La piscina 1 - Incontro imprevisto

di
genere
etero

1.incontro

-cosa ci fai qui Tommaso?-
Annalisa.
Non l’avevo vista.
Mi fossi accorto che era lei forse sarei vilmente uscito ad aspettare in macchina nel parcheggio
-accompagno i bambini al corso di nuoto. Tu?-
-anch’io ho mia figlia al corso-
-quanti anni ha?- le chiedo
-sette-
-come il mio piccolo. Il grande invece dieci-
-lo so, sono nello stesso corso. Avevo notato il cognome- attimi di imbarazzo.
Cosa possono dirsi due persone che non si vedono da quindici anni ma che hanno amici comuni che spettegolano regolarmente?
Cosa dirle? Che la trovo bene nonostante i quaranta passati? Che so che si è sposata?
Che ho saputo da un’amica che si è rifatta zigomi-tette-glutei e infatti è sempre lei ma appare leggermente diversa? Che so che ha mollato il tennis ma si ammazza di pilates quattro volte alla settimana?
Che ogni tanto sogno ancora i suoi pompini?
I migliori della mia vita.

Siamo stati insieme quasi due anni. L’avevo conosciuta al lavoro, in azienda.
Appena arrivata, simpatica, bella, bella, bella e decisa, biondissima.
L’atteggiamento sfrontato di chi ti parla e sa che stai pensando che vorresti scoparla.
Frequentava uno specializzando in chirurgia, Damiano, un figo che sembrava Tom Cruise alto.
Eppure ogni tanto in pausa pranzavamo insieme, uscivamo, parlavamo.
Una volta uscimmo anche con Damiano: un bravo ragazzo, solido, aperto, volitivo.
Io stavo con la ragazza che avevo dall’università, viveva in un’altra città, spesso la raggiungevo per il weekend.
Annalisa in ufficio mi prendeva in giro -si avvicina il sabato… dai che questo weekend scopi… se scopi. Secondo me è un po’rigida, un po’ brava ragazza… mi sbaglio?- sorrideva maliziosa.
Non l’ho mai detto a nessuno ma quel weekend, appena imboccata l’autostrada per la Toscana ho bucato una ruota della Z3. Montato il ruotino, ho chiamato Sara, la mia ragazza, le ho detto che avevo bucato e che tornavo indietro.
Non sembrava molto dispiaciuta, le cose non andavano più molto bene.
Una storia durata tanto durante l’università semplicemente non stava reggendo alla routine in due città diverse, all’andare avanti delle nostre vite.
Le ho detto che ritornavo a casa, che sarei andato il prossimo weekend.
Portata la cabrio dal gommista. Non so perché ma mandai un messaggio ad Annalisa.
“non vado. Rimasto a Roma.
Che fai?”
mi rispose poco dopo
“Niente. Damiano è in ospedale fino a stanotte. Sono libera e mi annoio”.
“tennis o corsa?”
“corsa. Tennis… non so il tuo livello… Penso potrei stufarmi, secondo me ti manca la determinazione per vincere” Stronza.
“Ok corsa… al parco tra un’ora?”


E così un’ora dopo eravamo affiancati lungo il percorso. 10km.
Era bellissima coi capelli biondi raccolti, pantaloncini corti bianchi, canotta Nike rossa.
Io corro le maratone, corro piano, macino kilometro dopo kilometro con regolarità senza mai forzare. Lei invece correva nervosa, cambiando spesso andatura, accelerando (che culo che le guardavo quando rimanevo dietro) e rallentando per rifiatare.
10 sotto i 50, non male, dai andiamo avanti, 12, 15.
-basta così per me. Chiudiamo l’anello camminando- mi dice fermandosi.
-certo, come vuoi-
-mi serve tenere un po’di fiato-
-che devi fare?- chiedo
-stasera quando Damiano finisce lo raggiungo a casa… non vorrei crollare-
Divertita.
E scemo io che te l’ho chiesto.
-io abito qui vicino. Vuoi venire a bere qualcosa da me? Puoi farti la doccia li se vuoi-
Mi guarda silenziosa, non se l’aspettava. Vedo una scintilla di malizia nello sguardo.
-ve bene, andiamo-
-andiamo con la mia macchina così non devi parcheggiare, poi ti riporto qui-
E così arriviamo da me.
Ho guidato piano, la macchina aperta, ci godiamo il sole.
Saliamo
-bella casa- mi dice guardandosi in giro
-grazie. Ti preparo un accappatoio pulito e un asciugamano in bagno-
Torno in sala, vedo che è uscita in terrazza
-l’appartamento è piccolo ma mi piaceva la vista- le dico
-si vede mezza Roma da quassù. E questa terrazza è pazzesca. Dov’è il bagno?-
Dopo una mezz’ora esce scalza in accappatoio. Ci sediamo fuori su un divano.
-cosa bevi? Centrifuga, succo? Acqua? Caffè?-
-un bicchiere di vino?-
La guardo stupito… metà pomeriggio.
-ok-
Esco con un secchiello del ghiaccio, una bottiglia di franciacorta, due bicchieri, qualche pistacchio e anacardi.
-tu sei ancora sudato-
Già, maglietta sudata e pantaloncini.
-dovresti farti crescere la barba. Staresti bene-
Annalisa Annalisa… dove vuoi andare a parare?
Sorseggia il vino.
L’accappatoio era così aperto anche prima? Le guardo le gambe lunghe accavallate, la cavigliera d’argento, i piedi affusolati, lo smalto nero. Se ne accorge.
Mi sorride.
Occhi color miele, denti perfetti.
Senza dire nulla finisce il vino
-ora devo andare-
-posso darti dei vestiti puliti…
-della tua nobile santarellina Toscana? E poi cosa le racconti? Glielo dici o porti tutto in tintoria di nascosto?-
-allora se vuoi ti riaccompagno in accappatoio-
Si alza davanti a me, lo slaccia l’accappatoio e lo lascia cadere lungo i fianchi.
Annalisa quanto sei bella? Una seconda perfetta, pube completamente depilato, abbronzata ma coi segni sexy della canotta e dei pantaloncini.
-ti piaccio?-
-si- deglutisco forte.
Lo faccio sempre quando sono eccitato
-sai però per cosa sono famosa?-
pausa
-faccio i migliori pompini del mondo. Non scherzo. Mi piace proprio. Io amo prendere un cazzo in bocca. Amo succhiarlo, leccarlo, inghiottirlo.
Amo essere schiaffeggiata da un pene duro. Baciarlo.
Sentirlo pulsare, sentirne le vene e le pieghe con le labbra. Esplorarlo con la lingua.
Sono così brava perché mi piace-
Si avvicina e si inginocchia.
Così, all’aperto della terrazza.
Mi abbassa i pantaloncini e lo tira fuori accarezzandolo con dolcezza.
-che grosso… bello largo… complimenti , sai ti avevo sottovalutato- so che me lo dice perché pensa di farmi piacere
-Ora io e lui possiamo fare conoscenza- dice scorrendolo tra le dita
-aspetta, mi faccio una doccia… io…-
-naaa, non preoccuparti. Magari nel frattempo cambierei idea, non ti conviene. Rilassati, e goditi lo show-
e la performance è davvero eccezionale.
Vedere quella testa bionda alzarsi e abbassarsi tra le mie gambe, vederla alzare lo sguardo mentre scorre la lingua su tutta l’asta, vederla sputarmi saliva sulla cappella e poi prenderlo tutto in bocca, mentre con la mano gioca coi miei testicoli e mi masturba, è stato davvero incredibile.
Quando ho goduto l’ho avvisata ma lei mi ha fatto venire in bocca. Poi l’ha aperta mostrandomi la lingua rosa impiastricciata del mio sperma. Si è infilata maliziosa un dito in bocca e ha inghiottito tutto.
E poi all’improvviso si è alzata e mi ha detto
-ora mi riaccompagni alla macchina? Mi sa che devo passare da casa prima di andare da Damiano-

(dedicato dolcemente a RunningRiot, che mi ha fatto un po’ sognare)
scritto il
2023-03-17
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