Da semplice fattorino a schiavo
di
fluxyfluxy
genere
gay
Durante l’estate avevo iniziato a lavorare come fattorino in una pizzeria non lontana da casa mia, giusto per guadagnarmi qualche soldo in più per potermi permettere i vizi estivi.
A settembre ricominciai a frequentare l’ultimo anno scolastico alle superiori, decidendo però di continuare a lavorare come fattorino per riuscire a mettere da parte ancora più soldi.
Non era un lavoro molto impegnativo, dopotutto lavoravo circa 3 ore a sera e anche se la paga non era alta, con le mance riuscivo pure a raddoppiare il mio stipendio serale.
Cercavo infatti di accaparrarmi sempre i clienti fissi, i quali lasciavano sempre buone mance.
Tra tutti questi c’era il signor Paolo, un uomo divorziato di circa cinquant’anni che generalmente lasciava sempre una mancia molto alta.
Tra i fattorini della pizzeria però non giravano belle voci sul suo conto, sembrava infatti che tempo addietro il signor Paolo avesse provato a farsi un fattorino in casa durante una consegna.
Io però non lo avevo mai percepito come una persona viscida, anzi avevo sempre avuto l’impressione che fosse un uomo gentile e di buon cuore.
Non mi ero infatti mai ritrovato in situazioni spiacevoli con lui, continuando infatti a consegnarli sempre io il suo ordine.
Una sera però, durante un turno di lavoro in mezzo alla settimana, arrivò l’ordine dal signor Paolo, con orario per la consegna alle ore 21:30.
Quella sera stava piovendo molto, le strade non erano messe particolarmente bene, per noi fattorini era la situazione peggiore in cui poter lavorare.
Per fortuna gli ordini erano pochi, così il titolare mi propose di poter tornare direttamente a casa una volta consegnato l’ordine all’uomo.
Accettai la sua proposta, così dopo aver preso la pizza e da bere, mi diressi con lo scooter sotto una pioggia incessante verso la casa del signor Paolo, che appena suonai il campanello mi apri la porta per farmi salire.
Presi come sempre l’ascensore e quando arrivai alla sua porta mi aprii.
Appena l’uomo mi vide completamente bagnato mi disse :
“Una brutta serata per lavorare, vero?”
“Già, però per fortuna questa è l’ultima consegna, dopodiché posso tornare a casa”
“Ah bene! Menomale”
Mentre stavo porgendo l’ordine all’uomo, un tuono molto forte interruppe il silenzio, rimbombando in tutto lo stabile.
Ci guardammo negli occhi un po’ preoccupati, per poi udire l’intensità della pioggia aumentare ulteriormente, come se stessero cadendo secchiate di acqua dal cielo.
A quel punto l’uomo mi disse :
“Sta piovendo troppo forte. Vieni, entra! Aspetta pure qua finché non diminuisce un po’ “
“La ringrazio, ma non vedo l’ora di tornare a casa e di asciugarmi”
“Non fare complimenti, è pericoloso guidare con questo tempo! Ti do tutto l’occorrente io per asciugarti”
Effettivamente l’uomo aveva ragione, stava piovendo tropo forte e non era per niente sicuro mettersi alla guida al momento.
Non volevo però fermarmi da lui, così lo ti ringraziai ancora, ma l’uomo insistette fino a convincermi.
Così prima di entrare mi tolsi la giacca e i pantaloni impermeabili, per poi poggiarli insieme alle scarpe e allo zaino delle consegne subito fuori la porta.
Una volta dentro mi fermai pochi metri più avanti nella sala, l’uomo nel frattempo era corso in bagno a recuperare degli asciugamani puliti, per poi porgermeli e dirmi :
“Tieni, non fare complimenti! Usali per asciugarti che sei completamente bagnato.”
“Grazie!”
Mi tolsi la felpa , poggiandola su una sedia. Non volevo andare oltre , ma l’uomo insistette per togliermi pure i pantaloni, rimanendo così in mutande e maglietta difronte a lui.
Nel frattempo prese i miei vestiti e li portò ad asciugare vicino ad un termosifone, per poi chiedermi di accomodarmi a sedere sul suo divano.
Li mi porse dell’acqua per poi chiedermi se volessi qualcosa di caldo.
Lo ringraziai, dicendoli che dell’acqua mi sarebbe andata più che bene.
Il signor Paolo cominciò ad intrattenermi parlandomi, ma nel frattempo mi accorsi che sembrava distratto da altro. Notai infatti che il suo sguardo cadeva molto spesso sul mio corpo ed in particolare sulle mie gambe.
Provai a far finta di niente, anche se fu impossibile non associare i suoi sguardi ai racconti sul suo conto.
Ero molto distratto pure io, così dopo poco l’uomo mi domando se era tutto ok.
Inizialmente gli dissi di sì, ma appena notai nuovamente che i suoi occhi erano praticamente incollati su di me vuotai il sacco e dissi :
“Senta, io la ringrazio di tutto, ma devo proprio andare!”
“Ma come?! Sta ancora diluviando, è pericoloso!”
“Tra poco diminuirà e appena lo farà, sarò pronto per andare via!”
“È troppo pericoloso, credimi! Resta ancora un po’…”
Nel frattempo mi alzai in piedi e mi diressi verso i miei vestiti, presi i pantaloni e mi chinai per indossarli.
In quel preciso momento sentii poggiarsi sul mio sedere una sua mano, per poi palpeggiarlo.
Rimasi impietrito, quell’uomo ci stava veramente provando con me ed io non sapevo assolutamente che fare o dire.
In realtà sapevo benissimo cosa non volevo, ma ero pietrificato dall’imbarazzo e dalla situazione shockante, tanto da non capirci più niente.
Nel frattempo l’uomo approfittava della mia totale confusione per continuare a palparmi il sedere, fino a che non ebbi il coraggio di spostarmi ed esclamare:
“Si fermi! Mi lasci andare…devo andare via…”
“Calmati, è presto! C’è tempo per divertirsi un po’ insieme prima!”
“Divertirsi? Ha capito male signore…io non…”
Nel frattempo l’uomo mi afferrò per i fianchi per poi spingermi poco più avanti a ridosso del muro.
Poggiai le mani in avanti, rimanendo piegato con il sedere in fuori e a quel punto sentii l’uomo poggiarsi con il bacino sopra il mio culetto ancora coperto dalle mutande.
Mi sentivo inerme e rimasi ancor più pietrificato non appena sentii la sua protuberanza nei pantaloni iniziare a strusciarsi e a roteare sul mio culo.
Nel frattempo l’uomo mi teneva ben saldo per i fianchi, poi alzo leggermente la maglia e iniziò a baciarmi sulla parte bassa della mia schiena.
Dopo poco iniziò a calarmi pure le mutande , si abbassò e iniziò a baciare il mio sedere.
Stavo provando una sensazione assurda, un mix tra disgusto e piacere e ancora non riuscivo a reagire.
“Si fermi…che fa…” dissi balbettando
“Che corpicino magnifico! Hai pure un culetto rotondo e sodo, tutto da baciare!” Rispose l’uomo
“Signore…la prego…io non…”
Ancora una volta le mie parole si interruppero a seguito di qualcosa di inaspettato.
L’uomo infatti, in ginocchio davanti al mio culo, mi aveva divaricato le natiche, per poi iniziare a leccarmi il mio buchetto stretto.
Sentivo la sua lingua dura, umida e calda roteare sul mio orifizio, provocandomi sensazioni ancora più contrastanti.
Da un lato mi stava facendo ribrezzo, sapere che un uomo maturo di oltre 50 anni mi stava leccando il mio buco del culo, mi provocava una reale e forte sensazione di disgusto.
Dall’altro lato però, era pure estremamente piacevole e avrei continuato a lasciarmi leccare il culo all’infinito.
Anche l’idea di essere completamente succube a lui mi stava piacendo, anzi mi stava eccitando.
L’uomo infatti lo notò e mi disse :
“Ti piace farti leccare la fichetta anale, vero?”
“Io…non…”
“Hai la fica del culo strettissima, scommetto che sei vergine, vero?”
“Per piacere…la smetta…io non…”
“Te cosa? Dillo!”
“Io non…non…non sono gay…”
“Ah no?! Eppure ti piace farti leccare il buco del culo, vero?”
“Non è vero…a me non…”
L’uomo prima che potessi terminare le mie parole mi interruppe nuovamente e in modo deciso fece sprofondare un dito per intero dentro di me.
“Aaaah!”
“Ti ho solamente infilato un dito nel culo e stai già godendo!” Esclamò il signor Paolo
“Non è vero…io non…Aaah!”
Ansimai nuovamente, l’uomo infatti aveva fatto sprofondare ancor più a fondo il suo dito, provocandomi un piacere così intenso da non riuscire a trattenermi.
“Chissà come urlerai non appena ti ci infilerò tutto il mio cazzo!”
Esclamò nuova il signor Paolo.
Cominciò infatti a sditalinare il mio buco del culo con forza e decisione, facendomi godere ma allo stesso tempo vergognarmi di me stesso.
Non avrei mai immaginato infatti di potermi lasciar sottomettere ed usare in quel modo vergognoso da un vecchio depravato, oltretutto senza nemmeno aver provato a ribellarmi.
Mi ero lasciato usare si dall’inizio senza praticamente fare niente e sicuramente, sapevo che era solo l’inizio.
Infatti dopo poco quell’uomo si alzò nuovamente in piedi, mi tolse le mutande e la maglia di dosso facendomi rimanere con solo indosso le miei calzini bianchi bagnati, per poi girarmi e spingermi in ginocchio a terra.
Li iniziò a sganciarsi i pantaloni per poi tirare fuori il suo cazzo e sbattermelo sopra alla faccia, per poi dirmi :
“Avanti troietta! Fammi vedere come succhi il mio cazzo!”
“Vuoi che…”
“Si voglio che tu mi faccia un pompino! Muoviti”
Allungai la mano, glielo afferrai, aprii la bocca e senza dire niente iniziai a fare un pompino a quell’uomo .
Aveva un cazzo più che discreto, intorno ai 16cm, ma con uno spessore decisamente importante.
L’odore e il sapore di quel pezzo di carne non era male, sapevo sin dal primo assaggio che avrei potuto continuare a lungo e mentre pensavo ciò, continuavo a vergognarmi ancor di più.
Ero incredulo, stavo veramente facendo un pompino a quel pervertito e mi stava pure piacendo. Sapere che ero il suo oggetto sessuale mi eccitava vergognosamente.
“Sei brava a far pompini!” Esclamò il signor Paolo
“Mmmhmp…mmmhmp…”
Mi stavo avidamente pompando quel pezzo di carne, senza fiatare e proferire alcuna parola, quando dopo qualche minuto l’uomo disse :
“Mmmh, che brava che sei! Potrei venire anche così! Ma non posso lasciarmi perdere questa occasione…”
L’uomo mi alzò in piedi, poi mi afferrò per le natiche e abbracciato a lui mi feci accompagnare fino alla camera da letto, dove appena arrivati mi spinse sopra al materasso per poi dire :
“Girati! Mettiti a pecora che ti svergino il culo!”
Strabuzzai gli occhi, non volevo arrivare fino a quel punto. Avrei continuato senza problemi a succhiargli il cazzo, ma lasciarmi inculare era troppo.
“Aspetta…non so se…mi farà male…forse è meglio…” dissi balbettando
“Non mi interessa! Dammi il culo che ti voglio inculare!”
“Ma io non…”
L’uomo venne a me, mi fece girare a pecora e mi divaricò le natiche nuovamente.
Riprese a leccare e a sditalinare per bene il mio buchetto e questa volta, faceva in modo di lasciarci sopra più saliva possibile.
Io avevo ripreso ad ansimare, non capivo più nulla, fino a che un forte colpo non bloccò per qualche istante il tempo.
L’uomo infatti aveva puntato la sua cappella sul mio buco per poi spingerci sopra e sprofondare violentemente dentro di me.
Mi sentivo il buco del culo estremamente dilatato, ma teso e duro e più che provava a spingerci dentro, più che la sensazione di dolore aumentava.
“Aaahh…piano!piano! Mi fai male…ahia…aaahh!” Dissi ansimando
All’uomo non sembrava però interessare, anzi aumentò da subito il ritmo, sbattendomi da subito con forza e decisione.
Io nel frattempo stringevo i denti, mi sentivo la faccia prendere fuoco da quanto era rossa ma più che altro, mi sentivo il buchetto iniziare a cedere alle sue dimensioni e soprattutto alla sua prepotenza.
Si stava lentamente dilatando sempre più e colpo dopo colpo, sentivo la sua cappella spingere con forza sino in profondità, percependola come se fosse dentro al mio intestino.
Mi sentivo pieno, impalato, ma allo stesso momento pure aperto ed era una sensazione al limite tra il dolore e il piacere, tanto da ansimare e gemere ad alta voce.
“Ti ho sverginato troietta, contenta?” Disse il signor Paolo
“Fa male…aaah” risposi ansimando
“Fa male perché ti ho rotto il culo!”
“Aaah…ahia…aaahh…”
“Devo smettere?”
“Aaaah….aaaah…no! Continui…mi inculi ancora…”
“Ahahah! Davvero?”
“Si…aaaah!”
“Che troia! Lo sapevo!”
Continuò quindi a scoparmi con forza e prepotenza, sbattendomi per bene a pecorina fino a rompermi definitivamente il mio buchetto del culo oramai non più vergine.
Lo imploravo a continuare, stavo adorando tutto ciò, ma allo stesso tempo mi vergognavo di come era stato possibile essermi ritrovato ridotto in quel modo.
Non capivo cosa avesse scatenato in me quel fare così da totale sottomesso, cosa avesse fatto scattare nella mia testa il via libera a lasciarmi sodomizzare in quel modo da quel vecchio depravato.
Nel frattempo la situazione era così eccitante per entrambi, che mentre godevo gemendo a voce alta, sentii pure l’uomo iniziare a farlo, fino a che non sentii sgorgare nel mio culo una potente serie di spruzzi di calda sborra.
Ne aveva fatta così tanta che riuscivo a sentire quel caldo seme stagnare nel mio intestino, provocandomi una intensa sensazione di riempimento.
Appena l’uomo uscì, mi sdraiai sul letto a pancia in giù ansimante, sentendo il mio buco del culo caldo e aperto, ma ripieno fino all’orlo di sborra.
“Che Troia! Mi hai fatto godere tantissimo! Era tanto che non sborravo così! Complimenti “ esclamò il signor Paolo soddisfatto
Io rimasi in silenzio e ansimante, completamente sopraffatto da quel che avevo appena subito.
Poi mi alzai e sempre in silenzio mi diressi a riprendere i miei vestiti, per poi indossarli velocemente.
L’uomo nel frattempo mi diede qualche schiaffo sul culo per poi dire nuovamente:
“Non avevo mai sverginato una bella troietta giovane come te! Sono soddisfatto!”
Rimasi in silenzio, per poi sentire l’uomo continuare a dire :
“Contenta troia? Ti ho aperto e farcito il culo! Adesso non sei più vergine!”
“Forse è meglio se vado…ha pure smesso di piovere…”
“Certo, vai pure! Torna a casa e ripensa a quanto sei stata brava a prendere il mio cazzo su per il culo!”
Una volta rivestiti presi il resto delle cose, per poi uscire dall’appartamento e fare ritorno a casa.
Durante il tragitto mi vergognavo di cosa avevo fatto e non volevo assolutamente farne parola con nessuno, soprattutto a lavoro.
Nei giorni successivi quel senso di vergogna iniziò a scemare e ogni volta infatti che il signor Paolo ordinava in pizzeria, continuavo ad essere io l’addetto alle sue consegne e se c’era l’occasione e il tempo, mi lasciavo sottomettere, sodomizzare ed usare da quell’uomo , al solo scopo di soddisfare le sue pulsioni sessuali, iniziando a diventare il suo schiavo sessuale personale.
A settembre ricominciai a frequentare l’ultimo anno scolastico alle superiori, decidendo però di continuare a lavorare come fattorino per riuscire a mettere da parte ancora più soldi.
Non era un lavoro molto impegnativo, dopotutto lavoravo circa 3 ore a sera e anche se la paga non era alta, con le mance riuscivo pure a raddoppiare il mio stipendio serale.
Cercavo infatti di accaparrarmi sempre i clienti fissi, i quali lasciavano sempre buone mance.
Tra tutti questi c’era il signor Paolo, un uomo divorziato di circa cinquant’anni che generalmente lasciava sempre una mancia molto alta.
Tra i fattorini della pizzeria però non giravano belle voci sul suo conto, sembrava infatti che tempo addietro il signor Paolo avesse provato a farsi un fattorino in casa durante una consegna.
Io però non lo avevo mai percepito come una persona viscida, anzi avevo sempre avuto l’impressione che fosse un uomo gentile e di buon cuore.
Non mi ero infatti mai ritrovato in situazioni spiacevoli con lui, continuando infatti a consegnarli sempre io il suo ordine.
Una sera però, durante un turno di lavoro in mezzo alla settimana, arrivò l’ordine dal signor Paolo, con orario per la consegna alle ore 21:30.
Quella sera stava piovendo molto, le strade non erano messe particolarmente bene, per noi fattorini era la situazione peggiore in cui poter lavorare.
Per fortuna gli ordini erano pochi, così il titolare mi propose di poter tornare direttamente a casa una volta consegnato l’ordine all’uomo.
Accettai la sua proposta, così dopo aver preso la pizza e da bere, mi diressi con lo scooter sotto una pioggia incessante verso la casa del signor Paolo, che appena suonai il campanello mi apri la porta per farmi salire.
Presi come sempre l’ascensore e quando arrivai alla sua porta mi aprii.
Appena l’uomo mi vide completamente bagnato mi disse :
“Una brutta serata per lavorare, vero?”
“Già, però per fortuna questa è l’ultima consegna, dopodiché posso tornare a casa”
“Ah bene! Menomale”
Mentre stavo porgendo l’ordine all’uomo, un tuono molto forte interruppe il silenzio, rimbombando in tutto lo stabile.
Ci guardammo negli occhi un po’ preoccupati, per poi udire l’intensità della pioggia aumentare ulteriormente, come se stessero cadendo secchiate di acqua dal cielo.
A quel punto l’uomo mi disse :
“Sta piovendo troppo forte. Vieni, entra! Aspetta pure qua finché non diminuisce un po’ “
“La ringrazio, ma non vedo l’ora di tornare a casa e di asciugarmi”
“Non fare complimenti, è pericoloso guidare con questo tempo! Ti do tutto l’occorrente io per asciugarti”
Effettivamente l’uomo aveva ragione, stava piovendo tropo forte e non era per niente sicuro mettersi alla guida al momento.
Non volevo però fermarmi da lui, così lo ti ringraziai ancora, ma l’uomo insistette fino a convincermi.
Così prima di entrare mi tolsi la giacca e i pantaloni impermeabili, per poi poggiarli insieme alle scarpe e allo zaino delle consegne subito fuori la porta.
Una volta dentro mi fermai pochi metri più avanti nella sala, l’uomo nel frattempo era corso in bagno a recuperare degli asciugamani puliti, per poi porgermeli e dirmi :
“Tieni, non fare complimenti! Usali per asciugarti che sei completamente bagnato.”
“Grazie!”
Mi tolsi la felpa , poggiandola su una sedia. Non volevo andare oltre , ma l’uomo insistette per togliermi pure i pantaloni, rimanendo così in mutande e maglietta difronte a lui.
Nel frattempo prese i miei vestiti e li portò ad asciugare vicino ad un termosifone, per poi chiedermi di accomodarmi a sedere sul suo divano.
Li mi porse dell’acqua per poi chiedermi se volessi qualcosa di caldo.
Lo ringraziai, dicendoli che dell’acqua mi sarebbe andata più che bene.
Il signor Paolo cominciò ad intrattenermi parlandomi, ma nel frattempo mi accorsi che sembrava distratto da altro. Notai infatti che il suo sguardo cadeva molto spesso sul mio corpo ed in particolare sulle mie gambe.
Provai a far finta di niente, anche se fu impossibile non associare i suoi sguardi ai racconti sul suo conto.
Ero molto distratto pure io, così dopo poco l’uomo mi domando se era tutto ok.
Inizialmente gli dissi di sì, ma appena notai nuovamente che i suoi occhi erano praticamente incollati su di me vuotai il sacco e dissi :
“Senta, io la ringrazio di tutto, ma devo proprio andare!”
“Ma come?! Sta ancora diluviando, è pericoloso!”
“Tra poco diminuirà e appena lo farà, sarò pronto per andare via!”
“È troppo pericoloso, credimi! Resta ancora un po’…”
Nel frattempo mi alzai in piedi e mi diressi verso i miei vestiti, presi i pantaloni e mi chinai per indossarli.
In quel preciso momento sentii poggiarsi sul mio sedere una sua mano, per poi palpeggiarlo.
Rimasi impietrito, quell’uomo ci stava veramente provando con me ed io non sapevo assolutamente che fare o dire.
In realtà sapevo benissimo cosa non volevo, ma ero pietrificato dall’imbarazzo e dalla situazione shockante, tanto da non capirci più niente.
Nel frattempo l’uomo approfittava della mia totale confusione per continuare a palparmi il sedere, fino a che non ebbi il coraggio di spostarmi ed esclamare:
“Si fermi! Mi lasci andare…devo andare via…”
“Calmati, è presto! C’è tempo per divertirsi un po’ insieme prima!”
“Divertirsi? Ha capito male signore…io non…”
Nel frattempo l’uomo mi afferrò per i fianchi per poi spingermi poco più avanti a ridosso del muro.
Poggiai le mani in avanti, rimanendo piegato con il sedere in fuori e a quel punto sentii l’uomo poggiarsi con il bacino sopra il mio culetto ancora coperto dalle mutande.
Mi sentivo inerme e rimasi ancor più pietrificato non appena sentii la sua protuberanza nei pantaloni iniziare a strusciarsi e a roteare sul mio culo.
Nel frattempo l’uomo mi teneva ben saldo per i fianchi, poi alzo leggermente la maglia e iniziò a baciarmi sulla parte bassa della mia schiena.
Dopo poco iniziò a calarmi pure le mutande , si abbassò e iniziò a baciare il mio sedere.
Stavo provando una sensazione assurda, un mix tra disgusto e piacere e ancora non riuscivo a reagire.
“Si fermi…che fa…” dissi balbettando
“Che corpicino magnifico! Hai pure un culetto rotondo e sodo, tutto da baciare!” Rispose l’uomo
“Signore…la prego…io non…”
Ancora una volta le mie parole si interruppero a seguito di qualcosa di inaspettato.
L’uomo infatti, in ginocchio davanti al mio culo, mi aveva divaricato le natiche, per poi iniziare a leccarmi il mio buchetto stretto.
Sentivo la sua lingua dura, umida e calda roteare sul mio orifizio, provocandomi sensazioni ancora più contrastanti.
Da un lato mi stava facendo ribrezzo, sapere che un uomo maturo di oltre 50 anni mi stava leccando il mio buco del culo, mi provocava una reale e forte sensazione di disgusto.
Dall’altro lato però, era pure estremamente piacevole e avrei continuato a lasciarmi leccare il culo all’infinito.
Anche l’idea di essere completamente succube a lui mi stava piacendo, anzi mi stava eccitando.
L’uomo infatti lo notò e mi disse :
“Ti piace farti leccare la fichetta anale, vero?”
“Io…non…”
“Hai la fica del culo strettissima, scommetto che sei vergine, vero?”
“Per piacere…la smetta…io non…”
“Te cosa? Dillo!”
“Io non…non…non sono gay…”
“Ah no?! Eppure ti piace farti leccare il buco del culo, vero?”
“Non è vero…a me non…”
L’uomo prima che potessi terminare le mie parole mi interruppe nuovamente e in modo deciso fece sprofondare un dito per intero dentro di me.
“Aaaah!”
“Ti ho solamente infilato un dito nel culo e stai già godendo!” Esclamò il signor Paolo
“Non è vero…io non…Aaah!”
Ansimai nuovamente, l’uomo infatti aveva fatto sprofondare ancor più a fondo il suo dito, provocandomi un piacere così intenso da non riuscire a trattenermi.
“Chissà come urlerai non appena ti ci infilerò tutto il mio cazzo!”
Esclamò nuova il signor Paolo.
Cominciò infatti a sditalinare il mio buco del culo con forza e decisione, facendomi godere ma allo stesso tempo vergognarmi di me stesso.
Non avrei mai immaginato infatti di potermi lasciar sottomettere ed usare in quel modo vergognoso da un vecchio depravato, oltretutto senza nemmeno aver provato a ribellarmi.
Mi ero lasciato usare si dall’inizio senza praticamente fare niente e sicuramente, sapevo che era solo l’inizio.
Infatti dopo poco quell’uomo si alzò nuovamente in piedi, mi tolse le mutande e la maglia di dosso facendomi rimanere con solo indosso le miei calzini bianchi bagnati, per poi girarmi e spingermi in ginocchio a terra.
Li iniziò a sganciarsi i pantaloni per poi tirare fuori il suo cazzo e sbattermelo sopra alla faccia, per poi dirmi :
“Avanti troietta! Fammi vedere come succhi il mio cazzo!”
“Vuoi che…”
“Si voglio che tu mi faccia un pompino! Muoviti”
Allungai la mano, glielo afferrai, aprii la bocca e senza dire niente iniziai a fare un pompino a quell’uomo .
Aveva un cazzo più che discreto, intorno ai 16cm, ma con uno spessore decisamente importante.
L’odore e il sapore di quel pezzo di carne non era male, sapevo sin dal primo assaggio che avrei potuto continuare a lungo e mentre pensavo ciò, continuavo a vergognarmi ancor di più.
Ero incredulo, stavo veramente facendo un pompino a quel pervertito e mi stava pure piacendo. Sapere che ero il suo oggetto sessuale mi eccitava vergognosamente.
“Sei brava a far pompini!” Esclamò il signor Paolo
“Mmmhmp…mmmhmp…”
Mi stavo avidamente pompando quel pezzo di carne, senza fiatare e proferire alcuna parola, quando dopo qualche minuto l’uomo disse :
“Mmmh, che brava che sei! Potrei venire anche così! Ma non posso lasciarmi perdere questa occasione…”
L’uomo mi alzò in piedi, poi mi afferrò per le natiche e abbracciato a lui mi feci accompagnare fino alla camera da letto, dove appena arrivati mi spinse sopra al materasso per poi dire :
“Girati! Mettiti a pecora che ti svergino il culo!”
Strabuzzai gli occhi, non volevo arrivare fino a quel punto. Avrei continuato senza problemi a succhiargli il cazzo, ma lasciarmi inculare era troppo.
“Aspetta…non so se…mi farà male…forse è meglio…” dissi balbettando
“Non mi interessa! Dammi il culo che ti voglio inculare!”
“Ma io non…”
L’uomo venne a me, mi fece girare a pecora e mi divaricò le natiche nuovamente.
Riprese a leccare e a sditalinare per bene il mio buchetto e questa volta, faceva in modo di lasciarci sopra più saliva possibile.
Io avevo ripreso ad ansimare, non capivo più nulla, fino a che un forte colpo non bloccò per qualche istante il tempo.
L’uomo infatti aveva puntato la sua cappella sul mio buco per poi spingerci sopra e sprofondare violentemente dentro di me.
Mi sentivo il buco del culo estremamente dilatato, ma teso e duro e più che provava a spingerci dentro, più che la sensazione di dolore aumentava.
“Aaahh…piano!piano! Mi fai male…ahia…aaahh!” Dissi ansimando
All’uomo non sembrava però interessare, anzi aumentò da subito il ritmo, sbattendomi da subito con forza e decisione.
Io nel frattempo stringevo i denti, mi sentivo la faccia prendere fuoco da quanto era rossa ma più che altro, mi sentivo il buchetto iniziare a cedere alle sue dimensioni e soprattutto alla sua prepotenza.
Si stava lentamente dilatando sempre più e colpo dopo colpo, sentivo la sua cappella spingere con forza sino in profondità, percependola come se fosse dentro al mio intestino.
Mi sentivo pieno, impalato, ma allo stesso momento pure aperto ed era una sensazione al limite tra il dolore e il piacere, tanto da ansimare e gemere ad alta voce.
“Ti ho sverginato troietta, contenta?” Disse il signor Paolo
“Fa male…aaah” risposi ansimando
“Fa male perché ti ho rotto il culo!”
“Aaah…ahia…aaahh…”
“Devo smettere?”
“Aaaah….aaaah…no! Continui…mi inculi ancora…”
“Ahahah! Davvero?”
“Si…aaaah!”
“Che troia! Lo sapevo!”
Continuò quindi a scoparmi con forza e prepotenza, sbattendomi per bene a pecorina fino a rompermi definitivamente il mio buchetto del culo oramai non più vergine.
Lo imploravo a continuare, stavo adorando tutto ciò, ma allo stesso tempo mi vergognavo di come era stato possibile essermi ritrovato ridotto in quel modo.
Non capivo cosa avesse scatenato in me quel fare così da totale sottomesso, cosa avesse fatto scattare nella mia testa il via libera a lasciarmi sodomizzare in quel modo da quel vecchio depravato.
Nel frattempo la situazione era così eccitante per entrambi, che mentre godevo gemendo a voce alta, sentii pure l’uomo iniziare a farlo, fino a che non sentii sgorgare nel mio culo una potente serie di spruzzi di calda sborra.
Ne aveva fatta così tanta che riuscivo a sentire quel caldo seme stagnare nel mio intestino, provocandomi una intensa sensazione di riempimento.
Appena l’uomo uscì, mi sdraiai sul letto a pancia in giù ansimante, sentendo il mio buco del culo caldo e aperto, ma ripieno fino all’orlo di sborra.
“Che Troia! Mi hai fatto godere tantissimo! Era tanto che non sborravo così! Complimenti “ esclamò il signor Paolo soddisfatto
Io rimasi in silenzio e ansimante, completamente sopraffatto da quel che avevo appena subito.
Poi mi alzai e sempre in silenzio mi diressi a riprendere i miei vestiti, per poi indossarli velocemente.
L’uomo nel frattempo mi diede qualche schiaffo sul culo per poi dire nuovamente:
“Non avevo mai sverginato una bella troietta giovane come te! Sono soddisfatto!”
Rimasi in silenzio, per poi sentire l’uomo continuare a dire :
“Contenta troia? Ti ho aperto e farcito il culo! Adesso non sei più vergine!”
“Forse è meglio se vado…ha pure smesso di piovere…”
“Certo, vai pure! Torna a casa e ripensa a quanto sei stata brava a prendere il mio cazzo su per il culo!”
Una volta rivestiti presi il resto delle cose, per poi uscire dall’appartamento e fare ritorno a casa.
Durante il tragitto mi vergognavo di cosa avevo fatto e non volevo assolutamente farne parola con nessuno, soprattutto a lavoro.
Nei giorni successivi quel senso di vergogna iniziò a scemare e ogni volta infatti che il signor Paolo ordinava in pizzeria, continuavo ad essere io l’addetto alle sue consegne e se c’era l’occasione e il tempo, mi lasciavo sottomettere, sodomizzare ed usare da quell’uomo , al solo scopo di soddisfare le sue pulsioni sessuali, iniziando a diventare il suo schiavo sessuale personale.
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