Un autostop finito male. O forse bene…

di
genere
gay

Quando avevo 19 anni ero un ragazzo molto introverso, mi piaceva passare molto tempo da solo e avevo accanto a me solo poche persone di cui fidarmi.
Passavo con esse il tempo necessario per mantenere vivi i rapporti, ma se potevo scegliere, preferivo trascorrere in solitudine le mie giornate.
Avevo terminato gli studi, mi ero preso un anno sabbatico con l’intento di iniziare l’università a settembre.
Durante l’estate prima di iniziare l’università mi ero trovato un lavoretto partime per guadagnarmi qualche soldo in più da potermi permettere un viaggetto.
Ad agosto infatti lasciai il lavoro e decisi di passare un paio di settimane da solo a giro per l’Italia, alternando mare, montagna e qualche città.

Mi stava piacendo quel viaggio, anche se ogni tanto incontravo qualche difficoltà di percorso, soprattutto per gli spostamenti, dato che avevo deciso di muovermi con mezzi pubblici come treni e bus.
A metà di quel viaggio, decisi di voler passare una giornata a delle terme naturali non troppo distanti da dove mi trovavo.
La giornata non era bellissima dato che era coperta dalle nuvole e pensai che fosse perfetto per passare quel giorno immerso in quelle vasche pubbliche di acqua calda termale.
Non era semplice però raggiungere quelle terme, rispetto a dove mi trovavo e a dove alloggiavo, avrei dovuto prendere dei bus e dovevo assolutamente far tornare le coincidenze per non aspettare tempo inutile alle fermate o peggio ancora perdere le linee utili per fare ritorno in albergo.
Presi nota di tutti gli orari tramite guide e grazie pure alla receptionist dell’albergo , per poi uscire e andare.
Arrivai alle terme dopo poco più di un ora e nonostante fossero abbastanza affollate, trovai un bel posticino dove posizionare le mie cose, per poi immergermi subito in una delle vasche di calcare piena di acqua calda termale.
Era molto piacevole stare immersi in quelle acque, tanto da passarci praticamente l’intera giornata, alternando lunghi bagni al mangiare dei panini che mi ero portato dietro o a leggermi un libro.
Non mi accorsi però che era passato troppo tempo e che se non avessi corso, avrei sicuramente perso uno dei pochi bus utili in grado di portarmi alla coincidenza con un altro bus, quello che mi avrebbe riportato in albergo.
Iniziai quindi a prendere tutte le mie cose velocemente, fare una doccia in una di quelle pubbliche messe a disposizione e a correre verso la fermata degli autobus, scoprendo di aver fatto tutto velocemente per niente.
Avevo perso quel bus, dovendo così attendere mezz’ora prima di poter prendere quello dopo.
Quando scesi alla fermata in un piccolo paesino, scoprii in base agli orari aggiornati, che non ci sarebbero stati altri bus che mi avrebbero riportato in albergo, dovendo così obbligatoriamente tornare a piedi o in autostop.
Decisi quindi di iniziare a camminare, ma dato che avrei dovuto camminare per più di un ora, dopo un po’ decisi di fermarmi e di provare a farmi dare un passaggio in autostop.
Non fu semplice, ma dopo un po’, un automobilista si accorse di me e decise di rallentare, per poi fermasi.
Mi avvicinai a quell’auto e dirigendomi verso il finestrino dissi :

“Ciao! Grazie per esserti fermato! Avrei bisogno di un passaggio per l’albergo, potresti mica accompagnarmi tu?”
“Ciao! Certo, sali pure!”

Felice salii dentro quell’auto, ringraziando felicemente l’automobilista, un uomo di circa 45 anni.
Mi chiese in quale hotel alloggiavo, così dopo averli dato il nome e le indicazioni in mio possesso, partii.
Nel frattempo iniziammo a parlare, scoprendo che quell’uomo in realtà era diretto da tutt’altra parte, ma che dato che aveva tempo libero a disposizione, non aveva problemi ad accompagnarmi, ringraziandolo infinitivamente.
Non era molto loquace come persona ed io pure, passando così una parte del viaggio praticamente in silenzio, parlando solo della mia giornata trascorsa, di dove venivo e del perché fossi in viaggio da solo.

Il viaggio era ancora lungo ed io ero stanco, oltretutto aver passato tutta la giornata a bagno in quelle acque calde, mi fecero iniziare a cadere nel sonno, addormentandomi infatti poco dopo .
Quando mi risvegliai però, notai subito che qualcosa non stava andando per il verso giusto.
Sentii le mani di quell’uomo infatti accarezzare le mie gambe, di cui una era riuscita ad infilarsi sotto ai miei pantaloncini , accarezzando l’interno della mia coscia.
Alzai lo sguardo ancora rintontito dal sonno e mi resi conto che quell’uomo aveva fermato l’auto in mezzo al niente.
Eravamo infatti fermi sotto ad un piccolo gruppo di alberi in mezzo a delle colline, lungo una strada sterrata isolata.
L’uomo mi guardava e mi toccava sorridendo, mentre io continuavo a non capire cosa stesse succedendo.
Poi dopo qualche secondo iniziai sempre più a realizzare e esclamai :

“Hey ma…che stai facendo?”
“Tranquillo, ci siamo fermati solo un po’ a riposare!” Rispose con tono tranquillo
“Ma…perché?”
“Ho visto che ti eri addormentato, così ho pensato di riposare un po’ pure io con te, ti va?”
“Non capisco…non c’era bisogno…andiamo via per favore!”
“Tranquillo, non c’è fretta! Tu sei in vacanza e io non ho da fare niente. Rilassati, prendiamoci il nostro tempo…”

Nel frattempo l’uomo continuava ad accarezzare le mie gambe e mentre stava accarezzando l’interno della mia coscia, fece salire quella mano fin sopra i miei genitali.

“Forse hai capito male…io non voglio fare niente…” dissi imbarazzato
“Tranquillo, lascia fare a me! Appena ci siamo rilassati ti riporto in albergo!”
“Andiamo subito! Non capisco nemmeno cosa intendi…”
“Tu lasciami fare, ci penso a te!”
“Aspetta…”

Quella mano che stava accarezzando i miei genitali, iniziò a farsi sempre più insistente, per poi entrare sotto le mutande e afferrare il mio pene.

“No fermo…che fai?” Dissi di nuovo
“Tranquillo! Ti voglio solo far stare bene!”
“Ma non voglio…”
“Da come sei diventato duro sembra il contrario”

Effettivamente il mio pene era diventato subito duro e non capivo come fosse possibile.
Non mi piacevano gli uomini, non avevo mai pensato di poter fare qualcosa con un uomo, ma nonostante tutto effettivamente sembrava il contrario.
Non capivo niente, ero sempre intontito dal sonno e in più non avevo alcuna forza per reagire e farmi valere.
L’uomo infatti sfruttando quel momento mi abbassò i pantaloncini insieme alle mutande, per poi iniziare a masturbarmi.
Non ero dotato, avrò avuto si e no un pene intorno ai 15cm, oltretutto di poco spessore e non capivo come potesse creare attrazione in quell’uomo.

“Mmh, che bell’oggettino che volevi tener solo per te! Oltretutto sei pure bello liscio, ti depili?” Disse l’uomo con tono eccitato.
“No…non mi depilo…però…fermati…per favore…” risposi imbarazzato.
“Mmmh! Quindi sei proprio glabro di tuo?! Il culetto vuol dire che lo hai liscio, vero?”
“Come il culetto…che vuoi fare?”
“Mmmh! Non me lo vuoi dire? Va bene, dopo lo scopriremo insieme!”
“Dai…franati…andiamo via…”

L’uomo iniziò a masturbarmi sempre più velocemente e in poco più di due minuti, non riuscii a trattenermi, eiaculando nella sua mano.
Non era tantissima, ma giusta per stare tutta sulla sua mano, che dopo poco avvicinò al mio viso alzandola e disse :

“Wow! Sei già venuto, vuol dire che sei molto eccitato, vero?”
“No…ma che dici…hai frainteso…”
“Dovresti capire meglio i segnali del tuo corpo! Questo che ho in mano vuol dire che ti sei eccitato talmente tanto da non riuscire a resistere!”
“No…”
“Ora fammi vedere come mi pulisci la mano!” Disse avvicinandola alla mia bocca
“Fermo! Che vuoi fare?”
“Dai tira fuori la lingua e pulisci, fai il bravo!”
“No aspetta…”
“Vuoi tornare il albergo?”
“Si…”
“Bene, allora pulisci la tua sborra tutta con la lingua, avanti!”

Sembrava non avessi altra scelta, così tirai fuori la lingua, chiusi gli occhi e lentamente con un po’ di disgusto iniziale cominciai a leccare la mia sborra sopra la sua mano.
Contro ogni aspettativa il sapore non era male, così facendo finta di niente leccai tutto quel seme per poi ritrovarmi la bocca piena del mio sperma.

“Bravo, visto?! Non era così difficile. Ora ingoiala tutta, avanti!” Disse l’uomo

Con gli occhi ancora stretti, deglutii e dopo poco tutta la mia sborra mi scese nello stomaco.
Dopo poco dissi :

“Fatto, ora possiamo andare via?”
“Di già?! Ma se abbiamo appena cominciato!”
“Come?”
“Ora devi svuotarmi te le mie palle!”
“No aspetta…non voglio…”
“Spero a te piacciano gli uomini pelosi, perché io non sono glabro come te!”

L’uomo a quel punto alzò leggermente il sedere dal sedile e velocemente si abbassò i suoi pantaloni e le sue mutande fino alle caviglie.
Mise così in mostra il suo arnese, un bel cazzo di circa 17/18 centimetri, bello grosso e venoso, circondato da una folta peluria che avvolgeva le sue palle.

“Ti piace?” Domandò l’uomo eccitato
“Dai andiamo via…a me non piacciono queste cose…”
“Su fammi un bel pompino!”
“Cosa?! No…”
“Senti, vuoi tornare in albergo sì o no?!”
“Si…”
“Allora zitto, smettila di lamentarti e fai tutto quello che voglio! Altrimenti scendi qui e vai a piedi”
“….”

Non avevo veramente scelta, dovevo sottomettermi a quell’uomo se avrei voluto tornare in albergo sano e salvo e per farlo velocemente, avrei dovuto farlo bene.
Così allungai la mano verso il suo arnese, glielo afferrai e iniziai a masturbarlo.
Dopo qualche minuto l’uomo mi mise una mano dietro la nuca e iniziando a spingermela verso il basso disse :

“Ora succhiami il cazzo!”
“Ok…”
“Bravo, così! Vedo che hai capito!”

Abbassai la testa, aprii le labbra e iniziai a pompare il suo cazzone.
Era bello largo, avevo un po’ di difficoltà a inserirlo tutto nella mia bocca, ma volevo assolutamente che venisse il prima possibile, così mi impegnai e con un dolore costante che aumentava alle mie mandibole, continuai a succhiare il cazzo di quell'uomo.
Il sapore non era male, nonostante tutto sembrava pulito e più che passava il tempo e più che mi abituavo all’idea di dover procurare piacere orale a quell’estraneo.

Mi stavo immaginando che un pompino non li sarebbe bastato, che volesse sicuramente andare oltre fino ad incularmi, dato che aveva già fatto apprezzamenti al mio piccolo culo sodo.
Mentre succhiavo infatti con una mano mi spingeva la testa, mentre con l’altra mi palpeggiava il sedere.
Non volevo assolutamente arrivare a quel punto, ero sicuro che mi avrebbe fatto male e che quando sarebbe arrivato il momento avrei sicuramente fatto di tutto per non farmi penetrare.
Dopo qualche minuto di intenso sesso orale però l’uomo, sembrava non accennare a venire. Iniziò infatti a massaggiare il mio piccolo e stretto ano, per poi dire:

“Hai proprio un bel buchetto sai? Liscio, stretto…mi è venuta proprio voglia di mettertelo dentro il culo!”
“No nel culo no…è troppo…”
“Cosa ti ho detto prima?! Devi stare zitto e fare tutto ciò che voglio!”
“Si…ma nel culo non lo prendo…”
“Allora scendi e vai a piedi!”
“No…”
“Allora fattelo mettere nel culo e zitto! Intesi?”
“…”

Non avevo scelta, ero in una situazione di svantaggio totale, dovevo lasciarmi sodomizzare e sperare di non soffrire più di tanto, sperando che potesse finire il tutto il prima possibile.
L’uomo a quel punto scese di macchina, si avvicinò allo sportello dove ero seduto io e lo apri.
Mi ordinò di mettermi a pecorina sopra il sedile con il culo rivolto verso l’esterno, in modo da potermi lasciare così sodomizzare da lui.
L’uomo a quel punto iniziò prima a sculacciarmi le natiche per bene, facendomi pure lanciare qualche piccolo urlo, per poi riprendere a massaggiarmi il buco.

“Usa un preservativo…per piacere…” dissi con tono sottomesso e ansimante
“Non cel’ho e non lo voglio comunque usare!”
“Ma non ci conosciamo nemmeno…dai ne ho uno io nello zaino…ti prendo quello…”
“Lascialo dove è! Voglio incularti a pelle! Un culo così va scopato senza alcun ostacolo!”
“Dai no…”
“Devi stare zitto! Altrimenti ti faccio il culo pure a secco!”
“No…”
“Allora zitto! Ti va pure a culo che ho del lubrificante in auto”
“….”

L’uomo prese dal cassetto nel cruscotto un tubetto di gel, lo cosparse sul suo bastone abbondantemente per poi metterlo un po’ sul mio orifizio ancora stretto; poi ci poggiò la cappella sopra e iniziò a spingere.
Fece un po’ di fatica all’inizio, ma dopo qualche spinta, il mio ano si dilatò tutto insieme, facendo entrare quel cazzo.
Il dolore pervase tutto il mio corpo, costringendomi ad urlare :

“Cazzo! Ahia!Fa male!!”
“È normale, ti sto sverginando!” Rispose l’uomo, per poi continuare
“Però nonostante tu sia vergine, sembri predisposto a prenderlo nel culo! Senti come scivola già fino in fondo! Mmmh!”
“Fa male cazzo!”

L’uomo infatti era riuscito a spingerlo di già in fondo al mio culo e la cappella stava già puntando il mio intestino.
Mi sentivo il buco del culo aperto, ma completamente riempito dalle dimensioni del suo arnese.
Sentivo la sua cappella spingere sul fondo, prendermi forte e farmi male, ma non potevo fare altro che soffrire, urlare, ansimare e lasciarmi sodomizzare , sperando in una eiaculazione precoce.
Nel frattempo l’uomo iniziò a sbattermi, scopandomi così da subito in modo molto energico, dilatando così velocemente il mio ano.

“Cel’hai tutto in culo! Aah! Lo senti come è duro?” Disse l’uomo
“Aah…aah!”
“Ti piace il cazzo in culo? Eh?!”
“Fa male…hai cazzo troppo grosso…”
“Invece lo so che ti piace! Dimmelo, dimmelo che ti piace farti sbattere io culo!”
“Ahia…aah!”

Mi stava sfondando letteralmente il mio culo e se ne fregava altamente di quanto in realtà stessi provando tutto meno che piacere.
A lui importava solo scoparmi, svuotarsi le palle e non potevo negare che probabilmente gli piaceva l’idea che stessi sofffrendo per procurarsi piacere.
Dopo un po’ l’uomo smise di scoparmi, mi fece uscire dall’auto e si sedette sul cofano della sua macchina.
Mi fece girare e mi fece sedere sopra di lui, facendomi scivolare velocemente il suo cazzo nel culo.
Mi teneva saldo a lui per i fianchi e mi sbatteva letteralmente.

“Cazzo come godo! Hai un culo fantastico!” Disse l’uomo

Io ansimavo e gemevo, il dolore stava passando, oramai il mio culo si era dilatato, ma continuavo a non sentire piacevole quell’atto così irruento e privo di complicità.
Poi mi fece girare appoggiandomi girato sul suo cofano e da dietro riprese a sbattermi fortemente.
Sembrava però non riuscire a venire mai, era pieno di energie e il mio culo, soprattutto all’interno iniziò nuovamente a farmi male.
Ogni volta che mi sbatteva forte e mi puntava la cappella sul fondo era per me un urlo di dolore.
Continuò così per altri cinque minuti, fino a quando sentii l’uomo aumentare l’intensità dei suoi gemiti, sempre più veloci e forti.
Capii che era vicino ad arrivare e pure alla fine del mio supplizio, così lo incitai a continuare e a fare più forte:

“Si…godi! Dai…”
“Cazzo si come godo! Sto per sborrare!”
“Si…vieni! Dai…”
“Ti riempio il culo come le zoccole! Aaahhh!”

Pochi istanti e sentii riversarsi completamente dentro di me. Stava svuotando le sue palle sganciando potenti spruzzate di sborra dentro al mio culo, percependo come un fiume in piena di caldo sperma che invadeva il mio intestino.
Sentivo la cappella conficcata sul fondo che mi riempiva completamente il mio culo, per poi uscire e non riuscire a trattenerla da quanta ne aveva fatta.
Infatti iniziò a colare fuori da mio buco del culo aperto, gocciolando lungo le mie coscie e sopra le mie palle.
Ansimante mi accasciai sul cofano dell’auto , mentre l’uomo dietro di me ammirava il mio culo rotto e ripieno.

“Questa si che è stata una scopata!” Esclamò l’uomo
“Anf…anf…”
“Ti proprio rotto il culo! Ahahah!”
“Possiamo andare ora?”
“Si, pulisciti ed entra in macchina!”

L’uomo mi porse delle salviette con le quali pulirmi, così dopo essermi asciugato, mi rivestii e in silenzio salii in auto.
Passammo i 15 minuti di viaggio rimasti in completo silenzio, mentre nel frattempo sentivo le mie mutande bagnarsi. Era la sborra che fuoriusciva dal mio culo aperto e da quanto ero bagnato, capii quanto sperma aveva sganciato in me.
Quando arrivammo davanti all’albergo scesi velocemente dall’auto e con un grazie detto a voce bassa andai via velocemente.

scritto il
2023-05-19
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