ed il capezzolo in mezzo alle mie chiappe e fu proprio in quel momento che la macchina accese le luci abbaglianti. Un fascio di luce bianca ci arrivo’ addosso. Feci per scostarmi, impaurito, ma anna mi blocco con le braccia: “stai fermo...lascialo guardare!”...ed io: e che ne sai che starà a guardare? Se ci rapina o peggio ancora, ti violenta? Tu sei scema...andiamo via”...”sta fermo e zitto...aspettavo questa macchina...sta qui per noi...tranquillo amore...rilassati e rimettiti a pecora da bravo...mmhh..”.e mi dette un lungo bacio pieno di passione e calda saliva dolce. Ripresi la posizione senza replicare ad Anna, senza chiederle chi ci fosse in macchina e soprattutto, che le stava succedendo che era diventata così spregiudicata, così disinibita...pensai anche che forse lo aveva fatto altre volte con qualcun altro, che ero certamente cornuto e chissà da quanto tempo, ma istintivamente preferii abbandonarmi ai piaceri che anna mi stava dando, piuttosto che a riflettere sul mio onore ferito o presunto tale. Anna si piego sulle ginocchia ed immerse letteralmente la faccia in mezzo al mio culo. Ora mi baciava, mi leccava dappertutto...la sua lingua mi pennellava il buco del culo e con sapienti colpi di lingua tentava di entrarci dentro. Godevo come un porco..ero estasiato..”dai zoccola...leccami il culo troia...piu forte puttana!” adorava anna quando cominciavo ad insultarla. Alle leccate di culo seguirono succhiate di coglioni sempre da dietro mentre con il dito indice ed il pollice, raggiunse la cappella per spremermela come si fa con un limone. Mi faceva male quando me la stringeva troppo, ma come allentava la presa così subentrava un piacere indescrivibile, tanto da supplicarle di stringermi la cappella ancora più forte. Mentre mi godevo la lingua in culo, le succhiate di palle rimanendo a pecora, si aprirono e si richiusero le due porte della macchina che ci spiava e quasi subito, ebbi la certezza di sentire due persone che si avvicinavano verso di noi.



...se è piaciuto...ditelo e leggete anche gli altri miei racconti.

Grazie!

carlo.tastillo@gmail.com

scritto il
2022-12-10
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