Storia di una moglie 2

di
genere
tradimenti

Da quella prima sera, le presenze in chet di Sabina erano diventate una costante. Era lei a farlo e non solo con Luca e Giovanni. Non parlava solo di sesso: si divertiva a provocare e decideva lei se gratificare il corteggiatore con una foto, o lasciarlo macerare inutilmente. Fin da subito, però, trovò il feeling maggiore con Giovanni: chattavano per ore, di qualsiasi cosa. Io, ormai, avevo il computer solo quando lei decideva di dormire. Tuttavia, non organizzò nessun incontro e, a chi le chiedeva perché, continuava a ripetere che era una mia decisione quando e con chi. A dirla tutta, non era da Sabina, ma le donne sono un mistero.
Novembre 2001: Aveva raggiunto un importante traguardo.
Decisi di farle 2 regali, sperando di non sbagliare. Uno, materiale, sapevo che era qualcosa che desiderava da tempo, l’altro era lui, Giovanni.
Ci incontrammo in un bar sul mare, a pochi km da casa nostra, eravamo convinti che si stesse obbarcando quella trasferta da Bari solo per incontrarci, o meglio per incontrare lei. Seduti ad un tavolino il più possibile nascosto dagli sguardi di tutti, passamo una mezz’ora a parlare di cazzate. Fuori un tempo da lupi, di vento e pioggia.
“Qui è davvero impossibile parlare liberamente. Se vi va, possiamo andare a bere qualcosa a casa mia!”
Mia moglie ed io ci guardammo, increduli.
“Ma non sei di Bari?”
“Mai detto: faccio servizio a Bari, ma abito a 3 Km da qui, sempre sul mare.”
“Vada per bere qualcosa da te, allora!”
Era una casa su due livelli, erano stati recuperati due distinti appartamenti e lui abitava quello al piano superiore. Ci fece entrare l’auto nel cortile e ci fece strada. Sabina chiese di andare al bagno ed io ne approfittai.
“Giovanni, voglio essere chiaro. Siamo qui per bere qualcosa e parlare liberamente; non voglio che Sabina si senta costretta a nulla.”
“Nessun problema: tua moglie è una bella donna, ma io non sono un assatanato. Di voi mi interessa anzitutto l’amicizia. Non che mi dispiacerebbe scoparla, ma solo se lo vogliamo tutti.”
Ebbi il tempo solo di un cenno d’intesa, che mia moglie tornò, sedendosi tra noi sul divano. Chiacchierammo a lungo, poifu Sabina a fare il primo passo.
“State aspettando che vi dica che ho voglia di scopare? E da quando siamo entrati qui che ce l’ho. Se, invece, non ne avete voglia… è stato bello conoscerci!”
“Credo che sia giusta la prima, almeno per me.”
“Secondo voi, io non ho voglia di vedere scopare mia moglie da te.”
Sembrava tutto fatto: cominciarono i preliminari, che furono lunghi e passionali, soprattutto tra loro due. Si baciavano come due innamorati: mia moglie, con Luca, aveva fatto tutto, anche bere la sborra, ma non aveva neanche sfiorato le sue labbra. Con Giovanni, invece, furono baci intensi. Tutto, dico tutto, sembrava scivolare per il meglio. Giovanni si alzò, aprii un cassetto e la delusione gli si dipinse in volto.
“Scusate, ma non ho preservativi!”
“No, dai! Hai guardato bene?”
“Sì! Purtroppo non ce ne sono.”
Intanto, era tornato a sedersi accanto a Sabina.
“Che si fa?” chiese mia moglie a me.
“Io posso assicurarvi di essere sano e che so come muovermi per non venirti dentro…”
“Quello non è un problema: ho chiuso le tube dopo il terzo figlio.” la delusione le si leggeva in faccia. Tornò a guardare me, che risposi facendo spallucce, come dire che la decisione ultima spettava a lei. La risposta furono le sue braccia che si stringevano al collo di Giovanni e la sua bocca che si incollava di nuovo alle sue labbra.
“Andiamo sul letto!” anche per lui era chiara la scelta di Sabina, che, infatti, si spogliò ancora prima di arrivare in camera e subito dopo si affrettò a spogliare anche lui. La differenza tra un rapporto costruito ed uno desiderato mi si parava davanti in tutto il suo stridente contrasto. I loro corpi si fondevano in una sinfonia di sospiri e di gemiti, che la mia presenza lì non turbava assolutamente. Io ero spettatore del loro fare l’amore: si erano appena conosciuti, ma facevano l’amore, non scopavano. Nulla di scontato nelle loro movenze: cercavano di scoprire il massimo piacere dell’altro per donarsi vicendevolmente. Sabina scoprii che i suoi capezzoli erano un punto vulnerabile, e si attardò per un tempo indefinito a succhiarli e mordicchiarli. Lui venne così, la prima volta, col cazzo nella mano di lei e la sua bocca sui capezzoli. Andarono entrambi a sciacquarsi, nudi e nudi tornarono. Io avevo preso a rivestirmi, un po’ deluso di non aver trovato spazio per me, ma sinceramente contento di aver visto Sabina felice. Anche lei prese a rivestirsi.
“Dovete andare?”
“Purtroppo! Abbiamo i bimbi dai suoi genitori e dobbiamo riprenderli.”
“In realtà, posso chiamare e vedere come stanno e se possono tenerli fino a stasera tardi, o se possono proprio dormire là,”
La guardai come fosse un’aliena: non avrebbe mai lasciato i figli per così tanto tempo, a meno che non potesse fare diversamente. Ma, prima ancora che potessi dire o anche solo pensare, qualsiasi cosa, lei era al telefono con suo padre.
“I bambini stanno giocando e sono felici di rimanere a dormire dai nonni. Domattina, prima di andare al lavoro, passò a salutarli e gli porto gli zaini: li accompagna papà a scuola.”
Finita la comunicazione a me, lo step successivo fu di tornare a baciare lui, aveva infilato solo gli slip e le calze e non sentiva la necessità di mettere nient’altro. Anche lui rimaneva completamente nudo, al che mi spogliai anch’io per non sentirmi un pesce fuor d’acqua: fuori continuava la tempesta, ma dentro si stava abbastanza bene anche nudi.
“Che ne dite se ci prepariamo qualcosa da mangiare? Si è fatta una certa!”
“Ottima idea! Se mi dici dove trovo tutto, preparo qualcosa io!
“Lo facciamo insieme, se ti va!”
Si misero ai fornelli ed in pochi minuti tirarono fuori degli spaghetti fumanti, conditi con pomodorini soffritti ed una spolverata di formaggio e peperoncino. Era la prima volta in vita mia che mangiavo nudo e lo stavo facendo con mia moglie ed un tizio con cui, fino a poche ora prima, avevamo solo chattato. Era comparso, quasi come una magia, anche un rosato discreto che si accompagnava bene alla pasta. Finimmo di mangiare e Sabina si mise a sciacquare i piatti, dopo, però, essersi sfilato il perizoma, che era l’unica cosa che le era rimasta addosso. Giovanni la raggiunse da dietro, le sollevò la gamba destra, sorregendola in una mano e le infilò nuovamente il cazzo in fica, costringendola alle acrobazie, per continuare il lavoro. Poi si asciugò le mani e… indovina un po’? Tornò a baciarlo, ci prese per mano e ci portò di nuovo a letto, ma sapevo benissimo che il mio ruolo sarebbe stato di nuovo da spettatore, mentre loro si abbandonavano a nuomeri da alta scuola circense, ivi compreso un 69 in piedi, con le sue gambe avvinghiate al collo di lui e le sue mani aggrappate alle chiappe. Per me, che credevo di essere un gran leccatore, fu una lezione, costretto a guardare Sabina ad avere due orgasmi, dico due solo dal suo lavoro di lingua. Poi tornarono supini a possedersi l’un l’altro, per chiudere con una pecorina ed una nuova sborrata, tutta dentro la fica di mia moglie.
Tornammo a casa a mezzanotte inoltrata: lei che aveva sempre sostenuto di fare fatica ad alzarsi la mattina se non dormiva almeno 8 ore. Non solo: continuava a ripetermi, anche dopo che ci eravamo messi a letto.
“Ci ha chiesto di rivederci: dici che gli sono piaciuta davvero, o è un modo di fare che ha con tutte=”
“Tu cosa vuoi credere?” mi limitai a rispondere.
di
scritto il
2023-03-31
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