Mio fratello. Capitolo.1

di
genere
incesti

Devo fare una piccola premessa, fin da piccolo ho sempre amato indossare di nascosto i vestiti di mia madre. Appena lei usciva o non era in casa correvo nel suo guardaroba o nei panni da lavare per indossare le sue cose reggiseni inserendo calzini per riempirli, mutandine e poi le camicie da notte di raso ne andavo pazzo per poi vedermi allo specchio e non capire il perchè. Poi crescendo capii mille cose i primi ormoni che si muovo ed era stupendo guardarsi e toccarsi. Poi essendo il più grande di tre fratelli ma nati a distanza di anno l'uno dall'altro il gioco per qualche anno si allargò fino ai 13/14 anni, giocavamo a mamma e papà (io facevo sempre la mamma) e poi facevamo finta di fare l'amore ci toccavamo e glie li leccavo ma forse ancora piccoli senza mai venire.
Poi crescendo le strade si soni divise, i miei fratelli si sono sposati ed io ho una compagna ma il mio amore che le cose egli abiti femminili ancora resta. Vivendo la mia compagna in un'altra città io posso essere sempre me stessa in casa mia fino a quando qualcosa cambio.
Ero a casa quando stavo preparando cena quando arrivò una telefonata da mi fratello più piccolo.
Lui : "Ciao ti disturbo"
Io : "No cosa è successo non telefoni mai sta male mamma o babbo?"
Lui : "No, no tranquillo come sai i rapporti con mia moglie sono al limite e quindi abbiamo litigato per l'ennesima volta e me ne sono andato di casa"
Io : "Capito non sai dove andare, sto preparando cena e se vuoi poi venire qui tranquillo" Lo dissi senza pensarci due volte ma appena riattaccai capii subito davanti allo specchio che per un pò non potrei potuta essere me stessa mi spoglia, nascosi i vestiti e lo aspettai per cena.
Passarono i giorni ed ormai lui viveva casa mia, qualche volta diceva che disturbava e che presto avrebbe cerato casa, io gli rispondevo sempre che non c'era nessun problema ma ogni volta che lo ripetevo era una fitta al cuore.
Una sera mentre eravamo a letto
Lui : "Ti ricordi quando eravamo piccoli che giocavamo a mamma e papà e tu volevi fare sempre la mamma"
Rimasi quasi pietrificato non sapevo cosa rispondere
Io : "Si..... Si....... me lo ricordo...... eravamo piccoli e scemi...... credo che sia normale"
Lui : "Si ai ragione, però era divertente, ti sei più travestito?"
Rimasi spiazzato e senza fiato, cosa voleva dirmi cosa stava pensando
Io : "No....... no...... no...... eravamo piccoli e cretini....."
Lui : "Si hai ragione" e si girò dall'altra parte
Il mio cuore batteva a mille sentivo un calore che mi avvolgeva anche io mi girai ma un tarlo iniziò a mangiarmi il cervello.
Io giorni passavo tranquilli, l'argomento non usci più però come dicevo quel tarlo era entrato in testa cosa pensava di me cosa voleva cosa desiderava.
Fino a quando, fino a quando.
Un Venerdì non ero dovuto andare a lavorare fuori e quindi sarei tornato a casa il pomeriggio verso le 19.00 di solito ero a casa sempre verso le 17.00. Entri in casa sapendo che c'era lui ma casa era vuota, lascia le mie cose e mi andai verso la cucina trovai tutto apparecchiato per due come se ci fosse una cena romantica, pensai che forse voleva portare qualche donna a casa e che quindi dovevo uscire per poi rientrare al suo segnale, invece sopra al piatto dove mangiavo di solito io trovai un biglietto.
"Oggi ho avuto la conferma che ancora ti travesti, mi dispiace che per me devi cambiare la tua vita, voglio vederti come donna come sei, sono andato a prendere qualcosa per cena, preparati ed appena fatto fai uno squillo arriverò immediatamente"
Rimasi di stucco, iniziai a sudare, aveva scoperto tutto di me cosa avrebbe pensato ormai ero spacciata ma cosa sarebbe successo. Mi sedetti perchè le gambe non mi reggevano poi non avevo scelta. Andai in bagno mi feci una doccia veloce, poi andai in camera mia e andai dove tenevo i miei vesti e vidi che qualcuno era passato, ormai c'era poco da fare, presi un completino nero con reggicalze, calze non la riga nera, indossai il tutto, poi misi le tettine finte dentro le coppe, presi un tubino nero aderente lo infilai, presi un paio di sandali tacco 10 ed infine inizia a truccarmi un lieve fondo tinta, rossetto, colore rosa pallido sopra gli occhi ed infine indossai la parrucca ramata che avevo. Mi diressi verso il bagno guardandomi. Il cuore batteva a 1000 allora, però ero anche una bella fighetta lo ammetto. Come un automa presi il cellulare feci il suo numero. Vidi che squillo per 4 volte poi la telefonata venne chiusa. Un istante dopo arrivò un messaggio "Arrivo a tutta velocità".
andai in cucina camminavo su e giù sentii aprire la porta e poi la sentii chiudere io ero in piedi ferma come congelata.
Lui entro
Lui : "Ciao"
Rimase qualche secondo a guardarmi mentre io guardavo solo i suoi piedi
Lui : "Sei veramente bellissima perchè non me lo hai detto?"
Io : "Mi vergogno non so cosa pensi di me"
Lui : "Penso solo che sei stupenda e che non devi fare nessuna rinuncia per me capito?"
Io : "Si..... lo direi alla mia compagna?"
Lui : "No sarà solo il nostro segreto ok? Però ad una condizione"
Io : "A quale condizione?"
LUi : "Guardami negli occhi non vergognarti, guardami"
Alzai gli occhi verso di lui
Lui : "Ti travetirai tutte le volte che vorrai e se lo vorrai senza problemi ok?"
Lo guardai
Io : "Si, si, si grazie"
Lui Si avvicinò e mi strinse forte forte a se baciandomi sul collo e dicendomi
Lui : "Stai tranquilla fai ciò che ti piace fare con me"
Lo abbraccia.
Io : "Si grazie grazie lo farò sono felice, grazie grazie chiamami però Varelì"
Lui : "Si Valerì sei stupenda, ora rilassati e mangiamo che è stata una grande giornata"
Io : "Si hai ragione", mentre mi ero staccata avevo sentito qualcosa muoversi sotto da parte mia anche e anche qualcosa di duro da parte sua, tolsi tali pensieri dalla mente e mi diressi sculettando verso il mio posto.
Io " Dai non facciamo raffreddare le pizze"
Lui : "Si Valerì ai ragione".
scritto il
2023-03-20
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