Le nuove divise del personale di volo
di
Yuko
genere
orge
Il volo decolla in orario, puntualissimo.
Ormai da qualche tempo ho scelto questa nuova compagnia aerea. Costa un po' di più, ma i servizi che rende valgono il prezzo più alto. È anche l'unica compagnia che copre la tratta Milano - Tokyo senza altri scali e quindi è estremamente comoda. Ogni tanto vengono proposte innovazioni inedite ed è sempre una bella sorpresa scoprire le novità.
Mi metto comoda vicino al finestrino con il mio libro da leggere, quando noto uno strano moto del passeggero al mio fianco. Un movimento ripetitivo sotto alla giacca che si è posata in grembo. Come se si stesse pulendo gli occhiali, ma le lenti da vista le noto ben piantate sul naso mentre allunga il collo verso il corridoio.
Se devo essere sincera sembra proprio che se lo stia menando e la contrattura della muscolatura sembrerebbe darmi conferma di un'imminente eiaculazione.
Vuoi dire che stanno trasmettendo un film porno sullo schermo principale?
La cosa non mi stupirebbe. La Viiaty-Jet, questo è il nome della compagnia, più volte è stata multata per iniziative troppo hard.
Allungo lo sguardo verso il corridoio e per poco non mi viene un colpo.
Una hostess, nello stretto corridoio, è china su un passeggero e lo sta aiutando a sistemarsi la cintura. Fin qui nulla di strano, sennonché la ragazza, che indossa una minigonna veramente minimale, indiscutibilmente non porta le mutandine.
La divisa è anzi così corta che le si vede una generosa fetta di sedere. Un bel sedere, se devo dirla tutta. Solo che, in questa postura, piegata sul passeggero, le si vede molto distintamente, anche la passera, incorniciata da una soffice coltre di bel pelo nero.
Be', questo spiega e giustifica la pratica di autoerotismo del mio vicino di posto, ma qualcosa si dovrebbe dire alla signorina, altrimenti ben presto l'aereo sarà colto da inevitabili turbolenze di volo. Quello di fianco a me, invece, è proprio un bel porco. E non si vergogna neanche. Ci ha piantato gli occhi, su quella passera, e neanche cerca di fingere.
Mi riprometto di dire due cose alla ragazza, appena finisce. Mi sembra corretto.
Ma, mentre coltivo i migliori propositi, ecco che passa lo steward col carrello delle colazioni.
Deve essere un nuovo modello: il carrello, infatti, si muove da solo. Ingegnoso, penso. Così l'operatore ha le mani libere e intanto serve gli utenti. Mi faccio servire il tè verde, ma quando il carrello avanza, non posso fare a meno di notare che in realtà l'attrezzo non si muove da solo. È lo steward che lo muove, pur mantenendo le mani libere e il carrello distante, utilizzando un bel nerchione, con tanto di grosse vene turgide, che si occupa della progressione delle nostre colazioni.
“Sti cazzi!” Mi scappa detto ad alta voce.
“Ha detto bene, signorina.” Mi risponde il mio vicino, che intanto ha rimesso la spada nel fodero, avendo, evidentemente, finito di lucidarla.
Neanche il tempo di provare vergogna per essermi espressa in modo così toscano che l'inserviente si gira dall'altra parte dove una viaggiatrice ha avanzato una richiesta particolare.
Non so bene cosa ci fosse scritto sul menù, cosa che non controllo mai, ma la donna di fronte accoglie in bocca tutta la mercanzia erettile dell'assistente e in breve si concede uno shottino di buon latte caldo appena munto. Il lavoratore si allontana e faccio in tempo a vedere la signora che, col tovagliolino, si asciuga un angolo della bocca, con buona creanza.
“Cazzarola!” Mi sfugge ancora.
Devo imparare a controllare il linguaggio, infatti la reazione del mio vicino è scontata.
Mi scuoto la testa. Ma su che razza di volo sono finita?
Cioè, sì, avevo letto di sfuggita che questo fosse un volo sperimentale, ma quando mi è caduto l'occhio sulla postilla 'V.M. 18' credevo di aver male interpretato alcune sigle tecniche!
Spero che le clausole comprendano solo il personale di volo e di non trovarmi le mani del vicino sotto la gonna. Rinuncio al mio libro e mi metto ad osservare il personale di volo: ormai la curiosità mi ha sedotta.
Non ci avevo fatto caso prima, ma tutta la Viiaty-Jet deve aver rinnovato le divise dei dipendenti.
Si avvicina una hostess con un casto vestitino di regolare ordinanza, forse molto attillato, quello sì, ma nulla di esagerato. Un bel corpo, la ragazza; il tessuto sembra molto sottile e aderente, tanto che le si vedono molto bene i capezzoli.
Quella si gira a rispondere a un cliente, e quando si rigira e si avvicina ho la conferma che, in realtà, si tratta di un body painting eseguito alla perfezione.
Ora che la giovane è prossima si nota decisamente la vulva depilata, solo parzialmente camuffata da tinte più scure che rappresentano le pieghe del vestito. La parte alta della pittura, invece, dà l'idea di un semplice tessuto molto aderente a un esame superficiale. I bei capezzoli spuntano su areole appena rilevate. Il seno è generoso e pieno e oscilla con accattivante delizia mentre la ragazza si muove. Lungo il corridoio non si risparmiano gli apprezzamenti per le nuove divise.
“Complimenti, signorina, a lei e allo stilista. Lei evidenzia un ottimo taglio!”
Commenta un signore anziano, ma, parlando di taglio, chissà cosa intende realmente.
“Proprio un bel personalino!” sento un altro parere favorevole e schiocca una bella sculacciata sul sedere dell'hostess che avanza nel corridoio.
In verità non so è previsto che le risorse umane debbano sottostare da contratto a queste pratiche, accettandole senza potersi astenere, o se invece è incentivata, senza essere obbligatoria, una certa dose di libera iniziativa, come nel caso della colazione cui ho assistito poco fa.
Mi tiro un attimo indietro, ho già concesso troppo contatto col vicino che, col gomito, mi ha abbondantemente massaggiato una tetta.
Sta passando un altro steward con un secondo giro di riviste.
Solo ora noto che, sotto camicia e cravatta della compagnia, il ragazzo, a cosce nude, mantiene i quotidiani piegati direttamente su una verga sovrumana.
Il lavoratore sorride e distribuisce le riviste, senza bisogno di un carrello.
'Ma quanto lungo ce l'ha?' mi chiedo, questa volta solo nel pensiero. 'Gli daranno un chilo di Viagra e l'hanno assunto dal pool di testimonial del Mandingo?'
Chissà se è ancora in uso quel prodotto o se è scomparso. Lo declamavano come 'il segreto del pornostar', ma ai tempi, forse, non aveva avuto molto successo. In quei periodi non mi interessavano più di tanto i genitali maschili.
Un altro assistente di volo è vestito solo di un tanga in cui le macchie sono il logo della Viiaty-Jet. A torso nudo, depilato e ricoperto di vaselina, non manca, però, di indossare la cravatta della divisa. Un'attempata signora gli chiede un caffè macchiato, ma non di latte, e ammicca al giovane, anche lui superdotato. Quello sorride con benevolenza e tira fuori dal tanga un bell'erogatore, tipo la pistola per la benzina. È la stessa signora che, per agevolare il lavoratore, si prende l'erogatore direttamente in bocca, lo lavora con convincente 'expertise' e, al momento buono, si serve del liquido lattescente direttamente nella tazzina in porcellana.
Anche il servizio infatti è curato nei massimi dettagli.
Dall'altra parte del corridoio sta passando un'assistente di volo che veste una salopette con i colori della compagnia, ma si nota subito che sotto è nuda e le tette sfuggono qua e là fuori dalla pettorina. A un passeggero che per colazione chiede latte umano, la inserviente porge il seno. La successiva ciucciata viene dispensata con beneficio ed evidente gradimento da parte dell'utente.
Un viaggiatore si è alzato dal suo posto, ha preso una hostess, l'ha posizionata a 90 gradi appoggiandola sul bracciolo del suo sedile e ora sta pucciando il biscotto, mentre una ragazza, dall'altro lato del velivolo, se la sta toccando. L'assistente di volo, in tutto questo, non ha smesso di decantare il servizio di duty free a bordo, con i profumi dei migliori stilisti italiani a un prezzo imperdibile. Questa si chiama abnegazione.
Il servizio di colazione appare dunque molto variegato, con molteplici libere interpretazioni del menù, ma ho l'impressione che si stia superando la misura.
Mi alzo dal mio posto, un po' eccitata e un po' turbata e mi sposto verso il fondo dell'aereo, devo andare in bagno e non ho ancora deciso se tirarmene una o semplicemente prendermi un attimo di stacco da quella che sta diventando un'orgia collettiva.
Proprio in fondo ci sono due hostess che stanno chiacchierando in un momento di relax.
“Scusate”, mi decido all'improvviso a confidarmi, “sono un po' sconvolta. Non avevo fatto attenzione ai particolari della promozione quando ho acquistato il volo e sono un po' turbata da tutto questo sesso così ostentato.”
“Guardi, ha perfettamente ragione”, mi risponde la prima, quella ricoperta dal pregevole body painting, che, devo riconoscere, evidenzia ed esalta un magnifico corpo, con due seni spettacolari, “anche per noi è una novità e non siamo ancora del tutto abituate.”
Mi fermo a osservarle il volto, una delle poche parti senza pittura. Un sorriso delizioso mostra denti bianchissimi, ma quello che mi colpisce è il suo sguardo radioso, i suoi occhi nocciola che sembrano emettere luce.
“Per la verità”, continuo io, “non riesco ancora a capire se apprezzare questo particolare trattamento, oppure se preferire le precedenti procedure. Non so.” Sospiro prima di riprendere il discorso. “Ma voi siete obbligate a sottoporvi a queste cose?”
“Ma no, per fortuna no.” Mi risponde sempre la stessa, che intanto mi guarda con due occhioni da gatta che me la mangerei tutta, lì, com'è, davanti al mondo intero, con quel suo corpicino tutto da leccare, a costo di rovinarle il vestitino disegnato.
“Anche a noi fa piacere un po' di novità e provare questa nuova formula che unisce l'utile al dilettevole. Poi, in realtà, se un'assistente o uno steward non desiderano sottoporsi al surplus si è perfettamente liberi di rifiutare. Tutto questo è ben dettagliato sul menù dei servizi.”
Io sorriso, ma non riesco a liberarmi di quell'imbarazzo iniziale. Alle mie spalle sento una ragazza che urla in pieno orgasmo. La cosa mi infastidisce un poco, anche se, mio malgrado, sento una certa eccitazione tra le cosce.
Mi scopro a fissare il corpo praticamente nudo della hostess, quelle sue forme perfette.
La giovane se ne accorge e sorride, con la massima naturalezza.
“Posso fare qualcosa per lei? Sarei molto onorata.” Aggiunge alzandosi in piedi e prendendomi per mano.
“Guardi, non saprei proprio. Sono partita con un'idea e ora mi accorgo di non essere più sicura di nulla. Non sono abituata a tutto questo libertinismo, a tutta questa... questa...”
Lei ancora mi sorride e mi si avvicina stringendomi la mano che tiene nella sua.
“Lo sa che io adoro la cultura giapponese?” Mi dice avvicinandosi al mio orecchio, come se mi rivelasse un segreto. “Sarei davvero lieta di fare 'qualcosa' per lei.” Continua, enfatizzando certe parole.
“Per la verità non so davvero. I miei gusti sessuali sono un po' particolari.” Mi scappa detto, come se la bocca fosse fuggita dal controllo della ragione.
Ma lei non si scompone affatto.
“Non si preoccupi, mi sembrava di averlo capito, e forse anch'io ho la sua stessa tendenza.” Mi sussurra fissandomi negli occhi per farmi intendere che ha realmente compreso.
Cerco di impormi di ragionare, ma in realtà sono sempre più confusa.
Sollevo lo sguardo dal pavimento e seguo il profilo dei piedi della giovane, su cui sono disegnate scarpe in vernice nera. Alzo gli occhi sulle sue cosce e sulle finte calze autoreggenti, finchè il contorno si dilata sui suoi fianchi. Lei allarga un poco le gambe e la sua vulva si apre smascherando l'inganno della pittura. Il mio percorso prosegue sulla stretta vita e finalmente si riempie sui suoi seni sodi e alti. Lei, che ha notato il mio itinerario sul suo corpo, con un dito mi solleva il mento e i nostri occhi si incontrano.
“Venga con me, cara. Abbiamo una stanzetta apposta per i nostri ospiti più in difficoltà.”
Si gira e mi tira per la mano oltre una stretta porticina che dà su una spaziosa cuccetta.
Io mi lascio condurre fissando il suo stupendo sedere che si muove con i suoi passi, finalmente con un sorriso ritrovato.
Ormai da qualche tempo ho scelto questa nuova compagnia aerea. Costa un po' di più, ma i servizi che rende valgono il prezzo più alto. È anche l'unica compagnia che copre la tratta Milano - Tokyo senza altri scali e quindi è estremamente comoda. Ogni tanto vengono proposte innovazioni inedite ed è sempre una bella sorpresa scoprire le novità.
Mi metto comoda vicino al finestrino con il mio libro da leggere, quando noto uno strano moto del passeggero al mio fianco. Un movimento ripetitivo sotto alla giacca che si è posata in grembo. Come se si stesse pulendo gli occhiali, ma le lenti da vista le noto ben piantate sul naso mentre allunga il collo verso il corridoio.
Se devo essere sincera sembra proprio che se lo stia menando e la contrattura della muscolatura sembrerebbe darmi conferma di un'imminente eiaculazione.
Vuoi dire che stanno trasmettendo un film porno sullo schermo principale?
La cosa non mi stupirebbe. La Viiaty-Jet, questo è il nome della compagnia, più volte è stata multata per iniziative troppo hard.
Allungo lo sguardo verso il corridoio e per poco non mi viene un colpo.
Una hostess, nello stretto corridoio, è china su un passeggero e lo sta aiutando a sistemarsi la cintura. Fin qui nulla di strano, sennonché la ragazza, che indossa una minigonna veramente minimale, indiscutibilmente non porta le mutandine.
La divisa è anzi così corta che le si vede una generosa fetta di sedere. Un bel sedere, se devo dirla tutta. Solo che, in questa postura, piegata sul passeggero, le si vede molto distintamente, anche la passera, incorniciata da una soffice coltre di bel pelo nero.
Be', questo spiega e giustifica la pratica di autoerotismo del mio vicino di posto, ma qualcosa si dovrebbe dire alla signorina, altrimenti ben presto l'aereo sarà colto da inevitabili turbolenze di volo. Quello di fianco a me, invece, è proprio un bel porco. E non si vergogna neanche. Ci ha piantato gli occhi, su quella passera, e neanche cerca di fingere.
Mi riprometto di dire due cose alla ragazza, appena finisce. Mi sembra corretto.
Ma, mentre coltivo i migliori propositi, ecco che passa lo steward col carrello delle colazioni.
Deve essere un nuovo modello: il carrello, infatti, si muove da solo. Ingegnoso, penso. Così l'operatore ha le mani libere e intanto serve gli utenti. Mi faccio servire il tè verde, ma quando il carrello avanza, non posso fare a meno di notare che in realtà l'attrezzo non si muove da solo. È lo steward che lo muove, pur mantenendo le mani libere e il carrello distante, utilizzando un bel nerchione, con tanto di grosse vene turgide, che si occupa della progressione delle nostre colazioni.
“Sti cazzi!” Mi scappa detto ad alta voce.
“Ha detto bene, signorina.” Mi risponde il mio vicino, che intanto ha rimesso la spada nel fodero, avendo, evidentemente, finito di lucidarla.
Neanche il tempo di provare vergogna per essermi espressa in modo così toscano che l'inserviente si gira dall'altra parte dove una viaggiatrice ha avanzato una richiesta particolare.
Non so bene cosa ci fosse scritto sul menù, cosa che non controllo mai, ma la donna di fronte accoglie in bocca tutta la mercanzia erettile dell'assistente e in breve si concede uno shottino di buon latte caldo appena munto. Il lavoratore si allontana e faccio in tempo a vedere la signora che, col tovagliolino, si asciuga un angolo della bocca, con buona creanza.
“Cazzarola!” Mi sfugge ancora.
Devo imparare a controllare il linguaggio, infatti la reazione del mio vicino è scontata.
Mi scuoto la testa. Ma su che razza di volo sono finita?
Cioè, sì, avevo letto di sfuggita che questo fosse un volo sperimentale, ma quando mi è caduto l'occhio sulla postilla 'V.M. 18' credevo di aver male interpretato alcune sigle tecniche!
Spero che le clausole comprendano solo il personale di volo e di non trovarmi le mani del vicino sotto la gonna. Rinuncio al mio libro e mi metto ad osservare il personale di volo: ormai la curiosità mi ha sedotta.
Non ci avevo fatto caso prima, ma tutta la Viiaty-Jet deve aver rinnovato le divise dei dipendenti.
Si avvicina una hostess con un casto vestitino di regolare ordinanza, forse molto attillato, quello sì, ma nulla di esagerato. Un bel corpo, la ragazza; il tessuto sembra molto sottile e aderente, tanto che le si vedono molto bene i capezzoli.
Quella si gira a rispondere a un cliente, e quando si rigira e si avvicina ho la conferma che, in realtà, si tratta di un body painting eseguito alla perfezione.
Ora che la giovane è prossima si nota decisamente la vulva depilata, solo parzialmente camuffata da tinte più scure che rappresentano le pieghe del vestito. La parte alta della pittura, invece, dà l'idea di un semplice tessuto molto aderente a un esame superficiale. I bei capezzoli spuntano su areole appena rilevate. Il seno è generoso e pieno e oscilla con accattivante delizia mentre la ragazza si muove. Lungo il corridoio non si risparmiano gli apprezzamenti per le nuove divise.
“Complimenti, signorina, a lei e allo stilista. Lei evidenzia un ottimo taglio!”
Commenta un signore anziano, ma, parlando di taglio, chissà cosa intende realmente.
“Proprio un bel personalino!” sento un altro parere favorevole e schiocca una bella sculacciata sul sedere dell'hostess che avanza nel corridoio.
In verità non so è previsto che le risorse umane debbano sottostare da contratto a queste pratiche, accettandole senza potersi astenere, o se invece è incentivata, senza essere obbligatoria, una certa dose di libera iniziativa, come nel caso della colazione cui ho assistito poco fa.
Mi tiro un attimo indietro, ho già concesso troppo contatto col vicino che, col gomito, mi ha abbondantemente massaggiato una tetta.
Sta passando un altro steward con un secondo giro di riviste.
Solo ora noto che, sotto camicia e cravatta della compagnia, il ragazzo, a cosce nude, mantiene i quotidiani piegati direttamente su una verga sovrumana.
Il lavoratore sorride e distribuisce le riviste, senza bisogno di un carrello.
'Ma quanto lungo ce l'ha?' mi chiedo, questa volta solo nel pensiero. 'Gli daranno un chilo di Viagra e l'hanno assunto dal pool di testimonial del Mandingo?'
Chissà se è ancora in uso quel prodotto o se è scomparso. Lo declamavano come 'il segreto del pornostar', ma ai tempi, forse, non aveva avuto molto successo. In quei periodi non mi interessavano più di tanto i genitali maschili.
Un altro assistente di volo è vestito solo di un tanga in cui le macchie sono il logo della Viiaty-Jet. A torso nudo, depilato e ricoperto di vaselina, non manca, però, di indossare la cravatta della divisa. Un'attempata signora gli chiede un caffè macchiato, ma non di latte, e ammicca al giovane, anche lui superdotato. Quello sorride con benevolenza e tira fuori dal tanga un bell'erogatore, tipo la pistola per la benzina. È la stessa signora che, per agevolare il lavoratore, si prende l'erogatore direttamente in bocca, lo lavora con convincente 'expertise' e, al momento buono, si serve del liquido lattescente direttamente nella tazzina in porcellana.
Anche il servizio infatti è curato nei massimi dettagli.
Dall'altra parte del corridoio sta passando un'assistente di volo che veste una salopette con i colori della compagnia, ma si nota subito che sotto è nuda e le tette sfuggono qua e là fuori dalla pettorina. A un passeggero che per colazione chiede latte umano, la inserviente porge il seno. La successiva ciucciata viene dispensata con beneficio ed evidente gradimento da parte dell'utente.
Un viaggiatore si è alzato dal suo posto, ha preso una hostess, l'ha posizionata a 90 gradi appoggiandola sul bracciolo del suo sedile e ora sta pucciando il biscotto, mentre una ragazza, dall'altro lato del velivolo, se la sta toccando. L'assistente di volo, in tutto questo, non ha smesso di decantare il servizio di duty free a bordo, con i profumi dei migliori stilisti italiani a un prezzo imperdibile. Questa si chiama abnegazione.
Il servizio di colazione appare dunque molto variegato, con molteplici libere interpretazioni del menù, ma ho l'impressione che si stia superando la misura.
Mi alzo dal mio posto, un po' eccitata e un po' turbata e mi sposto verso il fondo dell'aereo, devo andare in bagno e non ho ancora deciso se tirarmene una o semplicemente prendermi un attimo di stacco da quella che sta diventando un'orgia collettiva.
Proprio in fondo ci sono due hostess che stanno chiacchierando in un momento di relax.
“Scusate”, mi decido all'improvviso a confidarmi, “sono un po' sconvolta. Non avevo fatto attenzione ai particolari della promozione quando ho acquistato il volo e sono un po' turbata da tutto questo sesso così ostentato.”
“Guardi, ha perfettamente ragione”, mi risponde la prima, quella ricoperta dal pregevole body painting, che, devo riconoscere, evidenzia ed esalta un magnifico corpo, con due seni spettacolari, “anche per noi è una novità e non siamo ancora del tutto abituate.”
Mi fermo a osservarle il volto, una delle poche parti senza pittura. Un sorriso delizioso mostra denti bianchissimi, ma quello che mi colpisce è il suo sguardo radioso, i suoi occhi nocciola che sembrano emettere luce.
“Per la verità”, continuo io, “non riesco ancora a capire se apprezzare questo particolare trattamento, oppure se preferire le precedenti procedure. Non so.” Sospiro prima di riprendere il discorso. “Ma voi siete obbligate a sottoporvi a queste cose?”
“Ma no, per fortuna no.” Mi risponde sempre la stessa, che intanto mi guarda con due occhioni da gatta che me la mangerei tutta, lì, com'è, davanti al mondo intero, con quel suo corpicino tutto da leccare, a costo di rovinarle il vestitino disegnato.
“Anche a noi fa piacere un po' di novità e provare questa nuova formula che unisce l'utile al dilettevole. Poi, in realtà, se un'assistente o uno steward non desiderano sottoporsi al surplus si è perfettamente liberi di rifiutare. Tutto questo è ben dettagliato sul menù dei servizi.”
Io sorriso, ma non riesco a liberarmi di quell'imbarazzo iniziale. Alle mie spalle sento una ragazza che urla in pieno orgasmo. La cosa mi infastidisce un poco, anche se, mio malgrado, sento una certa eccitazione tra le cosce.
Mi scopro a fissare il corpo praticamente nudo della hostess, quelle sue forme perfette.
La giovane se ne accorge e sorride, con la massima naturalezza.
“Posso fare qualcosa per lei? Sarei molto onorata.” Aggiunge alzandosi in piedi e prendendomi per mano.
“Guardi, non saprei proprio. Sono partita con un'idea e ora mi accorgo di non essere più sicura di nulla. Non sono abituata a tutto questo libertinismo, a tutta questa... questa...”
Lei ancora mi sorride e mi si avvicina stringendomi la mano che tiene nella sua.
“Lo sa che io adoro la cultura giapponese?” Mi dice avvicinandosi al mio orecchio, come se mi rivelasse un segreto. “Sarei davvero lieta di fare 'qualcosa' per lei.” Continua, enfatizzando certe parole.
“Per la verità non so davvero. I miei gusti sessuali sono un po' particolari.” Mi scappa detto, come se la bocca fosse fuggita dal controllo della ragione.
Ma lei non si scompone affatto.
“Non si preoccupi, mi sembrava di averlo capito, e forse anch'io ho la sua stessa tendenza.” Mi sussurra fissandomi negli occhi per farmi intendere che ha realmente compreso.
Cerco di impormi di ragionare, ma in realtà sono sempre più confusa.
Sollevo lo sguardo dal pavimento e seguo il profilo dei piedi della giovane, su cui sono disegnate scarpe in vernice nera. Alzo gli occhi sulle sue cosce e sulle finte calze autoreggenti, finchè il contorno si dilata sui suoi fianchi. Lei allarga un poco le gambe e la sua vulva si apre smascherando l'inganno della pittura. Il mio percorso prosegue sulla stretta vita e finalmente si riempie sui suoi seni sodi e alti. Lei, che ha notato il mio itinerario sul suo corpo, con un dito mi solleva il mento e i nostri occhi si incontrano.
“Venga con me, cara. Abbiamo una stanzetta apposta per i nostri ospiti più in difficoltà.”
Si gira e mi tira per la mano oltre una stretta porticina che dà su una spaziosa cuccetta.
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